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con Keiga, Shinji

23:20 Keiga:
 E' tardi. Stasera sembra essere abbastanza noiosa la sera a Konoha. Nessun furto, nessun omicidio, dannati anbu semprein mezzo alle palle che controllano le strade <Ichikakkkku! Vecchio scemunito! Dammi un'altra birra!> Sbiascica. E' di nuovo ubriaca, ma non sta bevendo lì. Il vecchio non servirebbe mai da bere ad una minorenne. In mano ha una bottiglia di qualcosa che ha tutta l'aria di essere alcool. Hanno già provato a togliergliela ma lei cerca di morderli o di fargli cose. <Vecchio!> Ed è peggio di ieri sera perchè ieri era birra oggi è roba forte, a quanto pare. Capelli neri, legati come il cazzo, a caso, dietro la nuca con una vagonata di ciuffi che le cadono ai lati della testa incorniciando quegli occhi neri, scuri, da sembrare finti. Indossa la felpa nera con il cappuccio sulle spalle. Anche pantaloni e scarpe chiuse sono dello stesso colore. Legato alla parte alta della coscia destra c'è il porta armi con dentro uno shuriken e un kunai. E' seduta sullo sgabello, allontanando ogni cliente che vuole prendere posto <Vai via, è occupato> E ciondola, di tanto in tanto. Gli occhi sono socchiusi. A volte fissa un punta a caso per svariati secondi <Ichikkakuru!> continua a sbagliare il nome <Birra!> Daje.

23:30 Shinji:
 La luna brilla in qualche modo in quella notte, le nuvole che appaiono a oscurare tutto e in quel momento che anche il biondo si avvicina per ristorarsi , accoglie tutto quel villaggio che non ama ma che gli serve per il momento. Passeggia lentamente, i passi lenti che si sentono nella notte, non fa nulloa per passare inosservato con quel fare morbido e strascicato, i sandali che fanno il loro ingresso per rumore. L'haori bianco che ricopre il corpo con il simbolo del clan Koshirae che si pone sulla schiena e poi la nera veste, un kimono molto semplice che copre il corpo del ragazzo nella sua linea sottile eppur non priva di muscoli, solo che non sono pompati come i taijutser. La cintura tiene in mezzo tutto quanto infine. La spada che si muove sul fianco sinistro, Sakanade questo il nome che le appartiene, questa è la sua anima. Avanza dunque, i lunghi capelli che svolazzano al vento e quel sorriso verso il basso abbastanza inquietante che sigilla quel volto giovane, quegli occhi ambrati annoiati, eppure le urla di quella ragazza lo attirano, poi ci si trova pure per mangiare. La osserva da lontano, le ambrate che si posano su di lei < OI OI OI > va ad esclamare per presentarsi nell'oscurità, sempre con quel sorriso per avvicinarsi anche a Keiga eppur non si avvicina troppo < che avete da strillare tanto nella notte? > solleva un sopracciglio senza sedersi < portatemi del ramen > un singolo dire prima di fare un mezzo inchino verso Ichiraku < posso sedermi o devi buttare fuori anche me? > la osserva, ne sente l'alito, alcool senza alcun dubbio anche per la sua giovaqne età < portami del sakè > un ulteriore ordine che dona al commerciante eppure attende ancora, per non mancare di rispetto ad una signora. [chakra on]

23:40 Keiga:
 Quella bottiglia che tiene in mano sembra interminabile. Qualcuno gliela tolga! Ed alza la destra attaccandosi al collo, buttando giù un due sorsi ben piazzati. <Ngaaaa.. > Una smorfia sul viso per via del bruciore causato dalla bevanda sul petto <Nh?> Ruota il capo per osservare il biondo appena arrivato <è occupato, non puoi stare qua> Ripete come ha detto a tutti. <se vuoi sederti devi pagare> La bocca è impastata e le parole escono quasi strane. Ma ne osserva la figura, inarcando un sopracciglio. Fino ad ora è quello meno peggio tra tutti e dopo una rapida radiografia esterna da piedi a testa a tettuccio del chiosco, continua <in natura> E conclude cercando di riportare quella bottiglia alla bocca.

23:58 Shinji:
 Il giovane va a prender posto , lentamente senza alcuna fretta. Osserva e ode tutto quello che lo circonda sebbene non abbia necessità , sa che è protetto da quell'alleanza odierna eppure sa che gli attacchi vengono quando meno li si attendono. Ode anche la voce altrui, quello che ella gli dice, inarca sempre quel sopracciglio a sentir solo il primo passo della sua conversazione < mh? > andrebbe a mormorare solo quello che dice eppure all'ultimo andrebbe ad arrossir lievemente < in natura > sussurra solo, la voce profonda che si fs strada, eppure non si ferma. Andrebbe solo ad avanzare in q2uel suo fare lento e strascicato verso di lei, per provare a portarsi vicino, così vicino da sfiorarle il viso con il proprio respiro e dalla sua alterezza < spero che voi sappiate cosa significhi in natura..una donzella come voi non dovrebbe chieder questo ad un perfetto sconosciuto > sorride di più uscendo i denti in tutto il sorriso, nulla di non inquietante insomma < davvero lo vorreste mentre diete in questa vostra condizione?? Da qualcuno che non è altro che per voi se non il niente? > passa la lingua sottile sulla dentatura, in un attimo, un lampo di rossa su quella pelle nivea e chiara. Andrebbe solo a voltare il viso verso il commerciante < portatele dell'acqua ..e del sakè > un ultimo sguardo verso la sconosciuta ancora < garantisco io, Shinjii Koshirae > si presenta in quel modo adesso, col proprio nome, con il proprio clan che porta con orgoglio e con la sua spada scintillante, adesso nascosta in quella sua presa di legno che la trascina, un anima che si interseca insieme alla propria. [chakra on]

00:08 Keiga:
 La bottiglia inizia ad essere pesante. Stavolta ha esagerato, troppo. Cerca di annuire alle sue parole ma il ciondolamento della testa la faassomigliare ad una di quelle bamboline che hanno i camionisti. E poi se lo ritrova davanti. Lui è stato lento ma a lei le cose arrivano in ritardo. <certo che lo so> dice cercando di poggiare la bottiglia sul bancone. Sta pure facendo fatica a mantenere l'equilibrio su quello sgabello. Lo sguardo, con le gote arrossate per via dell'alcool, si abbassa sulle labbra dell'altro, guardandole come se fossero le cose più appetitose del mondo. E le mani, più lente ed incerte che mai, si muoverebbero verso il suo petto, cercando di afferrarne l'indumento che lo ricopre. <lo voglio> Ed annuisce, dopo tutto il pappone dell'altro, come se avesse detto si davanti all'altare ma con fare più ubriaco, appunto. Quella lingua di lui che si lecca i denti, non fa altro che aumentare il tutto. La bocca si allarga in un ghigno <Adesso ti conosco e mi puoi pagare> Dice ancora voltandosi verso il vecchio <L'acqua è per lui!> E conclude così, continuando a ciondolare.

00:35 Shinji:
 La osserva, vicino a sentire il suo respiro alcolico sulla pelle, ma gli occhi del biondo sono vigili, fermi, su quello che sta accadendo e che potrebbe accadere. Non rimane mai sguarnito di protezioni, assolutanente no, eppure anche lui si avvicina a quelle labbra senza poggiarle, senza volerle toccare al momento < mi spiace signorina > sussurra caldo su quella nivea pelle, di colei che chiede qualcosa di troppo e chi per qualche ragione animalesca le donerebbe pure < non sono quel tipo di uomo. .che sia qualcosa di sentito da entrambi, un minimo di brio > e sorride di nuovo, quelle labbra che si risollevano su mostrando i denti di nuovo come fosse un animale . Le mani di ella che afferrano l'haori con forza trattenendolo verso di lei con estrema intimità, tanto da farlo divenire rosso in viso di nuovo, per l'ennesima volta < c-come potresti volerlo senza sapere chi io sia > irritato e lusingato allo stesso tempo da quella donna, da quella mora che le è spuntata come un fungo < p-pagare? non pagherei mai una donna per quello, ma preferirei che fosse voluto > riderebbe scostandosi abbastanza per provare a togliere quella mano eppure stando in piedi vicino ad ella < perchè senti il bisogno di bere? > non va ad attaccar quello che ella desidera, ma vuole solo sapere il motivo reale che l'ha portata li in quella piccola osteria per ristorarsi...lo per ubriacarsi . [chakra on]

00:48 Keiga:
 E si allargano le labbra in quello che dovrebbe essere un ghigno. Quelle dell'altro sono così vicine, tanto che in un certo momento le sente già sulle proprie ma. Lui si blocca, rifiutandola. Lascia le labbra dischiuse, incredula e lo guarda, con gli occhi pesanti. Una mano si stacca dalla veste ma l'altra no, resta ben attaccata o almeno ci prova. Inclina la testa in avanti, finendo molto probabilmente contro il suo petto. L'altra mano sembra svenuta, moribonda, appoggiata sulle gambe, Inerme. Poi rialzerebbe la testa alle sue parole <Ma ti ho detto che lo voglio!> Alza un poco la voce, e nel pronunciare quelle parole, quella mano che sembrava moribonda si alza, diretta proprio tra le gambe dell'uomo. <Perchè non chiudi quella bocca e usi la lingua per altro?> Vi prego è imbarazzante, fermatela. Lui cerca ancora di toglierle la mano, ma non vuole. Cerca di tenere quella veste come se fosse l'unico appiglio che la separa dalla caduta in un burrone. <Piantala di fare il diff- BUUURP -icile> Ecco, ha fatto tutto con questo, o forse no. La testa è pesante ed il cuore, dopo quegli ennesimi rifiuti, comincia a battere più velocemente.