Andiamo
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Giocata dal 23/10/2020 21:50 al 24/10/2020 01:29 nella chat "Bosco"
[Bosco] Si guarda letteralmente intorno nel bosco di Shukosato dopo esser tornato dalla magione dei Koshirae. Non è come se la ricorda, ogni cosa è adornata da ragnatele solcate da minuscoli ragnetti. Piccoli, estremamente piccoli ma mai in vita sua si è ritrovato dinanzi ad uno spettacolo simile, per quanto, in fondo in fondo, gli faccia anche schifo. Occhi che fissano le cime degli alberi, i loro tronchi, le foglie, ogni singolo posto presenta ragnatele di ogni tipo e dimensione. La bocca resta lievemente aperta, stupito ed incuriosito da un simile fenomeno. Non osa toccare quelle ragnatele ne fa alcun movimento strano, la cosa certa è che fa attenzione persino quando si muove <Ma cosa diavolo..> parla a bassa voce in quella serata, provando a commentare ciò che vede ma a nulla serve alla fin fine <Mai vista una cosa simile> strizza gli occhi per guardare meglio, osservare cosa accade e la moltitudine di ragni, troppi per i suoi gusti. Deglutisce mostrando, oltre allo stupore, anche un piccolo moto di schifo improvviso tanto che le labbra si serrano andando a formare qualche ruga ai lati ed intorno ad esse mentre le pupille permangono lievemente più dilatate del normale. Il cielo è neutro, ogni tanto passano delle nuvole a scurire ulteriormente il paesaggio mentre la mezzaluna brilla alta nel cielo. Una serata bene o male tranquilla nel paese del fuoco e, in tutto questo, cerca Saisashi <Speriamo non si sia impigliato nelle ragnatele> muovendo il capo da destra verso sinistra per squadrare meglio l'ambiente, magari lo trova bloccato su qualche albero. L'Oboro indossa un'armatura pesante a coprire petto, gambe, braccia e collo. Ogni singolo spiraglio è tutto quanto ricoperto per impedire agli attacchi di toccarne la pelle. Sopra l'armatura vi sono una maglia nera a maniche lunghe recante il simbolo di Kusa ed un paio di pantaloni neri, sempre lunghi, fino alle caviglie. Ai piedi un paio di sandali ninja di colore blu mentre alle mani vi sono dei guanti ninja, blu anch'essi. Ai polsi e lungo gli avambracci sono posizionati dei vambracci mentre alle cosce vi sono degli schinieri, un'ulteriore protezione contro qualsiasi tipo di minaccia. Legati sotto i vambracci vi sono, sul polso destro un fuda con sigillata all'interno una nodachi mentre sul polso sinistro un altro fuda con al suo interno una katana a doppia lama. Al di sotto dell'armatura, attaccati al petto, sono stati posizionati dieci fuda potenzianti per potenziare le abilità in caso di estremo bisogno. Andando avanti, a coprire ulteriormente il petto è stato posto un giubbotto verde scuro, simbolo del suo ruolo all'interno del villaggio, privo di tasche, liscio e chiuso fino alla gola con il colletto alto. Sulla fronte vi è il copri fronte dell'erba legato tramite una fascia nera che ricade lungo la schiena. Sul lato sinistro della vita vi è legato il fodero contenente la sua nuova arma, la Bishamonten, ottenuta da poco ma che sta per divenire una sua fidata compagna. Finendo, alle cosce, sono stati legati dei portai kunai e shuriken, uno per gamba, contenente rispettivamente 9 kunai a tre punte e shuriken. Sulla schiena, sempre ai lati, vi sono dei portaoggetti, due praticamente, i quali contengono 2 tonici recupera chakra e 5 tonici curativi in uno mentre nell'altro vi sono posti 5 fuda con all'interno dei tronchetti per la sostituzione ed una ricetrasmittente. Inspira ed espira aria, il petto si gonfia e si sgonfia lentamente, respira evitando che i ragni gli finiscano nel naso, o peggio in bocca. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] Gli uomini sono come i ragni, è di quelli più piccoli che si deve aver paura poichè pronti ad infilarsi nelle tue vesti sino poi affondare i loro maledetti denti nella pelle, inniettando un veleno tossico, letale, dannato quanto l'animo intriso di odio, malvagità ed egoismo. Insensati gli abitanti che urlano alla vista di tale spettacolo, mentre per lei vi è una sorta d'ammirazione, estasiata da ogni filamento che forma la ragnatela perfetta. Allineate. Che seppur sottili, resistenti tanto d'affrontar ogni intemperia, forti quanto le braccia di cento uomini nel trattenere la preda nella loro morsa, dissipando lentamente la speranza di vita che li abbandona sottoforma di tacito sospiro. Alcune sono perlate dalla rugiada serale, umidità caratteristica dell'autunno, ormai, inoltrato. Non sembrano dei golosi gioielli? Accarezzati dalla fioca luce lunare che si fa spazio tra le fronde per potersi riflettere in questi specchi. Vanitosa. Lente sono le falcate che rilasciano alle sue spalle un leggero fruscio d'erba, iridi cremisi scivolate proprio su un albero dal tronco più largo dove, immobile sul legno, vi è una di quelle bestie si, ma di dimensioni particolarmente grandi. Sorriso sulle labbra carnose, nascosto a terzi dato il bavagno a proteggerne i connotati, dal naso fino alle clavicole. Minuta la statura, non più di centocinquanta centimetri, ciò che spicca è sicuramente la chioma, una cascata argentea e setosa terminante le fosse di venere. Epidermide chiara, spicca la colorazione degli occhi esaltati da un leggero trucco a valorizzarne la forma. Curve accattivanti, ma saranno i fianchi ad essere più sviluppati del seno, coperti da abiti scolareschi: una gonna con i volant verde lunga sino metà coscia, camicetta castigata fin sotto la gola dove, un nastro infiocchettato, ricade morvido sul petto, parigine nere tuffate in stivaletti semplici ed una cinghia in cuoio che la aiuta a trasportare le classiche armi. Kunai, Fuuda, carte bomba e fumogeni. Le mani sono guantate, eccetto l'unghia dell'indice, appuntita e nera dove, attorno alla falange, vi è attorcigliato un anello d'oro a forma di serpe. Allunga la mancina per poter poggiarla proprio dinanzi la tarantola, la invita a salir il dorso, con delicatezza e calma disarmante. Le otto zampe sembrano finalmente sbloccarsi, tuttavia, attende abbia stabilità completa, permanendo dunque immobile. [ChkOff] [4 Kunai] [4 Carte Bomba] [3 Fuuda] [2 Fumogeni] [Bosco] E niente, si continua con quella camminata attenta e premurosa verso se stesso, non tocca ragnatele o ragni di alcun tipo ne si sofferma particolarmente ad osservarli. Non gli interessa se tra loro ci siano anche ragni grossi, l'unico obiettivo è andare avanti senza perdere la concentrazione, senza farsi distrarre <Mannaggia a lui, dove diamine si è cacciato> impreca verso colui che è causa di tanta preoccupazione <Appena lo prendo gli faccio fare 50 giri a calci in culo> a bassa voce, parlando principalmente tra se e se, anche perchè è da solo, parlare con altri sarebbe quanto mai impossibile <Sublime imbecille, dove ti sei cacciato?> alza appena la voce per cercare di farsi sentire da Saisashi, nella speranza sia nelle vicinanze ma poco ci spera. Inspira ed espira, il petto si solleva e si ritrae lentamente permettendo al corpo di assorbire l'ossigeno necessario eppure stare in mezzo a tanti ragni porta orribili conseguenze. La schiena si fa completamente diritta, quasi blocca come un brivido che la percorre nella sua interezza. La mancina si porta automaticamente tra i capelli andando a grattare il capo come se uno di quei ragni fosse atterrato li. Tanta suggestione vi è in quel momento e tanto schifo. Smuove la chioma bianca per togliersi quella convinzione che non vi sia realmente niente ma il prurito giunge in tutto il corpo, nemmeno avesse le pulci. Socchiude gli occhi qualche attimo alla ricerca del suo autocontrollo, deve riprendersi, ha bisogno di riprendersi per uscire da quel bosco come una persona normale. Continua il cammino calpestando il sentiero passo dopo passo, lasciando le case dei lavoratori di Shukosato alle proprie spalle, andando avanti per la propria strada, o meglio, per ritrovare il taijutser. E' proprio in quel cammino ed in quella sera che una figura spunta dinanzi a se, minuta e piccolina. In un primo momento non ne riconosce l'aspetto ne le fattezze, il buio non aiuta eppure, man mano che si avvicina, ecco che comprende chi ella sia veramente. Una ragazza conosciuta qualche tempo fa con cui ha intrapreso un dibattito acceso sul suo essere piccolina e ragazzina. Perchè privarsi di questo piacere? Soprattutto necessita di una distrazione imminente <Ma tu guarda, la ragazzina è nel bosco> e nel dirlo nota come ella allunghi la mano verso i ragni in questione. Solleva appena le sopracciglia nel vedere una tale scena. Bocca che si apre <Fai sul serio? Io non li toccherei se fossi in te> indicandoli con l'indice destro a mantenendo una distanza di circa un paio di metro dalla ragazza. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] S'assottigliano le palpebre nell'ammirar come, la bestia, inizi a smuovere le sue zampe pelose sul guanto. Se ci si soffermasse in religioso silenzio, quasi si potrebbe udir lo strusciar delle punte sulla pelle nera, insieme allo sfrigolar dei denti che continuano a trillar perpetui al di sotto dei mille occhi. Tra le varie passioni della ragazza, vi è un amore incondizionato verso gli animali più ostili all'uomo, tuttavia, i serpenti rimangono il simbolo più significativo nella sua vita, tanto da imprimerlo sull'epidermide finchè la morte ed i vermi non sopraggiungeranno per cancellarla dall'esistenza. Avverte dei suoni, ma sarà il richiamo a Saisachi che ne attirerà completamente l'attenzione poichè, la voce di Raido, vien riconosciuta come familiare senza però affibiarla ad un volto preciso. Troppo fugace il loro incontro, superficiale, come quando si impiglia qualcosa nell'occhio, estirpata via con qualche battito di ciglia <...> ruota blandamente il cranio sino a poggiar le cremisi sulla figura dell'uomo, lo soppesa da capo a piedi coadiuviando il braccio mancino distaccato finalmente dal tronco con al tarantola sul dorso <Lo spadaccino...> sibila alla stregua di una vipera il cui veleno vorrebbe raggiunger i canini, pronti all'attacco senza mai esser però svelati <Oboro, giusto?> tonalità normalizzate con il compimento completo dello spostamento, mirato a fronteggiarlo senza mai accorciar le distanza dall'altro imposte <perchè mai non dovrei?> inarca un sopracciglio, indispettita. Schiocca la lingua biforcuta contro il palato, palleggiando tra le due creature nel mentre, l'aracnide, vien seguito con più minuziosa cura, adoperando il polso per esporlo sempre verso il cielo, e mai verso il terreno <non sono affascinanti? Oppure hai paura anche tu come il resto delle femminucce del villaggio> ironia andrebbe a colorar ogni affermazione, una presa ingiro abbastanza bonaria, ma arrogante come la prima volta che i loro cammini si son incrociati. Finalmente decide di avanzare, uno o due passi massimo prima di distendere l'arto e mostrargli il tutto con fierezza <ti fa schifo?> ne ricerca un contatto visivo più diretto, invadente, inclinando la nuca per sopperire alla differenza d'altezza <incompresi...soli. Allontanati. E per cosa?> per la loro natura, per associazioni così banali, popolari. <Ad ogni modo, non eri tornato a Kusa?> così aveva detto prima di salutarla, dichiarando la possibilità di poterla addestrar alle armi. Grazie alla Luce lunare, scintilla il coprifronte che dimostra il grado conquistato, esso è rilegato sul bicipite destro, parzialmente rivolto al costato <cosa ti porta nei pressi di Oto> ed in base al chiacchierare, probabilmente non è solo. [Bosco] Attira l'attenzione della ragazzina, non ha dovuto faticare molto seppur ella sia impegnata a giocare con il ragno in questione. Non capisce il perchè ma neanche gli interessa andando solo ad avvicinarsi e non per guardarla meglio quanto per guardare il contorno della foresta, tutte quelle ragnatele che la ricoprono. Non esiste una giornata tranquilla, ogni giorno c'è qualcosa di nuovo e di strano che va ad impegnarlo e se anche questa fosse l'ennesima minaccia? Non può dirlo, non lo sa ma il dubbio gli arriva proprio per via della quantità abnorme di ragni presenti. Sospira pesantemente scacciando i pensieri, non facendoci caso e concentrandosi esclusivamente sulla neo genin e non più sui ragni, di certi è una visione infinitamente più bella e meno impressionabile <Ti ricordi di me> con un mezzo sorriso a crearsi in viso al Jonin mentre ricerca gli occhi dell'altra e concentrandosi su di essi. Alza il braccio destro quanto basta per indicare, con l'indice, l'ambiente circostante facendo roteare il suddetto dito <Per questo> la motivazione è presto detta <Non so molto di ragni ma non penso che tutto questo sia normale> troppi ce ne sono, troppe ragnatele, troppo invasivi ed il dubbio ed il sospetto aumentano in quel di Raido, sempre di più, minuto dopo minuto <Mai visto un'invasione del genere e sinceramente non mi sembra niente di buono> serio in viso, non più scherzoso, almeno in quel frangente, in quel piccolo momento in cui lascia uscire i propri pensieri. Inarca un sopracciglio a quello sfottimento improvviso da parte della genin <Deve ancora nascere la creatura che possa farmi paura> giusto per vantarsi, ma proprio un minimo eh <Piuttosto mi fanno senso in grossi quantità ma si, presi singolarmente sono anche belli> alcuni di loro si, altri no ma diciamolo troppo apertamente. Non li guarda ovviamente, ne vede già abbastanza con la coda dell'occhio e concentrarsi su uno di loro andrebbe solo a peggiorare la situazione attuale. Hoshiko lo prende alla sprovvista avvicinandosi con quel ragno in mano, ragno che viene allungato per essere mostrato. Apre gli occhi guardando la creatura sul di lei palmo <No> essendo pure grosso no, schifo di certo non può fargli. Diretto e conciso in quel modo di dire, almeno fin quando la ragazza non parla e sono parole di facile comprensione ma che potrebbero nascondere ben più di quanto si possa pensare <Sicura di sta parlando dei ragni?> le chiede piegando lievemente il capo di lato con tono più basso, meno ironico, più bonario. Annuisce <Si, ci sono tornato e ci vivo tutt'ora> alzando le spalle essendo la cosa più ovvia del mondo per lui eppure solo ora ne nota il coprifronte sul braccio, lo stesso che reca il simbolo del suono rendendola, a tutti gli effetti, una ninja di Oto e non più dell'erba <Con tutto che siamo ancora nel paese del fuoco...avevo bisogno di staccare la spina e di stare solo. Ho bisogno di mettere in ordine i pensieri e stavo cercando un'idiota> una risposta abbastanza sincera nonostante tutto <E tu cosa ci fai così lontana da Oto ragazzina? Eri così ansiosa di andarci e ora ti allontani così tanto?> domanda lecita la sua. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] Permane teso il braccio indirizzato al viso altrui, ma le iridi - rosse come i preziosi rubini adagiati sul letto d'un vulcano - ancora ricercano il contatto visivo con insistenza, penetranti, con un velo di malinconia celato nell'animo ma inghiottito dall'arroganza ostentata <non dovrei ricordami di te? Mi avevi offerto delle lezioni se non mi sbaglio> scaccia l'aria dalle narici per sfociar in uno sbuffo dal sapore di una finta offesa enfatizzata. La tarantola, attraverso un filamento creato ed attaccato sul palmo, inizia a discendere per raggiunger il terreno proprio quando, Raido, indica la foresta in preda ad una invasione <dimmi, Oboro...che cosa è normale ormai a questo mondo. Tutto ciò che ci rimane da fare è attendere e...> flette il ginocchio per sollevar la suola dalla pavimentazione, istintivo il caplestare la stessa bestia sin ora idolatrata, le viscere ne sporcano la punta del calzario e l'erba, e nonostante sia ormai passato a miglior vita, ella continua a stusciare con insistenza tale da disintegrarlo dopo qualche secondo, facendogli accusar l'intero peso corporeo <farli fuori> un ringhio rabbioso, susseguito dallo schiarimento vocale che la riporta, dunque, alla quiete. Spalanca impercettibilmente le palpebre alla domanda ricevuta, per la prima volta, in un essere umano si insinua tale dubbio sulle affermazioni che elargisce durante discorsi particolari. Non replica nell'immediato, anzi, probabilmente una risposta non sopraggiungerà mai se non il distogliere l'attenzione per rigettarla in un punto lontano, impreciso. Fuggire rimanendo immobili <Staccare la spina...evidentemente a Kusa non si sta tanto bene quanto dicono mh?> sfarfalla le ciglia trascinando gli arti superiori dietro la schiena per incrociar le dita all'altezza del lombare. Il petto vien esposto all'esterno, sottolineando il seno nascosto dalla camicetta bianca <l'Hasukage inizia ad esasperare i suoi abitanti?> per la mania di controllo dichiarata da Kimi, è più che plausibile. Solleva le spalle con sufficenza, ma il gesto viene smorzato dal dolore lancinante causato dalle bruciature - non curate - tra le scapole. Probabilmente vi è un'infezione, nonostante la sua caparbietà nel pensar lei stessa a guarire con le sole sue forze piuttosto che recarsi da un medico. Si flette di poco in avanti il busto, la smorfia raggiunge anche le zone scoperte, perciò, non serviranno le labbra a disegnar ciò che il resto sta già mostrando. Respiro affannato, si stringono i denti in una morsa che basta a farla tornar in posizione eretta, rotea il corpo, smettendo dunuque di fronteggiarlo, inevitabili alcune macchioline di sangue a costellar il bianco dell'indumento <Diciamo che Oto inizia ad essermi stretta...credevo di poter ricevere risposte, di crescere insieme il mio presunto Clan> di nuovo schiocca la lingua contro il palato, seccata <ma credo d'esser saltata dalla padella alla brace> letture mentali, esami estenuanti, prigionia, genjutsu...<chi cerchi> [Bosco] Nota quel qualcosa di diverso in lei, non è il carattere veduto l'ultima volta. Troppo azzardato dire che sia cambiata ma di certo non è come l'altra volta, più scura in viso, quasi più tetra in alcuni modi di fare. Non se lo spiega, forse perchè non la conosce affatto e potrebbe fraintendere ogni cosa ma vuole rischiare? Certo che vuole altrimenti cosa vive a fare? Buttarsi in ogni cosa è il modo migliore di vivere, seppur questo posso portare del dolore <E sono ancora valide. Dissi che la mia porta era sempre aperta per futuri houjutser ma non ti ho vista arrivare> rimbeccandola in quello. Lui ha teso la mano tempo fa ma tocca a lei afferrarla e cogliere quella possibilità che il Jonin le sta offrendo, più unica che rara essendo, lei, una di Oto. Il ragno viene fatto scendere dalla di lei mano seguendone i movimenti in silenzio mentre ancora una volta viene chiamato per cognome. Un nome, il suo, che porta alla mente ricordi che desidera dimenticare seppur non lo rinneghi e mai lo avrebbe fatto. Sta per rispondere, apre la bocca per farlo e poi vede tutta la scena, lei che schiaccia il ragno con forza e con una certa dose di sadismo. Serra le labbra inscurendo il viso, fissando il di lei piede distruggere il corpo di quell'essere. Più pensieroso, vorrebbe far dell'ironia ma non viene, non arriva il divertimento nel Jonin <Cosa è successo? Sei diversa rispetto all'ultima volta, qualcosa in te è cambiato> umetta le labbra portando la lingua a carezzarle, rendendole più umide e morbide <Sento che la ragazzina sta venendo messa da parte> potrebbe solo essere un effetto della crescita altrui, il suo star divenendo grande, adulta. Non ottiene risposta alla domanda precedente e questo vuol dire tutto come vuol dire niente ma conta più sulla prima <Deduco che ci ho preso, non parlavi dei ragni> ovvio che parlasse di se stessa ma non lo va a dire apertamente permettendo all'altra di spiegare, di parlare da sola senza essere imboccata. Forse non è più una bambina, forse è diventata davvero una Kunoichi <In realtà a Kusa sto anche fin troppo bene ma sono tornato e sono un Jonin, questo vuol dire che passo le mie giornate in missione e non ho un attimo di riposo> cosa vera, sono giorni che non si ferma, giorni che passa a svolgere compiti e ogni giorno si aggiunge qualcosa di nuovo alla propria lista <Yukio? A dire il vero no, si comporta come un Kage e, nel mio caso, come un amico. Diciamo che lascia molta libertà a Kusa> altrimenti lei non sarebbe potuta andare viva e la gente non potrebbe progredire in un tal modo. Non ha parole di disprezzo nei confronti del Kokketsu, solo parole di stima e complimenti, come sempre. Osserva meglio la ragazza, le posizioni prese, il seno da sotto la camicia, i fianchi di lei, non lo nega a se stesso di vedere anche una donna eppure ciò che attira la sua attenzione sono quelle smorfie che vanno a crearsi sul di lei viso, smorfie forse di dolore e poi quel rosso a sporcare il bianco della camicia <Hoshiko> la chiama per nome per la prima volta <Sei ferita> andando e provando ad avvicinarsi di più a lei con un piccolo scatto, accorciando sensibilmente le distanze, sempre se gli fosse permesso <Cosa ti è successo?> cercando di capire meglio il punto dolorante <Per questo sei andata via da Oto? Ti hanno attaccata?> è il primo pensiero che gli viene in mente, potrebbero averla attaccata per il suo desiderio di andare via e ciò che ode dopo va ad accreditare la sua tesi. Sospira lasciando uscire aria dal naso <Quindi la tua fuga ad Oto si è rivelata deludente? A volte le risposte sono più vicine di quanto crediamo ma per capirlo, ci dobbiamo allontanare> frasi sagge e dove trovarle. Scuote il capo all'ultima domanda <Il fidanzato di una mia amica, mi ha chiesto aiuto per una cosa>. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] Avverte l'avvicinamento altrui, tuttavia, istintivo è lo scatto nel chiudersi all'interno d'uno scudo fatto d'indifferenza, distacco, un gelo probabilmente conosciuto tra i ghiacciai innevati. Le cremisi, adesso, fissano il terreno dove quella miriade di ragni continuano a camminar freneticamente come fossero i padroni del Pianeta. Piccoli bastardi senza gloria <credo di star bene..> afferma seppur le gote arrossate evidenzino qualche linea di febbre <un'esame Genin abbastanza particolare> afferma ricordando i compagni massacrati per un semplice brevetto. Quanto spreco. Tenta di ricomporsi, nascondendosi dietro quella maschera che ancora non svela i connotati della giovane, lasciandola coperta da una nube di mistero, curiosità. Sempre che vi sia interesse. <Non sono fuggita da Oto, ma, alle volte, allontanarsi da così tanto menefreghismo fa bene all'animo> palloni gonfiati che, nonostante sia conosciuta la loro capacità combattiva, si ostinano ad esaltarla schiacciando i deboli essattamente come ha fatto lei pochi minuti prima con la tarantola, ormai, disintegrata. Riprende la passaggiata, lenta, ad aspettar d'essere affiancata per la prima volta da una persona che non sia Kasei. Che sensazione strana, ogni sua parola sembra rincuorar un'anima in preda alla depressione, inghiottita nell'oscurità che, pian piano, inizia a pervaderla esattamente come il dolore della bruciatura tra le scapole <non ho potuto raggiungerti...la volontà c'era, ma come già spiegato, avevo delle faccende importanti da sbrigare. Inoltre, sono stata imprigionata per aver tentato di far esplodere la statua di Sasuke in piazza> le viene da sorridere. Oh, se solo ci fosse riuscita, avrebbe schiacciato i corpi dei due Doku che hanno osato genjutsare la sua mente. Le palpebre si assottigliano nell'udir del cambiamento, gli eventi accaduti nel villaggio natale l'hanno segnata, il nuovo sentimento contorto verso il compagno di disavventure, la scoperta del sesso, la lettura invasiva dei ricordi e gli insulti ricevuti da Kimi <Siamo creature in continuo mutamento, Oboro. Non vorrai dirmi che tu sei rimasto lo stesso di qualche anno fa...ciò che viviamo, ci spinge a cambiare, fin quando, la crisalide, si crepa per lasciar fuoriuscire la nostra vera essenza> probabilmente non è il suo caso, l'età più matura è molto distante dalla crescita personale vissuta giorno dopo giorno dalla Genin. Mancina sollevata per districar tra le dita la ciocca argentea, ma uno scatto basterebbe per tentar di agguantare la manica avversa e tirarlo a se. Inclina il capo per l'altezza, infligge lo sguardo in quello altrui come chi, il discorso del Kage, proprio non lo digerisce <Se Yukio è così benevolo come dici...perchè mai ha impresso sulla mia fottuta testa un Sigillo? Mi ha lasciata andar via da Kusa solo per i suoi sporchi comodi altrimenti, son sicura mi avrebbe arrestata o uccisa quella sera> stronzo. Se quel gesto le fosse riuscito, andrebbe a liberarlo più per debolezza, stringe ancora la dentatura, consapevole delle terme ad aver peggiorato di gran lunga la situazione. Debole anche in guarigione. Si dirige verso un'albero per trovar appoggio momentaneo, infatti, ne aderisce il fianco, incurante di distruggere alcune ragnatele <quindi tra le varie mansioni, compi anche favori su commissione...il Jonin caritatevole mh?> lo canzona con un riso sommesso, soffocato dal respiro più profondo. Si riprenderà adesso, si sta strapazzando troppo, intanto però, la camicetta pianca continua a macchiarsi di rosso, evidentemente le movenze hanno crepato la crosta sottile tanto da spaccarla per l'ennesima volta <Perciò, adesso, devo chiamarti Maestro?> inarca il sopracciglio. Acidella. [Bosco] Non crede a quella parole ed il viso si va a riempire di disappunto ma non solo. L'irrigidirsi di lei viene notato, alza una barriera non da poco capace di schiacciare chiunque. <Cerco solo di aiutarti>. Si ritrova davanti una ragazza che allontana tutti quanti non lasciando entrare nessuno, non permettendo ad estranei di avvicinarsi più di quanto lei non decida. Ne osserva quel viso mascherato, per quanto possibile e ne ricerca gli occhi <Tu non stai bene affatto, hai bisogno di un medico> e poi la notizia dell'esame genin. Particolare lo definisce e questo si che scatena in lui qualcosa. Il labbro superiore accenna ad un lieve tremoli, impercettibile quasi ma è presente mentre la mano sinistra va lentamente a stringersi a pugno, non stringe troppo ma il nervoso prende il sopravvento <Sono peggio degli animali, ridurre un loro ninja in queste condizioni e farlo uscire> sta uno straccio e questo è fin troppo palese, il suo stare bene è ben lontano <Dovresti togliere quella maschera per un po', hai bisogno di libertà per respirare> e seppur vi è curiosità, non lo dice per un suo torna conto quanto per cercare di alleviare le di lei sofferenze <Menefreghismo? Che razza di villaggio se ne frega dei proprio ninja? Gli shinobi danno la vita per proteggere la loro patria e Oto se ne frega lasciandoti andare in giro ferita e malata> dall'aspetto quanto meno fuoriesce quello. Parla con una certa rabbia la quale si intensifica sempre più verso il villaggio del suono. Non gli piace, provoca troppa sofferenza e troppo dolore in chiunque. Tutti coloro che vi entrano ne escono cambiati e distrutti, prima Saisashi e adesso anche Hoshiko. La prossima volta a chi tocca? Ad una persona a lui ancor più cara? Non può permetterlo, non può più permettere che questa storia vada avanti. Sospira cercando di calmarsi, di scacciare qualsiasi tipo di pensiero da battaglia, non fa bene a lui e ne tanto meno alla genin <Faccende da sbrigare come ferirti in questo modo> schietto e diretto nel riprendere quello che ella ha ancora. Inarca il sopracciglio nell'udire il suo operato, sorride a sua volta insieme alla ragazza <Sasuke, un altro pazzo> si, al momento non prova particolare simpatia per tal luogo <Perchè lo avresti fatto?> domanda più che ovvia, nonostante tutto ha sempre commesso una specie di atto terroristico ai danni del vecchio Kage di Oto, forse il più importante che la storia di quel villaggio ricordi. Scuote il capo, ogni parola che sente è sia giusta che sbagliata, sia perfetta che pregna di errori. Potrebbe interromperla ed imporre la sua volontà ma comincia a comprendere sentendo come i suoi pensieri vengono concretizzati, ottenendo la piena ragione. La permanenza ad Oto l'ha resa quello che è, più oscura <Per cambiare ho dovuto patire le pene dell'inferno. Ho fatto soffrire delle persone e ho sofferto a mia volta pagando per quello che ho fatto e ben di più. Ho visto cosa vuol dire avere il male a fianco ma questo è accaduto dopo anni> deglutisce riportando alla luce quei ricordi <Ma tu sei ancora giovane e vedere una luce tanto giovane spegnersi così presto, io non lo accetto. Non perchè di un villaggio di animali> sinistra che torna a stringersi con la medesima forza, ora maggiore. Si incammina al di lei fianco, passo dopo passo cammina con la ragazza cercando di mantenere un'aria tranquilla prima di venire preso improvvisamente dalla manica, tirato indietro. China il capo cercandone lo sguardo e gli occhi <Yukio non è un assassino, a differenza di quanto credete o di quanto viene detto ad Oto. Nessuno ha ancora compreso come agisce quell'uomo. I suoi sigilli non servono a manovrarvi, servono a proteggervi. Lui sta proteggendo te esattamente come sta proteggendo me> andando a toccarsi la testa con la destra ma cosa vuol dire questo? Lascia alla ragazza la possibilità di capire, non parla in modo esplicito <E' un Kage migliore di quanto crediate, migliore di quanto lui stesso crede> e solo quando viene lasciato andare ne segue il movimento verso un albero mentre quella ferita continua a buttare fuori sangue. Sta peggiorando ulteriormente e d'istinto va a mettere la mano nel portaoggetti per tirarne fuori un tonico curativo speciale, una pallina rossa. Si avvicina ad Hoshiko, ora seduta a terra, poggiata ad un albero per la debolezza <Tengo a quel ragazzo, ecco perchè lo aiuto> serio in viso <Prendi questo, allevierà per un po' il dolore> porgendole il tonico mentre si china di lato, cercando di sedersi per terra a sua volta ad un metro di distanza dalla genin <E io ti devo chiamare allieva? O ragazzina impertinente? Forse suona meglio quest'ultimo> ridacchiando appena. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione]
Giocata del 25/10/2020 dalle 18:12 alle 23:51 nella chat "Bosco"
Un'occhiata in tralice vien rilanciata nel mentre l'uomo s'avvicina al proprio corpo, che seppur vi sia quel metro di distanza a separali, per lei, è un'invadere i propri spazi più di quanto abbia mai permesso a qualcuno sino ad ora. Lente le iridi cremisi discendono su quella strana sfera rossastra, istintivo l'arco sopraccigliare inarcato a tal punto da formare una parvenza di ruga sulla fronte pallida <mi hanno insegnato a non accettare le caramelle dagli sconosciuti> si mescola la serietà ad una timida ironia che s'evince dal capo parzialmente ripiegato sul lato, il crine argenteo accarezza la fascia a coprir i suoi connotati, la stessa che mai - se non per sua decisione - verrà abbassata. Sospira, tenta di riacquisire il controllo rallentando il battito accellerato, maledetta quella ferita che continua a creparsi, rendendo difficoltosa e lunga la guarigione che con tanta caparbietà è stata imposta in solitudine piuttosto che ricercar un medico decente tra le mura di Oto, ma sarà l'affermazione altrui a far nascere un riso sommesso fuoriuscito dalla gola <ridurre i loro ninja in questo modo, mh? Guarda che sono stata fortunata rispetto ai compagni che, adesso, son passati a miglior vita> ed è in quel momento che distoglie l'attenzione per poter rimirare il cielo volto all'imbrunire. Mente ottenebrata da mille pensieri, risalenti tutti a quel giorno dove la crudeltà umana è stata vomitata da ogni bocca che qualche minuto prima dichiarava d'esser amico, fratello, amato <ci hanno ammassato come pecore in cortile, hanno delineato i confini con la loro presenza...ci hanno osservato nel mentre eravamo intenti a massacrarci come bestie rabbiose per cinque fottuti coprifronte> sfrigola la pelle del guanto sotto la pressione di un pugno stretto, sfogo nevrotico poichè, per quanto non sia una santa, non riesce a comprendere come si possa compiere un simile gesto nei confronti di chi, in fin dei conti, non ha effettuato alcun torto grave da meritarne la morte <i maschi univano le forze...ho visto fanciulle correre disperate per non essere uccise, e dopo, gli stessi che si sono spalleggiati hanno iniziato a combattere per supremazia> schiocca la lingua contro il palato. Patetici. <Io?...io sono riuscita ad avere la promozione per mera fortuna poichè sono arrivata fino alla fine più o meno salva. Ho ferito? Certo, ma nulla di più> ed ecco che l'immagine di quel bastardo seduto sulla sua schiena inizia a farle crescere vendetta verso il proprio Villaggio, continuava a picchiarla, senza mai fermarsi, se non per il maestro pronto a spostarlo. <Per le cure, dobbiamo vedercela da soli. Tuttavia, pare ci sia molto movimento da queste parti...sarà forse per la Mukenin Sango?> non sa se sia una risposta esatta, tuttavia, chiudere e blindare improvvisamente le mura non possono che significare protezione verso qualcuno, verso Yukio, ma egli - da quel che ha potuto comprendere - non par essere molto interessato a quattro capanne tanto quanto la donna traditrice raccontatele <credo che non mi faranno passare facilmente, ci sarà un'ennesima lettura di mente o qualche reclusione. Per questo non ho voglia di rimetterci piede> sussurri diviene il dialogo, una confidenza verso Raido per poter istaurare un minimo di rapporto date le lezioni gratuite per divenir una Houjutser con i controfiocchi. Orbite per aria alla domanda ricevuta, torna a posar lo sguardo in quello di lui <perchè avrei tentato di far saltare la statua? Uhm...mi hanno genjutsata e dato il menefreghismo che provo in quei pezzi dipietra piazzati in mezzo alle palle, ho pensato bene di renderli più utili di quanto lo siano adesso> sfarfallano le ciglia, no, a lei non interessa minimamente che sia l'idolo del popolo. Strano, vero? <...> tace dopo. Lei, spegnersi...perchè, brillava di luce propria? Forse si, ma sarebbe come una piccola stella nella volta notturna, la stessa che si fatica a vedere poichè schiacciata dalle altre più grandi. Spalanca impercettibilmente le palpebre, tutto ciò che Kimi ha detto sull'Hasukage, quindi, è una menzogna? <Mi stai appena dicendo che sono stata rinchiusa, stuprata mentalmente con una lettura forzata da un'Uchiha, per essere presa per il culo da una stronza che i ribella al paparino?> ringhio feroce smorzato dalle bruciature che, con la contrazione dei muscoli, iniziano a divampare come le fiamme infernali sotto la cute. Non risponde al nomignolo ricevuto, si incupisce, oscurata come la Luna durante l'eclissi. [Bosco] Il tonico è un buon metodo per rimettersi in sesto prima di recarsi in un centro medico, questo lo sa bene così come sa bene che il tonico che le porge è uno dei più rari ad efficaci sul mercato. Si siede scostando la spada al proprio fianco, portando la lama in avanti e l'elsa all'indietro, braccio teso con mano tenente la piccola pallina rossa. Osserva la genin, la scruta in attesa che quell'oggetto venga preso ed inghiottito dall'altra ma ciò non avviene, avvertendo in lei la diffidenza. Inarca un sopracciglio chinando lo sguardo sul tonico, apre la bocca per parlare ma viene richiusa quasi subito lasciandosi andare ad un piccolo sorriso <Mi può essere detto di tutto ma di certo non sconosciuto. Ovunque vado mi riconoscono> con un'alzata veloce di spalle <Comunque, le caramelle sono buone, questo no, ha un gusto di dubbia bontà ma è utile al corpo, quanto meno a far cessare il sangue> indicando il punto sulla schiena che macchia le vesti. Lentamente il braccio discende andando a poggiare il tonico vicino ad ella. Non glielo da forzatamente ma lascia che sia lei a scegliere se fidarsi e prenderlo oppure lasciarlo li a marcire. Scosta lo sguardo portandolo nuovamente avanti a se, fissa gli alberi ripieni di ragnatele, osserva la moltitudine di ragni muoversi di volta in volta come una famiglia eppure il sospetto cresce momento dopo momento nel Jonin, qualcosa non va in tutto questo, qualcosa di strano sta accadendo. Persino il regno animale non può arrivare a fare una cosa del genere, quasi come se si stesse preparando ad una guerra o ad un attacco al genere umano. Mentre questi pensieri attraversano la di lui mente presta ancora ascolto alla genin, non la ignora seppur non la guardi più e ciò che sente porta in lui un altro dubbio, un altro tarlo. Stranito china le sopracciglia strizzando appena gli occhi. Quel che sente non è normale, al contrario, vi è qualcosa di estremamente sbagliato <Cosa intendi?> le chiede girando il capo appena per incrociarne lo sguardo. Voce bassa ma calma, almeno per ora. La guardia viene mantenuta alta e non cessa di osservare i ragni attorno intenti a muoversi, essi fanno parte della sua preoccupazione ma ciò passa in secondo piano quando è l'altra che parla ricominciando il racconto, questa volta più dettagliato. Sempre più stranito da ciò che sente ed un deja vu ne appanna lo sguardo. Vecchie memorie, racconti antichi di tempi lontani, di esami fatti a Kiri tramandati da generazioni e ora, per fortuna, non più in uso <Vi hanno fatti uccidere tra voi?> sconcertato, preso in contropiede da una simile notizia. Non sa come replicare ne cosa dire ma quel racconto prosegue andando ad aggiungere dei dettagli non indifferenti durante la sua esperienza in quel di Oto per divenire genin. Umetta le labbra chinando il viso, più scuro, il sorriso svanisce dal di lui viso facendosi nettamente più serio <Anni fa, molti anni fa, una pratica del genere era in vigore pure a Kiri. Per diventare ninja bisognava uccidere i propri compagni> si ferma qualche momento <Ora non è più in vigore> commenta secco <Eppure ad Oto hanno riesumato una pratica del genere...> stringendo la destra in pugno, le dita totalmente avvolte. La stringe con forza <Quei ragazzi potevano essere tuoi alleati, tuoi amici> alzando il viso per guardarla <Hai dimostrato di essere più ninja tu che tutti quelli che si sono sporcati le mani> sempre serio in viso, non accenna minimamente a lasciar andare qualsiasi altra emozione se non una smorfia capace di incresparne le labbra, una smorfia quasi fastidiosa persino per lui. Il cuore batte più forte mentre la sinistra si alza andando ad accarezzare il collo, precisamente il punto in cui vi è il sigillo maledetto. Strofina la mano provando a calmare il proprio corpo, rilassarlo, renderlo meno incline a scatti di rabbia <Per Sango, per Kioshi, per Kimi e tanti altri. Il villaggio del suono è stato conquistato da coloro che adesso sono Mukenin dell'alleanza, compreso il vostro Kage> andando ad informarla o comunque a ribadire un concetto importante, forse anche troppo per lasciarlo passare in sordina. Deglutisce sentendo le parole di Yukio nella mente, il loro incontro, la sua missione, quello che deve fare in quel villaggio. Sono tutti li, i suoi obiettivi, il suo biglietto per tornare ad essere quello di un tempo, un ninja temuto in ogni parte dell'alleanza e ben oltre. Deve tornare ad esserlo. Stringe i denti, il viso si fa più rigido e lo sguardo si perde qualche attimo nel vuoto prima che sia la stessa genin a rompere il silenzio <Puoi sempre tornare a Kusa> gliela pone li <L'ultima volta l'ho buttata sul gioco diciamo ma questa volta no. Puoi tornare a Kusa se lo desideri, non credo che Yukio farà troppe storie> se lo conosce quanto basta non dovrebbe impedirglielo ma non dice niente con certezza, non ce l'ha e mai ce l'avrebbe avuta essendo il Kage imprevedibile spesso e volentieri <Sei diventata ninja andando contro quello che ti hanno imposto di fare dimostrando che puoi fare di più che ammazzare inutilmente> lo ha colpito quello che ha fatto, decisamente <Il mio esame per divenire genin è stato divertente> sorridendo <Ho combattuto contro un ragazzo abile nel ninjutsu, le ho prese come mai in vita mia quel giorno> ridacchiando divertito, un sorriso sincero che rimembra il passato, un passato oramai lontano. Il motivo per cui ha distrutto la statua è presto detto e seppur non capisca bene le dinamiche va a sorridere <Onesta> cos'altro può dire se non quello? Lei è una luce, una luce in procinto di spegnersi, la vede andare verso l'oscurità ed in quel piccolo cambiamento avvenuto in lei è il segno più lampante, più decisivo. Non insiste su quell'argomento, non la vuole turbare eppure si concentra su altro. <Probabile> andando a rispondere a quella domanda <Io nutro piena fiducia in Yukio, ha combattuto al mio fianco quando Kusa stava per cadere. Abbiamo liberato il villaggio insieme durante una ribellione e da quel momento in poi ha sempre agito in favore di Kusa. Certo, i suoi metodi non sono sempre ortodossi e molte volte agisce d'istinto ma lo fa solo perchè tiene al proprio villaggio e poi...è Yukio, cosa pretendete? E' mezzo pazzo> sorridendo appena <Ed è la persona più vicina ad un migliore amico che abbia mai avuto> una piccola confidenza che regala alla giovane. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] Quel tonico viene lasciato incustodito proprio al suo fianco, assottiglia lo sguardo nel percepire la sincerità di quel sorriso, molto più leggero e spontaneo di quanti lei ne abbia fatti in quest'ultimo periodo. Palleggiano i cremisi sulla sfera rossa e l'uomo, sospira profondamente coadiuviando la mancina allungata per recuperar la semi cura, pinzandola con l'indice ed il pollice <Anche l'Hasukage di Kusa, per me, è uno sconosciuto. Avere un nome importante, una fama, non fa di tutti voi miei amici o nemici> dichiara tranciando di netto quel discorso, facendo capire quanto, per lei, il giudizio non sia influenzato dalle chiacchiere mondane, quanto da un relazionarsi con l'individuo e trarre le proprie, personali, conclusioni <Kimi viene descritta in un modo da un mio...> alleato? Non sa neanche di far parte a tutti gli effetti dei Doku, è rimasta appesa ad un filo, chiusa fuori esattamente come adesso dal proprio villaggio <conoscente. Un certo Eryk, famoso ad Oto per essere stato sbattuto di faccia al muro dalla sua Capo Clan. Sembrava una creatura benevola, che ci tenesse a coloro che, con devozione, seguono ogni suo ordine come bravi cagnolini...ed invece> lascia che sia Raido a finir la frase nel mentre, l'anulare, abbassa la benda nera svelando i connotati da sempre celati. Viso fine, dai lineamenti perfetti, epidermide chiara spezzata dal candore roseo delle gote e delle labbra carnose, tuttavia, vi è una nota stonata a rovinar la dolce melodia: una cicatrice si dirama dallo zigomo sinistro, estesa sino alla gola per tuffarsi nel lembo di tessuto raggomitolato sulle clavicole. Fugace risulterà la rivelazione, poichè una volta inghiottito il tutto con una smorfia che vedrebbe il nasino arricciarsi per un brivido nauseato, subito il bavaglio viene rialzato, tornando quella di sempre. Dietro il suo rassicurante scudo. Annuisce successivamente studiando le reazioni nevrotiche dimostrate dallo strofinar del palmo avverso sul collo, inarca un sopracciglio, vorrebbe proferir qualcosa, ma le si blocca nell'esatto momento in cui vien fatto un complimento decisamente inaspettato. Distoglie lo sguardo per l'imbarazzo, rigettandolo sulle proprie gambe, le ginocchia sono sollevate ed unite, ma proprio per questo il tessuto della gonna scopre la piccola porzione di coscia non coperta dalle parigine nere <Non sono migliore di quanto gli altri si siano dimostrati...ad ogni modo, la morte non ha senso se dall'altra parte non vi siano state lanciate vere provocazioni, sfregi, tradimento o torti di grande entità> ragion per cui, immeritevoli di terminar il loro cammino <trenta ninja che avrebbero potuto proteggere il villaggio, solo cinque sopravvisuti, una perdita fin troppo alta per un luogo che sta per essere dissipato nell'etere come polline sospinto dal vento> i ragni neanche le passano per l'anticamera del cervello, se qualcosa deve accadere, non saranno di certo le preoccupazioni ad impedire al fato di compiersi. Ogni cosa va affrontata a tempo debito, senza mai fasciarsi la testa prima di rompersela <Kiri è stata saggia, ma qui non capisco per quale motivazione ostentano una legge che si, è madre natura ad insegnare, ma se dovesse realente vigere nella modalità in cui la applicano loro, probabilmente ogni specie animale sarebbe estinta. Vince il più forte, ma non vediamo solo branchi di leoni nelle praterie seppur, le antilopi, non posseggano la stessa potenza dei primi> solleva le spalle avvertendo già sollievo <equilibrio> sussurra. Schiocca la lingua biforcuta contro il palato, ruota blandamente il cranio verso l'altro permanendo semi poggiata al tronco legnoso pieno di ragnatele che quasi si mimetizzano sul lungo crine argenteo <capisco il vostro rapporto...ma come puoi chiedermi di tornare a Kusa, voltando le spalle al mio luogo di nascita preso in ostaggio da questi megalomani alla pari di un cancro che tutto distrugge?> lo fissa negli occhi, la sclera diviene lucida, e seppur abbia compiuto gesti estremi con i gentori a causa di Itawoshi, forte è l'amore verso le origini impetuose a pulsar nel sangue <voglio eliminare Kioshi, Kimi...consegnarvi Sango e cercare di risollevare Oto, renderla grande tanto quanto merita, farla rientrare nell'alleanza, farla crescere e ristabilire una pace per poter affrontare insieme le vere avversità> si, punta in alto,a divenir una guida seppur il percoso sia difficoltoso e lungo. [Bosco] Il tonico resta li, in quella posizione vicino alla ragazza e ben preso nota il di lei movimento, le sue mani ne afferrano la pallina e non può non lasciarsi scappare un piccolo sorriso. Viene ascoltato dalla ragazza per fortuna ma le sue parole sono a farlo sorridere maggiormente, un sorriso genuino e sicuramente divertito. Non ha torto ovviamente, pensare una cosa simile è giusto e lecito, come tutte le persone normali <Hai capito cosa intendevo, non fare la furba> ridacchiando ancora <Neanche l'ironia comprendi più?> inarcando un sopracciglio, ironico stavolta, figuriamoci se è nella giusta modalità per essere serio, specie quando è il prima che la butta li come viene <Ciò non toglie che, se vuoi, potresti avere un amico a Kusa> e chi sarà mai? Difficile da dire ma non continua lasciando all'altra il tempo di prendere il tonico ma non prima che vada a parlare nuovamente e questa volta tira in ballo un'altra persona. L'ascolta certo, forse incuriosito nel sentir nominare qualcuno di Oto che non siano i soliti noti. La bocca si apre leggermente, poca roba, niente di impressionante ma ciò che sente lo stupisce e non poco, da ammutolirlo quasi <Ahia> essere sbattuti contro un muro non è bello, non sempre quanto meno <Capisci da te che eseguire ordini come cagnolini non è una cosa positiva. Torniamo sempre ad un discorso che sembra di dittatura ma non lo è. Il Kage. Il Kage ordina, fa, dice ma non impone niente, un bravo Kage rispetta il pensiero dei propri aiutanti e ne fa tesoro e lo stesso dovrebbe fare un o una capo clan> ed inevitabilmente il pensiero va ad Hotsuma. Egli ha tradito tutto, persino il proprio clan, la cosa a cui avrebbe dovuto tenere di più. Il pensiero lo porta ad innervosirsi, una ferita ancora aperta e che fa male, molto male. I fantasmi del passato tornano a visitarlo all'improvviso lasciando che quel piccolo sorriso scemi via notando, però, l'altra prendere il tonico ma ancor di più nota la benda venire abbassata, quanto basta per vedere cosa vi nasconde. Una visione veloce ma abbastanza per vedere quella cicatrice che va a rompere la di lei bellezza, non a rovinarla, solo ad aggiungere un qualcosa sul viso delicato della Doku. Umetta le labbra strofinando le labbra tra di loro. Inspira ed espira chinando il viso, portando lo sguardo sul terreno <Hai un viso molto carino> inizia con quel dire <Non devi vergognarti di quella> riferendosi alla cicatrice intravista <Ne devi nasconderla> e nel dirlo alza il braccio destro andando a toccarsi la guancia, all'altezza dello zigomo circa. L'indice viene fatto strofinare su di esso con lentezza per arrossare lievemente la zona <Guarda> attirando la di lei attenzione <Anni fa portavo delle pitture sulla faccia per nascondere la cicatrice che mi fece un'animale su entrambe le guance. Adesso non più, ho imparato ad accettarle seppur stiano guarendo, circa> perchè si, sono ancora li, sono presenti in minima parte eppure non se ne vergogna, non ci fa neanche più caso. Strofina la mano sul collo per placare il potere maledetto che risiede dentro di lui, lo controlla ma a volte, quando le emozioni sono troppo potenti, esso prende il sopravvento, pochi attimi e secondi, niente di troppo appariscente, neanche il sigillo stesso viene fatto intravedere se non una minuscola porzione di colore nero. L'occhio cade inevitabilmente su quella parte scoperta di coscia ma il pensiero viene subito scacciato mandato via, lasciando che la razionalità vada a governarlo <La morte non ha mai senso se ci pensi, mai eppure noi stessi la elargiamo con grande facilità nella grande maggioranza dei casi. E' il nostro compito in qualità di protettori, questo si> pensa ad alta voce <Ma si, hai ragione> non le da torto <Perchè sei così sicuro che Oto verrà dissipato? Cosa te lo fa pensare?> la curiosità avanza in lui tanto che gli occhi vengono nuovamente puntati sulla ragazza. Qualcosa di interessante può venirne fuori da una simile affermazione. Sospira, butta fuori aria dal naso, aria che ne lascia il corpo alleggerendolo ed i pensieri si moltiplicano, tanti, più di quanti una mente può sopportarne <Non lo so, non so come si arrivi ad un ragionamento del genere ma so per certo che in questo modo i ninja agiranno per paura, non per rispetto e la paura è facilmente manipolabile> di nuovo la sua risposta è un pensiero fatto ad alta voce ma rendendo partecipe anche la genin di ciò che gli passa per la testa. <Non ti sto chiedendo di voltargli le spalle, ti sto chiedendo di tornare a Kusa e combattere con l'alleanza se vuoi salvare Oto> un discorso chiaro e semplice ma che va diritto al punto mentre le azzurre iridi del Jonin permangono in quelle di Hoshiko <E' quello che voglio anche io, una pace lunga e duratura. Ne ho abbastanza di guerre anche se farei di tutto per ridare serenità al mio villaggio> anche uccidere a sangue freddo <Ma va fatto tutto a piccoli passi e mai d'istinto. La pace non si porta in un giorno ne in un anno ma comprendo il tuo amore per quel paese, è lo stesso che ho provato e che, sotto sotto, provo ancora per la mia Kiri>. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione] Leggero il sorriso che incurva le labbra carnose, tuttavia questo permane coperto dal bavaglio tornato finalmente al suo posto. Lo ascolta in silenzio, cristallina la risata che si mescola a quella avversa, fanciullesca, femminile, un gesto nato dal cuore questa volta ma che, ahimè, si interrompe con l'affermazione successiva. <un amico a Kusa...?> si spalancano le palpebre nel mentre, le gote, divampano nell'immediato per un ricordo lampato nelle membra. Al primo incontro con Oboro, Kasei affermò d'esser un suo amico e, ciò che è successo qualche giorno fa alle terme, è convinta si faccia proprio con questo genere di relazione data l'inesperienza in materie di legami affettivi. Baci accesi, sensualità, eccitazione, l'unione dei corpi e l'orgasmo <...> iridi cremisi che fissano Raido con insistenza per qualche secondo di troppo prima di serrarsi coadiuviando la mancina chiusa in un pugno e scagliata contro l'uomo, tentando con l'estensione laterale di colpirgli il bicipite <PERVERTIIIITOOOOOOO> ...okay. Probabilmente sembrerà tutto fin troppo confuso, una pazza che dalla quiete e serietà, muta in atteggiamenti più semplici, a tratti, buffi se visti con un'occhio non troppo severo <non si fanno queste richieste! Cioè, io e te, ma come ti viene in mente!> inclina il capo sino a premere la fronte sulle ginocchia, dondola a destra e a manca infilando le dita tra le ciocche argentee, imbarazzata <ci conosciamo appena! Non possiamo fare queste cose...almeno, non credo si possano fare quelle cose con chiunque! Fa male!> più o meno, non solo... Tenta di ricomporsi dato il discorso ripiegato sulla cicatrice, sarà quello - fortunatamente - a cancellare l'ingenuità precedente per lasciar spazio allo stupore <chi ti dice che io voglia nasconderle? Non me ne vergogno...semplicemente sono io a decidere a chi mostrarmi> non spiegherà oltre. Ancora troppo presto, tuttavia continua a notare lo strofinar dell'epidermide attuata dalla compagnia serale, il cambio d'espressione, per questo opta sull'ironia <hai le pulci, mh?> sfarfallano le ciglia, rimirando le fronde colme di ragnatele sulle loro nuche <le cicatrici ci rendono unici seppur ciò a loro legato fa più male di cento lame conficcate nel cuore. Ma dal passato puoi scappare, oppure, imparare qualcosa> vengo che li accarezza nel gelido abbraccio, sembra quasi seguire l'andamento delle argomentazioni tirate fuori durante la casualità imposta dal fato <l'umano si crede Dio, per questo impone il proprio volere supponendo di avere il diritto indiscusso nel far cessare la vita di terzi. L'arroganza e la saccenza di chi, in fin dei conti, sta solo punendo se stesso> schiocca la lingua contro il palato <cosa me lo fa pensare? Oto è fuori dall'unione, isolata...quanto credi resisterà ancora? Inoltre ci sono troppe crepe interne ed il sistema basato sulla paura inizia a sgretolarsi davanti i loro occhi...> basta far le somme di questi piccoli dettagli per lasciar libera interpretazione <questo Eryk sarà un incognita non indifferente, a parer mio> infine annuisce <Se unirmi a voi significa salvare il mio Villaggio, così sia, ma vi avverto, qualora reputerò sbagliati alcuni ordinie dinamiche attuate, troppo sanguinarie e crudeli senza giovamento per il popolo...sarò una gran spina nel fianco> [Bosco] Ride con la ragazza, una risata tranquilla e fatta di gusto allontanando per pochi momenti i pensieri, i brutti pensieri e tutto ciò che essi portano eppure qualcosa accade. Si, potrebbe essere un amico per lei oltre che un sensei, essere da soli non fa bene a nessuno e lui lo sa fin troppo bene ma ciò che capisce la genin è letteralmente tutt'altro. Ne vede il viso arrossire e sul momento non si fa domande anche se il sopracciglio viene sollevato a guardarla, decisamente incuriosito da quella reazione. Ne fissa le iridi concentrando le proprie in quelle di lei e tutto accade velocemente, un pugno della ragazza gli arriva sul bicipite, improvviso, inatteso e quella parola <COOOOSA?> spalanca gli occhi iniziando ad agitare le braccia, le smuove velocemente dinanzi ai di lei occhi <Che diavolo ti prende? Cosa ho detto? Che ho fatto?> le pupille si dilatano appena continuando a fissarla, bocca appena aperta per lo stupore. Hoshiko è impazzita, ora ne ha la prova concreta, totalmente fuori di testa <Richieste? Io e te? Mi sa che quella ferità è più grave del previsto> e d'istinto porta lo sguardo sul punto incriminato dove il sangue, teoricamente, dovrebbe aver cessato il suo corso per via del tonico da poco datole. Non sa cosa pensare ne cosa dire, improvvisamente ha cambiato totalmente modo di fare mandando nel panico il Jonin e poi l'ultima frase ha l'arduo compito di mandarlo ancora di più in tilt. Il cervello inizia a fumare, sente il fumo fuoriuscire dalle orecchie e gli occhi fare una giravolta a 360 gradi <OH, OH> alza appena la voce <Fare cosa? Di che parli? Cosa fa male?> la sinistra si alza portandosi alla testa ed iniziando a grattarla, viso lievemente imbronciato, quello di chi ha perso fili e fili di discorso senza saperlo o senza sapere cosa ha detto realmente <Si può sapere che diamine ti è preso?> le chiede nuovamente perchè, si, stavolta vuole capire e deve capire, nessuno gli da del pervertito quando non fa niente per esserlo. Per fortuna il discorso cambia andando a parare su qualcosa di diverso e lo stesso Jonin ha il tempo di fare un lungo respiro prima di far scendere tutti i Kami che conosce sulla terra <Capisco> non dilungandosi ulteriormente su quelle cicatrici, dopotutto, come detto da lei, non si conoscono se non appena e andare troppo in profondità non è concesso. Bocca allappata, occhi abbassati mentre si volta a guardarla, a fissarla nuovamente e non perchè preso in contropiede ma per quello che va ad insinuare su suoi poveri e bellissimi capelli color fiordilatte <Ho i capelli così puliti che ci puoi mangiare, tsk> sbuffando per una tale insinuazione su di lui ma i capelli non si toccano, pena la decapitazione istantanea. I discorsi si fanno decisamente più seri e meno leggeri, si parla di altro, di tanto altro, in particolare del comportamento della capo clan. Dal canto suo non conosce quella Kimi, non ha idea di come sia ma è una mukenin e se tratta in quel modo i membri del suo clan, l'opinione non può che essere negativa ancor di più <Per questo esistono esseri come me, per far tornare gli dei sulla terra> e renderli nuovamente umani o pezzi di carne, dipende dalle occasioni. Sorride alle di lei parole, ha colto il punto e proprio per questo non va a commentare, al contrario, resta silente sentendo come le idee della genin siano già ben chiare, un passo decisamente avanti per gli obiettivi di Kusa <Un incognita? Cosa vuoi dire?> adesso è nuovamente serio però sorride alla decisione della ragazza, sorride compiaciuto di essere riuscito <D'accordo> se ne prende la responsabilità e avrebbe dovuto farlo anche davanti a Yukio <Sei consapevole che non indosserai più quello ma questo, si?> indicando da prima il coprifronte di Oto e successivamente quello che lui porta sulla fronte con il simbolo di Kusa. [Chk On][Bishamonten equip][Equip in descrizione]
Giocata del 28/10/2020 dalle 16:59 alle 18:19 nella chat "Bosco"
Permangono strette le mani in pugni saldi che, però,questa volta vengono avvicinate al petto, all'altezza del seno gonfiato abbastanza da essere evidenziato dalla camicetta castigata <sisi, certo, fai anche il finto tonto> borbotta scostando lo sguardo altrove. Lascia cader il discorso così com'è sopraggiunto, concentrandosi maggiormente sulle sensazioni positive rilasciate dal tonico a far effetto sulla ferita fastidiosa tra le scapole, essa ha smesso di sanguinare, ed anche il bruciore par aver diminuito la sua intensità. Abbandona la seduta per poter raddrizzarsi, eretta rispetto alla figura avversa al proprio fianco, cremisi a donar non più di un'occhiata tralice per rimirar la chioma bianca che tanto viene difesa. Roteano le orbite, ma sarà la rivelazione successiva a interrompere qualsiasi dialogo, lasciando spazio ad un silenzio assordante, spezzato dallo strusciar delle fronde accarezzate dal venticello autunnale, freddo quanto il sangue che ha interrotto la sua corsa per il battito saltato. Studia il coprifronte di Kusa, maniacale, meditabonta, nel mentre la mancina si solleva per adagiar il palmo guantato sul proprio, rappresentate Oto, il Villagio del suono, la sua casa. Il suo passato. Il suo futuro. Mascella contratta adesso, scricchiolano le corone dei denti per lo sfregamento attuato da un tic nervoso malsano, quanto è bastarda la vita? Ti sbatte davanti delle scelte difficili, improvvise quanto un terremoto in piena notte a farvi vibrar l'animo, a richiamar la paura, il dubbio, emozioni che solo l'ignoto riesce a trasmettere. Ciò che non si conosce è un'arma a doppio taglio, la partenza è semplice, ma uscir dalla comfort zone e gettarsi a capofitto su una via buia e tetra, non fa parte della natura umana. Ma aiuta a crescere, a divenir adulti, indipendenti da chiunque e qualunque cosa. Inspira lentamente per incamerare quanta più aria possibile nei polmoni, si prende tutto il tempo che le serve per rispondere, ma sarà istintivo l'indirizzar del capo verso il ritorno alle mura. Un pensiero lampante scuote le membra, come lo stridio della catena che la lega indissolubilmente a chi, adesso, risulta essere ignaro di tutto, della sua uscita, della proposta di una nuova esperienza che potrebbe aumentar le conoscenze, divenire più forte ed abile di quanto si siano preoccupati coloro che invece ne rivestono il ruolo. E' sempre stata sola ed il suo unico dovere era verso se stessa, ma adesso la responsabilità si è ampliata con l'arrivo prepotente di un Lupo solitario le cui zanne son affondante ben più in profondità della semplice carne <...> vibra la muscolatura, interrotta dallo sbatter del tacco contro il terreno. Caparbietà ed orgoglio a divampare come le lingue di fuoco di un braciere a minacciar il cielo, non può permettersi in tempi come questi di esitare, di farsi legare annullando le proprie volontà in funzione di un'uomo che, se sarà intelligente, comprenderà quanto sia importante continuare a camminare. Non bisogna seguire e replicare i passi altrui senza mai lasciar un segno personalizzato, unico, bensì, proseguir uno al fianco dell'altro. Finalmente viene sfilato il coprifronte dal bicipite, lo lascia ricader al suolo decretando dunque il tradimento della patria nonostante le nobili intenzioni che la spingono a compierlo. Solleva il mento per rimirar la volta, ormai, notturna e saranno proprio due stelle ad attirar l'attenzione: guardale, Kasei, sono così vicine, eppure distano milioni di anni Luce. Ecco, noi saremo così, in attesa di poterci riabbracciare ancora una volta. Pallido il sorriso sulle labbra carnose, nascosto molto più della sclera divenuta più lucida <andiamo,Oboro> inutile inviar missive, ormai conosce la lettura della mente, e per proteggerlo date le costrizioni ad Oto, sarà meglio allontanarsi in punta di piedi. Raggiunge lo spadaccino tentando di punzecchiarne lo stinco con lo stivaletto <dai su, abbiamo un bel po di lavoro da fare> [End]Raido usa Tonico Curativo Speciale!
[Bosco] Labbra più aperte. Forse ha compreso cosa intende ma la conferma vera e propria non arriva, anzi, diventa più lontana. Scuote il capo, incredulo, decisamente incredulo che una ragazzina possa crederlo capace di un gesto del genere, un gesto tanto profano nei suoi confronti. Per la prima volta che i suoi pensieri sono tutto fuorchè perversi, si ritrova ad essere additato come tale e solo per aver detto di essere un amico nei suoi confronti, un possibile amico oltre che un sensei. Non ha la minima idea di cosa dire, la guarda, questo si ma non ce l'ha mentre la osserva coprirsi eppure, l'occhio ricade anche li, sul di lei petto. Non nega a se stesso le qualità estetiche altrui ma è qualche che dura praticamente un attimo prima di sospirare volgendo il capo altrove. Il discorso viene accantonato, per non dire chiuso del tutto. Così come lei, anche lui non lo prosegue lasciando il tempo che trova e ciò che va a fare è concentrarsi sul prossimo argomento. Le ha dato una scelta, seguirlo a Kusa, divenire più forte e solo dopo tornare ad Oto per realizzare i suoi progetti oppure tornare indietro e agire dall'interno, da sola. Una scelta ardua ed estremamente difficile da compiere perchè vuol dire abbandonare per un po' quel villaggio e quel simbolo per abbracciarne un altro, diventare si una ninja ma non della propria patria. Un percorso molto simile a quello che lo stesso Jonin ha fatto, dapprima ninja di Kiri e poi ninja di Kusa lasciando il villaggio natale per abbracciare un nuovo mondo ed una nuova realtà, rendersi fedele a qualcun altro che non sia il Mizukage. Le situazioni sono diverse ma il fine è quello, andare via per tornare più forte e consapevole, così come lui, un giorno, sarebbe tornato nella su Kiri per dimostrare che non è morto ma rinato. Ha ancora tanta strada da fare per riuscire a riaffermarsi nel mondo ed ogni passo compiuto lo porta sempre più vicino a quella meta. Ora non ha distrazioni, non ha impedimenti ma solo obiettivi da portare a termine ma non è l'unico modo in cui può tornare quello di un tempo. Saisashi fa parte di questa strada, lui, allievo di Raido Oboro. Suo il compito di continuare a parlare di lui anche dopo la morte e forse, un giorno, Hoshiko avrebbe potuto fare lo stesso. Sarebbe rinato più forte di prima, sarebbe tornato pienamente il ninja potente e capace di un tempo e lentamente ci sta riuscendo, sa che lo sta facendo. Inspira ed espira distogliendo lo sguardo dalla ragazza, osservando la foresta ricoperta di ragnatele con quei ragni pronti a saltargli addosso. Per qualche momento si estranea da tutto e da tutti, piccoli momenti in cui anche la genin fa lo stesso. Non le mette fretta ne la spinge a prendere una decisione. Attende lasciando che il silenzio vada a frapporsi tra loro, dandole la possibilità da capire cosa realmente vuole fare e se quella strada, ardua ed impervia, può essere la scelta più giusta e sensata. Non ha idea, nemmeno lui, di quanto tempo ci sarebbe voluto per renderla ciò che desidera, renderla una houjutser degna di questo nome ma è sicuro che si sarebbe impegnato fino in fondo. Chiude gli occhi permettendo all'oscurità di quella notte di avvolgerlo, di divenire il suo mondo ed il tutto viene spezzato dalle parole della ragazzina. Solleva le palpebre smuovendo il viso, portandolo sul suo per squadrarla ed osservarla e poi quel colpo con lo stivaletto. China lo sguardo sulla gamba. Sospira, flette le ginocchia, si alza rimettendosi in piedi, ergendosi al di sopra di lei. Il silenzio permane ancora un po', guarda il coprifronte a terra, un simbolo non da poco. La decisione è presa a quanto pare <Andiamo> solo questo, una sola ed unica parola capace di segnarla per sempre, segnare il suo destino, segnare una strada che, da qui in avanti, sarebbe stata tutt'altro che facile. [END]