Incontri particolari
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Giocata del 17/09/2020 dalle 15:31 alle 16:52 nella chat "Prati Fioriti"
Se potessero muoversi le orecchie, ruoterebbero parzialmente alle proprie spalle nell'udir quel passo che, lentamente, s'avvicina alla propria persona. Eppure non si sposta dalla propria posizione, attendendo piuttosto d'esser superata fin quando, i cremisi, vadano a scivolar sull'intero corpo dell'uomo che, a sua volta, la squadra. Ne assimila ogni connotato, dettaglio, caratteristica che possa in qualche modo raccontare parzialmente ciò che il Genin ha vissuto prima di quell'incontro, tuttavia, l'attenzione vien letteralmente catturata da quelle croci permanenti sulla sua epidermide che ne cingono la fronte in un macabro abbraccio. Chi sei tu, umano, sul quale capo giace una corona permanente e silenziosa, cosa cerchi attraverso le iridi nere in occhi che non lasciano trasparire emozioni, spirito, vuoti come una bambola di porcellana che ha abbandonato la mensola sul quale sostava <Oto> risponde fugace, secca, eliminando qualsiasi fronzolo che possa imbastir un discorso cordiale. La voce risulta carezzevole, giovanile, flebile come un sussurro esalato prima di passar all'altro mondo, le braccia, ora, tornano a rincorrere i fianchi, disarmata, impassibile sull'eventualità di potersi essere imbattuta sul cammino di un'assassino <la vita non è altro che una scommessa> rimbecca sollevando parzialmente il mento per sopperire alla differenza d'altezza che li contraddistingue <perciò...quanto ci si può sentir al sicuro se anche il più forte dei muri può crollare sotto la forza di una esplosione> per quanto il rifugio possa sembrar solido, anche un'agente atmosferico possiede la potenza tale di farla crollale come le speranze dei mortali. Sopravvive solo il più forte, il resto, è solo carne da macello <lo si racconta anche nelle fiabe...> snocciola il pensiero distogliendosi da Kasei per rimirar un punto in lontananza, vago, indefinito quanto la propria essenza <non fu per caso il lupo che, con un sol soffio, distrusse le case dei porcellini? Ad intrufolarsi nella loro fortezza rischiando di massacrare e dilaniare i loro corpi per nutrirsene?> qualche minuto di silenzio prima di riprendere <la furbizia fa la differenza> termina permettendo dunque allo sconosciuto di tornar a passeggiare. <Nulla di interessante, purtroppo> che abbia udito o meno quel sibilo non è dato saperlo, ma sicuro è il tono con il quale rpoferisce tale frase. Arrogante Riesce a muovere giusto un paio di passi poiché qualcosa nelle parole della ragazza lo porta nuovamente ad arrestarsi, si volta nuovamente ma questa sul volto un'espressione completamente diversa, completamente seria e tetra in un certo modo. <Hoto Dunque> Lo pronuncia in maniera sbagliata ma dopotutto è il concetto che conta, i muscoli sembrano irrigidirsi appena ed è ben difficile da notare < E' la furbizia a fare dunque la differenza nel tuo paradigma?> Domanda in maniera particolarmente retorica, non attende risposta dall'altra ma va semplicemente a procedere con il proprio discorso < Cosa può la furbizia dunque contro una potenza schiacciante? Cosa puoi inventarti quando di fronte non hai un muro umano ma una costruzione divina.> Ammette verso la figura femminile lasciando marcare sulle labbra un sorriso vagamente amaro. La mancina si solleva appena andando a sfiorare in maniera quasi inconscia quella corona di dolore e rancore che segna la propria carne fin nel profondo, fin nella propria anima ormai. < Proprio come un insetto tra mani umane nulla può per sopravvivere se non evitare di finirci. Nulla può un essere umano davanti ad un dio se non ha intenzione di diventarlo a sua volta.> Concede in favore di Hoshiko prendendosi qualche breve attimo di silenzio prima di tornare a dischiudere le proprie labbra per procedere nuovamente. < La vita è sempre una scommessa ma non a chi abbia più furbizia ma ben si a chi sia meno impotente, a chi sia più vicino ad esser divino.> Conclude verso la ragazza, completamente serio nel tono e nel dire, il giovane sembra aver saltato completamente convenevoli e buone maniere ormai. < Se da Oto arrivi è meglio per te allontanarti da qui. Ultimamente ribadisco non sembra correre buon sangue tra Oto e Kusa.> Permane immobile adesso tornando ad inquadrare con attenzione e discrezione alcuna la figura femminile. [Chk:on][2xFuuda/filo nylon/coltello] Oh, se solo non ci fosse quel bavaglio a coprirla, potrebbe risplendere il sorriso che s'allarga a tal punto da scoprir la dentatura perfetta, tuttavia, non ricambia più il suo sguardo, preferendo rimaner voltata verso la boscaglia oscura, quella che, il sole, non riuscirà mai ad oltrepassare per la fitta ragnatela di spine e fronde <Il Leone è forte, ma lento. La gazella è debole, ma agile. Credi davvero che la preda, in quanto disinteressata ad ammazzar il proprio aguzzino, abbia probabilità nulla di poter sfuggire ad un suo attacco?> scuote con flemma il cranio, ritmicamente, come un metronomo che scandisce perfettamente la musica sul quale ha deciso di danzare <Sei fermamente convinto che il singolo, seppur potente, non possa essere schiacciato dal gruppo?> solo ora, lentamente, le cremisi tornano a soppesare Kasei con invadenza disarmante, maleducata se si è più introversi <Dove c'è necessità, c'è alleanza. Dove c'è strategia, c'è vittoria. Un toro colpisce a testa bassa, e seppur di stazza più grande, chi sopravviverà tra la bestia e l'umano?> inarca un sopracciglio riprendendo a camminare per macinar la distanza che li divide. Mani pronte ad incrociarsi dietro la schiena, sostando dunque sul lombare ed accarezzate dalle punte dei capelli, essi danzano leggiadri nel vento insieme alla gonna che scopre maggiormente la coscia sinistra, tuttavia, le movenze vengono solo per qualche secondo arrestate quando, i due corpi, quasi si andrebbero a sfiorare. Rispecchiati nei cremisi, non vedi il tuo stesso dolore riflesso in un animo nascosto nelle tenebre? <Sai qual'è il reale problema?> sussurra <è che siete convinti di dover per forza abbattere quel muro umano di petto, quando...> allunga parzialmente la gamba destra in un passo laterale che la sposta dalla traiettoria frontale dell'uomo per affiancarlo <si può anche raggirare> lo sorpassa infine, tentando successivamente di aderire le spalle contro lo sconosciuto <Dei..> risata sommessa, beffarda <se ci fossero davvero, avremmo più credenti e meno guerre. Non dirmi che definisci queste creature tali nonostante il loro sanguinare una volta feriti> chiunque possa essere colpito, categoricamente è mortale, quindi, debole sotto certi aspetti, basta semplicemente coglierli <tsk..> schiocca la lingua contro il palato <la farfalla, per vivere, avrebbe dovuto non posarsi mai sulla mia persona> scaccia via l'aria dal naso per sfociar in un tacito sospiro. Si, l'ha notata la carezza sulla tua corona, principe, come l'amarezza con il quale la tua espressione assume una bellezza disarmante, incantevole <meravigliosi i ricordi donati dalle cicatrici. Ci permettono di imparare, di incanalare le nostre energie per raggiungere un'obbiettivo, uno scopo...> ... <smettila di essere intrappolato nel passato, trova la porta per uscire> azzarda, molto. S'allontana, ascoltando gli avvertimenti, consapevole del rischio che la presenza a Kusa possa rappresentare per la sua incolumità, eppure, la eccita la sola idea di poter riscontrare qualche ostacolo, esattamente come accadde con il Doku la sera precedente <Forse hai ragione...rifletterò su quanto consigliatomi> ma prima di indirizzarsi verso la fitta vegetazione, preferisce precisare un punto <Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Si migliora solo iniziando dal basso> e se rimani statico, allora non puoi ritenerti un vivente, ma una pianta che accusa il meteo passivamente. [Exit] Le iridi color inchiostro restano posate su quella figura, permane immobile osservandola con estrema attenzione e ne ascolta semplicemente le parole senza interromperla. Lascia che il silenzio faccia da lieto intermezzo prima di andare a dischiudere le proprie labbra lasciando uscire la voce bassa e vagamente roca. < Esistono umani, mostri e divinità, gli esseri umani creano gli altri due, ma qualsiasi appellativo si voglia scegliere>... < Di fatto la loro natura non cambia, non credo che siano dei ma sono esseri comunque dotati di una potenza sbaragliante. Potenza che purtroppo volenti o nolenti non può essere eguagliata neanche dal gruppo.> Osserva con attenzione ogni movimento proposto dalla donna, la lascia fare voltando appena il capo verso le proprie spalle quando lo oltrepassa. < Il problema è esattamente questo... Vi sono muri che non possono essere aggirati> Commenta appena lasciando allargare appena quel sorriso sghembo e vagamente ferale sul proprio volto e quel sorriso permane almeno fino alle successive parole della donna. I muscoli del giovane vanno a tendersi all'unisono, la mancina corre al volto, ampia va a posarsi su quella serie di croci, su quel tremendo e nefasto dono che prende a pulsare. Il cuore accellera pompando sangue impetuoso all'interno dei tessuti e quella nera fiamma nel centro del petto del ragazzo divampa alimentandosi con quel dolore e quella tremenda furia. Le palpebre tornano a serrarsi, le unghie della destra affondano nella carne del palmo stesso. <Conosco già quella porta. Una porta color vermiglio, coperta del suo sangue il problema resta nell'oscurità che vi è oltre quella porta> Sibila a voce bassa fra i denti, lo ringhia quasi sprofondando nuovamente in quel turbinio di dolore e rabbia incontrollata, affonda ancora una volta in quella stessa oscurità dovuta alla sua più totale impotenza. Le palpebre restano serrate poiche l'istinto stesso sta convogliando il Chakra esattamente in quei due punti, sente il cambiamento che lentamente sta avvenendo ma non è il momento. La destra si serra con ancora più forza lasciando che due rivoli di sangue scendano lenti lungo il pugno serrato gocciando poi per terra. Le fauci snudate e serrate con forza vanno ad aprirsi leggermente e finalmente il Genin torna a respirare, tenta di lasciar rallentare il cuore e di richiamare quell'incendio che divampa. < Il cambiamento è Ineluttabile> E lentamente le labbra vanno a macchiarsi di quel sorriso feroce e predatoriale, ancora una volta quella sete va a colmare l'animo del giovane e quelle iridi Cremisi si rivelano al mondo per qualche breve battito delle palpebre. Esattamente come una un bruco che abbandona il suo bozzolo ormai anche il ragazzo ha riavuto le sue ali dopo quel doloroso travaglio. [End]