Cercasi casa
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Giocata del 03/11/2020 dalle 15:55 alle 17:50 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Seduta su una panchina tra le strade di Oto, lecca noncurante un lecca-lecca al lampone. I due zaffiri incastonati in quel volto niveo, osservano i passanti. Sembrerebbe studiarli, ma in realtà i pensieri sono rivolti altrove, a tutto quello che le è accaduto nelle ultime settimane. Ripercorre, tra i suoi ricordi, tutte le tappe importanti vissute lì, ad Otogakure. Dal suo arrivo, fino ad ora. Da quando aveva dichiarato guerra ai propri sentimenti a quando, invece, li aveva accolti. L'incontro avuto solamente il giorno precedente con Kimi l'aveva un po' spiazzata. Non capisce ancora cosa abbia detto di male per meritarsi quella reazione. E' vero, quei sentimenti li aveva accolti, in quella vetta più alta della montagna delle serpi. Ed adesso può dire che fanno parte di sé. Perché lei è così, non può scindere se stessa dalle proprie emozioni. Ma ora sa per certo che esse non influenzeranno più la sua vita. Perché solo accogliendo qualcosa, essa può essere tenuta sotto controllo. Forse questo discorso Yurei non lo aveva capito. Forse si era spiegata male. Forse le aveva dato fastidio qualche parola usata. Non saprebbe dirlo con certezza. Ma, alla fine, è soddisfatta di essere arrivata ad una tregua. E' soddisfatta di aver saputo usare la propria rabbia a proprio favore. Forse, se tutte le proprie emozioni non fossero state accolte, sarebbe esplosa. E chissà, forse sarebbe anche morta. Ma questo, fortunatamente, non è accaduto. Porta, dunque, quel lecca-lecca alle labbra, per poi leccarlo ancora. Quel sapore dolciastro, ma allo stesso tempo acre, le invade le papille gustative. La mancina tiene stretto, invece, un lembo di quell'haori bianco. Alle spalle, il simbolo del Crepuscolo. La veste candida, nasconde in parte il suo abbigliamento, dai colori in netto contrasto con quel bianco. Indossa, infatti, un top nero a maniche lunghe, con una scollatura circolare, che lascia scoperta la parte superiore del seno. Ha poi una gonna a ruota nera, corta, e delle calze a rete dello stesso colore, che fasciano le sue gambe nivee. Ai piedi porta degli anfibi neri, allacciati fin sopra le caviglie. I lunghi capelli rosa sono lasciati ricadere liberamente sulle proprie spalle e sul proprio seno. Non porta nessun corpifronte, come sempre. A distinguerla, però, vi è quel nuovo haori, che da qualche giorno indossa sempre. Vuol far sapere a tutti chi è Han'nya. [Chakra on] Sembrano ritrovarsi sempre più spesso i due, anche se la frequenza e il tempo che passano insieme è drasticamente ridotto non vivendo più assieme. Già, avevano deciso di tornare così come erano a Kusa e a Konoha, a convivere per comodità, per piacere e perché ormai quella situazione che era temporanea, è diventata definitiva, soprattutto con Tenshi che ha già avuto il suo ingresso in Yugure a quanto pare da come glielo sta flexando… e come non notarla, a Oto quella mezza luna è conosciuta pressoche ovunque e istiga del mormorio, così come era stato per Bakeneko, o un paio di sere fa con Beto Beto-san, anche adesso Tenshi si stava prorogando a espandere nelle menti comuni quel termine nuovo, quell’appellativo che a quanto pare le era stato dato. Si fa largo tra la folla, anche se Tenshi stessa può vederlo arrivare dato che è un pennellone gigante e che non passa di certo inosservato e così, una volta che ha riconosciuto quella ragazza dai capelli rosa con quel vestito, non può che scappargli un <”Ce l’hai fatta quindi…”> a entrare nel crepuscolo tra quei yokai? No, più che altro a prendere una decisione sul suo futuro che sia definitiva, perché non si torna indietro. Il tono è abbastanza neutro, non è proprio una delle persone più espressive che ci sono e questo la Senjuu dovrebbe saperlo molto bene. La destra si avvicina alle labbra per tirare via quella sigaretta e lasciarla cadere a terra mentre la va a calpestare con l’anfibio nero. Risalendo sulle gambe ha un paio di jeans strappati neri, retti in vita da una cintura di cuoio con la fibbia spessa d’acciaio. Si intravede una maglietta semplice con scollo a V, color bianco senza stampe, monotinta. Sopra di essa una giacca anch’essa nera, corta come un bomber, con un cappuccio con attorno a esso del pelo di qualche animale. Le maniche della giacca, che è lasciata slacciata, sono ovviamente tirate su fino all’avambraccio, mentre i capelli neri e lunghi sono come al solito raccolti. Come ogni giorno per quelle vie del centro, va in giro con il chakra impastato a potenziarne articolazioni, percezione e riflessi. [chk on] Solo un mese è trascorso dal suo arrivo ad Oto, eppure già in quelle poche settimane ha fatto dei grandi passi in avanti. Il proprio futuro si apre davanti a lei, adesso, chiaro, limpido. Ancora incerto per alcuni aspetti, ma sa che può benissimo affrontarlo. Si sente più sicura di sé, sicura del proprio cambiamento, sicura dei propri sentimenti. Perché lo aveva capito ormai: i sentimenti non possono essere cancellati. Si possono solo accogliere, facendoli propri. Si possono controllare, non lasciando che siano essi a controllarti. Quella veste bianca è come un monito, che in ogni momento le ricorda di essere umana. E, in quanto tale, non può cancellare quelle emozioni che la rendono tale. D'un tratto, questi pensieri vengono interrotti dalla visione di una figura a lei familiare. Una figura alta e possente, che si fa spazio tra la folla. I propri occhi la seguono, osservandone i lineamenti e quella pelle scura. Osservandone i capelli neri e gli occhi ambrati. Il lecca-lecca verrebbe portato nuovamente alle labbra, mentre quella figura si avvicina proprio verso di lei. Lo osserverebbe ancora, lasciando che sia lui a dire le prime parole. D'altronde, lei ha qualcosa di nuovo da mostrare al mondo. Dopo aver allontanato il lecca-lecca, andrebbe a rispondere alle parole altrui < Già > sospirerebbe, facendo spazio in quella panchina e lasciando così il posto per l'altro, qualora voglia sedersi accanto a lei. < Non pensavo che mi sarebbe bastato essere me stessa, sai? > un'affermazione che le parte da dentro, da quelle stesse emozioni a cui prima faceva guerra. Perché era riuscita ad entrare nella Yugure? Nemurimasen aveva risposto anche a questa domanda: perché lei è abbastanza umana. Certo, Kimi non ha apprezzato ciò che adesso lei pensa delle emozioni. Eppure, adesso sta bene con se stessa. Adesso si sente veramente in pace con il proprio essere e con il proprio passato. Nulla può essere cancellato. [Chakra on] È incredibile come Tenshi lo faccia sentire Capitan Ovvio ancora e ancora, anche con quelle parole che gli ha detto, parole che lui stesso le aveva fatto capire ogni volta che veniva fuori con un idea diversa, con un cambio di rotta, di pensiero, di atteggiamento anche con lui, come l’ultima grande pazzia: seppellire i proprio desideri ed emozioni solo per aver accesso a quel crepuscolo, che poi parliamoci chiaramente, chissene frega della Yugure, non è il centro del mondo. <”Non so se arrabbiarmi o complimentarmi con te…”> le dice per poi avvicinarti dato che gli fa spazio su quella panchina e ci si siete, incrociando le gambe mentre la mano destra aperta, fa in modo che il palmo si colpisca la fronte. <”Fossi una persona blanda e senza intelletto l’avrei potuto capire. Ma sei perfettamente complessa e intrigata già di tuo, perché dovevi diventare un'altra persona?!”> le dice, lasciandosi scappare quello che sembra un complimento prima di estendere le braccia larghe e farle riposare sul poggia schiena della panchina. Butta indietro la testa a guardare il cielo mentre si rilassa e riflette. <”Che libertà dovresti mai ottenere da chi, per dartela, ti priva della libertà di essere te stessa?”> le chiede un ultima volta, più in maniera retorica questa volta mentre guarda la volta celeste senza stare ad osservarla con quell’haori bianco: la preferisce in top dopotutto. Sta zitto quindi, lasciandole modo di parlare, di spiegarsi anche se probabilmente quei cambiamenti repentini sono dovuti all’impulsività e a volte all’insicurezza che quella giovane donna mostra in alcuni momenti e che, a quegli occhi ambrati, quel fare da dura non è nient’altro che provare a se stessa il contrario, come se avesse un perenne conflitto interno. La lascia quindi parlare e, se non dovesse spiegargli come è entrata, le direbbe un banale e semplice <”Beh, non mi racconti nulla?”> impossibile che non gli voglia dire come è entrata o che nome le hanno dato, soprattutto dopo che lo sta sfoggiando così fieramente. [chk on] Ecco, forse la rosata è un po' lunatica. Il suo problema è quel continuo non sentirsi abbastanza, cercando a tutti i costi di adeguarsi alla situazione. Aveva cercato conferme persino da Nemurimasen, su quel monte, mentre egli le faceva indossare quell'haori. Gli aveva dovuto chiedere se lei fosse la persona giusta, perché spesso, senza conferme, non si sente sicura. Ha sempre sperato di far scivolare via quella sua costante indecisione e spera di riuscirci stavolta. Spera di riuscirci perché adesso potrà mostrarsi per ciò che è veramente. < Dai, fammi i complimenti > il tono è amichevole ed ironico, accompagnato da quel suo solito sguardo da cerbiatta. E' felice di quel traguardo e glielo dimostra così, come fa di solito con lui, in modo insolente e bambinesco. D'altronde, ha solo diciassette anni. Eppure, l'espressione si fa più seria, quando le vengono poste quelle domande. Nessuno le aveva imposto di cambiare. Se lo era imposto da sola. Perché pensava che in quel modo non potesse andare avanti. Perché si sentiva una debole, di fronte a quei sentimenti che la facevano esplodere. Ma adesso è come se essi fossero diventati la propria forza, ciò che, invece, la spinge a migliorarsi, ogni giorno di più. Lo sguardo si farebbe più neutro, adesso, più distaccato. < Ero io stessa a privarmi della libertà > direbbe con tono serio, osservando quegli occhi ambrati. < Volevo a tutti i costi cambiare, perché pensavo di essere debole > una breve pausa, mentre lo sguardo si sposterebbe nuovamente sui passanti < pensavo di essere debole davanti ai miei sentimenti. E forse lo ero veramente >. In modo distaccato, si porterebbe nuovamente quel lecca-lecca al lampone alle labbra. Qualche secondo di silenzio, mentre ripensa a quel pomeriggio in cima alle montagne delle serpi. < Poi, però, la persona che mi ha dato queste vesti > il ricordo vola lontano, verso Nemurimasen < mi ha fatto capire che andava bene così > le spalle si alzerebbero impercettibilmente, mentre la mancina tornerebbe a stringere i lembi di quell'haori candido. < Che senza sentimenti noi non siamo nulla >. Lo sguardo verrebbe riportato nuovamente su Eryk e su quelle ambrate < Anche tu mi avevi detto una cosa simile, ricordi? Sarebbe stato stupido mettere da parte le emozioni... non sarei stata me stessa >. Adesso, le labbra si distenderebbero in un sorriso < Mi dispiace non averti ascoltato quella volta, ma se oggi il mio nome è Han'nya, questo lo devo anche a te >. Per la prima volta, parla senza fermarsi, senza freni. Ha tanta voglia di raccontare, tanta voglia di parlare con il proprio compagno di viaggio. Perché adesso è felice. [Chakra on]
Giocata dal 07/11/2020 22:15 al 08/11/2020 00:37 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Annuisce ascoltandola mentre quella mano destra si porta a darle qualche carezza in testa come a farle quei complimenti che non è bravo a espellere tramite verbo. Certo che si ricorda, quella volta al bosco dove lei stessa gli aveva parlato di quel cambiamento che voleva intraprendere, con il Doku che appena sentita quell’idea le si è subito rivoltato contro, dicendole che era chiaramente una pessima idea e che le emozioni vanno controllate invece che essere soppresse. Non sono automi e ciò che più gli piace di Tenshi è che nel suo essere grigio, ne luce ne ombra, è piena di sfumature diverse: privarla di quelle emozioni che la contraddistinguono la renderebbe quasi piatta. <”Se dovessi iniziare a scusarti per tutte le volte in cui non mi hai ascoltato e che avevo ragione, non ci basta neanche una settimana!”> le risponde in maniera ironica anche se lei sa che ha ragione, basti pensare a quell’incontro prima di partire per Oto, quando voleva abbandonare tutto per l’Aburame. Ha ragione: se oggi si chiama Han’nya, lo deve anche a lui in buona parte. Quel ringraziamento lo fa sentire bene, chinando il capo brevemente, anche se non l’ha fatto per sentirsi ringraziare da lei, eppure quelle parole sono gratificanti, lo ripagano di tanti mal di testa che la Senjuu gli ha causato con la sua impulsività o i discorsi che sono stati portati via dal vento. <”Che hai deciso di fare quindi con Onosuke?”> le chiede, la vera domanda che ai due preme, dato che uno dei motivi per la quale lei stava seguendo quegli Yokai e per la quale lei stessa ha adottato il bianco, è proprio l’Aburame. Allarga di nuovo le braccia sul bordo alto della panchina, tornando a guardare il cielo. Un'altra domanda gli sorge dentro, naturale farla soprattutto in seguito a ciò che gli ha detto e alla sua precedente domanda. <”E se hai deciso di accettare i tuoi sentimenti, è lecito chiedertelo… provi qualcosa per me?”> fulmine a ciel sereno che dovrebbe colpirla quel quesito. Se è vero che ha imparato ad accettare i suoi sentimenti allora una risposta del genere non dovrebbe essere difficoltosa da dargli. Non le sta chiedendo di cambiare qualcosa in come vivono, bensì di essere sincera con lui. Riceve quelle carezze sul capo con gratitudine, socchiudendo quegli zaffiri incastonati nel suo volto e sorridendo. Se fosse un gattino, in quel momento starebbe facendo sicuramente le fusa. Sono tante le volte in cui lui l'ha salvata. Tante le volte in cui l'ha spinta a fare la scelta giusta. Ad aspettare. A pensare. A non buttarsi a capofitto su tutto. Perché si sa, lei è testarda, lunatica ed immatura. Ma le parole di lui fanno sempre un certo effetto sulla rosata. Non può semplicemente ignorarle. E sì, se oggi lei è lì, con indosso quell'haori bianco, lo deve anche a lui. Perché il Doku è stato l'unico ad aver creduto in lei sin dall'inizio. Nonostante si fossero detti che quella relazione servisse solo ad un uso vicendevole, alla fine lui è stato sempre pronto a salvarla, seppur lei non glielo abbia mai chiesto. E, dopo le sue prima parole, semplicemente si volterebbe verso di lui, rivolgendogli un grande sorriso. Un sorriso sincero e splendente, che rende quel viso quasi bambinesco. Un sorriso che raramente si può vedere sul volto della chunin. Perché non si tratta di un semplice sorriso di circostanza, ma di un sorriso che è rivolto solo ed esclusivamente a lui. Un sorriso che agli altri non è permesso osservare. Con lui ha sbagliato tante volte e, probabilmente, conoscendola, continuerà a fare altri sbagli. D'altronde è nella piena giovinezza, nella piena adolescenza. Ci vorrà del tempo affinché il suo fiore sbocci completamente ed è sicura che quando ciò accadrà, tra le persone che avrà al proprio fianco ci sarà anche Eryk. Le loro strade potranno anche dividersi, prima o poi, ma il pensiero della Senjuu continuerà a volare verso di lui, perché è stato il suo compagno di viaggio. E, perché no, anche di vita, per qualche tempo. Poi, quella domanda, più che lecita, arriverebbe alle orecchie della rosata. Il sorriso svanirebbe lentamente, nel sentir pronunciare quel nome. < Credo di aver bisogno di incontrarlo, almeno un'ultima volta > sospirerebbe, appoggiando completamente le spalle allo schienale della panchina. < Quello che provo per lui, non può essere cancellato, Eryk. Non so quando lo incontrerò di nuovo, ma so che voglio provare a salvarlo > il tono è dannatamente serio in quel momento. Il Doku non sa da cosa l'Aburame deve essere salvato. E non potrebbe nemmeno immaginarlo, non ancora. Perché quel segreto lei se lo tiene ancora dentro. E, forse, rimarrà lì per sempre. < Se poi non dovessi riuscirci > farebbe spallucce, tornando a guardare i passanti < me ne farò una ragione >. Non può semplicemente abbandonarlo. Sa che Onosuke è ancora lì, rinchiuso nella mente malata di Tsuki. Non può lasciare che continui a vagare nell'oblio. Adesso lo sguardo tornerebbe su quello ambrato del chunin. < Se provo qualcosa per te? > ripeterebbe quella domanda, quasi sbalordendosi. Perché adesso si interessa a quell'aspetto della loro relazione? Avevano promesso di tenere da parte i sentimenti, anche se questo non era stato possibile per la Senjuu, che è un concentrato unico di emozioni. < Sì, Eryk > non si muoverebbe, quello sguardo, restando fisso su quello altrui. < Ti voglio davvero bene >. Adesso le distingue quelle due emozioni. Da un lato l'amore per Onosuke, dall'altro quell'amicizia con il Doku. Le è chiara, ora, quella differenza. Solo che le ci è voluto un po' per rendersene conto. [Chakra on] Parole dure, l’ha sentita più volte arrendersi quasi al fatto di Onosuke e di come salvarlo anche se ancora una cosa non gli è chiara, ignorando appunto il problema che affligge l’Aburame <”E se ti stessi facendo tutte queste seghe mentali per niente? Non ti è mai saltata in testa l’idea che magari lui si è già ricostruito una vita?”> le chiede curiosamente dal basso della sua ignoranza, non che possa biasimare nessuno tranne che se stessa la Senjuu per non averlo messo al corrente. Non che lui non abbia i suoi segreti: come quell’incontro con Beto-beto e la sua identità e tutto ciò che ne concerne: sia il passato insieme che ciò che è accaduto la notte scorsa e la mattina. Si potrebbe dire che già dagli albori era quasi destinato a quel bianco dato che tutte le persone che lo circondano si son rivelate essere degli Yokai. <”Meno male…”> le risponde invece alla parte sui sentimenti che prova per la salamandra corvina. È come se un peso gli si fosse appena tolto dalla schiena, quello di essere messo in una posizione da altri, Tenshi stessa inclusa, quando lui per primo ha deciso da sempre che quel bivio non doveva esistere. Le parole che le ha detto su ciò che voleva erano sempre state valide, oggi come mesi fa. Forse è pure colpa sua con le sue azioni che ha dato pensieri e dubbi alla rosata che aveva già confusione in testa e nel suo spettro emotivo, ma sentire quelle parole gli fa bene. Si stiracchia su quella panchina, alzando le braccia e chiudendo i pugni <”nnnhg”> sfugge dalle labbra quel verso di godimento per poi alzarsi in piedi <”Beh, che dici se mi racconti come è andata mentre cerchiamo casa? Sempre che tu possa ora che sei diventata una persona importante eh…”> fa con tono ironico, mentre infila le mani in tasca, aspettando che Tenshi stessa si alzi da quella panchina per raggiungerlo e incamminarsi per il centro e le varie piazze, alla ricerca di appartamenti da affittare per stare lontano dal Dojo e da quei fanatici dei Doku… dannati burattini! Finalmente, i propri sentimenti appaiono più chiari. Tutto appare più chiaro. Anche il proprio futuro. Sa che ha bisogno di incontrare Onosuke, anche perché a Tsuki lo aveva già annunciato: sarebbe tornata a prenderlo. Non sa quando, però. Deve fortificarsi, deve sapere come agire. Deve capire come poterlo salvare. Forse c'è un modo per indagare all'interno della sua mente, ma non ne ha ancora le certezze. Per questo deve prima documentarsi. < Mai > il tono è sicuro, come di chi sa ciò che sta dicendo. D'altronde, può saperlo con certezza. Perché Onosuke è rinchiuso nella testa di Tsuki sin dalla sua partenza per Kiri. E' impossibile che si sia rifatto una vita. Ciò che è possibile, invece, è che lui non si fidi di lei. Di ciò che è diventata. Che lui non voglia guardare insieme a lei verso l'oscurità. A quel punto, dovrà lasciarlo andare. Dovrà lasciare che egli viva liberamente la sua vita, senza vincolarlo a lei. Per il momento, non ha bisogno di dire ad Eryk quel segreto. Lo farà solo se strettamente necessario. Il Doku, poi, si sente sollevato quando ascolta le parole di lei riguardo i propri sentimenti nei suoi confronti. Le labbra della rosata si distenderebbero in un mezzo sorriso. Lui, anche in questo, ha sempre cercato di farle notare la distinzione tra i sentimenti per l'Aburame e quelli per il chunin del veleno. E adesso lei lo ha capito, ha capito che esse non sono la stessa cosa e mai potrebbero esserlo. Quei sentimenti che da sempre prova per Onosuke, non possono essere semplicemente rimpiazzati. Non adesso, dopo tutto quel tempo. Dopo tutto quel tempo passato ad amarlo con tutta se stessa. Si alzerebbe, dunque, la rosata, seguendo i movimenti del Doku. Allargherebbe entrambe le braccia, per poi andarle a stringere attorno al braccio sinistro dell'altro, spingendolo contro il proprio seno. La bambina viziata è appena tornata. < Scemo > farebbe un'espressione buffa, tirando fuori la lingua e facendo contemporaneamente l'occhiolino < andiamo a cercare la nostra casa >. Si incamminerebbe, così, per le strade di Oto, gettando occhiate qua e là tra le varie abitazioni. < E tu > farebbe una pausa, mentre i passi continuerebbero ad avanzare < non mi dici che mi vuoi bene? > chiederebbe infine, tornando a fare la sua espressione da cerbiatto indifeso. Le è tornata voglia di giocare. [Chakra on] Si avvia per quelle strade, lasciandole modo di afferrarlo per il braccio mancino mentre questo viene premuto contro i seni gentili e abbondanti della Senjuu.Si incammina un paio di traverse lontano da quelle piazze, non ha voglia di vedere ogni mattina quelle statue così grottesche e simili ai volti di pietra come a Konoha, chissà perché le hanno erette in primo luogo. Ha un bel suono, la loro casa… anche se forse, come lasciato intuire la mattina stessa a Ren, per lui la sua ‘casa’ è stare in compagnia di quelle poche persone che lo fan stare bene, Tenshi prima tra tutte, per questo le ha detto alla sua sensei, che per lui è diverso rispetto a ciò che lei e Ekazu volevano con la loro casa, il loro rapporto è proprio diverso. Per questo non ha paura di prendere casa, anche se dovranno muoversi di continuo o anche fuggire, non gli importa delle quattro mura di per se. <”No, non te lo dico…”> fa lui adesso i capricci. Non glielo dice anche perché non c’è bisogno di dirglielo verbalmente, glielo ha dimostrato in più occasioni e tutt’ora lo fa, standole lì accanto in quelle sue decisioni, scegliendo lei invece che la solitudine o altre persone. Svolta in uno di quei vicoli e si ferma a guardare un insegna con diverse locandine e fotografie di case in vendita e in affitto. <”Qualche preferenza?”> le chiede, cambiando anche discorso, facendo quello difficile da ottenere quando in realtà non ce n’è neanche bisogno dato che la rosata sa benissimo che in realtà è proprio come ha detto lei. <”Io direi con almeno due letti matrimoniali… metti che voglio portare qualcuna a casa quando a te non ti va o sei nella tua settimana off limits…”> chiude gli occhi mentre glielo dice e fa spallucce, lasciandole il tempo di reagire a quella provocazione per guardarla con la coda dell’occhio e ridere sotto i baffi.
Giocata dal 08/11/2020 22:25 al 09/11/2020 00:57 nella chat "Centro di Oto"
E' vero, non ha bisogno di sentirsi dire che le vuole bene. Perché già lo sa. Glielo ha dimostrato più e più volte. Tutte quelle volte in cui l'ha consolata, con le parole e con i gesti. Tutte le volte in cui le ha parlato chiaramente, senza veli. Tutte le volte in cui è riuscito a farle prendere la scelta adatta. Tutte le volte in cui, nonostante tutto, le è rimasto accanto. Probabilmente, sarebbe stato più facile abbandonarla. D'altronde, lei è un po' come una bambina, ancora. Capricciosa ed insolente. Perché continuare a starle accanto, nonostante tutti i problemi che lei stessa provoca? Semplicemente, perché lui le vuole bene. Certo, ci vuole coraggio a voler bene una come lei. Ed è proprio questo che la rende felice: il fatto che lui continui a volerle bene. Sospirerebbe, quindi, facendo spallucce quando lui le dice di non volerglielo dire. Del resto, il Doku raramente esprime le proprie emozioni a parole, al contrario di lei, che è sempre pronta a tirar fuori tutto ciò che ha dentro. Ed è proprio questo, forse, a renderla impulsiva, mentre l'altro è sempre più razionale. Lo ammira sotto quel punto di vista. Vuole imparare anche lei, pian piano, a controllare quel lato di sé, a modellarlo, evitando così spiacevoli inconvenienti futuri. L'impulsività non fa mai bene. I passi, dunque, avanzerebbero, mentre la Senjuu tiene ancora stretto il braccio dell'altro. Non vuole separarsene e, forse, se non sarà proprio lui ad allontanarsi, lei non lo farà. Perché lui è diventato la sua casa. Non importa come andranno le cose con Onosuke. Eryk ci sarà sempre, sia per consolarla, sia per complimentarsi con lei e dirle 'ce l'hai fatta'. Perché la loro relazione, adesso, non è più basata sull'usarsi a vicenda. Ma su quella forte amicizia che li tiene legati. E, proprio lei che era convinta che i legami fossero tossici, si è legata in quel modo a lui, per non slegarsene mai più. < Mmm > penserebbe un po' a quella domanda, portando l'indice della destrorsa sul mento, in una posa ed espressione pensierosa < l'arredamento deve essere nero > direbbe, convinta, dato che quello, a quanto pare, è il suo colore preferito. Inizierebbe ad immaginare quella casa, ma la visione verrebbe interrotta dalle parole dell'altro. La rosata si volterebbe di scatto verso di lui, socchiudendo gli occhi in due fessure. < Punto primo, a me va sempre > una pausa, mentre la destrorsa adesso verrebbe agitata in aria, con il pollice in su, indicando il numero uno. < Punto secondo, una spada non è tale se non è insaguin... > interromperebbe di colpo quella frase, capendo che forse quella è proprio una battutaccia trash < vabè, niente invita chi vuoi > ed a quel punto, metterebbe il broncio. Che gelosona. [Chakra on] Non la caccia, non ha motivo di farlo anche perché andare in giro a braccetto con lei è qualcosa di talmente normale che gli fa bene, un cambiamento ben accolto in quella loro vita sempre a correre alla disperata per stare al passo coi tempi, tra missioni e incontri vari. A volte levare il piede dall’acceleratore e godersi il percorso non è così male e, questo incontro è proprio uno di essi. Le ambrate si posano su quella vetrina e su ciò che ha in esposizione. Non hanno bisogno di qualcosa di fisso come una proprietà e un appartamento va più che bene per i due, motivo per il quale si sofferma proprio su un annuncio che corrisponde più o meno a quello che sta cercando: discreto, non troppo lontano dal centro e dalle comodità di Oto e soprattutto con esposizione su almeno due lati nel caso dovessero fuggire, non si sa mai. <”Va bene per l’arredamento, basta che non mi chiedi di dipingere pure i muri di nero: vado in obitorio a dormire a quel punto!”> la prende in giro mentre acconsente alla sua richiesta, lui stesso non era uno da indossare colori sgargianti e spesso era in total black o comunque il nero era quasi sempre una costante nel suo vestiario. Alza la destra, dato che la mancina è ancora ancora per la Senjuu e al sicuro tra quelle braccia e il seno della giovane donna. Punta proprio con l’indice un annuncio a riguardo, appartamento non arredato, con tre locali e un bagno. I soldi non sono un problema per i due di certo, ha messo abbastanza da parte per potersela permettere e probabilmente anche Tenshi era nella stessa situazione. <”Beh, parlavo per quando tornerà il tuo bello…”> le risponde facendo spallucce ora che ha messo il broncio, ridendo sotto i baffi dato che era riuscito nel suo intento di farla ingelosire così come era già successo in missione <”Anzi, dovrei pure andare ancora fuori a cena con quell’anbu che ho risparmiato in missione…”> continua a istigarla e, se Tenshi si fosse girata e avrebbe alzato il capo a guardarlo, avrebbe trovato il volto del Doku che le fa una linguaccia. [chk on] Osserverebbe, dunque, gli annunci pubblicitari delle varie case. Un piccolo appartamento, va più che bene per loro. Il problema non sono di certo i soldi, ma non le è mai piaciuto ostentare la propria ricchezza. Vuole che la casa passi semplicemente inosservata, un normale appartamento per le vie di Otogakure, ecco. Ciò che per lei conta in quel momento, comunque, è che l'arredamento sia nero. < Mi pare un buon compromesso > esclamerebbe, quando l'altro le dice del colore delle mura < potremmo dipingerle di bianco, semplicemente >. Bianco e nero. I due colori che si completano a vicenda. Due colori che rappresentano due poli opposti. Che rappresentano luce e buio. Che rappresentano Tenshi e Yami. Che rappresentano quell'haori bianco e quel suo vestiario nero. Due colori a cui è particolarmente legata, perché rappresentano le varie fasi della sua vita. Prima il bianco, poi il nero. E adesso entrambi. Bianco e nero che si fondono in un'unica cosa. Che si fondono in quel nome particolare. Han'nya. < Per me quell'appartamento va bene > gli occhi si sgranerebbero felici, mentre le labbra si distenderebbero in un grande sorriso. Si sente felice, appunto. Un momento di calma e quotidianità, in mezzo al caos. Un momento normale, come tanti altri, ma che probabilmente porterà nel cuore. Come tutti gli altri momenti trascorsi in compagnia del Doku. Un momento che potrebbe sembrar banale, ma che per lei significa in realtà molto. Poi, arriva quell'affermazione. Per quando tornerà Onosuke. Tornerà davvero? Riuscirà a portarlo indietro? E lui potrà fidarsi di lei? Si incupirebbe per qualche secondo, abbassando istintivamente lo sguardo sui propri anfibi. Il chunin del veleno crede in lei. Sente che può riuscire in quell'impresa. Ma, purtroppo, non sa la verità. E non sa quanto sia difficile che lui torni. Menomale, comunque, che la battuta successiva la desta da quei pensieri. Risolleva lo sguardo, portandolo sul suo viso. Egli fa un'espressione buffa, che porta la Senjuu a ridere di gusto. < O forse sarà proprio lei la cena > ed anche lei farebbe una linguaccia verso di lui. < Mi raccomando, voglio essere invitata anche io > un po' perché vuole anche lei partecipare al divertimento, un po' perché non potrebbe mai lasciare Eryk tutto solo con la propria sosia. [Chakra on] <”La cena eh…”> allusioni chiare a esperienze probabilmente provate sulla propria pelle, alla fin fine la salamandra corvina ha un po' quella reputazione da Casanova, specialmente con quell’atteggiamento bruno da ragazzaccio ma quel modo protettivo che ha… inoltre con molteplici lingue lunghe diversi metri che secernono veleno allucinogeno… beh non possiamo biasimare un commento del genere da parte della Senjuu che ha sempre accanto, alla sua sinistra. <”… o magari non mi sta dietro e le do picche a una certa…”> fa spallucce anche se il pensiero di un incontro del genere gli solletica l’appetito e la fantasia. Tornando a discorsi più normali e di sicuro più salutari per la sua pressione sanguigna, soprattutto in punti specifici del corpo del Doku, ecco che questo entra all’interno del negozio, tenendo la porta aperta per Tenshi. <”L’appartamento in vetrina in affitto. Quello a un paio di traverse da qui. Siamo interessati a visitarlo.”> spiega a chi si occupa di quell’annuncio e di accoglierli, probabilmente Tenshi dovrà intervenire a spiegargli meglio quale voleva dire Eryk, il quale è come al solito un burbero in certi momenti. Inoltre il tono particolarmente profondo, virile e rauco, misto a quell’aspetto e sguardo da Yakuza, non rende esattamente a suo agio l’agente commerciale. Meglio quindi che una figura più aggraziata come la rosata faccia da intermediaria tra lui e l’addetto vendite di quell’agenzia immobiliare. Non si intende molto di case, di affitti, di forbici e di tutti questi termini tecnici che sono parte integrante del mondo. Dato che per entrare nel negozio dalla porta, si è dovuto staccare a malincuore da Tenshi, e dato che questa dovrebbe parlare proprio per la casa, prezzo e per vederla, lui afferra una rivista di mobili lì sul bancone, cominciando a sfogliarla e a scegliere le varie opzioni, a partire da un solido letto matrimoniale extra large per lui e soprattutto robusto perché… beh diciamo che i due sono abbastanza famosi per darci dentro (?) inoltre lui è un vitello di quasi 100 kg di stazza e muscoli! [chk on] Entrerebbe all'interno del locale, dividendosi a malincuore dal contatto con Eryk. L'altro annuncia il da farsi e, a quanto pare, sta a lei sostenere quella discussione, poiché il Doku preferisce sfogliare un catalogo d'arredamento. Farebbe spallucce, rassegnata, la rosata, per poi voltarsi verso il proprietario del negozio ed aggiungere altre informazioni riguardo il loro interesse. < Si tratta dell'appartamento con tre stanze ed un bagno >. Si avvicinerebbe al bancone, lasciando il chunin alle prese con quel catalogo. Il proprietario le farebbe vedere delle foto dell'appartamento, ancora vuoto. Sembrerebbe abbastanza nuovo e ben messo ed a quel punto la rosata chiederebbe < Qual è il prezzo? >. Sembrerebbe fatta proprio per loro, piccola ma non troppo ed adatta alle loro semplici esigenze. Quando il proprietario del negozio avesse risposto alla sua prima domanda, ne aggiungerebbe un'altra < Quando potremmo vederla? >. E poi, annuirebbe. A quel punto, si dirigerebbe nuovamente verso Eryk, avvolgendo ancora il suo braccio sinistro. < Trovato qualcosa di interessante? > chiederebbe, con tono piuttosto entusiasta e felice. < Il prezzo è abbastanza accessibile > annuncerebbe all'altro, aggiornandolo, qualora non abbia seguito la conversazione. < Possiamo vederlo nei prossimi giorni, quindi quando avremo del tempo libero, basterà tornare qui >. Adesso lascerebbe la presa sul suo braccio, recandosi verso l'uscita dell'agenzia immobiliare, per tornare sulla strada. Se il Doku fosse uscito e l'avesse seguita, allora la rosata direbbe < Io starò per qualche giorno alla magione Doku > non sa come l'altro possa reagire, d'altronde alla magione lui non aveva messo ancora piede, dato il litigio con Kimi. La destrorsa si allungherebbe, se ci riuscisse, verso il petto altrui, poggiandovisi sopra. < Vieni con me stanotte o ci salutiamo qui? > un invito che farebbe presagire qualcosa di interessante per la notte, ma che l'altro, data la situazione, potrebbe anche rifiutare. Certo, sarebbe un buon modo per farlo andare alla magione, ma non sta a lei convincerlo. Se la risposta fosse stata affermativa, allora si recherebbe alla magione insieme ad Eryk. Se invece l'altro non la seguisse, allungherebbe le proprie braccia verso il collo altrui e, spingendolo verso il basso, vorrebbe lasciargli un tenero bacio sulla guancia. [SE END]
Giocata del 09/11/2020 dalle 14:27 alle 14:37 nella chat "Centro di Oto"
Continua a sfogliare quel catalogo mentre l'orecchio è comunque attento alla conversazione che i due accanto stanno avendo riguardo al prezzo e quando potrebbe essere disponibile per visitare quell'appartamento e vederlo nel dettaglio. La destra continua a sfogliare quelle pagine della rivista con tutti quei mobili e l'arredamento vario a partire dal bagno e le cucine, per non parlare degli elettrodomestici. Arriva infine Tenshi che se lo riprende sotto braccio anche se per poco tempo dato che devono uscire dato che non hanno più molto da dirsi con l'agente immobiliare, avendo già fissato un contatto con lui per vedere quando tornare a fare la loro offerta e visitare appunto lo stabile. <" No, niente di particolare, o colore errato o una forma che non mi soddisfa. Per il colore possiamo sempre scurirlo o tingerlo con vernice per il legno, per la forma pensi di poterci pensare te? Sei o non sei la ninja con l'affinità con gli alberi? "> già il fatto di vedere una rivista di mobili quando hai accanto una manipolatrice del legno è abbastanza strano infatti. La segue fuori da quell'agenzia e dopo un paio di passi ecco che arriva quell'altra informazione con la relativa domanda: si ferma alla magione Doku... e perchè dovrebbe? L'unica cosa che gli viene in mente, dato il colore di quell'haori è che Kimi l'abbia invitata proprio a soggiornare. Non sa se tornarci, non è che non si è andato alla magione, anzi ci è stato diverse volte, più che altro ci stanno troppi burattini e cani da guardia, un clima che non gli fa particolarmente piacere. Inoltre se ne infischia dei commenti che circolano ancora riguardo a ciò che è successo alle mura, il problema sono quelli che ne ammirano l'ardore per aver risposto a Kimi che, come già visto in quell'allenamento con Hoshiko, non sono neanche così rari purtroppo. Sbuffa mentre la destra si alza a grattarsi il retro del capo riflettendo su quell'offerta. <"Va bene, andiamo..."> risponde un pò contrariato, non tanto per lei ma più per il clima che tira tra i Doku... vorrà dire che sta sera si risparmia i soldi della locanda. Torna con le mani in tasca per poi avviarsi con lei verso la casa del suo clan. [end]