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Un rospo

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con Kimi, Hoshiko

17:50 Hoshiko:
 Il Lago è immerso nel silenzio, come se avesse inghiottito tutti i rumori. La superficie sembra uno specchio, s'increspa ad ogni soffio di vento. Si sente soltanto, ora alto, ora basso, il canto degli uccelli. Forse, la verità, dipende da una passeggiata intorno ad esso poichè riflette la vera essenza di ogni essere nel suo specchio, basterebbe semplicemente affacciarvisi al di sopra, per questo, il busto vien parzialmente inclinato in avanti affinchè lo sguardo possa rimirare l'apparente involucro celato sotto mentite vesti. Non vi sono emozioni a smuovere l'animo, neanche il flebile alito c'accarezza la chioma albina fluttuante nell'etere. Perchè mai tornare in un luogo dal quale si è scappati, intriso di malvagità, di un pericolo pronto ad appendere la vita ad un fine filo sottile, basterebbe un'unghia affilata ad intagliarla e far capitombolare nell'oscurità colui o colei che si reggeva dal lato debole, quello della speranza, quello che un giorno avrebbe potuto rappresentare la scalata verso la vittoria. Eppura eccola li, lontana da Kusa e dall'Hasukage capriccioso e desideroso di utilizzare ogni umano a suo piacimento, per compiere piani inaspettati, per divenire un grande burattinaio tra le più disparate marionette. Kioshi l'ha abbandonato ancora, apprezzare la presenza di terzi non fa parte delle sua indole sempre più solitaria e riflessiva, specie da quanto, l'esame Genin, è stato respinto per le lacune dimostrate durante il combattimento. Sospira, sgattaiola via l'aria dalle narici fino a svuotar i polmoni, e riprendono le falcate che mai sorpassano il limite dell'acqua a bagnar il terreno. Minuta è la sua figura, epidermide pallida ma perfetta quanto una bambola di porcellana, iridi cremisi che catturano nell'immediato l'attenzione di chi la incrocia, specie se il resto dei connotati sono celati dietro un bavaglio nero ed aderente che termina all'altezza delle clavicole. Capelli argentei e lunghi fino a metà schiena, corporatura esile, dalle forme poco sviluppate se non fosse per i glutei più carnosi a danzar sotto la sua gonna, guanti in pelle scura, castigato è lo scollo dove, attorno al collo, rilega un nastro bianco infiocchettato sul davanti. Una ginghia è presente sulla coscia, li sono riposti dei Kunai, carte bomba, e qualche Fuuda, posta in diagonale, la Nagatana tintinna ad ogni passo, la lama scintilla grazie ai raggi leggeli che oltrepassano le nuvole e si riflettono su di essa. Del sigillo posto dietro la sua nuca? Ne è ancora ignara poichè invisibile. [Chk Off] [4 Kunai] [4 Carte Bomba] [Nagatana] [ 4 Fuuda]

18:04 Kimi:
 Cammina verso quel luogo tanto desolato ed inospitale quanto importante nel suo cuore, ogni grosso passo in avanti, ogni grande decisione o momento indimenticabile è avvenuto proprio lì, in quel luogo che per molti può essere insulto o maledetto ma che per lei è semplicemente perfetto. Non è legata ad Oto quanto invece lo è al Lago Nero, lì all’inizio del suo percorso accademico ha rischiato di morire davvero per la prima volta, lì in preda all’euforia si è lasciata colpire dagli attacchi ed è stato in quel momento che Katsumi è apparso e tutto è iniziato, il principio della loro storia si affonda lì e ormai troppi anni fa. Cammina dunque per raggiungerlo, non potendo non notare la ragazzina, il luogo è deserto soprattutto dopo che si è sparsa la voce delle minacce fatte da Yukio, soprattutto dopo l’aumento dei controlli intorno al villaggio. Così osserva quella figura a lei sconosciuta al momento, non la riconosce e non potrebbe farlo il che è davvero una sfortuna dato che sicuramente ha letto di lei nei vari archivi segreti stilati da quel biondino infame. Biondino infame che ha goduto ad uccidere comunque. Si avvicina lenta alla sponda di quel lago, i piedi scaldi visto che i sandali ninja nella sua mano destra, penzolano attraverso quello che è un nuovo abito se indossato come tale. Infatti indossa solo l’Haori della Yugure al momento, si intendiamo in maniera letterale. Le arriva fino a circa le cosce ed è tenuto chiuso in vita da una semplice striscia di tessuto nero coprendo giusto il minimo necessario ma lasciando ben poco all’immaginazione. Cammina su quel soffice terreno umido gustandosi quel momento, un bagno scuro ecco quello che cercava, pur non nascondendo chi è, infatti la luna cremisi sulla schiena dovrebbe spiegare abbastanza bene ma in caso i lunghi capelli neri, lasciati sciolti, uniti alla frangetta sulla fronte bianchissima e gli occhi di due colori differenti dovrebbero fornire il resto dei dettagli utili viste le taglie apparse in tutti i villaggi recentemente. Che dispiacere comunque. Ad ogni modo silente appena incontra una figura sconosciuta lei andrebbe a spostare il chakra verso le ghiandole salivari così da provare a richiamare la sua innata. Infatti grazie a questo passaggio ora dovrebbe aver rimesso in circolo l’energia facendola diventare tossica cosa che la rende velenosa al semplice tocco [chk on][arte del veleno liv 4]

18:40 Hoshiko:
 I ricordi, così come i legami tra le persone, sono solo delle metastasi fastidiose, pronte a lasciarti affondare tra quelle acque oscure che riempiranno i polmoni, fino a levarti il fiato, al punto che, l'ossigeno, sarà solo un vago ricordo nel mentre ci si lascia andare nel dolce abbraccio della morte. Oto, per lei, significa Itawoshi ed i suoi ordini, il sapore della carne umana masticata tra i denti, il sangue colato nell'esofago tanto acre e ferroso da bruciar la gola, il pianto di una madre disperata il quale sguardo mai più riuscirà ad incrociar quello di un'assassina, di una fanatica, o semplicemente, dalle membra ammalate tanto da eseguir atti scabrosi, vergognosi ed impuri. Ancora sembrerebbe vivo il bracere sul quale il viso fu sprofondato, deturpandone la bellezza e costringendola a nascondersi per non dover elargire troppe spiegazioni, noiose, dal rischio di suscitare negli altri l'odiosa compassione, neanche fosse una bestia da comprendere ed assecondare. Schiocca la lingua contro il palato coadiuviando il capo rivolto alle sue spalle, non vi è un motivo preciso per tale scatto, è più un vizio, specie da quando ha incrociato Kasei che per poco non la faceva arrestare <...> s'assottigliano le palpebre, iridi cremisi posate sulla figura di Kimi in avvicinamento, come potrebbe non riconoscerne i connotati, l'identità di chi ha liberato il passato da un cancro, estirpato con la forza, prendendone però il posto. Tenta di fronteggiarla arrestando ogni movenza, braccia a rincorrere i fianchi, inermi le mani guantate, rilassate quanto la muscolatura e lo stato d'animo, dovrebbe avvertir paura, ma a cosa servirebbe se, dinanzi, vi è un'animale che al solo tocco potrebbe cancellarti dal Mondo senza che ce ne possa rendere conto <Quale onore...> flebile, sottile la voce accompagnata da un mezzo chino distratto, rispetto scimmiottato ma del quale non è dato sapere se presente o meno <l'Hasukage di Kusa le porge i suoi saluti, o almeno, questo è ciò che mi è stato detto di riferire> non precisa le dinamiche di tale avvenimento, ed infatti, potrebbe essere travisabile data la situazione vigente. Eppure, dopo, rimane semplicemente in silenzio, in attesa che ella avanzi quanto più le aggrada.

19:00 Kimi:
 Quel semplice bagnetto viene fermato ancor prima che possa effettivamente avvicinarsi all’acqua o toccarla, l’altra figur4a si pone davanti a lei e per sfortuna usa le parole più sbagliate al mondo. La osserva non le interessa nemmeno molto quel rispetto che viene scimmiottato nei suoi confronti, la gente deve temerla non rispettarla ma questo è tutto un discorso diverso. Parliamo invece delle parole che le vengono riportate, ha t5agliato ogni ponte con Yukio ed è non poco incazzata con lui al momento, le urla e le minacce non sono certo state dimenticate ed ha finito con il recidere anche quel legame. La mano destra andrebbe a spalancarsi aprendosi appena un istante prima che si richiuda a pugno <ti rivuole indietro per caso? Perché potrei affidarti i miei saluti per lui ma mi piacerebbe molto di più ucciderti qui ed ora aspettando che lui si soffochi> replica alle parole della ragazzina, potrebbe avvelenarla subito, mettere fine a quella vita ed osservarla morire ma vuole vedere dove la conduce, non ha fretta d’ucciderla alla fine, le piacerebbe certo e probabilmente alla fine lo farà pure ma per ora si limita ad attendere, mettendosi però all’erta e rimanendo a fissarla con estrema attenzione, non vuo0le perdersi alcun movimento, alcun gesto così da essere pronta, scattare ed allontanarsi in tempo senza bisogno di dire altro. La fissa quindi con estrema attenzione pronta a tutto persino a combattere, anche se forse sarebbe stato più saggio farlo con le scarpe addosso e non in mano. Ovviamente prima nel momento in cui la mano è andata ad aprirsi i sandali ninja sono scivolati a terra, caduti con un tonfo secco [chk on][arte del veleno liv 4]

19:35 Hoshiko:
 Cremisi pronte a scivolar su ogni dettaglio e che saettano nell'udir il tonfo creato da quei sandali caduti a terra. Quelle parole, quell'atteggiamento, la ammutoliscono un'istante soltanto, quanto basta per inspirar nuovamente e ruotar l'intero corpo, donandole il fianco sinistro, spezzando dunque ogni contatto visivo. Si flettono le ginocchia fino a comprimere il suolo, le natiche s'appoggiano proprio sui polpacci, mentre, il busto, permane ben eretto con le guantate a sostar sulle scosce <Aggressiva...ma posso comprendere. Le taglie sparse in giro non devono darle vita facile, Kimi.> calano le palpebre, ricerca in se la calma e la concentrazione tale da poter visualizzare nelle membra due sfere di colorazioni completamente opposte. Esse rappresentano la psiche ed il corpo, la carne ed i muscoli, i pensieri e le emozioni, così distinte, due mondi opposti ma che viaggiano sulla stessa linea, l'una parallela all'altra. Esse si andrebbero ad avvicinare, mescolandosi, diventando un tutt'uno al centro del petto dove, le mani, vanno finalmente a ricongiungersi per formar con le dita il simbolo della capra. S'aprono gli tsubo, irrorati di quell'energia scaturita dal chakra che, finalmente, inizia ad affluire per aumentare le capacità cognitive ed i sensi, sviluppandoli, rendendoli più sensibili qualora dovesse ricevere un'attacco improvviso. Dovrebbe sapere che, uno scontro con la Medusa, significa morte e devastazione, tuttavia, la fuga è l'unico tentativo rimasto per poter sopravvivere. Un topo diventerà mai Leone? Di sicuro, ognuno di loro, ancor prima di ricevere la fama, è partito dal basso, perciò, la pazienza è la virtù dei forti <Non proprio...> sussegue uno schiocco di lingua contro il palato coadiuviato ad un gesto di dinniego effettuato con il capo <uccidermi...non credevo che saresti arrivata ad ammazzare una discendente del Clan Doku, quello che tu stessa hai voluto liberare da quel verme di Itawoshi> finalmente vien rifilata l'occhiata in tralice, spenta, apatica, criptica <Yukio ha voluto semplicemente mostrare quanto sia grosso il suo cazzo, qualche gioco di prestigio, un demone insaguinato...ed alcune informazioni riguardo una certa Sango> snocciola senza menzogne <che lei è sua figlia e che ha fatto quel che ha fatto solo per farti notare da lui> solleva le spalle con sufficenza <tuttavia...> permane qualche minuto in silenzio, metter da parte l'orgoglio ed affidarsi a qualcuno è difficile, specie se non si conosce davvero affondo. Cosa rimane da fare, però, quando non si possiedono le forze necessarie per continuar a vivere in questo mondo da soli? <...ammetto d'aver sottolineato la mia più profonda gratitudine per ciò che lei ha fatto> strusciano le rotule per tornare a fronteggiarla senza alzarsi, sottomisione nel chino, i capelli scivolano in avanti, cascata argentea di pura seta a coprir ora qualsiasi tratto <sono tornata nel villaggio per poter continuare gli studi, ma l'hasukage ha detto che sarei potuta tornargli utile...ho riflettuto a lungo su queste parole non spiegate data la mia fuga successiva, magari Lei potrebbe aiutarmi in questo>

20:31 Kimi:
 Dal comportamento dell’altra sembra illudersi di avere tutto sotto controllo, il coltello dalla parte del manico, come qualcuno le ha recentemente detto non è facile ucciderla ma a quanto pare nemmeno ferirla, insomma si rilassa quel poco che le serve per limitarsi ad osservare la figura. Un passo in direzione della ragazza <io sono la Morte discendente Doku e non faccio distinzioni> replica semplicemente, il clan lo usa così come il clan usa lei ma non c’è affetto particolare o un modo di trattarli diversamente e l’ha dimostrato <ma se vuoi tagliati e prova a dimostrarmi che il tuo sangue è velenoso> ammette andando poi a guardare il lago. Nella sua mente a scorrere le informazioni che ancora deve finire di studiare che ha rubato ad Itawooshi, non che l’atteggiamento o le parole dell’altra l’aiuto a capirci davvero qualcosa dato che viene distratta <la pensa davvero così eh?> scuote le spalle ora appena le viene nominato Yukio <meglio per me allora, mi sta sottovalutando ancora> ed è semplicemente reale, non vuole farsi guardare da lui, le ha chiesto di restare ad osservarla è vero ma non ha intenzione di attirare le sue attenzioni particolarmente, non è quello che le è mancato recentemente, la libertà e il supporto mancavano e mancano sempre più, le parole della ragazzina la fanno infuriare, vorrebbe scattare a Kusa ora e distruggerlo ma deve sforzarsi di restare concentrata. Non tocca quindi altri argomenti, certo sapere che lui ha in mente qualcosa non le piace, non sa cosa significhino le parole dell’altra ma conosce bene la mania id controllo di suo padre, non potrà personalmente aiutarla <non io> replica infine <ma conosco chi può farlo, la domanda è solo se meriti tutto questo> replica ancora schietta, non da spiegazioni, riflette e sa di non fidarsi assolutamente di quella sconosciuta che pur si dichiari a lei riconoscente, non che si soffermi troppo a cercare di capirne il motivo, c’è chi la ama e chi la odia non è che bisogna sempre conoscerne le ragioni no? [chk on][arte del veleno liv 4]

20:50 Hoshiko:
 Leggero il sorriso che andrebbe a recidere finalmente l'apatia fin ora dimostrata, ma quella benda sul volto lo nasconde neanche fosse il più malvagio degli sfregi <nessuna distinzione...> ripete ma con tonalità più basse, cupe, nel mentre lo sguardo torna a rimirare il lago ed il cielo volto all'imbrunire. Molti dei suoi atteggiamenti non le portano altro che riflessione, probabilmente s'aspettava tutt'altro tipo di persona, o forse, è esattamente questo ciò che cercava, una creatura indipendente, egoista, con il solo scopo di perseguire i propri ideali e desideri eliminando chiunque intralci il suo cammino. Ma sarà quella dimostrazione a farle saltare un battito, esita prima di rispondere, o forse, non è effettivamente la parola quella più consona a tale richiesta, per questo, la mancina guantata scivola sulla coscia dove, nella cinghia in cuoio, sono riposti vai Kunai. Ne impugna soltanto uno, la pelle scricchiola nel mentre il manico vien avvolto nel palmo coadiuviando la destrorsa distesa dritta dinanzi a se. La punta della lama vien rivolta verso la manica, ne pinza il tessuto fino a sollevarlo sul gomito, ne mostra l'epidermide pallida, diafana a tratti, come se nelle vene non vi fosse il lento pulsare del sangue <mia madre ne faceva parte, ma non so se ho ricevuto tale dono> ammette freddamente, con distacco, privando alle tonalità quell'enfasi che contraddistingue l'umano dalla macchina. Ferro che inzia ad affondare nella carne, fiocca il liquido vischioso, ma non si ferma, preferendo allungar la ferita in una meravigliosa linea eretta, circa 10 cm. Gocce che macchiano il terreno, una pioggia macabra ed eccitante tanto quanto il bruciore avvertito <Me lo dica lei> ruota il cranio in sua direzione, inarca un sopracciglio <il merito è abbastanza soggettivo, Kimi...dovrei comprendere, o dovrebbe farmi comprendere, cosa sia per lei degno a tal punto da scoprire ciò che Yukio ha fatto o meno alla mia persona> sfarfallano le ciglia, superba <per il popolo non ero degna di vivere dato il legame materno, per mia madre stessa, non ero degna di essere chiamata figlia per ciò che ho fatto. Perciò, mi dica cosa devo fare per scoprire se, almeno in questo, sarò meritevole per non diventare un'oggettino alla mercè di uno stronzo.> [Chk On]

21:40 Kimi:
 Non era ciò che si era immaginata ma poco male infondo, le da modo di giocare, sperimentare e usare il suo tempo in maniera più o meno costruttiva. Silenziosamente lei andrebbe semplicemente ad andare verso la donna, un passo veloce per ridurre le distanze tra le due nel momento in cui lei si taglia e decide di mostrare il suo sangue, osserva la scena silente, uno scatto semplice per raggiungerla, un movimento al massimo della sua velocità che dovrebbe permetterle di sparire e letteralmente apparire davanti agli occhi della ragazza a causa della differenza tra loro. Sperando che quindi l‘altra non svenga sul colpo a vedersi questa pallida e magra creatura apparire di colpo davanti a lei vorrebbe poi proseguire in quel suo modo unico di spiegarsi. Se si fosse avvicinata quindi andrebbe ad allungare la mano destra alla stessa velocità con cui si sarebbe mossa così da finire per prenderle l’avambraccio, il problema non dovrebbe stare tanto nella stretta ma più che altro nel veleno tossico che a causa di quel contatto andrebbe subito ad entrare in circolo alla donna. Un istante e poi dovrebbe percepire il dolore bruciante attraversarle il corpo, come epicentro quel braccio <sei troppo debole per avvelenare me> spiega semplicemente <cerca un animale qualsiasi e versa il tuo sangue su di lui, in quel caso ti curerò> E con questo la lascerebbe andare. Certo mentre la vita scorre via dalle mani non deve essere facile riflettere ma forse è il momento buono <siamo tornati ora, nessuno oserò cacciarti per il tuo sangue> non c’è orgoglio nel suo tono ma dovrebbe <non siamo più reietti e non osare considerarti tale> una piccola spiegazione sul clan <ti insegnerò ciò che serve sapere sulla nostra Innata ma prima dimostrami di avere il nostro sangue> e non ci sono altre parole da parte sua. Vedere qualcuno che viene avvelenato la prima volta è uno spettacolo e lei si gode quel momento volendo semplicemente osservarla mentre cerca un pesce o qualsiasi altro animale su cui versare il proprio sangue per provare l’appartenenza al clan. Un buon modo per conoscere le persone è avvelenandole, cercare di capire chi sono a seconda di come reagiscono quando la loro vita scorre velocemente tra le loro mani [chk on][arte del veleno liv 4]

21:50 Hoshiko:
 Fugaci i movimenti dell'altra, tanto da riapparire dinanzi ai suoi occhi, gli stessi puntati su quel viso così pallido, freddo, sembrerebbe come guardarsi allo specchio e vederne riflesso un vero e proprio demone. Aumentano le palpitazioni, oscilla tra la paura e l'ammirazione, tra l'eccitazione ed il desiderio di fuggire prima che la morte la chiuda nel suo abbraccio. Schiude le labbra, vorrebbe proferire qualsiasi cosa, una risposta, un rimbecco, una battuta acida, ma l'afferar dell'avambraccio la ghiaccia all'istante e non per i rivoli di sangue a riversarsi sull'epidermide, bensì, per il veleno che inizia ad entrar in circolo fino ad espandersi nell'intero corpo. Spalanca le palpebre lasciando scivolar le iridi cremisi su quella stretta più dura del ferro che toccherai di qualsiasi altra arma esistente, un brivido percorre la schiena all'udir dell'appartenenza Doku, ma ciò che accade subito dopo, sarà un risvegliar il rancore provato verso il proprio passato e ciò che la deturpò fino alla fine dei suoi giorni. Libera ora e con una piccola missione da eseguire, i polmoni inizierebbero a faticare nella raccolta d'aria vitale, l'intera esistenza le passa per la mente, un rivivere il cammino che l'ha portata fino a quel momento, ricade in avanti i busto, sorretto da entrambi i palmi guantati che sprofondano nel terreno <...> ed ancora quelle parole non riescono a trovar sbocco tra le fauci che cercano disperatamente di portar ossigeno al cervello. Lo senti, Hoshiko? Adesso non è più solo il viso a giacere sulla brace ardente, ma sei immersa tra le fiamme infernali che, lentamente, ti trascinano nel sonno eterno. Spasmi, tremolii, dolore, ma in tutto ciò, perchè mai l'adrenalina ci spinge in quel che tutti conoscono come sopravvivenza, per quale motivo l'unica cosa al quale pensiamo quando la razionalità vien a mancare, è un modo per aggrapparsi disperatamente al Mondo poichè non si è ancora soddisfatti di ciò che è stato compiuto. Bisogna lasciar la propria impronta, altrimenti, non si sarà mai esistiti davvero. Una risata isterica sguscia dalla gola, mescolata alle lacrime cullate nella palpebra inferiore e sfociate sulle gote adesso scoperte dallo strappar il maledetto bavaglio da sempre utilizzato come scudo per l'esterno. Deturpata la sua bellezza sul lato sinistro, venature di ustioni che ne solcano la pelle rosata fino a discendere sul collo e terminare alla clavicola <io..non..posso morire> ringhia scattando con l'attenzione verso il lago. Fanatica, abbandona ogni eleganza, una bestia, un'animale ferito che richiama le ultime energie per spingersi oltre il limite imposto alla creazione. Arranca verso l'acqua, labbra rosee strette da quella dentatura che digrigna le corone tra loro, non è un pesce ciò che cerca, troppo veloci e, dato il buio, sarebbe impossibile in quelle condizioni riuscire ad aver la capacità di pescare a colpo sicuro, per questo punta proprio nella zona più paludosa, dove i fiori di Loto galleggiano, meta preferita delle zanzare, serpi e rane. Poco importa se il fango ne sporcherà le vesti, Lei DEVE vivere per diventar più forte, per raggiungere i traguardi <devo..ancora lasciare il segno> su quella madre Puttana e tutti coloro che l'hanno allontanata senza neanche sapere se, effettivamente, lei sia tossica quanto il resto della famiglia. Tenta di puntare dunque su un rospo, viscido, schifoso, eppure, tenta nella foga del momento di sospingere il chakra - da prima richiamato - verso gli tsubo delle gambe affinchè, pigiando le suole sul fondale, ella riesca a gettarsi a capofitto sulla povera bestiola ed affondar i canini affilati nella sua carne. [Chk On]

22:08 Kimi:
 La osserva lanciarsi su una risposta stanco ed assonnato, turbato dalla lunga giornata e forse anche malato, ad ogni modo la osserva riuscirci. La osserva mentre il veleno penetra in lei, la porta a soffrire e ridere in maniera isterica, ascolta e si gusta ogni singolo istante mentre i suoi piedi si avvicinano alla riva, nudi e sporchi anch’essi di fango ormai, non la segue sembra disinteressarsene se non fosse per lo spettacolo che le offre <e allora dimostrami cosa sei> replica solamente a quella sua voglia di vivere, oggi potrebbe salvarsi dalla morte, oggi lei potrebbe arrestare il propagarsi del suo veleno tossico ne corpo dell’altra ma ancora il rospo non viene bagnato con il sangue della ragazza, ancora non si mostra così propensa dalla vita nell’affrettare quei movimenti. Piedi nudi che andrebbero ad entrare nella gelida acqua, fino alle caviglie per ora, si gode la sensazione lei che alla fine era giunta fin lì proprio per fare qualcosa di assolutamente nuovo, per assurdo che sia mai ha vissuto. Eccolo poi il morso, non l’aveva visto da subito ma riesce a comprenderlo nel momento stesso in cui il rospo si divincola e prova a saltare ma qualcosa va decisamente storto, si muove male, come se non avesse idea di quello che intorno, percezioni annullate. Lei silente quindi si limiterebbe a richiamarla <vieni qui> e con queste parole cercherebbe di concentrarsi sul proprio flusso di chakra così da andare a spostarlo verso le ghiandole salivari una seconda volta <lasciati salvare> si volta solo in sua direzione mentre userebbe il chakra come una sorta di colino dividendo la parte nociva da quella potenzialmente curativa del suo veleno. Se fosse riuscita quindi andrebbe ora a spostarla verso la lingua. Se la ragazza avesse deciso di obbedire quasi a quel richiamo ora lei si muoverebbe così da prenderle velocemente l’avambraccio ferito, le sue mani fredde tornerebbero a stringersi contro il polso dell’altra, delicate quanto mortali, nuovo veleno che andrebbe a venir passato nel suo corpo, istanti preziosi prima che il suo busto vada a spostarsi in avanti, si flette quel che le basta per permetterle di raggiungere la ferita, a questo punto andrebbe semplicemente a passare la lingua, con antidoto, su quella ferita aperta lasciando che poi entri semplicemente in circolo. In poco l’altra dovrebbe sentir svanire il bruciore continuo, per quanto parte del veleno resti in circolo e le dia una sensazione di malessere, ma almeno non sta più morendo <sei una di noi, ma come faccio a sapere che non ti ha mandata Yukio?> domanda infine rialzando appena il busto per andare a fissarla[chk on][arte del veleno liv 4][antidoto doku]

22:44 Hoshiko:
 Viene stretta tra le fauci quella bestiola, inconsapevole che attraverso i canini aguzzi, discende lentamente il veleno che infesta i vasi sanguigni del rospo, ora, paralizzato. Ma non s'accorge di questo poichè in preda al dolore, bruciore sparso nel corpo pronto a ricordarle l'orribile gesto compiuto da una madre indegna, la razionalità è finita sulla Luna, proprio come accadde ad Orlando. Sarà quel richiamo a destar la sua attenzione, corri, piccola, trascina il cadavere verso la salvezza, e tra l'acqua ed il fango ad impregnal le vesti, torna ad esser afferrato l'avambraccio ferito dove vien inniettato l'antidoto che distrucce le cellule malate da quella tossicità fin ora accusata. La pupilla, prima dilatata, divien più stretta, nella norma quotidiana, la salivazione è nulla, i muscoli sembrano indolensiti, come se cento cavalli l'avvessero travolta sotto i propri zoccoli. Permane dunque in ginocchio, respira, l'aria sembra più fresca e rigenerante, tuttavia, ciò che più la preoccupa è la cicatrice, adesso, svelata insieme ai connotati, per questo la mancina si prodiga a pararsi dinanzi al viso nel mentre cerca i resti del bavaglio strappati precedentemente <...> a quella domanda, vien rifilata un'occhiata in tralice palesemente offesa ed a disagio, si è esposta fin troppo secondo i propri gusti, ma non aveva altra scelta <...allo stesso modo, come faccio a sapere che non cercherà di uccidermi in qualsiasi momento?> effettivamente, non fa una piega. La fiducia alle volte va donata con il beneficio del dubbio <se avessi voluto schierarmi dalla parte di Yukio, non sarei qui. E poi, perchè mai inviare una semplice Deshi al tuo cospetto?> si silenzia qualche minuto, come a riflettere, tuttavia finalmente ritrova lo straccio che, con cura vien rilegato sommariamente <però...continua a battermi nella testa ciò che mi è stato detto. "Mi dispiace, ma mi servi" ... un ninjia può sobgiogare la mente? Può entrare nei pensieri? E sopratutto...si possono attaccar cose ad una persona per poterne sapere gli spostamenti a sua insaputa?> domande rifilate a raffica, dubbi che si insinuano per via delle capacità dimostrate dall'Hasukage, e se esiste gente che son il solo tocco può mettere in ginocchio il nemico, perchè allora non potrebbero esistere sigilli infilati senza che l'altro se ne possa accorgere? <Kimi...non sono qui per conti di terzi ma per scoprire la mia identità e divenir più forte. Nulla di più e nulla di meno>

23:00 Kimi:
 Ora può cogliere la cicatrice, il suo essere meglio di poco prima. La osserva con attenzione mentre si copre, cerca di nasconderla ed è così che lei andrebbe a concentrarsi per spostare il chakra verso il suo solco centrale, le viene spontaneo a causa di quel gesto. Andrebbe quindi a spostare il chakra nella sua testa, qui vorrebbe solo lasciare che il solco si riempia e poi gli argini cedano, il cervello che verrebbe inondato di chakra andando così a risvegliare il suo gene Goryo. Proprio mentre la fissa lei muterebbe, i lunghi capelli neri con la frangetta ora andrebbero a diventare mano a mano sempre più+ chiari fino a farsi bianchi esattamente come quelli dell’altra, il volto stesso muterebbe, gli occhi andrebbero a cambiare di colore, entrambe le iridi che ora si farebbero rosse come il sangue mentre le sue sclere diverrebbero nero e come la notte che inizia a circondarle. Le labbra poi si farebbero nere e quasi come bruciate, una parte del suo corpo che le è stata portata via. Gli altri cambiamenti che la ragazza potrà notare sono sul petto, proprio sotto al collo una bruciatura a forma di testa di lupo, il simbolo dei cacciatori di taglie. Dall’Haori chiuso in maniera imprecisa anche un pezzo superiore del seno è visibile ed è per questo che sopra al suo cuore l’altra noterà una scarnificazione dai tratti imprecisi, come autoinflitta. Quel che lei potrà cogliere è solo una “k-“ il resto è coperto dal vestiario. Su braccia e gambe nude invece potrà notare u7na miriade di segni, cicatrici più o meno profonde tutte di una tonalità di bianco se possibile più chiara, segni di un passato tormentato <perché ti nascondi?> domanda ora andando semplicemente a tendere verso di lei la mano destra, il palmo verso l’alto come a volerla accogliere <perché non mostri con orgoglio ciò che sei?> domanda ancora per poi ascoltare il resto delle domande. Resta però ferma in quella posizione, i piedi ancora in acqua <la morte giunge per tutti prima o poi ed è ciò che sono. Puoi solo essere sicura che ora non è mio interesse ucciderti> replica per poi riflettere sul resto del discorso, come effettivamente quella Doku potrebbe mai rappresentare per lei un pericolo? La lascerebbe morire senza esitazione, mai la salverebbe e allora cosa potrebbe mai rappresentare? <un ninja può fare tutto ciò che hai detto e anche molto di più, specie uno con le sue conoscenze> ed è uno come lui che è in grado di incasinare i ricordi, che sia questa la chiave? I ricordi, che sia una doku è certa, forse la storia è differente, ma come questo potrebbe toccarla? <se permetterai di farti entrare in testa potremo cercare di capire> riflette solamente, ancora in attesa di poterla accogliere per questa sera, non sa se sia saggio portarla all’interno di Oto ma se potesse controllarla allora dovrebbe avere meno problemi no?[chk on][arte del veleno liv 4][morbo 4 stadio]

23:22 Hoshiko:
 Non appena il bavaglio sarà nuovamente al suo posto, seppur stracciato e fradicio d'acqua, lo sguardo tornerebbe a rimirar Kimi, adesso, in mutazione. Crine similare al proprio, sguardo cremisi dalla sclera nera come la pece, cicatrici a deturpar la carne degli arti, scarnificazioni imprecise, un lupo che ne solca l'epidermide. Lenta e l'ascesa su ogni singolo dettaglio, sino a soffermarsi sulla mano tesa nei propri riguardi ma che adesso esita ad afferrare, non prima d'aver riabbassato la manica dove, la ferita, continua a lasciar sgorgare il liquido vischioso delle vene pulsanti <Cosa dovrei mostrare con orgoglio? Al momento, non sono altro che un verme strisciante pronto ad essere schiacciato da esseri più potenti...come lei, ad esempio> ammette cercandone un contatto più diretto <ed inoltre..non mi sembra che lei faccia da meno. Solo che, al posto di un semplice tessuto come il mio, utilizza il chakra per mutar forma> la indica con un leggero cenno del capo. Solleva la mancina, ma ancora non vien poggiata la pelle del guanto scuro sul palmo avverso proprio per la proposta ricevuta. Se l'Hasukage le è entrato nella mente senza chieder il permesso, adesso, risulterà consensiente affinchè possa riceve la fiducia della Capo Clan Doku? Fin troppo intimo, invasivo, eppure, il semplice domandare la destabilizza, oscillando quindi tra il disagio e la curiosità di comprendere ciò che è stato fatto sul proprio corpo da Yukio, ma questo significherebbe metterla a nudo, e non per quella parentesi che tutti chiamano sesso. Oh no, le vesti non sono altro che aggiunte, ed il negarle per donarsi a chi si dice di amare non è minimamente comparabile al permettere ad un estraneo di invadere ciò che a tutti rimane sempre un mistero. Sospira coadiuviando le palpebre calate <quando vuole...può procedere, se questo la aiuterà a capire> afferra con delicatezza dunque l'arto della Medusa per tentar di rialzarsi ma senza strattonarla, le gambe tremano ancora e la nausea inizia a farsi sentire. Meraviglioso.

23:32 Kimi:
 La sua innata agisce insieme a quel contatto, nel momento stesso in cui lei decide di tendere la mano, seppur guantata, il chakra prende forma e l’innata viene trasmessa verso la ragazza, dieci i punti chakra che vengono momentaneamente disabilitati, la ragazza si sentirà decisamente più stanca e sulla mano apparirà una grossa macchia violacea <tu non sai per questo sarebbe saggio tacere> replica semplicemente alle sue prime parole <non sai nemmeno come sia riuscita a far questo> replica lei andando semplicemente a lasciare che la ragazza si adagi ora, spera in preda alla stanchezza. Andrebbe quindi a sopperire in sé la forma goryo dopo quel semplice contatto, l’ha stancata ed è questo ciò che voleva. Se dovesse cadere la sorreggerebbe con il suo stesso corpo, come in un mortale abbraccio per ora non più velenoso. L’aspetto torna ad essere quello di prima, la parte Goryo si sopisce in lei <non posso controllare io ma ti porterò da qualcuno che può farlo> ammetterebbe semplicemente <chiudi gli occhi e riposa, al tuo risveglio sarà tutto sistemato> ammette semplicemente. Se lei dovesse quindi decidere di affidarsi e chiudere davvero gli occhi si limiterebbe quindi a prenderla in braccio per poi portarla all’interno della nuova magione Doku. Ovviamente se non dovesse farlo si limiterebbe a mettere una mano davanti ai suoi occhi per poi condurla all’interno del villaggio e fare la stessa cosa. Una stanza all’interno ella magione, una di quelle più esterne quella che le affiderebbe per poi lasciarla semplicemente lì, i Doku a controllarla ed eventualmente seguirla fino al momento in cui non avrà capito in che modo Yukio vuole colpirla usando la donna. Sì alcuni membri del clan controllano la sua stanza ma non le impediranno di muoversi liberamente nel villaggio, non è suo interesse rinchiuderla solo controllarla e risolvere il più presto possibile la questione, d'altronde non può nemmeno lasciarla lì fuori dalle mura[chk on][arte del veleno liv 4][end]

23:59 Hoshiko:
 Non replica oltre, a che servirebbe in fondo, rischia solo di poter perdere quel poco che è riuscita a costruire in riva al lago, sotto le stelle nascoste dalle nuvole autunnali. Immediata è la reazione scaturita dal contatto, nonostante il guanto, nonostante il tessuto a separ le due epidermidi. Della macchia viola se ne accorgerà solo dopo esser giunta all'alloggio assegnatole, tuttavia, quella stanchezza mescolata all'avvelenamento accusato precedentemente, farebbe cedere le ginocchia fino a ritrovar appoggio su Kimi stessa <...> non sarà lei, ma qualcun'altro, questo riesce a comprendere ed a percepire in quel caos nella sua testa. Un senso di mortificazione inizia ad insediarsi nell'animo, come l'orgoglio ferito da quanto sia trattata letteralmente da burattino, rigirato tra le mani dei più potenti. Vorrebbe gridare, probabilmente anche piangere per la rabbia di tale consapevolezza, ma nulla di tutto ciò viene esternato, nascosto dietro ad uno scudo esattamente come le cicatrici dietro alla benda sporca <perchè...dimmi, perchè tutti fate cosi...> sussurra nel mentre, le palpebre, iniziano a calare <giocate...> non prosegue, lingua biforcuta pizzicata tra i denti affinchè questa fiducia venga forzata solo per dimostrare al Clan l'innocenza ed il legame nullo con le idee perverse di Yukio. Si lascerebbe caricare come un sacco di patate qualora l'altra lo voglia, sicuramente ha bisogno di riposare ed assimilare una serata intensa. E na lavata di denti perchè il rospo non faceva davvero schifo [End]

Si scopre che Hoshiko è una Doku ma l'ombra di Yukio si allunga su di lei.