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con Hoshiko, Kasei

22:17 Kasei:
  [Cortile] La notte è calata ormai da un pezzo e il cortile interno dell'accademia si è svuotato completamente... O quasi, ormai sotto la flebile luce delle torce non resta che un semplice Genin davanti ad uno dei manichini che normalmente vengono utilizzati per gli esercizi di tiro. Ad un primo sguardo si può notare immediatamente che il manichino è stato spogliato della paglia che lo ricopriva e lo scheletro in legno rivestito di molteplici fasce di tela completamente bagnata. Il legno rivestito è molto più duro grazie alla resistenza offerta dal tessuto bagnato che attutisce l'impatto e al tempo stesso mantiene il legno. Nella penombra l'uchiha prosegue con il proprio allenamento, la pelle del busto,scoperto, riflette vagamente la luce delle torce e quella flebile della luna. La pelle color ebano del giovane colosso è imperlata qui e la da gocce di sudore, i piedi nudi affondano saldi nella terra e le gambe sono coperte da un nero pantalone con falda che si allarga all'altezza dei polpacci.I capelli, leggermente lunghi, sono portati all'indietro a scoprire completamente il volto, sulla fronte, ben visibile, un abbraccio di croci che solcano con prepotenza la carne del Genin, un doloroso abbraccio ed un chiaro avviso. Le iridi ,color inchiostro, sono rivolte al volto di paglia del manichino, mantiene la solita posa di guardia, tipica dello stile insegnatogli dall'Oni bianco. Gamba sinistra avanzata, leggermente divaricata, rispetto alla destra che resta arretrata, ginocchia leggermente flesse ad abbassare il baricentro e stabilizzare la posizione. Peso che permane momentaneamente sulla gamba arretrata, fianco sinistro che viene esposto al manichino, riducendo cosi la porzione di spazio colpibile e il numero delle direzioni utilizzabili. Braccio sinistro leggermente piegato che permane alto con gomito che va a coprire il fianco e pugno semiserrato che copre la parte bassa del volto. Braccio destro parallelo al terreno che si mantiene attaccato all'addome, pugno completamente serrato in questo caso. Il petto del colosso si rigonfia vistosamente in maniera particolarmente spasmodica ormai, respiro accelerato e battito sempre più frenetico. Cuore che pompa sempre più rapido e impetuoso sangue nei tessuti che reclamano ossigeno, la muscolatura è rigida, gonfia eppure longilinea, ancora forse immatura in una certa maniera. Il ragazzo sbuffa pesantemente e abbandona momentaneamente quella posizione di difesa, il busto va a chinarsi leggermente in avanti e le braccia restano libere lungo i fianchi. leggeri tremori attanagliano rapidamente braccia e gambe. <Non basta!> Sibila a denti stretti, ringhia quasi come una bestia selvaggia e fuori controllo.

22:39 Hoshiko:
 Decisamente una settimana pessima quella vissuta prima di abbandonar per sempre i suoi meravigliosi diciassette anni ed abbracciar la maggiore età. Stanca, sempre più indebolita dalle ferite alla schiena che ancora si ostina a non voler far curare, un vecchio che le mette le mani addosso, che orrore, il solo pensiero le fa nascere una smorfia sul viso che si riflette nello sguardo più assottigliato. Cosa avrà mai voluto dire Kimi riguardo le farfalle? Mettersi a chiacchierare con degli insetti i quali, tra le proprie mani, sono sempre sopperiti con un crudele e violento strappo d'ali, impedendo dunque alla creatura di volar libera nell'etere ed ammaliare i più deboli di cuore. Schiocca la lingua biforcuta contro il palato, se fosse in pericolo, parlar al vento non l'aiuterà di certo, tuttavia, crede fermamente ad un messaggio in codice lanciatole con l'allusione confusa, ambigua, criptica a tal punto da spingerla nella riflessione. Procede flemmatica la passeggiata che la portano al cortile d'allenamento dove si è svolto l'esame Genin più brutale fin ora visto dai suoi occhi, uccidere per una medaglietta, una nomina, come se bastasse realmente a sentirsi più grandi rispetto a comuni allievi. Sospira, lascia sgattaiolar l'aria tramite le narici, ma dei tonfi sordi e ripetuti attirano istantaneamente la sua attenzione, per questo i cremisi scivolano proprio verso la figura di Kasei non molto distante dalla posizione attuale. Le fioche luci delle lanterne danzano sul suo corpo, ne sottolineano la muscolatura perlata dal sudore, ed è in quel momento che una sensazione strana inizia a farsi largo nel suo stomaco. Un formicolio? Forse ha fame, ma non ha voglia di cibo. Sfarfallano le ciglia, l'avvicinamento è incerto, come il ricader su dettagli che prima d'ora avrebbe ignorato senza neanche crearsi più di tanti problemi. Ricerca il viso, mancontinuano ad essere maledettamente attraenti le contrazioni esaltate ad ogni offensiva riversata sul manichino. Oh, avanti! Scuote il capo, le gote - pallide - si colorano di un leggero rossore, ma permane l'atteggiamento arrogante e presuntuoso, dal sapore più imbarazzato. Bah. Gli esseri umani. Raggiunto il metro di distanza, inchioda a terra le suole spostando entrabi gli arti superiori dietro la schiena, ad incrociar le falangi sul bacino <hai finito? Oggi è il mio compleanno, deduco che tu debba offrirmi qualcosa. Non fanno questo gli amici?> voce leggera, inconfondibile, dal suono dolce seppur a tratti squillante. Minuta è la corporatura, lunga e setosa la chioma platino a raggiunger le fosse di venere, qualche ciocca ricade sul viso dai connotati nascosti per via di un bavaglio dal naso fino alle clavicole, formosa certo, ma non come ci si immagina poichè il seno sembra meno sviluppato rispetto le natiche, invece, prospere. Indossa un pantalone aderente nero a seguir ogni curva, stivaletti, una maglia larga a maniche lunghe che lascia scoperto però il ventre, guanti in pelle dall'indice scoperto dal quale setta lunga l'unghia nera con attorcigliato un'anello d'oro a forma di serpe. Iridi cremisi, truccati affinchè vengano messi in risalto sia nella forma e nel colore. La cintola con le armi? L'ha dimenticata

23:00 Kasei:
  [Cortile] Canini completamente snudati, dentatura che stride sotto la forte pressione delle mascelle, espressione folle eppure al tempo stesso quasi completamente assente, fissa il terreno ma lo sguardo è tutto meno che vigile. Una belva fuori controllo che continua a tremare leggermente sotto la contrazione involontaria dei muscoli sottoposti a stress estremo, ormai ben oltre la soglia di tollerabilità. Schiena che resta curva in avanti, mani contratte quasi serrate quasi a simulare zampe artigliate. Il respiro continua a mozzarsi e riprendere, petto che si rigonfia imponente, un semplice gesto repentino volta il capo di scatto in direzione della voce femminile che raggiunge il giovane colosso, il collo crea uno scrocchio sordo e ripetuto. Lei potrebbe notare in quello sguardo che le rivolge un odio profondo, una dose di dolore ma soprattutto una furia assurdamente enorme che ribolle in quegli occhi, una rabbia che lo divora sottopelle fin nell'anima. Questioni di pochi istanti poiché il ragazzone sembra riconoscere poi la figura femminile, le ginocchia vanno a piegarsi portando quasi il ventre a posare sui talloni. Lo sguardo del ragazzo cade nuovamente al terreno, i capelli ne coprono completamente il volto, alcuni istanti poi le gambe riportano il Genin alla propria altezza. I tremori lentamente diminuiscono, entrambe le mani rapide vanno a recuperare i capelli riportandoli all'indietro e anche il respiro sembra tornare leggermente sotto controllo. <Oh ma buona sera a lei!> Esclama il giovane, il tono sembra tornare completamente gioviale, le labbra vanno ad arcuarsi nell'angolo destro della bocca lasciando intravedere la bianca dentatura. Sorriso sghembo e divertito che va a macchiare indelebilmente l'espressione del ragazzo anche se forse la ragazza potrebbe accorgersi di qualcosa di diverso questa volta. Quel sorriso sembra vagamente diverso, quell'espressione molto più leggera del solito, sembra effettivamente e veramente contento di rivederla. < Chiedo perdono signorina, il vostro umile>...< Cane> E sottolinea quella parola con tono canzonatorio e divertito e una nota crucciata. Una semplice frecciatina che si diverte a lanciare prima di proseguire < Non ne era a conoscenza. Ma direi di rimediare immediatamente no?> Ammicca giocosamente verso l'amica lasciando allargare leggermente quel sorriso sul volto. < Dammi giusto il tempo di recuperare qualcosa da mettermi e soprattutto di darmi una sciacquata poi possiamo procedere.> Commenta Prendendo il passo in direzione di una delle palizzate che circondano il cortile dove ha già preparato alcuni vestiti e una tinozza piena di acqua.

23:23 Hoshiko:
 Cremisi pronte a cogliere i suoi tremori, così come le mani arcuate, lo sguardo animalesco, ira palpabile e che le fa nascere un brivido dietro la schiena ad aumentar il bruciore tra le scapole. Sarà quest'ultimo a farle stringere la dentatura affinchè, il dolore, venga celato per non lasciar trapelare nessuna traccia di indebolimento, come se non fosse mai accaduto nulla. Schiocca la lingua contro il palato, discende il capo quando l'altro si accovaccia, per poi rigettarlo nuovamente indietro nello stesso istante in cui tornano a vigere le differenze d'altezza imbarazzanti. Inarca un sopracciglio a quell'ironia che sottolinea il nomignolo accuratamente scelto per la presentazione a Oboro <oh andiamo..non dirmi che te la sei presa Bastardino> ulteriore appellativo precedere il captare la morbidezza della sua espressione quando, finalmente, l'attezione viene riportata su se stessa. Ancora il formicolio allo stomaco torna prorompente, cosi come le gote arrossate che spiccano sul contrasto chiaro dell'epidermide ed il bavaglio fisso sul naso <ma la tua Padrona ti perdona..se sarai originale nel ricercare le scuse più adeguate all'occorrenza> ed ecco che ricambia quel gioco sottolineandolo con una risata fugace, fresca, fanciullesca a tratti. Smuove alcuni passi per seguirlo quando Kasei s'incammina alle palazzine, non vi è malizia nel comprendere che non sia necessaria la sua presenza durante il bagno del ragazzo, che male ci sarebbe nel caso? <A quest'ora non dovrebbe esserci praticamente nessuno, le vasche sono uniche seppur separate per pura differenziazione di sesso> in giappone non vi sono le docce comuni conosciute in occidente, ma vere e proprie saune che aiutano gli allievi a rilassarsi dopo i duri allenamenti <perciò, vengo con te> dichiara affiancandolo nel mentre la mancina si infila nella tasca posteriore per sfilar la vittoria raggiunta qualche giorno fa. Sventola il coprifronte sbattendolo con così foga da impattare il metallo delicatamente sugli addominali dell'amico <Doppio festeggiamento, ormai sono Genin anche io e posso massacrarti di botte come più mi piace, perciò...attento> arriccia gli occhi, una smorfia nascosta ma che forse, a breve, verrà rivelata per la prima volta in modo del tutto volontario, genuino, senza costrizioni di alcuna sorta. Raggiunti i pressi dell'eltrata, tenterebbe d'afferrargli il polso per sgattaiolar negli spogliatoi maschili facendo attenzione a non incrociar nessuno, lo tira dietro di se, una marachella, una ragazzata che per l'età posseduta da entrambi ci si può aspettare <trattieni il respiro e cerca di non dare nell'occhio, spilungone> e se dovesse rifiutare, proseguirebbe comunque il sua imboscata in un ambiente dove, probabilmente, la tirerebbero per le orecchie fin fuori la porta.

23:50 Kasei:
  [Cortile] Si incammina verso la palizzata ma viene intercettato dalla collega, ne ascolta con attenzione il dire e va a replicare a propria volta. < Direi che una cena offerta dovrebbe bastare> Annuncia lasciando allargare quel sorriso sghembo e strafottente sul proprio volto, quando poi l'altra lascia sbattere sui propri addominali il copri fronte quel sorriso si allarga ulteriormente. < Vedi e io che avevo dato ormai per scontato che ti avrei dovuta scarrozzare a cavalluccio qui e la per non perderti di vista lumaca> Esclama scoppiando a ridere, il passo vira proprio in direzione delle palazzine quando comprende l'idea di lei, dopotutto sembra che avrà il tempo di fare un bagno decente e di lasciar soprattutto rilassare i muscoli sotto stress dalla mattina ormai. Raccoglie rapido il cambio da dove lo aveva appoggiato in precedenza e segue il passo della figura femminile. < Come più ti piace eh> Ripete nuovamente le parole altrui sottolineandole con quel tono scherzoso e divertito. < Temo che tu stia confidando troppo nelle tue doti> E la mancina va a sollevarsi appena, l'indice va a posarsi poco al di sotto dell'occhio sinistro. < Finché avrò questi temo proprio che potrei darti del buon filo da torcere!> Esclama scoppiando a ridere prima di seguire l'altra all'interno degli edifici, qui il tono si abbassa, non è certo che vi siano guardiani o ronde dopotutto si tratta della parte riservata all'accademia ma dopotutto poco più in alto vi è il palazzo del Kokukage stesso. Hoshiko riesce ad afferrargli il polso senza problemi ed anche a trascinarlo per giunta, l'Uchiha non sembra opporsi minimamente ma anzi va ad assecondare il movimento altrui abbassando il busto leggermente in avanti < Questa storia finirà nuovamente malissimo!> Se la lancia quasi da solo sdrammatizzando e soprattutto contiene appena una risata, il gomito sinistro va a chiudersi sul volto chiudendo la bocca fra bicipite ed avambraccio per frenare l'ilarità. Giusto qualche istante prima di proseguire all'interno dello spogliatoio maschile insieme alla Parigrado, si affaccia appena controllando che non vi sia nessuno prima di provare a varcarne la soglia. < Sappi che se ci beccano finiamo avvelenati o sotto genjutsu di nuovo... Come minimo!> Annuncia verso la figura femminile lasciando incurvare nuovamente le labbra nell'angolo destro della bocca mettendo in mostra parte della bianca dentatura. Sorriso sghembo e strafottente che va a macchiarne nuovamente l'espressione mentre procede a svestirsi. Il legaccio che mantiene i pantaloni va ad esser sciolto con un semplice gesto e i pantaloni lanciati verso una delle panche in legno all'interno dello spogliatoio. Resta semplicemente con dei Parigamba in tessuto nero, la mancina mantiene il cambio e si avvia poi nuovamente verso l'uscita dello spogliatoio, questa volta verso le vasche. Procede ben attento, lascia vagare lo sguardo alla ricerca di qualcuno oltre loro all'interno e l'orecchio resta ben teso in ascolto di eventuali passi.

00:24 Hoshiko:
 Si gonfiano le guance per poi lasciarle sfiatare qualche secondo più tardi <una cena...che palle> esordisce con enfasi coadiuviando il rotear delle orbite per aria. Inarca successivamente il sopracciglio, le cremisi lo squadrano ancora, senza soffermarsi su alcun dettaglio se non una volta raggiunti i suoi occhi <Genin o no, se ho voglia di essere portata in braccio, lo farai...da bravo cane> sfarfallano le ciglia, avvicina la spalla all'avambraccio altrui per potergli donare una leggerissima spinta dal sapore giocoso, leggero, dopo una settimana rinchiusa, le ci voleva, soprattutto in questo giorno così particolare. Osserva ciò che Kasei va ad indicarsi con il polpastrello dell'indice, schiocca la lingua contro il palato per poi scuotere il capo <se riuscissi a strapparteli sarebbe divertente, ma poi non potrei più godere di quell'espressione da pesce lesso che ti ritrovi> pungente la battuta, mirata probabilmente a sfotterlo per scaturire una sua reazione. Rilascia dunque il polso afferrato in precedenza per poter scacciare l'aria con una frustata esercitata con la mano <capirai, un'avvelenamento in piu o un genjutsu in meno ti farebbe differenza? E' diventata abitudine> effettivamente, da quando ha messo piede a Oto non c'è stata alcuna nota positiva, se non la sua promozione dopo essere stata letteralmente massacrata di botte nonostante gli sforzi e l'impegno. Palmo spinto sul petto avverso, addocchia la sala, cerca di captar qualche rumore che possa far percepire la presenza di terzi <smettila di fare l'uccello del mal augurio> sussurra tornando solo ora con l'attenzione verso il compagno di disavventure, non aveva compreso che si stesse spogliando, la curiosità non può che discendere più in basso, senza il minimo pudore. Lascia ricadere quella parentesi così come si è aperta, preferendo la raggiunta delle benedette vasche dove, il vapore, ne riscalda l'epidermide raffreddata dall'umidità esterna, avvolgente e rigenerante. Vengono sfilati i guanti in pelle solo dopo la chiusura delle porte, permettendo dunque a Kasei di immergersi qualora ne abbia l'intenzione. Dita che, con delicatezza, vanno a pinzar i lembi della maglia affinchè venga sfilata. Gli dona le spalle, ovviamente, perciò non sarà difficile ammirare non solo il tatuaggio a serpente lungo l'intera spina dorsale, ma anche le ustioni presenti proprio al centro delle due scapole prima che vengano nuovamente celate dietro la lunga chioma platino. Procede dunque a liberarsi anche dei pantaloni, mai le grazie verranno rivelate grazie all'intimo bordeaux in pizzo che mette in risalto le curve della fanciulla. Ruota il corpo nell'esatto momento in cui s'adopera a eliminare una volta per tutte il bavaglio, i connotati sono morbidi, gradevoli, naso fino, labbra carnose, una melodia suave con una sola nota stonata a rovinar la sinfonia. Sul lato sinistro, all'altezza dello zigomo, si dirama una cicatrice a venatura estesa fino alla scapola, rossastra, come chi non s'è mai curata decentemente tanto da deturparne per sempre una dolce bellezza <Allora, a quanto mi è stato detto Yukio mi ha piazzato un sigillo prepotente addosso. Ne eri a conoscenza?> imbocca il discorso discendendo lentamente nell'acqua.

01:00 Kasei:
 Lentamente i piedi vanno a discendere nella vasca, l'acqua calda sembra essere immediatamente un toccasana per la muscolatura, i tremori lasciano rapidamente il passo al sollievo. Gli occhi dell'Uchiha vanno a serrarsi, si gode semplicemente quella sensazione di calore che lentamente pervade ogni singolo tessuto. Lascia posare entrambe le braccia sul bordo andando a distendere completamente il corpo nell'acqua e la testa va a posarsi sui polsi uniti. Inquadra l'altra con attenzione e quel sorriso divertito va ad allargarsi ulteriormente quando vede il serpente sulla schiena femminile di lei poi un cambio repentino,questione di pochi secondi. Il ragazzone sembra rabbuiarsi qualche breve istante ma quando la donna torna a girarsi solo un semplice velo di quella preoccupazione sembra esser rimasto. <Credevo che una cena bastasse, ci abbiamo aggiunto anche il bagno che altro vorresti!> Esclama ridendo per poi proseguire a rispondere al dire altrui. < Mmmh> Un basso mormorio abbandona le labbra del Genin che con finto fare crucciato in volto prosegue poi il proprio dire < No credo proprio che la prossima volta te a farai sulle tue gambe!> Concede in suo favore lasciando nuovamente macchiare la propria espressione con il solito sorriso sghembo e strafottente ora < Dopotutto ora dovresti esserne in grado no?! Per quanto riguarda i miei occhi dubito fortemente che arriveresti a sfiorarli, con ogni probabilità finiresti sotto Genjutsu prima di poter solo allungare una mano> Ammette con la solita faccia da schiaffi < Comunque...> La frase viene completamente mozzata quando Hoshiko va a girarsi per rimuovere il bavaglio e il volto viene completamente svelato. L'Uchiha permane in silenzio, le iridi color inchiostro scorrono con attenzione quel volto adesso notandone i connotati, i dettagli e quella cicatrice ancora rossastra. Ci mette un po' a riprendere il filo del discorso ma non smette ora di seguire il volto altrui, forse rapito da quella stessa cicatrice che per alcuni potrebbe deturpare la bellezza femminile ma che ai suoi occhi non è altro che un segno distintivo. Un segno forse che gli ricorda le proprie, non un deterrente alla bellezza altrui ma un valore aggiunto in certa misura. Lascia allargare ulteriormente quel sorriso sghembo che sembra particolarmente divertito adesso e permane sul suo volto almeno fino a quando non sente nominare l'altro. L'espressione torna completamente seria e abbandona la posizione completamente distesa per andare ad incrociare le gambe e porsi in posizione seduta. < Un sigillo...> Sibila appena, la mancina va a sollevarsi dall'acqua andando a porsi precisamente sotto il mento, permane in totale silenzio per qualche lungo attimo. Vorrebbe domandare altro in questo momento, ma un minimo ha imparato a conoscerla, simili anche in quello e dunque non la espone al fatto che sia ferita e che molto probabilmente avrebbe bisogno di cure e lascia vagare la propria testa nel ricordo di quella notte, di quella fuga. La mente Analitica dell'Uchiha, forse anche grazie all'espediente del dover cercare in quella notte, riesce a ritrovare una certa freddezza. Controlla ogni ipotesi più e più volte poi le labbra tornano a dischiudersi e il tono le abbandona basso e vagamente roco come al solito. < Ti hanno detto che tipo di sigillo? O come va impresso?> Domanda prendendosi una breve pausa prima di proseguire. < Forse ci ha lasciato andare proprio perchè ti ha marchiata, quell'uomo ne sa una più del diavolo> Ripete le parole che ha sentito più volte. < Se ha dovuto imporlo come i Fuinjutsu che conosco io ha dovuto toccarci... Il sangue nero che ci ha spruzzato addosso potrebbe non esser successo solo nel Genjutsu... Oppure mentre noi eravamo impegnati con l'illusione lui potrebbe averti marchiata... In teoria io potrei...> Lascia schioccare le dita della mancina e gli occhi vanno a serrarsi per qualche breve istante. Le mani si uniscono a formare il Sigillo della Capra, procede nel fare quanto fatto ormai più e più volte. Due sfere vanno rapidamente a crearsi all'altezza del ventre e della fronte, le lascia scendere mentre prendono a ruotare vorticosamente. Entrambe le sfere iniziano a spostarsi lungo lo stesso asse andando a Sublimare all'altezza del petto, tenta di richiamare il Chakra ancora una volta. Al centro del petto una nera fiamma divamperebbe dal nulla e lingue cineree andrebbero a distaccarsi da quel nucleo nero petrolio con lunghi riflessi scarlatti per irrorare in pochi istanti tutto il corpo.[Tentativo richiamo Chakra][25]

01:28 Hoshiko:
 Il silenzio è assordante nel mentre entrambi si fronteggiano, l'uno negli occhi dell'altra, come potrebbe non avvertir l'attenzione saettata sull'orrenda cicatrice, tanto da farle mutar nell'immediato l'espressione, divenuta seria, distaccata. Ascende nella vasca immergendo lentamente il corpo, quando l'acqua raggiunge le scapole, fugace appare la smorfia dolorante abbandonata qualche attimo più tardi. L'affianca, donandogli non più del semplice profilo, ma non è vergogna quella provata nella consapevolezza di star mostrando qualcosa che ha sempre ritenuto intimo, privato, forse più di stupide effusioni a caricar l'ormone dei più vivaci. I palmi vengono trattenuti sulla superficie, la accarezzano seguento le increspature, la pace in semplici attimi, ritrovata tra quattro mura, un bagno, e della sana compagnia verso il quale non bisogna innalzar muri così alti da non essere mai più raggiunti. <Che altro vorrei...> ripete lasciando la frase in sospeso, probabilmente ci tornerà dopo a tale quesito, limitandosi a sorridere tanto da svelar la dentatura bianca dal quale svettano i canini più lunghi della norma. Sbuca la lingua dalle labbra carnose, divisa a metà esattamente come una serpe, quale animale più nobile di questo, s'umetta l'arco di cupido ruotando blandamente il capo per lanciar un'occhiata in tralice nel vedere il sigillo della capra in atto <azzardati a far cose strane, e giuro che ti affogo> assottiglia le palpebre coadiuviando l'arricciar del naso. Basta Genjutsu o letture strane, non è una marionetta da raggirare come più desidera <non so come si chiama, ma da ciò che mi è stato detto da Kimi, Yukio potrebbe apparir al mio fianco quando più gli aggrada> sarebbe una specie di portale, un piccione viaggiatore che, al momento opportuno, verrà utilizzato per degli scopi nel quale neanche rientra. Com'è strana la vita. Pesantezza inizia ad avvertire quando i discorsi si concentrano su questioni che dovrebbero rimanere al di fuori di quella parentesi, dunque sbuffa cercando - con il piegar del capo in avanti - di risucchiare all'interno della cavità orale giusto un po di liquido prima d'avvicinarsi a Kasei. Concentrati, certo, non badare a me Bastardino. Cerca di trovar appoggio sulle sue spalle e, senza esitazione alcuna, s'avvicina repentinamente, tanto da sfiorargli il naso. Specchiati in un animo che or ora si rivela solo e soltanto a te, lascia che il cuore si fermi un'attimo, forse per incertezza, per vergogna, per delle farfalle ingiustificate nello stomaco che iniziano a sbatter le loro ali freneticamente. Vien sfiorato il petto avverso con la morbidezza del proprio, ed è in quel momento che vien rigettata fuori l'acqua mirata a colpir probabilmente la sua bocca. Un riso limpido risale la gola, divertita quanto una bambina al parco giochi. Chi si sarebbe immaginato che dietro all'arroganza, in realtà, si nascondesse soltanto qualcuno in cerca di attenzioni. <Tu, al posto mio, cos'altro vorresti?>

02:07 Kasei:
 Resta in silenzio completamente occupato a cercare di richiamare il proprio chakra eppure non si perde la frase dell'altra e un leggero sorriso gli sfugge. Non si avvede della presenza altrui almeno fino a quando non sente le mani poggiarsi sulle proprie spalle e gli occhi vanno a dischiudersi di colpo. Tutta la concentrazione di questo mondo va letteralmente a quel paese, i nasi dei due si sfiorano appena e l'Uchiha si ritrova la faccia altrui a brevissima distanza.A primo impatto il giovane parte in quarta, il volto completamente serio va a sciogliersi completamente però quando inquadra completamente quello altrui. Scuote leggermente il capo e le labbra tornano ad arcuarsi nell'angolo destro della bocca, sorriso sghembo e palesemente divertito che ne macchia l'espressione. Sorride ma permane in completo silenzio osservandola con attenzione, lascia affondare lo sguardo avido in un certo modo nel viso altrui, in quelle iridi cremisi che lo hanno colpito finn dalla prima volta anche se per i motivi inizialmente sbagliati. Il Genin con la parola sempre fluente, il casinista fatto e cresciuto sembra ora completamente imbambolato. Hoshiko lo riporta alla realtà colpendolo in pieno con il getto d'acqua che però non finisce in bocca ma diretto sul suo viso. < Maledetta!> Esclama scoppiando a ridere mentre il volto gira appena lasciando finire il resto dell'acqua sulla guancia, entrambe le mani scattano verso l'alto a cercare i polsi della ragazza. Tenta di afferrarla e di sottrarla all'appoggio delle spalle spingendo i polsi oltre quest'ultime e va a sollevare appena le gambe portandosi verso l'alto il giusto per far si che non finisca con una capocciata della ragazza che dovrebbe trovarsi invece in discesa libera verso il proprio petto. A quel punto entrambe le braccia scatterebbero a cingere i fianchi di lei per sorreggerla durante la caduta stando sempre ben attento a non sfiorare con le dita le bruciature dietro la schiena. Dopo un lieve sospiro il capo andrebbe ad abbassarsi in direzione della ragazza, il giovane colosso lascerebbe allargare nuovamente quel sorriso sghembo e strafottente sulle proprie labbra. < Saresti dovuta proprio fuggire quel giorno... Piccola viperetta!> Concede in favore della figura femminile mantenendo quel tono scherzoso ancora una volta. < Difficile> Di rimando all'ultima domanda < Se avessi potuto chiederti qualunque cosa>...< Fino a qualche minuto fa avrei saputo esattamente cosa chiederti ma diciamo che il mio desiderio inespresso è stato già realizzato!> Esclama scoppiando a ridere per poi lasciar scendere leggermente il volto tentando di accostare le proprie labbra all'orecchio sinistro della ragazza < In più sono io ad averti chiesto cosa vorresti> Sussurrerebbe appena < Per una volta che puoi chiedere qualunque cosa tu voglia... Direi che dovresti proprio approfittarne... Prima che ci ripensi>

02:31 Hoshiko:
 Lo spruzzo d'acqua impatta sulla guancia altrui senza troppi ripensamenti, inevitabile il riso che va a mescolarsi con quello maschile, echeggia per la camerata, gioviale, rappresentante di un benessere che fin ora, per varie motivazioni, non sono mai riusciti a viversi. Sarebbe meraviglioso immortalare quei piccoli spazi di felicità affinchè possano illuminare l'oscurità che li circonda, così surreale la leggerezza, inusuale per due come loro, piegati dal mondo crudele, inginocchiati da chi possiede il potere e la fama di raggirarti come più gli aggrada. Ma ora sono solo loro due, ed il resto, è rimasto al di fuori di quella sottile porta di riso, e per quanto chiasso possa fare la realtà, adesso tace dinanzi ad un fiore sbocciato nell'avversità della neve. Non riesce a codificare le emozioni che prova al momento, lui al quale mai avrebbe affidato neanche una ciocca dei propri capelli, adesso divenuto un pezzo così importante della sua esistenza, entrato in punta di piedi, taciturno, tra uno sguardo ed una sventura. Solo il tempo detterà le note sul quale dovranno danzare, ma è davvero così sbagliato lasciarsi trasportare dall'istinto che non riesce ad esser represso dietro l'arroganza e sfrontatezza? Avverte le mani dell'uomo sui polsi, è divertita tanto da permettergli di trascinarla a se senza troppa resistenza, piccola tra le possenti braccia, accoccolata con il capo sul petto e le gambe naturalmente divaricate per cingere - attraverso le cosce - il busto di Lui, non preoccupandosi minimamente delle ferite dietro le scapole ritenute praticamente inesistenti se paragonate a ciò che vive adesso. Meditabonda diviene tutta ad un tratto nell'udir le affermazioni, ed è il ricordo di quel prato fiorito a tornar nelle membra, durante il tramonto, a strappar ali alle farfalle intrappolate nella sua tela. Ci sono muri che non possono essere distrutti, ne raggirati, ma accettati come parte integrante di se stessi perchè, Kasei, lei non riuscirebbe mai a sgretolar qualcosa che la fa sentire al sicuro. Nonostante tutto. S'avvicina al proprio orecchio dunque dove una miriade di orecchini adornano la cartilagine, brivido a percorrere le spire della serpe impressa sull'epidermide pallida, si solleva la nuca, ma la differenza d'altezza vigente, non permetterebbe un fronteggiar di visi, ma bensì, calerebbe parzialemnte le palpebre nel mentre, il naso, va a poggiarsi esattamente sotto il mento dell'Uchiha, con la fronte aderita probabilmente sulle labbra <Qualunque cosa...> sussurra, forse ha pausa di esporsi, della risposta che potrebbe ricevere, ma a tutto c'è una conseguenza, ed allora, che si scopri il sipario per farci conoscere ciò che spetta <Voglio te..> infine <Voglio che tu mi appartenga, sempre. E non come un cane in catene...non come uno schiavo nei confronti di un padrone. Voglio essere il luogo nel quale tornerai sempre, qualunque cosa accada> le gote si tingono di rosso ed il cuore scalpita. Perchè desiderare una cosa simile? Non saprà mai la risposta, per ora. Ma ciò che è certo, è che se esiste un filo rosso a collegar le creature, spera solo sia abbastanza lungo da permettergli viaggi lontani senza perdersi mai, senza mai impedir l'uno all'altra di ricongiungersi.

03:09 Kasei:
 La figura femminile si lascia trascinare e poi cingere all'altezza della vita dall'Uchiha e l'altra non è l'unica a tornare a quel giorno. Vi sono muri che non possono essere aggirati.. e forse avrebbe dovuto aggiungere muri che non si vogliono aggirare e sembra proprio che questo sia caso della parigrado per il giovane. Ne ascolta le parole in completo e totale silenzio lasciando che lei vada a posare il suo naso poco al di sotto del mento. Alle ultime parole di lei gli occhi del colosso vanno a sgranarsi appena, lo ha palesemente preso in contropiede eppure finalmente sembra che anche lui stia realizzando cosa è diventata quella dolce figura ai propri occhi. Inizialmente la solita ed innata curiosità lo aveva portato ad approfondire quella semplice conoscenza eppure adesso gli era chiaro. Scritto a caratteri cubitali dirittamente nella sua testa. Il capo del giovane va a scuotersi leggermente e la destra abbandona il fianco dolcemente salendo proprio in direzione del volto altrui. In maniera estremamente lenta e misurata, la destrorsa andrebbe a cercare la guancia altrui in un gesto stranamente gentile per il Genin. L'indice dischiuso finirebbe sotto al mento a cercare di sollevare appena il volto altrui lasciando chinare leggermente il proprio per cercare il suo sguardo in maniera quasi vorace adesso. Il pollice della destra lentamente con un gesto semplice andrebbe a sfiorare appena quella cicatrice lungo la guancia e la mano abbandonerebbe il mento seguendo quella linea. Il pollice dell'uomo andrebbe a "ridisegnare" quasi quel probabile doloroso ricordo altrui ma che per lui ha ben altro significato. Scenderebbe lentamente fino alla spalla completando quel gesto e un leggero sorriso andrebbe a macchiare l'espressione del ragazzo. <Hoshiko...> Per la prima volta va a chiamarla per nome, lo pronuncia in un semplice sussurro che è evidente ricolmo.. DI paura quasi, quasi avesse il terrore stesso che alzando ulteriormente il tono quello strano momento finisse in pezzi. Un momento cosi significativo eppure cosi fragile nella sua testa. < io sono già tuo> Sussurra andando ad avvicinare il capo cercando di portare le labbra quasi a sfiorare quelle altrui, lasciando però ancora quel bacio in un certo modo inespresso, incompleto. < Ricordi cosa dissi a Raido quella sera? Saremo soli... Ma insieme> e il sorriso sul volto del giovane va ad allargarsi ulteriormente, un sorriso però differente dai soliti. Un sorriso divertito, che mantiene quel tocco di sfrontatezza eppure vagamente dolce a suo modo. < L'ho capito... Forse tardi ma credo che io ti appartenga da quel giorno in quel prato. Alla fine in mezzo a disastri epocali ci siamo sempre ritrovati, l'uno sui passi dell'altro e viceversa> Ogni parola viene sussurrata appena, pronunciata quasi con un certo timore. < Anzi, uno di fianco all'altra> Nuovamente il colosso torna a prendersi una breve pausa lasciando uscire quelle ultime parole infine < E' quello che voglio anche io> termina il discorso ma qul bacio resta momentaneamente inespresso, le labbra di entrambi dovrebbero trovarsi veramente a pochi millimetri di distanza ma lascia che sia lei a prendere la decisione ultima.

03:39 Hoshiko:
 Quelle parole fuoriescono fluide attraverso le labbra, come se non vi fossero più filtri e la protezione da sempre innalzata, dinanzi a lui, si sgretola lasciando le macerie ai loro piedi. Non si sottrae a quella costrizione che vedrebbe il proprio volto indirizzato all'avverso, si perde nel suo sguardo, inerme, così esposta da permettergli una carezza sull'odiata cicatrice a segnarle l'intera esistenza. Ma prima ancora che arrivi alla sua spalla, proprio nel tratto del collo, i muscoli si irrigidiscono, una zona più sensibile, dove l'ira e la malvagità di un padre si son scagliati con foga tale da farle mancare il respiro, da far pulsar la giugulare in difficoltà, tuttavia, nulla di quei ricordi è paragonabile a ciò che adesso sta assaporando, lentamente, senza alcuna fretta o prepotenza ad imporle gesti che altrimenti sarebbero stati immediatamente schifati. Rifiutati. Sarà la dichiarazione di Kasei a farle nascere un leggero sorriso, così pallido da innalzar malapena gli angoli per il semplice terrore di allontanarsi inconsapevolmente da una distanza che vorrebbe semplicemente azzerare. Tremano le gambe, non è difficile captarle dato l'abbraccio caldo nel quale il busto altrui si ritrova, se fosse il freddo i denti inizierebbero a sbattere, ma è così diverso quando è il cuore a vibrar per qualcosa di così bello e semplice da cancellare per un solo frangente il passato, le preoccupazioni, gli obbiettivi da raggiungere tra il sangue ed il dolore. <Il drago è l'unico segno capace di tener testa alla tigre. Essi sono destinati a viaggiar l'uno accanto all'altra...anche quando sono lontani, troveranno sempre la strada per riunirsi> sussurra tentando di sollevar le mani libere dai guanti da sempre indossati, vorrebbero infilarsi tra la chioma corvina dell'uomo, carezze, un giocar con l'indice attorcigliato delicatamente ad una ciocca. <Soli, insieme> Ne avverte il fiato, l'istinto è forte, ma ancora esita, qualche secondo di troppo, in fin dei conti, un'azione sancisce un legame, qualsiasi esso sia. Aumenta di poco il sorriso a svelar leggermente il canino, timidezza nelle gesta, ripiegato lateralmente il capo con flemma coadiuviando le palpebre lentamente calate. Sono i sensi, ora, a dover fare il loro dovere, la vista non le serve. Arco di cupido che vien fatto sfiorare contro il suo prima di racchiudere l'inferiore di Kasei tra le proprie labbra. Incurva la schiena, il seno vien aderito maggiormente ai pettorali, vuole sentirlo, possederlo, avida, come chi, una volta assaggiato il nettare degli dei, non può più farne a meno. Da qui in poi? Dovrai dettar tu le regole di questo gioco, non può che seguirti e farsi trasportar dalla fantasia [End]

Incontro tra Kasei e Hoshiko, i due finiscono con l'occupare abusivamente i bagni maschili. Due chiacchiere.