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con Raido

11:46 Raido:
  [Appartamento] Nuova mattinata in quel di Kusa, un nuovo giorno di libertà per l'Oboro eppure le giornate sono tutte uguali. non che gli importa più di tanto alla fine. Quel tipo di monotonia che ha ripreso in possesso è un qualcosa di "nuovo" se così la possiamo mettere, qualcosa che ha ritrovato dopo una lunga agonia. Inspira ed espira aprendo le finestre dell'appartamento datogli da Yukio, lascia entrare la luce del sole la quale illumina e irradia tutta quanta la stanza, il salotto per meglio dire, non grandissimo ma quanto basta per farci stare un tavolino rotondo con un paio di sedie. L'appartamento è piuttosto piccolo, ha un totale di tre stanze più un bagno e le stanze non sono neanche troppo grandi essendo composte, appunto, da un salotto, una camera da letto avente un letto matrimoniale ad una piazza e mezza ed un comodino con una piccola finestre per permettere l'illuminazione. Infine abbiamo un cucinino con il minimo indispensabile ovvero fornelli, mobili e scaffali per tenere le varie le cibarie. Molto più semplice di quanto si possa immaginare. Il fu Jonin al momento indossa una maglia nera attillata a maniche corte nera ed un pantalone nero a coprire le gambe, larghi nella zona delle cosce e ai piedi dei sandali i legno il cui rumore è al quanto fastidioso. Inspira ed espira continuamente smuovendo il petto, guarda al di fuori della finestra, la vita Kusana scorre, la gente vive ed un lieve sorriso si forma sul viso di Raido la cui vita prende una piega sempre più strana. Osserva ogni singola cosa, i vari negozi aprire, le compere fatto mentre nel cielo le nuvole passano veloci senza intaccare il sole, senza rompere la luce. Deglutisce distaccandosi dalla stessa, smuove gli occhi osservando tutto il salotto con la katana poggiata contro il muro. I lunghi capelli bianchi sono lisci, puliti e più lucenti rispetto a giorni fa, stessa cosa non si può dire degli occhi del Jonin, spenti e smorti, privi di luce e di vita, senza un vero e proprio scopo a cui ambire. Fa pochi passi per avvicinarsi alla Katana andando a prenderla dalla parte della custodia, tirandola su. La mano destra si apre avvinghiandosi sull'elsa della stessa, la stringe con forza effettuando un profondo respiro per poi estrarla lentamente mostrando la lama alla luce. Totalmente scoperta la poggia sul tavolino restando qualche momento ad ammirarla. [Chk Off]

12:12 Raido:
  [Appartamento] Il chakra è disimpastato, non sa neanche lui da quanto tempo non sente la forza che esso è capace di dargli, non ne sente il bisogno da tempo immemore. Un ninja ne ha bisogno ma lui lo è ancora? E' ancora capace di mostrare la propria forza? L'istinto lo porta a muovere la destra in direzione del collo dove il sigillo maledetto è impresso, le tre tomoe messe li, quasi in bella vista per un attento osservatore. Lo carezza e vi strofina la mano lentamente, non fa più male ne fa sente altro, alla stregua di un semplice tatuaggio fatto per gioco. Sospira pesantemente, anche troppo per i suoi gusti ma un tentativo deve farlo. Piano piano si porta al centro della stanza con passo fermo, viso in direzione della finestra la quale si affaccia verso il palazzo del governo, un luogo che ha bazzicato per tanto tempo prima di scomparire dalla vista di tutti. Deglutisce alzando le braccia e piegandole, portando le mani all'altezza del petto per unirle con indice e medio alzati formando il sigillo della capra. Chiude gli occhi andando a focalizzare nella propria mente le due energie fondamentali per l'impasto del chakra. L'energia psichica presente nella zona del terzo, ovvero la fronte, avente un colorito verdognolo la cui luminosità illumina l'intelletto dell'essere umano e l'energia fisica, sotto la bocca dello stomaco, il cui colore giallognolo simboleggia la forza fisica del Jonin. Entrambe si illuminano, sono luminose ed irradiano quella parte di corpo. Cerca di farle muover per tutto il corpo, la prima facendola scendere mentre la seconda facendola salire, lentamente e con la giusta dose per far arrivare entrambe alla bocca dello stomaco, luogo in cui può avvenire la fusione. Si muovono ancora aumentando la velocità con gli occhi del Jonin vengono stretti sempre di più. Le due energie continuano a muoversi e, alla bocca dello stomaco, proverebbe a farle scontrare ad alta velocità tentando di fonderle l'una nell'altra, unirle così da dar vita a quell'energia di colore blu, il chakra. In caso di riuscita i capelli dell'Oboro inizierebbero a svolazzare mentre intorno a lui il chakra fuoriuscirebbe dagli tsubo presenti su tutto quanto il bianco infondendogli sempre più forza. [Tentativo impasto chakra]

12:36 Raido:
  [Appartamento] Il chakra viene richiamato con un certo successo da parte del Jonin la cui forza, almeno per il momento, inizia a farsi sentire. Rinvigorito nel corpo e nella mente con quell'energia che scorre lungo il corpo, più forte, più veloce e resistente di un normale essere umano. Inspira ed espira nuovamente <Il primo passo è fatto> stringe la destra e la riapre, muove le dita velocemente tastando la propria forza ritrova, per ora. <Una sensazione maestosa, mi ero quasi dimenticato cosa si provava> piccolo sorriso sul viso del Jonin mentre si avvicina alla katana posta sul tavolo andando ad afferrarne l'elsa, sempre con la destra, per brandirla. Butta fuori l'aria dal corpo mentre il braccio comincia a tremare così come il cuore batte più forte del dovuto, all'impazzata, perdendo quella tranquillità di pochi attimi prima <Avanti Raido> scuote il capo <Ci sei riuscito anni fa, ora non è cambiato niente. Concentrati> si incita da solo ma per cosa? Presto detto. Allunga il braccio verso il pavimento del salotto cominciando a smuovere il chakra dal corpo, potente, questo è certo. Esso si muove nei rispettivi canali partendo dalla testa ed irradiando tutto quanto il corpo per poi concentrarsi nel braccio destro, muovendolo lungo tutto esso fino alla punta delle dita e li tenterebbe di farlo fuori uscire dagli tsubo per poterne irradiare la spada, convogliarlo tutto quanto in essa, dall'elsa alla lama cercando di creare una patina gialla evocando lo Zan, l'abilità innata del suo clan, tramandatagli da Hotsuma in persona dopo anni ed anni di esercizi. Chiude gli occhi aumentando la concentrazione, focalizzando la propria attenzione su quell'operazione e sulla lama. Cerca di buttare in essa una grande quantità di chakra per rendere la lama più resistente e potente con lo Zan che dovrebbe attivarsi, almeno in teoria, sulla pratica, però, è tutto un paio di maniche. Deglutisce, sospira aprendo nuovamente gli occhi, guardando avanti a se e, lentamente, andrebbe ad abbassarli in direzione della Katana per poter osservare il proprio operato e, dunque, vedere se è riuscito a riportare in auge quel suo potere. [Chk On][Tentativo richiamo Innata]

13:14 Raido:
  [Appartamento] Gli occhi guardando increduli la katana, le pupille sono divenute piccolissime, gli occhi si spalancano fino al limito massimo per l'incredulità ed il cuore batte letteralmente all'impazzata. Lo Zan non è attivo sulla lama, non vi è la patina gialla di chakra e non sente l'energia provenire dalla Katana. Non sente niente e questo vuol dire che ha fallito miseramente quel tentativo. Incredulo e sconcertato da quanto accade <No> parla piano scuotendo il capo <Non è possibile> e così ci riprova. Prova e riprova, convoglia il chakra in essa ma senza riuscirci minimamente, non riesce ad attivare la propria abilità innata come se qualcosa in lui si fosse bloccato, un inconscio ripudio verso quel potere che di recente ha portato morte e distruzione a Kiri ed in tutto il mondo ninja. Un potere tramandatogli ed insegnatogli da un uomo che si è rivelato essere indegni di tale forza. Deglutisce <Ci ero riuscito, ho lavorato tanto per averla. Perchè cazzo, perchè> arrabbiato, si dispera per il proprio fallimento. Lo Zan è totalmente sparito, svanito da qualsiasi parte del proprio corpo. E' un Oboro? Si ma ora solamente di nome, non più di fatto. L'innata per eccellenza che rende gli Houjutser capaci di imprese mai viste prima, è ora del tutto morta in lui. Deglutisce nuovamente sentendo quel groppo in gola farsi più grosso, il petto è pesante e la pancia inizia a fare male. Lancia la spada per terra, la butta violentemente allontanandola da se non riuscendo neanche più a toccarla per poi indietreggiare. Alza entrambe la mani portandole alla testa, le poggia su di esse pettinando i capelli, tirandoli leggermente e con poca forza <Cazzo> impreca senza sosta, rabbioso <Maledetto> continua a parlare <Maledetto> ripete nuovamente quella parola <Hotsuma, maledetto. Perchè lo hai fatto? Perchè? Tu eri forte, eri il mio sensei. Perchè ti sei piegato a questo demone? Perchè ti sei lasciato andare?> gli occhi divengono lucidi <PERCHE' MALEDETTO> alza la voce andando a gridare. Il braccio destro viene tirato indietro, le dita vanno a chiudersi per formare un pugno saldo e chiuso, stringe le dita con tutta la propria forza mentre tira indietro il braccio destro piegando il gomito fino al limite per poi tentare di portare in avanti l'arto allungando l'avambraccio e rilasciando il braccio stesso cercando di far impattare il pugno contro il muro del salotto, tenta di sferrare un colpo con tutta la propria forza e la propria velocità, noncurante dei possibili danni che potrebbe fare al muro od a se stesso. [Chk On][Tentativo pugno al muro]

13:31 Raido:
  [Appartamento] Gli occhi ancor più lucidi, il groppo in gola non accenna a diminuire ma neanche una lacrima viene fatto fuoriuscire, non piange, non bagna il suo viso con quelle lacrime pregne di dolore e rabbia, una rabbia che monta nel Jonin secondo dopo secondo. Avrebbe preferito non sapere niente, rimanere rinchiuso in quella cella all'oscuro di tutto, nascosto dal mondo e morire li da solo. Una fine meritata per tutto ciò che ha fatto e per quello che è divenuto ma forse ora ha la risposta ad ogni suo quesito. Lui è così ma perchè? Chi lo ha influenzato a tal punto da essere una tale persona? Il suo punto fermo, il punto di riferimento di una vita ovvero Hotsuma Oboro. Il proprio sensei lo ha seguito per anni e anni, lo ha allenato ed addestrato per divenire migliore, più potente e abile con le armi, aiutandolo anche a rivelare lo Zan sopito in lui ma adesso si accorge che gli ha anche trasmesso tutto ciò che vi è di negativo nella persona del fu Kage. Un Kage morto e sepolto capace di fare tanti danni a lui come al mondo. Scuote il capo a quella serie di pensieri che gli attraversano la mente, pensieri che si non accennano a diminuire, al contrario, non fanno altro che aumentare ed i sensi di colpa lo aggrediscono con fin troppa forza e fin troppa voracità. Davanti a lui passano davanti le vite che ha rovinato ed a cui ha fatto del male. Kaori, Fumiko, Kouki, Mekura, persone a contatto con lui che han provato il dolore. Ancora le mani vengono portate alla testa, gli occhi sempre più lucidi mentre la colpa inizia a logorarlo dall'interno, lo distrugge senza sosta con le pupille quasi del tutto invisibili. Il suo essere ninja, il suo essere a contatto con le persone continuamente lo ha portato ad avere rapporti, a conoscere gente. Uno sbaglio, un incredibile sbaglio e lentamente lo sente, il richiamo di Hotsuma e dell'oscurità che ha portato in lui. Capisce, capisce tante cose delle proprie scelte, in primis il volere quel sigillo sul proprio collo, un potere maledetto e crudele che prosciuga la vita di chiunque lo usi. Il corpo si irrigidisce, diventa un pezzo di marmo. Deve farsi perdonare in qualche modo ma non è semplice, niente è semplice in questo momento e sa fin troppo bene che il ritorno a Kusa, non solo come ninja ma come persona, può portare a galla ricordi e sofferenze e forse è questo, più di tutto, che ha fatto morire la leggenda di Raido Oboro. Scuote il viso intrecciando le dita nelle ciocche dei capelli <Mi dispiace> sussurra a bassa voce <Mi dispiace per tutto> mentre i ricordi lo tormentano, i danni che ha fatto lo uccidono piano piano. La bocca diviene arsa e secca, le labbra si screpolano per la disidratazione. I demoni dentro di lui affiorano ma la forza di combatterli è quanto mai assente. Non è più l'uomo di una volta, è cambiato, questo è certo ma non è neanche più lo shinobi di un tempo, forse quella parte di lui è morta per sempre ma cosa fare per rimediare? Come agire? Oppure non fare niente e lasciare che gli eventi lo travolgano? Una decisione difficile e complessa che l'Oboro non riesce a prendere. [Chk On]

13:45 Raido:
  [Appartamento] La mente gioca brutti, bruttissimi scherzi mentre i sensi di colpa azzerano la vita stessa. Gli basta non vedere lo Zan per capire quanto ha perso, quanto ha fatto, il dolore che ha causato e che gli è stato causato, da se stesso quanto da Hotsuma. La consapevolezza di non essere altro che il prodotto di un uomo folle, pazzo e debole che si è fatto sottomettere da un Kami. Lui, Raido, è il prodotto del fallimento, l'essenza stessa di quel significato e brucia, brucia più del fuoco stesso. Un bruciore che non può passare facilmente e che non sarebbe passato mai probabilmente. Ha perso quel briciolo di fiducia in se stesso ma forse vi è ancora qualcuno, tolto Yukio, che potrebbe riservarne per lui. Degli esseri che ha controllato in passato, che lo hanno aiutato in battaglia. I serpenti giganti dominati dal potente Manda. Non proprio amici ma è riuscito ad ottenere la loro fiducia, forse sono ancora li, forse sono ancora con loro. Non tutto è perduto e riuscire in quell'intento vuol dire che c'è ancora speranza per l'uomo, per lo shinobi. Si riporta velocemente al centro della stanza. Sospira chiudendo gli occhi, facendosi forza ed asciugando gli stessi da quella lucidità troppo dirompente. Di nuovo piega le braccia e le porta all'altezza del petto, precisamente alla bocca dello stomaco dove andrebbe ad unire le mani in segno di preghiera per poi cominciare. Con le mani unite inizierebbe a formare i sigilli del serpente, del drago, del serpente, del topo e del serpente in rapida successione, uno dopo l'altro, velocemente e senza perdere tempo e una volta fatto avvicinerebbe alla bocca il pollice sinistra e con i denti tenterebbe di incidere la carne per far uscire e scorrere il sangue. Andrebbe a poggiare il pollice sul palmo della mano destra sporcandola a sua volta di sangue. Il chakra inizia ad irradiare ancora una volta il corpo, lo smuove per tutto quanto esso, cerca di farlo muovere in direzione del braccio destro, di scorrere in ogni parte di esso per arrivare alla mano, a contatto con il sangue appena cosparso e così tenterebbe di allungare il braccio verso il pavimento per poggiarvici la mano. A questo punto cerca di portare il chakra verso gli tsubo delle dita per irradiare anche il pavimento così da creare quel sigillo dell'evocazione <Tecnica del Richiamao, Hebi> pronunciando e gridando quelle parole per evocare la biscia, già evocata in passato. Tenta di utilizzare la tecnica del richiamo e capire se può ancora, veramente, fare qualcosa. [Chk On][Tentativo Tecnica del richiamo]

13:58 Raido:
  [Appartamento] Anche questo blando tentativo si rivela un completo e totale fallimento. Il sigillo non appare nemmeno e la sua tecnica non riesce. Vuol dire una sola cosa, i serpenti sono andati a rescindere il contratto stipulato tempo orsono, ha perso quegli animali, ha perso anche la loro fiducia a tal punto che hanno preferito non avere più niente a che fare con lui. Un ultima speranza andata oramai perduta. Deglutisce per l'ennesima volta, sospira buttando fuori aria dal naso, oramai del tutto consapevole, fin troppo consapevole di quanto sia un fallimento e di quanto sia riuscito a perdere. Hotsuma ha colpa? Si ma in parte, sebbene egli sia un suo prodotto, non può dare tutta la colpa al Kage. Lentamente il chakra viene disimpastato disattivandolo completamente, annullando quella forza che gli ha concesso, privandosi di quell'energia che, per qualche attimo, è riuscito a rinvigorirlo tornando ad essere spossato, forte come un uomo normale, all'incirca. Si muove piano in direzione del cucinino e, aprendo il frigo, tirerebbe fuori del succo di frutta. Prende un bicchiere dalla credenza in cui andrebbe a versare il succo, rigorosamente alla pesca. Avvicina il bicchiere al viso, alla bocca precisamente, iniziando a bere lunghi e copiosi sorsi per dissetarsi e solo alla fine, una volta che ha svuotato il bicchiere, le labbra riacquistano parte della loro lucentezza <Devo riaprire la mia fucina e devo parlare con Yukio> commenta a bassa voce, verso se stesso <E' stato bello finchè è durato> rassegnato, disilluso. Il suo destino da ninja è morto con quell'ultima prova, il suo essere Jonin ora non conta più niente e mai più avrebbe contato. Ha perso la grinta, ha perso la voglia e la passione per quello che anni e anni di allenamento lo hanno fatto diventare. Ha perso il desiderio di mettersi alla prova, ha perso quella sensazione di eccitamento che si prova nel combattere un avversario potente <Devo trovare una scopa e una paletta, quella fucina sarà infestata da ragni e ragnatele> scuote il capo preparandosi alla sua nuova vita. Ora che la consapevolezza è arrivata può fare solo una cosa, ricominciare. [END]

Raido affronta una crisi di coscienza nell'appartamento in cui lo ha portato Yukio. Prova ad attivare l'innata ma non ci riesce per via dei traumi che Hotsuma gli ha portato e non solo, arriva alla consapevolezza di essere il prodotto del fallimento di quest'ultimo. Si ritrova a pensare a tutti gli errori fatti, alla fiducia persa, alla sofferenza che ha causato in passato. Prova ad utilizzare anche la tecnica del richiamo, fallendo anche li, capendo come gli animali gli hanno tolto fiducia. Alla fine, presa consapevolezza di tutto ciò, decide di riaprire la propria fucina da fabbro facendolo diventare il suo lavoro a tempo pieno, cominciando una nuova vita da comune cittadino.