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con Kimi, Tenshi

14:37 Tenshi:
 Lago Nero. Un posto che qualche giorno prima aveva osservato dall'alto. Un posto al quale la rosata si sente particolarmente legata. Infatti, esso è stato il testimone della sua rinascita. Il testimone del suo battesimo. La figura minuta della Senjuu si erige sulla riva del lago, lì dove l'acqua quasi la raggiunge. Gli occhi cerulei, illuminati dalla tenue luce solare, riflettono l'acqua cristallina. Un leggero vento autunnale, più freddo del solito, le scosta i lunghi capelli rosa ed i lembi di quella veste candida. Quella veste che non avrebbe mai pensato di indossare, non così in fretta. Si trova ad Oto da poco più di un mese e il suo obiettivo era proprio quello: divenire un membro della Yugure. Ma mai avrebbe creduto che quell'obiettivo venisse realizzato così in fretta. Mai avrebbe creduto di essere ritenuta degna di indossare quelle candide vesti. Mai avrebbe creduto di poter raggiungere la propria libertà. Eppure, tutto ciò che le è bastato fare è stato proprio essere se stessa. Essere umana, senza cancellare quei sentimenti che lei considerava di troppo. Su quella veste bianca, dunque, si staglia, sul retro, il simbolo del Crepuscolo. Lei è Han'nya. Un demone geloso, ma allo stesso tempo una Grande Saggezza. E questo è ciò che adesso la rappresenta. Ciò che adesso la rende, finalmente, viva. Sotto l'haori della Yugure, si nasconde un top nero corto, a maniche lunghe, che lascia scoperta una parte del ventre, ed una gonna corta nera, a ruota. Le gambe sono fasciate da delle leggere calze a rete nere. Ai piedi, ben visibili, porta degli anfibi neri, che si allacciano fin sopra le caviglie. Il Chakra scorre già con violenza all'interno del suo corpo. I colori del suo vestiario contrastano quel bianco di quella veste, lasciando che essa risalti ancor di più. Le dita di entrambe le mani andrebbero appena a sfiorare quell'haori, ancora incredula di averlo indosso. E' come se ancora non avesse ben capito di essere finalmente membro di quell'organizzazione. Leggere, poi, la missiva di Nemurimasen, l'aveva portata a sgranare gli occhi, incredula. Eppure, sapeva bene che la Yugure, di lì a poco, si sarebbe riunita. E sapeva bene che anche lei, in quanto Han'nya, sarebbe stata invitata a quell'incontro. E freme. Perché non vede l'ora di mostrare al mondo chi ella sia. [chakra on]

14:58 Kimi:
 Le farfalle, il periodo appena passato vedendo sfilare al suo fianco le torturatrici, la situazione con quel maledetto Ragno e la rabbia che ribolle in lei si mischiano a tutto ciò che di nuovo sta accadendo, si unisce a quella voglia di rivalsa che mai l’abbandona, il bisogno e la necessità stessa di scardinare l’attuale ordine mondiale, far piombare il mondo nel più puro e perfetto Caos. Si incammina verso il lago nero, luogo da sempre di riflessione, abbandonando il clan di cui è ormai stufa, aveva accettato quella responsabilità momentaneamente e sempre più si fa strada in lei l’idea di abbandonarli, se solo Sosachi l’avesse raggiunta avrebbe potuto lasciare i Doku in mani fidati e invece è stata tradita persino da lui. Cammina lentamente lei, silenziosa come al solito, le gambe appena si flettono con i piedi che sfiorano il terreno, coperti da un paio di calzature ninja, cuoio che sale fino a metà polpaccio, fasciandole delicatamente quelle gambe sottili seppur dotate di muscoli. Indossa una lunga gonna nera, le giunge poco oltre alle caviglie, formata da più strati di tessuto scuro semi trasparente sovrapposto, profondi spacchi laterali permettono liberamente qualsiasi movimento, le cosce candide di mostrano mentre avanza. Un corsetto in cuoio scuro senza spalline a coprirle e sostenerle solo il seno, per il resto è nuda. Uno scollo profondo a v a dare quasi l’impressione di due pezzi separati, la sua magrezza si fa ben strada negli occhi di chiunque la guardi, la morte non ha bisogno di mangiare. I capelli sono lasciati lisci oggi, ricadono dietro alle spalle lisci, volteggiano delicati nell’aria fresca dell’autunno, poggiato sulle spalle l’Haori bianco, le maniche sono vuote e non è allacciato, ci vuole poco per farlo cadere, disfarsene e combattere, perché è questo a cui è sempre pronta. Il volto è affilato, freddo e bianchissimo, cadaverico quasi in quel suo eterno pallore, forte il contrasto con la frangetta scura che ricade poco distante dalle sue iridi, la destra azzurra e ghiaccio, la sinistra invece rossa ed infuocata, l’inferno nei suoi occhi e su quel corpo. Una piccola tasca portaoggetti è sul fianco destro, legata alla gonna, solite boccette di veleno e pillole all’interno, il minimo indispensabile. Riconosce l’Haori davanti a lei, non subito comprende di chi si tratta, le ci vuole qualche istante per ricollegare quei capelli alla nuova entrata, un nuovo demone nella loro schiara, qualcuno pronto a combattere per i propri desideri e per il caos, che sia stato Hanae o qualcun altro a farla entrare non le importa, tutti loro hanno lo stesso identico valore all’interno della Yugure, a prescindere dal grado o dalle abilità e poi quella ragazza infondo infondo le piace. Non sorride comunque, seppur la riconosca, il volto resta la solita imparziale maschera priva di alcun sentimento. Solo andrebbe a muoversi in sua direzione, silenziosa quanto più possibile mentre le mani vorrebbero muoversi per comporre i sigilli di serpente e drago, mentre vorrebbe comporre quei sigilli il chakra andrebbe a permeare ogni singola cellula del suo corpo, contemporaneamente cercherebbe di richiamare a lei il legame con il Naraka così da ricongiungersi alle sue sorelle, se fosse riuscita quindi ora andrebbe a scomporsi semplicemente in un’orda di farfalle scure. Velocemente, quindi, quella miriade di piccole ali andrebbero a sbattere per cercare di superare Tenshi, o meglio fi avvolgerla superandola, le scatterebbe intorno, sfiorandola con le sue ali, in quel corpo scomposto che solo dopo averla superata e in un certo senso abbracciata tornerebbe alla sua forma. Se fosse riuscita quindi ora dovrebbe tornarsi davanti a lei, i piedi nel bagnasciuga e lo sguardo puntato su Han’nya <immagino di dovermi presentare come Yurei ora> fredde le sue parole. Yurei, il fantasma, colei che non esiste da tempo che ha abbandonato la sua vita eppure terrorizza ancora, una donna lontana da ciò che era, una favola per tenere buoni i bambini che presto si mostrerà in tutta la sua rancorosa bellezza anche agli adulti [chk 83/95][scomposizione dello shinigami]

15:27 Tenshi:
 Gli occhi sono puntati, dunque, su quel lago. Le acque vengono leggermente mosse a causa di quel vento, in piccole onde che si scagliano proprio accanto ai propri anfibi neri. Osserva quell'acqua allungarsi e poi ritrarsi nuovamente, in continuo movimento. Panta rhei. Tutto scorre. Tutto muta. Tutto diviene. E cosa sarebbe la vita se niente, in essa, cambiasse? Cosa sarebbe lei, se quella notte sotto il faro di Kiri avesse deciso di non cambiare? Se non avesse deciso di accogliere quell'oscurità che da tempo teneva dentro? Se non avesse deciso di accogliere Yami? La sua vita non sarebbe mai cambiata. Il suo fiore non sarebbe mai sbocciato. Quegli occhi non si sarebbero mai aperti alla vera bellezza del mondo. Non si sarebbero mai aperti al Caos. Ed ancora, cosa sarebbe lei se avesse deciso di rimanere tra le strade di Konoha? Se avesse deciso di non partire per quel viaggio, sia fisico che spirituale, che l'ha condotta ad Oto? Sarebbe semplicemente nulla. Si sarebbe annullata, diventando una persona qualunque. Diventando una pedina qualunque. E adesso, ripensandoci, non avrebbe mai potuto affrontare quella vita. Probabilmente, avrebbe preferito morire, piuttosto che sfiorire. Ed è grata ad Onosuke per tutte le scelte fatte finora. Forse, il fatto che egli sia perso chissà dove, l'ha aiutata ad abbandonare una volta per tutte quel villaggio. Ed è grata ad Eryk. Perché quel compagno di viaggio l'ha guidata. Ed è grata a se stessa per tutte le scelte che ha preso finora. Di colpo, mentre la rosata è immersa in quei pensieri, una schiera di piccole farfalle la circonderebbe, per poi oltrepassarla. Sorride istintivamente, davanti a quel gioco della natura. Natura alla quale la rosata si sente particolarmente legata, da sempre. La propria innata l'ha portata a stabilire un legame indissolubile con tutto ciò che la circonda. E lei ha imparato a rispettare la madre terra, quasi onorandola. Poi, però, si accorge di cosa c'era dietro quel gioco. Una figura si materializzerebbe davanti a lei. Una figura che a poco a poco sta imparando a conoscere. Una figura che indossa lo stesso haori bianco che porta la rosata. Una figura libera, proprio come lei. < Yurei > ripeterebbe, scoprendo adesso il nome da Yokai altrui. Un nome che descrive ogni membro della Yugure ed in cui ognuno di essi si rivede, osservando il proprio riflesso. < Han'nya > direbbe semplicemente, lasciando intendere all'altra che si tratti proprio del suo nome come membro del Crepuscolo. < Questo lago > una piccola pausa, osservando ancora quell'acqua che si increspa < mi è stato testimone > esclamerebbe verso l'altra, osservandone quegli occhi bicromi. Quel lago ha assistito, dal basso, alla sua venuta al mondo come Han'nya. [Chakra on]

15:38 Kimi:
 La sorprende semplicemente, le passa accanto, la sfiora e a lei si mostra presentandosi davvero questa volta, usando un nome che lei stessa aveva perso nel tempo, legato solo al suo essere una cacciatrice di taglie, legato al suo passato e a Suna, quel legame con le farfalle nate quando pensava di essere nulla, quando allontanandosi da Katsumi aveva pensato di non valere altro, di non aver nessun motivo oltre a quel destino infame, prima di incontrare le sorelle, prima di rialzare la testa per la prima volta, comprendere quanto vale davvero, dove risiede la sua forza non è stato un percorso facile e veloce, probabilmente ancora non è terminato ma poco importa. Flette appena il capo in avanti quando sente quella presentazione ufficiale, le loro fila si sono decisamente riempite, non sarà la babysitter di quella ragazzina ma si divertita indubbiamente ad osservarla crescere <hai abbandonato il tuo passato quindi?> domanda semplicemente lei, non un controllo solo una curiosità. Non è tipa da impicciarsi spesso negli affari altrui, non si muove a meno che questo non abbia a che fare con lei; eppure, davanti alla rosata quel desiderio di conoscenza la coglie esattamente come davanti a Nemurimasen e Rio. Voler essere parte di quella storia, consapevole che un giorno la fine potrebbe giungere per mano sua è un’idea per lei poetica. Ad attenderla nell’aldilà le farfalle e il suo compito immortale; eppure, sapere di lasciare questo mondo per mano di qualcuno che lei stessa ha fatto crescere da maggior significato a ciò che è, ucciderla sarà un’opportunità che pochi potranno avere, solo uno potrà coglierla è vero ma non si darà per vinta davanti a nessuno che lei non reputi all’altezza. Resta dunque immobile lei in quel suo fissarla, analizzarla quasi ma soprattutto mentre attende una risposta, non c’è un tono inquisitorio nelle sue parole, freddo e distaccato come sempre ma proprio come è stata durante quell’incontro si mostra alla ragazzina curiosa ed interessata a quel percorso, da subito è riuscita a catturarne l’attenzione e su questa strada sembra riuscire a proseguire. Non aggiunge inutili parole a quel semplice concetto espresso, attende e vive nell’attesa di qualcosa che accadrà inesorabilmente, affronta il presente senza fretta nel futuro, non freme dal desiderio di sentire le sue curiosità colmate, quella sete che la divora viene accolta con piacevole calma, se la gode lasciando che scavi in lei, nella sua mente e si faccia strada insieme a mille altri desideri continuamente soppressi, repressi, nell’attesa dell’istante preciso in cui potrà liberarli, oh che immenso spettacolo sarà, che piacevole sensazione potrà provare quel giorno, condita da istanti di pura attesa come questi[chk 83/95]

15:59 Tenshi:
 Il suo fiore è appena sbocciato e dovrà ancora sopravvivere alle intemperie. Dovrà capire cosa sia meglio per lei, quale sia la sua strada. Vuole conoscere il mondo, in ogni sua sfaccettatura. Vuole approfondire la propria anima, vuole guardarsi allo specchio e poter dire finalmente: 'Questo è ciò che sono'. Quella domanda arriva chiara e nitida alle orecchie della Senjuu, che non si desta, non si muove. Lo sguardo verrebbe ancora controllato e tenuto fisso su quello altrui. Sguardo fermo che le dà sicurezza, le dà quella forza di cercare una risposta dentro di sé. Il suo passato è stato del tutto abbandonato? Vi è stata messa una pietra sopra? Si sente pronta ad affrontare il proprio futuro, qualunque esso sia? < Sì > è la risposta a tutte quelle domande. Ma questo semplice monosillabo non spiega fedelmente tutto ciò che ha dentro. Tutto ciò che Nemurimasen le ha spiegato. Bisogna ampliare la descrizione e, per farlo, userà proprio quelle parole di Gashadokuro, parole pronunciate proprio durante il suo battesimo. Parole che l'hanno portata ad osservare in modo nuovo la realtà che la circonda. Che l'hanno portata ad accettare ciò che tiene nascosto dentro e che per tutto quel tempo era stato rifiutato. < Ho abbandonato il mio passato > un'affermazione ferma, decisa, che ancora deve essere ampliata < ed ho abbracciato i miei sentimenti >. Quell'amore che prova per Onosuke non può essere semplicemente cancellato. Andava prima accettato. Non va combattuto. Va contemplato. Non sa come andrà a finire questa storia. Ma sa che non verrà di nuovo condizionata da ciò che prova. E qualora l'Aburame rappresentasse un ostacolo, un vincolo, che deve essere oltrepassato, allora, proprio in quel momento, lei si farà portatrice di morte per lui. Ma se egli non rappresentasse tutto questo e se lei, invece, riuscisse a mostrargli la bellezza di quell'oscurità ed egli la accettasse, allora potrà essere il proprio compagno, non di morte, ma di vita. < I sentimenti > farebbe una lunga pausa, in cui qualche respiro verrebbe preso. Penserebbe a quel preciso istante, in cima alla vetta più alta delle Montagne delle Serpi. Penserebbe alle parole di Nemurimasen ed al suo amore per la vita. < sono cardini attorno a cui ognuno di noi trova modo di sbocciare. Ignorarli sarebbe ignorare qualcosa che ci compone > direbbe infine, replicando le stesse parole dell'Insonne. Parole che le sono rimaste scolpite dentro e che le ricordano perfettamente ciò che Eryk le aveva detto, pochi giorni dopo il loro arrivo ad Oto. I sentimenti non vanno cancellati, perché rendono ciò che si è. Vanno semplicemente controllati, in modo da non venirne influenzati. Ed è in questo che la rosata è una persona nuova: quei sentimenti non la controlleranno più. Ma la plasmeranno, rendendola, di giorno in giorno, una persona nuova. [Chakra on]

16:20 Kimi:
 Lei non solo ma decide di andare a rispondere, una risposta articolata che non le serve e che ben presto riesce in qualche modo ad non ad annoiarla ma sicuramente a far cadere quella sua curiosità manifestata poco prima. Gli occhi andrebbero quindi ad abbandonare la figura della ragazza, si discostano da lei lentamente, andando verso destra, un punto non ben indefinito. L’amore per sé stessa, per la vita stessa che legge in quelle affermazioni le ricordano qualcuno, colui che conosce ormai fin troppo bene per non poterne cogliere le sfumature in quella nuova ragazza <non mi devi spiegazioni> replica <ma sei diversa> ora più simile a LUI, in qualche modo più simile a qualcosa che ritiene comunque suo, come se si fosse avvicinata troppo a Nemurimasen, una relazione difficile da sintetizzare la loro, il suo stesso atteggiamento nei suoi confronti spesso non ha senso, se ne rende conto da sola eppure è proprio questo il suo potere. Da sempre ossigeno nei suoi polmoni, veleno nelle sue vene, vita e morte. Con gli anni ha imparato ad essere senza di lui, ad avere una propria capacità di autodeterminazione, non ha bisogno di lui per esistere eppure al tempo stesso sente la necessità di legarlo a sé, liberi e al contempo incapaci di lasciarsi andare, non è semplicemente gelosa, più maledettamente territoriale e troppo testarda per ammetterlo a sé stessa. Non sa se sarà mai davvero pronta a scontrarsi con lui, sa solo d’esserlo stato in passato, sa di essere certa dio quel che vuole fare e non temere più una vita lontana da lui eppure quando ritrova le sue parole sulla bocca altrui, come è stato per Ren, qualcosa si muove e la infastidisce. Non comprende però, incapace di razionalizzare, soprattutto in quella relazione <un giorno ti dichiari pronta a mettere da parte i tuoi sentimenti, quello dopo dici di abbracciarli> ora andrebbe semplicemente a voltarsi, la spalla destra quella che viene data verso Tenshi, un passo poi in avanti, ad allo0ntanarsi lentamente <c’è da chiedersi se tu non sia solo la copia di chi credi possa esserti utile> a parlare non è solo quella gelosia non riconosciuta, quell’incapacità di ammettere che Hanae possa aver a che fare con altri soggetti, insicurezza forse, terrore d’essere sostituita così come si è liberato di un corpo che non andava più bene, insieme a questa sensazione nascosta c’è l’essersi sentita usata, come se tutta la stima che poteva nutrire in lei dopo il loro primo incontro sia svanita. Un passo ancora ad allontanarsi e poi si ferma, verso di lei ora solo gli occhi, le dona le spalle per il resto, si limita a voltarsi appena <che tu semplicemente non sia?> domanda, fredda e ora sì decisamente più ostile rispetto a poco prima, per quanto l’inclinazione nel tono sia mutata davvero di poco [chk 83/95]

16:43 Tenshi:
 Eppure, la rosata si sente viva. Perché ha capito cosa fare di quei sentimenti. Cosa fare del proprio futuro. Cercava risposte ed esse sono state trovate. Sì, è diversa. E' diversa perché, finalmente, è riuscita ad accettare ogni parte di sé. Cancellare quei sentimenti che si porta dentro, sarebbe come cancellare se stessa. Non sarebbe più la stessa senza di essi. Perché loro, insieme a tutto il resto, la rendono ciò che è oggi. E invece di combatterli, semplicemente, li ha accettati. A patto che essi non influiscano sulle proprie scelte. Nota come lo sguardo dell'altra cambi, diventi, di colpo, disinteressato. E' come se la rosata avesse toccato una nota dolente, qualcosa che parrebbe infastidire la donna. Qualcosa di troppo profondo, forse, per essere affrontato. < Sapevi già cosa io volessi > era stata chiara, durante quell'incontro alle mura < la libertà > sospirerebbe, infine, mantenendo con l'altra il contatto visivo, seppur la Jonin abbassi il proprio sguardo, per nulla soddisfatta delle parole della Senjuu. Ma a quest'ultima non importa. Perché, finalmente, qualcuno l'ha accettata per ciò che è. Perché, finalmente, lei stessa si è accettata per ciò che è. La sua sete di sangue, la sua sete di Caos, adesso entrano perfettamente in simbiosi con quelle emozioni, che la rendono una rosa rossa in mezzo alla neve. < Non ho detto di non essere pronta a metterli da parte > il tono è fermo, sicuro, mentre riprende le parole altrui, negandole, per spiegare la propria posizione. Non ha cambiato idea, da quella volta alle mura di Oto. Ha semplicemente accettato quelle emozioni, invece di lasciarle scivolare via. Invece di togliere una parte importante di sé. Invece di diventare un automa, che, nella propria vita, non ha obiettivi. < Se ce ne fosse bisogno > una pausa, mentre i pugni si stringono. Non sopporta che gli altri la giudichino. Non sopporta che gli altri distolgano lo sguardo. Le unghie scivolano dentro la carne dei propri palmi. Non le importa se la donna abbia perso interesse nei confronti della Senjuu. Le importa solo essere ascoltata, fino alla fine. < Se ce ne fosse bisogno, sarei pronta ad uccidere la persona che amo > direbbe, senza farsi troppi problemi. Gli occhi brillerebbero sotto la luce tenue del sole. Le mani sarebbero ancora chiuse in due pugni. < Se quella persona non sarà in grado di aprire gli occhi e guardare insieme a me l'oscurità > una breve pausa, mentre cercherebbe ancora il contatto visivo dell'altra < la ucciderò. Adesso sarei pronta a farlo >. Perché quei sentimenti sono stati accettati. Sono stati abbracciati. E non saranno più in grado di controllarla. < Io sono ciò che ho scelto di essere > concluderebbe infine, con sguardo quasi infuocato, infervorata dalle sue stesse parole. Perché in quelle parole, finalmente, ci crede. [Chakra on]

16:56 Kimi:
 La donna risponde, parla cercando in tutti i modi di fornire le sue ragione, donare ragioni a qualcuno a cui però non deve nulla, ai suoi occhi questo non fa che chiudere quella lieve porta aperta in precedenza. Così mentre quella parla lei semplicemente andrebbe ad adoperarsi così da poter proteggere Oto, controllarne i confini proprio come si era ripromessa di fare. Le mani andrebbero a comporre i sigilli di cane, capra, drago e serpente. Il chakra andrebbe a scorrere verso il suo pollice destro, ancora le dà le spalle senza voltarsi più, non che abbia smesso di ascoltare le parole di lei che sempre di più le suonano come vane e vuote promesse <cos’è la libertà quando non sembri in grado di scegliere da sola?> il pollice andrebbe portato verso la bocca, semplicemente vorrebbe rimuovere la solita crosticina. Le parole sono giustificate da quel poco che ha visto di lei, prima alla ricerca di qualcuno, tendeva a lui con tutta sé stessa, si è lasciata attrarre dalla morte stessa dichiarandosi essere dell’oscurità, si è poi ripresentata alle porte di Oto mostrando ancora quella sua parte, illudendola d’essere esattamente come lei alla sua età e poi è cambiata, radicalmente dal suo punto di vista, assumendo un pensiero che alle sue orecchie non suona come frutto solo della sua mente. Ad ogni modo mentre la conversazione prosegue lei andrebbe quindi ad accovacciarli lasciando che il chakra e il sangue si mescolino al terreno, andando così ad aprire una parta verso gli inferi <Hisoka> la richiama nuovamente. Lei dovrebbe ora apparirle davanti. Gentile sorriderebbe a quella farfalla di due metri che si staglia in quel luogo. Va semplicemente a rialzarsi senza distogliere lo sguardo dalla creatura nera a macchia gialle. Un gesto del capoc on cui le indica Oto, ora che è stata curata dalla ferita può semplicemente riprendere il suo compito, non importa quando l’affetto e la stima le leghi a quelle farfalle, il loro rimane un rapporto fatto di guerra e violenza, per questo ha atteso solo qualche giorno prima di farla tornare a guardia del suono <non so se tu sia solo troppo immatura e manipolabile> andrebbe ora a voltarsi nuovamente verso Tenshi mentre la farfalla aprendo le ali si solleverebbe in cielo <o semplicemente incapace di mostrare chi sei> quale che sia la verità non ha certo sufficienti informazioni per decidere <ma non m’importa> semplice e spietate le sue parole, eppure in linea con quell’idea di libertà che tutti loro inseguono <ricorda solo che nessuno di noi verrà a salvarti solo per il simbolo che indossi, ognuno di noi è artefice del proprio futuro, non siamo una famiglia o amici> questo in linea invece al suo pensiero, al suo non voler diventare la babysitter di qualcuno, non vuole legami, il clan stesso ne sta creando troppi ed è il caso di reciderli appena possibile, appena la situazione sarà abbastanza calma da non creare troppi problemi a Kioshi <impara quindi ad usare la tua testa prima che qualcuno decida di staccartela> non vuole suonare come una minaccia, per lei questa è semplicemente la realtà [chk 73/95][hisoka]

17:25 Tenshi:
 La rosata, invece, ha scelto da sola. Perché le parole di Nemurimasen erano proprio ciò che aveva bisogno di udire. Esse hanno segnato un nuovo inizio. Semplicemente, lei è sempre stata così. Ma mentre prima combatteva quella parte sentimentale di sé, adesso, semplicemente, l'ha accettata. < Yurei > sibilerebbe, facendo notare all'altra come quel nome la ponga sullo stesso piano della rosata. Adesso, non esistono più i gradi. Non esiste più la gerarchia. E lei si sente davvero libera di esprimere il proprio pensiero. Ma chiede solo una cosa: non essere giudicata. < Io sono stata in grado di scegliere per me stessa, non annullando una parte di me >. Perché, sì, si merita di dare quelle spiegazioni. Non si merita semplicemente, di essere ascoltata senza che neppure venga guardata dritta nel viso. < O forse, volevi semplicemente che io fossi più simile a te? > tagliente, in quelle parole. Non può conoscere i pensieri altrui, eppure quelle parole le fanno presagire che è proprio così: la donna non accetta chi è diverso da lei. Qual è il motivo che la spinge a non guardare la rosata? Le fa schifo il fatto che la Senjuu abbia accettato i sentimenti? O le fa paura il fatto che ella provi ancora emozioni? Quella farfalla, nel frattempo, verrebbe invocata. Se non fosse stata troppo arrabbiata, in quel momento, avrebbe sorriso. Perché riconosce, finalmente, quella tecnica. Riconosce quel legame che lega evocatore ed evocazioni, proprio come le aveva spiegato Sango. Ma non sorride. Anzi, l'espressione è cupa. E si incupisce ancora, quando si sente additata. Quando si sente sfregiata con quei miseri aggettivi che la descrivono come una bambina, ancora non pronta al mondo. E forse, è proprio questo ciò che è: una bambina, pronta a guardare dritto al proprio futuro, meravigliandosi ogni volta. < Cosa ti ha spinto a diventare un automa? > come quella non si è posta troppi problemi a definirla immatura e manipolabile, così la rosata, con quel caratterino che si ritrova, non si tirerebbe indietro nel descriverla in quel modo. Un automa, un involucro vuoto, privo d'ogni emozione. Un involucro che non è in grado di guardare il mondo. < Io non ho mai chiesto a nessuno di essere salvata > il tono è alterato, complice lo stato emotivo in cui si trova in quel momento. Ma ciò non la preoccupa. Perché proprio in quel momento vuole dimostrare il proprio disappunto. Perché vuole mostrare la propria personalità, che, in fondo, non è mai cambiata. < Sono sempre stata dell'idea che ognuno dovesse salvare se stesso > gli occhi cambierebbero colore, man mano che il sole andrebbe calando. Si farebbero più scuri, andando a riflettere l'ora del crepuscolo. [Chakra on]

17:37 Kimi:
 Continua con i suoi affari, lasciando che lo sguardo vada in alto dietro ad Hisoka, perché al momento è di lei che le importa maggiormente, la controlla come una madre con la figlia, preoccupata sapendola in pericolo ma al tempo stesso consapevole che il suo sia stato il gesto giusto, non può permettere al ragno di vincere lasciando le farfalle nel loro mondo, combatterà per loro così come loro continueranno a combattere al suo fianco. L’altra intanto parla, la provoca. Si volta ora verso la ragazza, la fissa nuovamente con intensità, infastidita da quelle parole <automa?> domanda solo in sua direzione <mi pare di aver già mostrato quanto poco io sia incline a spiegarmi davanti a chi non si dimostra in grado di capire> il riferimento è ad Eryk, lascia che quelle parole riempiano il luogo, lascia che lei possa in qualche modo assimilarle e comprendere quanto non si tratti di una minaccia ma un semplice avviso, non si è mai fatta problemi ad attaccare e non sarà sicuramente una luna tra la schiena a fermarla <attieniti a ciò che conosci> un respiro profondo da parte sua mentre cerca di lasciare che quella piccola parte razionale in lei le impedisca di attaccare subito, donando alla rosa la possibilità di salvarsi, quasi redimersi <sei cambiata tanto in poco e combatti come se fosse importante convincermi> continua quindi <perché mi chiedo? Perché dovrebbe importarti ciò che penso? Non ti senti forse abbastanza sicura di quello che dici?> continua incalzandola, infastidita, ancora una volta senza donare spiegazioni, non si è mai abbassata a tanto, cioò che lei è non è mai stesso messo in discussione, si conosce e tanto basta. Forse è proprio questo che ora non le torna, quella necessità che l’altra mostra continuando quel discorso <chinque sia tu si vedrà nel tempo> conclude semplicemente. Uguale a lei? Sì le piaceva l’idea di avere qualcuno SIMILE a ciò che era un tempo ma certo non è solo quello, un complesso ragionamento silente si nasconde dietro a quelle parole. Nessuno d’altronde potrebbe mai anche solo immaginare d’essere come lei, ciò che ha affrontato, la vita e soprattutto la morte che si sono inseguite continuamente, il peso del dolore e l’insensato tentativo d’essere semplicemente come tutti si sarebbero aspettati, la perdita di sé stessa, della figlia e poi di Katsumi, l’abbandono, la solitudine e la pazzia, l’essere sempre stata reputata debole, un’ombra di chi aveva intorno, non è mai stata presa sul serio, non è stata altro che il braccio di qualcuno, l’hanno sempre pensato tutti, ignorando invece chi davvero fosse. Solo lui ha saputo vedere oltre, solo Nemurimasen può dire di conoscerla e sapere di cosa sia davvero in grado, che tutti la considerino ancora stupida ora la infastidisce, quel desiderio di rivalsa strettamente legato alla necessità di mostrare chi è davvero non sono più sentimenti facilmente ignorabili, non si spiegherà mai eppure vorrebbe solo che il mondo tacesse una volta tanto [chk 73/95][hisoka]

18:01 Tenshi:
 Il fatto è che non vuole convincere l'altra. Può pensarla come più vuole. Ma non vuole essere giudicata da chi ha incontrato appena tre volte nella sua vita. Da chi non sa chi la rosata sia. Da chi ha definito la personalità di lei solo da alcune parole e alcuni gesti. < Non voglio combattere contro di te, né a parole né in senso fisico > l'espressione si ammorbidirebbe, adesso, mentre quella rabbia scivolerebbe via. Perché l'altra ha reagito esattamente nel modo che la rosata voleva che reagisse. Neanche lei vuole essere giudicata da una persona qualunque. E per la Senjuu quella è già una tregua. Se ella volesse continuare quel combattimento, che lo faccia pure. Ha giurato a se stessa di non aver più paura di nulla. Di affrontare il proprio futuro combattendo. E se dovesse morire, allora vorrà dire che non è stata abbastanza forte. Che è stata debole e che quella fine sia giusta per lei. Ma non rinnegherà mai ciò che è. Non cambierà mai per qualcuno. Né per Eryk. Né per Onosuke. Né per Nemurimasen. Né, tanto meno, per Kimi. < Quindi? > esclamerebbe, a quel punto la rosata < come ci si sente ad essere giudicati da una persona che nemmeno ti conosce? >. Non è una provocazione, quanto più una constatazione. La Jonin l'aveva giudicata in quel modo meschino, affermando che la chunin non avesse una personalità. Ma cosa può saperne lei? Cosa può saperne lei che neanche la conosce? E' per questo che aveva usato quel termine. Automa. Perché voleva vedere la sua reazione a quella parola così meschina. A quella parola che elimina ogni tratto di personalità. < Non sei stata proprio tu la prima a puntare il dito contro di me? >. Non vuole che l'altra si mostri apprensiva nei suoi confronti. Non vuole che l'altra capisca il suo punto di vista. Chiede soltanto di essere ascoltata. Conosciuta per ciò che è veramente. Senza che le vengano imposti stupidi paletti. Adesso, lo sguardo si focalizzerebbe sull'acqua di quel lago davanti a sé. Osserverebbe il proprio riflesso, donato da quella luce ormai flebile. Osserverebbe se stessa, in quello specchio d'acqua. < Io non conosco te e tu non conosci me > il tono è flebile, spezzato dall'emozione di quel momento. Il suo riflesso non è perfettamente nitido. Viene mosso da quelle piccole onde. Così come il futuro. Nessuno può averne la conoscenza assoluta. Si possono fare progetti, si possono avere obiettivi. Ma nessuno può sapere ciò che sarà un giorno. Ciò che possiamo sapere, è chi siamo stati in passato. E la rosata è sicura di non voler tornare ad essere come un tempo. E' pronta ad affrontare il proprio futuro, guardando in avanti e non all'indietro. Adesso gli zaffiri verrebbero riportati sulla figura esile davanti a sé. < Mi darai la possibilità di mostrarti chi io sia? > chiederebbe infine, con tono fermo e sicuro, ma, in qualche modo, apprensivo. [Chakra on]

18:30 Kimi:
 Avvisi, non minacce, che sono serviti, che han reso bene l’idea e fatto capire alla ragazza come muoversi e dove stava andando a parare <non mi importa del tuo giudizio> replica semplicemente <potresti giudicarmi se solo sapessi> aggiunge ancora una volta, incapace di considerarsi come una delle persone che tanto spesso attacca, sì ha espresso un giudizio eppure non è uguale ai suoi occhi, lei ha parlato solo di fatti visti, certo non la conosce ma il cambiamento le è stato palese e così come i dubbi sul suo conto poco dopo, non ribadisce quanto la sua idea in merito non si sia modificata, anzi solo rafforzata durante questa conversazione, eppure l’altra si è dimostrata abbastanza intelligente da disinnescare, senza arretrare, senza sottomettersi ma comprendendo come parlarle, infondo è solo questo che chiede, non la sottomissione ma la comprensione. Tutta la sua vita gira intorno a questo semplice fraintendimento, si circonda di persone convinte di doverle obbedire e che quindi finiscono solo per farla imbestialirle, la libertà va guadagnata ed il modo migliore per farlo è comprendere come aver a che fare con lei senza che ti venga spiegato, esattamente come la ragazza ha appena fatto <non ti ho mai tolto questa possibilità> replica infine a quella semplice domanda, no non è un giudizio assoluto il suo, pensava anche di essere stata chiara in merito. Eppure averla sentita parlare come Nemurimasen ancora le brucia, quella vicinanza l’infastidisce più di quanto abbia fatto Ren nominandolo, non ha idea del rapporto tra loro eppure vedendo lei così simile a sé stessa e ora anche a lui non può far a meno di vederla sotto una luce meno amichevole, ciò che sarebbe potuta essere Yume, ciò che lui potrebbe desiderare in un futuro. Domanda che non può far a meno di porsi è cosa farebbe? Nulla probabilmente, andrebbe avanti con la sua vita dopo aver lasciato una scia di cadaveri, non esiste al mondo che qualcuno possa ferirla senza finire dalle sue sorelle eppure forse non basterebbe per lui. Ma questi sono discorsi che esulano dall’oggi, dall’adesso e da quella fastidiosa sensazione allo stomaco <sai come raggiungere il vagone?> domanda quindi, in riferimento a quella riunione imminente [chk 73/95][hisoka]

18:52 Tenshi:
 In quel luogo dove tutto sembra fermarsi per qualche istante, quelle due anime sembrerebbero raggiungere una tregua. Non sa cosa esattamente abbia spinto l'altra a reagire in quel modo. Ma sa cosa abbia dato fastidio a se stessa. Perché non vuole più che gli altri pensino che lei sia immatura, manipolabile, come lo è stata in passato. Non vuole che gli altri credano che lei sia debole. Al contrario di Kimi, alla Senjuu il giudizio degli altri interessa. Perché vorrebbe quasi che il mondo girasse attorno a lei. Vorrebbe che il suo nome venga riconosciuto ed accompagnato dalla paura. Non vuole più essere una stupida ragazzina ed essere definita con quelle parole da lei pronunciate ha riportato a galla quei sentimenti di inadeguatezza che la tratteggiavano un tempo. Quando era ancora Tenshi. Quando i suoi occhi erano ancora chiusi al mondo. Quando le sue braccia non avevano ancora accolto la vera se. Quando viveva solo per gli altri e non per se stessa. E solo adesso può dire di star vivendo la propria vita come più vuole. Senza che gli altri la influenzino. Perché non bastano delle semplici parole a plasmarla. Perché da tutte le persone che ha incontrato, lei ne ha preso un pezzo e lo ha fatto proprio arricchendosi. Da Onosuke ha preso l'amore. Da Eryk la determinatezza. Da Sango il voler splendere. Da Nemurimasen l'accettarsi per ciò che si é. E, infine, da Kimi il non tirarsi indietro, perfino davanti alla persona che si ama. Lei non è la copia di qualcuno. Lei ha scelto cosa prendere dagli altri e farlo proprio. Lei ha scelto chi diventare. E la sua vita sarà in continuo mutamento, fin quando sarà lei a decidere di cambiare. Ma mai qualcuno potrà decidere come cambiarla. Mai qualcuno potrà plasmarla come più vuole. Andrebbe ad annuire semplicemente alle parole della Jonin, chiudendo lì quella discussione. Discussione che, forse, potrebbe essere riaperta in futuro, quando entrambe conosceranno abbastanza dell'altra. Quando entrambe potranno dire 'Te lo avevo detto' oppure 'Mi sono ricreduta sul tuo conto'. Ma, comunque vada, è ancora tutto da scoprire. Perché solo il tempo può dar loro quelle risposte. Adesso l'altra cambierebbe argomento, passando a parlare del loro incontro voluto da Gashadokuro. < In verità, no, finora ho potuto osservare solo una parte di Oto > d'altronde, si trova lì solo da qualche settimana. [Chakra on]

19:10 Kimi:
 Davanti a quella risposta non le sfiora nemmeno la mente la possibilità di dare qualche informazione sbagliata, di allontanarla dalla Yugure, perché per quanto possa avere una punta di gelosia in sé non verrà mai a patti con ciò che è, non importa quando possa far vacillare la sua sicurezza nella relazione, ciò che mai cambierà è la sicurezza che nutre verso sé stessa. Non si abbasserà mai ad una simile azione, lei che è la morte. Eccola quindi tornare verso la ragazza <capisco> replica in sua direzione andando semplicemente poi a guardar everso Oto <potrei mostrartelo ora> lei la strada la conosce, ha seguito i sogni di Nemurimasen dall’inizio, la loro prima riunione in merito alla Yugure è stata su un treno, hanno condiviso il sogno e l’hanno plasmato con le loro stesse mani, tutto ciò che hanno fatto alla fine è iniziato una notta come tante altre, prima di una missione, una promessa non ancora infranta, una decisione sofferta ma liberatoria, tutto ha preso forma e vita da quel momento, da quando hanno deciso di liberarsi di Katsumi e della sua debolezza, non smetterà mai d’amare ciò che era eppure non rinnega la sua decisione, ha scelto il meglio e ne è ogni giorno sempre più consapevole. Parole al vento, due anime affini disposte a tutto pur di riuscire lì dove sognavano, vaneggiamenti senza senso che hanno poi preso forma, trovando e circondandosi di anime dal desiderio simile, distruggere il mondo per come è conosciuto ora, riplasmarlo nell’incertezza e nel terrore, non importano le motivazioni, non interessa cosa spinga le persone a tramutarsi in Yokai, importa solo esistere e combattere. Il problema comunque sollevato da Yami è più che importante al momento, sarebbe un problema doverla andare a cercare poi, certo non le farà da madre, non controllerà ogni suo spostamento e non correrà mai in suo aiuto ma <oppure> se vuole conoscere quella ragazza e scoprire chi delle due ha ragione è deve passarci più tempo assieme, da qui nasce quella proposta <potresti raggiungermi alla magione Doku, ti condurrò al luogo dell’incontro insieme a Chiko> infondo è lì che lui si è trasferito, una casa offerta, un tetto che ora viene comunque donato in parte anche all’altra, non la sta invitando a passare la notte ma al contempo non lo nega, semplicemente le propone di farsi accompagnare [chk 73/95][hisoka]

19:26 Tenshi:
 Tutto ciò che ha fatto la rosata nella propria vita, lo ha fatto per arrivare fino a quel momento. Per poter indossare quell'haori. Per poter essere un membro di quel gruppo. Per mostrare al mondo intero chi ella sia. Perché lei non è debole. E, forse, avevano ragione i konohani a chiamarla 'demone' quando era solo una bambina. Perché adesso è questo ciò che è uno Yokai. Uno yokai che porterà distruzione in quel mondo. Che porterà caos e guerra e sangue e morte. Che farà vedere al mondo intero quanto si possa diventare forti, nonostante tutto. E questo vuole dimostrarlo anche a Kimi stessa. Perché quei sentimenti che la rosata si porta dentro, non la renderanno debole. Non la bloccheranno quando le sue mani vorranno sgozzare la gola di qualcuno. Non le faranno prendere una decisione non conveniente. Al contrario, la faranno diventare sempre più forte. Sempre più se stessa. Ascolterebbe le parole altrui, notando come le parole dell'altra appaiano adesso più pacate rispetto a prima. Entrambe sembrerebbero aver fatto un passo in avanti, l'una verso l'altra, per venirsi incontro. Perché, in fondo, la Senjuu sarà ugualmente la sua compagna di morte. Le mostrerà che è proprio quello che vuole essere: portatrice di morte. L'Angelo dell'Oscurità. Han'nya. E la Jonin farebbe un altro passo in avanti, proponendole di andare alla magione. Sarebbe un modo per stare insieme, conoscersi meglio l'un l'altra, mostrandosi per come sono veramente. Chissà, altri battibecchi potrebbero sorgere tra le due in futuro, ma non è questo il momento per pensarci. < Verrò alla magione > andrebbe ad annuire con il capo, per poi rimuginarci su ed aggiungere < così potremo osservarci a vicenda >. Osservarsi, da lontano o da vicino che sia. Studiarsi, per capire chi abbiano accanto veramente. Analizzare l'una l'anima dell'altra, per capire se davvero siano affini come lo erano all'inizio. Eppure, la rosata ci crede ancora: quelle due non sono poi così diverse. [END]

19:43 Kimi:
 E lei che non voleva legami, non voleva crescere nessun membro della Yugure, al momento si è offerta di averne due sotto al tetto. Nemmeno il tempo di riflettere davvero su quella proposta che la rosata accetta, partiranno da lì insieme, che poi ci si trasferisca o meno si vedrà insomma. Deve conoscerla, almeno questo lo deve a Nemurimasen, se ci ha visto qualcosa allora deve permettere a Yami di dimostrarle cosa. Tace ed annuisce quindi a quelle parole <bene> e non aggiunge altro lei. Si limiterebbe ora a muovere qualche passo, tornare verso Oto mentre con lo sguardo andrebbe a cercare nuovamente Hisoka, mentre il mento si alza appena, il volto abbastanza teso, privo però di particolari espressione come sempre, la cerca con gli occhi come a volersi assicurare che sia ancora lì, che stia bene. Una volta scoperto che tutti fisicamente è la sua libertà che la preoccupa per questo mentre i piedi la portano ad avvicinarsi all’evocazione lei proverebbe a cercarla nella sua mente. La palpebra dell’occhio destro che lentamente calerebbe oscurandone il chiaro colore mentre la mente vagherebbe alla ricerca della farfalla, se fosse riuscita a trovarla una richiesta, un sussurro ed una preghiera le mormorerebbe solo con quel tocco, senza parlare davvero ma mostrandosi gentile e pacata. Se quindi venisse accettata dall’evocazione ora potrebbe guardarsi attraverso i suoi occhi, vedendo contemporaneamente quello che le sta davanti e quello che le sta sopra, osservandosi mentre ei capelli ondeggiano per il passo e l’aria, ammirando il suo stesso incidere così lento e deciso da risultare quasi letale, dare l’impressione di non poter essere fermata. Inamovibile nelle sue decisioni, non lascerà che il ragno vinca o anche solo sopravviva, gliela farà pagare per aver prima per questo avvicinandosi alla farfalla proverebbe stabilire un contatto con lei, la palpebra dell’occhio destro che si abbasserebbe alla ricerca della mente altrui, se venisse accettata dalla farfalla ora il contatto dovrebbe potersi stabilire permettendole quindi di osservare sé stessa dall’alto, di continuare a guardare intorno ad Oto, negli occhi di quell’evocazione, tranquilla per quel che riguarda il controllo del ragno, non si piegherà certo a lei, gliela farà pagare per aver ferito Hisoka, per aver minacciato tutte.[chk 73/95][hisoka] [end]

L'ho lasciata con il titolo con cui mi ha passato la role Tenshi.
Non ti salverai per così poco ♥

Comunque: Benvenuta nella Yugure! Ci si scorna e poi forse le ho offerto un tetto.

HISOKA TORNA A DIFESA DI OTO!