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con Rasetsu, Sango

21:21 Utente anonimo:
  [Albero] È ormai sera e il giovane allievo si trova nel bosco di Shukosato, intento a fare un allenamento in mezzo alla natura selvaggia. La voglia d'imparare è tanta, vuole apprendere quanto più possibile e migliorare le sue capacità, così da poter un giorno vendicare il suo vecchio Satoru Miyamoto, colui che l'ha cresciuto e che è stato ucciso a sangue freddo. Non indossa nulla di particolare, un Kimono nero, fatto su misura così da non limitarne i movimenti e risaltarne allo stesso tempo le forme corporee, oltre un paio di calzature note come Geta, che altro non sono che una sottospecie di sandali. Non porta con se equipaggiamenti di sorta, in quanto non è in grado di usarli e in un certo senso gli dispiace, ma non può farci nulla. Appare come un giovane ragazzo sui diciassette anni, dalla muscolatura perfettamente bilanciata e simmetrica, tipica di chi predilige l'agilità e la velocità nei movimenti alla forza bruta. Una lunga e liscia chioma corvina, legata in una coda di cavallo con un laccio, ne incornicia il volto dai tratti delicati e piacenti, dal quale spiccano due occhi verdi e vitrei. Fatto sta che, questo ragazzo, continua ad avanzare imperterrito per il bosco. Il passo è lento al momento e tranquillo. Tiene le orecchie ben aperte, così da cogliere ogni eventuale rumore e segnale di pericolo, rimanendo dunque in allerta. Andrebbe a incanalare aria nei polmoni dal naso, soffiandola poi tutta fuori dalla bocca. Si preparerebbe, andando dunque a chiudere gli occhi, così da concentrarsi meglio durante l'impasto del Chakra. Tenterebbe dunque di rilassare ogni singolo muscolo del corpo, dalla cima ai piedi e porterebbe poi ambedue le mani all'altezza del plesso solare, formando il sigillo della capra. Ora che è nella posizione idonea all'impasto, andrebbe a richiamare prima l'energia corporea accumulata da tutte le cellule del suo corpo e solo infine quella psichica. Si concentrerebbe dunque, immaginando come due sfere poste sulla fronte per l'energia psichica e sul ventre per quella corporea. Farebbe dunque fluire il tutto nel sistema circolatorio del Chakra, fino a raggiungere l'altezza delle mani. È qui che, se riuscito nel suo intento, andrebbe a creare come una sorta di mulinello con le due energie, facendole vorticare tra loro e producendo nuova energia per il suo corpo. Fatto ciò, andrebbe ad appoggiarsi al tronco di un albero con la schiena, riprendendo fiato. [Tentativo impasto Chakra][Chakra 15-2]

21:23 Sango:
 Quel potere lo sente scorrere dentro di se, nel proprio corpo, nella natura che la circonda selvaggia e silenziosa, impetuoso come cavalli di mare che sfondano sulla spiaggia in ogni movimento che compie, ma è come se stesse danzando con la notte stessa. Un vento scuro, nero, uno sciame di carta ad origami che non hanno una forma ben definita ma un agilità sorprendente, unica, mai ha provato qualcosa di quel genere. La propria innata che scorre sulla propria pelle, cos'è stata prima vivere? Cos'è stato sentire la natura, gli odori, la vista più aguzza, in confronto a quello che sta vivendo adesso? Nulla. Ha lasciato la propria temporanea dimora di Oto per correre, per una volta non è alla ricerca di nulla, solo per provare quella sensazione di brio che la eccita non poco. Sorriderebbe se solo il viso potesse vedersi , fremerebbe di puro desiderio, di uccidere ? Si, lo vorrebbe davvero molto venendo meno a quel che la propria natura ricerca. Ormai il paese dell'aria è dietro le spalle mentre si dirige consapevole verso quel bosco , uno dei più belli eppure nelle stagioni fredde, quelle che stanno vivendo adesso, somiglia ad un covo di tenebra, circondato da quelle ragnatele che rendon tutto più lugubre. Movimenti, rumori, qualcosa, qualcuno che si staglia lontano sa se , eppure potrebbe raggiungerlo , ucciderlo, sorpassarlo, tanti sarebbero i modi per poter avanzare, ma dove? La terra dell'erba è vicina, quella del fuoco la sta calpestando. Ed eccola li, intenta in quel momento a rimirar l'essenza altrui, un ultimo stacco silenzioso con quell'innata prima di ricomporsi, esattamente dietro le sue spalle larghe. Il viso riprende corpo, il petto, il busto, le braccia ma rimane circondata dalla propria essenza che la lasciano fluttuare nel nulla. Ne osserva il corpo, il fisico ben disposto, i lunghi capelli neri e la curiosità accende quello sguardo di puro azzurro vivo, mare tempestoso che questa notte s'è risvegliato < cosa ci fa qualcuno da solo in queste scure foreste.. a quest'ora della notte > sussurra calda, suadente in quella natura, circondata dalla sicurezza che le appartiene . Sosterebbe dietro lui, a 6 metri di distanza, li ove gli alberi son fitti e la natura la protegge. I lunghi capelli rossi resi una macchia di sangue scura, scompigliati per via della velocità, e quella veste, lunga nera cappa che avvolge il corpo e l'essenza che circonda il morbido corpo. Questa volta è stata lasciata aperta sul davanti eppure le rosse nuvole sono visibili, a chi ha occhi per guardare < dimmi giovane > sussurra ancora senza avanzare, un bieco sorriso si forma su quelle morbide e rosee gemelle < non temi la notte?> tace adesso, la veste che mostra un singolare kimono , rosso quello con un piccolo ricamo argenteo li sul cuore, il simbolo del proprio clan. Lei è la capo clan. [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku IV]

21:42 Utente anonimo:
  [Pressi albero] Il giovane Tsuyoshi or dunque appollaiato sul tronco dell'albero, intento a riposarsi un attimo prima di ripartire per il viaggio d'allenamento, perché sì, di fatto si sta allenando. Perché scegliere un luogo così tanto pericoloso come metà di questo allenamento? Non è dato saperlo... Follia? Forse, fatto sta che rimane lì senza remore ne timore, convinto che tutto ciò possa migliorarlo, enormemente anche, sempre se sarà in grado di uscirne vivo. Rimane lì, inspira ed espira un paio di volte, facendo diminuire il battito cardiaco e dandosi una calmata. Le orecchie rimangono aperte e attente, pronte a percepire qualsivoglia rumore. A dirla tutta, la tentazione di sparire è tanta, Konohagakure no Sato l'ha deluso a livelli tali che non riesce nemmeno spiegarlo, quindi perché non andare via? Questo si chiede il giovane dai lunghi capelli corvini, che va a smuovere con un veloce gesto della mancina, portandosi la coda di cavallo lungo il proprio petto. Pensieri che lo tormentano, ricordi di periodi passati, di morti e tante altre cose che non vorrebbe ricordare, tutte cose che non lo lasciano dormire la notte. Chi è lui? Da dove arriva? La sua famiglia, chi sono? Tutte domande a cui non ha trovato ancora risposta. Immerso nei suoi pensieri, quando all'improvviso sente una voce a lui sconosciuta, sobbalza di colpo sul posto. Le verdi iridi saettano quindi sulla figura di Sango, la guarda dalla testa ai piedi e viceversa. Ci mette ben poco a riconoscerla, come membro dell'Akatsuki visto il vestiario e quei capelli rossi lo portano a pensare che si può trattare solo di una persona. <...> Non gli viene alcuna parola al momento, solo un intenso e gelido brivido che gli percorre la schiena. D'istinto, la prima cosa che gli viene da fare, è quella di chinarsi e fare un inchino. <Temo la notte, sarei uno stupido se così non fosse ed è perché la temo, che desidero affrontarla e diventare più forte.> Direbbe con fare visibilmente rispettoso, rimanendo ancora chinato e aspettando il permesso per rialzarsi. <Non immaginavo di trovare una Kunoichi di tale fama, qui nel bosco, è un onore.> Aggiungerebbe infine, andando poco per volta ad alzare lo sguardo e cercando il contatto visivo con Sango. <È forse giunta la mia ora? Gli Shinigami stanno giungendo qui per prendermi?>

22:01 Sango:
 Osserva, cacciatrice come la regina delle tigri, più simile ad un'animale questa notte di tutti i momenti della propria vita, con le iridi sottili e feline, la posa semi nascosta e lo sguardo di quel vivido azzurro puntato su di lui. Un ulteriore passo per unirsi anche lei alle cose antiche, a evocazioni, ad il mondo stesso per tornar ad essere sua parte integrante, ma non ancora è giunto il momento di tornare ad esser polvere. Lentamente andrebbe ad avanzare, o meglio, levitare verso di lui, lasciando che la propria innata possa palesarsi nei deboli raggi lunari che la colpiscono. Inclina lievemente il capo quando l'altro sobbalza eppure comprende il perchè. Non smette di avanzare, lenta ed inesorabile verso di lui < dovresti abbracciarla, lasciare che possa cullarti > un sussurro che vuole esser intimo, dolce cantilena che soave va a lambire l'aria tetra e notturna eppure in quel che dice, dice il vero per se stessa. Lenta come un fantasma andrebbe ad avvicinarsi, lentamente , per poterlo osservare meglio da vicino in quell'inchino che le fa < non serve inchinarti, non ancora. Giungerà il momento in cui molti dovranno farlo > un sorriso che snuda i denti , bianco latte che si pone come unica candida visione per il loco stesso < davvero? > sussurra un poco divertita, non sta giocando eppur quelle risposte le piacciono < oh no, i kami non sono giunti con me, alcuno coglierà la tua vita questa notte > un piccolo doppio senso per se stessa, per quel che conosce, per quel kami che vive sulla stessa terra e che osserva tutto con quegli occhi viola . Concede l'altro quel piccolo sollievo, non è li per lui, per coglier la sua vita innocente o meno che sia, non è un assassina < cosa ti hanno raccontato di me..Byakko, Mukenin, Jonin di Oto.. appartenente ad ame? > un lento giro inizierebbe con lui come centro fisso, gravità che attrae la donna sebbene si tenga a distanza di un metro ma il viso non si allontana dal suo < che sono un'assassino? Una traditrice? Che odio vedere Kusa e Konoha? > assottiglia gli occhi < son curiosa di sapere cosa si vocifera di me..sebbene spero che vi sia una lieve paura > troppi hanno cercato di pestarle il capo, i piedi, di gettarla dell'abisso stesso, e li, in quel punto più profondo, più oscuro della propria anima v'è rinata , bruciante stella danzante a bruciar lo stesso mondo ove compie i propri passi . Non scosta il proprio sguardo, non teme lui, non teme quella foresta ne quei ragni , in quel momento desidera solo danzare , per una volta non accorta, non sulla difensiva, libera di potersi ergere nella bellezza che le ha donato un clan < ma io non conosco te > sussurra quasi smielata < hai un bel viso, se ti avessi incontrato, l'avrei ricordato > colei che apprezza la bellezza nelle minime cose, in quel che per lei è perfetto o ne rasenta l'esistenza stessa. [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku IV]

22:23 Utente anonimo:
  [Pressi albero] Miyamoto rimane ancora inchinato, al cospetto di Sango Ishiba, da molti nota come Byakko, la quale teme e rispetta allo stesso tempo. Due sentimenti contrastanti, che lo portano a sorridere con fare sincero e delicato, ma che al contempo provocano intensi brividi lungo tutta la schiena, facendolo tremare come una foglia. Brividi che vanno poi ad attenuarsi quando, Sango, apre bocca e gli risponde. Annuisce semplicemente alle prime parole, ritrovandosi decisamente d'accordo. Le iridi verdi, occhi vitrei ed equiparabili per lucentezza a quelli di un non morto, tipici di qualcuno perso nel vuoto assoluto e che non ha più nulla da perdere, continuano a osservare la donna dai capelli dello stesso colore del sangue. <Sei a me superiore, è mio dovere inchinarmi, ma farò come richiesto...> Va dunque ad alzarsi lentamente in piedi, cercando costantemente il contatto visivo con la donna appena incontrata. <Davvero!> Aggiunge con tono deciso, con la sua solita voce baritonale. Sospira all'udire che nessuno prenderà la sua vita, si era quasi convinto di dover morire. <Ho sentito molte cose su Byakko, sei indubbiamente famosa, tuttavia mi sembrano parole dettate dall'astio di un popolo a te nemico e quindi non affidabili, chi può assicurarmi che ciò che dicono sia vero? Non so se mi spiego...> Darebbe dunque la sua spiegazione in merito, rimanendo immobile come una statua di marmo in posizione eretta e aspettando che sia l'altra ad accorciare le distanze. <Dicono esattamente quanto hai appena detto, ma io non sono nessuno per giudicarti oppure incolparti di cose che non sono nemmeno certo tu abbia fatto, avrai le tue motivazioni, questo è quello che penso.> Aggiungerebbe in merito, continuando a fissare senza ritegno Sango, tenendo le verdi iridi sul volto altrui. Al sentire quel complimento finale, le gote arrossiscono leggermente. <Sono Tsuyoshi Miyamoto, allievo di Konohagakure no Sato. Tuttavia... Mi sento tradito, sento come un vuoto incolmabile dentro di me, un vuoto impossibile da riempire e la cui colpa è del villaggio al quale appartengo.> Sospira, riprendendo fiato e ricominciando poi subito a parlare. <Certe volte... Mi chiedo perché rimanerci, non sarebbe meglio andarmene? Tanto è come se fossi un fantasma, il fantasma di Konoha, quindi morire nel tentativo non cambierebbe tanto le carte in tavola.> Conclude dunque così, aspettando una eventuale risposta altrui.

22:44 Sango:
 I brividi altrui li percepisce, come un gatto mezzo ritto ma che fuseggia allo stesso tempo, paura e desiderio, quante volte quei due mondi si son visti tanto vicini da assottigliarsi e amalgamarsi tra di loro? < non sono un tuo superiore, non sono un ninja che di Ame dopotutto > non è altro che pioggia e sangue, dolore e disperazione, il residuo di un antica guerra che ormai s'è consumata lasciando su di lei i segni evidenti di un torbido passato. Ode il suo dire, e mentre l'altro narra, il suo fiato e la sua voce ad impregnar il tutto, ecco che giungono quelle piccole farfalle lucenti, come piccole scie di luce che si inerpicano intorno a loro. Un segno, un ulteriore segno che quelle strane figure siano accanto a se, fantasmi? Forse. Un brivido sale lungo la propria schiena, ne prova timore, paura, di qualcosa che possa vedere, di un viso che potrebbe riconoscer li in mezzo per crollare di nuovo preda di quel dolore antico che porta seco. Un fratello morto, sangue sulle proprie mani, un cammino , un purgatorio per espiare le proprie colpe, ecco cosa sta compiendo in quella vita < so cosa dicono, immagino che Furaya e Y-> no non riesce nemmeno a pronunciar quel nome senza che la paura attanagli il proprio stomaco, che il disgusto possa prender piede nel corpo stesso < e l'hasukage abbiano fatto la loro ..propaganda > un sibilo stretto, tagliente, gelido come l'inverno a nominar , a pensar solo a lui! Anime bianche, trasparenti, qualcosa che non appartiene a quel mondo che riempie quella foresta stessa , pesi vaganti di mondi passati alla quale non vuole prestare attenzione. I morti devono rimanere tali, il loro ricordo basta, la loro presenza serve solo per affondarla. < di chi sarei traditrice? Di un villaggio che non mi appartiene? Di una scelto che ho compiuto? > molte son le domande, di risposte se ne hanno pochissime < ho il mio sogno, non ho motivazioni Tsuyomi Miymoto > mette li quella linea di demarcazione che desidera avere con il resto del mondo < ma sono pronta a riempire questo mondo del sangue di chiunque mi si pari d'innanzi > un lieve dire, un sospiro freddo che si libra in quella nuvola di calore che sale prima di sparire < un vuoto..quale vuoto? Konoha è sempre stata la patria della pace fasulla, dei bei argomenti e delle dittature > assottiglia lo sguardo qualche attimo ancora prima di sparire di nuovo in quella nuvola di nero per riapparire poco più lontano, qualche metro più a destra. Un movimento che l'altro non immaginerebbe nemmeno < allora va via, diventa forte e scegli per te quello che vuoi essere > una strada difficile, lastricata di dolore, corpi e morte stessa . La morte di una parte di se < perderai tutto quello che hai,ma quello che perderai e che potrà pesarti è quello che potresti avere ma che non avrai mai > un dire sottile, quasi dolorante, di un "se" e di un "forse" che per molto l'hanno torturata. Tutto sarebbe stato molto più semplice , avrebbe potuto amare Yukio o perfino lo Hyuga, avrebbe potuto vivere come una normale ninja, eppure ha scelto la strada del dolore . Una smorfia si forma sul bel viso, ormai non più così tanto giovane, sfiancato e segnato da tutti gli anni di guerre combattute < c'è un posto, non lontano da qui, che potrebbe aiutare te > e li si volterebbe di nuovo a fissarlo in viso < ma devi volere il peggio, devi volere la via più orribile che tu possa immaginare, e pensare che quella possa significare libertà > lampeggiano le iridi, la foga che la anima mettendolo davanti a quella scelta, a quello che potrebbe avvenire, al peggiore degli scenari che alla fine si realizza. [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku IV]

23:05 Utente anonimo:
  [Pressi albero] Continua a rabbrividire, ancora e ancora, senza il benché minimo di ritegno, non può fare altrimenti dinanzi a una delle figure più famose e potenti del mondo ninja. Ascolta le prime parole altrui e annuisce, rimanendo in posizione eretta e immobile come una statua di marmo, neanche attendesse da un momento all'altro il suo fato, un fato meschino e inevitabile per uno che di sfiga ne ha avuta a frotte. <Forse mi sono espresso male, non sei un mio superiore ma sei a me superiore, in tutto e per tutto. Prima che io raggiunga un simile livello, passeranno molti anni, sempre che io sopravviva.> Nel parlare di eventuale morte e forse sopravvivenza, non fa una minima piega, quasi gli venisse naturale di parlare di certe cose. È totalmente diverso dal ragazzo solare che era presente nel primo pomeriggio alla lezione in accademia, questa è la sua vera natura, una natura fatta di disagio e depressione. Solitamente, infatti, porta una maschera come a voler nascondere questo suo lato, ma lì, immerso nella natura, tutto ciò viene a mancare e lascia spazio al suo vero io. <È affascinante tutto ciò, davvero, ti rispetto veramente tanto. Sei senza dubbio uno Shinobi formidabile, è impossibile negarlo. Sono sicuro che riuscirai a realizzare il tuo sogno, sarai sicuramente in grado di realizzarlo.> Direbbe con tutta la sincerità del mondo e sguardo neutro, al limite dell'apatia. I brividi vanno poco per volta a scomparire, lasciando spazio a uno sguardo rassegnato e talmente vuoto da portarlo a pensare, facendogli digrignare i denti. <Il vuoto di non avere una famiglia, il vuoto di non avere nessuno al quale io possa affidarmi, il vuoto di non essere nessuno all'interno del villaggio, solo come un cane randagio, abbandonato da tutti e tutto...> Aggiungerebbe, sospirando. <Non sono poi così tanto diverso da un fantasma, se qualcuno mi guarda, dopo qualche minuto si scorda di me e divengo il nulla più assoluto.> Cerca di spiegarsi, facendo del suo meglio. <Perché dovrei lottare per un villaggio che mi ha abbandonato? Che non mi ha mai aiutato? Perché dovrei massacrarmi di allenamenti pur di aiutarli? Perché invece non pensare un minimo a me stesso?> Varie le domande che verrebbero emesse, alle quali probabilmente a Sango non importeranno un fico secco. <Tuttavia non posso andarmene, non ora per il momento, devo prima scoprire chi sono... Voglio scoprire di più sulle mie origini e il mio passato. Probabilmente i miei discorsi ti annoiano, chiedo venia.> Conclude dunque così, aspettando una eventuale risposta e continuando nel mentre a osservare la rossa.

23:42 Sango:
 Osserva l'altro mentre il corpo lentamente riprende forma , la vera forma del proprio corpo , le gambe che si formano, sottili sotto quella lunga veste che la copre. Sospira semplicemente adesso , il preludio a qualcosa di doloroso che sta arrivando. Il peso che ritorna a buttarla un poco giù, che cerca di prender il proprio spirito , il corpo per trascinarlo nelle ombre e nel nulla totale < ciò non vuol dire che una mera mancanza di esperienza > sussurra infine < il prezzo che ho pagato è stato alto > e ne è valsa la pena? Fino a quel momento, ancora in piena corsa in quel lungo tragitto, non ne ha idea, non sa quanto alla fine costerà a se stessa quel cammino, cosa rimarrà di se stessa in quegli attimi - Ignora, ci prova, quegli spiriti a ghermirle l'animo, a prender la memoria per ricacciarla indietro < davvero? > sospira di nuovo, si volta a guardarlo, umana e fragile quanto poche volte possa esserlo adesso, in quegli attimi, in quegli sbalzi che la portano su e giù in un altalena di emozioni che la divorano < davvero vorresti vivere ciò che ho vissuto, ciò che vivo, solo per un sogno? > si avvicina, veloce eppure umana, con le gambe che si muovono verso di lui, il viso incontro all'altro sollevandosi imperioso e tremendamente vicino, tanto da sentir quasi il respiro altrui sul proprio volto se solo l'altro l'avesse concesso < per realizzarlo serve sangue, serve vita..serve tutta me stessa e quel poco che m'è rimasto > sibila, quasi ringhia a volergli mordere quel collo < quel vuoto lo abbiamo provato tutti > in quel mondo ninja, tutti sono così, tutti sono forti e deboli ma soprattutto < soli > non si ritrae, lo sfida quasi per desiderio di cibarsi del dolore altrui per poter soffocare il proprio < siamo tutti soli, in ogni attimo di questa triste esistenza > guerre, sangue, quanto ha visto in quegli anni che porta sulla pelle eppure tutti segnati, tutti da non dimenticare < mi sono affidata sempre a ciò che sentivo, Konan Ishiba, fondatrice dell'akatsuki e colei che fu regina su tutto il mondo > per poco, molto poco tempo < lotta per te steesso, non importa del villaggio in cui stai, non importa di nulla se non del tuo desiderio più intimo > l'unico che l'ha tenuta a galla ogni attimo vissuto, un sogno, una visione più lontana < e in quel che sto facendo..non penso a me > sussurra per un attimo flebile, un sussurro come vetro che sta per infrangersi < eppure cerco di convincermi che sia per me..ma solo per ripagare la vita che ho preso senza alcun diritto > esce i denti, di nuovo, come fosse un animale < il tuo passato è importante, ma ciò che è più importante è quello che tu farai con quel passato, a cosa ti porterà > non s'allontana, lo sfida senza paura, perchè dovrebbe averne dopotutto? < il passato è la cosa a cui sono più legata insieme al futuro..entrambe le fila mi tirano al presente , il più importante > [chakra on][vesti akatsuki][Ishibaku IV]

E' il periodo in cui il velo tra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti s'assottiglia. Ed è proprio grazie a quest'ultimo che anche delle anime si sono riversate nel mondo terreno. Prima che tutto avvenga, Tsuyoshi e Sango riescono a sentire degli stridii di alcuni pipistrelli che sorvolano la zona del Bosco. Ne sono appena un paio, ma più che sufficienti per portarsi dietro delle anime biancastre. Nei pressi degli alberi, delle forme umanoidi biancastre iniziano a muoversi con passi lenti, sospesi nell'etere a pochi centimetri da terra. Non sembrano avere una forma solida, quanto più appunto eterea. Ognuno di loro potrà notare una figura spiccare maggiormente tra le due. Tsuyoshi potrà riconoscere il padre adottivo, morto di recente in circostanze sconosciute. Sta vagando in silenzio, come un'anima in pena, cercando di inoltrarsi negli alberi e sparire alla sua vista. Sango, invece, inutile dirlo, con la coda dell'occhio sarà subito attratta dalla visione che ha poco distante. Come se fosse richiamata da una forza sconosciuta, allo stesso modo dell'altro, sarà coinvolta nel girarsi. E se per Miyamoto c'è il padre adottivo, per la fanciulla non c'è altri che Ren. Suo fratello sta vagando sulla terra dei vivi, nonostante sia risaputa la sua morte. Etereo, vestito e ammantato di bianco, cerca a sua volta d'inoltrarsi nella foresta per sparire alla visuale della sorella. Si gira appena per guardarla, mostrando un debole ma fraterno sorriso. Non sentirà quella parola, quel nome, tuttavia il labiale sarà palese: "Sango". Tsuyoshi, in primo luogo, oltre ad essere attratto dal fantasma e dagli stridii dei pipistrelli dell'Ade, a sua volta potrà vedere sia Ren che il suo genitore adottivo. Chiaramente, sarà maggiormente attratto da quest'ultimo, ma a differenza dell'altra anima non riesce a trovarlo, non riesce a distinguerlo e neppure lo guarda. Non lo ha ancora notato. E' un bel quadretto di famiglia, non trovate? Ma non appena vi avvicinerete, non appena rivolgerete loro anche soltanto una parola, così come sono apparsi, spariranno come polvere nel vento. [ Interruzione volontaria per infastidirvi! Continuate in free ♥ ]

00:01 Utente anonimo:
  [Pressi albero] Il giovane Tsuyoshi rimane ancora nei pressi di quell'albero, sul quale poco prima si era appollaiato per recuperare energie. Non si allontano allo stesso, rivolgendo dunque la schiena a quest'ultimo e togliendosi ogni eventuale possibilità di fuggire, quasi come se fosse con le spalle contro un muro. Non che debba farlo, Sango infatti non sembrerebbe avere cattive intenzioni nei suoi confronti, almeno per il momento. Si sta infatti rivelando una chiacchierata interessante e che lo Shinobi apprezza non poco, qualcuno con cui potersi finalmente confidare? Chi lo sa, fatto sta che sta rivelando cani e porci a una persona che di fatto non conosce affatto, se non per alcune dicerie sul suo conto. Annuisce più volte alle prime parole altrui, trovandosi decisamente d'accordo, prendendo parola alle successive e dunque poco dopo. <Davvero!> Ripete, nuovamente, sicuro di quanto ha detto in precedenza, di certo non si rimangia le parole dette, non ne è il tipo. <È ciò che ci differenzia dalle comuni bestie, abbiamo obbiettivi, sogni e quant'altro. Ovviamente tutto ciò cambia di persona in persona, ma ci rende umani, sempre se così possiamo definirci...> Direbbe con un tono veramente poco convinto, almeno questa volta. D'altronde lui non ha sogni, ne tanto meno spera in qualcosa, ma un obbiettivo l'ha... Quello sì, scoprire di più sul suo passato, così da poter andare avanti nel proprio percorso e non rimanere bloccato in quel loop infinito in cui si ritrova ora. Un loop fatto di giornate tutte uguali, dove si alza, mangia, si prepara, va ad allenarsi, mangia, studia, mangia e torna a dormire per poi ripetere tutto da capo. <Ti ringrazio, le tue parole mi saranno molto d'aiuto...> Sospira. <Sembrerà strano, ma sei l'unica persona, dopo la morte del mio padre adottivo, con cui riesco confidarmi.> Ma è proprio verio che, quando parli del diavolo, spuntano le corna... Lui d'altro canto non si allontana, lascia a Sango la possibilità di avvicinarsi a lui, ma alcuni rumori di pipistrelli nei dintorni gli fanno distogliere lo sguardo ed è voltandosi che, poco dopo, potrà notare due figure eteree. Una non la conosce, ma l'altra lo lascia a bocca aperta e lo fa crollare al suolo, facendolo tremare più che mai. <Padre...> Borbotta, allungando poi la mancina in direzione del fantasma. <Padre!> Direbbe ora più forte, guardandolo e cercando di attirare la sua attenzione. <Sei veramente tu?> Domanda brevemente, vedendolo poi scomparire. <Padre...> Borbotta ancora, alzandosi poco dopo in piedi. <Che cavolo sta succedendo, era il mio padre adottivo, morto poco tempo fa... Tu ne sai qualcosa?> Domanda quindi a Sango, sperando che una con la sua esperienza possa dargli una risposta in merito.

00:17 Sango:
 Gira in quell'albero, lo incatena li al suo posto senza possibilità di sfuggirle via, inutile saper adesso cosa voglia farne se l'attrazione che ne sente è alta, il viso la attrae, dolce in quel che fa eppure se ne crogiola soltanto < davvero hai un bel viso > chi fu colui che la portò quasi fuori dalla propria strada ormai non è più trovabile, un altro a prender un pezzo di lei e di ciò che è Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore… fino alla morte > il sogno, quello che le si pone davanti, quello che vuole davvero, oh Kami, donatele un attimo di pace da quello che vuole e che prova. < posso considerare uno shinobi come me, solo chi ha un sogno, chi vuole realizzare qualcosa > sorride quasi adesso < non importa che sia una pace effimera, chi desideri esser più forte, posso considerare al mio pari solo chi ha un sogno nella quale getti tutto se stesso > lecca lentamente le labbra, dolce, un effusione mentre adesso lo osserva d'innanzi, davanti il suo viso ad invitarlo ad avvicinarsi, a tendergli la propria demoniaca mano. < non è strano, che non t'importi una comprensione da chi ti conosce o da chi non ti conosce > sospira prendendo altro respiro, lenta la voce sboccerà nell'etere stessa < ma da chi comprende il tuo dolore e tu il suo > semplice e complesso quel concetto, appreso da molto , troppo tempo. Si muove un attimo prima di fermarsi, poco prima di sentire quel fruscio che la impietra a quello che può fare. Non si muove , non lo fa, sente quella vibrazione, quel richiamo, quel sangue stesso insieme all'innata che la porta a voltarsi. Li, bianco, candido, lo rivede. Dopo quasi 20 anni, dopo tutto quello che accadde in quel momento di sangue e grida, dolore baccano e li nel silenzio la sua figura bianca e candida si palesa. Un solo sorriso , una purezza che si eleva a tutti loro, un angelo sceso in quella terra e ridisceso nell'averno più orribile e oscuro . E LEI, LEI, sta ridiscendendo li dentro. Il cuore che muore, sfiorisce in un attimo a quella visione che non lascia tempo alla voce di fuggire se non qualcosa che raggruppa in gola, prima di rendersene conto le lacrime scendono forti, calde, un dolore che si palesa d'innanzi anche a quel genin che sta con lei. Non riesce nemmeno a pronunciare il suo nome sacro, Ren..REN. Il suo REN è li, dopo esser morto, reincarna ancora quella bellezza pura che lui aveva da vivo, accentuata ancor di più dalla stessa morte. Solo lacrime e un dolore cocente , l'intestino che si contrae, il corpo che cede dentro se stesso trovandola in ginocchio in un attimo, lasciatasi andare con le mani in terra, le unghie nella terra umida ed orribile, non sente la domanda dell'altro, non vuole sentirla , non lo desidera, solo occhi che lo osservano da lontano < p-perdonami > un sussurro soffocato prima che la sua figura scompaia, che la lasci li, in ginocchio, chinata davvero davanti il dolore che la prende <PERDONAMI > ogni singola cellula che grida solo quella parola, perdono, pregando, in ginocchio, porgendosi a lui in tutto, donerebbe la sua vita per lui stesso, per scambiarsi con lui anche solo un attimo e svanendo porta seco la speranza ultima di redenzione, quella che ella crede. Pietra e dolore, cos'altro. [chakra on][vesti akatsuki[][Ishibaku IV]

00:32 Utente anonimo:
  [Pressi albero] Rimane vicino a quell'albero, senza possibilità alcuna di potersi spostare, quando la vede accorciare ancora le distanze sente nuovamente un brivido gelido percorrerlo lungo tutta la schiena. <...> Non sa come rispondere a quelle prime parole, è completamente bloccato e le gote arrossiscono leggermente. Paralizzato, immobile come una statua di marmo, rimane in balia delle movenze altrui e non può che rimanere a osservare il volto altrui, senza distogliere mai lo sguardo da Sango. <Un sogno... Effettivamente più che obbiettivo, posso considerarlo un sogno, il sogno di scoprire di più su me stesso e di cambiare il mio presente, così come il futuro, non devo rimanere in balia degli eventi, devo dominarli e plagiarli al mio volere.> Direbbe con tono sicuro e la sua solita voce baritonale, le parole altrui lo stanno rassicurando e non poco. Coglie quell'invito, si avvicina ora lui, di un passo, accorciando ancora la distanza che li separa. Quando poi la vede cadere anche lei a terra, nel vedere quello che probabilmente è un suo caro, sospira e comprende il suo dolore. Non fa altro che avvicinarsi, allungando la mancina in sua direzione, proverebbe infatti ad appoggiare la mano sulla spalla destra altrui, nel vano tentativo di farla sentire meglio. <È stato scioccante anche per me, comprendo il tuo dolore e mi dispiace.> Andrebbe quindi ora a togliere la mano, sempre che ella non vada ad afferrala, ritraendola dunque lungo il proprio fianco. <È stato un vero piacere dialogare con te, sono sicuro che ci rivedremo prima o poi.> Detto ciò, andrebbe ad allontanarsi dal loco, con passo spedito, facendo dietrofront e avviandosi dunque verso il proprio villaggio. [END]

01:00 Sango:
 Il sogno, quello che anima quel mondo, alle volte confuso con meri obiettivi ma tutto si riduce li, a sognare quel che verrà. Eppure son loro a decidere come andrà, come verrà il futuro stesso della situazione, tutto quanto viene deciso da chi può, da chi vuole modificare tutto quanto , da chi ha il coraggio di spender la propria vita per qualcosa di soffuso e tanto grande da nemmeno poter esser visto. Crolla, semplice come piuma eppure pesante come macigno, quello che pesa dentro di se , quello che le fa male , quello che le pone le ginocchia a terra e la trascina verso il basso stesso. Un vortice di dolore e ricordi che vogliono averla per se . Sente quel tocco delicato sulla propria spalla, sente il peso di un'altro dolore < questo ti aspetta > un sussurro pesante, un tonfo sordo nella notte stessa . Non si alzerà , non adesso, non dove li ha potuto vederlo, lo comprende si, quel dolore può esser condiviso ma non vuole farlo. E' suo. E' intimo. E' una delle pochissime cose che la abitano e che le appartengono, sono sue e di nessun altro. Gelosa perfino in quel dolore intimo. Rimarrà li, ci vorrà molto prima che il respiro riprenda e che come uno zombie torni a Oto, trascinata via delle sue energie e persa di nuovo in quell'eterno fiume che è il passato, facendosi travolgere continuamente. Oh, se solo avesse avuto una conversazione normale avrebbe potuto apprezzare di più quella bellezza e puerilità che quel konohano porta seco, ma è cieca, perdonatela almeno voi. [end]

Dolore e passato si intrecciano in due vite distinte, diverse, eppure simili. Due fantasmi a render vana una pace conquistata a fatica , non è altro che un semplice castello di carte.