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Un incontro interessante

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con Ekazu

21:34 Ekazu:
  [Palestra] Ancora non pare essersi del tutto abituato ai tratti somatici tutti intorno a lui. Alcuni Novizi del Clan, non più cloni, che si distaccano completamente dai canoni degli Uchiha stessi. Sempre più rare sono le chiome scure, corvine che si fondono con gli occhi scuri. Sempre più un Clan ‘’aperto’’ ad una realtà che, tuttavia, non riesce ancora a far sua. Un Clone scartato, errore dei Laboratori, che oramai è nella posizione di poter degnare o meno di attenzione gli altri membri. Una posizione di rilievo che per tanto ha bramato ma che una volta raggiunta risulta essere lì, vuota, tutto è come prima in effetti. Anzi, forse le parole, la vita di Clan – quella vissuta, non solo le inutili pratiche burocratiche e carte da firmare – lo vedono sempre più ai margini, come un’ombra sempre presente nell’oscurità, ma che per sua stessa natura risulta invisibile. Inevitabilmente, la partenza e l’idea di riagguantare quella che è la sua, la loro, Terra è sempre lì, dominante. Forte, insistente. Il mormorio, il vociare del Dojo Uchiha intorno a lui non sembra raggiungerlo. Cloni e non che come al solito si allenano, occhietti rossi che si smuovono, scattano eccitati dai movimenti degli avversari. Il Ventaglio Uchiha che decora le pareti a stagliarsi sovrano, illuminato dalle poche lampade arancioni e violastre. Indosso, inerme e silenziosa, l’Armatura. Come al solito, un completo nero a coprirne la pallida carnagione al di sotto delle placche rossastre. Delle fasciature bianche che dal ginocchio alla caviglia stringono dei pantaloni neri all’interno dei calzari ninja chiusi, anch’essi neri. Le braccia penzolano pigre, le spalle appena racchiuse in avanti, così come il busto che si inarca leggermente. Immobile, in piedi quasi al centro della stanza, quasi fosse una statua, una decorazione con tutta la vita a svilupparsi attorno a lui. Gli occhietti socchiusi puntano in avanti, fuori fuoco e completamente inermi ad ogni stimolo. Letteralmente privo di vita, almeno ad occhi inesperti. In quel Clan, però, oramai lo hanno imparato a conoscere. Le perenni occhiaie ad accompagnarlo come sempre. Il Marchio dormiente. [ Chakra: ON ]

21:46 Utente anonimo:
  [Dojo] Ormai era tempo che se ne stava chiuso dentro il proprio Dojo il giovane Shinuja Uchiha, che era riuscito a venire a patti con se stesso, dopo il fallimento della missione contro il Dio. Se ne stava silente, seduto in disparte, in fondo al Dojo, dove stava sempre quando meditava, dopo essersi allenato. Vestiva come sempre abiti bianchi sotto quell'haori bianco, che presenta solamente nove tomoee al fianco del collo e dietro di questo.Le gambe sono coperte da dei pantaloni neri, leggermente larghi in modo da permettergli di fare tutti i movimenti del caso senza che sia intralciato. Attorno ai piedi porta degli stivaletti da uomo con il collo alto, che ricoprono gli stinchi, e che sono aperti all'altezza delle dita dei piedi. Alla vita, attaccate alla fascia scura,che tiene chiuso l'haori, vi sono la tasca porta oggetti, e il coprifronte che reca il simbolo di Kusa. Mentre la tasca porta Shuriken e kunai è tenuta allacciata all'altezza della coscia destra.I capelli neri lunghi sono tenuti a formare una coda bassa, per poterli raccogliere, mentre altre due ciocche sono tenute legate, alle due estremità della fronte, così che non possano dargli fastidio. Il contorno nero degli occhi, sono l'unica cosa visibile, poichè i due occhi altrettanto neri, snon sono visibili visto che li tieni chiusi. La posizione in cui si trova è a gambe incrociate, e le braccia sono piegato a formar eun angolo di novanta gradi, andando a poggiare sulle ginocchia, mentre i dorsi delle dita si vanno a toccare, come entrambi i polpastrelli di entrambi i pollici. L'esperionne che ha nel volto è tranquilla e rilassata, e non sembra che glia ltri membri del clan che si allenano li vicino a lui, rappresentino una distrazione, anzi, è come s enon ci fossero, ormai abituato a concentrarsi anche con tutto questo rumore. Non si accorge nemmeno del buon Ekazu, che sembra essere li tra loro, silenzioso ma attento come sempre.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

22:03 Ekazu:
  [Palestra] Le luci soffuse del Dojo ad appannargli la vista. Ogni cosa è sfocata dinnanzi allo sguardo bicolore. Il Chakra tuttavia è come sempre attivo, all’erta. Avverte gli spostamenti d’aria dei calci, dei pugni, di ogni movimento violento o meno degli altri che si allenano. Ancora qualche attimo, forse qualche minuto immerso nei tanti pensieri, forse troppi per quella mente cosi segnata dal suo stesso potere. Ironico e crudele il destino, uno dei migliori maestri dell’Arte Illusoria, vittima di se stesso: vittima di quel potere che non gli consente di aver neanche lontanamente il controllo totale su ciò alberga dentro di lui. Il capo avvolto dal crine corvino, corto e scalato sui lati, che sussulta per un attimo. Le pupille si restringono, mettendo a fuoco ciò che è intorno a lui. A dirla tutta, non proprio tutto. Il Crudele Fato vuole che quel suo primo passo mosso, involontario ed impulsivo nel suo destarsi, porti il 404 ad intercettare la traiettoria di un calcio rotante tra due altri Uchiha. Gli occhietti che puntano in avanti neanche lo vedono arrivare. All’improvviso, l’impatto. Il tallone del povero anonimo Uchiha che si stampa sulla guancia sinistra. La morbida guancia che si deforma sotto la forza del colpo. Gli sguardi tutti attorno raggelano. < [ COSA CAZZO ] > esclama, quasi urla, evidentemente dispiaciuto, l’altro. Risuona nel Dojo. Il compagno di allenamenti che immediatamente indietreggia. Ekazu lì, ancora immobile, con la forma della scarpata ancora in volto, arrossata. Impassibile, lo sguardo pigro e lento che si muove lentamente verso questo. Dal nasino, un rivolo di sangue spacca il pallore della carnagione. < [ MI PERDONI, NON VOLEVO COLPIRLA. ] > Si scusa, accennando un mezzo inchino in segno di perdono. La testa del Clone che ruota leggermente verso il colpevole di tal misfatto (?) < .. ok > le dita guantate di nero, tremolanti si inarcano proprio tra il naso e il labbro superiore, a tentar di fermare lo scorrere del sangue. Il silenzio e la tensione tutt’intorno a catturarne l’attenzione. Che sarà mai successo?! Ha solamente preso un calcio in faccia completamente a caso. Gli occhietti rimbalzano tra quelli dei presenti, notando solamente di sottofondo la presenza di Shinuja. < perché vi siete fermati > il sangue non smette di scorrere. [ Chakra: ON ]

22:24 Utente anonimo:
  [Dojo] Continua a rimanere in quella posa, tranquillamente, metre tutti gli altri attorno a lui si stanno allenando senza sosta. Non è più riuscito ad incontrare nessuno di conosciuto dentro al clan, ne Hanabi, ne Ekazu ne tanto meno il capo Clan, che avranno sicuramente parecchio da fare per la questione di Oto, che non bisogna assolutamente fallire. Fa un respiro profondo che poi espelle dalla bocca, senza fare troppo rumore, ed è proprio quando finisce di buttare fuori l'aria che aveva accumulato dentro i polmoni che tutto sembra fermarsi, ed il silenzio torna ad essere sovrano dentro quel Dojo. Non apre gli occhi, però presta attenzione, e quella che sente è proprio la voce del suo Sensei, Ekazu Uchiha <Ekazu> sussurra tra se e se il giovane, senza aprire gli occhi ancora, quel sussurro che attraversa il Dojo silenzioso, e arriva alle orecchie di tutti, anche se flebile. Qualcuno si girerebbe, con uno sguardo fugace, verso il giovane che se ne stava in disparte, ma ridanno gli occhi al giovane Uchiha Anziano, che ora sembra voler far riprendere gli allenamenti, dopo quel che è successo, cosa che lui non può sapere visto che non ha visto nulla e sopratutto non ha aperto gli occhi quando il silenzio regnava. <è un po che non ti facevi vivo Ekazu, ero in pensiero> Va a dire, richiamando la sua attenzione, in modo educato, rispettoso, e non in quel modo arrogante di prima, anche se non l'ha abbandonato del tutto, anzi, però ora sa che deve stare al proprio posto, e deve ricominciare da se stesso, prima di poter riprendere quell'arroganza che prima faceva da padrone sulla di lui persona.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

22:39 Ekazu:
  [Palestra] Ancora gli occhietti puntano quelli inermi degli spettatori. Oramai solo loro due rimangono al centro della zona d’allenamento. Lui immobile, leggermente incurvato in avanti, con la destra che cerca di fermare il sangue con le dita. L’altro, mezzo chinato in segno di perdono. < ah è per il calcio > chiede, sbiascicando come suo solito parole atone, metalliche. Lo sguardo che per qualche attimo si abbassa sulle dite guantate macchiate di rosso. < ah > fermo per qualche secondo ad accettare la consapevolezza dell’aver incassato un colpo in pieno viso < il sangue > le pupille rimangono basse, per poi sollevarsi verso di lui. Non ha il coraggio di sollevare la testolina. Trema, suda. Non vuole incrociare gli occhi del 404, che intanto paiono catturati dall’unica voce che sfuma in quel silenzio tombale. La voce di Shinuja a richiamarlo. Di taglio, i bicromi a puntare i neri dell’altro < vero > le labbra appena si schiudono, mentre il busto ruoterebbe di qualche grado così da voltarsi verso il Genin, lasciando l’altro ancora inchinato per chiedere perdono. Perché interrompere quel suo rito? < ero ai piani alti a firmare carte, tu che brutta fine hai fatto > chiede senza tuttavia accennare minima intonazione nelle sue parole < .. ho saputo della missione. > la mano sporca di sangue che si avvicina alla giacchetta nera del Clone supplicante perdono. Le dita che strusciano sul tessuto sporcandolo di aloni insanguinati. Vuole pulirsi del suo stesso sangue. Le palpebre che pigre calano, celando per metà le iridi diverse tra loro. < AH! > un accenno di risata inquietante. Privo di entusiasmo, di qualsivoglia sfumatura umana. Un semplice suono sordo, piatto, fuoriuscito da una bocca aperta poco più del solito. Già è tanto. Qualche passo verso il penitente, il gomito destro che si piega, poggiandosi sul dorso. Il busto testo di lui che inizia a tremare sotto il peso del 404, ma non dice nulla. Non gli conviene. E rimane lì, appoggiato al busto chino, in evidente attesa delle parole di Shinuja. Quel fallimento non ha certo messo il Clan, già in tempi di crisi, sotto buona luce. < non tremare > sussurra, di traverso, al suo sostegno umano. [ Chakra: ON ]

22:51 Utente anonimo:
  [Dojo] In fondo sapeva che sarebbe successo, la missione fallita non è passata inosservata, sopratutto al suo clan, gli Uchiha, che sono noti essere dei perfezionisti. <Non ho scusanti per la missione contro il Dio, ho sbagliato un gesto tanto semplice quanto respirare> Ammette, non ha paura nel farlo, ormai l'ha accettato e non ha più quei complessi che aveva prima <Ti devo ringraziare Ekazu> Afferma <Grazie ai tuoi Genjutsu, ho saputo come fare mio quel fallimento e trarne un insegnamento profondo, che mi ha scolpito a vita l'anima. Sei un ottimo Sensei> Asserisce con tono serio ma educato, andando ad aprire i suoi occhi, che sono neri, privi dello sharingan, quell'innata che li contraddistingue da tutto il resto del mondo Ninja. <Ho già chiesto scusa al clan e ne chiedo anche a te, per il mio fallimento, dimostrerò di poter fare molto meglio di così> In effetti aveva chiesto scusa a chiunque, a parte ai piani alti che nona veva visto a nessuno, quella che lo preoccupava più di tutti era Hanabi, ma anche Kioshi non sarebbe stato facile da affrontare per questo fallimento. <Vorrei chiederti di venire a sedere qua, e di poter parlare con te di questa faccenda e di ciò che ne conseguirà, poichè o bisogno di consigli e di lezioni> Va a dire, andando ad enfatizare tali parole, con un gesto delicato della mano e del braccio destro, che lo invitano a sedersi davanti a lui, indicando il cuscino vuoto, rimanendo ina ttesa di vedere quale sarà la risposta dell'altro, pronto a qualsiasi cosa. Pronto a crescere e ad apprendere un altro insegnamento.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

23:08 Ekazu:
  [Palestra] Il gomito che, spinto dal peso del corpo, involontariamente affonda sulla colonna del Clone piegato. Inizia a non reggere più il peso del 404 che, comodamente, è ancora appoggiato. Quell’avvertimento, consiglio se così vogliamo intenderlo, non serve a nulla. Sta tremando dallo sforzo fisico. Le ginocchia inizierebbero ad accennare cedimenti, il tremolio si fa sempre più forte, ma lui ignora ogni cosa. Rimane lì, col gomito poggiato, ruotato verso di Shinuja. < non sono il tuo Sensei > aggiunge immediatamente non appena l’altro termina la sua prima frase. Puntualizziamo, Ekazu non è il Sensei di nessuno. Se, seppur indirettamente, gli ha insegnato qualcosa, a lui è del tutto distante, inconcepibile. < .. addirittura ti ha scolpito l’anima > la testolina che si piega lentamente di lato, lasciando che le ciocche nere pece ciondolino ipnotiche. Lo sgabello umano, intanto, cede. La schiena si inarca, le ginocchia collassano e il gomito del 404 si ritrova, per qualche secondo, appeso nell’aria. < [ MI SCUSI ANCORA, NON ERA MIA INTENZIONE ] > gli danno fastidio quelle scuse, quelle continue e petulanti scuse. Il braccio ancora inarcato a mezz’aria lentamente torna a penzolare lungo il busto, le labbra ancora leggermente arrossate dal sangue colato per l’ultima volta si rivolgono all’altro < .. ti avevo detto di non tremare > sussurra ancora, i passi seguono quel suo dire, scappa, la porta del Dojo come si apre, così si chiude. Di striscio, osserva lo sbattere della porta del Dojo alle sue spalle, per poi ritornare sul Grigio < parliamo qui > anche per lui, le ginocchia collassano. Il tonfo del corpo che improvvisamente si ritrova a terra, seduto, con le gambe incrociate e con le placche dell’Armatura che irregolari gli muoiono addosso. Tutti i cloni attorno a loro ad osservarli ancora, al centro del Dojo. Le manine guantate che afferrano gli stivali ninja. Il busto inarcato in avanti, appesantito dall’armatura. Gli occhietti che mai lo osserverebbero dal basso verso l’alto, limitandosi a guardare in avanti. [ Chakra: ON ]

23:23 Utente anonimo:
  [Dojo] Non ama essere chiamato sensei, nons a perchè però Shinuja lo vede come tale in un certo enso. Osserva la scena del clone, lo vede fuggire via, ed osserva l'Uchiha anziano, le sue movenze, le sue espressioi atone e precise, andarsi a sedere nel mezzo del Dojo, attornato dagli altri cloni e non. Si alza con fare lento il giovane Genin, che ora, si muoverà verso il centro del Dojo, cercando di arrivarci senza dar fastidio a nessuno degli altri, che sembrano non rendergli la vita facile, dopo la missione fallita..Non si da per vinto però, arriva senza troppi problemi al centro del Dojo, e va a sedersi davanti ad Ekazu, osservandolo, e osservando gli altri, dietro quest'ultimo ed anche dietro di lui. Nessuno sembrava mai voler parlare con loro, con Ekazu, hanabi, ognuno aveva una giusta paura e un giusto rispetto che li teneva lontani, ma Shinuja, per quanto ha appreso dove sia il proprio posto, non si faceva questi problemi, forse aiutato anche dal suo passato dove quell'arroganza sfociava da ogni suo poro, in qualsiasi situazione. < Mi hai fatto vedere la punta dell'inferno, e tanto mi è bastato per poter riuscire a superare l'onta e il peso di quella missione, che è rappresentato dal fallimento della stessa> Afferma, con tono serio ma educato, chiaro. <I tuoi Genjutsu non mi hanno fatto bene alla mente, ma voglio continuare a vedere, capire, non solo i laboratori..> Afferma verso l'altro.. <sempre se vorrai farmi vedere, mi interesserebbe capire la figura di Eiji, il vostro percorso e poter apprendere da quest'ultimo, che sia da un Genjustu, o dalle tue parole> Afferma l'altro <Sempre che tu mi conceda questo onore> Si era ridimensionato il giovane, era palese, ma quello sguardo, che per quanto possa essere di un giovane che ha capito molte cose, riflette sempre quell'arroganza che ora è tenuta dentro di lui a bada, come se volesse uscire, e si stia dimenando per farlo <Ormai la missione ad Oto è vicina, come ti senti?> Domanda a quest'ultimo, in fondo per lui non cambia molto ma per l'altro che ad Oto c'è stato e ci è cresciuto capisce che potrebbe essere qualcosa di molto stimolate e eccitante.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

23:42 Ekazu:
  [Palestra] I passi del Genin che lo portano a raggiungerlo al centro del Dojo. I membri del Clan, tutti intorno a loro, man mano, timidamente, riprendono ad allenarsi, senza però minimamente intaccare quella che potrebbe essere un limite invalicabile, uno spazio privato che il 404 ha indirettamente reclamato. Si siede, gli occhietti appena calati lo seguono, ignorando i movimenti lenti del Clan. I Genjutsu sono la sua unica arma, l’unico sostegno che permette al mondo di non schiacciarlo. Ovvio che non gli hanno fatto bene, ha dedicato l’intera sua esistenza a perfezionare quella sua Arte. Ma le sue parole, quel suo accennar al continuar a vedere, al capire, al sapere di cose che a lui semplicemente non interessano, e non devono interessare. Il gomito destro si poggia sul ginocchio appena sollevato da terra. Il palmo della mano a reggere la testolina. Ne ascolta le parole, e fa quasi finta di pensare. All’accennare il nome di Eiji, i volti dei conclannati nuovamente si girano verso di loro. Negli occhi dei più vissuti, forse vi si può scorgere paura, tensione. < .. tra un po’, quando tutto sarà finito, vedrai con i tuoi occhi, dal vivo, ciò che vuoi sapere.. > devia, le labbra appena si curvano in quel suo dire, schiacciate dalla mano sotto al mento < .. di Eiji, del mio passato, del mio percorso e di ogni cosa che vuoi sapere a riguardo, non ti interessa > ora lo sguardo si alza, puntando direttamente i neri di lui < chiudiamola qua > meglio così; ci sono tasti che non vanno premuti, piaghe e ferite che non vanno riaperte. < non dobbiamo fallire, punto > di rimando, le iridi viaggiano brevemente sui volti, prima di lui e poi di tutti gli altri. E nuovamente, quei tratti così estranei al Clan a rimarcare quanto, ora come ora, le radici del Potere Uchiha sono nel punto più lontano da ciò che era nel glorioso passato. Quasi come ogni singolo capello non nero, ogni singola pupilla non pece, sia uno scalino che li porta ad allontanarsi da ciò che sono. Ironico, se pensiamo che lui stesso è specchio del fallimento con quel suo occhio ceruleo, quasi vitreo. < questo dovevi dirmi > chiede, la testolina si stacca dalla mano, che intanto, seguendo la gemella, si nasconde nella tasca. < sembra quasi che tu mi stia sottovalutando, Shinuja > aggiunge poco dopo < ogni volta, mi chiedi di farti vedere, farti vivere.. io potrei ucciderti ora come ora sai, e specialmente dopo quello che è successo, sono sicuro che a nessuno di loro dispiacerebbe .. > atono come sempre, quasi come un calcolatore elettronico, scandisce a malapena una parola dopo l’altra < quando riavremo Oto, e la riavremo se tutto andrà secondo i piani, potrai vedere con i tuoi occhi tutto quello che vuoi, fino ad all’ora.. > [ Chakra: ON ]

23:54 Utente anonimo:
  [Dojo] <Non ti sto sottovalutando Ekazu, so chi sei e cosa sei in grado di fare> Afferma, in fondo ha provato sulla propria mente come l'altro sappia usare la propria abilità oculare nel ricreare Genjutsu. <Ho fallito te l'ho detto prima, e so anch'io che il fallimento non è contemplato..> Afferma, andando a prendere un bel respiro che trattiene qualche attimo prima di buttarlo fuori <Sono sceso a patti con me stesso, non ès tato facile, ho vissuto di nuovo le tue visioni per qualche istante, ho parlato con me stesso dentro la mia mente, ho capito quello che ho fatto e che non dovrà mai più ripetersi> Afferma <Ma sono consapevole di aver bisogno di una guida, di qualcuno che anche a forza di spaccarmi la faccia mi aiuti almeno inizialmente a capire, sopratutto ad Oto, dove le cose sono ben diverse da qua> Insomma non era stupido, ma se qualcuno potesse aiutarlo nel trovare la propria dimensione, e aiutarlo nel migliore le sue arti per lui sarebbe una grande mano. Ma il suo dire si blocca, quando scorge quella che potrebbe essere paura, o tensione negli occhid ell'altro, andando a far eun elggero sorriso, che sparisce veloce tanto quanto è arrivato. <Eiji mi ha minacciato, chiedendomi se conoscessi Hanabi, prima dell'incontro con la Yugure..> Racconta <ho detto di non conoscerla, non sapendo chi fosse Eiji, e poi abbiamo di nuovo parlato qui, dopo la riunione, non mi ha detto molto, ma qualcosa si, quindi vorrei capire un po di più di questa storia> Asserisce <Non te lo chiedo perchè voglio farmi i fatti tuoi, ma perchè voglio conoscere chi è stato a farmi delle minaccie, sarò anche un Genin, ma sono pur sempre un Uchiha, e nessuno può sfidarci senza pagarne le conseguenze> calmati Shin, non è il tuo casa poterti incazzare ora..<Comunque sia, vorrei solo sapere di più su di lui, quello che mi ha detto non è stato molto, e vorrei conoscere un mio potenziale avversario..> Altro non dice, rimanendo silente, lasciando che l'altra si prenda la parola e dica qualcosa, sempre che voglia dire qualcosa.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

00:09 Ekazu:
  [Palestra] Il problema, in fin dei conti, per noi miseri spettatori non sussiste. Vi è un Genin che, giustamente cerca una guida, un minimo accenno di sentiero da percorrere così da trovare la propria strada, il proprio destino, o come più giustamente è stato descritto, la propria dimensione. Dall’altro lato, però, vi è un altro Uchiha a cui ogni cosa non interesserebbe minimamente. A lui interessa il Clan, non il singolo. Quel rapporto che Shinuja chiede non vi è, e non è mai esistito. Probabile esisterà, in un futuro remoto, se lo stesso Shinuja dimostrerà di non essere uno dei tanti. Ma fino ad allora, un muro, la Maschera troverà dinnanzi a se. Una Maschera di cera che mai creperà a quella sua richiesta. < non devi mai far affidamento sugli altri > involontariamente, gli sta dando un’altra lezione, secondo quella che è stata la sua esperienza nel Clan, e nel mondo in generale. < non hai bisogno di nessuna guida, se non dovessi bastarti da solo, vorrà dire che, come già ti dissi tempo fa, sei semplicemente uno dei tanti.. > un dogma, una malsana idea instillata per pura natura nel gene di un Clone, di un essere nato in provetta e catalogato secondo Numeri. < Eiji era uno Shinobi di Oto ed ex Jinchuuriki del Nibi, ti basta sapere questo.. > la testolina ora si abbassa, forse stanca, puntando il pavimento del Dojo. Gli occhi si nascondono nella penombra delle occhiaie, cullati dal caschetto nero dalle ciocche azzannate. Qualche secondo di pausa in totale silenzio, a cercar di far mente locale e riprende il filo del discorso, quasi stesse nuovamente ripetendo nel pensiero le parole del Grigio < hai fatto bene a non dirgli nulla. La prossima volta che ti chiede nuovamente di Hanabi, di me, o del Clan, dimmelo > e seppur in viso rimane piatto, è palese che il minimo di confidenza ora sia stata rimpiazzata da ciò che è la loro Gerarchia. Un Alto grado che ordina ad un sottoposto di riferirgli ogni cosa. E’ una situazione fin troppo delicata, e l’esperienza dell’ex Nibi, rispetto alla gioventù del Genin, può fare brutti scherzi. [ Chakra: ON ]

00:20 Utente anonimo:
  [Dojo] Non vuole essere il suo Sensei, ma ogni volta cerca di imparargli qualcosa, che lo voglia o no, questo vuol dire essere un Sensei, anche se ekazu non vuole esserlo. Sbadatamente forse lo è, ma Shinuja sta imparando che anche questi piccoli insegnamenti appresi volta per volta dall'altra lunga la sua vita possono essergli utili, molto utili, perchè nulla è lasciato al caso e questo negli ultimi tempi il giovane l'ha imparato bene e immagina che lo apprenderà ancor di più una volta che saranno ad Oto, li sarà davvero solo, li davvero dovrà crescere oppure perire. <So che devo bastarmi da solo, e so che devo farlo prima di Oto, ricordo quando me ne parlai tempo fa, non voglio arrivare impreparato> che poi non si arriva mai ad Oto preparati, perchè è proprio quest'ultimo che ti prepara al mondo se si riesce a sopravvivere alla sua preparazione. <Un Jinchuuriki del Nibi?> Domanda a sua volta, non si aspettava che l'altro potesse essere un portatore di demone, questa cosa lo lascia un po spiazzato e gli da idea di quanto possa essere ffettivamente forte, forse una vversario che non è per lui in questo momento. <Sicuramente ti dirò tutto, tanto quanto vorrò scoprire la vostra storia, nella quale mi sono ritrovato nel mezzo senza nemmeno volerlo> Afferma, non è una minaccia ne un arroganza, solamente vuole capire quello che è successo tra di loro e quello che potrebbe succedere, non ha il controllo di nulla in questo momento, e vuole inziare ad averlo almeno un minimo, anche perchè ritrovarsi in questa faccenda, dove sono coinvolti La pura, ekazu ed Eiji che per altro è stato un portatore di demone, non è che lo faccia stare proprio tranquillo al giovane Genin, e non è difficile crederlo.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

00:32 Ekazu:
  [Palestra] < già > eh si, è stato un ex portatore di Demone, la Forza Portante del Suono. Non un Ninja da sottovalutare, seppur ora come ora, a quanto sembra, il vecchio Eiji è solo un lascito che alberga nel corpo del Goryo Itsuki. Ma i ricordi dello stesso parevano ancora vivi, così come l’esperienza in battaglia, le conoscenze del combattimento, ogni cosa. Non un qualcuno alla portata del Genin che, a sua insaputa, si ritrova contro uno Shinobi una volta temuto nel Mondo. < odio ripetermi .. > quasi lo interrompe nelle sue stesse parole. La testolina, per qualche istante, si solleva, concedendogli il pieno sguardo < io non ti dirò nulla > non gli sta vietando di conoscere quella loro storia, il suo passato di cui è tanto geloso e custode. Semplicemente, da Lui in persona, non saprà mai nulla. Se lo stesso Shinuja sarà in grado di indagare, capire dove andare a documentarsi, tanto bene. Altrimenti, probabilmente, rimarrà con questo vuoto a vita. < e tu mi dirai ogni cosa che verrai a sapere.. > nuovamente, stizzito nello scandire nuovamente quelle sue stesse parole una seconda volta, torna a fissare il pavimento < se vuoi imparare, questa è la volta buona.. > la volta buona in cui rischia seriamente di morire, e dunque quale miglior lezione se non quella di sopravvivenza? < rimani fermo, immobile. Non è niente che ti riguarda, e non c’è assolutamente nulla che puoi fare se non riferirmi ciò che succede. Se sbagli a muoverti, sei morto. > per mano sua, se mai dovesse far doppio gioco con il Goryo, per mano di Itsuki/Eiji se mai dovesse sottovalutare o provocarlo. Ora come ora è decisamente una situazione, come ha giustamente detto, ben al di là della sua portata. E qui, un buon Ninja, fa la differenza. Capisce quando avanzare, e quando aspettare. [ Chakra: ON ]

00:48 Utente anonimo:
  [Dojo] Insomma, se prima era in una situazione che poteva essere traballante, ora è diventata una situazione dove sta svanendo anche la lama di un rasoio. <Puoi star tranquillo, non riferirò mai nulla del clan a chi del clan non lo è, quindi se tanto ho negato di conoscere Hanabi, tanto potrò starmene zitto o comunque sia non dire nulla sul Clan> Afferma <Il clan viene prima di tutto, ed è con questo principio che son cresciuto e con il quale morirò> e qui non si sta vantando, qui parla sul serio. Per Shinuja il Clan è tutto, è sempre stato tutto, nessuno viene prima del clan, nessuno viene dopo, esiste solamente il Clan Uchiha. <Prima mi dici che volendo posso indagare, poi che devo rimanere immobile, se vuoi impararmi cos'è la sopravvivenza, io non ho problemi tanto quanto non ho scelta in questo momento> Afferma, in fondo anche se non vuole, los ta preparando per Oto, ma ancor di più per la vita, e di questo Shinuja può essere solamente che grato, poichè un insegnamento come questo, anche se sotto forma di minaccia, velata ma non troppo è pur sempre un insegnamento, e se riuscirà ad apprenderlo, se riuscirà a non risultare uno dei tanti, Ekazu dovrà riconoscerlo, e sarà un primo passo in avanti, fi questo nuovo Shinuja, che è pronto si a mettersi in gioco, ma in primis con se stesso e in secundis con tutto il resto del mondo degli Shinobi. <Credo che però sia ora di andare, si è fatto tardi almeno per me.> Asserisce verso l'altro <Hai altro da dirmi che dovrei sapere, consigli oppure ordini?> Stava per dire Sensei, ma si è trattenuto, Ekazu non ama essere chiamato così, ma lui lo vede così anche ora che lo ha infilato ancor di più in una situazione dove a rimetterci potenzialmente è solamente il Genin, e non le altre due parti, ma è proprio questo che invoglia il Genin, la lezione che sta in tutto questo, la malavoglia in cui Ekazu distrattamente o facendo finta di nulla lo ha infilato in questa situazione rifilandogli una lezione di vita, o quando gli da perle da cogliere qua e la distrattamente. Un Sensei. Un sensei che ancora non crede di esserlo, ma che vuol dare, una possibilità al suo primo allievo, che reputa uno dei tanti.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

00:59 Ekazu:
  [Palestra] Ascolta apparentemente distratto le parole di Shinuja. Le dita articolate nei guanti neri giocano, tamburellano, scivolano lente ed eleganti sul pavimento del Dojo, mentre lo sguardo di lì in poi mai verrebbe alzato. E’ una filosofia, quella del Clan, che li accomuna. Che unisce un po’ tutti quelli soli, quelli che nel Clan, seppur matrice e nascita dei loro dolori, hanno trovato casa, fonte di riscatto, e soprattutto potere. L’unico posto in cui davvero possono sentirsi ciò che sono realmente. E quasi nostalgico, in contraddizione con il suo sentimento, i flashback del martirio nei Laboratori gli si illuminano di una luce violacea negli occhi spenti. Urla, grida, cadaveri di cloni messi lì a tacere. Solo questo. < puoi indagare su ciò che è stato .. > riferendosi ovviamente alla sua volontà di sapere i trascorsi di anni fa in quel di Oto < indaga per tuo sapere, ma non intrometterti direttamente in ciò che non ti compete. Sapere non vuol dire agire > e lui lo sa bene, lui che nei primi anni, sfruttando quella sua mente giovane, elastica e vogliosa di sapere, ha studiato nei minimi dettagli la storia di Oto e del Clan. Scuote la testolina, ancora chinata < mh mh, puoi andare > mentre continua a giochicchiare con il pavimento, lasciando che sia solamente la coda degli occhi nascosti dalla penombra del caschetto a seguirlo con lo sguardo fino all’uscita, per poi ritornare sugli sguardi degli altri che oramai hanno ripreso la loro routine. E’, se vogliamo intenderla così, una missione dedita al solo Shinuja. Un compito che, però, a differenza di quella del Dio, non puo’ fallire in alcun modo. //END

01:11 Utente anonimo:
  [Dojo] Ed eccola ancora una lezione se vogliamo intenderla così 'sapere non vuol dire agire.' Ti vorrebbe dire che come Sensei non sei nemmeno male, ma non te lo dirà non ti piace quel termine e ancora ai tuoi occhi non è altro che uno dei tanti. <Posso indagare ma nond evo intromettermi, è cosa difficile da fare quando già mi hanno messo in mezzo ad una situazione di cui non so nulla e di cui sono coinvolte tre persone a dir poco pericolose> Afferma, senza farsi problemi, ma sempre con rispetto ed educazione <Ma vedrò di non far danni, e sta sicuro che qualsiasi cosa verrò a sapere, la saprai anche tu> Asserisce, in fondo non vuole deludere Ekazu, ma ancor di più capisce che ci sia in gioco il Clan in un modo o nell'altro, il che la rende una questione ancora più importante di quella che è. <Bene, se non c'è altro io mi ritiro per la notte> Va a dire andando ad alzarsi dalla posizione seduta <Buona notte anche a te Ekazu, ci rivedremo presto spero, altrimenti festeggeremo la presa di Oto> altro non dice il giovane che guarda la figura dell'altro, soffermandosi sull'Ama Mabushi, quella replica che anche lui è in attesa di riceve, da parte di Furaya, ma che indosserà solamente quando sarà segno di poterlo fare.[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Carta Bomba x2- Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}[END}

Shunija ed Ekazu si incontrano al Dojo Uchiha. Shinuja ha maturato e riflettuto sul fallimento della missione da parte sua, che ès tato argomento di metà chiacchierata da parte dei due, mentre l'altra metà è stata occupata da una parte ilr acconto di Shinuja su quanto accaduto con Eiji e poi le condizioni e gli ordini di Ekazu, riguardanti al faccenda.

Ps: Credo sia una giocata importante, sia per Ekazu tanto quanto per Shinuja, sopratutto per la situazione che si è venuta a creare tra i due e per quella che si è creata per Shinuja e la missione che ha ora Shinuja.