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con Itsuki, Sango, Eryk

21:38 Sango:
 Una nuova notte di pioggia, un temporale in piena regola che bagna il corpo della donna, che bagna il corpo del suono. Non porta seco ombrelli o alcuna protezione, quella pioggia la ama mentre scivola sul corpo, ne lambisce le carni, la stessa veste dell'alba che porta con se in una notte senza fine, oscura, e ancora non sa a cosa sta andando incontro, cosa i kami hanno deciso di regalarle. Non necessita di nient'altro che la propria pelle e il proprio chakra, attivo come sempre dentro il morbido corpo. I lunghi e rossi capelli resi pesanti e scuri da quella stessa pioggia, lacrime del cielo che bagnano il proprio viso , rigano le guance e annebbiano quasi quegli occhi azzurri come il cielo più limpido. Un pianto che laverà via molti sonni, molti sogni perfino, ma coloro che stanno dedicando solo tutto ciò che hanno, ne sentono il peso. Un peso di antico, pregno di dolore, un ricordo che stuzzica il proprio cuore e la propria mente, eppure rimane latente ancora, non vuole immergervisi dentro, non quando quel loco non è la propria casa, non quando la solitudine l'attanaglia e l'unico vero baluardo che la tiene sana di mente è lontano da li. Non lascia trasportarsi via eppure la malinconia sembra risuonare nella musica che la natura sta donando a coloro che hanno orecchie per ascoltare e sentire cosa sta loro comunicando. Non ha dove andare, ne ha qualcosa in mente per dove dirigersi , solo passi che si susseguono uno dopo l'altro risuonando per quei pochi che hanno le abilità di sentirli, ma di vederla tutti coloro che stanno li , in quella strada, la vedranno calcare quella terra con le nuvole di Ame che la accompagnanp. [chakra on][vesti akatsuki]

21:53 Itsuki:
 Piove. Sì, purtroppo Oto non può essere tanto perfetta da risultare esente dalla pioggia, quindi, il problema dell'acqua che scende di continuo può essere risolto soltanto mediante l'utilizzo di un ombrello. La nera tela dell'oggetto in questione svetta sopra la testa del Goryo, larga abbastanza da evitargli gocce superflue, un'occhiata verso il sotto dell'ombrello, si sofferma lì sulle asticelle che sorreggono l'intelaiatura, sospira con rammarico visto e considerato il meteo. La mancina nella tasca, una sigaretta tra le labbra e la dritta che regge la copertura portatile, una figura ammantata in uno dei soliti nei completi, guanti e scarpe nere, nessun accessorio vistoso se non la cravatta con il rombo in cui vi è l'ideogramma del Bakeneko, ricamato in bianco. I neri capelli sono legati in una nera coda d'ebano che fluttua al ritmo del passo meccanico del Chunin, il quale non si sente in vena di nessuna particolare tipologia di conversazione, mentre da dentro Eiji sembra tacere a sua volta, forse entrambi accompagnati dal ticchettio delle gocce, persi nei propri pensieri. Si trovano entrambi sulla stessa strada lungo la quale si trova Sango, ma non si avvalgono della presenza della Jonin, ne tanto meno quegli spirti che si son visti in questi giorni risultano un qualcosa per la quale valga la pena distrarsi. Ragni, ragnatele, spiriti a piede libero, sono diversità interessanti alla quotidianità, ma tutto sommato non gli hanno ancora portato nulla di concreto, nessun intrecciarsi di fili rossi in più o in meno. Un tiro dalla sigaretta, la sinistra vien scostata dalla tasca per afferrarla e far cadere un tocchetto di cenere, siamo già verso la metà ma la notte è giovane e la serata è solo agli inizi, per quanto entrambi starebbero cercando una semplice passeggiata e nulla di più. { Ck on }

Serata tranquilla se non fosse che piove , già pure a Oto ogni tanto piove e con il vento che tira l’aria sembra a tratti più gelida e sinistra, come se qualcosa di anormale stesse per accadere. Quella pioggia mischiandosi a quell’aria fresca ecco che comincerà presto a cristallizzarsi, creando quei prismi semi solidi simili alla grandine ma più morbida per ora anche se al tatto non è così tanto differente dal ghiaccio. Il vento si alza e con questo, non appena quei prismi vi passeranno accanto alle orecchie potrete sentire del vociare, impossibile per ora da stabilire se sia solo il vento che, passando tra i vicoli stretti delle vie del centro, mormora oppure proviene da altrove. Fulmini che cadono dal cielo in quel temporale all’orizzonte, fino a quando uno più potente degli altri si scatena, squarciando letteralmente il cielo, aprendo quelle nubi nere che oscuravano la visuale per mostrarvi quella luna e quella volta celeste, colorati di un candore verdastro. Passa poco tempo tra lo stupore generale che da dietro quelle nubi potrete iniziare a vedere per l’appunto quelle che non sono figure di normali volatili presenti in cielo di solito, bensì pipistrelli e farfalle dall’aspetto mutato e dalle dimensioni giganti rispetto agli animali normali che conoscete voi. Quei prismi di pioggia, continuano a scendere e ad abbattersi nel terreno, su quelle pozzanghere che si sono create per la pioggia mentre delle continue increspature cominciano a formarsi all’interno di essere, con il terreno che comincia a scuotersi man mano crescendo di intensità fino a che, proprio nella piazza centrale, il terreno si apre e da esso comincia ad emergere, sotto gli occhi di tutti, quello che è un portone di tre metri per tre. Il contorno è di color bluastro, leggermente modificato da quella luce verde mentre le ante di quelle porte sono nere ebano anche se il materiale sembra molto più resistente e denso del legno che da quiel nmome a quel colore. Impresse su di esse ciò che sembra una faccia demoniaca dormiente. Che sta succedendo? [turni liberi][ambient aperta]

22:24 Sango:
 Sebbene sia una quasi tempesta in piena regola, non può trovarci nulla di anomalo in quello. Non nella pioggia fredda, sebbene molto gelida, che l'inverno stia arrivando in anticipo? Ne nel vento che cerca di lambire quanta più carne possibile donandole diversi brividi lungo la schiena, una tempesta coi fiocchi insomma, ma nulla che la natura non possa controllare. Oh quanto si sbaglia la rossa, nello stesso momento in cui quei piccoli pezzi di ghiaccio le cadono addosso, piccoli sassolini che si scioglieranno forse con il proprio calore, alcuni che si faranno strada tra le morbide forme. Il passo stesso che smette di risuonare nelle acque che si raccolgono lungo la strada per sollevare di poco il nudo viso e osservar il cielo stesso. Che debba tornarsene sotto terra? Il temporale la distrae, quel rombo pazzesco che le vibra nella cassa toracica a farle venire la pelle d'oca . Un cielo che si apre letteralmente, lasciando entrare quelli che sono farfalle e pipistrelli. Oh li conosce, li ha visti entrambi molto bene, evocazioni, almeno li passa subito la mente. Alle farfalle non farebbe molta attenzione ma quei pipistrelli, le fanno pensare solo ad un nome che la attanaglia un poco, Yukio. No, impossibile, non sarebbero potuti andare d'accordo con medusa, non con le sue compagne no? Un analisi mentale che si interrompe, di nuovo, in favore di un terremoto o così sembra. Il corpo che si cala verso il basso un poco, si carica e rimane attento , stanno attaccando Oto. Non vi è altra spiegazione. Osserva quel che accade, come dal nulla la terra vomiti fuori un portone gigante largo e grosso con un colore blu. Nulla del genere ha mai lambito lo sguardo della jonin. < cosa > non riesce a terminar la frase che l'istinto la farebbe avanzare, mezza china in avanti, una tigre che osserva quel nuovo oggetto, la curiosità che cresce e l'ignoranza che la stizzisce. Cosa sta trovando davanti? Proverebbe dunque ad avvicinarvisi, lentamente, piccoli passi per portarsi ad almeno 3 metri di distanza da esso per avere una visuale migliore, ma sempre pronta a fuggir via nel caso servisse. Le azzurre che vanno a lambire il colore , la forma, i dettagli sempre che c'è ne siano. [chakra on][vesti akatsuki]

22:41 Itsuki:
 Qualche metro dopo ed uno scarso minuto in più e quella pioggia sembrerebbe come mutare nella sua compostezza, diventando in un certo senso più solida e fredda, il ticchettio sulla tela tesa dell'ombrello inizia a farsi più distinto e fastidioso < Mh? > si ferma sul posto e solleva le rosse verso l'alto il Corvetto, perplesso da quell'improvviso intensificarsi della pioggia, quasi minacciosa, premonitrice di eventi non propriamente favorevoli. Il vento che si trascina lungo la strada è un altro segnale del fatto che qualcosa non và, dunque senza pensarci due volte, il Bakeneko vedrebbe di scostarsi brevemente di lato, chiude l'ombrello nel mentre che approfitterebbe di una tettoia, le mani si posizionano con tranquillità a conformare il sigillo del cinghiale ed il Chakra verrebbe alterato, da quel suo solito azzurro verrebbe prelevato nelle sue sembianze verde acqua, la manipolazione del Fuuton vorrebbe essere utilizzata per crearsi una modesta barriera intorno, correnti direzionate nella maniera più disparata a conformare una sfera del diametro necessario a contenere la figura del Chunin, che utilizzando ora l'ombrello chiuso a mo di bastone, vorrebbe smuovere un passo per tornare sulla propria strada < Così dovrebe andare meglio. > già, dovrebbe, pare che abbia detto bene. Ma quel fulmine che si staglia nel cielo, aprendolo a metà e dividendone la scurezza, pare proprio la conferma che attesta una serata ben diversa dal solito, occhi rossi che si spostano in direzione del punto nel quale si è scorto il fulmine, la mancina reggerebbe la sigaretta, un lampo che ancora rifulge nelle vermiglie di lui, il quale impassibile andrebbe a denotare anche l'arrivo di quelle figure, farfalle e pipistrelli, che sia il preludio di qualche altra barzelletta tipo il falso dio? Eiji, che avrebbe continuato ad osservare da dentro il fenomeno misterioso dei prismi che piovono dal cielo, si desterebbe per andare a commentare riguardo alla situazione generale <{ Tsk... E noi che volevamo fare una semplice passeggiata. }> e Itsuki poco prima di quello stesso accenno di terremoto, risponderebbe con il suo solito fare freddo e scostante < Mh, già... Che noia. > il fatto di non potersi nemmeno godere una banale passeggiata, considerato che già si erano sforzati di uscire con quella pioggia, dovevano pure mettersi di mezzo pipistrelli e farfalle giganti? Ah, per non parlare del portone che in pochi istanti sorgerebbe più in là, al centro della piazza < ... > si mantiene saldo sulle proprie gambe assecondando i tremori del suolo con ginocchia e bacino, per poi scorgere appunto la porta colossale ergersi diversi metri più in là, scorgendo anche finalmente la figura di Sango, ammantata nelle vesti dell'Akatsuki, vesti per le quali potrebbe essere abbastanza certo di star osservando proprio la Ishiba. Qualche passo cauto, per quanto l'incedere sia sbrigativo, in direzione di lei, nonostante gli occhi si mantengano verso il portone come ad attenere che qualcosa ne esca, che quella faccia demoniaca si divida in due aprendosi < Ohi, Sango... Idee? > su cosa possa essere quella porta, su cosa stia succedendo, su cosa dovrebbero fare. Non un come stai, non un preoccuparsi particolare, figuriamoci, il tono è spento è freddo ed il saluto è il minimo e indispensabile, non si vedono da giorni ma sà delle Tigri e del riconoscimento della Ishiba, quindi non è sorpreso di trovarla lì. Sono semplicemente i suoi soliti modi di fare pratici e sociali come quelli di un iceberg, soprattutto in situazioni semi concitate. { ck on - ck -6 2/4 manipolazione}

Quel portone arriva in pieno ad ergersi dall’alto di quei tre metri con quell’aria spettrale e tetra, sicuramente anche per Oto e mentre questa sensazione, come una mano d’ombra che vi sale lungo la schiena o quella sensazione solo nella vostra psiche di quando andate a dormire con il piede scoperto e vi sembra che qualcosa da sotto il letto, da un momento all’altro, ve lo possa afferrare. Quei prismi di ghiaccio mentre scendono avrete il modo di vederli riflettere quella luce verdastra all’interno del ghiaccio ed ecco che, dal cuore di quella che doveva essere una goccia di pioggia, potrete vedere una luce candida e quelle voci provenienti da quelle prigioni. Non appena queste arrivano a toccare per terra ecco che alcune di esse si andranno a infrangersi, accumulandosi in quel mare di anime che non sono nient’altro che le pozzanghere che avete ai piedi e che avete sempre ignorato, come quei sassi ai lati della strada alla quale non badate quando camminate, quei dettagli insulsi e non degni di attenzione o nota. Mentre queste anime vengono liberate ecco che il panico e il caos si scatenano all’interno di quella piazza tra il più totale e anarchico evento. Gli Uchiha di guardia attivano lo sharingan ma appunto non vedranno nessun velo che li faccia ricondurre a un illusione. Tra quelle grida però ci sono persone che scoppiano a piangere, incredule della persona riflessa in quell’anima, qualcuno a loro caro perso da tanto tempo. Per quanto riguarda i nostri due ninja del suono, chi può dirlo chi è andato a trovarli? Tra quel marasma di anime un uomo pare ergersi semi etereo, con una leggera trasparenza alle sue membra. Veste un kimono classico e ciò che spicca sono quei capelli bianchi lunghi e leggermente ricci che si smuovono con il vento, uno sguardo gelido, occhi visto come il ghiaccio che lo tratteneva prigioniero. Pelle candida e bianca mentre quel viso ha tratti eleganti quasi femminili. Dall’altro lato della piazza invece Itsuki potrà notare invece due figure, quella che sembra una donna anch’essa dai capelli bianchi, lunghi fino ai fianchi, lisci e setosi. Un vestito, o meglio un kimono tradizionale, da cerimonia, bianco con finimenti oro, lungo a coprirne quel corpo e quelle cicatrici che quella pelle ha da mostrare con quelle storie dietro ad esse che non è dato a tutti conoscere. Gli da le spalle a Itsuki anche se quelle braccia non sono visibili, intente a tenere qualcosa in braccio ma non ti è dato ancora sapere che cosa data la posizione. Entrambe quelle anime distano a circa venti metri da ognuno di voi, in direzioni opposte [turni liberi][ambient aperta]

23:22 Sango:
 Un brivido scende dentro di se, si annida nello stomaco, la stessa paura che prova sapendo che il velo tra vivi e morti sta venendo meno. Sa che tra tutte le morti di quel mondo, sa che solo un anima può inginocchiarla, un anima che vuole vedere ma alla quale rifugge. Non è ancora pronta, non ha portato a termine ancora quel cammino per quel grande sogno, ma sa che sta per arrivare. Come se lo sapesse, come se lo sentisse dentro, in quella stretta al cuore senza combattere, senza muoversi, in balia totale di quell'evento rimanendo vicina a quella stessa porta verde. Le lacrime, i pianti, lo stesso Itsuki non hanno importanza. Imprigionata negli stessi ricordi non può che cercarlo, avida, impaurita allo stesso tempo. Un lieve movimento della bocca mentre deglutisce e non ha nemmeno bisogno di piangere, non quando lo ha fatto già Ame per loro. Lo vede, bianco, candido, una luce accecante come l'alba di un nuovo giorno, quella sfumatura tanto chiara da farlo sembrare un angelo lasciato li dai kami solo per lei. Non ne ha paura, eppure il rimorso, il dolore , tanto antico ma tanto nuovo si fa presente nel petto bruciante e dolorante, come se l'avessero appena colpita con del katon e degli artigli ne avessero afferrato le membra. Eppure anche li, con quel dolore, in piedi, non farebbe altro che provare a camminare lenta verso di lui, come in sogno e goderne per qualche attimo prima che scompaia < Ren > un dolce sussurro per lui, il viso triste che splende nella notte e nella luce verdastra eppure la destra si volgerebbe per lui con il palmo aperto, vuole toccarlo ancora, per un'altra volta, vuole poterlo tenere per se qualche attimo ancora, stringerlo, solo guardarlo eppure le uniche parole che sfuggono dalle morbide labbra < mi dispiace > il senso di colpa tanto grande da schiacciarla e da farla arrancare, stanca nel corpo e nella mente, e non esiste nient'altro oltre lui. Non esiste lei, ne Ame, ne Oto, nemmeno Akendo, lui è l'unico a cui dedica se stessa, l'unico che abbia saputo amarla in un modo unico e senza alcun tornaconto, solo per unico vero amore di quel legame che li ha uniti fin da quando ne ha memoria. Un rosso filo che li terrà legati, alla quale si unirà lei stessa un giorno, ponendo fine alla propria vita per rimanere in pace con lui. < non andare via > una preghiera, un flebile sussurro disperato, e il passo aumenterebbe di intensità senza però correre ancora, non vuole che scompaia, non ancora- [chakra on][vesti akatsuki]

23:37 Itsuki:
 Tutto il fenomeno che concerne l'ambiente intorno a loro non smuove minimamente Itsuki, sono solo le rosse a saettare di qua tra quelle pozzanghere e quel comparire di ancora più spiriti, più anime che andrebbero a popolare la piazza ed i dintorni. I possessori dello Sharingan non sembrano notare nulla di strano e la cosa insospettisce ancora di più Itsuki, il quale stringe la mano destra attorno al manico dell'ombrello, per quanto ad un attento valutare della situazione, non sembra che nessuno sia effettivamente in pericolo. Per ora. Eppure, la Ishiba lì di fianco a lui, sembrerebbe non degnarlo ne di uno sguardo ne di una parola, il nome che viene pronunciato dalle labbra sofferenti della Rossa gli fa smuovere appena la testa in direzione di lei < Ren? Non era il nome di tuo... ?! > ma non completa la frase, affatto, per lui quel nome ricondurrebbe a tutt'altra figura, ma non oggi, non ha smesso di parlare all'improvviso poichè i suoi occhi avrebbero scorto la Seimei che porta lo stesso nome del fratello defunto della Ishiba, affatto. Il cuore di pietra diventa ancora più gelido, il fiato si spezza e la mancina si schiude, la sigaretta cade a terra e rimane lì sul suolo, abbastanza vicino al piede da non venir presa dalle correnti che lo ammantano, per quanto della cosa gliene freghi veramente poco ora come ora, data la figura che avrebbe scorto più avanti, più in là, distanti una ventina di metri < Non... Non è possibile. > gli occhi quasi del tutto spalancati, l'attenzione del Kagurakaza che vien smossa in direzione del punto nel quale Itsuki starebbe guardando, uno scorcio di quella figura ineterea dai capelli bianchi, un inasprirsi dell'espressione del fu Principe, che si macchia di incredulità <{ Oh Kami, no, ti prego. }> e rotea gli occhi, rossastri anche essi visto che Eiji quando sopito è raffigurato con le sue sembianze di un tempo, innervosito dagli sviluppi che potrebbero crearsi allo scorgere di quell'immagine più in là, di quello spirito che appunto nulla sarebbe di più che un banale ed inutile spirito <{ È solo finzione, uno scherzo del destino, non- ! }> ma nemmeno avrebbe tempo di terminare la frase che il Goryo, senza pensarci chiaramente due volte, vedrebbe di muoversi in direzione di quella figura, passo scattante e frettoloso, non gli importa di niente e di nessuno, ne dell'altra gente, dello scompiglio generale, delle farfalle o dei pipistrelli che siano. Vorrebbe provare a chiamarla, vorrebbe provare a dire il suo nome di nuovo, anche solo che sia per l'ultima volta, è lei, deve essere per forza lei visti i capelli candidi, il kimono ed i segni sulle braccia, non può sbagliarsi. Ma allo stesso tempo, dentro di lui, un nodo serrato in gola composto dai sentimenti forzatamente repressi, gli impedisce di esprimere qualsiasi vocalizzo, nessun tono, neanche una sillaba, soltanto quell'incedere nervoso che lo porterebbe ad allungare una mano, la mancina, in direzione di quella manica del kimono, all'altezza del gomito. Dunque? Quale sarà la verità? { Ck on - Manipolazione Fuuton }

Quello spirito maschile, vestito in maniera elegante e formale si arresta, come se qualcosa lo avesse chiamato, come se il motivo per la quale era visibile questa sera, era lì ad accoglierlo e così è. Si arresta, con uno sguardo pensieroso, come se gli anni passati nell’oblio gli avessero fatto dimenticare l’io, l’ego, la sua persona e il suo nome, tutto eroso dall’inesorabile passare del tempo nel mondo dei morti, nell’ade, processo necessario al fine di pulire un anima e prepararla alla prossima vita, eppure a tutti noi è capitato di emozionarci per situazioni a noi estranee che tuttavia sentiamo nostre, quei brividi lungo la spina dorsale che ti fanno alzare i peli cutanei e fanno venire la pelle d’oca, con quel nodo alla gola e una lacrima che prima ancora che te ne renda conto è lì a bagnarti le gote del viso. È quello che sta accadendo in questo momento a quello spirito, il suo ultimo ricordo, l’ultimo baluardo di quella memoria che lo ha definito come persona, quel ricordo che non può e non vuole dimenticare a nessun costo era lì e lo stava chiamando. Si volta verso la rossa, Byakko si fa definire, un nome casuale ? Non credo, quel filo li conduce ancora insieme, Byakko, nella mitologia lo spirito guardiano del Nord, Tigre bianca nonchè nome che Ren stesso utilizzava prima che quelle tigri non lo riconoscessero come uno di loro, nome che per eredità era giusto passasse a Sango, colei che ha superato quello che Ren aspirava ad essere. Quelle iridi in un primo momento spente e vitree, come quelle pozzanghere calpestate, con acqua torpida, ecco che guadagnano uno splendore di coscienza e così, quell’uomo si gira proprio verso la figura della rossa che si stava avvicinando a lei, donandole un sorriso nostalgico. Itsuki invece dal canto suo ha un approccio più diretto, spintonando chiunque si pari in mezzo tra lui e quella che sembra essere una figura a lui nota, esile e aggraziata nonostante comunque l’età di quella donna. Quella mano trapassa da parte a parte quel gomito in quanto la figura è eterea. Quella pelle candida e pallida ha comunque note rosate le quali risalgono e sono visibili da quel colletto dell’haori tradizionale che veste in questo momento. Le movenze sono quelle che Itsuki conosce bene, eleganti, come se quella figura non fosse mai spirata da quel piano terrestre. Data la nuova angolazione, Itsuki potrà vedere quei tratti visivi a lui indimenticabili, le emozioni possono essere state represse ma di fronte a quello che sta vedendo adesso, può davvero tenere chiuso quel cassetto a chiave? Quella cicatrice formata da quei due kanji sopra l’occhio destro non è nient’altro che la prova di quella figura che ha sempre voluto rivedere, Kurona, eppure il viso non traspira nulla così come le orbite oculari. Si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima e , proprio per questo, quegli occhi rossi accesi non sono presenti, al posto loro solo il vuoto più nero di tutti. Non volge lo sguardo per il momento a Itsuki, non lo vede, come potrebbe. Forse è il caso di chiamarla? [turni liberi][ambient aperta]

00:15 Sango:
 Il puro candore, una notte d'inverno gelida ma gentile, uno sguardo freddo e caldo, cosa non è stato per lei quell'uomo? quel ragazzo spirato in età troppo giovane? Ode le parole vicine, un suono che riconosce , un breve sguardo stralunato per Itsuki, lontano, come se non fosse veramente li. Non ha tempo per lui, non vuole passare quei brevi attimi a cercar di capire, viverli sembra il modo adatto per continuare. Avanza, il passo poco più veloce, non si avvede della figura di Kurona, la stessa che un tempo fu portatrice di pioggia e di un dio chiamato Pain. Non si ferma davanti agli altri, quelli che come lei stanno cercando di andare a raggiungere i propri cari, ne quelli che fuggono da un passato tormentato e orribile. Vi si sta buttando con tutta se stessa, lo chiama, la voce disperata, il passo che arranca veloce e sempre più goffo nel non rendersi conto nemmeno della strada, di sassi pietre, nulla, solo di lui. Lo raggiunge con la voce, il volto che si mostra delicato, dolce, candido, puro. Non vi è altro uomo più bello in quella terra, ne mai ve ne saranno ai propri occhi, e quel sorriso che le volge, triste, stanco eppure sempre lui < REN > un urlo per avanzare ancora di più, cosa importa se spintona qualcuno? se lo butta giù? Nessuno è più importante di lui adesso e del raggiungerlo < REN NON ANDARE > non vuole che scompaia in una nuvola, in un pensiero, vuole, deve parlargli, deve farlo! < ti prego , parlami, almeno adesso > un sussulto e quelle lacrime che lente iniziano a sgorgare dagli occhi chiari ma mai quanto i suoi, ancor più azzurri e celestiali < sto facendo tutto per te, ti prego > corre adesso, avanza veloce come il vento, per coprire quell'ultima distanza prima di fermarsi ad un singolo metro da lui , sempre che sia stato possibile, per vederlo da vicino , per sentire un poco di più la sua presenza < adesso che posso vederti prima che io muoia > un orologio il proprio che lento sta scadendo, verso la fine di tutto. La destra che si solleverebbe, titubante, tremante verso il suo viso, verso la sua stessa pallida guancia, per provare a sfiorarlo delicata, per comprendere se possa davvero sentire una piccola parte del suo calore e che quello non sia solo il ricordo di una pazza < Ren > poter pronunciare quel nome a lui stesso e sentire quella breve libertà , solo loro adesso, in quella piccola bolla < non lasciarmi > non di nuovo. Le lacrime che scendono di nuovo, veloci come torrenti, impetuosi eppure pulisce gli occhi velocemente per non infangare la vista stessa e poterlo vedere davvero, con gli occhi di una donna che guarda un uomo e non quelli di una bambina. [chakra on][vesti akatsuki]

00:26 Itsuki:
 E le circostanze porterebbero Sango ed Itsuki a dividersi, separarsi con diversi metri tra di loro, l'uno rapido dalla figura spiritica che possa influenzare l'altro. Eppure, un Itsuki ben più freddo e legato al raziocinio, in quel toccare della manica nullo, andrebbe a sospirare appena, sostenuto a sua volta dalle parole del Kagurakaza che da dentro andrebbe appunto commentando, tronfio nell'aver ragione, con una semplice scrollata di spalle ad accompagnare il suo tono mellifluo <{ Umpf.. Visto? }> è il suo unico commento riguardo alla fallace figura che comunque, al denotare di quei particolari, non potrebbe far altro che apparire come Kurona, o presumibilmente il suo spirito, agli occhi del Goryo. Ma il Corvetto, come ben sapete, ha combattuto giorni e giorni al fianco del Kagurakaza per sopprimere i propri sentimenti e risalire dal pozzo nel quale era rimasto invischiato nella pece, non ci sta, lo sguardo si abbassa ed un'ombra si staglia sulla parte alta del viso, la dritta si stringe attorno al manico di legno dell'ombrello, tremula appena mentre le nocche sbiancano al di sotto del guanto, i denti presi da un lievissimo digrignare, il respiro che andrebbe a rendersi più affannato ed irregolare, se solo la rabbia non fosse un sentimento represso come tutti gli altri. Sentimenti che tentano di tornare a galla, ma che ha intenzione di annegare con tutto se stesso < Tu... Qualunque cosa tu sia.. > e risolleva il viso, gli occhi velati da un che di truce, un astio ben più marcato e rovente del solito, quasi ci fossero lapilli a sprizzare dalle scarlatte, il tono si fà più marcato e meno freddo del solito, imperioso in un certo senso < Come osi anche solo pensare di assomigliare a /lei/ mh..? > e così come la dritta anche la manina si stringe su se stessa, i tricipiti contratti in quello stringere che fa stridere i muscoli, la mandibola lievemente serrata, è in grado di contenersi il più delle volte e di non cedere agli ostacoli sepolti nel profondo di se stesso, ma davanti anche solo ad un'imitazione della sua Dea le cose risultano più complicate del solito. E se deve aggrapparsi a qualcosa, allora si aggrapperà all'Odio, piuttosto che all'amore, perchè non sempre si spera che i nostri cari vivranno come vorremmo, una volta che non potremo stargli più accanto. { ck on - manipolazione fuuton }

Ren non sembra risponderle e anzi, quando questa si avvicina ecco che alza lo sguardo al cielo e quegli occhi azzurri come il ghiaccio si chiudono nuovamente. Riflette e concentra quel briciolo di ego riottenuto proprio a quella sensazione che l’ha accompagnato una vita e che ora, nel momento in cui è stato richiamato, è ancora lì, peccato che con il corpo in quelle condizioni, con solo lo spirito, questo non ha tatto e non può fare altro che immaginarsi quella sensazione di essere bagnato ancora una volta da quella pioggia per la quale ha dato tutto. Quella mano di Sango anche questa volta, come per altri, trapassa la figura dato che non ha una forma fisica, mala percezione della Jonin è sviluppata al punto dal poterne ereditare frammenti, memorie, ricordi, i quali uniti a ciò che Ren ancora rappresenta nel cuore e nella mente dell’Ishiba, potrebbe renderla in grado di capirne i pensieri del fratello a grandi linee, coadiuvata da quelle immagini mentali che le vengono trasmesse. “La pioggia, non pensavo potesse mancarmi” potrà sentire quella voce a lei familiare ancora una volta riecheggiare nei tamburi delle proprie orecchie e riscaldarne l’animo. “Vedo che sei diventata ciò che io non sono riuscito a essere” le comunica con quel modo di fare fraterno e amorevole che ha nei confronti della sorella, uguale a come si è sempre comportato nei suoi confronti, guardando oltre la donna che è diventata, bensì la tigre che ora è. Itsuki invece decide di arrabbiarsi con quella figura che ha di fronte, non ottenendo però nulla in cambio da essa, non è uno spirito colei che ha di fronte, quell’anima è stata da tempo perduta e non è nell’ade, è stata rimossa dal ciclo di rinascita che tutte quelle anime affrontano e di conseguenza non può capirlo. Si muove con eleganza, la stessa che avrebbe avuto quando era ancora in vita. Consola tra le braccia, in un drappo dorato, qualcosa che sembra avere una vitalità opposta. Si muove, vivace, e proietta sul viso di quella donna una felicità che difficilmente le è mai appartenuta. La mancina libera s'immerge di tanto in tanto in quella fossa dorata, carezza e giochicchia. Alza quello sguardo solo una volta, volgendo quegli occhi vuoti alla figura di Itsuki e dall’orbita destra una lacrima le cade sul viso, porgendogli quel fagotto che aveva in braccio ora al Kagurakaza. Quel vestito, lo stesso che aveva in morte, comincia a sventolare nel vento, mentre da quegli occhi vuoti vengono generate delle crepe che corrono lungo il viso inesorabilmente, finendo poi con lo spaccarsi e sgretolarsi per terra, come un vaso vuoto quando si rompe, dato che quello non era nient’altro che il guscio vuoto della sua amata. Se Itsuki scosterà quei lembi d’orati di quel fagotto, sarà accolto da un pallore candido e un innocenza infantile, capelli neri come la notte e occhi rossi come il sangue, un infante di circa tre, quattro mesi. Come tutte le cose belle però, è giusto che anche questa storia finisca e, nonostante sia sicuro che non lo avreste notato comunque, dato ciò che avete tra le mani adesso, una figura atterrerà sul portone Blu demoniaco <È tempo di tornare anime. Non appartenete più a questo mondo.> direbbe, lasciando ai presenti qualche ultimo istante , passando tra coloro che sono ancora intenti a riabbracciare i propri cari, porgendo loro dei sigilli all’interno di Fuuda. <A voi la scelta se farlo fare a voi, o a me.> non si permette di levargli quella decisione, dato che quel portale stava dando loro un opportunità più unica che rara, irripetibile, di riabbracciare i loro cari un ultima volta e liberarsi di un fardello che chissà da quanto tempo si stavan portando dentro.[turni liberi][ambient aperta]

01:10 Sango:
 Lo raggiunge, lo vede, sebbene non come lo ricordi davvero eppure quella visione la aiuta, le rievoca dettagli che aveva dimenticato. Quel suo sollevare il viso verso la pioggia stessa, la curva del suo collo, del suo mento, di quella bellezza che porta seco. Comprende anche perchè venisse ammirato, un Ishiba di alto rango come lui non avrebbe potuto avere altro che il meglio, e l'unica cosa che gli è rimasta è solo la morte stessa . Le parole sgorgano, veloci, fluenti, doloranti, e nella mente la sua voce si rifà strada, una voce dolce, delicata, in quel suo dire intimo per quel che significavano l'uno per l'altro < il tuo sogno non è mai morto, tu non morirai mai finchè ci sarà qualcuno che si ricordi di te > lei stessa avrebbe portato alto il ricordo di quel bianco capo clan , il sogno che lui aveva adesso è suo, un peso non da poco ma un giusto viaggio da affrontare < mi manchi ogni singolo giorno > un sussurro soppresso, un dire di qualcun altro, di qualcos'altro, e quel fuuda che le viene dato in mano e quelle poche parole. Il loro tempo è finito < grazie > un dire verso tutti e due < non avrei potuto chieder nulla di più, ma questo non è il tuo posto e non è ancora giunto il momento di stare di nuovo insieme > lo sente, lo sa che è giusto così, che quello non è il loro momento, che sarebbe avvenuto un giorno , chissà quando e come, ma le loro anime si sarebbero riunite e adesso sa che ci sarà un dopo con lui, che ci sarà un posto dove poterlo cercare e con cui stare per sempre ma fa così male che le manca il respiro < ti amo , Ren > un amore fraterno, nulla di più puro e genuino che possa esistere in quella crudeltà. Non permetterà che sia un altro a toccar la sua anima, sarà lei, consapevole adesso a riportarlo indietro < un giorno sarò con te.. attendimi, e in quel momento potrò raccontarti la mia vita > un sussulto, un singhiozzo di dolore al petto a toglierle il respiro. ne osserva ancora le sembianze imprimendosele dentro a fuoco per non dimenticare mai . Solleva lentamente il fuda davanti a se, verso il suo stesso petto senza staccar le azzurre da lui, da quegli stessi occhi, per affondarvici e per la prima volta lasciar sbocciare un sorriso innocente, un sorriso da bambina, in memoria di quel che fu < arrivederci..Ren > un ultimo sussulto prima di muover lei stessa il proprio chakra, lasciarlo scivolare verso il petto dolorante, verso il braccio destro..la mano, e infine quel fuda per attivarlo. Non sa cosa accadrà adesso, ma tace per non insozzar l'aria stessa con la propria voce, solo per coglier tutto di lui in quei piccoli attimi che gli son stati concessi. [stessi tag]

01:25 Itsuki:
 È tutto così sbagliato e disonesto da dare fastidio al Goryo, il quale superata l'interdizione iniziale si infurierebbe appunto con la figura in questione, non è uno spirito, non ha idea di cosa sia, non è un anima, non gli interessa. Qualsiasi cosa sia o non sia, non sembra dargli minimamente retta e, per quanto razionale il Corvetto possa essere, comprende che deve agire se vuole sapere di più riguardo quella visione, per quanto effettivamente non ha intenzione di lasciarsi a turbare nei giorni a venire, no, tutt'altro, vuole chiuderla lì. E quel giocare con qualsiasi cosa abbia in braccio la finta Kurona, quell'ignorarlo e dedicarsi esclusivamente al fagotto che stringe tra le braccia, lo farebbe innervosire ancora di più, un rapido passo in avanti atto a scavalcare quell'immagine fallace e fasulla, un voltarsi di quasi centottanta gradi per pararsi davanti a quell'unica cosa che in un certo senso sembra reale, una stoffa tangibile che ovviamente lui non può riconoscere come l'abito funebre della sua Dea, immobile < Cosa significa... Cos'è questo...? Parla maledizione! > ma probabilmente sta domandando a qualcosa o qualcuno che non gli risponderà mai, alza addirittura il tono di voce e le corde vocali si scaldando, un braccio vien allungato con un misto tra indignazione ed il voler cessare quella sorta di attesa snervante prima di una rivelazione, la mano si allungherebbe oltre la barriera di vento e dirigendosi verso un lembo di quel drappo elegante, potrebbe scorgere quella figura. Sembra che dentro vi sia un bambino, ne troppo grande ne troppo piccolo, non è certo esperto di bambini ma ha qualche ciuffo di capelli neri e sembra avere degli innocenti occhi rossi. Silenzio, osserva con le labbra appena schiuse mentre Eiji da dentro tace, confuso probabilmente tanto quanto Itsuki, per quanto non sia lui a vivere l'esperienza in prima persona a differenza del Moro, il quale dopo un primo istante di interdizione, scosterebbe la mano che reggeva l'angolo della stoffa, con un fare decisamente scostante ed inviperito, come fa uno spirito a reggere quello che sembra un umano tra le sue braccia? Perchè questo messaggio, cosa dovrebbe significare? Le domande sono molte, ma tutto ciò che uscirebbe dopo qualche istante di silenzio dalle parole di Itsuki è sostenuto dalle parole di una figura che si posa nei pressi del portone, volge lo sguardo in direzione di quella figura con il proprio ordine, per poi tornare verso il fantasma, lo sguardo verso il basso < ... Vattene. > i pugni serrati, il nervosismo che oramai permea ogni fibra del corpo, non ha intenzione di andare oltre, non vuole sapere nient'altro a riguardo ed a patto che tutto ciò finisca ora è disposto a fregarsene di quella figura appena giunta, permettendogli di portare via le anime o qualsiasi cosa siano, evitando che portino ulteriore scompiglio in questa serata. { stessi tag}

Era chiaro anche a Ren che quel suo sogno era stato portato avanti ed ereditato da sua sorella, prima cosa che appunto ha notato. Non le chiede di Kimimura, quello è un momento solo loro due e così deve essere. <Che ci fai qui? Così lontana da casa.> le chiederebbe infine un ultima volta a sua sorella. Sa tutto, sa di come lei ha stretto quel patto con le tigri solo grazie alla perdita di suo fratello, dei sacrifici che ha fatto, dell’evoluzione che ha avuto e infine di quelle vesti che ha oggi addosso. A quelle parole di amore fraterno non può che rispondere ricambiando, mostrandosi affettuoso con la sorella come fu in vita quando quel cuore ancora batteva nel suo petto. Annuisce a colui che è il custode dell’Ade e infine, quando Sango attiva il fuuda e lo saluta, una volta per tutte, ecco che gli escono quelle ultime parole dalla bocca <In te rivedo la forza di Konan. Sono fiero di te sorella, no Byakko> la chiama con quel titolo, lo stesso che viene ereditato da coloro che dovrebbero possedere proprio il secondo anello, il bianco che va al medio della mano destra, di quella tigre bianca. Quello spirito viene risucchiato in quel fuuda, lasciando così un lascito a Sango che potrà avere sempre con se, un frammento di quell’anima mentre il resto si avvia verso quel cancello, che apre sia gli occhi che le ante di quel portone, risucchiando dentro gli altri spiriti di quelle anime. Itsuki invece avrà modo di arrabbiarsi di nuovo con il nulla e di certo quella bimbA, perché è una signorina, lo guarda dal basso del torpore di quel fagotto con quegli occhi rossi come lui e come sua madre, il viso ha tratti che ricordano il Kagurakaza, così come quei capelli corvini che non appartengono di certo alla madre. Dal momento che Itsuki la terrà in braccio, potrà percepire solo una sensazione di sicurezza e acqua, ricordi di quello che è a tutti gli effetti nel grembo di colei che lo stava portando dentro di se, un parto che non ha mai visto la luce del sole e che sarebbe dovuto essere così in vita, se solo non fosse accaduto ciò che è successo. Così come Ren anche quello spirito viene assorbito da quel portone e con esso a Itsuki non rimane nulla se non domande e dubbi probabilmente alla quale difficilmente potrà darvici una risposta, o che ci sia un modo per parlare con lo spirito della sua dea, la quale risiede altrove e non nell’Ade? L’ospite finisce con il mordersi il pollice e comanda a quel portone di tornare nell’entro terra, sparendo poi così come era arrivato, mentre la situazione si ripristina quasi alla normalità, potrete di tanto in tanto vedere comunque quei pipistrelli e farfalle in cielo, così come la sporadica anima qua e la, almeno fino a che il velo tra i due reami non verrà ripristinato.[end]

Così come negli altri villaggi,anche a Oto si libera il fenomeno delle anime con quel portone blu questa volta, il terzo.
Itsuki e Sango hanno modo di rivedere persone a loro care anche se di per se quegli incontri sono totalmente diversi, frutto del fatto che uno è ancora un anima mentre l'altra è un guscio vuoto.
Tante emozioni, spero di aver dato giustizia a questi due personaggi e che vi sia piaciuta.

Bravissimi entrambi <3