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Il ritorno del mezzo Hyuga

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con Sango, Ichirou

21:32 Ichirou:
  [Mura Esterne] Sono passati fin troppi mesi dalla scomparsa del povero Ichirou, ben sei, sembra passata un'eternità da quando ha messo piede per l'ultima volta a Konoha, anche se si trova ora alle porte del suddetto villaggio, chissà se qualcuno si ricorderà di lui dopo tutto questo tempo e, soprattutto, nelle condizioni in cui si ritrova ora.. Una leggera brezza smuove a mala pena i suoi capelli, allungatisi durante questo periodo lontano dalla civiltà, hanno raggiunto infatti la metà della sua schiena, raggiungono quasi il suo fondo schiena, ovviamente sono corvini come il cielo notturno, come sempre, i suoi occhi perlacei sono privi delle loro bende di pelle nera, sono posizionate in un altro luogo quelle stesse 'cinture', le sue iridi sembrano essere prive di qualsiasi vita mentre scrutano lentamente i dintorni, quasi come se non si ricordasse nemmeno dove si trovi. Stanco e moribondo, lo Hyuga cammina lentamente, zoppicando e poggiandosi ad una stampella fatta con uno spesso ramo di un albero, l'unica cosa che ha trovato al suo risveglio in mezzo alla strada, un bastone che lo accompagnerà purtroppo per un bel po' di tempo, data la sua attuale condizione. I suoi vestiti sono per lo più degli stracci che coprono pezzi della sua stessa carne, sono sporchi di sangue secco, il suo, la sua casacca, quello che ne rimane almeno, è completamente a brandelli ed è rimasta attaccata a lui solo perché il colletto e la manica sinistra sono rimaste intatte in tutto questo tempo, l'addome ed il lato destro del suo corpo sono completamente lasciati scoperti, mettendo in mostra delle bende, anch'esse insanguinate, ovviamente di sangue vecchio, che vanno a fasciargli completamente il braccio destro, che non è presente, c'è solo la spalla in quella zona del suo corpo, il braccio è sparito, strappato da dei contrabbandieri, mercanti d'organi probabilmente. I suoi pantaloni, anch'essi laceri e sporchi di sangue, riescono a coprire quanto più possibile la sua parte inferiore, anche se è evidente che una delle due gambe, la sinistra, è strappata, più della destra, probabilmente per far si che chi l'ha salvato, riuscisse a curare la gamba del ragazzo stesso, anche se pure la sua gamba sinistra, da poco sopra il ginocchio è stata asportata. Niente scarpe, il coprifronte è avvolto intorno al moncone della gamba, insieme alle cinture di pelle nera, utilizzate come fasciatura dallo sconosciuto che lo ha curato, purtroppo lo Hyuga non ha memoria di questa persona per il momento. Procede dunque, zoppicando su quel bastone verso le mura del villaggio della Foglia, sperando che qualcuno si faccia vivo per prestargli soccorso.

21:44 Sango:
 DI nuovo li, su quella via a ritornar a qualcosa che non le appartiene in compagnia di quelle tre tigri che avanzano lente ed eleganti accanto a lei. Un quartetto il loro che attira l'attenzione, specialmente sulla strada battuta , ove la luna illumina il proprio corpo delicatamente. Sa bene che li si trovino i lupi di Furaya in persona, ma non ne ha paura da quando ha ricevuto il permesso di poter entrare ed uscire a proprio piacimento dal villaggio, evitando di causare danni o cose spiacevoli, cosa che riesca a fare tranquillamente. Avanza, in quello Yukata nero che avvolge delicato il proprio corpo, la cintola che rimane a stringer la vita stessa mettendo in risalto quelle forme che possiede, femminili senza alcun dubbio. Sulla schiena e sul petto destro , ricamate in bianco, svetta il simbolo del proprio clan che porta con onore. I lunghi e rossi capelli sono lasciati cadere lungo le spalle, sottili lingue di sangue che la adornano. Avanzano in silenzio, le azzurre che sondano il terreno eppure li, davanti a lei, poco lontano, riesce a percepire la stessa presenza di un uomo, un ragazzo. Il passo lento, singolo seppur con quella stampella "sento odore di sangue" la voce di Teppuyona che si eleva bassa verso di lei, grazie al suo fiuto decisamente migliore riesce a sentir tutto. Il cammino continua, le iridi a perforar quella schiena, e man mano che s'avvicina andrebbe a vedere quel che l'altro sia. Un ragazzo, lunghi capelli neri, mancante di un braccio e di una gamba < dannati sacrifici umani > stizzita senza alcun dyubbio, eppure andrebbe a superarlo di fretta, quasi a volerlo lasciare li. Non le compete dopotutto no? Un ultimo sguardo su quel viso smanciato, su quegli occhi bianchi che riconosce eppure quel viso, per quanto sia sottile, magro, sembra riconoscerlo abbastanza da fermarsi di fronte a lui < n-non puoi essere lui.. > un sussurro quasi spaventato, la luna che illumina quell'incontro, quel metro scarso che li separa, le azzurre che s'allargano, il petto stesso che sembra non muoversi più < lui.. è scomparso durante la guerra > l'ultima volta che l'ha visto, fu proprio dentro il dojo Ishiba, poi il nulla più totale. Magari si sta sbagliando! Che la poca luce le dia alla testa? Eppure non si muove, rigida come un tronco, ad osservar quel corpo, e a pregare che infondo non sia realmente lui, che sia qualche altro Hyuga, che sia ..qualcuno che non conosce. < chi sei..Hyuga? > [chakra on][evocazione cuccioli]

22:20 Ichirou:
  [Mura Esterne] Mentre il suo barcollare continua verso le porte della città, una sagoma lo supera, non che ci voglia molto data la sua estrema velocità, su una gamba sola poi, la figura viene illuminata dalla luna piena, la disidratazione, la perdita di troppo sangue ed il mal nutrimento, ovviamente, hanno fatto perdere un bel po' di peso al ragazzo, che ora sembra essere rachitico, la sua muscolatura non è più ben definita come sei mesi addietro, il suo viso è sciupato, le borse sotto gli occhi le aveva già in passato, anche se oggi, quegli stessi occhi Hyuga, sono scavati quasi come se fosse uno scheletro effettivamente, le occhiaie poi non ne parliamo. I raggi lunari illuminano la figura che staziona ora di fronte a lui, fa ancora un paio di passi, lentamente, prima di bloccare il suo cammino, il bastone tremola in mano all'alto figuro, che tremolante come un vecchietto che sta costantemente lottando con se stesso per tenere l'equilibrio, alza lentamente lo guardo perlaceo, portandolo dal terreno a quei lunghi filamenti rossi, cremisi come il sangue, andando ad osservare con calma e stanchezza i tratti somatici di quella presenza che staziona lì, immobile di fronte al suo corpo mal nutrito e privo di arti, la sente parlare, anche se il suono della sua voce pare ovattato all'interno della sua testa, come se avesse una commozione cerebrale, ma in realtà è solo la stanchezza e la poca lucidità a fargli questo effetto. Nota come ella sia quasi spaventata da questo incontro, la cosa gli inietta un dubbio nelle viscere, che lo porta a guardarla fissa negli occhi, quel colore lo ricorda fin troppo bene, è l'unico colore che lui abbia mai amato in tutta la sua vita, nonappena le sue labbra pongono quella domanda però, lo Hyuga si rende conto di essere irriconoscibile agli occhi della Ishiba stessa, i suoi occhi perlacei si muovono lentamente verso il petto della ragazza, andando ad osservare lo stemma del Clan ch'ella rappresenta, scatenando in lui un senso di rammarico e gioia al contempo. Tornando sulle sue iridi cerulee, gli occhi dello Hyuga incominciano ad appannarsi, le lacrime prendono il comando in questo preciso istante, non viene detta una parola dal figuro, che come se avesse ancora l'arto destro, proverebbe a posizionare il suo arto fantasma sul viso altrui, purtroppo senza alcun risultato, se non quello di rimanere con la spalla in avanti verso di lei e la disperazione in viso. Una scena davvero strappalacrime, ritraendo la spalla il suo guardo andrebbe dove un tempo c'era la sua stessa mano, osservandola come se ci fosse ancora, per poi scoppiare in un pianto silenzioso, muto ed atono, attivando i condotti lacrimali e rispondendo lentamente a quella sua domanda, con molta fatica <I...chi..!> il suo respiro è pesante, non riesce nemmeno a finire il suo stesso nome, non sa nemmeno che aspetto abbia per non venir riconosciuto dalla Ishiba, che lo guarda spaventata ed incredula.

22:34 Sango:
 Le azzurre che sondano quel viso, il corpo non può dirle nulla su chi sia, ma quegli occhi, li sotto la pelle tirata e le ossa sporgenti, può immaginare chi vi sia, a chi appartenga quel volto distrutto. Non riesce a muoversi ancora, il corpo rigido e teso come una corda di violino, e li la musica si spegne lasciando il silenzio stesso a scender tra loro, sotto occhi animaleschi e confusi, ma cosa le importa adesso delle tigri? Lo osserva, in quelle lente lacrime che scorrono sul volto stesso, a carezzar quel corpo quasi morto e li il cuore stesso si stringe. Sa benissimo chi sia, sa bene eppure deve chiedere, solo per non aver la conferma a ciò a cui assiste, al declino stesso dello Hyuga...un braccio..una gamba in meno..cos'altro poi? Il bastone stesso che trema sotto il peso altrui, la mancanza stessa di equilibrio e infine quell'ultima stoccata. Ichi... < ..rou> completa lei stessa il suo nome, eppure non s'avvicina ancora , le iridi che si inumidiscono prepotenti, in quel dolore e in quella stessa rabbia che ne offuscano la mente per un attimo < Andate avanti, apriteci la strada > un sibilo secco verso le tre tigri che lente, dopo qualche altro sguardo , andrebbero ad allontanarsi infine. E lei? Lei qualche passo proverebbe a farlo, malfermo, eppure il volto stesso si distorce in quella stessa smorfia di dolore < credevo fossi morto > un sussurro ad interrompere la notte stessa, a impregnarla con quel dolore, prima che provi veloce a metter fine a quella distanza, solo per provar a poggiare entrambe le mani sul suo volto, delicatamente, solo per sorreggerlo un poco < dove sei stato Ichirou > il viso verso il suo, vicino da sentirne il pesante respiro. Lente anche le mani andrebbero a scioglier quella presa delicata, solo per portarsi li, intorno al suo busto provando ad abbracciarlo e sorreggerlo < sono felice che tu non sia morto > un breve sussurro, con il corpo attaccato al suo, in quella morsa forse troppo forte eppure non vuole lasciarlo. Ha visto cosa gli manca, letteralmente, ma non è ancora tempo di chiedere, di domandare < ho una casa..qui a Konoha..ma prima devo portarti in ospedale > un dire secco, la decisione che viene presa, eppure ancora rimarrebbe li se concesso, a stringer quel corpo magro che un tempo stringeva lei stessa. [chakra on][evocazioni cuccioli]

22:55 Ichirou:
  [Mura Esterne] Le mani della di lei persona si approcciano al suo viso, un viso sciupato e stango, scavato dalla fame e provato dal dolore, sia fisico che spirituale, se provasse a richiamare il Chakra adesso, probabilmente sverrebbe nel mero tentativo di farlo. Ella completa il suo nome, alchè lo Hyuga, col viso avvolto dalle mani della rossa, andrebbe ad annuire lentamente, il suo volto assume uno sguardo ed un espressione di dolore tale, da non riuscire nemmeno a guardarla in faccia, lentamente infatti, proverebbe a muovere il mento verso un altro punto che non sia la posizione altrui, qualsiasi punto va bene, ma è talmente stanco e privo di forze, che non riesce nemmeno a liberarsi di quelle sue mani delicate intorno alla faccia, l'unica cosa che può fare è spostare le iridi perlacee verso il cielo notturno. Il volto della Ishiba si avvicina al suo, anche se non la guarda direttamente, riesce a vedere con la coda dell'occhio come lei si faccia avanti, la cosa lo sta uccidendo lentamente, il dolore che ha recato a quella ragazza lo sta facendo sentire un verme, anche se in fin dei conti non è stata colpa sua. Viene abbracciato, la testa della ragazza arriva poco al di sopra del suo cuore, muscolo che batte all'impazzata in questo istante, vorrebbe poterla cingere a sua volta, ma purtroppo non riesce, la stampella viene fatta cadere al suolo, mentre il braccio sinistro si fa lentamente strada sulla schiena altrui, andando a stringere quanto più possibile la ragazza a se, mentre la sua mano si appropria di quel suo vestiario, stringendolo con rabbia e dolore. Le sue labbra secche si schiudono di nuovo, provando a rispondere alle sue domande, ma le urla che ha tirato in questi sei mesi, gli hanno fatto perdere la voce, con quel poco che gli è rimasto, andrebbe a dire <Mi...spiace..torture...dolore..ho...paura> mentre professa parte di quello che ha passato, la sua testa si china su di lei, andando a tentare di nascondersi tra i suoi stessi capelli. Ascolta quello che gli viene detto, annuendo senza obiezioni a ciò ch'ella comanda, rimanendo tuttavia avvinghiato a lei, si per affetto, ma anche per paura, di cosa ancora non lo sa però.

23:07 Sango:
 Le calde mani finiscono su quel viso, freddo perfino per quella notte di fine estate, quando l'aria fredda inizia ad allietarli lasciando fuggire via il caldo soffocante. Ma quel freddo lo comprende, sa di cosa si tratta < guardami per favore > sussurra delicata senza lasciarlo andare via, sentendo quella lieve pressione che l'altro mette , lo vede sfuggire via da lei < mi sei mancato..siano dannati i kami se mi sei mancato.. > sussurra ancora, quasi soffocata dal groppo che si annida nella gola stessa e la stringe con forza . L'abbraccio che si fa strada in quel corpo stesso, il viso che affonda nel petto altrui nascosto dalla lunga chioma rossa.. solo i rumori vengono ascoltati, il bastone stesso che cade a terra per sentire quel singolo braccio sulla schiena. Lo stringe a se, sebbene l'altro sia molto più alto di lei, in quel vestito stretto con forza e dolore.. apprende anche lei. Quel che è successo è chiaro, molto chiaro ai propri occhi < ci sono io, non devi avere paura. Ti proteggo > una promessa, una di quelle che avrebbe dovuto mantenere in quell'ultima notte nella quale si sono visti, quando hanno scambiato di nuovo dolci effusioni proibite , ma da quel giorno tante, troppe cose sono cambiate. < vieni.. ti portiamo via da qui > un sussurro mentre carezza quella schiena per un pò, proteggendolo < Teppuyona..vieni per favore > un richiamo verso la tigre più grande delle altre, quella che s'avvicina incuriosita < dobbiamo aiutarlo..aiutami a portarlo in ospedale > lo stesso capo che s'allontanerebbe per osservar la tigre, quel suo sguardo fiero ed orgoglioso < ho promesso di proteggere voi, e anche lui. Aiutami > una specie di supplica a quella tigre, che lenta andrebbe anche lei ad affiancare lo Hyuga < Ti aiuto a salire Ichirou..teppuyona, calati più in basso > un dire che viene udito dalla stessa eppur ci vorrà qualche momento prima che s'abbassi lievemente verso terra così da permetter l'altro di poterle salire sulla groppa stessa < chi è stato Ichirou? Chi ti ha fatto questo? > le mani che proverebbero a porsi sui suoi fianchi, tenendoli con forza , con tutta la forza che possiede per tenerlo in equilibrio anche senza bastone. Se l'altro acconsentisse allora lei stessa farebbe da "bastone", accompagnandolo fino alla tigre a terra per farlo mettere sulla stessa groppa. [chakra on][evocazioni cuccioli]

23:35 Ichirou:
  [Mura Esterne] I suoni nella sua testa continuano a risuonare lontani, non la lascia ancora andare, non ancora, non la vede da sei mesi e l'unico contatto che ha avuto con un umano in questo tempo lontano, è stato con i suoi aguzzini e torturatori. Lentamente la parola gli torna, la lingua sembrava come atrofizzata, un muscolo che non veniva utilizzato da troppo tempo, non per parlare almeno, lentamente quel suo filo di voce si fa nuovamente sentire <Non ho parlato...> riesce a dirlo tutto d'un fiato, anche se ciò gli causa una lunga pausa col suo prossimo dire <Non ho...tradito..nessuno..> spiega lentamente <Mi hanno torturato...il mio..mio..> non riesce nemmeno a terminare la frase per quanto sia sotto shock. Le sue iridi si posano nuovamente su di lei, che con tono delicato professa quanto egli le sia mancato in questo periodo, la cosa ovviamente è reciproca e la 'forza' del suo abbraccio ne è la prova. Nonostante le sue raccomandazioni, le lacrime dello Hyuga non accennano a fermarsi, la paura ormai è intrisa nelle sue ossa, la mano della donna passa sulla sua schiena, un gesto che non riceveva da troppo tempo e che gli scatena una leggera pelle d'oca. La donna chiama una delle sue tigri, non si era nemmeno accorto della loro presenza, a malapena aveva notato di esser stato sorpassato poco prima, quindi è comprensibile come cosa. Ascolta tutto ciò che succede in quel frangente, come lei si ricordi ancora di quella promessa, come si stia preoccupando ancora di lui dopo tutto questo tempo, vuole farlo salire su una delle sue tigri addirittura per portarlo in ospedale, la cosa gli fa capire che non è mai stato dimenticato, non è mai morto almeno nel cuore di qualcuno <G....grazie..> proferirebbe in un sussurro strozzato dalla tristezza. Si lascia trasportare dalla ragazza, le lascia fare quello che vuole e, anche se vorrebbe, non riuscirebbe a reagire in alcun modo per ora, ma non l'avrebbe comunque fatto, si fida ciecamente di lei, quindi si avvicina insieme a lei alla tigre, tentando di salire con l'aiuto altrui <Il mercato nero...credo..volevano i miei...occhi..e quelli di altri...> guardando in basso si accorge della sua gamba e, una volta in groppa alla tigre, con la mano andrebbe a toccare quel suo arto fantasma <Non ci sono più...me li hanno..strappati..> chiudendosi in un profondo silenzio, continuando a versare lacrime su lacrime, in attesa che lei lo raggiunga sulla tigre.

16:12 Sango:
 Perchè doverlo vedere così? In quel modo tanto orribile, con il viso smagrito, gli occhi pregni di paura o forse rabbia, la stessa che si riflette nel proprio sguardo. Aveva fatto una promessa , più a se stessa che all'altro, di proteggerlo, di proteggere il suo essere tanto delicato e tanto innocente, eppure non l'ha fatto. Per l'ennesima volta non è riuscita a far nulla. Stringe i denti mentre le lacrime scivolano sulle gote, solchi che si ripetono in segni invisibili , e le mani, il corpo agiscono prima della mente per aiutarlo a sollevarsi, per sentire come il peso di quel corpo sia dimezzato < non preoccuparti adesso di questo > anche se avesse parlato non le importerebbe comunque, non a lei per lo meno che di quel villaggio interessa poco e nulla. La tigre, Teppuyona, la più intelligente tra le tre la osserva da poco lontano, ne osserva il sentimento scivolare via eppur s'avvicina come chiesto per aiutar quel ragazzo sconosciuto a lei . Lo aiuta a salire in groppa in modo tale da non cadere, l'immensa schiena della tigre dovrebbe aiutarlo in questo < non devi ringraziarmi > sussurra vicina al suo orecchio, le mani che indugiano sulle ferite, ne vede l'entità e comprende che forse non ci sia molto altro da fare, in quei brandelli staccati e non riesce ad immaginare il dolore che l'altro abbia patito in ogni singolo momento < pensavo fossi scappato da me, che ti fossi allontanato dal villaggio di tua volontà.. perdonami > un gemito strozzato che chiude la gola, la voce che non fuoriesce più, solo la soffocante consapevolezza dell'immenso errore fatto < non parlare troppo , comprendo la potenzialità dei tuoi occhi > gli occhi di uno Hyuga posson valere molto eppure rimane stranita, è li, senza un braccio ne una gamba, impossibilitato a difendersi, ma gli occhi sono ancora li - e ne è felice - < qualcosa non quadra > sussurra voltandosi un attimo indietro, verso la foresta stessa < faremo qualcosa, andiamo adesso > il passo che andrebbe a farsi più veloce, ma mantiene lo stesso della tigre, la mano destra sempre sulla schiena altrui per evitar che cada a terra < siamo ninja di Kusa e Konoha, Ichirou Hyuga, gravemente ferito, dobbiamo andare in ospedale immediatamente > frasi veloci e rabbiose alle guardie che le stanno solo facendo perder tempo, e potranno vedere le condizioni del ragazzo ma anche i suoi occhi bianchi riconoscibilissimi. Se il passaggio si fosse aperto, la rossa punterebbe direttamente all'ospedale, riconoscendolo probabilmente per la forma e l'altezza rispetto alle case normali < non manca molto > [chakra on]

16:30 Ichirou:
 In questo preciso istante, le uniche cose che riesce a sentire il ragazzo, sono delle semplici parole, ovattate e distanti dalla sua percezione, il suo udito in questo momento non riesce a connettere bene e soprattutto non gli fa capire tutto quello che sta ascoltando. Il suo sguardo, una volta salito sulla tigre della ninja, va a muoversi lentamente, andando a scrutare il manto lucido di quell'animale, che lo sta trasportando come se fosse una merce preziosa in salvo dagli occhi indiscreti che potrebbero celarsi nella foresta alle loro spalle. Dopo aver osservato quella lucida peluria, le sue iridi perlacee si volgono verso la ninja dai capelli rossi, che pare rassicurarlo di qualcosa, intimandolo anche a non ringraziarla per ciò che sta facendo per lui in questo istante, sentenze alla quale ora non trova risposte plausibili ed accettabili, il silenzio gli sembra la scelta migliore per il momento, almeno fino a quando lei non gli rivela i suoi pensieri, la cosa infatti gli fa volgere il volto in sua direzione, alla quale con un minuscolo sorriso che cerca di essere rassicurante, anche se è palesemente distrutto dal dolore e dalla tristezza, andrebbe a proferire con quel filo di voce che gli è rimasta <Non sarei mai scappato...e mai lo farei..> dopo questa sorta di confessione nei confronti della Ishiba, il ragazzo, nonostante il suo intontimento, nota come lei sia si felice di vederlo in vita, ma allo stesso tempo triste per le sue condizioni e magari anche per un motivo a lui ancora ignoto, la cosa infatti gli mette un po' di senso di colpa addosso, anche se effettivamente non avrebbe mai potuto fare nulla per resistere al suo stesso rapimento, in fondo è solo un Genin. Mentre i tre si dirigono verso l'ospedale, la rossa incomincia ad avere dei dubbi sulla faccenda, ma non è il caso di approfondire l argomento, questo lo capisce perfettamente anche in quelle condizioni, quindi lo Hyuga si limiterebbe a stare in silenzio <Grazie di tutto..> se non per ringraziarla un'altra volta prima di varcare i cancelli del Villaggio della Foglia.

16:41 Sango:
 Ha dubitato di lui, eppure quel giovane dal volto bello e gentile non sembra esistere più, trascinato via da quella maschera di dolore e angoscia. Chissà che dolore abbia provato, pensieri che si affollano nella mente ad ogni falcata e sebbene stiano andando abbastanza piano per i propri gusti, la tigre non riesce ad esser più agile con il suo peso addosso < spostatevi > sibili verso coloro che si trovano per le strade, passare per i tetti sarebbe troppo rischioso . La destra che ancora lo trattiene per la schiena, poggiata col palmo per aiutar il suo baricentro a rimanere perfetto, eppure sente la sua pelle li sotto, come non sia veramente calda, come se fosse quella di un morto < non ti lascerò morire davanti ai miei occhi > sibila ancora spostando lo sguardo su di lui, ma le lacrime ne appannano la visuale < non di nuovo > un pensiero, un ricordo che si fa forza nella mente . Lunghi capelli bianchi immersi nel sangue, un sorriso dolce spento e un urlo, il proprio, a squarciare il cielo sotto la pioggia. Un dolore che si inerpica dentro di se, la attanaglia < perdonami per aver dubitato > riporta lo sguardo in avanti, la vergogna che cala su di se per aver solo dubitato di lui, per un attimo, per non vederlo tornare, per il proprio egoismo che la rende cieca. < continua a parlare Ichirou > la sua voce sarebbe stata la vita < cosa ti ricordi? Cosa è successo? > cerca di farlo ragionare, di tenerlo sveglio come può e far quelle domande è la cosa più semplice di tutte. I passi che li portano in vista dell'ospedale, non manca poi molto a quella velocità per arrivarci ma ancora sono lontani < ricordi quanto tempo è passato dal nostro ultimo incontro? > quell'incontro a Kusa, quello per la quale poi l'aveva anche rimandato a Konoha < ti hanno rapito quel giorno mentre tornavi qui? > vuole sapere la risposta eppure ne ha un terrore folle, di esser stata lei ad averlo abbandonato . Non era protetto, solo, per chissà quanto tempo e chissà dove ad esser torturato. Attende la sua risposta ma non osa guardarlo, non ancora. [chakra on]

17:10 Ichirou:
 Il suo udito non si è ancora del tutto ripreso, quindi cerca di ascoltare come meglio può le parole della sua interlocutrice, sente come lei si stia facendo strada tra le persone, quasi non curandosi del fatto che potrebbero spaventarsi nel vedere un mezzo cadavere in groppa ad una minacciosa tigre, anzi, magari senza il quasi. Il suo sguardo, vacuo e stanco, si sposta dalla sua accompagnatrice a colei che lo sta trasportando, la cosa gli provoca un leggero giramento di testa, ma probabilmente è solo colpa della sua situazione attuale, le parole della rossa però, gli portano via quel dolore di dosso, anche se per un istante solamente, in fondo, ci tiene ancora a lui, pensava di esser stato dimenticato da tutti durante il periodo di prigionia, ma a quanto pare si sbagliava. La donna gli chiede scusa, un perdono che non può concedere, dato che secondo lui, non ha fatto niente di sbagliato, con la sinistra infatti, tenterebbe di raggiungere la spalla destra della ninja, se gli fosse stato concesso, poggerebbe quel unico arto rimasto su di essa, tentando di rassicurarla e che non porta nessun tipo di rancore nei suoi confronti <Non c'è bisogno che io ti perdoni..non hai fatto nulla di sbagliato> il braccio teso lo fa sbilanciare un pochino, quindi viene ritratto dal ragazzo, che prontamente, anche se con una certa lentezza, lo andrebbe ad appoggiare sulla schiena della tigre per ritrovare l'equilibrio. Le prime domande incominciano ad arrivare come dei fulmini a ciel sereno, la memoria non lo potrebbe mai ingannare a riguardo, infatti i suoi occhi perdono ogni segno di lucidità, andando a perdersi su un punto fisso, cominciando lentamente a rispondere a quei suoi quesiti <Mi ricordo un sacco sulla testa..> comincerebbe a spiegare <Mi hanno tolto l'ossigeno per farmi svenire, non so dove mi abbiano portato.. al mio risveglio mi ritrovai in una specie di prigione, un cubicolo largo appena il doppio delle mi spalle..> quindi non molto spazioso <C'era una sola finestra sulla mia testa, sbarrata ovviamente, non mi potevo neanche sedere per quanto era restrittivo quel posto.. ogni volta che aspettavo che venissero a prendermi, rimanevo dei giorni in piedi a guardare il tempo che passava fuori da quel buco.. la parte peggiore era quando arrivava la pioggia, che portava acqua e fango dentro la mia cella, arrivando a riempirla fino a quando non raggiungeva il mio mento.. ringrazio la mia altezza per questo..> racconta il ragazzo con non poco shock nella voce e nello sguardo <Credo siano passati tre mesi circa e credo che mi abbiano rapito due o tre giorni dopo la mia partenza.. questo non me lo ricordo purtroppo.. I dettagli delle torture direi che te li posso risparmiare.. penso che siano abbastanza evidenti..> se Sango stesse cercando di tenerlo sveglio, ora è probabile che non dormirà per qualche giorno, anche se lo fa per tenerlo cosciente. Sposta in fine lo sguardo su di lei, quel suo sguardo vacuo e privo di apparenti emozioni, guardandola come se fosse la cosa più vicina che lui abbia mai avuto, cosa che forse non è del tutto sbagliata, attendendo quindi il suo proferire dopo ciò che le ha rivelato.

17:35 Sango:
 Sente quel contatto, la mano che si poggia sul proprio essere e viene ripresa dalla propria immediatamente. La stringerebbe delicatamente, le dita che lo accarezzano e il passo che si fa meno veloce per quel momento < avrei dovuto cercarti e non lasciarti andare > sussurra lasciandogli la mano, la stessa che si artiglia di nuovo al pelo della tigre . Le domande sfuggono dalle labbra, sono diverse, forse nemmeno troppo coerenti, ma tutto pur di sentirlo ancora vivo . Il racconto avanza, così come la loro corsa, avanzano entrambi verso la meta e i denti che si stringono in un ringhio profondo , lo stesso che le fa vibrare la gola di rabbia e odio, risentimento che sprigiona da ogni poro < se solo li avessi qui tra le mie mani > un sibilo per se stessa, li avrebbe ripagati con la stessa moneta e anche peggio, si sarebbe sfogata su di loro fino a divenir peggio < pioveva spesso? > un dubbio che la assale, se la pioggia e il fango erano periodici, il loco può esser solo uno in quella terra < cosa vedevi oltre la finestra? Erba? Alberi, roccia nuda, freddo, acqua, nebbia? Qualsiasi cosa è importante per aiutarmi a comprendere dov'eri > ogni elemento di quelli li avrebbe condotti in un preciso luogo. Kiri, Kumo, Oto, Ame, Kusa, Iwa, tutti i villaggi hanno un loro clima e delle caratteristiche particolari. < tre mesi > tre mesi di torture, di dolore fisico emotivo, psicologico < perdonami, ma devo sapere, per poterti aiutare > deglutisce < quanto tempo fa ti hanno strappato gli ..arti > cerca di divenire fredda in quel frangente, di esser gelida per poter analizzare meglio anche la sua situazione, ci sarà qualcosa da poter fare, da poter agire < ma non ti hanno strappato gli occhi nonostante li volessero. Questo è strano > rimugina sull'accaduto. Volere qualcosa, averla a portata di mano, ma lasciarla andare? < non è logico, non è sensato. Avrebbero potuto ucciderti ma non lo hanno fatto, per di più consapevoli delle tue condizioni, e ti hanno chiesto delle informazioni sui villaggi immagino > la mente che vola avanti e indietro cercando di unire tutti i puntini < ricordi il loro aspetto? > un altro segno che potrà aiutarli, ma l'ospedale è davvero vicino < stiamo per arrivare, non preoccuparti > [chakra on]

17:56 Ichirou:
 La ascolta, è l'unica cosa che può fare in questo momento, sente come lei si stia facendo divorare dai sensi di colpa pur non avendo colpa alcuna <Non potevi sapere cosa mi fosse successo.. non darti colpe che non hai..> ammetterebbe con un filo di voce. La sente mentre progetta una sorta di vendetta nei confronti dei rapitori del ragazzo, ma la cosa non lo rasserena più di tanto, dato che non sa nemmeno tra quanto si faranno vivi ne per quale motivo lo faranno, se lo dovessero effettivamente trovare di nuovo si intende, decide però di lasciar perdere quel pensiero per il momento, concentrandosi di più sulle prossime domande che gli vengono fatte dalla sua interlocutrice <Non così spesso, in tre mesi avrà piovuto si e no quattro volte in totale.. la finestra era sopra la mia testa, non sono riuscito a vedere molto, ma non c'era vegetazione, era tutta roccia e terra credo.. quando l'acqua entrava da sopra la mia testa, trasportava solo sassolini e terra, niente erba ne foglie..> spiega in direzione altrui, spalancando gli occhi appena gli viene domandato degli arti mancanti, una cosa che ricorda fin troppo bene <Non son passate più di tre settimane da quando mi hanno tolto la gamba, il braccio invece un mese fa..> i dubbi della donna però sono più che giusti, se cercavano degli occhi Hyuga, perché non prenderseli direttamente? <Non erano esperti.. te lo posso assicurare..> la mano sinistra andrebbe ad appoggiarsi al moncherino della gamba gemella <Non hanno fatto per niente un ottimo lavoro con quello che mi hanno tolto.. forse per quello non hanno preso i miei occhi.. credo di potermi ritenere fortunato in parte..> con quanta ironia vengono dette quelle parole, due arti gli sono stati sottratti e lui ancora parla di fortuna. Annuisce semplicemente a quelle sue ultime domande sui villaggi, per quanto riguarda l'aspetto dei suoi rapitori invece <Mi dispiace.. ma non me ne ricordo.. non ho parlato dei Villaggi, non ho dato informazioni di alcun genere.. le uniche volte che ho aperto bocca erano solo per soffrire..> la testa del giovane si china in segno di colpa <Mi dispiace..> andrebbe dunque a chiudersi in un lungo silenzio.

18:11 Sango:
 < e avrei dovuto cercare di capirlo > geme , le labbra che si arricciano a quel pensiero, ma ci sarà tempo per pensarci su, ne passerà diverso per potersi incolpare a dovere, ma non adesso, e non con lui < non preoccuparti di questo adesso > gentile, ci prova ad esserlo, di donargli una carezza sul capo tra i lunghi capelli . Li sente, sporchi e annodati < hai bisogno di un bel bagno dopotutto > prova a scherzarci, a cercar di sollevar per un poco quell'animo triste e scuro . Apprende le informazioni, la vegetazione mancante, tutto quanto < Iwa. Mi viene in mente solo Iwa con le sue rocce, è famosa per gli scavi nelle loro montagne > va alla ricerca di qualche altro indizio dei villaggi, li ha visti , li ha studiati, sa come sono fatti, e il fattore roccioso la convince che sia quello il posto dove iniziare . Le mani che si stringono in pugni stretti, le unghie che affondano in quella che non lo sta tenendo, tremando per quel che sta sentendo < mi dispiace di non esserci stata > come può davvero scusarsi o perdonarsi per averlo lasciato li, da solo, torturato per mesi, senza una gamba e senza un braccio . Le lacrime calde che tornano violente su quel volto, lo impregnano di dolore e di rabbia < adesso sei al sicuro > lo è davvero, in quel villaggio nessuno lo avrebbe attaccato < dunque questa è una dichiarazione di guerra. A konoha, al tuo clan..e a me . E sta certo, che io sarò quella di cui dovranno aver più paura > lascia che il chakra si muova violento fuori dal proprio essere, che possa ribollire di rabbia, che possa esser da monito a chiunque le si avvicini < non devi dispiacerti tu, non devi scusarti > le iridi che lo trovano li, stanco, silenzioso, con quel capo sempre chino per qualsiasi motivo. < sei sempre stato troppo gentile e innocente Ichirou > una verità che sfarfalla delicata, spera di non ferirlo lei stessa < non devi darti le colpe di tutto > ma ormai sono davanti l'ospedale, lei stessa che si fa avanti per prima per spalancare quelle stesse porte ed entrare seguita dalla tigre e dal giovane . Con quell'entrata , specialmente anche per il ringhio della tigre, avrebbe qualche paio d'occhi addosso, ma poco importa, quel che cerca son dei dottori < ci serve aiuto > come se non fosse evidente < è stato rapito , gli hanno portato via la gamba e il braccio. Malnutrito, dovete far qualcosa > ringhia mentre diverse mani si andranno a dar da fare verso il ragazzo per spingerlo via dalla tigre verso una barella e verso una delle stanze < rimarrò qui , Ichirou > una promessa quella, lo avrebbe atteso, avrebbe aspettato qualsiasi cosa, qualsiasi intervento, per poi stargli un poco vicino . Ma adesso necessita di sentire Furaya sama. La rabbia che ribolle < andiamo Teppuyona, la caccia comincia. > [end]

Role extemp - prima della presa di Oto

Ichirou torna a Konoha dopo esser stato rapito, senza due arti. Sango trovandolo li lo porta immediatamente all'ospedale.

Role importante per il bg di Ichirou