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Costole sbriciolate come ceneri farinose

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con Koichi, Jikan

17:14 Jikan:
  [Carcere - Portone d'entrata] Il clima soleggiato è forse il peggiore per i detenuti, costretti a subirsi quei lucenti raggi che passano attraverso le sbarre ed illuminano una sporca parte della loro misera cella. Vedono le minuscole particelle di polvere che fluttuano, illuminate da quel caldo flusso, che rammenta loro ciò che c'è all'esterno di quella punizione destinata a non finire mai. D'altronde che altro modo c'è di tenere al sicuro la popolazione se non quello di rinchiudere in una stanza chi è una minaccia per sé stesso e gli altri? Eppure un pierrot, personaggio noto per essere altamente pericoloso anche grazie alla taglia che pende sulla propria testa, cammina sul posto di fronte al grande portone che impedisce l'accesso alla prigione. È Jikan Kakuzu, anche se nessuno lo può riconoscere come tale, privato di un volto e di un'identità, in attesa di qualcuno che ha contattato tramite un rotolo con la scusa di offrire servizi di medicazione ai detenuti. Indossa un abito buffo ed elegante allo stesso tempo, quel che ci si potrebbe aspettare da un clown, con un papillon nero legato stretto al collo, delle ghette bianche in corrispondenza della caviglia, e un paio di guanti bianchi leggermente macchiati sporcati da sangue secco, che potrebbe sembrare anche terra per via del colorito marrone scuro. Ovviamente non manca la sua maschera spaventosa che, oltre ad essere così aderente da coprire interamente i tratti del suo viso, maschera la sua voce rendendola quasi elettronica, ad ogni modo l'importante è che sia irriconoscibile. In quest'ultima è raffigurato un sorriso malato, deforme, quasi irriconoscibile e disumano, simbolo in cui Jikan si sta identificando sempre di più. Ci sono anche due guardie a sorvegliare l'entrata, altamente equipaggiate per resistere a un attacco, munite entrambe di ricetrasmittente. Non battono ciglio, guardano dritto e non si fanno distrarre da nulla che non sia importante. < ᴅᴏᴠʀᴇʙʙᴇ ᴇꜱꜱᴇʀᴇ qᴜɪ ᴀ ᴍᴏᴍᴇɴᴛɪ. > Il Genin è inquieto, è da molto tempo che ha quella ferita e gli sta creando sempre più problemi. Le sue fibre, dall'interno, hanno, per tutto quel tempo, provato a contenere i danni ma è chiaro che non possano fare molto se non fermare le occasionali emorragie. Le costole sono fratturate, tutte, se lui riesce a stare in piedi senza piegarsi come un fiore spezzato è solamente grazie al tessuto fibroso che funge da supporto all'intera struttura del suo corpo. Non era solito praticamente a nessuno visitare il carcere di Hoozukijoo, nemmeno per Jikan lo era, perciò sarebbe sicuramente stata una giornata interessante quella, presumendo che il suo contatto si sarebbe presentato.[Chk off]

17:37 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] Un tessuto liscio e curato, che si dipinge accuratamente su quella fisionomia maschile, rivestendo il busto in un'elegante composizione: una camicia scarlatta che verrebbe sporcata soltanto da quel cravattino nero che, dal collo d'egli, cadrebbe sinuosa fino alla zona dello stomaco o poco oltre. Ben fermata, sostenuta da un ferma cravatte, che la lega all'indumento sottostante. Inferiormente un paio di pantaloni neri che fasciano accuratamente le leve inferiori, mentre queste si prodigano in una seque4nza di passi, lenti e dalle ampie falcate, intenzionato a disertare dal flusso cittadino, da quel fulcro, per avvicinarsi maggiormente a quell'imponente struttura in cui sarebbe stato richiamato, alla quale non ha deciso di rispondere, ma soltanto perché sarebbe risultato un inutile spreco di tempo: quello per imbrattare un foglio candido con dell'inchiostro. Ha preferito cogliere nell'immediato l'invito e dirigersi presso il punto prestabilito, solcando su quel terreno erboso, con il flusso di chakra già attivo all'interno del proprio organismo. Una pelle nivea, dal candore della porcellana, mentre la fronte viene sporcata da quei ciuffi corvini che discendono, con armonia, incorniciando la presenza. Occhi che vengono rinchiusi dietro a delle lenti a contatto, per presentarsi con la tonalità cremisi che potrebbe risaltare particolarmente, come se fosse un vago esponente del clan maledetto, con cui ha solamente collaborato in precedenza. Il silenzio lo avvolgerebbe, in un abbraccio candido, come il dorato presenziar del sole che accarezza il Chuunin e sembra sospingerlo in luoghi oscuri e proibiti, se non fosse per quel richiamo, da quelle parole impresse con tanta gentilezza e determinazione. Risponde con altrettanta volontà, lasciando che nessuna tipologia d'arma possa essere presentata, se non la stessa essenza del genetista. Occhi attenti, percezione ad ogni minima variazione, fin quando non dovrebbe risultare dinanzi al Pierrot ed alle due guardie, a protezione del portone. <Non m'attendevo il tappeto rosso, ma...> Inclinerebbe appena la nuca verso destra, lasciando appena pronunciato quel tocco di ironia, proseguendo ad oltranza. <Dovrei aver ricevuto un invito o qualcosa di...> Raddrizzerebbe la testa, mentre sembra che la mente stia focalizzando nuovamente l'immagine di quel rotolo e della sua firma stramba. <... discretamente simile.> Tornerebbe silente ora, cercando di cogliere eventuali sviluppi. [Chakra On][Equip.Scheda]

18:12 Jikan:
  [Carcere - Corridoio principale] Occhi attenti non avrebbero potuto fare a meno di notare la meticolosità con cui quel carcere era stato progettato. Migliaia di metri di campi, senza colline né fiumi, era possibile notare un uomo correre in quella distesa verde anche in lontananza. In sostanza oltre ad essere difficile da assediare, era anche ardua da evadere, una fortezza architettata per non avere punti deboli. Ora, però, è il momento di concentrarsi su ciò che è importante per il giovane Kakuzu, ovvero farsi curare. Un piano furbo, il suo, quello di ingannare un qualsiasi medico nel portare il suo servizio al carcere, per poi farsi curare. In realtà non sarebbe stato tanto poi necessario: l'ospedale non si è mai rifiutato di curare nessuno. È da capire anche il modo di fare dei pierrot, che per certi è oscuro mentre altri li catalogano come dei criminali sotto le spoglie di giustizieri assetati di conoscenze. Molto semplicemente ciò che un pierrot arriva a ricercare, comunemente, è una situazione interessante, che lo stimoli e che lo porti a sapere qualcosa di nuovo. Ecco perché è stato necessario convocare un medico al carcere. < ꜱɪ, ɢʀᴀᴢɪᴇ ᴅɪ ᴇꜱꜱᴇʀᴇ ᴠᴇɴᴜᴛᴏ. ꜱᴇ ʜᴀɪ ᴀʀᴍɪ ʟᴀꜱᴄɪᴀʟᴇ ᴀʟʟᴇ ɢᴜᴀʀᴅɪᴇ, ɴᴏɴ è ᴩᴇʀᴍᴇꜱꜱᴏ ᴇɴᴛʀᴀʀᴇ ᴀʀᴍᴀᴛɪ. > Sta recitando una parte, il Genin, e forse gli sta riuscendo anche troppo bene. Questo è anche un allenamento per lui, quando dovrà prendere parte a spettacoli e attività circensi durante le missioni della sua corporazione dovrà metterci molto più impegno e non potrà permettersi di sbagliare. Dopo aver visto la figura di Koichi ammette a sé stesso, internamente, di non aspettarsi un tipo come quello. Non che gli fosse stata data una descrizione precisa, ma quando ha pensato a un "medico", non se lo era di certo immaginato così. Poco male, insomma, l'importante è che sappia curare. < ꜱᴇɢᴜɪᴍɪ. ᴛɪ ᴩᴏʀᴛᴏ ɴᴇʟʟᴇ ꜱᴛᴀɴᴢᴇ ᴅᴇʟʟ'ᴀᴍʙᴜʟᴀᴛᴏʀɪᴏ. > Non appena Jikan si avvicina allle grandi porte, quest'ultime iniziano ad aprirsi, con ciò coincide un rapido movimento delle guardie, che fanno un celere saluto per poi tornare in allerta. Sarebbe dunque entrato all'interno della struttura e avrebbe continuato a camminare dritto, lungo un freddo corridoio completamente illuminato da luci bianche. Quello sarebbe il momento perfetto per chiarire eventuali dubbi. < ɪᴍᴍᴀɢɪɴᴏ ᴄʜᴇ ᴛᴜ ᴀʙʙɪᴀ ᴛᴜᴛᴛᴏ ᴄɪò ᴄʜᴇ ᴛɪ ꜱᴇʀᴠᴇ. ᴅᴀ qᴜᴇʟ ᴄʜᴇ ꜱᴏ ɴᴏɴ ᴄɪ ꜱᴏɴᴏ ᴄʜɪꜱꜱà qᴜᴀʟɪ ʀɪꜰᴏʀɴɪᴍᴇɴᴛɪ ᴍᴇᴅɪᴄɪɴᴀʟɪ ɴᴇɢʟɪ ᴀʀᴍᴀᴅɪ. > Il che ha anche senso sotto un certo punto di vista, giacché la maggior parte dei prodotti venivano sempre destinati all'ospedale. L'opinione pubblica crede che sia molto più importante curare i cittadini che i criminali in prigione. [Chk off][Maschera Pierrot]

18:27 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] Seppur possa sembrare decisamente singolare come personalità, dalle sembianze decisamente estranee a quelle dei comuni medici, il suo ruolo sembrerebbe esser stato riconosciuto al punto da essere stato convocato in quella struttura, avvertendo inizialmente la chiarezza riguardo le armi presenti con sé. <Se consideriamo la mia stessa essenza una potenziale arma, neanche il sottoscritto potrebbe subentrare all'interno di questo...> Preciserebbe, calcando poco più il tono: <...divertente...> Applica una debole pressione di flessione verbale: <...perimetro.> Le labbra si allungano dunque, quasi ad ostentare un vago sorrisetto, quello che potrebbe essere prodotto della propria coscienza, frutto dei propri limiti e della possibilità di spezzarli, interagire con essi affinché crollino al passaggio del Chuunin. <Ad ogni modo, mi son procurato solo qualche minima formalità, in quanto non mi aspetto di trovare un assortimento decente.> Dunque prenderebbe passo, iniziando ad inseguire quella particolare figura, il quale riuscirebbe ad innestare un movimento celere delle guardie, pronte ad aprire il portone e chiuderlo conseguentemente, ritornando totalmente attivi e vispi nella guardia di quella fortezza. <Poco controllato, sembra.> Quando gli giungerebbe quell'informazione che ricalca la loro bassa presenza di equipaggiamento medico, sembra smorzare l'intera situazione con un qualcosa di meno formale. <Solitamente le stanze d'ambulatorio sono equivalenti alle stanze di tortura.> Esplicherebbe, con un respiro gentile e cauto, permanendo attento ad ogni particolare, come se volesse analizzare ogni minima particella al suo interno. La memoria che sfiora ogni parete, ogni corridoio ed ogni singola orma che imprime, per avere una vaga idea del sentiero percorso, per creare una mappa puramente mentale, che potrebbe risultare comoda, in un secondo piano. <Dopotutto lì si trovano dei coagulanti, quelli minimi ed essenziali, per permettere ai pazienti di non morire.> La lingua che scivola lesta sulle proprie labbra, quasi secche o pregustando un sapore che per ora manca. <Non tutti prediligono la vita, quando si è dinanzi ad un sentiero tortuoso.> Aggiungerebbe poi: <Non tutti hanno la forza necessaria per piegare e distorcere.> Le spalle che andrebbero a sollevarsi, in una scrollata rapida, come se un debole accumulo di polvere lo avesse infastidito, posandosi sul proprio corpo. <Posso almeno sapere chi mi sta scortando, un vostro nome in codice.> Dopotutto ha già adocchiato le pedine dell'Hasukage nella sua tenda ed è cosciente di quanto possano essere pericolosamente brutali. Meglio conoscere il confine, prima di oltrepassarlo. [Chakra On][Equip.Scheda]

19:03 Jikan:
  [Carcere - Stanze del personale] Che senso aveva un corridoio così lungo e illuminato all'interno di un carcere? Il motivo è presto intuibile: la stanchezza. Camminare, anzi, correre, all'interno di quel corridoio così lungo è stancante, richiede molte energie di cui, solitamente, i detenuti non dispongono. È praticamente impossibile percorrerlo interamente senza accusare un minimo di affaticamento. < ꜱᴇ ɴᴇ ᴩᴀʀʟᴀꜱꜱɪ ᴄᴏɴ ʟᴇ ɢᴜᴀʀᴅɪᴇ ᴩᴇɴꜱᴇʀᴇʙʙᴇʀᴏ ᴄʜᴇ ᴛᴜ ꜱɪᴀ ᴜʙʀɪᴀᴄᴏ. > D'altronde ciò che importa loro è proteggere il carcere dalle possibili minacce, minacce concrete e dirette. Non sanno ragionare molto in termini di essenza. < ʙᴇɴᴇ. ᴏᴠᴠɪᴀᴍᴇɴᴛᴇ ɴᴏɴ ᴩᴜᴏɪ ʀɪᴠᴇʟᴀʀᴇ ᴀ ɴᴇꜱꜱᴜɴᴏ qᴜᴇʟʟᴏ ᴄʜᴇ ʜᴀɪ ᴠɪꜱᴛᴏ qᴜɪ ᴅᴇɴᴛʀᴏ, ɪʟ ɴᴏꜱᴛʀᴏ ᴀᴄᴄᴇꜱꜱᴏ qᴜɪ è ꜱᴛᴀᴛᴏ ᴩɪᴀɴɪꜰɪᴄᴀᴛᴏ ᴇ ʀᴇɢɪꜱᴛʀᴀᴛᴏ. > Si tratta di una prigione di massima sicurezza, non di una visita al manicomio. È chiaro che chi gestisce quel posto sa quel che fa ed è molto attento a quel che succede all'interno della prigione. < ʟ'ʜᴏ ɴᴏᴛᴀᴛᴏ ᴀɴᴄʜᴇ ɪᴏ, ᴄʀᴇᴅᴏ ꜱɪᴀ ᴠᴏʟᴜᴛᴏ. > Replica, confermando l'osservazione sulla mancanza di controlli. Il Kakuzu pensa che sia volutamente così, che i sistemi di controllo e di sicurezza siano celati fino a quando non sono necessari, in tal modo nessuno sa veramente cosa aspettarsi. A dire il vero Jikan non ne sapeva poi così tanto su quel posto, gli era stato detto indicativamente come raggiungere l'ambulatorio e come fare per accedervi, il minimo indispensabile per evitare di essere cacciati subito. Ovviamente, nel recitare quella parte, doveva mostrarsi a conoscenza di tutto. <ꜱᴏɴᴏ ꜱᴇᴍᴩʟɪᴄɪ ꜱᴛᴀɴᴛᴇ ʙɪᴀɴᴄʜᴇ ᴄᴏɴ ᴜɴ ʟᴇᴛᴛɪɴᴏ, ᴜɴ ʟᴀᴠᴀɴᴅɪɴᴏ ᴇ ᴅᴇɢʟɪ ᴀʀᴍᴀᴅɪ.> Proseguendo, sarebbero dovuto passare attraverso due porte blindate, il tutto guidato da delle guardie responsabili all'accesso di visitatori. Poi verrebbero indirizzati indirizzati verso una porta rossa a sinistra, con un meccanismo di Id-card che consente l'accesso solo al personale autorizzato. Si trovano nelle stanze dedicate allo staff e da li possono raggiungere gli armadietti dedicati al personale medico che, di conseguenza, consentono l'accesso all'ambulatorio. Non presta molta importanza ad alcune parole proferite da Koichi, non perché non gli importino ma poiché in quel preciso momento la sua testa era concentrata sul fatto che il piano funzioni. Sta pensando a cosa avrebbe detto per confessare il reale motivo di quella convocazione. < ɴᴏɴ ʟᴀ ᴄᴀᴩɪʀò ᴍᴀɪ ʟᴀ ɴᴇᴄᴇꜱꜱɪᴛà ᴅɪ ᴅᴀʀᴇ ᴜɴ ɴᴏᴍᴇ ᴀᴅ ᴏɢɴɪ ᴄᴏꜱᴀ... ᴄᴏᴍᴜɴqᴜᴇ, ꜱᴇ ᴩʀᴏᴩʀɪᴏ è ɴᴇᴄᴇꜱꜱᴀʀɪᴏ, ᴩᴜᴏɪ ᴄʜɪᴀᴍᴀʀᴍɪ Yᴀʙᴀɴ'ɴᴀ.> Un nome inventato sul momento a dire il vero, che non gli appartiene in nessun modo, tant'è che non l'ha mai usato prima di allora. Ciò gli rammenta al tempo stesso che forse è venuto il momento di elaborare un nome in codice da pierrot. Ha rimandato la cosa da troppo tempo, deve inventarsi qualcosa che anche i suoi colleghi possano usare per chiamarlo o semplicemente per riferirsi a lui. < ᴄɪ ꜱɪᴀᴍᴏ qᴜᴀꜱɪ. >[Chk off][Maschera Pierrot]

19:16 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] Metri su metri che verrebbero ridotti dal passeggiare quieto del duo, che sembrano essere dei semplici visitatori in quel carcere di massima sicurezza, notando come il corridoio sia decisamente lungo ed estenuante, per chi non ha una capacità lodevole di movimento. Studia quella conformazione, quelle pareti che scivolano da entrambi i lati, mentre la luce artificiale li accompagnerebbe al primo blocco, quelle formulate da più porte blindate, decisamente accurate da un membro responsabile e dalla registrazione che sembra essere stata pervenuta direttamente dall'opposto. <Direi... diligente.> Un complimento, neanche troppo velato d'altro canto, verso quella stramba figura. Davvero può considerare l'avverso in quel modo, senza aver la minima preoccupazione di guardarsi allo specchio? Ma procediamo oltre, rientrando facilmente sulla porta a sinistra, in quel luogo adibito al personale addetto, soprattutto in vista dell'ingresso necessario: la carta magnetica che viene fatta scivolare per attivare il meccanismo di riconoscimento e dunque convalidare l'ulteriore movimento. <Addirittura un lavandino?> Sembrerebbe procacciarsi in un'altra battuta, provando quasi nel tentativo di alleggerire maggiormente la situazione, come se avvertisse la tensione che si respira facilmente in quei condotti. Non infastidito, ma sicuramente avrebbe preferito passeggiare sotto una volta notturna, illuminata dalle stelle, e con una buona dose d'alcol, anziché inseguire uno sconosciuto che sembra chiamarlo, improvvisamente. <Però non concepisco una cosa, in tutto ciò.> Attenderebbe di esser da solo con l'altro, rimanendo totalmente concentrato sull'altra persona, per scrutare ogni minima variazione del corpo altrui. <Se c'è una stanza addetta a ciò, ipotizzo che prima di me, vi sia qualcuno che potesse sfruttarla.> Non che abbia ripensamenti a riguardo, ma non comprenderebbe l'intento di richiamare un altro medico, dato che dovrebbe risultare di ruolo già un suo collega. <Non mi importa se possa risultare veritiero o fasullo, ma avere un attributo con cui identificare un'identità...> Smorza appena le labbra, in un vaga smorfia. <E' comodo, decisamente.> Si rasserena. <Forse non è propriamente necessario, ma sicuramente permette di comprendere maggiormente, anche in vista di ipotetici rapporti da comunicare.> All'emblema di maggior spicco, alla figura dietro cui si muove quel corpo organizzato, simile agli Anbu già conosciuti e validati. Un corpo speciale, qualcosa che possa rispondere non al Villaggio, ma direttamente alla persona che ne interagisce, che muove buona parte dei fili del territorio in cui sostano. <Forse sarebbe comodo sperimentare un mezzo di trasporto interno.> Sbuffa appena dalle narici, non infastidito, ma pacato. [Chakra On][Equip.Scheda]

19:53 Jikan:
  [Carcere - Ambulatorio] Tutte le stanze percorse hanno fino ad allora in comune la caratteristica di contenere il minimo necessario quanto a mobili. Non ci sono cactus in vaso e comodini all'angolo dei corridoio, o quadri colorati a ravvivare l'atmosfera. Le sfumature del grigio predominano e lo stesso vale per la stanza dedicata al personale medico. Gli armadietti sono impolverati ma funzionanti, alcuni di essi contengono camici, guanti e stetoscopio. < ꜱᴇʀᴠᴇ ᴜɴ ᴄᴀᴍɪᴄᴇ?> Domanda che potrebbe facilmente essere considerata ironica. Ad ogni modo non si sarebbe fermato più di tanto, il Pierrot, e avrebbe continuato a camminare, aspettandosi che lui lo seguisse, fino a raggiungere una delle stanze dell'ambulatorio. Prima però deve chiarire un dubbio che potrebbe mettere a repentaglio l'intero piano. < ᴛᴜᴛᴛɪ ɪ ᴄᴀʀᴄᴇʀɪ ᴠᴇɴɢᴏɴᴏ ᴄᴏꜱᴛʀᴜɪᴛɪ ꜱᴇɢᴜᴇɴᴅᴏ ᴜɴᴏ ꜱᴛᴇꜱꜱᴏ ꜱᴄʜᴇᴍᴀ. ɪʟ ᴩʀᴏʙʟᴇᴍᴀ qᴜɪ è ᴄʜᴇ ɴᴇꜱꜱᴜɴ ᴍᴇᴅɪᴄᴏ ꜱɪ ᴏꜰꜰʀᴇ ᴩᴇʀ qᴜᴇꜱᴛᴏ ᴩᴏꜱᴛᴏ ᴅɪ ʟᴀᴠᴏʀᴏ ᴩᴇʀɪᴄᴏʟᴏꜱᴏ, ᴅɪᴄɪᴀᴍᴏ. ꜱᴛʀᴀɴᴏ, ᴄᴏɴꜱɪᴅᴇʀᴀɴᴅᴏ ᴄʜᴇ è ʙᴇɴ ᴩᴀɢᴀᴛᴏ.> Credibile, fino a un certo punto. È vero che una buona parte di medici intraprende quel percorso per restare fuori dai problemi ma per fortuna c'è anche chi vuole mettersi in gioco. Jikan avrebbe ripreso a parlare solo una volta entrato nella prima stanza dell'ambulatorio, disposta, come tutte le altre, di un lettino e degli armadi. < ᴩʀɪᴍᴀ ᴅɪ ꜰᴀʀ ᴀʀʀɪᴠᴀʀᴇ ɪ ᴅᴇᴛᴇɴᴜᴛɪ ᴅᴇᴠɪ ꜱᴀᴩᴇʀᴇ ᴜɴᴀ ᴄᴏꜱᴀ ɪᴍᴩᴏʀᴛᴀɴᴛᴇ.> Prende un attimo di pausa, in cui immagina già quale potrà essere la reazione di lui dopo aver scoperto tutta la verità. < ɴᴏɴ ᴠᴇʀʀà ɴᴇꜱꜱᴜɴ ᴅᴇᴛᴇɴᴜᴛᴏ. > Altro attimo di silenzio in cui aspetta di vedere la sua reazione. Tuttavia quando si tratta di battute e situazioni divertenti, davvero non riesce a trattenersi. Scoppia a ridere, da solo, come un idiota. < ᴀʜᴀʜᴀʜ! ᴏʜ ɴᴏ! ᴛᴜ ꜱᴇɪ ᴠᴇɴᴜᴛᴏ ꜰɪɴᴏ ᴀ qᴜᴀ ᴇ ɴᴏɴ ᴄ'è ɴᴇꜱꜱᴜɴ ᴅᴇᴛᴇɴᴜᴛᴏ ᴅᴀ ᴄᴜʀᴀʀᴇ. > Continua a ridere, si piega dalle risate. Molto probabilmente per il suo interlocutore non c'è nulla di divertente in tutto ciò. < ɴᴏ ᴩᴇʀò... ᴀʜᴀʜᴀʜ! ꜱᴇʀɪᴀᴍᴇɴᴛᴇ,ᴄɪᴏè, ɴᴏɴ ʜᴏ ᴍᴇɴᴛɪᴛᴏ ꜱᴜ ᴛᴜᴛᴛᴏ! ᴄ'è qᴜᴀʟᴄᴜɴᴏ ᴅᴀ ᴄᴜʀᴀʀᴇ.> A quel punto si girerebbe verso Koichi e alzerebbe il vestito buffo da clown che gli copre il busto, con l'intento di mostrare soprattutto la zona pettorale, in cui la pelle, in assenza di una struttura toracica a supportarla, ha preso forme anomale, come se si fosse ritirata verso l'interno. < ʟᴇ ᴍɪᴇ ᴄᴏꜱᴛᴏʟᴇ ꜱᴏɴᴏ ꜱʙʀɪᴄɪᴏʟᴀᴛᴇ.> Lo dice sorridendo, da sotto la maschera, come se ciò fosse perfettamente normale per lui. In realtà non si sente così bene a riguardo, quello è ciò che vuole far credere. Una ferita come quella può portare a molti problemi, soprattutto perché le ossa rotte all'interno del corpo possono infilzare organi e provocare traumi ancora più gravi. Fino ad allora ciò non era successo solo per merito delle fibre. Il Pierrot sarebbe rimasto in piedi, quasi aspettando che il medico osservi attentamente la forma che ha assunto il suo busto, in attesa di parole ma soprattutto in attesa di una reazione. [Chk off][Maschera Pierrot]

22:11 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] Sembra quasi credere a quella domanda, a quell'offerta che con molta gentilezza e cortesia, andrebbe a declinare, non solo vocalmente, ma con un blando movimento della mancina mano che scivola nell'aria, un paio di volte, come se stesse scacciando un accumulo di polvere. <Credo che quel camice non si abbini al mio completo.> Come se avesse quella utilità, ma dopotutto in un contesto simile, avrebbe identificato la stessa questione come una scintilla minuscola di ironia, come se la propria avesse contagiato in qualche modo quella maschera. Prenderebbe dunque ulteriori passi, addentrandosi infine in una semplice stanca, notando come sia molto spartana, esente di particolari oggetti. Il minimo indispensabile, o probabilmente manco quello. <Mh.> Un minuscolo mugugno che si pronuncia dalle proprie labbra, non proprio per l'assenza di soddisfazione del materiale, ma per quanto viene espresso dalla controparte. Difatti quando l'altro andrà a rivelare, seppur gradualmente il motivo di quell'incontro, non sembra impazzire affatto, non si pone sulla difensiva, ma rimarrebbe a fissarlo serioso, anche quando l'altro ruggisce dalle risate, provando difficoltà ipoteticamente, dato il dolore che ospita lungo il proprio busto. <Sai...> Un respiro, misero. <Avevo intuito che non fossi propriamente qualcuno di queste zone.> Di prigioni, di quell'ambiente così distratto da lui. <Ogni prigione deve avere un modello unico, singolare, affinché possa divenire inespugnabile.> Sbufferebbe appena, contraendosi poi le labbra in una smorfia, appena percettibile, come se fosse seccato. <Ma quella maschera credo che risulti vera.> Dopotutto, se è vero che sono arti dell'Hasukage, denota alcuni tratti che potrebbero essere collegati alla massima figura. <Ad ogni modo...> Inizierebbe ad esordire, prima di denotare il busto deformato del clown, comprendendo con razionalità eventuali problematiche. <Ne è rimasta qualcuna intatta?> Il capo che si pone più volte, in cenni di diniego. <Accomodati sul lettino, scoprendoti tutto il busto.> Ed in quell'invito, inaugura: <Sarà doloroso, forse meno del modo con cui te le sei procurate.> Incoraggia? <Forse però.> Assolutamente no, mentre andrebbe ad appoggiarsi a quel flusso già richiamato in precedenza, per raffinarlo e ripulirlo da ogni scoria, con il fine di renderlo più prezioso, in una qualità decisamente superiore, Nessun sigillo richiesto, mentre andrebbe a spostare il nuovo contenuto, nel caso in cui fosse riuscito ad evocarlo con successo, verso le estremità delle braccia, prestando attenzione alla costanza di richiamo ed alla pulizia accurata. Come se setacciasse, per renderlo lenitivo e far scorgere due aloni verdognoli attorno ai palmi delle mani maschili. Se l'altro avesse accolto le richieste maschili, correttamente, le mani del genetista si pongono una sopra l'altra, a poca distanza dal torace, iniziando dunque il processo di riparazione, il quale potrebbe risultare più dolore del solito, dato il tempo che l'altro ha trascorso senza tempestive cure. <Non potevi andare in qualsiasi ospedale, od altro?> Domanda, forse per distrarlo dall'operazione in corso. [Chakra On][Equip.Scheda][2/4 Turno: Tentativo Attivazione “Mani Terapeutiche”. | - (9+1) Chakra. | +11 PS Jikan.]

22:45 Jikan:
  [Carcere - Ambulatorio] Per i più il momento più brutto di uno spettacolo, presumendo che questo sia stato apprezzato, è la fine, quando il sipario si chiude e gli attori si rintanano nelle loro cabine per struccarsi. Eppure questo è il raro caso in cui l'esodo della messinscena preannuncia attimi più interessanti dell'intera opera. < ɴᴏɴ ʀɪᴅɪ? > Un vero peccato quando l'interlocutore non condivide l'ilarità del momento. < ᴩᴜò ᴅᴀʀꜱɪ, qᴜᴇꜱᴛᴀ ɴᴏɴ è ᴍᴀʟᴇ ɪɴꜱᴏᴍᴍᴀ, ᴄ'è ᴜɴ'ᴀᴍʙᴜʟᴀᴛᴏʀɪᴏ. > Commenta mentre l'altro sembra interessato a teorizzare sulla logica dietro alla costruzione di prigioni. Rimane piacevolmente colpito, il Kakuzu, nel notare che il medico prescelto non si sottrae alla richiesta di cura. Che fosse dedito a una sorta di vocazione? Magari si era ripromesso di curare chiunque ne avesse bisogno, senza fare distinzione in base alla morale, il tipico spirito da crocerossina. < ʙᴏʜ, ɴᴏɴ ʟᴏ ꜱᴏ, ᴀꜱᴩᴇᴛᴛᴀ ᴄʜᴇ ᴍɪ ꜱᴄᴀᴠᴏ ɴᴇʟ ᴠᴇɴᴛʀᴇ ᴇ ᴅᴏ ᴜɴ'ᴏᴄᴄʜɪᴀᴛᴀ. > Ricambia con l'ironia, come aveva fatto Koichi durante il tragitto, come se quello fosse un linguaggio comprensibile ed esplicativo per entrambi. Esegue senza fiatare quando gli vengono date indicazioni in ambito medico. Si sdraia sul lettino, freddo come un cubetto di ghiaccio scivolato accidentalmente sulla mano. Inutile dire che quella stanza non fosse sterile e igienica al 100%, ma sarebbe comunque andata bene. Si toglie l'intero indumento elegante che gli copriva il busto, liberando il deforme corpo di uno shinobi di quindici anni. Asciutto ma con un visibile accenno di muscoli dati dagli sforzi compiuti in quella carriera, di certo non i massicci pettorali di un combattente d'arti marziali. < ᴅᴏʟᴏʀᴇ? ᴀʜᴍ ꜱɪ, ᴠᴀ ʙᴇɴᴇ, ᴩᴏꜱꜱᴏ ʀᴇꜱɪꜱᴛᴇʀᴇ. > Eccome se può. Uno dei segreti custoditi dai Pierrot sta nella loro capacità di sfruttare l'isteria, in combattimento, per focalizzarsi su di un'avversario e ignorare i danni subiti, anche se sono presenti, è come se non li sentissero. La cosa più strana di quella situazione è che, potenzialmente, Koichi potrebbe anche sfruttare la posizione che ricopre per fare del male a quel "paziente". Dopotutto alcuni medici si spingono così tanto nel desiderio di ricerca da guadagnare sia il potere di preservare la vita che quello di provocare morte. < ᴀᴀʜ. Qᴜᴇꜱᴛᴀ ʟ'ʜᴏ ꜱᴇɴᴛɪᴛᴀ. > Mormora, con tono gutturale come se fosse senza fiato, quando avverte uno strano movimento dell'addome, seguito dal riposizionamento del tessuto epiteliale. < ɴᴏᴏᴏ... ᴩᴇʀᴄʜé ᴀᴠʀᴇɪ ᴅᴏᴠᴜᴛᴏ ꜰᴀʀʟᴏ? ꜱᴏɴᴏ ᴄᴏꜱì ɴᴏɪᴏꜱɪ ɪ ᴍᴇᴅɪᴄɪ ᴅɪ ʀᴇᴩᴀʀᴛᴏ, ɴᴏɴ ʜᴀɴɴᴏ ɴᴜʟʟᴀ ᴅᴀ ʀᴀᴄᴄᴏɴᴛᴀʀᴇ. ᴄᴏꜱì è ᴩɪù ɪɴᴛᴇʀᴇꜱꜱᴀɴᴛᴇ, ɴᴏɴ ᴄʀᴇᴅɪ? > Si ferma un attimo, per dargli modo eventualmente di rispondere, anche perché ora che lo sta curando non vorrebbe rischiare di distrarlo con le sue parole. < ᴄʜᴇ ᴩᴏɪ, ᴄɪ ᴩᴇɴꜱɪ? ᴛɪ ʜᴏ ᴩᴏʀᴛᴀᴛᴏ ɪɴ ᴜɴ ᴩᴏꜱᴛᴏ ɴᴜᴏᴠᴏ, ɪᴍᴍᴀɢɪɴᴏ ᴄʜᴇ ᴛᴜ ɴᴏɴ ᴄɪ ꜱɪᴀ ᴍᴀɪ ꜱᴛᴀᴛᴏ qᴜɪ. ᴜɴᴀ ᴩʀɪɢɪᴏɴᴇ ᴅɪ ᴍᴀꜱꜱɪᴍᴀ ꜱɪᴄᴜʀᴇᴢᴢᴀ, ɪɴ ᴄᴜɪ ᴄɪ ꜱᴇɪ ᴇɴᴛʀᴀᴛᴏ ᴇ ɴᴇ ᴜꜱᴄɪʀᴀɪ ᴀɴᴄʜᴇ ᴠɪᴠᴏ! ɴᴏɴ ᴛᴜᴛᴛɪ ᴩᴏꜱꜱᴏɴᴏ ᴅɪʀᴇ ᴅɪ ᴀᴠᴇʀʟᴏ ꜰᴀᴛᴛᴏ. > Fa lo spiritoso, esattamente ciò che si può aspettare da un pagliaccio che sfrutta ogni buona occasione per divertirsi. [Chk off]

23:13 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] L'aspetto totalmente serio e dedito in quell'attenzione quasi maniacale si spezza, con forza e doverosamente, alla domanda dell'altro, per quanto retorica. La mancina mano, ancora prima che possa preoccuparsi di raccogliere quel potere flusso energetico, andrebbe a muoversi lentamente, per poter impattare debolmente il palmo di questa con la propria fronte. <Ah ecco cosa avevo dimenticato di fare.> Teatrale, sotto alcuni aspetti, per poi schiudere le labbra e richiamare una risata atona e senza enfasi alcuna. Sono tre semplici: <Ah.> che andrebbero a rincorrersi, in una sequenza piuttosto evidente di chi sta ridendo per dovuto comando e nient'altro. Quasi buffo il suo modo di agire, ma non per questo vorrebbe sminuire la presenza dell'altro. <Desideri un bisturi per tagliarti o puoi utilizzare dei coltellini da lancio, come uno dei tuoi colleghi?> Lo aveva notato a protezione della tenda dell'Hasukage qualche tempo addietro, quando le popolazioni si sono riunite sotto lo stendardo di Kiri, per prestare doveroso soccorso al paese in decadenza, a causa di un falso dio che si era promesso come nuovo governatore dell'intero continente. Nulla di originale, effettivamente. <Resistere?> Quasi incantato da quella sicurezza, da quella coscienza altrui, come se fosse un chiaro invito a testare la gradualità del dolore che poteva sopportare, conoscere l'indice massimo dietro cui poteva nascondersi. <Noiosi?> Ripeterebbe una volta, in un sussurro appena accentuato, soffiato dalle proprie labbra, mentre la coppia di mani, riunite, andrebbero a discendere lentamente verso il basso per sostare sull'addome, intorno all'ombelico altrui, per iniziare a stimolare il processo di guarigione delle costole fratturate, puntando così ad una spinta sostanziale nel recupero. Il chakra medico dopotutto non rende miracoli, ma solletica soltanto certi tasselli che aiutano a ricomporre le crepe dell'essere umano. <Non credere che una volta terminato, potrai muoverti facilmente o rischiare nuovamente.> Esordisce, come vuole che la guida venga pronunciata. <Dovrai riposare, dovrai prestare attenzione, altrimenti sarà più facile spezzarti in due.> Un debole tentativo di intimorire? <Nel caso, spero di ottenere la parte superiore del tuo corpo.> Sicuramente vi sarebbe più materiale da analizzare, rispetto a delle semplici gambe. Quasi superflue. <Però un medico d'ospedale presta servizio per il principio intrinseco, io invece sono stato convocato qui.> Le labbra si ammorbidiscono, sotto il passaggio fluente della lingua. <E' una visita privata, senza trascurare il fatto che la motivazione risultasse fasulla.> Dunque comprende che vi è un motivo, un segreto, dietro cui sta ricevendo queste attenzioni. <Non dico che tu non possa farlo, ma...> Alzerebbe appena le spalle, in un scrollar semplice. <Una moneta per una moneta.> Enigmatico e coinciso. In taluni casi, può essere comprensibile molto più di mille termini. Per ora, attende, preoccupandosi di rimanere concentrato sulle ferite molteplici. <E non tutti possono godere di un trattamento così personale, non credi?> Sembra fargli il verso, a quell'ultima espressione sua. [Chakra On][Equip.Scheda][2/4 Turno: Mantenimento “Mani Terapeutiche”. | - 1 Chakra. | +11 PS Jikan.]

23:47 Jikan:
  [Carcere - Ambulatorio] In tutto ciò è curioso il fatto che nessuna guardia o membro del personale si sia preoccupato di dare un'occhiata a quel che i due stanno facendo. D'altronde non c'è da sorprendersi se la presenza di un pierrot intimorisca così tanto da alterare i doverosi controlli di routine. < ᴍɪ ꜱᴏɴᴏ ꜱᴇᴍᴩʀᴇ ᴄʜɪᴇꜱᴛᴏ ᴄʜᴇ ɢᴜꜱᴛᴏ ᴄɪ ꜱɪᴀ ɴᴇʟʟ'ᴜꜱᴀʀᴇ ᴜɴᴀ ʟᴀᴍᴀ ᴩᴇʀ ꜰᴀʀᴇ ɪʟ ʟᴀᴠᴏʀᴏ ᴀʟ ᴩᴏꜱᴛᴏ ᴩʀᴏᴩʀɪᴏ.> No, in verità non se l'è mai chiesto, quando si parlava della fine di una messinscena ci si riferiva alla menzogna raccontata al medico, non alla parte interpretata da Jikan, quella è più che in atto. < ᴛɪ ʜᴀ ᴍᴀɪ ᴛᴏʀᴛᴜʀᴀᴛᴏ qᴜᴀʟᴄᴜɴᴏ? > Ribatte lui, sulla questione resistenza, quasi come se fosse una gara a chi ne ha vissute peggio. Eppure la tortura è una situazione da non augurare a nessuno, dove è soprattutto la pressione psicologica a far sottomettere le vittime, oltre alla minaccia del dolore. < ɢɪà, ᴀ ʟᴏʀᴏ ɴᴏɴ ɪᴍᴩᴏʀᴛᴀ ᴄʜɪᴀᴄᴄʜɪᴇʀᴀʀᴇ ꜱᴇ ɴᴏɴ ꜱɪ ᴩᴀʀʟᴀ ᴅɪ ꜱɪɴᴛᴏᴍɪ, ᴩᴀʀᴀᴍᴇᴛʀɪ ᴠɪᴛᴀʟɪ ᴇ ᴄᴏꜱì ᴠɪᴀ... ꜱᴏɴᴏ ɴᴏɪᴏꜱɪ, ᴩʀᴏꜰᴇꜱꜱɪᴏɴᴀʟɪ, ᴩᴇɴꜱᴀɴᴏ ꜱᴏʟᴏ ᴀʟ ʟᴀᴠᴏʀᴏ. ᴄʜᴇ ɴᴏɪᴀ. > Poi, quando gli viene detto che quello non è un trattamento miracoloso ma che si sarebbe dovuto riposare, alza il volto di colpo e lo avvicina poco più alla figura del medico, mentre lo guardia in faccio. < ᴍᴀ ᴄᴏᴍᴇ, ɴᴏɴ ᴩᴏꜱꜱᴏ ᴩɪù ᴩɪʀᴏᴇᴛᴛᴀʀᴇ ɴᴇɪ ᴄᴇʀᴄʜɪ ᴅɪ ꜰᴜᴏᴄᴏ? > È seriamente preoccupato, non vuole restare fuori gioco per altro tempo. Forse Nana ci era andata troppo pesante con quella gomitata, d'altronde aveva la forza fisica di uno special jonin. < ꜱᴛᴀʀò ᴀᴛᴛᴇɴᴛᴏ. > Qui esce un po' dalla parte, ma non avrebbe permesso un attimo di dubbio, tant'è che all'udire delle sue parole avrebbe rincarato la dose. < ᴏʜᴏʜᴏʜ. ꜱɪ ꜰᴀ ɪɴᴛᴇʀᴇꜱꜱᴀɴᴛᴇ, ᴄᴏꜱì ᴍɪ ᴩɪᴀᴄᴇ. > A quel punto abbassa la testa, visto che quella posizione a muscoli contratti gli sta creando fastidio. < ᴄᴏᴍᴜɴqᴜᴇ qᴜɪ ᴀʙʙɪᴀᴍᴏ ꜰɪɴɪᴛᴏ? > Domanda, indicando il suo ventre con la mancina. < ᴄʜᴇ ᴛɪᴩᴏ ᴅɪ ᴍᴏɴᴇᴛᴀ ᴛɪ ᴩᴏᴛʀᴇʙʙᴇ ɪɴᴛᴇʀᴇꜱꜱᴀʀᴇ? > Ancor prima che lui possa rispondere avrebbe continuato a parlare. < ᴛɪ ᴍᴏꜱᴛʀᴏ ʟᴀ ᴍᴇʀᴄᴀɴᴢɪᴀ ᴄʜᴇ ʜᴏ ᴀ ᴅɪꜱᴩᴏꜱɪᴢɪᴏɴᴇ. > Parla un po' come se fosse un ambulante venditore di organi che si spaccia come banale commerciante. Porta entrambe le mani davanti a se, una è aperta mentre l'altra è chiusa, con l'indice va a indicare le dita di quella aperta, un po' come se stesse facendo la conta. < ᴅᴜɴqᴜᴇ, ᴩᴏꜱꜱᴏ ᴜᴄᴄɪᴅᴇʀᴇ qᴜᴀʟᴄᴜɴᴏ, ʀᴀᴩɪʀᴇ qᴜᴀʟᴄᴜɴᴏ, ᴏʀɢᴀɴɪᴢᴢᴀʀᴇ ᴜɴᴏ ꜱᴩᴇᴛᴛᴀᴄᴏʟᴏ, ɢᴏɴꜰɪᴀʀᴇ ᴩᴀʟʟᴏɴᴄɪɴɪ ᴇ... ᴀʜ! ᴛᴇ ɴᴇ ɪɴᴅᴇɴᴛɪ ᴅɪ ɢᴇɴᴇᴛɪᴄᴀ? ꜱᴏɴᴏ ʀɪᴜꜱᴄɪᴛᴏ ᴀ ʀᴇᴄᴜᴩᴇʀᴀʀᴇ ᴅᴇʟʟᴇ ᴄᴇɴᴇʀɪ ʙɪᴀɴᴄʜᴇ ᴅᴀ ᴜɴ ᴄʟᴏɴᴇ ᴅᴇꜰᴜɴᴛᴏ ᴅᴇʟ ᴅɪᴏ. > Sono ancora all'interno della sacca porta oggetti, ottenute nell'ultima missione C, prima che venisse rapito, con Katsu e Itsuki. Era in attesa di un medico, più precisamente di un genetista, che sapesse analizzarle. Tuttavia non ha più avuto modo di incontrare la nota Kouki. Considerato tutto, a parte i servizi da pierrot che potrebbero tornare utili, il Genin non ha molto da offrire.[Chk off]

00:06 Koichi:
  [Estemporanea | Carcere.] S'ammetterebbe che le labbra si serrano, duramente, in un intervallo di tempo neanche eccessivo, un riquadro che copre un paio di secondi, come se la propria mente stesse cercando in qualche modo di elaborare la domanda ed individuare un momento della propria vita, in cui la propria salute è stata posta a rischio, al punto tale da definirla tortura. Eppure, per quanto possa tornare indietro nel tempo, man mano il percorso inizierebbe ad annebbiarsi, rendendo ancora più ostico ritrovare una valida risposta per tutto ciò. Dunque schiuderebbe la bocca, incanalerebbe dell'ossigeno all'interno dei polmoni ed infine risponderebbe, con una schiettezza disarmante: <Probabilmente si, credo di non aver a mia disposizione un ricordo nitido di ciò, ma ritengo che sia plausibile.> Dopotutto non ha un calcolo totale ed assoluto della propria vita, di uno spettro di scene che mancano alla propria cognizione e bloccate nel proprio subconscio. Non infastidito, ma sicuramente annoiato da quell'incapacità di rispondere efficacemente. <Probabilmente...> Sembrerebbe rifletterci doverosamente a riguardo. <Hai ragione.> Le labbra che andrebbero a spostarsi, a modificarsi, per permettere la creazione di un mero sorrisetto, appena pronunciato, appena abbozzato sul volto del genetista. <Non tutti hanno la capacità di godersi un momento unico e raro, come questo.> Forse ne approfitterebbe per sganciare un complimento neanche troppo velato, come a rendere più speciale ed indimenticabile quell'incontro, seppur di natura bizzarra. <Soltanto se la temperatura del fuoco è superiore a trecento gradi potrai saltare, altrimenti attendi un poco.> Dondolerebbe appena con la testa, come se stesse calcolando secondo complessi artifici matematici. <All'incirca ventisette ore, minuto meno o minuto più.> Non si comprende dove sia lo scherzo e dove la realtà, ma una cosa è puramente vera: dopo di ciò, il sorrisetto diviene una piccola risata, sommessa ma avvertibile, anche perché la distanza del duo non è neanche così eccessiva, da trascurare quell'espressione divertita del Chuunin. <Si, abbiamo terminato.> Rilascerebbe quel chakra medico, lasciando che quello basilare continui a circolare prepotentemente. <Diciamo che per ora mi conserverò questa moneta, quando mi sarà più utile e congeniale.> Perché sprecarla ora, effettivamente? <Mi prenderò, se permetti, i resti del clone del falso dio soltanto come sincere scuse per la tua innocente e minuscola bugia.> Non rivelerebbe, al momento, il suo indirizzo nel campo della genetica, ma sicuramente spiccherebbe, rispetto alla solita solfa. <Lo farò analizzare.> Raccomanda quasi, provando ad ottenere tale cenere bianca e candida, per inserirla in qualche sacchetto o contenitore lì presente. <Ovviamente la prossima volta, dato che oramai abbiamo familiarizzato, potrai cercarmi direttamente, senza queste romantiche passeggiate.> Ironizza ancora, compiendo un passo indietro. <Mi accompagneresti all'uscita?> Non vorrebbe perdersi e poi, da buon padrone di cas... ehm prigione, dovrà scortarlo correttamente, no? Ovviamente, senza dimenticarsi l'eventuale ricompensa odierna. [Chakra On][Equip.Scheda][Exit]

00:48 Jikan:
  [Carcere - Ambulatorio] Capitava spesso, all'interno dei pierrot, di incontrare volti nuovi. Le persone andavano e venivano come se fossero merce di scambio. Donne, uomini, bambini. Capitava di rapirne in quantità e di capire se potessero diventare utili per la corporazione o se fossero da scartare. Lo scarto veniva utilizzato negli spettacoli dedicati solo ai pierrot, generalmente organizzati da Yukio, per intrattenere. Li torturavano e gli promettevano che gli avrebbero dato da mangiare, in alcuni casi che li avrebbero resi liberi, se avessero ucciso gli altri in quell'arena. Non crede alle parole di lui quando quest'ultimo gli parla che probabilmente è stato torturato. Troppo complicato, in che senso "probabilmente"? Gli sembra un pretesto per non dire, semplicemente, che non gli è mai capitato prima, e tanto vale esserne felici di non esser mai stati torturati, non è un obbiettivo o un'aspirazione. < ᴍɪ ᴩʀᴇɴᴅᴏ ᴜɴ ɢɪᴏʀɴᴏ ʟɪʙᴇʀᴏ. > Un giorno di totale relax, in cui si sarebbe riposato. Strana evenienza questa, giacché da quando è pierrot non fa altro che seguire gli altri membri nelle loro mansioni quotidiane, così facendo impara molto. < ᴩʀᴇɴᴅɪ ᴩᴜʀᴇ ɪʟ ᴍɪᴏ ᴩᴏʀᴛᴀ-ᴏɢɢᴇᴛᴛɪ ᴅᴀʟʟ'ᴀʀᴍᴀᴅɪᴇᴛᴛᴏ ꜱᴇᴍɪᴄʜɪᴜꜱᴏ. > Gli dice, dopo aver constatato che quello è un oggetto d'interesse. Sicuramente, se fatto analizzare, si può scoprire qualcosa d'interessante, magari quelle stesse ceneri conservano parte del potere del dio. Ad ogni modo il Kakuzu lo portava spesso in giro, quel porta oggetti, conscio del fatto che il suo contenuto avrebbe potuto interessare molti. L'aveva nascosto dentro uno degli armadietti qualche ora prima, quando era entrato prima per preparare l'interno dell'ambulatorio per quell'incontro. Insomma, stava aspettando qualcuno che lui stesso aveva convocato, non poteva rischiare che l'ambulatorio fosse ancora in uso, un minimo di controllo l'ha dovuto fare. Non ha, tuttavia, esplora ulteriormente, quindi quel posto gli è ancora piuttosto nuovo. < ɴᴏɴ ᴛᴇ ʟ'ᴀꜱꜱɪᴄᴜʀᴏ, ᴍɪ ᴩɪᴀᴄᴇ ᴅɪᴠᴇʀᴛɪʀᴍɪ ᴇ ʀᴇɴᴅᴇʀᴇ ʟᴇ ᴄᴏꜱᴇ ᴩɪù ɪɴᴛᴇʀᴇꜱꜱᴀɴᴛɪ. ᴄʜᴇ ɢᴜꜱᴛᴏ ᴄɪ ꜰᴏꜱꜱᴇ ꜱᴛᴀᴛᴏ ꜱᴇ ᴛɪ ᴀᴠᴇꜱꜱɪ ꜱᴇᴍᴩʟɪᴄᴇᴍᴇɴᴛᴇ ꜰᴀᴛᴛᴏ ʀᴀᴩɪʀᴇ? > Da qui si capisce che, probabilmente, la prossima volta il pierrot non si limiterà ad approcciare Koichi, ma gli riserverà un'altro gioco. Probabilmente non userà la tecnica della bugia, ma qualcosa di più articolato, magari più divertente, che instillerà ilarità anche in lui. < ɴᴏɴ ᴛɪ ꜱᴇɪ ɪᴍᴩᴀʀᴀᴛᴏ ᴀ ᴍᴇᴍᴏʀɪᴀ ʟᴀ ꜱᴛʀᴀᴅᴀ ᴄʜᴇ ʜᴀɪ ꜰᴀᴛᴛᴏ? > Una buona abitudine da imparare, senza dubbio. < ᴅɪ Qᴜᴀ. > Dice, non prima di essersi alzato e di assicurarsi che lui avesse preso il portaoggetti con le ceneri dall'armadietto. Successivamente lo guiderebbe sui passi che avevano compiuto in precedenza, scortandolo fino all'uscita della prigione, dove lui sarebbe stato libero di congedarsi. [Chk off][END]

Il pierrot inganna, tramite un rotolo, Koichi con una finta convocazione ufficiale, facendogli credere di doversi recare al carcere di Hoozukijoo per offrire servizio di cura a detenuti feriti. Jikan rivela poi il suo piano, all'interno dell'ambulatorio della prigione, spiegando al medico che l'ha attirato lì solo per farsi curare le sue costole rotte. Il Goryo, dopo aver curato questo strambo paziente, pretende di essere ripagato in qualche modo, trattandosi di cure private e il Kakuzu decide di offrigli i resti del dio che ha ottenuto in una missione.
Role di cura in estemporanea.

Nota: al tempo il master non mi ha segnato le ceneri del dio che ho ottenuto in questa missione: https://bsoulshippuden.rel.to/viewthread.php?t=53504 però sotto al post principale il master che l'aveva gestita ha segnato questa cosa. Visto che ora passano a Koichi sarebbe da segnalare nelle note della sua scheda.