Specchio
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Giocata dal 05/11/2020 19:26 al 06/11/2020 00:43 nella chat "Centro di Konoha Saccheggiato"
Oh una sera magnifica, una guerra è in corso tra vari villaggi , politica in atto e un intrecciarsi di eventi che si abbattono sul resto del mondo ninja, ma di questo cosa può fregargliene al ragazzo? Nulla, dopotutto per quel che gliene freghi ,è lui boia e giustiziere, e non sempre dal modo di vedere di molti altri Koshirae, anzi. Ecco cosa lo caratterizza principalmente, quella lunga e bellissima spada che porta seco sul fianco sinistro, Sakanada, ha pure un nome oltre che un anima, figo eh? Ma che importa pure quello, il pensiero non si volge altro che al brusio e al vociare di quelle strade piene di luci, lanternine, colori e vivacità. Non sembra riuscire ad immergervisi completamente, distaccato con quel cipiglio di perenne noia che ne corruga la fronte chiara, eppure non può far altro che sentirsi attratto dalle varie cose , da potenziali acquisti che può fare. Avanza lentamente, dall'altro dei suoi 180 centimetri, un haori bianco puro ad accompagnarlo , aperto sul davanti, mostrando quello che non è altro che un kimono nero molto semplice, quasi spartano, se non fosse per la cintola in vita finemente ricamata in disegni di piccoli serpenti. Dietro l'haori bianco, al centro della schiena, non può che svetta nero su bianco il proprio clan, se ne sente legato in un certo senso. I lunghi capelli sono sciolti sulle spalle, ondeggiano ad ogni passo che risuona per via di quei sandali in legno , la frangia oscilla sulla fronte sotto lo sguardo d'ambra che nulla si fa sfuggire. < mmmh > un mormorio lento e basso, un pensiero o forse solo un modo pe sfogar la propria noia, chi può dirlo, eppure qualcosa lo attrae, una bancarella rifornita di ricchi tessuti ,kimoni tradizionali. Ve ne sono diversi, maschili e femminili eppure si concentra sui primi per via di cose, beh di certo non disprezza le donne, anzi, però è comunque un uomo suvvia! Il chakra è attivo ma che se ne ragguagli, non sente del pericolo, ormai il villaggio è sotto stretta protezione e può andare e venire da Kusa in qualsiasi momento senza restrizione alcuna. Sosta li , fermo e impalato ad osservar quelle splendide stoffe, una decisione che verrà presa presto. [chakra on][Sakanada equip] [Mercatino] Mercato, gente, troppa gente, perché è lì, non lo sa neanche lei. Cammina distratta, guardando le bancarelle ma non riuscendo a capire, non capisce, è ferma nella sua mente, tutto diventa bianco e nero, tutto non esiste. Una crisi la sua, un momento in cui la sua stessa mente è la prigione ed il suo mondo. Cammina ma non reagisce, occhi rosso sangue che invece guardano ovunque cercando qualcosa. Qualcosa che non esiste, o qualcosa che riesce a vedere solo lei. Si umetta le labbra la ragazza mentre si sistema quel kimono bianco con fiori di ciliegio dorati che salgono sul fianco, andando a sparire dietro quella striscia di stoffa che chiude l’abito, andando a far risaltare le curve della Nara. Capelli lilla che cadono come una cascata dietro la sua schiena superando di una spanna i glutei. Alle gambe, calze contenitive nere per nascondere gli arti dal freddo mentre si finisce con quei sandali aperti che vanno a non far poggiare le piante delle estremità col freddo terreno. Cammina lenta, da sola, perché nessuno a parte Fu-chan vorrebeb camminare con lei. Carnose labbra macchiate di quel nero come di nero sono i contorni degli occhi. Qualcosa accade però, un uomo, lunghi capelli biondi come l’oro. Le sanguigne lo catturano, lo fanno sua. Si morde di nuovo il labbro inferiore mentre il viso diventa più rosso, affanna con il cuore in gola mentre inizia a seguirlo, senza un motivo apparente, cercando di sfruttare le persone della folla per non farsi notare, sebbene sia difficile non notarla. Alla gamba, parte interna, il suo kunai sempre a disposizione. Non sa cosa sta facendo, una pulsione la sua che non riesce a fermare, come se un Oni la stesse spingendo verso la direzione del Koshirae , il suo obbiettivo in quel preciso istante. L’indice della mano destra si avvicina alle labbra andando a mordere l’unghia con ardore mentre gli occhi si fanno languidi, che abbia trovato una possibile preda? [Equip: kunai] I sensi per quanto non siano all'erta, ci sono, sempre. Da spadaccino qual'è non perde la propria verve, nemmeno quando la sicurezza è al massimo. Lascia che lo sguardo indugi ancora e ancora in quelle vesti, vi si avvicina con fare lento annoiato eppure qualcosa lo turba , come un pizzicorio alla base della nuca, un piccolo brivido quello che sale e scende lungo la schiena. Lo stesso di quando sente di esser osservato, ma in quella folla molti potrebbero guardarlo anche solo per sbaglio, non ha pretese su quello eppure mentre risolleva lo sguardo davanti a se, il volto e il collo con lui iniziano a girarsi . Lentamente, le iridi che seguono attentamente il via vai dalla parte dov'è venuto, occhieggia molti eppure lo sguardo indugia proprio su di lei. La Nara che lo starebbe ad osservare. Ne nota le gota rosate, due rose sbocciate in un giorno di freddo autunno come quello, quando ormai non vi sembra che vi sia nient'altro di vita ma solo di morte. Ne osserva il viso, lentamente scende con lo stesso per dar occhio anche alla forma della donna stessa, le morbide curve eppure non si sbilancia sulla stessa, piuttosto prenderebbe a camminare velocemente, un guizzo che gli fa sollevare i capelli stessi, lo stesso haori bianco. E tutto per raggiungerla ma non frontalmente, più alla sua destra, passandogli accanto . Se il movimento fosse avvenuto, senza problemi anche dato lo slalom per via della confusione, in quell'attimo si fermerebbe di colpo < perchè mi osservi? > un sussurro basso, intimo, di quelli che usa quando vuole carpire la stessa essenza di un'altra vita, curioso senza dubbio ma anche scettico, sempre in preda a quell'istinto che cerca di sopire e la mano carezza per un mezzo secondo l'elsa della stessa katana. Non la guarda se non con la coda dell'occhio, in chiara attesa mentre il capo si inclina lievemente sulla spalla. Il sorriso non si mostra, un'espressione lievemente imbronciata sboccia invece, non vi è rossore sulla pelle diafana e delicata. Il corpo che rimane in lieve sbilanciamento in avanti, alto si ma non muscoloso come un taijutser , eppur vi è quella forma di uomo che lo contraddistingue dall'età giovanile. Attende, silente adesso. [chakra on][Sakanada Equip] [Mercatino] La figura bionda si ferma, e così fa anche la Nara che deglutisce succhiando la poca saliva che è rimasta tra le fauci. Lui si volta facendo quel passo veloce ed il cuore si ferma quando le passa accanto. Tutto ritorna ad essere in banco e nero. Gli occhi rossi della donna sono sgranati di fronte a se, senza spostarli minimamente. La voce di lui sembra avere un colore per la ragazza come se soffrisse di sinestesia, un blu scuro, scuro come l’oceano. Non parla subito, cerca di calmare il cuore, la mente, il fremito di tirare fuori il kunai ed affondarlo nella sua carne viva. Ma è una preda ben più lontana di quelle che potrebbe raggiungere ora. <…i capelli.> direbbe solamente la donna prima di abbassare lo sguardo mentre la testa si muove di un tic < Sembrano stelle che cadono, stelle d’oro.> dice solamente per quello che ha visto nella sua mente malata prima di fare un passo in avanti<stelle di un futuro di tenebra> sussurrerebbe lei portandosi le mani tremanti al petto dove si trova il magatama nero che porta sempre al collo. <Come ti chiami? > chiede così senza un motivo apparente facendo un giro su se stessa usando il piede sinistro come perno per andare a fissare l’uomo. La voce della ragazza è una cantilena, triste, inquietante, di quelle delle bambine che danzano sulle bare altrui. Si muove, un passo altrui osservando il suo vestiario> Ti manca del rosso, del rosso sangue…< e proverebbe a muovere una mano verso l’haori, cercando quindi di far scivolare i polpastrelli su di esso mentre osserva il kimono nero e la katana. < in un mondo di tenebra il rosso è il predominio. > parole senza senso le sue mentre adesso torna ad allontanarsi da lui < Me Tachiko!> direbbe portandosi una mano al petto prima di ridacchiare come una bambina < Hai mai visto il rosso del sangue?> dice poi guardandosi intorno per tornare sul biondo < io si!> concluderebbe prima di ridacchiare come una giovane ragazza intenta a parlare di primi amori.[equip kunai] L'haori lo segue, una seconda pelle, svolazza lievemente indietro mostrando di più il semplice quanto spartano kimono nero. Passi veloci, sicuri, uno sguardo fermo eppure vi è interesse, quella scintilla che accende il biondo scostandolo da quell'apatia eterna. Mormora quelle parole, calda la voce eppure non così profonda. Lascia che sia adesso la donna a parlare, ad enunciar quelle che siano le sue intenzioni. La gamba destra che si trova più avanti rispetto alla sinistra così da donarle il profilo stesso. Il naso dritto, lo sguardo di fronte a se per qualche attimo ancora prima che anche questo segua la donna dagli occhi di sangue. Solleva un sopracciglio a quel primo dire, per poi voltarsi completamente ma non per il busto, solo le spalle seguono lo stesso movimento < eh? > niente da fare, non che sia questo grande pozzo di aforismi e metafore, anzi. Ne ascolta la voce, un brivido di disagio che scende lungo la colonna vertebrale < non ho bisogno del rosso > nota il suo movimento e la sinistra corre veloce all'elsa, non estrae ancora l'arma, la lama che rimane ancora celata eppure pronta a prender lei stessa quel sangue di cui l'altra parla . L'haori che viene afferrato quasi costringendolo a voltarsi eppure , più per gentilezza che per reale forza, va a voltarsi contrastando l'altra. Non è molta l'altezza che li distanzia, qualche centimetri ampliato solo da quei sandali in legno < tenebra? > mormora senza avvicinarsi ma nemmeno allontanarsi < non so di cosa stai parlando ragazza, e forse non lo sai nemmeno tu > giudice in quel proprio dire, la voce che prende quella sfumatura autoritaria eppure un mezzo sorriso spunta dalle fauci, un sorriso alquanto ambiguo < il rosso non sporca mai le mie mani, è solo la lama che porto a impregnarsene > un estensione diretta della propria essenza , l'estensione del proprio braccio eppure un'anima completamente differente. Bianco e nero che si uniscono, eppure non vi è ancora una perfetta sintonia con la stessa lama, non ancora. Solleva di nuovo un sopracciglio < sei pazza o cosa?> diretto come sempre non si fa problemi nel dirlo < Shinji > una brevissima presentazione eppure si interessa allo stesso modo di quella creatura, sopra le righe eppure in un certo senso diversa.[stessi tag] [Mercatino] Schiocca la lingua in segno di disapprovazione ascoltando quelle parole da parte del biondo < tutti ne abbia bisogno..> direbbe solamente andando a fare un passetto indietro < non è rosso quello che si scorre nelle vene forse?> dice solamente con quella voce cantilenante mentre la testa si piega in un tic, uno spasmo involontario mentre gli occhi rossi lo osservano, lo spellano, cercando di oltrepassare le barriere fisiche e raggiungere quelle spirituali. Vorrebbe assaggiare il suo rosso e l’idea non fa altro che accendere quel colore sulle sue guance, non fa altro che far battere il suo cuore mentre lo osserva. Lui si avvicina e dice quella parola. Un brivido dietro la schiena prima di chinare la testa in modo da poterlo osservare meglio < Tenebra, la vedo sai?> direbbe quasi in un sussurro prima di ridacchiare come una bambina < la tua Tenebra> dice solamente mentre delira osservando quella figura con la sua katana< Una figura ti è alle spalle, nera, si posa su di te, Tenebra, si! Tenebra, Tenebra tks!> e schiocca di nuovo la lingua sul palato prima di guardarlo. <Io lo so bene, sei tu che non ascolti!< spiega mentre la gente comincia ad osservarli, più lei che lui, visto quello che si dice nei suoi confronti < fammela vedere…> direbbe con un sussurro < La lama che brama sangue…> e sembra che stia chiedendo altro invece di un arma < prendi il mio di sangue…> direbbe solamente prima di ridacchiare < vediamo se sei degno> degno di cosa, di vivere? Probabile < io?> direbbe prima di ridacchiare < si, sono folle, La folle Tahchiko del clan Nara> direbbe allargando le braccia e facendo notare i polsi nel ritirarsi di quel kimono < La matricida, la puttana!> direbbe solamente prima di ridacchiare < sono io, la Vespa di Konoha!> e le braccia tornerebbero tranquille lungo i fianchi, nascondendo di nuovo i polsi. < Shinji> ripeterebbe< Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji Shinji> come se volesse inchiodarlo nella sua testa prima, lo mormora, lo sussurra mentre tiene il pollice della destra vicino alle labbra. Alla fine volge la testa di scatto verso di lui < Secondo> direbbe solamente guardandolo <il Secondo figlio!> direbbe con la spiegazione del nome che le ha dato l’uomo < tu non sarai mai il primo, qualcuno ti supererà sempre, sarai sempre a guardare la schiena..> direbbe prima di ridacchiare < ma non ti preoccupare…> direbbe come per consolarlo < la schiena si può pugnalare…> direbbe andando a muovere la mano destra sulla sua guancia per poi a scendere sul collo [Equip: Kunai] Per quanto la ragazza si presenta alla sua maniera potrebbe esser considerata ancora nella normale mente di un ninja, tutti loro sono stati intaccati in un modo o nell'altro dal sangue, dalla morte, dalla follia , ma lei arriva li dove nessuno che ha conosciuto è mai arrivata. < davvero? Chi lo decide se non io stesso > arrogante anche, è sempre lui a decidere quando, come e dove prender quel rosso di cui l'altra parla. < tutti ne abbiamo di tenebre tsz > quello che è l'unione tra bianco e nero, nero e bianco, vi è sempre la tenebre e la luce in ognuno di loro. Ma quel che sente adesso gli mette un poco la pelle d'oca, molto in realtà < ti sto ascoltando! > un piccolo ringhio ad accompagnare il tutto, di tatto ne ha? Molto poco < come scusa? > incredulo in quel che ella gli dice , e li , in questi attimi si avvicinerebbe , il petto che andrebbe a scontrarsi contro di lei, dall'alto verso il basso il viso s'inclinerebbe < non prendo il sangue di chi me lo chiede, lo prendo perchè siamo noi a deciderlo > un piccolo riferimento al fatto che non è mai solo, vi è sempre un'altra anima ad accompagnarlo . Un solo sibilo, freddo eppure vi è quel sorriso ingannatore sulle labbra , un attimo ancora per poi allontanarsi quel poco per mantenere un minimo di distanza < non dovresti parlare così di te stessa > la adocchia, quelle parole che lo fanno sentire alquanto a disagio, ma mai quanto sentire il proprio nome essere ripetuto così tante volte in così poco tempo . Ma non è l'ultima cosa, anzi, quel che le dirà dopo..beh, sarà la cosa che lo farà raggelare, l'espressione stessa che si indurisce < sono uno spadaccino, piccola Nara > come se quell'epiteto la facesse scendere sotto di se, sotto la propria forza, sotto il proprio giudizio < sono io a sceglier il destino e la via della spada mi ha portato fin qui > arrogante, decisamente vanitoso ma non per la bellezza, di quella poco se ne fa < pugnalare qualcuno alle spalle non è per un Koshirae, ricordalo sempre e rimembra chi siamo noi > un sussurro, un sibilo mentre il viso discenderebbe di parecchio per avvicinarsi a lei, ma non poggia le labbra, vuole solo far sentire la propria presenza, la propria decisione. Qualcosa che arriva dall'alto e che non può esser cambiata o discussa in alcun modo. [stessi tag] [Mercatino] Lo osserva e ridacchia, lo fissa, lo scruta < No.>direbbe solamente prima di muovere la mano come se stesse toccando dei fili da marionette < Qualcuno sopra di te decide, e tu esegui.> direbbe prima di muovere le labbra come se stesse succhiando qualcosa osservando le sue dita < povera piccola pedina di un gioco più grande di te.> direbbe come a sminuirlo, ma anche lei si sente così, anzi ne è ben consapevole. Ride con un tono più alto di voce guardandolo < no, non mi stai ascoltando!> direbbe poi andando a toccarsi una palpebra, massaggiandosi < tu ascolti solo la tua voce.> direbbe prima di fare un rumore con le labbra chinando la testa di lato. Non si sposta quando il petto di lei si scontra con quello del biondo < …> non risponde ma si può notare nel suo sguardo una sorta di delusione, anche questa volta < allora non sei degno> direbbe solamente facendo un passo indietro. Si guarda intorno ed osserva le figure che girano, tutti gli sconosciuti o i conosciuti < non sono io che lo dico> direbbe poi andando a poggiare l’indice della mano destra sulle labbra andando a ciondolare con le spalle ed il busto < gli altri lo dicono di me!> direbbe andando ad allargare di nuovo le braccia < Quindi la via della spada ti ha detto cosa fare, non è decisione tua.> Direbbe prima di rifletterci sopra < tu hai deciso di lasciarti di guardare da qualcun altro, o qualcos’altro.> si blocca prima di tornare ad osservarlo < non è la stessa cosa…Piccolo Koshirae?> direbbe poi utilizzando lo stesso epiteto, ma non in modo arrogante, bensì con fare divertito.< …Ah, allora sarai tu, al quale pugnaleranno le spalle…> direbbe solamente prima di ridacchiare < un piccolo kunai affondato nella schiena! Fa male? Sicuro si! > racconterebbe prima di guardarlo così vicino al suo viso. Proverebbe quindi a mordere l’aria davanti alla faccia dello spadaccino in modo magari da dimostrare il suo attaccamento allo spazio vitale riservato alla sua figura.[Equip Kunai] Oh beh, quella serata senza alcun dubbio sta volgendo verso lidi che non avrebbe mai pensato, ne atteso coscienziosamente. Risponde, arrogante, facendosi alto nella propria figura per sovrastarla con il proprio essere, con la propria forza che si basa su quello. < non sai di cosa stai parlando > soffia, un gatto quasi sorridente, il sorriso che si mostra in tutto e per tutto, si allarga mostrando i denti < non ho bisogno di ascoltare > freme quasi eppure non si sente minacciato ne attaccato, troppi anni son trascorsi da quando qualcuno poté sminuirlo per il proprio vivere, per le proprie decisioni in merito < non solo la mia, un unica voce oltre la mia ha senso di ascoltare > la mano che carezza la katana, lenta, sentendone il fremito interiore, quasi a volersi mostrare ma quando sarebbe accaduto allora una vita sarebbe stata presa . Poco importa che gli altri lo considerino degno o meno di tale onere, solo loro sanno quando e dove prender un anima e incatenarla alla propria per sempre. < e tu ascolti gli altri e ripeti le loro parole ? > la schernisce a sua volta, la sfumatura divertita che diviene ancora più irriverente, scocciante < ma cosa può saperne di chi di spade non ne comprende nulla? Non sai niente..> si avvicinerebbe di nuovo < niente > soffia sul suo viso quest'unica parola a voler rivangare la propria posizione, lui è sopra tutti, sopra qualsiasi giudizio che gli possano mai donare < oh piccola Nara, hai mai vissuto prima ? > sprezzante, senza filtri, un'ondata della propria essenza che si abbatte su di lei < OI OI OI > ridacchia semplicemente nel vederla soffiare < una gattina che cerca di farsi tigre > anche lui non è da meno, anche lui si lascia andare per crogiolarsi nel proprio essere. Egoista. Terribilmente . Li andrebbe a sollevar la destra, libera da qualsiasi oggetto o contatto per provar velocemente a posizionar il proprio indice sulla sua fronte e porre quella forza necessaria per farla indietreggiare un poco < non puoi attaccare chi nemmeno conosci , non sai i punti deboli ed è su quello che devi puntare > assottiglia gli occhi stessi , un attimo ancora < così non vale nulla, solo uno spreco di tempo, ed il mio è estremamente importante > oh come si erge . [stessi tag] [Mercatino] Il respiro si fa sempre più profondo. Petto che si gonfia e si sgonfia in un ritmo lento mentre sente quella presenza che la soverchia. No, non sembra cedere, vive in un mondo tutto suo, nel suo universo di carne e sangue per strada, dove uccidi o vieni ucciso. < ooh ma lo so bene!> direbbe con una voce bassa, melliflua ma che da ancora i brividi. La donna si porterebbe le mani dietro la schiena, intrecciandole mentre proverebbe a muoversi intorno al biondo, stuzzicandolo anche solo con lo sguardo < Arroganza…> direbbe solamente prima di fare una risata nascondendo la bocca dietro la mano destra < nessuna individualità> elencherebbe alcuni degli aspetti che per lei sembrano interessanti < Io sento ed ascolto, io sono qui e sono lì…> direbbe prima di umettare le labbra < meglio ripetere le parole altrui che sentire solo la propria di voce, non credi, Shinji-san?> direbbe poi prima di ridacchiare di nuovo, saltellando su una gamba e poi sull’altra, sempre con le mani che tornano dietro la schiena < Non è la spada la conoscenza che serve> direbbe prima di andare ad osservare proprio quell’arma, vorrebbe toccarla, vorrebbe sentire se ha l’odore del sangue intrisa sull’acciaio sacro di un’anima tormentata< Se non so, perché sei così aggressivo?> chiede poi facendo la finta tonta, sbattendo un paio di volte le palpebre prima di fissarlo con quei occhi sangue indagatori < No> direbbe solamente sorridendo, un sorriso malato, venefico, di chi con la testa non ci sta più < Al contrario, sono morta prima> direbbe solamente < e tu? Vivi o conosci cosa vuol dire sentirsi morti dentro?> chiederebbe di rimando < La tua volontà…> si blocca osservandolo con il fianco coperto dal suo braccio, adesso disteso < spezzo la tua volontà, il tuo legame con la katana, che tanto ami> si ferma osservando ancora quell’arma < ed ho vinto.> riderebbe prima di battere un paio di volte le mani tra di loro in un applauso < oh, si, è importante se ne hai poco, si si> e si toccherebbe il mento andando ad annuire fortemente < allora vai Shinji-kun> e farebbe il gesto come per congedarlo < vivi il tuo tempo se è così prezioso, quando imparerai a vivere fuori dai granelli di questa clessidra, mi darai ragione…> concluderebbe andando a saltellare come se stesse giocando al gioco della campana[Equip: kunai] Non vi è molto da fare quando due diversi pensano solo con la propria testa, quando i mondi che vedono hanno non solo sfumature diverse, ma anche forme, odore, lontani pianeti che si distanziano moltissimo tra loro eppure un punto in comune sembrano averlo, l'arroganza, o testardaggine che sia , sebbene con sfumature diverse , ma entrambi non indietreggiano, arroganza l'uno, infima l'altra, cercando ognuno di infilarsi sotto la pelle dell'altro . Una mente deviata eppure lo attrae in qualche modo , potervi affondare, poter mordere e cercare di farlo eppure l'altra sguscia via come un altro serpente < e allora, perchè dai alito alla tua mente > non vi è domanda, non ne ha bisogno quando il quadro altrui diviene più chiaro nel suo no sense apparente < no, le parole altrui, sono solo vuote e piene di invidia, arroganza, le mie sono sopra tutte quante > un lieve movimento del capo verso destra che fa scendere quella cascata d'oro in un attimo < non sai nulla > non sa nulla dei Koshirae, come giusto che sia, di quella che sia l'anima che dona vita a quel metallo , quello che dona una particolarità in più, tutto ciò che rende speciale per davvero quel legame < sono arrogante no? L'hai appena detto tu > rigira quella frittata, sempre restio a lasciarsi andare e adesso sta mettendo d'innanzi tutti quel che è, quel che vuole apparire < la morte non è nulla > soffia < solo un infimo piacere alle volte, ti lascia andare dalla sofferenza e molti la bramano. E sono io a decider quale pena vale infliggere, vita o morte, hanno lo stesso peso > lo hanno eccome, ognuno avrebbe potuto vedere un demone nell'uno e nell'altro < questo non importa > sibila , vicino, a sentir il calore di lei e a spargere il proprio su quel giovane e bel viso < non puoi farlo, mi spiace > perchè entrambe lo desiderano, un legame che gli dona il potere del tempo, colui a cui s'è attaccato fin dall'infanzia < è importante comunque, sempre e in ogni momento > lecca le labbra lentamente < per adesso non sembra perderne , no? > una domanda sollevata ma per chi? < non darò mai ragione a nessun altro ne voglio averne, eppure tu sembri così dedita a cercare quell'approvazione che molti ti donerebbero, ma non io > lui non lo avrebbe mai fatto < salta giovane e indietreggia, se non comprendi come affrontare me solo con le parole, come pensi di affrontare il mondo? > una domanda che non vuole nemmeno una risposta, quella l'ha già compresa. [stessi tag] [Mercatino] La vespa ronza intorno all’uomo prima di fare un respiro profondo, vorrebbe pungerlo, più e più volte, sentire il suo dolore e godere di ciò. Il desiderio di prendere il kunai e tagliare l’arteria della carotide e danzare sotto la pioggia di sangue diventa sempre più impellente nella mente della folle. La frase del biondo la spiazza < …> rimane in silenzio prima di ridere, ridere a crepapelle. Si piega con le mani al grembo tenendosi lo stomaco mentre una lacrima uscirebbe da quei condotti sul viso. La risata è acuta, fastidiosa e disagiante. Si asciuga il viso con il dorso dell’indice destro prima di rialzarsi < vedi? Non ascolti, non capisci> direbbe solamente, cercando di minare quella sua sicurezza con la trascuranza di chi non ha paura di niente, ma non è coraggio. < Allora perché dai fiato a quella bocca?> chiederebbe prima di indicarlo< Shinji-san!> Lo sguardo si assottiglierebbe prima di sorridere < Vanità…> direbbe solamente prima di umettarsi le labbra < il mio peccato preferito…> sussurrerebbe prima di fare un piccolo sorrisetto velenoso verso il biondo < è questo che mi permetterà di portare i fiori sulla tua tomba presto…> si guarda le unghie andandole a pulire di ogni impurità prima di soffiare delicatamente là sopra <E’ questa la tua Tenebra> direbbe prima di saltellare di nuovo. Si ferma però, diventa estremamente seria. < La…morte…non è nulla?> digrigna i denti andando ad alzare il viso continuando a guardare il biondi, con quella espressione minacciosa in volto. Il respiro si fa più calmo, come se qualcun altro avesse preso il posto della donna, muovendo come un burattino il suo corpo < infimo piacere?> ripete poi stringendo i pungi, rendendo le nocche così bianche da sembrare trasparenti < Sei tu che non sai niente> direbbe poi verso di lui < credi ancora di vivere in un mondo fatato? Credi che tutto ti sia dovuto…> e farebbe uno schiocco con la lingua < Insulso omuncolo> la voce si fa più roca, quasi sfruttando altre corde che prima erano state lasciate libere di riposare < è questo che non fa di te degno> direbbe prima di sentire le altre parole < i tuoi granelli ti scivolano via come se fossero liberi da quella prigione di vetro, sprechi la tua esistenza non perseguendo quello per cui sei nato e cresciuto> si ferma prima di mordersi il labbro inferiore talmente forte da romperlo. Il metallo del proprio sangue che adesso sporca il suo mento e abbonda nella sua bocca mentre osserva con occhi rossi, accesi da una luce pericolosa < io lo affronto ogni giorno il mondo, pensi di poter fare lo stesso?> direbbe poi andando a gonfiare il petto trattenendo il respiro. Si blocca però, qualcosa cambia < Oh, ma c’è luna piena stasera!> direbbe tutta contenta andando ad alzare lo sguardo < Guarda Shinji-san!> indicandola proprio sopra di loro < Sai, quando la luna è piena le stelle spariscono…Magari un giorno sarò la luna che farà sparire quel dorato splendente> allusione alla prima metafora detta al biondo poco tempo prima. Rimane in silenzio poi guardandolo < io non ho problemi ad affrontare solo a parole una persona, e devo dire però che tu sei rimasto!> annuisce seria un paio di volte < tanto di cappello a te!> portando il dito indice tra loro due indicando verso l’alto < anche se non sei degno, sei divertente, forse ti salverai! > direbbe poi guardandosi intorno prima di ridere a qualche suo pensiero [Equip: Kunai] Inutile dir che i due si trovano contro eppure con lo stesso pensiero, o forse egocentrismo? Chi lo saprebbe dire in quel duetto ove la ragione oscilla da una parte o dall'altra . La vede ridere eppure non si scompone più di tanto, solo segue il suo movimento in quella risata sguaiata < non voglio ascoltare adesso > confessa e conferma semplicemente il suo dire, non vuole ascoltare, cambiare mente o ampliare la propria, non è ancora giunto il momento, non quando non si è pronti ad avere un punto di vista ulteriore che non sia Sakanada in persona, o in ferro, molto poco cambia per lui. < perchè voglio farlo > stretto in quel che dice eppure ascolta silente adesso e sorride, sempre, come un fottuto stronzo che è < tu non sai nulla, mi spiace che il tuo mondo sia così ristretto attorno a te stessa > oh no, non permette che altri lo scalfiscano, non quando il suo punto debole rimane al riparo, stretto tra le proprie dita < insulsa ragazzetta di paese che cerca attenzioni > non si ritrae dal prendere le sue parole e ritorcegliele contro in maniera plateale, passerebbe pure per un mezzo cafone, ma cosa importa ? < sei solo l'ombra di ciò che vuoi apparire > infimo, perfido, serpe che vuole solo avvelenare col proprio morso < oh mia cara, cosa sai di me se non il perfetto nulla? o quel che ti hanno potuto raccontare > solleva il capo lentamente ad ammirar quella luna pallida, uno spicchio che si infrange nell'oscurità pulita della notte che passano < non parlare con me come se non volessi farmi male, Tachiko Nara > pronuncia quel nome lentamente per tornar da lei, fisso lo sguardo, serpente ingannatore, iridi ambrate calde e torbide, si sta divertendo lasciando da parte quell'apatia che lo uccide < un giorno il mio dorato morirà, che importa? Tutti moriremo > tace guardandola eppure qualcosa lo sospinge. Un gesto, una mano a provar ad accarezzar la gote altrui solo per farle voltare il viso contro il suo che si troverebbe a qualche centimetro di distanza < forse dovrò venire al tuo funerale > un sussurro caldo prima di provar lento a poggiar dolce le proprie morbide labbra sulle sue, un dolce casto bacio per qualche secondo prima di trarsi indietro < spero che al mio porterai dei fiori > [stessi tag] [Mercatino] Si volta verso di lui osservandolo e scrutandolo < non hai mai voluto ascoltare…> direbbe solamente prima di asciugarsi ancora quelle lacrime. Si umetta le labbra andando a stringersi nelle spalle. Rimane in silenzio mostrando un sorriso assassino in volto, lo sguardo malato che si infiltra nella carne di chi sbircia. Alcuni si allontanano, altri sparlano, ma lei ora ha solo un obbiettivo < perché esisto solo io.> direbbe andando a girare sul posto prima di fare un respiro profondo e ridacchiare < perché finchè non sono morta sarò degna di vivere in questo mondo…> e poi un inchino prima di osservarlo < ahaha, si, insultami ancora!> direbbe poi la parte masochistica di lei < fammi sentire il tuo disprezzo, il tuo disgusto, puoi fare di meglio!> conclude prima di toccarsi la gola rossa e scendere sul suo corpo con le stesse mani che prima volevano strozzarlo. <Ma io voglio farti male…non sai quanto…> un altro sorriso verso di lui < vorrei sentirti implorare di ucciderti, mentre sei i ginocchio davanti a me, mentre il tuo corpo rigetta quel sangue che non ti è stato dato come dono…> sussurrerebbe lei prima di ridere< hihi…hihihihihi!> mentre le spalle si alzano e si abbassano durante ogni sussulto di risata < spero di essere io la mano che ti toglierà la vita…così sarai con me per sempre…> ed il viso torna rosso, languido come se stesse vedendo l’uomo più bello del mondo nudo davanti a se < spero tanto che ci sarai…> un altro sussurro prima di scoprire l’incredibile. Gli occhi rossi sgranano mentre sente per la prima volta le labbra di qualcuno sulle proprie. Socchiude gli occhi quando lui dice quell’ultima frase e si allontana. Lentamente, con la mano tremolante andrebbe a muovere le dita verso le labbra, sfiorandole. Senza parole rimane ferma prima di alzare lo sguardo verso di lui. China la testa di lato, sorride, ride, saltella e torna sul posto, ciondola con la testa e comincia a sussurrare < Tachiko è una brava bambina, si brava, bravissima, bambina, brava, si, si, no, è cattiva, no è buona, è brava, si tachiko…è buona, buonissima, brava…> e comincerebbe a rannicchiarsi andando a girare una ciocca di quei capelli lilla tra le dita prima di strapparsela con forza < oh…si è rotta…ma tachiko è brava, lo dice la zia, lo dice il papà, ma la mamma non lo dice, la mamma dice che è una lurida puttana…mamma…mamma…> si volta verso il ragazzo cercando di avvicinarsi velocemente verso di lui cercando di tornare quasi naso a naso, cercando di fissarlo con i suoi occhi rossi pieni di sangue < tu morirai…> direbbe in un sussurro < sarai tu a togliermi la vita…o ti ucciderò io e poi andremo insieme oltre il portale degli inferi> un attimo di silenzio prima di provare ad aggrapparsi al suo haori < prendimi…fammi tua, rendimi una donna…fami di me ciò che vuoi, aprimi, sventrami, uccidimi, mutilami…> direbbe prima di provare a mordere il suo labbro inferiore, forse un pochino troppo forte in modo da sentire il suo sangue tra le fauci < fallo ora!> lo intima prima di rimanere ferma….un respiro profondo, si stacca e fa un paio di passi indietro < no> inizierebbe a dire < no no no no no no no no no no no no no no no no no no no no> come un mantra andando a portarsi le mani tra i capelli < non è degno Tachiko, non è degno, rendilo degno, fallo diventare degno…> continua a dire prima di guardarlo e si umetta le labbra < potrai avermi, quando sarai degno…> direbbe sicura di quelle parole prima di andare ad osservarlo da quel metro di distanza ormai [Equip: Kunai] Sorride dopo quel lieve bacio, le carni che entrano in contatto, dolci , lievi labbra come due rose appena schiuse nelle giornate di timide primavere. Sospira su di lei prima di allontanarsi quel che basta per donarle aria, per donarle lo spazio che merita, invadente senza dubbio , per poi baciare quella donna che porta seco qualcosa di più profondo, un disturbo, ricordi che svincolano da lei come fosse solo aria < non hai bisogno del mio disprezzo > caldo mormora quelle parole eppure finalmente finisce di torreggiare su di lei, bastardo sovrano che si sente in quei momenti di pura lucidità < non cadrò in ginocchio d'innanzi a nessuno, prima di quello sarò morto > lascia che quel metro possa dividerli infine senza avvicinarsi di nuovo, rimanendo come osservatore di quella lotta interiore di quelle parole, di quello che svela molto di più di quanto non abbia fatto lui < no bambina > la appella in quel modo adesso < non è il tuo momento, non sarò io a rubarti quel che hai > non coglierà quel fiore di giovane donna che le appartiene solo per una mera sfida, solo per sentirsi digrignare addosso i suoi denti per lacerar la pelle pezzo dopo pezzo, strato dopo strato < non ascoltar quel che dicono, ascolta solo te, sempre > un insegnamento che ha fatto proprio in molti, troppi anni di solitudine . L'haori che s'abbassa , la voce di ella che raggiunge le poche e timide orecchie che li sentono, timide? Forse non tutte in effetti < no > semplice in quel suo dire, quasi freddo e distaccato < degno? Non ne ho bisogno > sistema l'haori sul proprio petto, i lunghi capelli scompigliati da quei gesti che vengon riportati all'ordine < andiamo a casa > di nuovo semplice, diretto, senza troppe parole a fronzolare l'aria < ti accompagno > e li, l'avrebbe accompagnata sul serio, in quella strada che ella le indicherà, sempre che l'altra decida che sia almeno degno di quello, lasciare una donna da sola non fa parte del proprio credo. [end] [Mercatino] Rimane in silenzio prima di osservarlo, di scrutare di nuovo la sua anima dentro quel sacco di carne. Annuisce prima di portare fuori solo aria da quelle labbra ormai violate per la prima volta. Fa un respiro profondo, e poi un altro. Si tocca le tempie con i palmi delle mani, quell’emicrania che non vuole andarsene, quelle voci che continuano a parlare < Tachiko è brava…> ed i palmi che vanno a sbattere sulle tempie sempre più forti prima di fermarsi all’improvviso. Ascolta il dire di Shinji ed ecco che abbassa le mani, le braccia che cadono lungo i fianchi < è tardi…zia si arrabbia se esco e torno tardi…> direbbe con voce atona. Non da neanche il consenso al biondo di poterla accompagnare, semplicemente si muove, spettro tra i vivi, per abbandonare quel mercatino ed avvicinarsi al quartiere Nara. Per tutto il tragitto non ha schiuso le labbra, è rimasta in silenzio. Accompagnata a casa non avrebbe neanche salutato l’uomo. Si sarebbe solamente spogliata di tutti i suoi vestiti appena all’interno, rimanendo nuda con quelle cicatrici vistose e ripugnanti dietro la schiena, bagnata dalla luce della luna piena. Si sarebbe messa in ginocchio. avrebbe preso il kunai e se lo sarebbe infilzato nella gamba, rigirandolo, per sentire qualcosa di diverso, per sentire quella sensazione così conosciuta da ritrovare la sua pseudo lucidità. Si sente a casa in quel dolore. Sorriderebbe prima di dire < Shinji…> in un sospiro alla luna. [End]