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quanti gatti ha zio tobia

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con Afarit

15:58 Afarit:
 qualcuno potrebbe sostenere che una persona dal carattere grigio come lo pseudo ninja in questione non possa che apprezzare infinitamente quelle tipiche giornate autunnali dai colori smorti e cupi e letteralmente inondate di pioggia dalla mattina alla sera, e in effetti quel qualcuno avrebbe ragione: almeno se la persona in questione è Afarit Seimei, che non avrebbe alcun remore a dichiarare sotto giuramento di preferire cento volte i suoi gatti alle creature bipedi altresì chiamate umani. Premesso questo, dovrebbe essere facile arrivare ad intendere come una giornata di pioggia sia la scusa ideale per rinchiudersi nel suo piccolo e squisito bilocale in uno dei palazzi nel centro di Kusa e dedicarsi interamente a due delle sue reali passioni: la lettura e i felini; se da una parte gli ospiti a quattro zampe sono sempre li stessi, ovvero due gatti siamesi bianchi e neri, l’oggetto prediletto per la lettura, beh, è drasticamente cambiato rispetto al solito. Ha infatti abbandonato i romanzi rosa di cui ha pieno l’appartamento per dedicarsi ad almeno uno dei rotoli presi in prestito dall’accademia. Si ritrova steso su un futon piazzato al centro della stanza a mo’, probabilmente, di divano, con addosso una tuta grigia e i capelli raccolti in una coda molle e scompigliata. < se l’avessi detto qualche mese fa non ci avrei creduto, sai? > potrebbe sembrare che stia parlando da solo mentre si sporge per lasciar cadere la cenere della sigaretta che sta fumando nel posacenere, e in un certo senso è così. < ma non vedo l’ora di rivederti per ringraziarti di persona per tutto questo > conclude il suo monologo interiore(?) così, con una mezza risatina al limite dell’isterico, che ci sta sempre bene.

16:12 Afarit:
 con un colpo di reni piuttosto svogliato si tira su a sedere a gambe incrociate, il busto che si sporge quanto necessario per riuscire a soffocare il mozzicone di sigaretta per poi abbandonarlo nel posacenere perché si, vive da solo in un bilocale e non si preoccupa della puzza di fumo in casa, e i suoi gatti ancora meno di lui, per cui va tutto bene. < vediamo i compiti a casa di oggi > borbotta una volta liberata la mancina, così da poter afferrare uno dei rotoli appoggiati ai piedi del materasso e prendere così a srotolarlo, solo per rivelare che il fortunato di quel pomeriggio piovoso è, rullo di tamburi, la tecnica della moltiplicazione del corpo! < hey signorine > d’un tratto mentre si rivolge alle due gatte che gli miagolano intorno il tono della voce cambia e diviene, difficile a dirlo, quasi affettuoso. < vi va di giocare un po’, mh? > si china appena come per premurarsi che lo sentano e capiscano bene quello che sta dicendo, oltre a scondinzolare. < chi fa scomparire per primo la mia copia > ammesso che riesca effettivamente ad evocarne anche solo una, beninteso. < vince! > cosa poi non si sa, e di certo non prende tempo a specificarlo perché pochi istanti dopo, sia che le gatte abbiano capito sia che siano già andate a farsi i fatti loro, sarebbe intento a costringere i capelli in un professionalissmo chignon e iniziare a leggere il rotolo

16:22 Afarit:
 < rifrazione della luce qui.... > legge pure ad alta voce le parti importanti come i veri studenti, per assicurarsi di imprimerle bene nella memoria e forse anche perché, come abbiamo ormai capito, ha la brutta abitudine di parlare da solo. < copie intangibili... > si mordicchia il labbro inferiore tra un paragrafo e l’altro mentre con una mano cerca di recuperare almeno uno dei gatti e prendere ad accarezzarne il pelo, il tutto ovviamente senza staccare lo sguardo dai caratteri. < la strategia va ideata durante l’evocazione o comunicata successivamente a voce... > il che non pare convincerlo più di tanto, ma dopo qualche minuto pare essere arrivato alla fine della prima lettura. < che ne dici, impastiamo il chakra e poi lo rileggiamo per sicurezza? > cerca l’approvazione del felino appena prima di tirarsi su in piedi con tanto di lamenti e sbuffi a seguire, come se lo stessero obbligando a fare chissà quale sforzo. Una volta appoggiato il rotolo le mani andrebbero a sistemarsi in prossimità del petto nella posizione appresa qualche giorno prima: indici e medi alzati e il resto delle dita raccolte tra di loro, per disegnare il simbolo della capra; intanto si preoccupa di visualizzare idealmente il proprio corpo tranciato di netto da una linea immaginaria, così da poter distinguere nettamente l’energia fisica da quella mentale, processo necessario per poi riuscire a convogliarle in due ideali sfere distinte, la prima blu al livello del ventre e la seconda rossa in prossimità del capo, così da poter infine tentare di farle roteare sul proprio asse e spingerle una verso l’altra, con lo scopo di fondere appunto le due differenti energie presenti nel proprio corpo e poter così impastare il chakra che ne è la somma. [ tentativo impasto chakra ] [ chakra 10/10 ]

16:39 Afarit:
 se tutto dovesse essere andato a buon fine, dunque, dovrebbe provare nuovamente la piacevole sensazione dell’altro giorno, provocata dal chakra ora irradiato in ogni punto del proprio corpo e dunque responsabile di una maggiore tonicità di quest’ultimo. < mh, dovrebbe andare > eccolo l’entusiasmo per essere sul punto di apprendere la prima tecnica che, letteralmente, sgorga da ogni possibile poro del Seimei. Una volta richiamato il proprio chakra quindi tornerebbe a sedersi a gambe incrociate, lasciandosi letteralmente cadere sul futon come farebbe una persona esausta. Ci manca solo che si metta ad asciugarsi il sudore. < dicevamo? Tecnica che sfrutta il chakra per riflettere la luce e creare delle copie intangibili di sé in grado di eseguire solo una strategia già prevista oppure ordini impartiti successivamente a voce no? > e via a fissare uno dei gatti in cerca di approvazione come si farebbe con il compagno asino di studi che, tanto, non avrebbe capito niente in ogni caso. < dunque... > la pergamena viene dunque appoggiata tra le gambe così da poterla avere sott’occhio mentre le iridi scure scorrono sull’elenco dei sigilli necessari. < bue, cane, drago, cinghiale > socchiude un attimo le palpebre per accompagnare il tentativo di ricordare quanto meglio possibile i sigilli mostrati a lezione dalla Sensei, e quando le riapre di nuovo < bue, cane, drago, cinghiale > come a voler essere sicuro, per lo meno, di ricordarseli a memoria. Una volta memorizzati andrebbe nuovamente a chiudere gli occhi e regolarizzare lentamente il respiro per favorire la concentrazione tra un miagolio e l’altro, il tutto per permettergli più agilmente di focalizzare al meglio il modo in cui desidererebbe utilizzare il chakra preventivamente impastato: il tentativo è infatti quello di sfruttare il chakra per manipolare e distorcere la luce circostante così da ingannare la vista, beh, in questo caso dei due gatti, e generare così una(1) sola copia di sé, quanto più precisa possibile. Mentre le mani iniziano a muoversi per riprodurre i sigilli necessari, ovvero in ordine: bue, cane, drago, cinghiale, si preoccupa anche di stabilire la strategia: la copia dovrebbe generarsi esattamente al suo fianco, per poi alzarsi di scatto e, beh, cercare di evitare il più a lungo possibile di farsi toccare da uno dei gatti, rimanendo rigorosamente entro uno spazio di diametro di circa quattro metri, secondi i suoi calcoli, per evitare di disperdersi. Semplice no? Lo scopriremo nella prossima puntata. [ chakra attivo ] [ chakra 8/10 ] [ 1/2 tentativo moltiplicazione del corpo, 1 copia ]

16:51 Afarit:
  [appartamento affari] potrebbe sembrare particolarmente emozionante assistere da questa prospettiva alla prima tecnica mai riuscita di Afarit Seimei, ma la verità alla fine dei conti è che un lampo esattamente alla fine del sigillo del cinghiale finisce con lo spaventare tanto lui che le gatte, che di rimando prendono a miagolare come impazzite e, beh, tutto quello che la sua concentrazione fatta a pezzi riesce ad ottenere è una nuvoletta di fumo grigiastro. < cazzo... > si lascia scivolare sul futon con le braccia tese, come ad angelo, e sbuffa, rumorosamente. < che dite devo riprovarci? > volta appena il capo di lato per chiedere il parere di una gatta. < però voi fate silenzio stavolta > come se fosse colpa loro se fuori sta diluviando, insomma. Si tira quindi su, chiude nuovamente gli occhi e via a ripetere lo stesso teatrino di poco prima: ricerca innanzitutto la concentrazione necessaria per tentare di sfruttare il proprio chakra, impastato precedentemente, con lo scopo di riflettere e manipolare la luce circostante per ingannare i sensi degli individui circostanti aka le due gatte e generare in questo modo una copia di sé, con la massima precisione possibile. Intanto le mani recuperano la propria posizione a livello del petto e iniziano a ripetere la sequenza di sigilli necessaria: bue, cane, drago, cinghiale, uno dietro l’altro. L’idea, se strategia non vogliamo chiamarla visto che l’intento è quello di giocare con delle gatte e non di andare in guerra, sarebbe sempre quella di genere la propria copia al suo fianco e di farla scattare in piedi il più velocemente possibile, con lo scopo, beh, di evitare di farsi beccare il più a lungo possibile dalle gatte come se stessero giocando a ce l’hai, per intenderci. Il tutto ovviamente senza allontanarsi troppo, circa non più di 4 metri da lui, così da evitare di disperdersi automaticamente. Tentativo numero due, ciak si gira. [ chakra attivo ] [ chakra 6/10 ] [ 1/2 tentativo moltiplicazione del corpo, 1 copia ]

17:01 Afarit:
  [appartamento affari] possiamo finalmente suonare le campane a festa(?) perché questa volta, complici anche i fulmini e i gatti, succede esattamente ciò che il tessitore aveva architettato nella sua testa: una copia di sé si materializza al suo fianco e inizia veramente a saltellare e giocherellare con le gatte, fino a quando una delle due non si decide a saltargli addosso da una libreria e questa si dissolve nella stessa nuvola di fumo da cui era apparsa, come se non fosse mai esistita. < ma l’avete visto anche voi? > domanda stupida, oltretutto, perché proprio ora le due gatte si trovano entrambe davanti al vero lui, con le testoline inclinata e impegnare a miagolare confuse per quanto è appena successo. < cazzo, ce l’ho fatta davvero. > attenzione, non sbilanciamoci: non è entusiasmo quello che potete sentire nella sua voce, quanto piuttosto un certo senso di auto compiacimento per, beh, non aver miseramente fallito una seconda volta. La mancina sale fino ai capelli per concedergli nuovamente libertà, sciogliendo lo chignon in cui li aveva costretti, mentre con l’altra mano recupera in serie il pacchetto di sigarette e l’accendino. < andiamo, non guardatemi così, sono io quello vero > bofonchia come riesce mentre ha già la sigaretta assicurata tra le labbra, appena prima di far scattare l’accendino. < bene, al diavolo l’accademia e i ninja però ora. > sancisce con fermezza e, come se le parole non bastassero a chiarire le sue intenzioni, si premura anche di arrotolare nuovamente il rotolo e lanciarlo dritto dall’altra parte della stanza, così da ritenersi ufficialmente libero di allungare le mani sul romanzo rosa che aveva iniziato solo qualche giorno prima, e dedicarsi invece a quello. [ chakra attivo ] [ chakra 6/10 ] [exit]

Afarit decide di fare i conti con la sua prima tecnica in una tipica giornata uggiosa d’autunno e finisce a sprecare una preziosissima e serissima tecnica ninja per giocare con i suoi gatti tra una sigaretta e un romanzo rosa qualsiasi. Nota a margine: la cosa l’ha stancato da morire.