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Il sogno di Smeraldo

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con Kioku, Hanae

è buio, freddo, intorno a te vi è il nulla, un eterno buio, potrai guardarti a destra o sinistra, su o giù, poco cambia, un’immensa oscurità ti avvolge, privo di odori, suono, il nulla più totale. Non hai idea né di come tu sia arrivato qui, né dove i tuoi piedi ora stiano posando le loro membra, tutto ciò che sai e che eri stanco, ti eri coricato per dare un po’ di riposo alla tua anima ed ora ti ritrovi qui, provaci…prova pure a disperdere il chakra, prova ferirti non servirà a nulla ma la tua mente volerà subito a queste possibili opzioni, se necessario amputati anche qualche arto, ma nulla ti farà rinsavire poiché nulla che ti circonda, buio compreso, è frutto di una illusione o qualche sorta di potere strano. [inizio ambient]

23:59 Hanae:
 Aprendo gli occhi, immediatamente realizza di non esser più in uno spazio reale. E subito lo spirito s'illumina e gli occhi vengono spalancati, cercando di vedere oltre ad un'oscurità più cupa. I suoi occhi, riempito d'ombra, perdono qualsiasi luce ambrata. Le pupille s'allargano per reazione naturale e le palpebre calano appena come se ancora cercasse di rilevare qualcosa. Un'espressione dolente va poi abbassandosi poco a poco agli angoli della bocca. Le braccia, da prima abbandonate, s'alzano e le dita s'incrociano tra loro componendo il sigillo della capra. Il chakra viene agitato istintivamente all'interno del suo stesso essere con lo scopo di render caotico il flusso del keirakukei, potenzialmente interrompendo qualsiasi genjutsu. Ma questo..non dovrebbe portare a nessuno tipo di risultato. Risollevando il viso, dopo quel tentativo di svelare un'illusione, la faccia potrebbe parer a chi vede nell'oscurità esangue, con gli occhi alterati da una specie di ebrietà. Le labbra si schiudono d'impulso come se volesse pronunciare qualcosa, ma nessun suono viene prodotto. Se questo non fosse un genjutsu, potrebbe essere un ninjutsu. Ma soltanto i Seiun son noti per essere capaci di generare un'oscurità completamente impenetrabile, e non sarebbe certamente facile avvicinarsi al Jinchuuriki, dovendo superare le difese del Suono e la serpe Gigante che normalmente lo accompagna. Con tutte le esperienze presenti in quella mente e quella calma surreale, rimane immobile. Forse, qualcosa di immenso ha posato gli occhi su di lui. Qualcosa di realmente superiore. Forse è la coscienza, o magari..un semplice sogno. Il capo viene lentamente scosso, per dissuadere sè stesso dal porre domande alle quali non può rispondere. Il piccolo supplizio del mistero si stringe attorno a lui come sabbie mobili, e di conseguenza tenta d'agitarsi il meno possibile per non affossarsi. " ... " E' solo, probabilmente. L'udito s'affila un'ultima volta alla ricerca di qualcosa ed il passo viene accelerato gradualmente per verificare quanto sia per lui possibile spostarsi ed esistere in questo spazio. L'inerzia della sua volontà è assoluta. Ed in tentativo di verificare quanto sia separato da ogni cosa, le labbra schiuse finalmente pronunciano un insieme di suoni "Rokubi?" La presenza o meno di una risposta sarà un filtro alle proprie domande. { chakra on? }

L’esperienza ormai accumulata dal ninja leggendario dovrebbe avergli dato fin troppi dati affinché possa comprendere fin da subito che tutto è tranne che un’illusione o qualche strano piano esistenziale, quindi dove si troverebbe? Difficile a dirsi o anche solo poter ipotizzare, lode ad Hanae nell’aver abbandonato subito la strada della conoscenza poiché nell’oscurità non vi sarà luce né chiarezza ma solo ulteriori dubbi. Inutilmente chiamerai il Rokubi, non vi sarà risposta a quella chiamata, anzi avvertirai qualcosa di strano in te, come se mancasse qualcosa, una parte di te forse. Quella perenne oscurità che si avvinghia alla tua persona, non lascerebbe scampo, quasi asfissiante l’assenza di un qualunque oggetto, contorno o sfumatura, non è buio eppure nulla vedi se non tenebre, d’un tratto poi, una folata di vento investirebbe i tuoi lembi e la tua persona, un vento forse si alzerebbe, passeggero, portando con se rumori, sussurri <sei arrivato> potresti udire con una determinata concentrazione <finalmente si è presentato> alle sue spalle un leggero sussurro, infine un respiro…dei passi, il loro rumore sul suolo tenebroso. Un rumore ben più evidente di sussurri e folate di vento che ora abbandonerebbe la tua persona, come se fossero servite unicamente a portare qualcosa o meglio…qualcuno, il rumore dei passi diverrebbero sempre più presente, in lontananza qualcosa forse potresti scorgere, forse no, magari i tuoi sensi allenati e sviluppati percepirebbero chiaramente l’avvicinarsi di una presenza a te, frontalmente, eppure perché il rumore comincerebbe a provenire dalle tue spalle? Girandoti, qualora tu lo voglia fare, non farai altro che accorgerti di ulteriori passi, questa volta provenire dai tuoi fianchi, solamente alla fine potrai comprendere che è ovunque questo rumore, non ben specificato da quale direzione possa provenire, il che sarebbe impossibile, ma d’altronde siamo già ben oltre il possibile. Un respiro sempre più chiaro si farebbe strada nella tua mente, nel tuo udito, accompagnato da quell’incessante rumore di passi, ciò che prima era la semplice percezione di una presenza per te caro Hanae ora diverrebbe certezza, qualcuno sta arrivando…no…è già qui. Dalle tenebre, lentamente una figura ammantata di un grigio chiaro di stoffa (per questo visibile in mezzo a tutta questa oscurità) si mostrerebbe ai tuoi occhi, il cappuccio a ricoprirne interamente il volto, così come lo stesso manto andrebbe a ricoprire la figura a te ora presente, un rapido sguardo comunque potrebbe farti notare la ben poca prestanza fisica. Si arresterebbe a pochi passi da te, il respiro ora parrebbe quasi rantolo gelido di morte ed il rumore di quei passi finalmente prenderebbe il largo, abbandonando i tuoi sensi e la tua mente <ti stavo aspettando> il tono di voce chiaro sarebbe inconfondibile per te Hanae, d’altronde ci hai vissuto per così tanto tempo, la figura ammantata porterebbe entrambi i propri arti al cappuccio <finalmente sei arrivato Nemurimasen> il cappuccio infine levarsi ed il volto dunque rivelarsi a te, stupore o qualsiasi altra emozione starà a te metabolizzarla e comprenderla poiché d’innanzi a te vi sarebbe Katsumi, lo Sharingan attivato ed uno sguardo ben diverso da come ce lo si potrebbe ricordare, un ghigno palesarsi sul suo volto <andiamo, il tempo è tiranno!> detto ciò ti darebbe le sue spalle per poi procedere lungo un viale immaginario e di certo non ben delineato data l’assenza di qualunque luce, se non per quel manto grigiastro indossato da quel volto a te fin troppo familiare. [AMBIENT]

00:36 Hanae:
 Sente i passi, nel silenzio. I rari echi uditi, l'andatura ed il proprio respiro turbano la tranquillità che pareva di secondo in secondo farsi più rara e magica. Il Rokubi non risponde. E' adesso che comprende di essere in uno di quegli episodi rari ed incredibili che solo possono essere paragonati a ciò che ha visto e percepito il giorno in cui è morto. Inutile applicare la logica della realtà. Egli, dal buio, parla; versando sul cuore dell'Insonne un'onda di sensazioni ardenti e folli, quasi insensati, che in quelle ombre soffuse danno ad entrambi qualcosa di indefinibilmente strano e non umano. In questi momenti, Nemurimasen porta con sè gli occhi della passione, audace e forte; le labbra fresche e sanguigne formano nel basso del viso un'espressione lascivia, resa ancora più vivace dall'irrequietudine della lingua. I canini, come fossero troppo forti, si mostrano appena mentre vengono sollevati gli angoli della bocca. " Impossibile.. " mormora, chiudendo gli occhi. Sapendo di essere ben oltre una semplice illusione, chiude gli occhi, gettando oblio su quel mondo. Una profondità tenebrosa ed un silenzio liturgico si fa in lui come avesse messo piede in un tempio. Il suo spirito vive quel momento rendendosi opaco e immobile; ma ogni suo senso aspira a trascendere, a gioire oltre qualsiasi impedimento, a penetrare i misteri più remoti e scoprire i segreti reconditi della propria stessa coscienza. Una realtà certa come la morte, ma fasulla come la vita. Soltanto quando gli vien detto di muoversi, apre gli occhi. Vede il possessore dello sharingan superarlo e dargli le spalle, iniziando a muoversi. Il capo, per un momento, guarda indietro, fissando le forme del silenzio. Indefinite cose passano per la mente, sorgendo dal profondo, da un passato lontano; in quel singolo istante sfociano nello spirito sentimenti di un'ira spenta, che sorge dal fondo. E poi, cose più folte, più oscure, impure, fiume di torbida vita. Un tempo, l'Insonne sarebbe andato per il cammino opposto del fu Katsumi Uchiha. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per dimostrargli una grandiosità inversa, un po' come fece Katsumi con il primo capoclan Uchiha. Ma adesso, dopo tutto questo tempo, dopo tutte queste esperienze, non c'è odio. Neanche rifiuto. Lì fuori, da qualche parte, c'è la realtà che vive. Una realtà dove il corpo di Katsumi non esiste più. E qua? Affrettando il passo, lo segue, quasi nel tentativo d'affiancarlo e fissarlo ancora per verificare quei tratti. "Parlami, Katsumi." Inutile chiedere e sperare di toccare il tasto giusto. Se ci saranno risposte arriveranno, o gli verranno direttamente mostrate. {?}

L'oblio, ah quale affascinante forma d'infinito, ineluttabile, inarrivabile, ingovernabile, non vi sono re ne regine, nessun padrone nessuna legge, vi è solo il buio e nulla di più. Vieni Nemurimasen, a te viene mostrata la grandiosità di una vita, vissuta, combattuta, sudata e infine perduta, segui con questi tuoi lenti passi la figura dell'uchiha ormai svanito, eppure sembra essere più in carne di te ma d'altronde un tempo eravate la stessa cosa no? Passo dopo passo il buio diverrebbe sempre meno opprimente ma solamente per lasciar intravedere, ai bordi di quella sorta di sentiero creatosi, corpi mutilati, anime tormentate, come in un torrente che vi circonda, un lago immenso da cui corpi galleggianti, anime sofferenti emergono lentamente, le mani ad anelare quel poco di luce che vi circonda, guai a te anche solo se proverai a scambiar un solo sguardo con esse. Ma la curiosità è qualcosa che non ti ha mai realmente abbandonato e che tu lo voglia o meno, sappiamo entrambi che quello sguardo calerà su di loro, rivelando una disgustosa realtà...sei tu! sono tutti te, il loro viso è uguale al tuo Hanae, Nemurimasen, Katsumi, ogni corpo o anima che sia presenta il tuo volto, vecchio o nuovo che sia, in alcuni aberranti essere persino entrambi, nulla di più disgustoso sopratutto ai tuoi occhi no?, sembrano liquidi, quasi liquefatti, non vi è carne e le anime stesse, seppur di un composto etereo sembrano sgocciolare. Poni domande? Vorresti risposte? qui non vi sono regole e come tali anche la logica stessa viene meno e senza di essa vige il caos <ahhh ti chiedi che posto sia questo? Non ne ho idea...mi crederesti?> il volto ora di Katsumi è visibile, una rapida torsione del suo volto così da mostrarsi a te, eppure qualcosa di diverso risiede in lui, lo potresti notare con facilità, quel sorriso, quello sguardo, quella noncuranza e indifferenza, ti chiama Nemurimasen eppure sembra quasi sia lui Nemurimasen...dunque tu chi saresti? Il passo si arresterebbe, le mani di alcune anime ed aberrazioni addirittura riuscirebbero a sfiorarti le gambe, il tempo sembra quasi agli sgoccioli <dunque Nemurimasen sei pronto ad una vita di tormento e dolore? Non sarà una passeggiata piacevole> non si rivolge a lui nel parlare di una vita di tormento e dolore, quasi come se lui qui fosse ospite, magari anche indesiderato. Neanche il tempo di finire la frase che Katsumi comincerebbe a sgretolarsi in un fumo grigiastro <se smarrirai la strada non potrai più tornare indietro, ma bada bene, non sarà necessariamente un male, a volte arrendersi ti dona il riposo più piacevole> detto questo sfumerebbe via, come polvere al vento, fumo contrastato da un inesistente vento. Sei da solo o così sembrerebbe, il tuo corpo comincerebbe a percepire una strana attrazione verso l'oblio che si para d'innanzi a te ma del resto le anime e corpi aberranti che adornano questo loco non preannunciano nulla di buono, quindi perchè non avanzare? Perchè non scoprire cosa vi sia oltre? A te la scelta, perdere tempo a comprendere come uscirne fuori o abbracciare la follia di questo loco, abbandonare ogni logica e pensare in maniera irrazionale. [AMBIENT]

01:23 Hanae:
 Camminando in mezzo ad un luogo pieno di sè stesso si risente pesare sulle spalle un qualche tipo di sopruso, si sente come se stesse venendo indignato da una violenza iniqua, avanzando per una strada che conduce a dove ha lasciato tanto tempo addietro ritirarsi il proprio nemico, incontro al quale sta venendo spinto dal mezzo estremo e suadente della curiosità. Non c'è misericordia per nessuno, neanche per coloro che credono d'aver sofferto ogni sofferenza realmente concepibile. Ed il mondo fluisce in lui rendendolo vittima di qualche tipo di feroce ed implacabile volontà che non ha intenzione di risparmiargli nessuna tortura. Le labbra si contorcono rendendo il proprio viso indecifrabile quando osserva gli informi, caratterizzati da mille particolarità rivoltanti. Ma nel cuore, c'è qualcosa in lui che si desta, e destandosi da finalmente identità all'espressione in viso: alle labbra che da contorte tornano neutre e da neutre si sollevano come se stesse per sorridere, senza però mai riuscirci del tutto. Katsumi stesso, sembra aver abbracciato completamente l'essenza di questo luogo. L'Oblio, l'oscurità...forse il luogo dove ogni cosa finisce quando viene accantonata. Non cerca risposte, ma il cuore sembra sbattere sul petto più violentemente del solito, pompando tanto sangue dal far sembrare che voglia forzare il corpo a muoversi. Coscienziosamente, capisce di essere euforico. Esiste qualcosa di completamente superiore alla dimensione reale. Che sia la mente o un vero spazio, non importa. C'è qualcosa che non troverà mai cibandosi dei ricordi delle persone, una bellezza che può osservare soltanto in questo sogno ebbro di Nemurimasen stesso. Katsumi stesso, accogliendo il mondo e la propria natura, sarebbe divenuto Nemurimasen. Ma ha fallito nell'apprezzare il mondo, sia nelle sfumature più crudeli che non. "Ti credo.." Si trascina l'ultima sillaba come se fosse stato catturato da quella realtà, ponendo attenzione finché gli è possibile a scostarsi appena ogni qual volta stia venendo sfiorato o afferrato da ciò che compone un pezzo di questa realtà. Se si fermasse, o se solo facesse un passo più verso le mani, cosa accadrebbe alla propria coscienza? Il pensiero lo cattura e aliena, la tentazione di vedere ogni cosa lo conduce quasi ad un pensiero autodistruttivo, ma le parole pronunciate da Katsumi prima di sparire fanno quasi da uncino, attirandolo ad altri pensieri. "Solo una persona ha compreso il vero peso del tormento.." Un peso talmente immenso che impedisce la morte stessa. Qualcuno che ha riscoperto tristemente essere vivo. Tristemente, perché esistono vividamente nei propri ricordi le immagini ed i suoni di chi è andato oltre il proprio tempo, per il bene del mondo. "..Forse, finalmente, anche io.." - potrò dire di conoscerlo, ancora più personalmente. Non termina le parole seguendo di sbieco lo sgretolarsi di chi l'ha guidato all'inizio di un percorso apparentemente fatto di tormento. Qualcosa che si presenta così distruttivo dal rischiare d'essere capace di annichilire persino l'animo dell'Insonne. La mano sinistra d'istinto viene issata e puntata avanti, bramando l'esperienza. Bramando la realtà. Torna a muoversi, avanzando nella via e percependo intrinsecamente crescere in lui una sensazione d'orrore indomabile; il brivido del corpo stesso che tenta di sopraffare ogni sentimento dell'Insonne per portarlo a cercare una via di fuga. Di fronte agli occhi, come memorie lontanissime, viene mostrato quanto stava facendo fino a pochi giorni fa: preparando il villaggio del Suono. E' quasi l'ultimo tentativo di farlo tornare indietro. Ma non basta. Egli, dalla rinascita, non avrebbe mai indugiato nel voler approfondire la sua sensazione d'appartenenza e amore al mondo. "Forse, è la fine." Teorizza. "O forse.." i pensieri diventano rumorosi e prendono forma, ma non serve concludere la frase. Avanza. Non più mosso da negatività ma dall'amore per ogni cosa bella, sia essa crudele o gentile. Che l'oblio lo renda senza sensi e senza arti, se è questo il metodo per raggiungere lo zenit della propria essenza. Che perda la strada, se così sarà capace di decorare il più grande affresco mai pensato. Nemurimasen, detto l'Insonne, perché mai avrebbe accettato di chiudersi in sogni come Katsumi. Mai, avrebbe rifiutato la vita, o la morte. Mai, sarebbe sparito.

Ogni passo ti porterà sempre più vicino alla fine di questo percorso? Ma come ti ho già detto qui non vi sono regole, non vi sono ovvietà ne certezze, tutto ciò che puoi fare è avanzare se dunque questa è stata la tua decisione. La figura di Katsumi oramai non è nient'altro che polvere e cenere in questo angusto loco e l'attrazione verso quell'oblio che lascia solamente un unico sentiero da intraprendere si fonde ai tuoi desideri, non vi è nient'altro che tu voglia o che più desideri in questo momento. Eppure senti che non è finita qui, qualcosa ti disturba...non sei solo, qualcuno ti sta osservando, eppure Katsumi è svanito chi altro sarà? Questo non ti è dato saperlo, anzi, prima ancora che tu possa rimuginare su codesta presenza intrusiva, quell'attrazione diverrebbe impossibile da contrastare, quasi trascinandoti dapprima con estrema calma successivamente con sempre più forza verso l'oblio, una voce ti raggiungerebbe, un flebile sussurro, tanto da essere quasi impercettibile a primo udito <nascesti imperfetto...un errore> il sentiero brillerebbe per un istante, accecandoti e d'un tratto, al riaprirsi delle tue palpebre ti ritroveresti nel covo degli Uchiha, mura a te familiari, forse fin troppo, alcuni cloni camminare in fila indiana e defilarsi in strani cunicoli, dottori o strane persone da camici bianchi scribacchiare qua e la. Confuso, spaesato anche un po' di nausea attraverserebbe la tua mente ed il tuo corpo, una bambina, palesemente Uchiha uscirebbe da una stanzina correndo, sembrerebbe proprio verso di te, al suo seguito due ninja armati, la bambina correrebbe a più non posso, cercando di districarsi tra i dottori e i ninja, finendo per scontrarsi contro di te, o così dovrebbe andare, ma all'impatto semplicemente la ragazza ti attraverserebbe e così anche i due ninja, nessuno ti vede, nessuno ti percepisce. <nascesti imperfetto...un errore> andrebbe a ripetersi una voce, la stessa, prima che tutto ciò accadesse ti raggiungerebbe nuovamente, ora più nitida, più forte e chiara e a quel punto potresti già comprendere, ma girandoti ne avresti la conferma, una lunga e folta chioma, occhi incavati, mascella ben impostata, così come la sua presenza, le iridi violacee...quella voce ormai inconfondibile, Akendo Seiun apparire alle tue spalle e narrare <non deve essere stato facile eh?> esclamerebbe dopo quelle aspre parole. Confusione, ora più di prima, ben comprensibile, d'altronde ciò che sta accadendo ha dell'incredibile eppure p così vero, nonostante la tua forma eterea, il fatto che tu non sia tangibile, almeno così pare, non rende meno vero ciò che sta accadendo d'innanzi ai tuoi occhi ed infine...perchè lui? Cosa ci fa qui? Non era forse un tuo mondo interiore o qualche sorta di strano piano dimensionale? Allora perchè egli è qui, presente d'innanzi a te, con il suo solito fare. Qualche passo dalla figura appena parsa, verrebbe compiuta verso di te <qui non eri nulla, un clone, una copia mal riuscita, voi tutti lo eravate e cosa è cambiato d'allora?> una domanda che però così non parrebbe, come se a poco servisse dare risposte, come se codesta figura fosse li...ma non completamente, è presente ma ai tuoi occhi non lo definiresti così tangibile e reale come tutto il resto. La figura con ulteriori passi ti supererebbe ed una volta superato si girerebbe di scatto vociando nuovamente <cosa ti rende meno inutile e diverso da queste stupide ed inutili anime?> ti guarderebbe, quasi con disprezzo, con vergogna <un clone imperfetto, un giocattolo rotto, nulla di più> detto ciò s'incamminerebbe andando ad oltrepassare un muro, un po' come la ragazzina di prima con te, l'immagine d'un tratto sfocarsi, le figure li presenti iniziare a sbiadirsi ma prima che l'intero loco scompaia, i loro volti diverrebbero i tuoi, con gli stessi tratti ed infine il buio. L'oblio ripresentarsi attorno a te, il silenzio, l'assenza di odori o rumori, nuovamente solo...una mano appoggiarsi così come il peso provenire dall'alto, provando a guardare di sbieco potresti intravedere quel pollice destro adornato dall'anello dell'Akatsuki...ancora lui, Akendo Seiun <eppure ciononostante non ti desti per vinto, non ti arrendesti all'idea di essere un imperfetta creatura> un ennesimo bagliore accogliere le tue iridi e alla loro riapertura un novello loco mostrarsi a te, un edificio con uno stemma del clan Uchiha, due figure in lontananza parlare. Per quanto tu ti possa sentire scombussolato, il tuo sguardo non potrà evitare di notare che una di quelle due figure p proprio Katsumi Uchiha, un po' più cresciuto di quel tempo precedente e d'innanzi a lui il capo clan in carica degli uchiha di quel tempo, un sussurro raggiungerti...mai tregua, mai attimo di respiro per te <qui comprendesti cosa voleva dire essere un Uchiha, pensasti anche per un momento di poter divenire qualcosa di più vicino al fu creatore del clan ma eri debole> il tono diverrebbe accusatorio quasi intimidatorio <un debole con sogni e speranze deboli, ecco cosa eri, la tua volontà vacillava nonostante desiderassi così tanto essere qualcosa in più di una semplice aberrazione> le parole diverrebbero quasi urla e quelle urla uno stridio, quello stridio un onda sonica investirti alle spalle, scombussolarti nuovamente, novelle immagini e scenari apparirti ancora una volta. [AMBIENT]

03:49 Hanae:
 Egli osserva il mondo mentre questo crolla e cambia a forma. A poco a poco, lo spirito dell'Insonne si spoglia d'ogni copertura, con cautele infinite, ed ogni gesto di quel mondo riporta ad una realtà più cruda e che ha realizzato soltanto dopo immense fatiche, una realtà che inizialmente rimane innominata, come se fosse sulla punta della lingua. Con un movimento degli occhi analizza il mondo circostante, con la stessa lentezza di chi ha paura di rompere qualcosa di fragile. La voce che compare e l'ambiente stesso rivelano gradualmente la miseria di quello spirito che un tempo fu fragile ed esile, deformato da malori che soltanto la morte ha reso curabili. Il collo, come un fiore che appassisce d'improvviso, si getta sulla spalla sinistra; il fiato viene espulso silenziosamente, tanto dal rendere appena più evidenti le costole e lo sterno, capaci di trasparire appena attraverso la pelle empita da sottili ombre. Tenta all'ultimo di spostarsi per schivare quella bambina, e nota come nello stesso processo il proprio fianco non riceva alcun urto ma venga invece superato, come se Nemurimasen o forse la bimba non siano completamente reali. Eppure, proprio come fisicamente non è urtato dalle visioni, neanche le parole udite o lo sguardo empio di disprezzo del Seiun riescono a deformare la propria espressione. "Tifo e cigni provengono dallo stesso luogo, Seiun." Si rivolge a quell'entità come se stesse effettivamente parlando con Akendo, così come ha fatto poc'anzi con la figura di Katsumi che l'ha portato all'inizio di questo viaggio. Tenta di seguire i movimenti di colui che presenta questa serie di eventi e li descrive, mettendo a fuoco ogni cosa come un cercatore d'oro in mezzo al fango. Il sentimento più nitido che prova verso quelle parole è una pietà dolorosa, un lontano languore letale ed un lutto per qualcosa che non è più presente. E' presente una certa gravità funebre in ogni gesto di lui, capace di confondere le persone normali d'una tristezza indefinita. "Un giorno spero di poter parlare con te, e farti sapere che sto bene." Pronuncia quelle parole rivolgendosi al possessore del Rinnegan, ma è concepito più similmente ad un soliloquio che ad una vera conversazione. E' come un pensiero verso qualcuno che non può udirti. Parla a quell'immagine come un fedele al proprio sacro simbolo. "Conosco Katsumi. So di essere ed essere stato Katsumi. Ma ciò che ero è uno scarto di ciò che sono. Spero che lo capirai, quando te lo racconterò meglio." Distruttore e creatore, anche di sè stesso. Non utilizza più Nemurimasen come rifiuto alla sua entità, così come non è più turbato dal passato che occasionalmente proietta le sue ombre in avanti, raggiungendo e sfiorando appena la sua portata visiva. Il mondo cambia, di nuovo. Un po' più avanti. Forse, è questa l'idea. Una lunga discesa dal passato verso il presente. Le varie forme, distinte appena in un luogo così irreale, perdevano man mano i loro contorni fondendosi per mostrargli adesso un Katsumi un po' più cresciuto, ed assieme una descrizione più avanzata. Guarda bene nel volto ogni figura presente, ed accompagnando al proprio osservare anche le proprie parole l'Insonne sembra starsi spogliando gradualmente della sua durezza e della pesantezza di un'anima antica, disfacendo la propria persona che esita a rivelare e dando per reale che ogni cosa incontrata non la ritroverà. "Andiamo più a fondo. Portami davvero al massimo limite, ti supplico.." Intento e impaziente, non riesce che a pensare all'avviso ricevuto all'inizio da Katsumi. Quel rischio di perdersi e non tornare. Cosa può causargli tanta perdizione? Riempito da questi pensieri, diventa quasi supplichevole nei confronti della sua guida..o del suo carceriere..

Nonostante quello che ha visto, caro Nemurimasen ancora pensi che questo sia un semplice viaggio? Che ci sia qualcosa da scoprire infondo a tutto? Non sei così speciale, non lo sei mai stato, perché mai dovrebbe esserci dell’altro? Un clone mal riuscito non dovrebbe di certo anelare a cose aldilà delle sue possibilità. Lo sguardo fermo e glaciale del Seiun accompagnerebbe quelle sue ultime parole, ignorando completamente i discorsi incentrati sul mostrare e sull’incontrarsi, a conti fatti è Akendo Seiun ma non sembra essere veramente lui, non è comprensibile ma d’altronde come tutto questo è ben aldilà del comprensibile… <supplichi?> La voce di Akendo accompagnare quell’ennesimo bagliore <quando arriveremo alla fine supplicherai di rimanere> ultime parole poco chiare, lo stridio ed il baglio distoglierebbero la tua attenzione da quelle fatidiche parole, il baglio investirti un ennesima volta, novello scenario pararsi d’innanzi a te. Una casa, in legno, seppur consumato ancora vivido e coriaceo, del fumo fuoriuscire ad un caminetto, l’odore di legna bruciata nel camino avvolgerebbe le tue narici e le luminarie al suo interno ormai dovrebbero darti ben più di un motivo per credere che ci sia qualcuno al suo interno. Che tu lo voglia o meno verrai attratto da quella casa, ma che te lo dico a fare, tu stesso vorrai andare a guardare…immagino, passi i tuoi, se così vorrai, che ti porteranno d’innanzi alla porta in legno, socchiusa, non completamente aperta, un rumore quasi un cigolio accompagnerebbe questi tuoi ultimi movimenti, come se una sedia di legno dondolasse. Qualora tu voglia scostare la porta, a te si mostreranno una modesta casa, come tante, nulla di risonante o pregiato da adocchiare e d’innanzi a quel camino una sedia a dondolo avanzare…avanti e indietro, dei neri capelli spuntare da tale sedia e scivolare lungo tutto lo schienale esterno, che tu ti voglia muovere o meno è ininfluente, ciò che sta per accadere deve accadere…è inevitabile. Lentamente la sedia ruoterebbe, le forme femminile e ben più distinte ai tuoi occhi verrebbero rivelate, conosci bene quello sguardo e conosci bene quel viso, così tanto a te familiare, con esso hai condiviso gioie ed amori sotto le carni e le spoglie di Katsumi Seiun, eppure un senso di inquietudine non può che accompagnare questi attimi, sul grembo d’essa appoggiata, vi sarebbe una bambina, non troppo cresciuta ne troppo piccola, grande tanto quanto basta a risvegliarsi dal torpore del calore e fissarti per qualche istante, con stupore balzerebbe giù dalla sedia a dondolo e cercherebbe di correre come può verso di te, le braccine e le manine piccole quanto un tuo dito, volte alla tua figura, chiudendo quei teneri palmi come se volesse afferrarti, all’incirca alta tanto quanto l’altezza della tua gamba fino al ginocchio…una creatura, già…tua figlia. Finalmente arrivata a destinazione si avvinghierebbe a te, strofinandosi, qualora il tuo sguardo fosse su di lei, potresti scorgere di sfuggita un ghigno divertito sul volto di Kimi, ma gli strattoni riporterebbero comunque la tua attenzione a lei, la principessa di questa storia, ma non tutte le principesse hanno un lieto fine, Katsumi lo scopri e pagò a sue spese questa lezione, lui come Kimi, giunto forse il momento per te di comprendere cosa significhi anche questo. Gli strattoni comincerebbero a divenire sempre più deboli, sempre meno incalzanti e prima che tu possa anche solo afferrarla o sfiorarla con un dito, volgendo lo sguardo verso di lei, potresti notare il suo sguardo cambiare, le pupille arrossarsi, la pelle divenire cerulea, il suo corpo lentamente raggrinzire, rugoso, divenire sempre più piccolo, cominciare a strisciare, i vestiti divenire fin troppo larghi ed infine in una pozza di uno strano liquale forse amniotico un piccolo feto divenire sempre più scuro, morente…privo di vita. Un rumore catturerebbe la tua attenzione, la sedia a dondolo muoversi con vigore ma su di essa non vi sarebbe più Kimi, una mano afferrarti alla base dei piedi, una mano insanguinata, la stessa Kimi ora sarebbe distesa su quel pavimento tumefatta, pregna di escoriazioni e ferite, sussurrare qualcosa, dapprima impercettibile poi sempre più chiaro <colpa> attimi di silenzio poi un ennesimo rantolio <è tua là…> un ultima pausa come se dovesse precedere una tempesta <è tua la colpa> dopodiché mollerebbe tale presa ai tuoi piedi per ricongiungersi al feto ormai morto, abbracciarlo con le sue braccia insanguinate e attrarlo al suo vento spingendolo come se volesse riaverlo con se. La figura di Akendo Seiun apparire sull’uscio della porta, senza fiatare senza dire niente questa volta, ti osserverebbe e basta, cercherebbe di carpire il tuo stato emotivo e la elaborazione di quanto visto e solo dopo un periodo di tempo non specificato esclamare <poteva andare diversamente, poteva essere diverso, la tua vita, le tue scelte…ogni cosa> chiuderebbe la porta alle sue spalle e la casa comincerebbe a sgretolarsi, il viaggio non è che appena iniziato. [AMENBIENT]

02:47 Hanae:
 Si sofferma quando tutto nuovamente giunto ad una svolta, assaporando un sentore vago nell'aria che riporta alla fatale tristezza del proprio spirito passato. Silenzioso, pieno di un ombra violetta in cui le erme biancheggiano come fossero sepolcri. Sente costantemente una presa metaforica che da tanto vuole spingerlo verso un sentiero di sofferenza, ma quello che nessuno s'aspetta è quanto tutto ciò venga accolto. Lui sa quale orribile strazio le proprie immaginazioni notturne sarebbero state capaci di fare se avesse abbassato la propria anima, lasciandola indifesa. E lì, da solo, in mezzo alle cieche incitazioni ostili, sentendo l'assoluta impossibilità di sottrarsi a questo percorso, uno strano brivido lo esalta e spinge ad aprire gli occhi di scatto, analizzando tutto ciò che di questo ambiente rimane visibile. S'esalta nel proprio viso l'attenzione in funzione della grande passione di cui il proprio corpo e la propria mente sono posseduti. Muovendo un paio di passi, si spone verso le ombre umane proiettate in quella stanza; dove egli per un momento ha creduto di trovarsi non più in un luogo di tortura ma bensì piacere. Le suggestioni sovrannaturali creano nello spirito un triste fantasma: una forma indecisa e sanguinosa. Chi era Katsumi? Perché si è ucciso? Alcuni pensieri, rapidissimi, senza legame, gli attraversano il cervello. Rivedendo quella bambina avvignarsi al proprio corpo rimane assuefatto dalla piccolezza e fragilità di quella creatura, ne rimane affascinato come se per quel poco tempo il sogno stesse veramente facendosi largo nella propria mente. E' quasi istintivo il suo volersi piegare col busto, allo scopo di afferrare quella creatura e prenderla tra le proprie braccia. Eppure, prima di poter compiere il gesto fatale, prima di poterla sfiorare, assiste alla completa distruzione di quest'entità. Sempre più informe, sempre meno umana. Come lui. Come Kimi. Prova mentalmente la sensazione che s'ha durante l'urto fisico contro una grande pietra; e rabbrividisce. Poi per tutto il corpo prova una sensazione di ripulsione forte, angosciosa e mista ad un vago senso di dolcezza. L'immaginazione derivante da un angolo così profondo della propria mente che non sapeva di poter ancora sognare. Una vita che non può più avere, se non...forse..rimanendo per sempre in questo sogno di smeraldo, a lui ignoto. L'immaginazione diventa la delizia degli istanti a seguire, la tentazione. E poi, le accuse e la puntualizzazione. Tutto, poteva essere diverso, se avesse compiuto scelte diverse. Ascoltando quelle parole raddrizza lentamente il busto e finalmente riporta le mani lungo i fianchi. Mai stato disperato in viso nel processo, ma per pochi secondi catturato dalla dolcezza d'un sogno. Finalmente, cerca la figura del proprio Virgilio, di Akendo stesso. Sorride irradiando la pena di chi ignora un grosso peso. "Amo il mondo. Disperatamente, ardentemente. Non esiste sogno che possa offrirmi la realtà, che sia o meno un lungo viaggio, non desidererò mai di rimanere. Non è Yume, che cerco;" Yume, cui significato è sogno. Forse Katsumi avrebbe voluto un sogno. Già adesso sarebbe crollato e avrebbe chiesto disperatamente come sparire, come morire e disintegrare sè stesso e le proprie colpe. Ma l'Insonne? Non c'è niente, che non ama. Compreso sè stesso. Non potrebbe mai provare colpa per le proprie azioni, o quelle di Katsumi. Nè rimorso. "E' la realtà." Dopo tutti questi anni, come non aver raggiunto tale pienezza di spirito? Eppure, è pronto a spingersi più a fondo. Pronto a seguire ancora i passi della guida del proprio spirito.

Il mondo intorno a te sgretolarsi, quella vecchia casa divenire fumo e cenere, ombre e figure mischiarsi in un unico vortice, lentamente l'oblio tornare, inesorabile come sempre, torna e tornerà per sempre, circondando nuovamente quell'ambiente tornato nel regno delle ombre. Ed è li che sosterai per un tempo non quantificabile, che sia un minuto o cento anni, non vi sono regole d'altronde, così ti era stato detto, per quanto tu possa immaginare che posto questo sia, lodevole provarci, inutile sperare in qualcosa se non altre domande sorgere nella tua mente. Nuovamente la figura di Akendo Seiun apparire, questa volta appare a te con vesti totalmente diverse non solo dalle precedenti ma da qualsiasi ricordo tu possa avere di lui, i capelli sono bianchi, le vesti di un immacolato con motivi tomoe rossastri adornare l'abbigliamento ed intorno a lui delle sfere nere fluttuare, il volto appare ringiovanito quasi, rughe scomparire quasi da quel volto ben più vigoroso di come uno se lo possa ricordare <Ah Nemurimasen, gli anni potranno passare ma rimani un ragazzino che ancora non ha ben compreso la parte fondamentale> si zittirebbe cominciando a camminare, un invito a seguirlo ovviamente, ancora una volta verso quel sentiero immaginario ma che ancora mantiene i loro corpi saldi e non sospesi nel vuoto <credi veramente che tutto ciò che hai appena visto non ti appartenga?> domanda quasi retorica d'altronde lui forse manco è realmente li, quindi perché sprecarsi a rispondere se non cercare unicamente la risposta dentro se stessi <mi domando io stesso a quel punto perché mostrarti così tante cose di una vita che a quanto dici non ti appartiene più> attimi di pausa prima di terminare dicendo <credo che qualcosa ti stia sfuggendo> detto questo velocizzerebbe il suo passo, ombre residue e sagome saetterebbero oltre loro durante tutto il tragitto, sussurri e quant'altro accompagnarli. Il silenzio piomberebbe intorno a loro, nessun suono ora udirsi, nessuna anima palesarsi così come nessun strano bagliore apparire, l'unica cosa che porrebbe saltarti all'occhio è una sorta di rientranza in lontananza <non sarò io però a fornirti risposte, non questa volta allievo> vocerebbe tuonando d'un tratto la figura dell'ormai bianco Seiun <da ora in poi starà a te cercare le giuste risposte alle giuste domande che ti porrai> Detto questo, la destrosa del Rikudo Sennin ti farebbe segno di procedere lungo il sentiero, così da raggiungere quella rientranza. Che tu lo voglia o meno seguirai quella strada e a quanto pare non te lo farai nemmeno ripetere due volte, curioso di tutto ciò che ti circonda, forse qualcosa del Seiun ti è rimasta trasmessa, fatto sta che una volta arrivato alla rientranza, potrai notare una piccola nota bianca lontano da te, all'interno di quella rientranza, come se li vi fosse qualcosa, che sia una porta? Magari il modo per uscire da questo strano posto? Non ti è dato ancora saperlo questo, ciò che importa è quello che tu vorrai fare. Nel caso tu voglia proseguire e non rimanere li a vagare per sempre magari in compagnia di quel simpaticone di Akendo, ti incamminerai proprio verso quel punto bianco e dopo del tempo non ben specificato quel bianco comincerà ad allargarsi sempre più, come una macchia bianca in un foglio nero, il bianco via via prendere sempre più il sopravvento sull'oblio e solamente ad uno successivo sguardo attento potrai notare sotto i tuoi piedi di essere sopra una specie di edificio, come tu ci sia arrivato non si sa e attorno a te, numerosi altri edifici tutti di colore bianco, il cielo sereno e splendente palesarsi sopra il tuo capo <Tsk> una smorfia acuta rimbomberebbe nel loco, catturando la tua attenzione, potresti notare non molto distante da te, qualche edificio per la precisione, una figura messa a gambe penzoloni su uno di quegli edifici <Ti stavo aspettando Nemurimasen> potresti aspettarti il solito Akendo o magari il ritorno di quello strano Katsumi eppure non saranno i loro volti a palesarsi ma il tuo!. Quella figura altri non sarebbe che te stesso, certo un po' diverso, difatti ogni colore a te appartenente su quella figura si presenterebbero all'inverso, dove la pelle chiara prenderebbe posto una più olivastra, i capelli neri lascerebbero spazio a qualcosa di bianco, un bianco privo di reale colore, le labbra nere, gli occhi incavati e dai colori scuri attorno all'area oculare <ce ne hai messo di tempo> attimi di pausa, la figura lentamente posizionarsi in posizione eretta <Tsk> quel rumore di smorfia che rimbomberebbe non solo nel loco nuovamente ma perfino nella tua mente. Non potrai distrarti, non per molto, metabolizzato o meno, parlato o meno con tale figura, delle sfere d'acqua verrebbero lanciate contro di te, un colore molto più oscuro accompagnarle. [AMBIENT(?)]

00:17 Hanae:
 I sensi d'egli diventano nuovamente scuri come quello spirito svuotato d'ogni retaggio troppo antico. L'agonia dell'esser lentamente masticato da qualcosa sopraffatta dalla passione soverchiatrice di lui. Non potrà mai negare il suo disgusto segreto verso colui che era, verso quella parte di sè stesso che l'ha rifiutato e lasciato solo in una gabbia di coscienza per lunghissimi anni. Non avrà mai modo di soddisfare completamente quell'appetito, una irritazione non placata. Eppure, egli aveva acquisito una scienza che lo supera, qualcosa che va sopra di lui, di infallibile; conosce fin le più segrete e sottili sensibilità del proprio spirito ed è capace di ricercarle e chiamarle con un meraviglioso e personale intuito che nel tempo l'ha portato a poter analizzare con tutto il tempo del mondo l'unica cosa che possedeva: sè stesso. Neanche come corpo, ma come semplice manifestazione e intreccio di pensieri. "Appartengo al mondo, non a Katsumi. E lui, diversamente, ha rifiutato il mondo. Ciò che siamo non può essere solo il prodotto di ciò che ci è accaduto." Non esclude il proprio passato con questa frase, ma lo rende un elemento secondario nella definizione di ciò che è diventato. Le proprie virtù son proprie e non del dolore causatogli dalla prigionia imposta dalla coscienza del Fu Uchiha. Arde di un desiderio così concreto dal rendere ogni cosa un contorno che gli occhi sfruttano sempre per abbellire ciò che han di fronte. "Questo, tu lo sai bene..." fissa con occhi intenti quella sagoma che per un momento parrebbe possedere saggezza e tratti di personalità che finalmente lo rendono a Nemurimasen un potenziale vero frammento della coscienza di Akendo Seiun. Se egli fosse diventato la somma dei suoi fallimenti, a partire dall'Akatsuki, forse adesso non ci sarebbe più un mondo da apprezzare neanche per l'Insonne. Ciò che contraddistingue entrambi da insetti e gran parte del mondo shinobi, è la capacità di tormentarsi da soli meglio di quanto chiunque possa mai riuscire. E' il solo modo per potersi elevare. Ed il percorso compare, percepisce nei passi compiuti la pesantezza di chi si dirige verso il luogo ove l'ora fatale potrebbe divenire reale. Il luogo della propria morte, il solo punto in cui l'Insonne e Katsumi similmente hanno trovato qualcosa di più alla propria natura. Il mondo muta, per la prima volta perdendo la coerenza narrativa degli eventi precedenti per diventare più intenso. Non più oscurità, ma luce. Un contrasto che immediatamente porta una sensazione di sconforto nello spirito del Jinchuuriki, come se percepisse davvero un peso differente. Questo non può essere un semplice ricordo. E' il livello successivo, forse il più profondo. Non è più di fronte al passato nè al futuro, ma ad un presente. Opposto, è lì, Nemurimasen. Profondamente diverso ma perfettamente riconoscibile. "Mi spiace, qualcuno mi ha fatto perdere nel percorso della vi---" Arresta il parlato quando le sfere d'acqua gli vengono lanciate incontro. Istintivamente, il corpo reagisce a quanto offerto dai sensi ed immediatamente le ginocchia tentano d'essere piegate, come se stesse andando a sedersi. Le gambe rimangono leggermente divaricate e da questa posizione di partenza tenterebbe di staccarsi da terra partendo dalla punta dei piedi dandosi la spinta necessaria per staccarsi da terra. Le gambe si distenderebbero e tenterebbero così di muoversi e saltare pochi metri in obliquio, spostandosi dalla traiettoria e piegando appena le ginocchia al momento dell'atterraggio per attutire la forza d'impatto. "..è questo che faremo?" Come se cercasse una conferma, che sia con parole o ulteriori gesti.

Le parole si perderebbero nel vuoto, non è ad Akendo che ti devi rivolgere, non ancora almeno, ciò che conta si trova dentro di te e da nessun'altra parte, il sentiero ed il tuo infinito camminare infine ti hanno portato in questo luogo privo di colori oscuri, l'opposto di quell'oblio e forse l'opposto di qualsivoglia altro significato prima presente. D'innanzi a te non vi è altro che il bianco, un cielo limpido ed azzurro, una calma piatta, quasi anormale, se prima quel silenzio dell'oblio portava con se dei timori, delle ombre e dei sussurri, qui il nulla più totale, una calma disarmante, un silenzio forse ancora più inquietante poiché privo di ogni cosa, come questo bianco. L'unica differenza risiederebbe proprio in quel Nemurimasen, per quanto gli evidenti colori lo ritraggono come l'esatto opposto di te, è innegabile che sia lui, o meglio che lui sia te, Nemurimasen, entrambi lo siete. Quelle parole da te pronunciate a poco serviranno, il tuo salto obliquo indubbiamente sortirà l'effetto sperato, riuscendo così a schivare con agilità le sfere d'acqua ma al termine di quella tua frase, la figura del giovane Nemurimasen bianco apparirebbe al tuo fianco, poso sopra di te, pronto con un calcio ben assestato tra collo e spalla, all'altezza del trapezio <khk kh kh kh> versi gutturali provenire da lui mentre il collo del suo piede accompagnerebbe tutta l'evoluzione della falciata ai tuoi danni, scaraventandoti contro il tetto di un palazzo poco sotto alla vostra posizione originaria, provocando un certo tonfo e piccolo cratere nel quale sprofonderai ma anche dal quale ti rialzerai. La figura del bianco Nemurimasen darti le spalle, come immobile, statua inamovibile, cosa farai? Nel mentre che rifletti sul da farsi, il "Bianco Nemurimasen" si girerebbe di scatto, sigilli a te ben chiari, forse fin troppo, la gabbia toracica gonfiarsi, riempirsi e dalle sue labbra provenire un incredibile ondata di fuoco, un enorme fenice prendere forma e scagliarsi proprio nella tua direzione. Cosa farai ora? combatterai o morirai? Proverai ancora ad instaurare un contatto? Quale sarà il tuo piano? Molte sono le domande che ora attanaglierebbero il tuo spirito, ripensa alle parole del mistico Akendo dai lunghi capelli bianchi e corna demoniache, forse infine qualche risposta potrebbe avertela data. [AMBIENT(?)]

01:09 Hanae:
 E' come se piano piano stesse aprendo un vaso contenente ogni proprio pensiero profondo e lo stesse comprendendo. Il luogo in cui si trova adesso è reale tanto quanto la realtà; questo pensiero lo avvolge e stupisce nel momento in cui viene rapidamente scaraventato su un palazzo, portandolo ad aprire la bocca e produrre il suono strozzato di chi subisce un violento colpo. E quell'indistinguibile desiderio, dal Rikudo acceso, egli arde. La consapevolezza del proprio potere, mille volte sperimentato senza fallire; e l'ebrietà nel comprendere che adesso la grande ombra da lui proiettata non può essere che affrontata, poiché ogni giorno più oscura. I suoi tentativi di fuga e la tacita ostilità mal dissimulata non fanno che renderlo per un momento patetico di fronte alla verità dei propri pensieri. La tendenza fittizia alle cose straordinarie, alla vita trascendente e al mistero, s'appaga di quanto accade rivelando nel proprio spirito una alterazione profonda. E' questo, il mio punto debole? Sollevandosi di scatto col corpo, immediatamente isserebbe anche le braccia all'altezza del petto, componendo i sigilli del topo e della capra allo scopo di di richiamare dal proprio profondo l'essenza del chakra suiton, che verrebbe espulsa all'esterno e da ogni poro dei palmi delle proprie mani con lo scopo di generare un grande getto acquatico che s'opponga alla fenice in arrivo. Non essendo conformato in modo da accettare la lotta all'esistenza, egli ha compreso la necessità di ristudiare quanto gli è stato suggerito. Ma come può l'esule della vita non tentare di dimostrarsi al livello di forza naturale e incontrastata? Il suo difendersi è quasi l'ostentare la suprema prova della sovranità del proprio spirito; difendendo il proprio orgoglio e pensiero da... " .. " Le iridi sembrano sgranarsi, come stesse realizzando qualcosa di troppo ovvio per essere sbagliato, o persino reale. All'improvviso, sentendo forse l'acutezza della propria colpa, incomincia ad eccedere e tenta ancora una volta di richiamare a sè pura energia, la profonda alterazione del fuoco che sarebbe vincolata questa volta dal sigillo del drago. Le labbra vengono schiuse e l'ossigeno, raggiungendo i polmoni, andrebbe a mischiarsi al Katon addensandosi e permettendogli successivamente di tentare d'emettere verso quel Nemurimasen una forte vampata di fuoco ardente. Alito del drago. Il colpo è forse debole, non determinato, portatore della miseria che adesso attanaglia il proprio pensiero con il dubbio implacabile che gli impedisce di appagarsi e riposare. Se Akendo fosse attorno a loro, come osservatore lontano, noterebbe come la traiettoria dell'alito del drago sia deviata, non sarebbe capace di investire in pieno quella figura. Di nuovo. Difendendo il proprio orgoglio e pensiero da...secondo quanto ha potuto osservare, una proiezione profonda di sè. Non solo sarebbe difficile sconfiggere sè stesso, ma perché ci sta andando contro? "Forse, nel profondo..ancora non ti ho davvero accettato.." Perché attaccarlo così impulsivamente, altrimenti? "Non ho intenzione di fare a noi quello che Katsumi ha fatto a me." Se lo sconfiggesse qui ed ora, non sarebbe la stessa storia di Katsumi che rifiuta e sigilla Nemurimasen nella propria coscienza? Non sarebbe la manipolazione negativa che tanto s'è impegnato a rifiutare? "Mi dispiace essere stato così egoista." Non sorride, non si muove, anche il chakra sembra venir arrestato da quelle parole. Le parole echeggiano chiare, perché mostrargli così tanto? Akendo non è responsabile di quelle visioni. E' la propria mente, responsabile. Non è a lui che dovrebbe spiegare nulla, per uscire. { Jutsu: Manipolazione del Suiton } { jutsu 2: alito del drago, mira deviata }

L'odore di quelle tecniche si mischia all'aria limpida di quel posto, l'inconfondibile bruciare della fenice scontrarsi contro la tua tecnica Suiton, venendo infine contrastata e sgonfiata grazie proprio all'elemento contrastante per eccellenza. Il combattimento sembra ora entrare nel vivo dell'azione, le tecniche si scambiano, si contrastano eppure la differenza tra i due stili proposti dai due Nemurimasen è chiara e limpida tanto quanto il cielo stesso, uno stile più controllato ed uno più scellerato ed inarrestabile da parte invece del "Bianco Nemurimasen". I sigilli che andresti a comporre ti daranno modo di dare vita all'alito del drago, la mira stessa secondo tua volontà non andrà ad impattare direttamente con la figura d'innanzi a te, che di tutta risposta andrebbe a schernirti <vedrai cosa vuol dire prendersi in pieno un colpo kh kh>. Infine le tue parole lo raggiungerebbero, arrestando per qualche istante quel combattimento, un momento di silenzio calare tra i due Nemurimasen <ma di cosa stai blaterando? sei un debole kh kh> tuonerebbe quasi divertito da quell'atteggiamento appena presentato, eppure una parola in particolare lo catturerebbe...<accettato?> andrebbe a ripetere quasi sussurrando, seppur ben udibile dall'altro Nemurimasen. Quella parola sembrerebbe ridestare il bianco Nemurimasen, ora più scatenato di prima, uno scatto veloce, forse troppo, apparendo sul tuo fianco destro, una veloce rotazione del busto e con esso, delle proprie gambe, andando ad assestarti un rapido calcio, unicamente con l'intendo di allontanarti, guadagnare spazio poiché con altrettanti versi rabbiosi, caricarti con una rapida flessione delle ginocchia, il braccio tendersi verso il tuo petto, la mano puntare verso la tua anima...cosa farai ora? [AMBIENT(?)]

02:11 Hanae:
 Ecco l'uomo che ha scoperchiato ogni sepolcro e veduto in viso la morte, eccolo irradiato dalla meraviglia della morte e dell'oro. E lì, con gli occhi sgranati che riproducono lo sguardo di chi delira. L'anima trema di un'ansia che non può essere spiegata; la favola di sè e la propria coscienza riemerge con la stessa potenza d'una grande maledizione che mina lo spirito e tenta di farlo precipitare in un ciclo di costante ripetizione. 0-21 e Katsumi. Katsumi e Z-21. Z-21 e nemurimasen. Katsumi e Nemurimasen. E adesso...Nemurimasen nella parte del carnefice, contro Katsumi. A un tratto la potenza della propria volontà sembra essere minata dalla consapevolezza acquisita. Per la prima volta sente le colpe delle proprie gesta palesarsi come braccia che non tentano di tenerlo fermo ma bensì farlo agire, come se desiderassero che continui a combattere, che una volta ancora entri in conflitto con sè stesso per la grandezza. La Tragedia non possiede più la stessa maschera immobile, ma mostra il suo viso nudo. L'orrore ed il disgusto verso l'idea di esser carnefice s'è fatto presente e vivente nell'aria che respira. Questo è Il Passato in atto. L'illusione del tempo cade e la realizzazione fulminea lo colpisce come un monaco che dopo una vita di privazioni ripete un'ultima volta il suo mantra. La vita è una. La grandezza stessa della sua concezione lo sbigottisce. Tavolta ha cercato in passato ansiosamente delle risposte, scrutando orizzonti e interrogando cose mute che, come ci si aspetta, non hanno mai risposto. Rimasto a lungo in silenzio, supino, con gli occhi chiusi, in attesa di qualcosa. "Oggi.." Pronunciando quelle parole alza entrambe le braccia per accogliere l'impatto del calcio che da prima lo distanza dal Bianco. I piedi strisciano sul terreno e a tratti si sollevano per la forza esercitata. Adesso sa, che probabilmente sarebbe capace di uccidere in un solo attacco quell'entità. Potrebbe distruggerla una volta per tutte e forse svegliarsi, senza che niente sia realmente cambiato. V'è un'analogia profonda tra il proprio spontaneo formare pensieri ed il bisogno istintivo di animare tutto ciò che gli cade sotto i sensi. Per l'Insonne, il tempo scorre più lentamente, perché non può limitarsi ad apprezzare con i cinque sensi. Quell'attacco colmo di una feralità immensa gli instilla l'istinto di schivare. Bisogna che io muoia? Ora non patisce più la paura insita di essere sconfitto, perché non ci sarebbe stata alcuna azione che l'avrebbe reso davvero vincitore. L'ardore si placa e subentra in lui come una sorta di ritegno, empiendo lui e ogni cosa attorno di una insofferenza mite come la più dolce carezza d'una madre. Palpitante, tituba un'ultima volta prima di spingersi in avanti con il baricentro, perdendo l'equilibrio e spingendo l'intero corpo in direzione dell'attacco, accogliendo nella sua massima crudeltà. Potrebbe avere uno spasmo, all'inizio, forse insostenibile. E la mano destra tenterebbe intanto di allungarsi dietro la nuca del Bianco per tirarlo a sè, per far battere la fronte una sull'altra. Come Akendo placcò lo spirito in tempesta di Katsumi, ora Nemurimasen tenta di riconciliarsi a ciò che ha ucciso nello stesso modo. Ormai non gli era più consentito l'indugio, è necessario rompere ogni esitanza, al fine di uscire da quel ciclo ed elevarsi, rompere davvero la catena d'odio. Il tradimento è visto come qualcosa di analogo all'innamoramento, ma fino ad ora Nemurimasen non ha mai capito davvero una cosa: non è mai stato lui, il tradito. Ha tradito sè stesso. Troppo a lungo. Che muoia. Questo è il Trionfo della Vita.

Infine tutto diviene chiaro e limpido, proprio come quel cielo sereno sopra le loro testa...infine hai capito Nemurimasen, questo viaggio, i vari scenari, le parole di Akendo, non è mai stato per Katsumi, un mero depistaggio ed infine eccoti li. L'uno contro l'altro, due facce della sessa medaglia, l stessa entità, un unico corpo, un unica coscienza, dopotutto cosa potrebbe mai andare storto? Accetti ciò che ne consegue, che sia vita o che sia morte, d'altronde non sono anch'esse sorelle e medesima faccia della stessa medaglia? Questo purtroppo è un quesito che rimarrà sconosciuto, forse per sempre, forse no, accogli il "Nemurimasen Bianco", comprendi infine in quell'ultimo istante, che qualcosa va spezzato nella ruota del destino e che a volte "fermarsi" non è poi così sbagliato. Ogni parola pronunciata ora da quel Katsumi e Akendo diverrebbero sempre più concrete sempre più comprensibili, la carica inarrestabile, quel braccio teso verso di te e la mano puntata verso la tua anima, accogli ciò che a conti fatti hai sempre avuto ed è medesima copia di ciò che sei. Un istante, nulla di più, buio, le palpebre chiudersi istintivamente a quell'impatto, ma nulla di più, potrai notare con stupore che non vi sarà dolore in quel braccio che ora è conficcato dentro di te, in altre occasioni vi sarebbe del sangue, probabilmente la morte incombere ma non è questo il caso, d'innanzi a te "Nemurimasen Bianco" mostrarti un espressione più serena, discostandosi completamente dagli atteggiamenti, versi e lineamenti aggressivi avuti fino a poco fa, come se finalmente vi fosse della pace attorno a loro, lui stesso, per un istante abbozzerebbe quasi un sorriso, quanto più un lineamento sereno ecco, la figura del bianco cominciare a disgregarsi, come fumo perdere di consistenza, potrà notare benissimo come quel fumo divenga comunque parte di se stesso, dove tutto ha avuto origine <infine hai compreso Nemurimasen, non avrei mai potuto farti del male, come tu non ne avresti fatto a me> d'altronde come avrebbero potuto? Dal momento che entrambi sono esattamente la medesima cosa, l'unica soluzione era accogliere il Bianco, il dolore con esso per poi rendersi conto che non vi era nient'altro che pace, fermarsi, accettare, comprendere per poter mutare, trasformarsi, evolversi e divenire qualcosa di diverso da ieri, da oggi , qualcosa di nuovo domani. La figura del bianco scomparirebbe completamente e poco a poco quel mondo costruitosi comincerebbe a vacillare, lentamente gli edifici si sgretolerebbero, il mondo attorno a te muterebbe per un ultima volta, il buio tornare per un istante, lasciando che il bianco scompaia. Chiuderai un ultima volta quelle palpebre e una volta riaperte ti ritroverai ai margini del villaggio, sembrava un sogno eppure così non sembra, fisicamente ti sei mosso, eccome se lo hai fatto, i tuoi piedi sarebbero umidi come se bagnati per diverso tempo da acqua, ma dove esattamente? Bhe prima o poi in un futuro prossimo o lontano, verrai a sapere che esiste un isola distante da quelle terre, ben nascosta ove risiede una cascata dai poteri ultra terreni, un loco la cui particolarità è quella di metterti in contatto con il tuo vero io, la parte più profonda del tuo essere e l'unico modo per poterne uscire fuori e superare la prova è quella di comprendere che non sempre si può sconfiggere ogni cosa, ucciderla, abbatterla o ignorarla...molte volte va semplicemente abbracciata, accettata e compresa. Oggi Nemurimasen sei un ninja diverso da ieri e domani sarai un ninja diverso da oggi. [END]

03:08 Hanae:
 Cose lontane gli tornano alla memoria come onde di armonia non più distinguibili; elementi di pensiero che adesso smettono d'esser pieni d'interferenza e diventano segnali, tutto l'ideal simulacro del defunto pare trasfigurarsi musicalmente, entrambi perdono i loro contorni per rientrare nell'unità profonda dell'Essere. Akendo lo iniziò al mistero della morte; gli mostrò di là dalla vita un notturno impero di meraviglie. L'armonia, superiore a tempo e spazio, gli fece intravedere una beatitudine nella possibilità di distaccarsi ed elevarsi dalla volontà individua che carcera ogni uomo. Ma come avrebbe mai potuto completarsi, senza studiare anche il mistero della vita? Avendo sentito tante volse svegliarsi dentro di sè la propria volontà, credeva d'aver già automaticamente superato ogni cosa, eppure no. Ferito, crede di prolungarsi nell'infinito per mezzo di una morte rapida, crede di dissolversi nel Tutto per partecipare all'eterna voluttà del Divenire. Parecchie le immagini che si levano di fronte allo spirito, riempendo l'oscurità silente di stelle che una dopo l'altra illuminano i propri occhi e iniziano a far cadere ogni cosa. Riaprendo gli occhi, un sentimento di immensa gioia e libertà si estende in lui, la sensazione di aver finalmente chiuso il cerchio, una gioia superiore al giorno in cui fantasticamente s'immerse nel corpo che adesso veste. La profondità della sua anima diventa grande come lo spazio tra cielo e mare, una lontananza infinita su cui versano torrenti immensi d'acqua ed orizzonti fiammeggianti. Il mondo sembra generarsi attorno a lui, a partire da lui. Gli occhi s'abbassano e fissa i piedi ignudi e bagnati, si guarda attorno e infine solleva il mondo rivedendo la vera luce del cielo. " gh.." La mano sinistra si solleva e viene stretta con forza al petto, percependo il fremito del battito cresciuto dall'immenso baleno di una poesia che come mantra suona nella sua testa. Quel destino, adesso, possiede una grandiosità e tristezza sovrumana. Cresce e diventa profondo. Fragorosa e veloce una rondine passa scuotendo il promontorio distante; percorrendo in un attimo lo spazio di fronte a lui. Un grido di ansietà, dolore e gioia che viene propagato a sè e al mondo soltanto. L'intimo conciliarsi tra lui e Tutto. Corre, passando tra i tronchi contorti, sentendo sotto il piede la mollezza dell'erba, dirigendosi verso il promontorio delle serpi, da cui osserverà ogni cosa. La scogliera sottoposta; lembi di spiaggia all'orizzonte. Non avrebbe più potuto provare conflitto. Issandosi, solleva le mani. Portandole verso l'alto. "Che fortuna..questo mondo." Tra indice e pollice sembra quasi stringere la luna, e forse, in un certo senso, se ne può sentire adesso un po' più proprietario. Questo è il suo Nindo. L'Amore; crudele, gentile, incondizionato. { end }

Un viaggio tra la vita e la morte o forse qualcosa di profondo e legato all'anima. Un viaggio che porterà Nemurimasen/Hanae a mutare nuovamente, crescere, plasmarsi e divenire qualcosa di nuovo, di leggendario.
Oggi diventa qualcosa di più, starà a lui scoprire cosa.

Quest Ambient che voglio premiare, seppur simbolicamente, per l'immedesimazione e la qualità della role.
Inoltre con mia gioia notifico e confermo il passaggio di grado e dunque la promozione di Hanae/Nemurimasen al grado successivo, accogliendolo quindi nella schiera dei ninja leggendari!

Congratulazioni <3