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con Furaya, Mattyse, Eryk, Tachiko

Serata tranquilla o quasi se non si considera il fatto che sta diluviando e che la pioggia continua a scrosciare ininterrottamente su Konoha da stamattina, creando pozzanghere ai lati della strada mentre qualche lampo ravviva il buio che è già venuto a scendere quella notte. Le temperature, complice ormai l’autunno inoltrato e le precipitazioni in corso, non sono esattamente delle più clementi, abbassandosi di qualche grado, attestandosi sui circa 12 gradi . Quella pioggia è talmente fitta che ovatta più o meno il rumore del vociare intorno a quel chiosco di ramen, punto di ritrovo dei Konohani, famosissimo brand di Ichiraku e punto dalla quale ha fatto nascere quell’impero commerciale che è tutt’ora, peccato che per il momento, non solo per la pioggia è vuoto. La illuminazione di Konoha tutto d’un tratto, a seguito di un fulmine che impatta più bruscamente degli altri, viene a mancare in tutto il quartiere, un black out di quelli neanche troppo insoliti. Ciò che potrete sentire di insolito sono delle urla di coloro che sono nelle vicinanze, ragazze, a voi immaginare come mai se solo perché spaventate dall’improvvisa mancanza di luce, qualche marpione che ha palpato qualche bel sederino o per altro. L’escursione termina pare aumentare ancora, con una folata di vento che dovrebbe farvi sentire più freddo, soprattutto con l’umidità che si è venuta a generare grazie alla pioggia. Tutto d’un tratto ecco che l’ennesimo fulmine si abbatte ma, a differenza di quel colore bianco di luce, ha colorazione più sul verde, quasi ultraterreno per l’appunto e, se stavate guardando proprio il chiosco di Ichiraku, potrete vedere per un attimo , giusto il tempo di quel fulmine, una ragazzina con la gola tagliata e il collo bagnato di sangue ormai essiccato, giusto qualche istante, dato che il lampo successivo, nuovamente bianco, illumina di nuovo la scena, con quella ragazza che è sparita tutto d’un tratto. Che sta succedendo? [Turni liberi][Quest aperta]

18:54 Tachiko:
  [Pressi Chiosco] La pioggia cade, scende dritta verso il terreno creando quelle pozzanghere. Il rumore dei fulmini in lontananza, tutto fa presagire una serata da godersi in casa. Invece no. La folle sta camminando per la via centrale della piazza, senza ombrello. Gli occhi rossi sono fissi davanti a se mentre la mano destra sta sfiorando le mura umide di un’abitazione, o negozio, poco se ne cura. I capelli, appesantiti dalla pioggia, cadono dietro la schiena, superando di una spanna i glutei mentre addosso, aderente al suo corpo per via dell’acqua che cade incessante, è un kimono comodo, nero, con rifiniture di edere rosse sulla gonna che salgono verso il fianco destro, superando il seno, e raggiungendo il collo. Il trucco, quella matita che aveva messo agli occhi, cola sulle guance mentre il labbro inferiore è rossettato di un nero scuro. Il magatama nero per adesso non balla ad ogni passo, essendo lento, ma rimane attaccato alla pelle candida della donna. Nascosti sotto il kimono, all’altezza dell’interno coscia vi sono due porta shuriken e kunai con uno shuriken a testa mentre in quello di sinistra è stato posizionato un kunai. Stava seguendo qualcuno, magari qualcuno di interessante, ma lo ha perso. Si morde il labbro superiore delusa da quella caccia andata in fumo. Il passo è lento mentre quei sandali che coprono la parte inferiore dei piedi nascosti come le gambe da delle calze nere pesanti, sono zuppi, fradici. Ma anche di quello non se ne cura. Camminando dovrebbe raggiungere quasi le tendine dell’entrata del locale di ramen. Un calore riesce a percepire all’interno ma a quanto pare sembra vuoto se non per qualche fulgida persona. Fulmini in lontananza vanno ad illuminare la figura della donna che sembra quasi uno yokai invece di una persona viva. La mano destra si alza lentamente cercando di toccare quella tendina, ma non fa in tempo a sfiorarla che la luce svanisce. Tutto diventa buio e la donna non fa altro che guardarsi intorno. Sente delle urla e sorride, sperando di vedere finalmente quel rosso sgargiante fuoriuscire da qualche arteria o vena. Il viso diventa rosso per le palpitazioni mentre il respiro si fa affannato. Rimane in silenzio, vorrebbe vedere, vorrebbe gustarsi la scena. Una folata di vento le fa sentire freddo fin dentro le ossa, un brivido ed infine, quella visione. Gli occhi rossi si spalancano dopo quel fulmine verde mentre il sorriso malato si presenta sul suo viso. Come se il tempo si fermasse ecco la scena che vede, quella donna sgozzata. Si porterebbe l’unghia della mano destra tra le labbra, mordendo maniacalmente prima di vedere tutto nero di nuovo. E poi? Beh la ragazza è sparita dopo il secondo fulmine, quello bianco. < No…> direbbe andando quasi a piangere per quella scena persa < dove è andata?> ma è buio e questo certamente non l’aiuta. Rimane comunque ferma al chiosco, cercando di nuovo quella tendina per tenersi e darsi un piccolo appiglio per capire la sua esatta posizione prima del black out.[Chakra OFF][2x shuriken, 1x kunai]

18:59 Mattyse:
 Gli ultimi giorni non sono stati dei migliori eh? Continui litigi, dispute e solo i kami sanno che altro. Il bianco è finalmente tornato a Konoha, relativamente integro, come il suo solito, e come sempre con diversi pensieri per la testa. I pensieri lo hanno assillato di continuo durante quella giornata impedendogli di trovare una soluzioni a problemi già più comuni... tipo mangiare! Il bianco di fatti ha balzato con una certa prepotenza il pranzo, ritrovandosi con la pancia che gridava 'al cibo' ogni volta che lo sguardo ambrato si posava sui cinghiali. Voglia di cucinare? Per se? NO GRAZIE. Meglio andare fuori e pagare qualcuno per farsi preparare una pietanza che potrebbe dargli problemi gastrointestinali motivandolo a far scoppiare quel locale che, apparentemente, è più simbolico dei volti di pietra a Konoha. Mattyse prenderebbe quella via, che dovrebbe poi condurlo dinanzi al chiosco di ramen, andando a immergere in una pozzanghera lo stivale destro; questo è di colore nero e va a stringere fino a metà stinco un paio di pantaloni blu scuri. Poco sopra le ginocchia, gli indumenti sono coperti da una veste marroncina, che va a nascondere il busto del ragazzo, le spalle e le braccia, presenta pure un cappuccio che, causa pioggia, è tenuto sollevato, a protezione dei capelli. Sotto a quell'indumento si trova solo una maglietta a maniche corte, bianca, per difendersi un minimo dal freddo e dalle intemperie, consapevole che però non basterà a non fargli prendere un accidente. Sotto a questa maglia, una fascia avvolge la spalla sinistra, coprendo così quello che sarebbe il tatuaggio appartenente agli ANBU. Non si sa mai no? Due palle di fuoco e si troverebbe nudo e scoperto... Tre non ne parliamo, sarebbe cotto a puntino! Al primo tuono, la luce che illuminava la strada svanisce, facendo piombare la figura del Senjuu nel buio, interrompendo il suo avanzare e obbligandolo a sollevare lo sguardo verso il cielo, in cerca della luna. Sono cose che capitano, nulla di troppo strano, no? Ma che dire del secondo, un lampo verde che porta con se una figura di una... ragazza? Donna? Bambina? Che cosa era? Il bianco non era nel posto adatto per poterla vedere al meglio, ma sicuramente quella figura apparentemente femminile attirerà la sua attenzione: il piede destro si solleverebbe da terra mentre il busto piegato lievemente in avanti sposterà il peso in quella direzione, il piede quindi avrà solo l'utilità di non farlo cadere a faccia a terra mentre il gemello andrebbe a ripetere lo stesso movimento. Ma, è qualcosa di un attimo. Un terzo tuono, un altro fulmine farà la sua comparsa, portandosi via quella figura... Gli occhi ambrati del giovane si spalancheranno un attimo, lasciandolo li immobile per qualche istante. "Emh..." Si fermerebbe così a pensare "Io andrei di qua?" Si chiederebbe da solo, mentre il piede destro ora si caricherebbe di tutto il peso e il sinistro si solleverebbe per ripetere il moto precedente ma al contrario, indietreggiando di un paio di passi. "Mi è passata la fame..." [Chakra off][Equip: mutande ancora pulite]

19:03 Furaya:
 Piove. Non dovrebbe uscire. Jushan-san le ha consigliato di restare in Magione finché non avesse accennato a diminuire. Le ha anche chiesto per quale motivo non abbia posto un sigillo della dislocazione anche nella propria abitazione, evitando ogni volta di dovervi tornare a piedi. Ha scrollato le spalle e ha preso l'ombrello per uscire all'aria aperta. Veste con uno yukata nero, chiuso in vita tramite una cintura che vien tenuta piuttosto larga, evitando che stringa in maniera eccessiva il ventre gonfio. Raggiunge le cosce sin quasi alle ginocchia, laddove son invece indossati un paio di sandali ninja con tanto di schinieri metallici neri. V'è anche un paio di calze contenitive per tenere le gambe al caldo, evitando opportunamente di non prendere freddo. Sotto le larghe maniche dell'indumento, vi sono anche un paio di vambracci di ferro per maggiore protezione. Le mani sono coperte da un paio di guanti a mezze dita con tanto di placca sul dorso. Non sono granché utili per difendersi, ma riesce ad impugnare le armi con tranquillità, evitando che per il sudore le scivolino di mano. Sul fianco mancino, prendono posto le due katana che ha sempre con sé, ma che è difficile maneggiare in un momento del genere. Si sta tenendo lontana da allenamenti intensivi, cercando di sfruttare soltanto quelli che riesce a praticare con un peso del genere davanti a sé. Sul polso destro, inoltre, compare un fuda - nascosto dalle lunghe e larghe maniche dello yukata - avente in esso sigillata una falce; a sinistra, invece, un secondo fuda contiene una zanbato. Altri due fuda sono disposti sotto l'abito, ad altezza del seno. Attorno alla coscia destrorsa, porta anche una tasca porta kunai e shuriken, nella quale ha inserito tre kunai, tre shuriken, tre carte bomba legata ai primi e un filo di nylon. Nelle tasche, s'è ricordata di premunirsi di tonici recupero chakra e coagulanti. Tra i capelli rosei, tenuti sciolti e cascanti sulle spalle, è chiaramente legato il coprifronte della Foglia con il laccetto nero. Un ulteriore laccetto cremisi è tenuto attorno alla gola, assieme al ciondolo recante il ventaglio degli Uchiha, regalo di Hanabi. Eventuali cicatrici e tatuaggi sono perlopiù nascosti dagli abiti indossati. L'ombrello viene tenuto contro la spalla destra, sorretta dalla relativa mano. Si trova nei pressi del chiosco di ramen nel momento in cui il primo fulmine fa crollare l'elettricità. Alcune donzelle urlano, senza un apparente motivo, forse soltanto spaventate dalla situazione. Si sa come son fatte le fanciulle! Quel che avviene dopo, allo stesso modo, sembra trattarsi d'un evento naturale. Una folata di vento che, unita all'umidità della sera e della pioggia, fa salire un brivido di freddo lungo la schiena della Nara. <Forse è meglio affrettarmi.> Sistema e cerca di tirare verso il centro del proprio corpo la cappa cremisi che ha indossato proprio per sopperire al freddo serale. Ed è sol alla fine che, sconquassando di nuovo la zona, lei che tra l'altro non è molto distante dal chiosco di ramen verso il quale si stava appropinquando, nota... quel qualcosa. Sangue? Cadavere? E in un battito di ciglia, nient'altro. Sbatte le palpebre più volte, confusa. Schiude le labbra per dire qualcosa, ma non trova le parole esatte. <Sarà la stanchezza.> Autoelabora la motivazione per cui abbia potuto vedere qualcosa del genere. Non s'accorge immediatamente né di Tachiko, sua cugina, né di Mattyse, suo cagnolino fedele. <Forse, è meglio affrettarmi.> Forse era anche meglio ascoltare quel povero Jushan, no? [ Chakra ON ][ Equip: se serve, lo scrivo alla prossima♥ ]

Quella serie di eventi metereologici inspiegabili continuano a ripetersi e la prima rendersene conto è proprio Tachiko grazie alla sua scelta di indumenti particolari per il clima e il meteo. Le temperature calano ancora di più raggiungendo a breve la singola cifra, attestandosi sui cinque gradi centigradi mentre quella pioggia si fa più dura, come se lo strato esterno si fosse cristallizzato a forma di ghiaccio, comunque troppo leggero per farvi del danno vero, sentirete semplicemente come sulla pelle, per Mattyse e Tachiko, il primo solo sul volto con le folate di vento improvvise, la seconda invece ovunque dato che scelleratamente sta camminando sotto la pioggia come se nulla fosse, queste sono più pungenti. Furaya potrà dedurlo invece dal rumore leggermente diverso contro l’ombrello e se esporrà un arto fuori dalla protezione dell’accessorio, potrà benissimo rendersene conto.L’ennesimo fulmine si abbatte e quella luce verde ultraterrena torna ad illuminare la scena, flebile come una fiammella che si sta spegnendo, a intermittenza a sufficienza per farvi vedere cosa sta iniziando a succede. La Nara junior si potrà sentire addosso delle mani umide, scivolose e assolutamente ripugnanti, salirle lungo le cosce, alzandole la gonnellina così come una presenza dietro alla schiena, tuttavia di fisico ha ben poco, insieme a un odore nauseabondo di carne in decomposizione e rancido. Una voce maschile le sussurrerà all’orecchio mancino <Dovremmo andarcene anche noi da qualche parte.> un odore talmente nauseabondo che nonostante il naso colante per il raffreddore che si è appena presa e il principio di influenza se continua sotto quell’acquazzone, può sentire fin troppo bene. Il bianco bombarolo invece si vedrà apparire quella stessa ragazza che aveva visto al suo lato destro, la quale non lo lascia e lo segue fedelmente in quell’incedere che lo stava portando via da quella piazza. Sente delle risate femminili sommesse <hihihi… No di li no. Non dovresti saltare i pranzi… io ho una fam…>non fa in tempo a finire che a furia di chinarsi con il capo in avanti quella testa le cade di lato sulla spalla sinistra, facendo vedere a Mattyse chiaramente quel collo tagliato a metà con una ferita neanche netta, frastagliata, indice di un crimine efferato e violento, la stessa donna che magari Mattyse non potrà riconoscere ma che Furaya avrà modo di riconoscere dal dossier della missione sugli abusi domestici di qualche mese fa, proprio a farvi capire che quelle persone sono morti recenti. Lo sguardo di Mattyse potrà vedere tutti quei dettagli che non avendo una conoscenza medica di base non potrà apprezzarne, come la vertebra atlantidea esposta, o quei vermi che stavano già propagandosi nella carne aperta della ragazza. L’hokage invece non potrà far in tempo neanche volendo ad avvicinarsi a quella ragazza o alla cugina che di sentirà tirare la gamba destra di quell’indumento e, se si fosse voltata a guardare l’origine, potrà vedere un piccolo bambino di circa 6 anni, capelli a caschetto mori con occhi marroni e guance rosse dell’innocenza anche se il colorito della pelle è chiaramente bianco pallido. <Furaya-sama, hai visto la mamma per caso?Ho freddo> chiederebbe spaventato con i capelli fradici così come quegli indumenti, una maglia di canapa e lino bianca, tipica della classe agricola che lavora nei quartieri poveri di Konoha e nei campi, niente di strano per lei al momento guardandolo, il problema è che sulla schiena, per il momento invisibile data l’angolazione dell’hokage, ha letteralmente una croce che va da scapola a rene con la pelle risvoltata in fuori, forse non lo riconoscerà, una delle vittime del periodo della luna rossa. Quella luce a intermittenza verde si spegne per un dieci secondi buoni e intorno a voi sentirete delle urla, questa volta spaventate e non solo femminili, finché la luce torna a illuminarvi, fissa questa volta e, per tutta la piazza, altre di queste persone stanno importunando i presenti. Un dettaglio nuovo che potrete notare, se non sarete troppo presi dalla situazione, è l’apparizione di un cancello alto tre metri con cornice rossa mentre quelle porte enormi sono di un grigio piombo con quello che sembrerebbe essere una faccia demoniaca scolpita sopra.[Turni liberi][Quest aperta]

19:46 Mattyse:
 Maledizione che freddo, ma dopo quella visione sicuramente è l'ultima cosa che lo tocca. La figura di Tachiko è visibile al bianco ma qualcos'altro gli impedirà di mettere a fuoco sulla fanciulla, quella stessa cosa che lo bloccherà da quell'indietreggiare. Una voce femminile proveniente dalla propria destra. Ad orecchio, Mat potrebbe capire che non si trova troppo distante, ma non comprenderà l'effettiva distanza fin quando non volterà lo sguardo e... BOOM. Impietrito per un attimo, con quello sguardo di stupore, ma non terrore. Non era lì fino a poco prima. Il Senjuu non è sicuro si tratti della stessa ragazza di prima causa carenza di dettagli dovuta dalla distanza che li separava, ma sicuramente ora gli occhi ambrati tenterebbero di studiarne i dettagli. Dagli occhi al naso, scendendo poi sulle labbra che si muovono per quelle parole e... un taglio alla gola? E UNA TESTA CHE CADE? "...penso tu abbia perso... la testa?" Azzarderebbe il bianco mentre il bicipite sinistro si poserebbe contro il proprio costato, il gomito piegato di novanta gradi in avanti renderebbe l'avambraccio parallelo al terreno, mentre il polso appena inclinato condurrebbe il dito indice a indicare verso la testa appena caduta. Lo sguardo rimarrebbe immobile, per qualche secondo, osservando la scena senza effettivamente capire che cosa stia accadendo... E poi, puf. La ragazza scompare. "Ma... Almeno potevi fartela offrire una cena..." E con che coraggio chiedere un appuntamento a un morto eh? Ma, Mat rimarrebbe lì, stupito e un poco scioccato, ancora per qualche secondo. "Almeno mi spieghi come ci riesci? Sono un bravo studente!" Alzerebbe ora la voce mentre utilizzerebbe il piede sinistro come perno per ruotarvi attorno, dandosi la spinta con il destro, intento a osservarsi attorno in fretta, in cerca della ragazza. Magari era un illusione... si, deve essere così. Riguardo quelle grida? Mat scuoterebbe appena la testa, voltandosi nuovamente verso il chiosco. Aveva fame? Perché quella frase, come quella voce, è rimasta impressa nella mente del giovane? Bho, magari riapparirà se andrà a ordinare per due. Se proprio andrà male, doppia porzione di ramen, no? E Mat così avanzerebbe, rinunciando a quella indecisione. Passo svelto, un piede davanti all'altro, con falcate di circa un metro, intento a raggiungere il chiosco ignorando chiunque possa fermarlo o intralciarlo. Se si metteranno in mezzo, tenterà di aprirsi una strada con una spallata, un po' come quando hai le scatole inverse e avanzi per la tua strada e qualcuno non si sposta per farti passare, che gli pianti na spallata tanto poderosa che questo cade, si sente insulso, ti chiede scusa e, comprendendo il tuo palese nervoso, ti pulisce pure le scarpe! [4/4 Avanzamento stile carro armato verso chiosco di ramen][Equip: Mutande umidicce]

19:55 Furaya:
 La temperatura ha ripreso ad abbassarsi, ma con gli indumenti che ha addosso dovrebbe essere ben protetta. Sull'ombrello, iniziano a picchiettare con violenza i chicchi di ghiaccio della grandine. Finché l'evento non si è ripetuto per la seconda volta, avrebbe tranquillamente preferito credere che fosse solo la stanchezza la propria. E' piuttosto evidente che non è così. <...> Piega un sopracciglio, allungando il braccio verso l'esterno col palmo rivolto verso il cielo. Solleva anche un po' il volto, scostando appena l'ombrello, il quale dovrebbe comunque coprirla per la maggiore. <Grandine?> Non è affatto innaturale, diremmo, in fondo siamo nel periodo autunnale, in quello delle piogge, prossimo all'inverno. V'era già una tempesta in atto. L'attenzione viene rivolta alle due figure che attorno dovrebbe riuscire a riconoscere. Non fa in tempo a chiamarne alcuna né ad avvicinarsi, sgranando le palpebre nel notare la figura di... una donna? Una donna a cui è stata mozzata la testa? E perché quel volto l'è così tremendamente familiare? Lo ha già visto da qualche parte, una missione fallita, ecco perché lo ricorda tanto bene. Una volta che sono terminate, fatte a dovere, tende a dimenticarle per far spazio ai problemi più urgenti: quello è uno degli irrisolti. Viene strappata dal proprio flusso di pensieri, incapace di concepirne di sensati sicché pare si tratti di anime o chissà cos'altro, da una vocina infantile e dal sentirsi tirare l'abito. Abbassa subito lo sguardo, lasciandosi sfuggire un sospiro che si tramuterà subito in lieve nebbiolina innanzi al volto, a causa dell'eccesivo freddo palesatosi improvvisamente. Questo è senza dubbio innaturale. Non s'accorge del simbolo dietro la schiena del pargolo, quanto più gli porge subito la cappa che ha indosso. La sfila con l'ausilio della mano libera, poggiandola sul capo del fanciullo e ricoprendolo per intero. Indubbiamente, la cappa toccherà il suolo per via dell'altezza dell'infante, ma non le importa. E' bene che stia al caldo. <Tesoro, non so chi sia la tua mamma. Puoi descrivermela? Con questa, dovresti stare al calduccio.> Lei resisterà, potrebbe attivare l'innata e aumentare la temperatura corporea grazie alla lava che ne attraverserebbe il corpo. E' sicura di poter resistere. Cerca di mostrare un piccolo sorriso in direzione del fanciullo per cercare di tranquillizzarlo, pur tenendolo vicino a sé. Stenderebbe anche l'ombrello in direzione altrui, cercando di coprirlo per quanto possibile e restando a sua volta anche parzialmente protetta dalle intemperie. <Fai così, vai da Ichiraku! Chiedigli di restare nel locale finché non trovi la tua mamma. Non ti dirà di... no...> Ed è poi quella luce spettrale che le fa girare il capo in direzione di un enorme portone. Un portone demoniaco, mai visto prima, che la lascia ancor più sbalordita. <Va, forza, non è il momento di scherzare.> Si rivolge ancora al bambino a cui ha proposto di recarsi da Ichiraku lì vicino, cosicché non soffra il freddo e non stia male. <Illusione collettiva, per forza.> Non ha mai sentito parlare di simili portoni. E difatti, porterebbe le mani ad altezza del petto, componendo il sigillo della capra. Immaginando una bacinella piena fino all'orlo di acqua, ossia il Chakra, inizierebbe a farla smuovere da un lato all'altro, sempre più velocemente. Dovrebbe iniziare a strasbordare, uscire fuori dagli argini poiché in eccesso. Continuerebbe a muoverla sempre più velocemente come se fossero le sue mani, all'interno della bacinella, a smuovere tutta quella massa d'acqua soltanto per ostacolare direttamente l'ipotetico flusso di Chakra avverso. E' il primo pensiero che l'è venuto in mente, sia chiaro, probabilmente si tratta d'uno scherzo di cattivo gusto. [ 2/4 - Tentativo Rilascio Illusorio ][ Chakra: 162/165 ]

19:57 Tachiko:
  [Pressi Chiosco] Fa un respiro profondo andando a notare la condensa del suo respiro. Continua a tenere quella tendina, come se fosse l’ultimo appiglio che le è rimasta. Sente freddo ora, tanto freddo, troppo freddo. Le gambe tremano un poco così come il naso che diventa rosso e cola. Tira su mordendosi il labbro inferiore prima di umettarsele poco, questa volta. Il fulmine verde torna, ma non il corpo, con gran dispiacere della donna. All’improvviso ecco che sentirebbe quell’odore nauseabondo di carne in decomposizione. Arriccia il naso prima di sentire quelle mani che salgono sulle sue gambe ed alzano la gonna. Abbassa il capo anche se non riesce benissimo a vedere bene chi la sta molestando. Sente quella voce e socchiude gli occhi prima di arrossire. Pensa a quell’odore come a quello delle vittime del suo kunai, della sua decisione di recare dolore e morte. Un brivido dietro la schiena prima di sentire il cuore battere forte < hihihi> riderebbe comunque a quelle parole < vorrei tanto vedere se riusciresti a soddisfarmi…> direbbe poi prima di socchiudere gli occhi < ma sono certa, che non sei degno neanche di guardarmi nuda.> e cercherebbe di muoversi veloce, provando in questo modo a scendere sulle sue stesse gambe cercando di calcolare bene l’altezza della figura dietro di se per poter colpirlo nel suo punto speciale. Se fosse riuscita a piegarsi sulle gambe ecco che la mano destra, insieme al braccio si allungherebbe davanti a lei, teso, dritto, prima di donare tutta la forza alla spalla muovendo come un elastico il braccio per superare il suo tronco. Il gomito vorrebbe quindi impattare verso il pacco della creatura cercando così di creare più danno possibile. In quella posizione poi proverebbe a far rotare il braccio di quarantacinque gradi usando il gomito come perno, per render quella parte della sua estremità perpendicolare al terreno. Cerca quindi di imprimere la forza che le è rimasta sulle gambe, facendo spasmare i muscoli, per risalire con la base del palmo proprio dove dovrebbe essere, se i suoi calcoli sono stati esatti fin dall’inizio, il mento del molestatore, cercando, come fece con keiga, di farlo finire di blaterare. La luce ad intermittenza finisce però ed ecco che la luce torna per presentare quella scena. Gli occhi rossi della ragazza si guarderebbero intorno cercando di capire la situazione, non notando per ora l’enorme cancello demoniaco che si è palesato in quella zona. <mpf..> farebbe soltanto andando a mostrare un sorrisetto gelato dal freddo. Non si avvede ancora della cugina e del cagnolino non pensando di trovare lei lì proprio in quella situazione. Rimane in silenzio quindi, con i sensi attivi in modo da non rimanere questa volta impantanata in qualche altro molestatore non gradito. [Chakra off][2/4 attacco zibidei, 2/4 palmata sul mento][1x Kunai 2xShuriken]

L’interazione dei tre è sostanzialmente simile con i rispettivi ospiti che hanno deciso di importunarli ma procediamo in ordine con ognuno dei nostri protagonisti mal capitati. Mattyse a quanto pare è necrofilo oppure è talmente in astinenza che si farebbe pure un cadavere, unica spiegazione che ci possiamo dare a quelle risposte alla ragazza che gli ha fatto vedere quel fulmine verde e che ora pare scomparsa. Cammina nel totale buio, prima che quella luce spettrale verde torni fissa e quell’incedere da gorilla lo porta a spalmarsi con il viso contro uno di quei pali della luce, rimediando così un bel bernocolo in fronte l’indomani, per il momento avrà solo una botta rossa. Non appena questa luce tornerà e stavolta fissa, potrà sentire di nuovo quella voce ridere di nuovo <hihihi te l’avevo detto non di là!> lo schernisce mentre quella testa con un colpo netto torna fissa sul collo della ragazza, gli occhi totalmente bianchi dove iridi e pupille sono sparite, lasciando spazio solo alle sclere. <Voi uomini siete tutti uguali.. pronti ad approfittarvi di me… ho fame> ripeterebbe un ultima volta mentre quelle labbra si aprirebbero a mostrare quella dentatura che scatta in direzione del bianco proprio alla volta del collo, tuttavia trapassandolo lasciandogli solo una sensazione di spossatezza e nausea. Tra quei denti potrà vedere un pezzo bianco, etereo, proveniente dal collo di Mattyse. Furaya invece si fa prendere da quell’istinto materno che intrinsecamente sta sviluppando all’interno del suo corpo grazie alla creatura che le sta crescendo in ventre. Ma prima ancora che possa guardare altrove, ecco che quella veste che dovrebbe appoggiare addosso al bimbo va a depositarsi per terra, rivelando la forma eterea del bambino, il quale scoppia a piangere. Questi chiude i pugnetti e con il dorso e le nocche va ad asciugarsi quelle lacrime che cadono a terra, su quella pozzanghera dove si trovava, non riflettendo nessun immagine del bimbo e anzi, congelerà brevemente quel pezzetto di acqua dove son cadute. <”è alta più o meno … sigh … così, castana, la mamma più bella di tutte!> risponde prima di rifiutarsi di andare da Ichiraku, facendo uno di quei capricci tipici dei bambini piccolini, allargando le mani per abbracciare la gamba di Furaya che in quel momento, quando questo la trapasserà inevitabilmente, potrà sentire dentro di se tutta l’angoscia, il dolore e la paura che quel bambino ha provato nel momento della morte, ereditandone le memorie come se fossero le sue. Il rilascio, nonostante questo, viene eseguito comunque correttamente dall’hokage, probabilmente in un secondo momento dopo quel passaggio di emozioni e dolore, ma nonostante quel chakra interno sia smosso, non cambierà nulla all’esterno, mostrandosi per com’è ovvero la realtà e quella non è un illusione ma è causato da un evento atmosferico unico nel suo genere. Quel cancello sembra quasi essere vivo, nonostante sia immobile. Il cielo, ormai verde, torna ad oscurarsi parzialmente, tuttavia non in maniera definita, con ombre che si proiettano sul suolo a forma di animali. Qualora qualcuno alzerà il viso alla volta celeste, potrete notare in cielo, tra le nubi, quelli che sembrano degli animali diversi dagli uccelli che siete avvezzi vedere solcare il cielo, bensì troverete farfalle e pipistrelli intenti a trasportare quelle che sembrano queste persone eteree con loro. Tachiko invece fa la smorfiosetta con colui che la sta palpando e, non appena costei andrà a sferrare quei due colpi, vedrà come quelli attraverseranno la persona dietro di lei da parte a parte. Finchè quegli arti rimarranno in contatto con la figura, ecco che anche per lei una sensazione di violenta nausea dovrebbe pervaderla, non sorprendendo nessuno se questo la farà rimettere talmente è forte. [Turni liberi][Quest aperta]

20:51 Tachiko:
  [Pressi Chiosco] La pioggia sembra cessare ma quel freddo continua ad entrarle nelle ossa. Osserva come i suoi colpi attraversino quella figura putrida e la cosa le fa schioccare la lingua sul palato. Le mani continuano a toccarla facendole venire il voltastomaco. Lentamente sente proprio quell’organo contorcersi brutalmente, facendo risalire quel rivolo di succhi gastrici. Cerca di resistere la ragazza, cerca di reprimere tenendo la bocca serrata, ma niente. La mano destra andrebbe allo stomaco mentre si piega in avanti per liberarsi da quel senso di nausea. Rimane in silenzio, tossendo un attimo, osservando ciò che le è uscito dalle labbra. La mano sinistra andrebbe con il dorso a pulirsi proprio quella parte prima di digrignare i denti. Fa diversi respiri profondi, schiarendosi la gola e provando a non rigettare più. Un cenno di diniego con la testa prima di osservare bene quel cancello. Le figure alate che invece si trovano in cielo sono il secondo obbiettivo del suo sguardo di sangue. Rimane ancora in silenzio cercando di riflettere. L’unico modo. Andrebbe quindi a provare a concentrarsi, anche se difficilmente visto la nausea e l’odore nauseabondo di quella creature. Le mani che vanno a congiungersi verso il metto formando il sigillo della pecora con l’indice ed il mignolo della destra che vanno a coprire quelli della sinistra racchiuse verso il palmo mentre le altre sono dritte verso il cielo. Cercherebbe quindi di immaginare sempre quei due rivoli di sangue scendere verso il plesso solare e congiungersi ricreando quel vortice rosso, fusione di energia mentale e fisica. Se ci fosse riuscita proverebbe quindi a spostare quell’energia appena richiamata attraverso il sistema circolatorio per raggiungere ogni tsuubo del suo corpo. L’energia quindi partirebbe, diramandosi seguendo quei percorsi che toccano anche la parte più estrema del corpo di Tachiko. Se ci fosse riuscita ecco che espanderebbe l’energia adatta a richiamare le tecniche da lei apprese e potendo quindi sfruttare l’idea che ha avuto per liberarsi dalla presa della creatura. Aprirebbe gli occhi quindi andando ad osservare davanti a se, concentrata al massimo per mantenere quel chakra impastato e soprattutto per non vomitare ulteriormente, cosa che l’ha resa veramente furiosa. [Tentativo Impasto chakra][15/15][1x kunai, 2x shuriken]

20:59 Mattyse:
 L'avanzata prepotente non pare finire molto bene, difatti, immerso nel buio, il bianco va a sbattere contro un palo della luce, rimbalzando e finendo con il culo per terra. Il palmo mancino si poserebbe a terra per reggere il busto, assorbendo parte del suo peso, mentre il palmo destro si poserebbe sul proprio volto, la ove ha sbattuto, intento a massaggiarsi appena la fronte. Poi, ancora un lampo verde, seguito da quella voce. "Potevi essere più chiara. Sai, stavo tornando indietro prima che apparissi." Commenterebbe mantenendo gli occhi chiusi e la mano dinanzi al volto, abbassando appena quest'ultimo verso il suolo. Dopo qualche secondo, anche attirato dalla seconda frase della ragazza, la mano si scosterebbe dal viso, mentre lo sguardo si poserebbe sul volto della morta. "Eh? Penso che tu abbia capi..." E quando questa pare mostrare quella dentatura, avvicinandosi intenta a morderlo... Che fare? Perché non si sposta? Perché non si butta di lato per allontanarsi? O perché non tenta una capriola all'indietro con rotazione sul polso e relativo tuffo carpiato che comporterebbe la fratture dell'arto in due punti, la lussazione della spalla e la rottura dell'osso del collo? Non si sa, qualcosa irrigidisce i suoi muscoli, forse una paura che non gli appartiene, ma che per una chissà quale ragione lo ha colpito, immobilizzato, permettendo allo spettro di attraversarlo. Avevi fame? Bene, ora ti è passata, grazie a quel brivido e a quel senso di nausea che porteranno alla chiusura dello stomaco. Il bianco non noterà subito quel filo che collegherà i due ma troverà la forza per riprendere a muoversi, forse. Mat ruoterebbe verso la propria sinistra, intento a portare il terreno da sotto al suo sedere a davanti al proprio bacino, ove poi vi poserebbe il ginocchio destro per poter sollevare il sinistro e posare la suola dello stivale sul terreno, così da riuscire poi a sollevare il busto attraverso l'ausilio della fascia addominale. "Ma che fai. Ti stavo proponendo del ramen." Alzerebbe ora la voce, issandosi sulla gamba sinistra per cercare la posizione eretta. "Non sono il tipo che fa certe cose al primo incontro. Mi sa che è meglio se smettiamo di vederci." [Furaya: "fastidio, un pelino nervoso"]

21:05 Furaya:
 La cappa cade al suolo, trapassando completamente il bambino. <...> Credi ancora che sia stanchezza? Non si tratta neppure di una illusione, quindi sta a significare che è qualcosa di veramente reale. Trattiene per un attimo il respiro, incapace di lasciarlo andare, desiderosa di riuscire a respirare, ma impossibilitata a farlo. Non s'azzarda neanche ad allungare la mano verso la cappa che è caduta a terra, non ci prova neppure per errore. La lascia andare, a costo che si rovini, si bagni, non le interessa assolutamente. <...> Cerca di tenere sotto controllo il respiro. <Andiamo.> Bofonchia a mezza voce, allibita dalla situazione venutasi a creare. L'ultima volta che ha visto un fantasma, ha quasi dato fuoco alla Prateria della Memoria, bruciando il corpo di Ryota Nara dissotterrato: purché di lui non restasse NIENTE, neanche una briciola, neppure il minimo passaggio della sua esistenza. Tuttavia, non fa in tempo a spostarsi, impietrita, e il bambino si attacca alla sua gamba. Le infonde delle sensazioni davvero brutte, negative. L'angoscia le colpisce lo stomaco ed il petto, il battito cardiaco riceve una lieve impennata e, vuoi per protezione, vuoi per istinto materno, una mano si poggia sul ventre gonfio come se servisse a difenderlo da chiunque voglia palesarsi in quel momento. E' solita mantenere la calma in ogni situazione, ma il dolore che avverte, la paura... fanno sì che ora sia anche lei a provarla, come se derivasse direttamente da se stessa. Un brivido, che sia per il freddo oppure no, riprende a darle fastidio lungo la schiena sino ad arrivare alle spalle. E come se non bastasse, perché già non ne abbiamo abbastanza, riceve anche le sensazioni avverse di Mattyse tramite il sigillo dell'empatia perennemente connesso con quegli. Il rilascio le rivela che è tutto vero, non c'è niente di finto. Quel portone è lì, ma non è da solo. Ci sono delle anime lì attorno, anime VERE, reali, ne sta prendendo consapevolezza adesso e cerca di muoversi ancora una volta in avanti. <{Dove ti trovi? Posizione precisa.}> Cerca di mettersi in comunicazione telepatica con Mattyse, che dovrebbe esser riuscita ad adocchiare precedentemente ma, data la situazione, il casino generato e il tumulto tra urla, luci, fulmini e tempesta, vuole essere sicura di dirigersi in sua direzione e trovarcelo. <Che?> Ormai completamente stralunata dagli eventi, si lascia sfuggire una mezza risata che sa molto d'isteria. <F-Farfalle?> Devi studiare qualcosa in più sulle Evocazioni, vero Hokage? [ Chakra ON ]

Tachiko tra raffreddore e vomito, probabilmente domani si ritroverà a stare a casa con una bella influenza da smaltire, tuttavia, sbocco a parte, impasta correttamente il chakra, non si sa bene esattamente per quale motivo dato che non sarà di certo quello a cambiare la situazione, tuttavia potrà sentire la sensazione di piacere e torpore invaderle in corpo e risvegliarne la potenza latente di quei muscoli e riflessi. Nel frattempo che però questa rimane ferma per impastare il chakra, il suo ospite di certo non aspetta lei e così, quelle mani viscide vanno ad afferrarle i lembi frontali di quel vestito e a tirarli in maniera da esporre, solo per il fantasma, la visione di quei seni e, una volta visti, ecco che dalla bocca e dalle orbite, apparirebbe una luce intensa dello stesso colore di quel cielo, tramutando quel corpo etereo in una luce che viene risucchiato verso il cancello rosso. Allo stesso modo Mattyse potrà notare per bene che quella donna va a deglutire quella parte bianca che aveva strappato dal collo del bianco, un pezzo di anima contenente parte delle emozioni del Senjuu e con quelle, può reputarsi soddisfatta e sazia da quella fame che non era di cibo ma di emozioni… se non fosse per quelle parole che ne interrompono la mutazione in luce eterea e la lasciano lì ora con una lacrima che le solca il viso avendone letto le emozioni che Mattyse ha, simili a quelle che ha vissuto col suo consorte che l’ha uccisa. <non dovresti provarci con altre donne quando sei già padre.> ripete singhiozzando per poi scoppiare in lacrime e lanciare un urlo tale che potrà essere sentito da tutti quanti in quella piazza, un urlo assordante tipico di uno spirito che nel folclore viene chiamato Banshee. Mattyse più di tutti potrà risentirne di quell’urlo con altre persone meno preparate del genin che cadranno per terra con le mani a coprirsi i timpani. Furaya invece viene praticamente paralizzata da quel dolore così reale e intenso che quel bambino ha provato, superando quell’empatia che dei meri sigilli possono offrire, come se lei stessa fosse stata quel bambino, quel cielo tinto di rosso e quelle persone che non ragionano, ubriacati dagli effetti della luna che se la sono presi con lui e, scoprendone i ricordi, anche sua madre, flagellata e lapidata, per poi essere infilzata da un forcone, lasciata appesa contro la parete di una casa, qualche marito geloso sicuramente anche se non è dato sapere se è stata fatta chiarezza su ciò che è accaduto, di sicuro strascichi di quelle due settimane di cui la maggior parte della popolazione non ha ricordi né aveva autocontrollo. Quella luce dello spirito di Tachiko arriva infine al cancello, il quale apre gli occhi e la bocca, risucchiando all’interno quella anima e, per un attimo, la luce verde surreale sembra affievolirsi, a voi trarre le vostre conclusioni. [Turni liberi][Quest aperta]

22:10 Mattyse:
 La morta deglutisce qualcosa, attirando l'attenzione del bianco che, di conseguenza, andrà a non rispondere subito alla decima. "Che hai mangiato?" Chiederebbe prima di chinare il capo verso la propria destra, osservandola mentre muta in luce eterea e... Le parole sbagliate. "Non ti permettere mai più." E ha perso tutto il sarcasmo, tutta la sua ironia, rendendola rapidamente odio puro, ancora vittima degli ultimi avvenimenti che lo hanno visto protagonista. "Stai lontana dai mie-" E non riuscirebbe a vibrare quella minaccia che sarebbe partita a cavallo con il suo pianto per poi bloccarsi con il lancio di quell'urlo. Mat spalancherebbe gli occhi, cadendo poi su entrambe le ginocchia mentre le mani verrebbero sollevate per andare a tappare le orecchie. Un urlo che lo stravolge, lo investe e lo butta a terra come se fosse un colpo fisico. No, basta. Basta essere impotenti davanti a qualcosa, basta abbassare la testa. BASTA. Ma il Senjuu è ancora lì, a tapparsi le orecchie anche quando la figura svanirà, se svanirà, con gli avambracci che tremano, le mani immobili solo perché occupate a spingere i palmi contro le orecchie nell'intento di tapparle e non farvi giungere altri rumori. Vorrebbe rispondere a Furaya, ma qualcosa lo tiene immobile, la mancanza di forza di volontà, forse il vedersi rapidamente passare da uno stato aggressivo a quello di... terrore? Come un gattino che prima soffia e poi scappa via, in cerca di protezione dalla mammina... Ti senti debole Mat? In grado di pensare piani che altri dovranno seguire, perché tu potresti comportarne il fallimento. Le palpebre ora crollerebbero, andando a nascondere gli occhi ambrati al resto del mondo, mentre i capelli cadrebbero verso il terreno comprendo il viso da chiunque possa vederlo. I morsi della fame sono svaniti, come quelli del freddo, lasciando traccia solo di tanta insicurezza. E' finita? O magari è appena iniziata? Bianco, se devi continuare ad affrontare i problemi in questo modo, forse è meglio che ti ritiri. [Furaya: Silenzio radio]

22:25 Tachiko:
  [Pressi Chiosco] Non sta molto bene e lo si può notare dagli occhi lucidi ed il viso rosso. Le gira la testa ma fortunatamente quel chakra che adesso le circola in corpo l’aiuta tantissimo. Lo spirito spizza il senso della kunoichi e subito esplode in una luce che va verso il cancello. Fortunatamente visto che ha lasciato la presa, anche quel sentore di nausea sembra sentirsi sempre di meno. Inarca un sopracciglio però andando ad allargare anche lei la scollatura del kimono. Osserva il proprio seno e poi guarda il cancello, torna giù con lo sguardo e poi di nuovo su verso il cancello. No Tachan..non pensare che le tue tette abbiano un potere mistico nascosto. Si schiarisce la gola cercando di tornare lucida abbastanza da guardarsi attorno. Solo adesso nota Furaya. <Fu-chan!> direbbe poi verso di lei per farsi notare, allungando la mano verso l’alto per salutarla. No, lei vive nel suo mondo e tutto quello che vede sembra non sconvolgerla neanche un pochino. Cerca quindi di camminare verso la Kage provando a schivare le persone che scappano spaventate e gli spiriti da cui vengono rincorsi. Non ce la fa a raggiungerla però prima di quell’urlo. Questo si che lo sente. Andrebbe quindi a buttarsi a terra, bagnandosi e sporcandosi con le pozzanghere mentre la donna urla, la banshee alza la voce. Il rumore è assordante tanto da sembrare che la testa stia per scoppiare da un momento all’altro. Strizza gli occhi mentre i denti stridono tra di loro cercando di resistere a quel dolore lancinante. Ed alla fine ha una delle sue idee malsane. <…dolore….scaccia…dolore…> e detto questo proverebbe a prendere il kunai che ha nel fodero con la mano destra. La sinistra che viene posta davanti ai suoi occhi, toccante per terra. La destrorsa trema per quell’urlo mentre va a puntellare la pelle del dorso della mancina prima di alzarsi e provare, con un rapido colpo, di trapassare la carne, in modo da far concentrare il cervello su quel dolore anziché le urla della banshee. Si…un’idea malsana proprio. Se ci fosse riuscita ecco che urlerebbe anche lei cercando poi di togliere quel kunai sporco del suo stesso sangue, sperando di aver attenuato quella lamentela dell’oltremondo all’interno dei suoi timpani. Se ci fosse riuscita, o se avesse riottenuto un pochino di controllo, ecco che proverebbe a rialzarsi cercando stabilità con le gambe un pochino divaricate ed il baricentro dritto. [Chakra On][15/15][Equip: 1x kunai(Mano dx). 2x suriken]

22:31 Furaya:
 Un urlo spezza il rumore frequente nella zona, dettato da altre grida e frastuoni di vario genere. Cerca di capire la fonte, di adocchiarla, di comprendere. A differenza degli altri, non si piega a terra con le mani sulle orecchie, ma la smorfia che compare sul pallido ovale è di palese fastidio. Si ritrova a storcere sia il naso che la fronte, arricciando le sopracciglia. Riesce a distinguere la madre del fanciullo infilzata, uccisa, ed è costretta a tornare indietro nel tempo quando ha scoperto della morte di sua madre per conto di Ryota. Inspira, crede d'aver superato tutti i traumi che la vita le ha messo di fronte con un cerotto, con l'esperienza, con il passare del tempo, quando è invece palese che determinati avvenimenti ti segnano nel profondo, coinvolgendoti per il resto della tua vita. Vorrebbe mantenere costante il proprio respiro, lento, incanalando aria che poi viene espulsa. Avverte, tramite il sigillo empatico, soltanto il principio del sentimento di rabbia altrui, ma nient'altro. Sembra essersi chiusa qualunque comunicazione con il diretto interessato. Gli occhi azzurri vengono sollevati in direzione del portone che sembra cibarsi di quelle stesse anime. <Ci mancava soltanto questa.> Sussurra, tenendo ancor una mano ad altezza del ventre, come a volerlo proteggere, anche perché potrebbe accadere l'impensabile. Deve salvaguardare la vita dentro di sé più che se stessa. E poi c'è la voce di Tachiko che l'attira, volgendo rapidamente il collo in sua direzione. Suda freddo, ormai, il freddo non è neanche più contemplato, come se non ci fosse. Lei è quella che dovrebbe mantenere la calma, ma le sensazioni del bambino l'hanno pervasa totalmente, lasciando dentro di sé una sorta di magone, di sensazione negativa. <Tachiko...?> La guarda come osserverebbe qualcuno di inesistente, cercando d'allungare la mano verso il suo volto, ad altezza della guancia, pizzicandola leggermente. Deve assicurarsi che almeno lei sia reale, no? [ Chakra ON ]

Tachiko ha un idea che definire malsana è farle un complimento, ha un idea totalmente sbagliata e così, prende, estrae un kunai e si trafigge la mano come a crearsi delle stigmate e lo sente eccome, eppure oltre a quell’urlo così forte da rompere quasi il tamburo dei timpani, ora si ritrova pure con il dorso della mano bucata e sanguinante [-10pv]. Arriva infine Furaya che si piega e la può tranquillamente pizzicare su quella guancia, vedendo che appunto lei è vera e non è un illusione. “DANNAZIONE ANCHE QUI?!” potrebbero sentire una voce provenire però da quello che è un pipistrello, questo si abbassa sul portone, atterrando su di esso. Porta un cappello largo in testa che ne copre i tratti visivi mentre la figura è coperta da quella che sembra una camicia di cotone e un cappotto verde lungo lasciato aperto, con dettagli color oro. È alto circa un metro e ottanta, figura abbastanza atletica ma comunque snella. A coprire il collo un bavaglio rosso scuro/marrone terra di siena,colore simile ai pantaloni anche se quel cielo verde non fa intraprendere benissimo i colori. Nella destra regge quella che è una bisento con asta nera e incisioni anch’esse dorate. Scende proprio in cima al portone e la mano mancina si alza al volto a mordersi il pollice, in maniera da far uscire il sangue per poi appoggiarlo proprio sulla porta demonica, del Rashomon, la quale si apre e comincia a risucchiare all’interno di essa quelle anime che sono più irrequiete come quella banshee e il bambino che stava piangendo, insieme ad altri quattro spiriti che stavano infastidendo altre persone lì nel quartiere. Al fine di quell’effetto aspirapolvere, quelle porte tornano a chiudersi e vengono riassorbite nel terreno, portando per terra appunto il misterioso eremita. Questo alza lo sguardo mentre la sinistra si infila stavolta in tasca, tirando fuori un paio di dadi bianchi che inizia a giocare in maniera casuale con le dita della mancina mentre si rivolge a quella persona che è in carica, Furaya. <Le porte dell’ade si stanno rivoltando, è per questo che sta succedendo tutto questo.> direbbe per poi sempre con la mancina tirare fuori dalle tasca anche un fuuda che porge quindi a Furaya stessa. <Questi sono dei sigilli speciali che servono a rispedire quelle anime turbolenti come queste che avete visto stasera, anche non in mia presenza.> risponde, rimanendo con la mano mancina protesa mentre sorride all’hokage. Qualora la leader della foglia prenda quel fuuda, ecco che volterebbe dunque le spalle, tornando su quel pipistrello per poi allontanarsi dalla scena. [END][mandate comunque la vostra]

23:48 Tachiko:
  [Pressi Chiosco] Rimane in silenzio, soffrendo per il dolore auto inferto. Si morde il labbro inferiore prima di cercare di rialzarsi ma l’idea è stata la cosa peggiore nella testa folle della Nara. Si aiuta con la mano destra con ancora il kunai stretto tra le dita. Furaya si avvicina e lei le fa un sorriso prima di sentire quel pizzico < Ahi> direbbe solamente prima di andarsi a toccare la guancia con la sinistra, sporcandosi il viso del proprio sangue < non sono stata io a fare tutto questo!> le direbbe prima di guardarsi intorno e vedere quell’inferno. Solo adesso si avvede della figura sulla porta ed inarca un sopracciglio. Rimane silente andando ad osservare il suo operato e vedere che lui con il sangue riesce a chiudere e sigillare quel portale demoniaco. Rimane perplessa capendo una determinata cosa. Torna un attimo ad osservare il proprio seno prima di sbuffare in modo deluso. Rimane comunque ad ascoltare i due che parlano e se il tizio se ne fosse andato ecco che si girerebbe verso Furaya <quindi, devi sigillare quelle porte?> chiede poi verso la cugina prima di fare un respiro profondo <oh…mi sono fatta male per nulla…> direbbe notando la quasi stigmate sulla mano prima di sbuffare sonoramente < Ho fame adesso…> direbbe come se niente fosse, come se tutta quella scena fosse stata soltanto frutto della sua immaginazione < ci mangiamo del ramen?> chiede verso la donna andando a sbattere un paio di volte le palpebre nascondendo gli occhi rosso sangue. Lo sguardo si volgerebbe tutto intorno osservando le persone che sono a terra e quelle completamente terrorizzate. Si umetta le labbra prima di annuire < certo che bel casino…> e sospira di nuovo prima di andare a gonfiare le guance < ed a me è arrivato solo un tizio che esploso guardandomi il petto…che sfortuna…> si stringe nelle spalle prima di tornare verso Furaya e sorriderle < ah, lo sai che presto farò l’esame?> e tira su con il naso avendo comunque gli occhi lucidi per colpa della febbre. Si coprirebbe le labbra prima di tossire sentendo la gola secca e spigolosa, raschiante < …però devo trovarmi delle medicine prima…> direbbe tra un colpo di tosse e l’altro prima di osservare le proprie mani ed osservando il sangue sulla sinistra. Si limiterebbe ad avvicinarla al volto sentendo l’odore metallico. Sorriderebbe e, se la cugina non la fermasse, farebbe uscire la lingua per bagnarla con il liquido ematico che fuoriesce dalla ferita. [Chakra on][15/15][1x Kunai , 2x shuriken]

00:03 Furaya:
 Avvicinatasi alla cugina, le rifila un pizzico per accertarsi che sia viva e che non si tratti d'un ennesimo fantasma. Una volta compresa la veridicità dei fatti, solleva un sopracciglio per via della ferita che ha riportato alla mano. <Stai bene?> Una domanda probabilmente fuori contesto, tuttavia sorpresa che non si stia lamentando per la mano forata dal suo stesso kunai. Ciò che attira maggiormente l'attenzione, però, è un uomo che richiude i portoni del Rashomon. Non lo ha mai visto prima e, una volta sceso a terra, sembra porgerle qualcosa di particolare: dei sigilli. Sigilli senza dubbio con un notevole valore. <Insomma, mi serviva avere un'altra bella notizia oggi.> Commenta sarcastica in direzione dell'uomo coi dadi, lasciandosi sfuggire una risata nervosa. Allunga la dritta per cercare di prendere il fuda, notando poi come salga immantinente sul suo... pipistrello? E vada via. Soltanto quando lo vedrà allontanarsi, cerca di prestare attenzione anche a Tachiko che la sta ammorbando di domande, come se attorno a loro non fosse appena terminato un delirio. <...spero di non doverlo fare.> Borbotta, sistemando il fuda nella tasca porta kunai, in modo che non si rovini e non si bagni per via della pioggia. Non si fida neanche a prendere la cappa, lasciata ancora a terra e distante. E' come se adesso appartenesse a quel bambino, a quell'anima pura. <Ne parliamo al Quartiere, devo cercare una persona!> Esclama alla volta di Tachiko, dandole dunque appuntamento altrove e non ignorandola del tutto. <{Sei vivo?}> Ancor tramite comunicazione telepatica, cerca di comprendere se adesso sia in grado di parlarle e, magari, di trovarlo. Qualora non vi riuscisse, tornerà indietro assieme a Tachiko. [ END ]

Prima ambient dove Mattyse, Furaya e Tachiko sono state vittime dell'evasione di anime dal portone rosso, il primo di tre del Rashomon.
A furaya vengono lasciati i sigilli Seimei per imprigionare le anime con il compito di passarli ai suoi sottoposti.

Per tutta Konoha per i prossimi giorni, almeno fino a domenica, il cielo rimarrà verde come in quest e potrete continuare a vedere farfalle e pipistrelli dell'ade in cielo, così come anime tra di voi.

Spero vi sia piaciuta <3