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{Ingresso Anbu} La dignità di Saisei

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Giocata di Corporazione

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con Rasetsu, Raido

"Buongiorno, stellina". Sono queste le prime parole che Raido sentirà provenire da una voce camuffata, non troppo distante da sé. Inizialmente, gli risulterà essere troppo fastidiosa, perso nel suo mondo dei sogni sopra una brandina dal dubbio gusto e dall'odore nauseante. Il connubio tra lo schifo del posto e la voce che gli giunge alle orecchie lo ridesta dal suo stato dormiente, permettendogli di mettere a fuoco la stanza nella quale si trova. E' rivolto di spalle alle sbarre della cella, con nessuna finestra nella stanza. Le uniche luci che vede entrare provengono dalle fiaccole e torce accese all'esterno, lungo un corridoio che porta chissà dove e che ha attraversato probabilmente dormendo. "Non devo neanche sprecare del Chakra con te", inizia a martoriarlo, punzecchiarlo come fa con tutti quelli che reputa idonei ad entrare nell'armata, assicurandosi però che siano in grado di starle al passo. Qualora lo spadaccino si girasse, dopo essersi svegliato, chiaramente con il Chakra non impastato poiché colto durante una bella dormita, potrà notare non solo una stanza grande all'incirca cinque metri per cinque, ma anche una figura con una maschera da lupo che lo fissa oltre le sbarre metalliche. E' piegata sulle ginocchia, con le braccia poggiate sulle cosce e le mani che penzolano verso l'interno. La schiena è leggermente arcuata in avanti così da mantenere una posizione assolutamente comoda per se stessa. I lunghi capelli bianchi scendono lungo le spalle, con due trecce che partono dalla sommità del capo laterale. Veste con un paio di pantaloni neri aderenti, recanti una tasca porta kunai sulla gamba manca; una t-shirt a mezze maniche scura ne copre il petto assieme ad una pettorina che ne maschera le forme, neanche tanto accentuate, del seno. Le braccia sono libere, toniche, mostrano il simbolo della corporazione sul braccio destrorso. Le mani sono coperte da guanti a mezze dita, mentre la cappa è sì poggiata sulle spalle, ma il cappuccio è lasciato cadere dietro il capo. "Allora, stellina?", la mandritta s'alza per sbattere la parte metallica del guanto contro una delle sbarre. Le unghie sono lunghe e laccate di nero, come se fossero degli artigli pronti a graffiarti via l'anima dal corpo con la sola forza di questi ultimi. Non dice nient'altro, per fortuna, ora aspetta solo che Raido possa capire dove si trova. A proposito della cella, oltre alla brandina, c'è un water piccolo e sicuramente mal tenuto in base all'odorino che c'è lì dentro, con un piccolo lavandino e privo di specchio. Nient'altro di fondamentale potrebbe saltargli all'occhio. [ Ingresso Anbu - CHIUSA ]

12:14 Raido:
  [Cella] Dorme quasi profondamente, tanto che non si accorge di quello che sta avvenendo nella sua camera fino a ritrovarsi in una cella. Dorme in una branda con una certa tranquillità prima che l'odore del gabinetto sporco vada ad infettargli il naso, un'odore orribile, di sporco, di putrefazione, di morte vera e propria. Tira su con il naso sentendo lo schifo <Eppure stanotte l'ho tirato lo scarico> commenta aprendo la bocca allappata, assetato e lentamente va a girarsi ma qualcosa non quadra. Non è un letto comodo e di certo non è il letto su cui è abituato. Piano piano le palpebre si sollevano quando una voce va a parlare. Non comprende bene la natura di tale suono seppur capisca fin troppo bene quelle parole. Stranito apre gli occhi notando avanti a se le sbarre di una cella. Scuote il capo, forse è un sogno, ricordi del periodo passato nei sotterranei di Kiri eppure non è così, è davvero all'interno di una cella. Spalanca gli occhi osservando l'ambiente circostante, il cuore prende a battere velocemente, inizi ad agitarsi e d'istinto cercherebbe di alzarsi da quella branda per potersi rimettere in piedi, il prima possibile. Non indossa niente se non paio di pantaloni grigi di tuta. Il busto è scoperto così come i piedi sono nudi. Presenta un fisico allenato in via di guarigione, giorno dopo giorno quelle forme tornano più toniche e riacquista massa. I capelli bianchi, corti, arrivano poco dopo l'inizio della schiena e sul collo è ben visibile, adesso, il marchio maledetto, tre tomoe nere impresse tanto tempo fa. Deglutisce guardandosi intorno, verso destra, verso sinistra, dietro di se, avanti a se <Dove sono?> domanda ad alta voce digrignando i denti per poi ricercare quella figura nella stanza la quale continua a parlare. Non ne distingue il sesso e, al momento, neanche gliene importa. Cerca di osservare meglio quella figura con la maschera, ne scruta il corpo, il modo di vestire andando, alla fine, a notare come sul braccio sia presente il simbolo della corporazione di appartenenza. Strizza gli occhi fissandola con maggiore intensità. Il cuore non smette di battere, anzi, se possibile, aumenta sempre più, agitazione, rabbia, tante emozioni e sensazioni che vanno a fondersi tutte insieme <Cosa significa tutto questo?> domanda all'altra, visibilmente rabbioso, pronto ad esplodere seppur il chakra all'interno del corpo sia disimpastato. Non si spreca molto con le parole, non ne ha la voglia, bensì tenta di arrivare subito al punto. [Chk Off]

La voce del Generale Anbu s'espande per la stanza e per il corridoio con un finto tono incredulo. "La nostra stellina s'è svegliata!", unendo anche le mani un paio di volte per applaudire. Un suono senza dubbio fastidio se teniamo conto anche dell'eco. Si lascia sfuggire una bieca risata, quando probabilmente da ridere non c'è proprio nulla. "Suvvia, non lo immagini? Ti facevo più intelligente, Raido Oboro". Comincia coi suoi soliti giochetti atti a far innervosire le persone che ha davanti, valutandone i modi e le parole che useranno d'ora in avanti. E' sempre molto divertente per lei, avendo adottato un sistema del genere per gli arruolamenti nella corporazione. S'alza in piedi, ergendosi nel suo metro e sessantacinque, una figura longilinea ed anche piuttosto tonica a giudicare dalla conformazione fisica. Poggia solo una spalla contro le sbarre, incrociando le braccia al petto ed aspettando che il ragazzo possa muoversi o fare qualunque altra cosa. "Indovina indovinello, uno come te perché dovrebbe trovarsi all'interno di una cella Anbu?", il tono è derisorio, come se stesse appunto prendendo in giro la sua intelligenza. Non sarebbe una novità per chi la conosce. "Avanti, fa lavorare i tuoi ingranaggi. Comprendo che sia appena sveglio, ma il crimine non dorme mai. Oto, per esempio, adesso è sveglia", vuole spronarlo in qualche modo, metterlo alla prova per valutarne lo spirito e tutto quel che concerne avere un valido Anbu all'interno dell'omonima squadra. A giudicare dai rumori nei dintorni, sembrano essere da soli e non v'è nessun altro neanche vicino al Generale, il quale adesso sceglie finalmente di tacere per poter dar modo al prigioniero di dire la propria, di fare mente locale o qualunque altra cosa voglia fare. Può anche provare a fuggire, ma siamo tutti sicuri che non è il caso di fare mosse azzardate. [ Ingresso Anbu - CHIUSA ]

14:15 Raido:
  [Cella] Si, è sveglio, anche troppo per il generale degli Anbu il quale è riuscito ad attirare su di se la totale attenzione dell'Oboro. La fissa senza abbassare lo sguardo, senza battere le palpebre, occhi puntati solo ed esclusivamente su di lei evitando di distrarsi o di abbassare la guardia. In quel momento è un topo in trappola, un prigioniero a tutti gli effetti, circa e fuggire da li è difficile. Impossibile no di certo ma non avendo con se le proprie armi risulterebbe ben più complicato del normale. Sbuffa andando a toccarsi il collo con la sinistra. Il braccio viene piegato verso l'alto e verso l'interno andando a poggiare la mano nel punto esatto in cui si trova il sigillo maledetto, lo strofina e lo schiaccia mentre il collo viene fatto muovere e piegare, prima sulla destra e poi sulla sinistra, schiocca in quanto appena alzato da un letto non propriamente comodo. Il generale gioca con lui, lo prende in giro, stuzzica la sua intelligenza ed, ancor di più, la sua rabbia. Deglutisce cominciando a camminare lentamente in direzione delle sbarre, piccoli passi fatti con tranquillità, sguardo, ora, rivolto avanti a se per vedere dove mette i piedi mentre ode nuovamente le parole dell'Anbu. Si ferma, se gli fosse concesso, dinanzi alle sbarre della prigione andando a guardare fuori dove vi è il silenzio, probabilmente è li da solo <Se cominciassi ad elencarti tutti i perchè, moriresti di vecchiaia> senza guardare più il generale, difatti parla più con se stesso che con l'altra ma tant'è, non gli interessa essere ascoltato. Si volta andando a dare la schiena alle sbarre per poi poggiarvici contro la schiena lasciando che il generale finisca di parlare e con quella frase conclusiva il silenzio torna a governare quella cella. Si guarda intorno, osserva le pareti, osserva ogni angolo, quasi come se si stesse assentando dall'altra presenza <Volete una mano ad affrontare Oto e il resto> riferendosi agli Anbu in generale ed al crimine in generale. Deglutisce per poi smuovere ancora una volta il capo riportandolo nella direzione del Generale, fissandolo nuovamente. Non bada molto forme sinuose del corpo, ora come ora, è l'ultima cosa a cui può andare a pensare. In una situazione del genere, certi pensieri possono portare solo guai e nient'altro <Dico bene?> chiede in modo diretto <Ma non sapevo che per chiedere simili cose, usavate il sequestro di persona. Interessante> commenta infine con quell'ultimo suo dire. [Chk Off]

Boryoku lo segue con lo sguardo, lo vede avvicinarsi alle sbarre, borbottare qualcosa più verso se stesso che nei di lei confronti e poi darle le spalle una volta raggiunte le inferriate. "Sono tutt'orecchi, voglio davvero sapere cosa ti aspetti da quest'incontro", sghignazza ancora, dettaglio intuibile dalla risata trattenuta mentre sta parlando con il presunto prigioniero. Piega il capo da un lato, assieme ad un arcuarsi delle sopracciglia chiaramente non visibile dall'altro, quando questi ostenta che l'abbiano cercato per affrontare Oto e i ricercati dall'Alleanza. Scoppia in una fragorosa risata, battendo la mano contro una delle sbarre di ferro. "Non dire cazzate, stellina", comincia a chiamarlo con un nome che risulterebbe essere fastidioso a molti. Basti pensare che Saneatsu venne definito principessina durante l'arruolamento. "Perché avremmo dovuto interpellare un fallito come te, privato del suo spirito guerriero, del suo Clan e della sua spada leggendaria?", chiaro come abbiano fatto delle ricerche a tal proposito o che comunque il Generale sia stato informato prima di questo fatidico incontro. Niente di irrazionale se teniamo conto del fatto che si sta parlando degli Anbu. "Inoltre, sei un Ninja, o almeno spero. Altrimenti, sto perdendo il mio tempo prezioso dietro a qualcuno che non merita alcuna altra chance di redenzione", si osserva le unghie con far distratto, senza però mai perdere di vista realmente l'obiettivo. Si scosta un minimo dalle sbarre, allontanandosi dalla figura dell'Oboro. Potrebbe anche provare ad allungar la mano all'esterno e sfilarle la maschera; ci sono molti carcerati che hanno provato a farlo negli anni passati. "Chiunque faccia parte di un villaggio e ne sia un Ninja è obbligato a prendere parte alla battaglia che verrà", spezza ogni sua parola con poco, dandogli modo di non credersi chissà chi soltanto perché una volta era un membro degli Spadaccini o attualmente ricopre ancora il ruolo di Jonin di Kiri. "Sei fortunato che non stia testando ben altro su di te. Il sequestro di persona è l'ultimo dei tuoi problemi", il tono si fa finalmente serio, segno che Boryoku s'è stancata di star dietro ai suoi stessi giochetti ed è il momento di parlare chiaro. "Quindi? Cosa vuoi fare?", gli domanda nel frattempo, in attesa che risponda anche al resto delle parole che gli ha finora rivolto. [ Ingresso Anbu - CHIUSA ]

14:58 Raido:
  [Cella] Inarca un sopracciglio alla domanda del generale, una domanda strana <Io un bel niente, tu mi hai portato qui, perciò tu cosa ti aspetti da questo incontro> gli rigira la frittata e la domanda. Non ha chiesto di vedere alcun Anbu, nessuno in particolare e, di conseguenza, è più curioso di capire cosa effettivamente voglia, davvero, l'Anbu da lui ma basta poco per farlo scattare oramai. Il generale inizia va a toccare un tasto dolente, una vera e propria ferita ancora aperta e che difficilmente può essere rimarginata o, comunque, non così presto. Gli viene dato del fallito andando a spingere sul suo essere stato privato della cosa più importante per un Houjutser, un qualcosa di fondamentale. Nonostante l'incontro con Sango resta ancora sensibile a determinati argomenti, ancor di più quando si parla del suo clan e della spada. La Samehada, motivo di orgoglio per lui e ora rubata da un Kage che si è dimostrato infimo, privo di onore, disposto a distruggere il proprio villaggio. Non guarda il generale, non lo guarda più niente ma tiene il capo chinato. Va a focalizzare nella propria mente le due energie fondamentali per l'impasto del chakra. L'energia psichica presente nella zona del terzo, ovvero la fronte, avente un colorito verdognolo la cui luminosità illumina l'intelletto dell'essere umano e l'energia fisica, sotto la bocca dello stomaco, il cui colore giallognolo simboleggia la forza fisica del Jonin. Entrambe si illuminano, sono luminose ed irradiano quella parte di corpo. Cerca di farle muover per tutto il corpo, la prima facendola scendere mentre la seconda facendola salire, lentamente e con la giusta dose per far arrivare entrambe alla bocca dello stomaco, luogo in cui può avvenire la fusione. Si muovono ancora aumentando la velocità; le due energie continuano a muoversi e, alla bocca dello stomaco, proverebbe a farle scontrare ad alta velocità tentando di fonderle l'una nell'altra, unirle così da dar vita a quell'energia di colore blu, il chakra. In caso di riuscita, adesso, il chakra ora dovrebbe scorrere nel di lui corpo aumentando la propria forza ed ogni sua capacità. Più forte e potente rispetto a prima con il sigillo maledetto che comincerebbe a brillare di un rosso fuoco, pronto a bruciare da un momento all'altro <Sarai anche un Anbu ma non sai niente di chi sono, non sai niente di cosa sia. Evita di aprire bocca a sproposito> scuro in viso, gli manca poco per lasciarsi andare e tutt'ora cerca di trattenersi il più possibile vista la situazione <La redenzione me lo sto costruendo giorno dopo giorno, Anbu. E si, sono un ninja. Sono Raido Oboro, Jonin di Kusa> non più di Kiri ma di Kusa, in via definitiva ad ufficiale. Lo fissa, non lo perde di vista seguendone ogni movimento. Come il generale, anche il Jonin si scosta appena dalle sbarre eppure alcun movimento viene fatto <Parli a me di obblighi?> proprio a lui che ha combattuto per Kusa in più occasioni dando tutto se stesso. Si volta interamente con il corpo in sua direzione per poterlo vedere meglio ed affrontarlo meglio <Adesso basta> qualche momento di silenzio <Combattere, in ogni modo> altrimenti che ninja sarebbe. [Tentativo impasto chakra]

Si porta una mano sulla fronte, scuotendo poi il capo con far teatrale. Le ha davvero appena detto di non parlare a sproposito? "Prima di aprire bocca senza freni", gli occhi di ghiaccio sarebbero rivolti direttamente alla volta di Raido, ferma innanzi alla cella a ricercarne la sua più completa attenzione. "sai almeno con chi hai a che fare? A differenza tua, mi sono informata circa i tuoi pregi, i tuoi difetti, il tuo passato e l'attuale presente", lo rimbecca come farebbe una maestrina dell'asilo che ha di fronte un bambino indisciplinato. Come al solito, non tratta nessuno da suo pari e figurarsi un Ninja che probabilmente entrerà a far parte della corporazione di riferimento. Con le braccia ancor piegate al petto, non appena questi le si pronuncerà in tal maniera, opterà per un'illusione semplice e lineare. Il terreno sotto i piedi del ragazzo inizierà a sgretolarsi. Un quadrato composto da quattro mattonelle, su cui lui adesso sosta in piedi, si aprirà del tutto come se fosse una botola. Ciò causerà la caduta continua di Raido, come se stesse finendo dentro chissà quale tugurio. I piedi perderanno subito la presa sul terreno, trovando sotto di loro il vuoto più totale. Lo scivolo dentro cui sta cadendo possiede delle pareti piuttosto strette, riducendone quindi la possibilità di moto, ma non quella di cercare un appiglio tale da potersi fermare. La voce della donna gli giungerà da lontano per via della discesa verso cui sta cadendo, senza ancor meta e senza riuscire a vedere niente se non il buio, oltre ad una luce sopra di sé. Per qualunque essere umano claustrofobico, questa è di sicuro la peggiore delle punizioni che si possano pensare. "Sono il Generale Anbu Boryoku, attualmente l'assoluto Generale di tutte le truppe Anbu dell'Alleanza", la notizia ha già fatto il giro e lei ne è stata immediatamente informata. "Ecco con chi cazzo hai a che fare, stellina. Ed ecco chi cazzo ti comanderà dall'alto del suo ruolo. Sei interessante perché non ti fai mettere i piedi in testa, ma dentro questa corporazione non funziona in questo modo. Puoi farti valere durante le missioni, penso tu sappia bene come agiamo anche se sei un esterno. Vige la regola della riservatezza, ma è inutile indottrinarti se non riesci ad avere rispetto per un tuo superiore. Ti comporti in questo modo anche coi rispettivi Kage? E sei ancora in vita?", scuote il capo con disapprovazione, mantenendo ancora l'illusione attiva per comprendere quanto possa resistere e se osa di nuovo risponderle con quel tono strafottente. [ Ingresso Anbu - CHIUSA ]

15:54 Raido:
  [Cella] L'ascolta in totale silenzio mentre ripete, a grandi linee, la propria frase, non esattamente quella ma non contraddice, aspettando di vedere verso dove vuole andare a parare ma di nuovo resta sorpreso dal modo di fare dell'Anbu, dal modo di porsi tanto da farlo innervosire ancor di più ed in questo periodo è proprio ciò che ci vuole, avere altro nervoso per la testa <E dunque? Fare ricerche ti da il diritto di dire di conoscermi? A differenza tua, io non ho cercato nessuno> non si fa piegare in nessun caso. Lo hanno piegato a Kiri, lo hanno costretto a stare in una cella per un tempo indefinito, ha visto la propria arma venirgli tolta, privato di tutto. Ha abbassato la testa una volta ritrovandosi senza niente, non lo avrebbe fatto una seconda volta, con nessuno e verso nessuno. L'orgoglio, una volta ferito e sotterrato, adesso riemerge, più forte di prima e piuttosto che piegarsi, preferisce morire. L'orgoglio di un combattente e di un guerriero, un qualcosa che per troppo tempo è scomparso in lui. Un difetto? Probabile ma lo porta con fierezza ed è grazie a quell'Anbu che sta ritrovando una tale qualità e caparbietà, sta ritrovando il suo miglior pregio ed il suo peggior difetto. Purtroppo ad ogni azione corrisponde una reazione e ben preso il Jonin si ritrova a non avere più niente sotto i piedi, il vuoto totale cominciando a cadere verso il basso, una caduta senza un'apparente fine. Il tunnel è stretto, strettissimo <Cosa diamine...> si guarda intorno, agita il viso e le braccia, gli occhi sono spalancati. Cade continuamente nel buio, un buio che lo avvolge mentre l'unica luce proviene da sopra di se, dal punto in cui è caduto <Non è possibile, è un sogno> scuote il capo, chiude gli occhi <E' uno stramaledetto sogno> portando i palmi della mani contro le tempie, digrigna i denti mantenendo gli occhi chiusi. No, non può accadere di nuovo, sta venendo nuovamente imprigionato. Il fiatone inizia ad arrivare, il peso sul petto aumenta copiosamente, come se un masso stesse spingendo su di se <No, no, no> ripete alta voce. Agitato ma non per la caduta in se, quanto per quello che potrebbe arrivare, una nuova prigionia, rinchiuso in quel tunnel e poi gli occhi vengono aperti, letteralmente spalancati <Cazzo> impreca portando le mani all'altezza del plesso solare e, unendole, andrebbe a formare il sigillo della capra. Il chakra comincia a muoversi all'interno del corpo dell'Oboro, un chakra ora richiamato e potente, più potente che in passato, più fermo e deciso. Lo muoverebbe per tutto il corpo senza tralasciare zona alcuna, anzi, andrebbe a toccarle tutte quante una dopo l'altra, dalla testa al busto, alle braccia, alle gambe, alla bocca dello stomaco. Concentra tutta l'energia dentro di se tentando di agitarla, cerca di agitare il chakra per renderlo irrequieto, in modo violento per affrontare la minaccia esterna e scacciare l'intruso dalla sua mente e dal suo corpo. Tenta di muove come fossero delle onde, come il mare durante la tempesta sconquassando l'intero corpo mentre ode il dire del generale. Alla fine, e solo alla fine, in caso di riuscita del rilascio illusorio, aprirebbe bocca <Tu ti fai chiamare superiore e se il primo a non aver rispetto per nessuno?> domanda con il fiatone, la bocca aperta per prendere più aria possibile <Essere il generale degli Anbu non ti mette nella posizione di avere il mio rispetto. Puoi essere un mio superiore, puoi comandarmi ma non otterrai qualcosa che non viene ricambiato> alzando lo sguardo per fissarlo <Io rispetto chi mi rispetta ed i Kage lo hanno sempre fatto, per questo hanno la mia lealtà, in tutto> deglutendo amaramente. Un'esperienza terribile ha appena vissuto e di certo non vuole viverla nuovamente. L'orgoglio brucia, si piega ma non vuole spezzarsi <Quindi, vuoi arruolarmi, generale?> ansimando ancora, prendendo fiato ma non è una vera richiesta, quanto una domanda. [Chk 97/100][Tentativo rilascio illusorio]

Il buon caro e vecchio Raido opta per il rilascio illusorio, cercando di salvarsi la pellaccia da una continua caduta. Non è sbagliato quanto compie, riuscendo perlopiù a liberarsi dalla morsa stringente di quella illusione. Una volta liberatosi, si ritroverà esattamente nel punto in cui era prima: nella cella di fronte al Generale. Quest'ultima resta in silenzio frattanto che questi si riprenda, piegando appena il capo da un lato per meglio scrutare la figura dello spadaccino (privato chiaramente delle sue armi prima che fosse messo in gattabuia). "Bel rilascio, stellina", ma l'illusione risultava essere anche piuttosto palese, quindi la difficoltà era di base nulla. "Ho rispetto verso i miei superiori e, al momento, ci sono soltanto i Kage sopra di me", si stringe nelle spalle, proseguendo poi nel proprio discorso. Il tono mantenuto è sempre il solito strafottente di Boryoku, intenzionata più che mai a farlo innervosire, avendo notato come le sue parole abbiano fatto centro laddove voleva. Quindi, perché non continuare a girare il coltello nella piaga? Vorrebbe davvero divertirsi ancora un po' con il povero Oboro, ma c'è da portare avanti una missione importante e bisogna arruolarlo una volta per tutte. Se poi non rispecchia i canoni o se si rifiuta, avrà soltanto sprecato del tempo prezioso. "La mia intenzione è averti tra le mie fila per darti di nuovo un ruolo nel mondo, Oboro. Cosa sei, adesso? Solo un Ninja dell'Alleanza che ha perso la sua strada e la sua vocazione. Ti hanno tolto tutto, quindi perché non riprenderti ciò che è tuo? Io posso farti tornare quello che eri un tempo e potrai mettere la tua forza e la tua tenacia, quelle d'una volta, al servizio della squadra e del villaggio", Sentenzia, restandogli frontale e senza far altro, per il momento. Lo ha messo alla prova, lo ha stuzzicato, ma adesso giunge il momento della resa dei conti senza la quale non si andrebbe avanti. La scelta risiede soltanto in lui, dal momento che il Generale prende sì la decisione di arruolarlo, ma il pretendente può anche rifiutarsi, ritenendolo poi uno smidollato senza spina dorsale. Questo è ovvio. Tuttavia, nell'Oboro ci hanno visto senza dubbio qualcosa; la voglia di redimersi e la necessità di ritrovare se stesso. Sono punti fondamentali sui quali fare leva per riuscire a far sì che torni il Ninja celebre d'un tempo. Il Demone, l'Oni. [ Ingresso Anbu - CHIUSA ]

16:48 Raido:
  [Cella] Riesce a liberarsi da quell'illusione eppure il fiatone persiste in lui, da quanto non si è ritrovato dentro un genjutsu? Quanto è passato dall'ultima volta che utilizzato il rilascio illusorio? Troppo tempo ed essere di nuovo rinchiuso in qualcosa lo fa agitare come non mai, non di paura ma di rabbia ed è la rabbia in questo momento che pervade il di lui corpo, una rabbia senza fine verso quel generale Anbu che lo ha portato, seppur brevemente in una condizione simile <Proprio non vuoi capire> commenta quella frase dell'Anbu. Ansima, la bocca aperta, il sudore che cola dalle tempie. La situazione lo ha provato a livello mentale, difatti potrebbe fare anche molto altro, o quasi, ma in quel momento ha solo bisogno di riprendersi e riprendere il controllo su di se e sulle proprie emozioni. Solo ora e alla fine, giunge la vera e propria proposta da parte sua, chiara, dirette e concisa. Una possibilità, questa gli viene offerta, l'ennesima per essere di nuovo qualcuno, essere si un ninja dell'alleanza ma ritrova completamente se stesso vestendo una nuova veste, un qualcosa di totalmente nuovo per lui. Ha sempre visto quella squadra speciale da lontano, li ha sempre osservati ma mai una volta il pensiero di farne parte lo ha sfiorato minimamente ed in altri tempi avrebbe rifiutato conoscendo alla perfezione la propria strada ma gli spadaccini non esistono più, Hotsuma li ha distrutti e disfatti tutti quanti uno dopo l'altro. Per colpa sua la leggenda di Kiri è morta e adesso cosa è? Solo un ninja. Non è più la leggenda di una volta, non è più lo squalo, non è più il demone. La schiena viene messa diritta, spalle larghe e sguardo verso il generale. Deglutisce. Allettante la proposta, estremamente allettante. Un nuovo compito, un nuovo ruolo che potrebbe portarlo più avanti, migliorarlo e renderlo più forte. Non conosce le tattiche degli Anbu ne i loro segreti ma se vengono chiamate forze speciali, un motivo ci deve pur essere. Deglutisce di nuovo buttando giù grumi interi di saliva <Eh si, ci sto> conferma quella volontà ma non solo per i motivi sopra elencati. Conosce le proprie doti e sa bene di cosa è capace e se il generale non intende rispettarlo, avrebbe preso quel rispetto con la forza, ad ogni costo. Un tempo chiunque non glielo avrebbe negato ma adesso le cose sono diverse e non può permetterlo ne può permettersi di lasciar correre <Cosa devo fare?> chiede, chiede come procedere, come muoversi. [Chk On]

Non è possibile vederlo per via della maschera indossata, ma Boryoku è tremendamente soddisfatta d'essere riuscita anche in questa nuova impresa. Un sorrisetto di sghimbescio le compare sul pallido e femmineo viso, aspettando che Raido prenda consapevolezza di ciò che diventerà d'ora in avanti. "Cosa devi fare, mh?", fa finta di pensarci su, avvicinandosi nuovamente alle sbarre. "Inizia col trovarti un nome in codice. Dal momento che entri a far parte degli Anbu ed indossi la nostra maschera ed uniforme, non sei più Raido Oboro. Non sei più un Ninja di Kiri o di Kusa. La tua identità resta celata, rispetterai i tuoi superiori ed eseguirai le tecniche per le quali verrai chiamato", inizia con lo spiegargli parte dei regolamenti. "Dovrai seguire un periodo di addestramento e di prova, a prescindere dal tuo grado nella società ninja", si scosta una ciocca di capelli, sistemando poi la cappa ed alzando il cappuccio sulla sommità del capo. Non sembra avere molto altro da aggiungere, aspetterebbe soltanto il nome in codice con cui Raido voglia farsi chiamare. "Ti verrà portato l'intero equipaggiamento con tanto di divisa ufficiale", che comprende ovviamente la maschera Anbu che tutti devono indossare. Dopodiché, verrà chiaramente liberato, ma questo omette di dirlo. Come al solito, continua a giocare con le sue vittime ogni volta che vuole fin quando desidera. Infine, iniziando ad incamminarsi in tutt'altra direzione con passo preciso, pronuncia un'ultima frase. "Riprenditi la tua cazzo di dignità, ecco cosa devi fare", sparendo nell'oscurità dei corridoi Anbu. [ In caso, END ]

17:23 Raido:
  [Cella] La osserva restando in attesa della risposta e questa non tarda ad arrivare ricevendo, difatti, le istruzioni su come comportarsi gli vengono fornite e la prima cosa da fare è trovarsi un nome in codice, un nome fittizio come sua nuova identità nelle vesti Anbu. Non commenta ma tace, facendosi più pensieroso, riflettendo proprio su quel nome che deve comunicare da li a breve. Un ruolo non molto diverso da quello di ora, con l'unica differenza che deve portare una maschera durante le missioni. Niente di più e niente di meno, niente che possa costargli una maggiore fatica d'altronde eppure la prospettiva di seguire un nuovo allenamento, altro addestramento dopo tutti gli anni passati a temprare il corpo, ecco, questo lo sfinisce anche solo iil pensiero <Se devo> va a rispondere, non obiettando ovviamente. Gli Anbu son diversi e non ha la minima idea del tipo di allenamento a cui vengono sottoposti <Nome in codice, eh?> sbuffa sonoramente volgendo lo sguardo altrove, pochi attimi di riflessione prima di andare ad aprire di nuovo bocca <Saisei> ecco il nome in codice fornito al generale, un nome con un significato dietro non indifferente ma che non va a spiegare. Tutto resta dentro di se, solo lui sa e solo lui deve sapere. Nota come l'Anbu vada a vestirsi mettendo quella cappa sopra il capo. Annuisce ancora ma non dice niente seguendo con gli occhi i quali, al momento, cercano di non perderlo di vista e solo all'ultima frase andrebbe a digrignare i denti in una smorfia di rabbia, stessa rabbia che torna a tormentarlo. Non dice nulla, stringe le dita della mano destra con il desiderio ardente di rompere quella maschera che il generale ha sul viso, distruggere quella persona dalla testa ai piedi ma prima che possa arrivare a fare qualcosa la vede sparire <Che dito in culo di persona> commenta aspro <Vabbè, me li vado a fare altri 5 minuti> e detto ciò, incurante di uscire o meno, si dirige verso la branda per sdraiarvici sopra e farsi una pennichella in attesa che venga liberato. [END]

Solo un ultimo commento è quello che s'avverte nel corridoio oltre la cella. "T'HO SENTITO!", facendo a gara a chi è più aspro. [ DEFINITIVAMENTE END ]

Raido fa amicizia (ma anche no!) con quel dito in culo di Boryoku.
Entra ufficialmente nella Corp Anbu con il nick di Saisei ♥

NO EXP.