Prison Break: 2nd Season {Esame Genin}
Quest
Giocata del 29/07/2020 dalle 14:35 alle 16:53 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Ultimamente, le prigioni sono affollate. La maggior parte vengono riempite durante la notte per via di atti pessimi compiuti dai più disparati, anche per motivazioni non pervenute e che al mattino dopo neppure riescono a ricordare. In quella dove quest'oggi si svolgono i fatti, v'è soltanto una ragazza imprigionata da qualche giorno. Il Chakra non è ovviamente impastato, non le hanno però messo alcuna manetta anti-chakra ai polsi, probabilmente non reputandola una minaccia di grande importanza. Hanno dedotto che le sbarre anti-chakra delle prigioni e la guardia posta innanzi all'ingresso fossero più che sufficienti per tenerla a bada. Le viene ovviamente portato sia cibo che bevande, peccato che debba accontentarsi del bagno nella sua cella che condivide -per fortuna- soltanto con qualche topo o scarafaggio di troppo. Ci sono anche dei ragnetti nascosti sotto al letto e tra le lenzuola che, durante la notte, le hanno causato non poco prurito e fastidio. La sua cella è formata da una brandina sul lato destro con tanto di comodino e lavandino, privo però dello specchio. All'estremità sinistra, vi è un water con della carta igienica poggiata al di sopra. Non v'è nessuna luce solare o lunare che penetra nella prigione, se non quella generata dalle torce accese all'esterno e che gettano la cella di Fumie nella penombra. Davanti a sé, oltre le sbarre, può notare un muro ed una cella posta tre metri più in basso. Ambedue si affacciano su un corridoio centrale stretto, con la guardia che sta dando le spalle alla cella della fanciulla. Le braccia sono distese lungo i fianchi, è ben eretto con la schiena ed indossa la divisa degli Anbu: pettorina, pantaloni scuri, mantellina, maschera Anbu con modulatore vocale. Non è possibile capire se si tratti d'un uomo o d'una donna, l'altezza raggiunge il metro e settanta e la corporatura è coperta dalla mantella. Cosa vuoi fare, dunque, Fumie? [ Esame Genin | Chiusa ]
[ Mi raccomando, prenditi il tempo che ti serve. Leggi bene le tecniche e quello che possono fare. Descrizioni accurate. ]
Dovrebbe avvertir la mancanza dell'astro nascente, di quel calore estivo riversato sulla pelle, delle strade appestate dal Ramen inghiottito in ogni ora della giornata, delle urla dei ragazzini intenti a rincorrersi per raggiungere il fiume dove rinfrescarsi. Eppure, nessuna emozione vien scaturita in un'animo sterile, spento esattamente come la penombra nel quale la cella è stata rigettata. Scoppiettano le lanterne, rindondante quel suono che echeggia lungo l'intero corridoio, lugubre, ripugnante, il tripudio dell'ingiustizia sotto il quale è stata piegata il giorno dell'arresto. Tuttavia, non vi è differenza per i suoi occhi poichè l'unica mutazione della propria condizione è il cambio di gabbia attuato, dalle mura del villaggio alle mura di una prigione, forse qui riesce a trovar la quiete, il silenzio tanto bramato e ricercato, ed è per questo che s'è rifiutata di dormire sulla branda, così come ha ripudiato di notrirsi a dovere, solo acqua e pane, null'altro la sua bocca ha lasciato entrate. Siede al centro della stanza, gambe incrociate e schiena ben eretta, una finta meditazione mirata a studiar ciò che la circonda con minuziosa attenzione, probabilmente è riuscita a comprendere ogni quante ore, la guardia, vien cambiata affinchè quella precedente possa riposarsi, la pietra sottostante è fredda, così come l'aria intrisa d'umidità e fetore di liquidi corporei di altri criminali, eppure, non perde la sua autorevolezza, la tenacia con il quale intende portar a termine ciò che Stumure ha scatenato nel suo cuore, l'odio. E se forse un pensiero riesce a sfiorar Eryk per le similitudini di pensiero riscontrate, quello che più le batte in testa è proprio il Sensei, o meglio, il Nono Hokage. Gli eventi la allontanano maggiormente, la sua assenza, non fa che peggiorar una condizione che altri potrebbero affibiare a semplice ribellione, ma che vien avvertito come disagio. Braccia poggiate sulle rispettive ginocchia, ma ben presto verrebbero sollevate per iniziar a sbottonare il cheonsam <gentilmente...gradirei che tu non ti girassi> avverte l'uomo con un leggero sorrisetto stampato sulle labbra carnose <non vorrai approfittar mica di una dolce ragazza...seppur probabilmente non lo saprebbe nessuno> senza denudarsi, semplicemente sbottona il reggiseno, l'abbonzanza risulta esser celata dai lembi di tessuto, perciò il suo fare non metterebbe a rischio una possibile intimità sbattuta ai quattro venti. Si sa, per la comodità femminile vengono inseriti - nella zona inferiore delle coppe - due piccole lamine in ferro, saranno proprio una di queste ad essere lentamente tirate con l'ausilio delle unghie e, una volta estirpate, chiude nuovamente l'abito simulando un semplice giocar con tali oggetti innoqui. Prima li piega a metà - dopo averli sovrapposti - successivamente ruoterebbe con forza per far si che non si muovano e ricordino dei grimaldelli <deve essere noioso star li in piedi tutto il giorno...vero?> tergiversa, prende tempo, tuttavia, per il momento la sua posizione non muta di una virgola. Fumie sceglie consapevolmente di non attivare il Chakra. La guardia è ancora lì fuori, non si muove d'un millimetro. Di tanto in tanto, può sentire dei lamenti provenire dalle altre celle, qualcuno che sembra voler uscire ma non ottiene, ovviamente, il permesso per farlo. "Siete solo chiacchiere e distintivo. CHIACCHIERE E DISTINTIVO!", sbraita qualcuno che s'aggrappa alle sbarre. L'Akemi, nel frattempo, si denuda e si sfila il reggiseno. L'Anbu all'esterno non si rende conto del motivo per cui lo faccia, magari vuole darsi una sciacquata e farebbe anche bene, tutto sommato. "ESCILEEEEEEEE!", sbraita qualcun altro, un vocione maschile proveniente dalla sua sinistra seppur non possa esserne sicura a causa dell'eco. <Sbrigati> Ora è la guardia a parlare in sua direzione, girando appena il capo, ma senza guardarla o far altro. Rispetta la privacy del prigioniero, povero allocco. Piega le braccia sull'addome, facendo tintinnare un mazzo di chiavi che si trova nella sua cintura, sul lato destro. Le chiavi scintillano sotto la luce delle torce, divenendo visibili agli occhi di Fumie qualora ci faccia attenzione. Riuscirà anche nel suo intento di tirare fuori i ferretti e piegarli a suo piacimento. Resta da vedere cosa voglia farci e se riesca nel proprio intento. [ Esame Genin | CHIUSA ][ Nessun tempo limite, al momento ]
Roteano le palpebre verso il soffitto, seccata di quanto maschilismo venga esaltato da quei poveri stupidi risiedenti nelle altre celle <che modi barbari..> finge ribrezzo, offesa, nel mentre abbandona la seduta per ereggersi in tutti i suoi meravigliosi centocinquanta centimetri <non era meglio mettermi in un luogo più isolato?> s'avvicina alla sbarra permanendo però a mezzo metro di distanza, come se volesse semplicemente scambiar due parole con chi, al momento, la tiene prigioniera <sono una ragazza...ed anche abbastanza giovane, posso capire di aver sbagliato, chi però non ha mai fatto errori alla mia età?> la voce è pacata, tranquilla, tuttavia ancora gioca con i due grimaldelli trattenuti dalla mancina premurandosi di non far rumore. Iridi bianche che adesso scivolano lungo l'intera figura dell'uomo, danzano le fiamme delle lanterne, tanto da crear un gioco di luci ed ombre pronto a rimbalzar sul ferro delle chiavi incastrate nella cintura dell'altro. Stringe le palpebre, una possibilità inizia a diramarsi nelle proprie membra, rischioso se non si calcolano le tempistiche, se non vien ponderato al meglio affinchè la riuscita risulti pressochè perfetta. Cosa c'è di meglio, adesso, delle urla a cancellar la quiete da sempre elogiata, graziosi barbari, avanti, iniziate a donar fracasso per regalarmi la libera uscita <...basta un nulla per farli eccitare...da quanto saranno qui?> sfarfalla le ciglia, angoli delle labbra incurvati verso l'alto <Dovreste farmi capire quanto le desiderate signori!> esclama sperando che, come nei migliori stadi, inizino ad innalzare il caos, quanto basta per nascondere il tintinnio di quel mazzo intenzionata a recuperare seppur cerchi di comprendere se sia incastrato o facilmente sfilabile. Permane immobile con le mani dietro la schiena <spostami di qui per favore, forse è meglio l'isolamento> piccola lagna, dove vorrà andare a parare? La guardia non pare spazientirsi però si gira, incurante adesso che lei sia vestita o meno. Le chiavi, una volta avvicinatasi a sua volta alle sbarre, pur restandone distanziata mezzo metro, sono di quelle racchiuse in un cerchio che le contiene tutte. E' agganciato al passante del pantalone in cui passa il cinturone. Potrebbe sollevare l'asticella della chiusura e cercare di farle passare, indubbiamente è difficile ma potrebbe trovare dei validi metodi per evadere in qualche modo. Data la distanza tenuta dalla fanciulla e la guardia che è scostata dalle sbarre ma di ben pochi centimetri, le sue dita distano dalle chiavi roba come sessanta centimetri, ma deve tenere conto che di mezzo vi sono le sbarre anti-chakra. Inoltre, tenta di fomentare la massa. "ESCILE, ESCILE, ESCILE, ESCILE!" e ci riesce anche egregiamente, tanto da costringere alcune delle guardie delle altre celle a sbattere con forza contro le sbarre per tenerli a bada. "SILENZIO!", sbraita qualcuno lungo il corridoio, il che potrebbe farle intuire come uscire dalla cella sia -molto probabilmente- la parte più FACILE. Una volta fuori, giungerà quella difficile, ma andiamo per gradi. <Non è un mio compito. Torna sulla tua brandina e inventati qualcosa per passare il tempo. Limati le unghie, fai ciò che farebbe una ragazza. Non farmi perdere tempo.> Non si sposta affatto dalla sua posizione, le braccia ancora incrociate. Non si scompone, resta rigido nella propria posa e smette anche di risponderle. Come agirà, adesso? [ Esame Genin | CHIUSA ]
Meraviglioso il baccano che dovrebbe riuscir a nascondere ogni rumore che avrebbe potuto irrompere nel silenzio, accertatasi di come siano agganciate le chiavi, sbuffa nell'udir la risposta che l'altro le riserva <maschilista ed antipatico..> rimbecca con finta immaturità nel mentre torna taciturna. Ormai non può tornar indietro, l'etichetta da criminale le è stata ben affibiata addosso, perciò, rincarniamo la dose abbandonando ciò che da sempre ci è stata inculcata, la moralità di preservar la vita, l'esporre un comportamento adeguato alla cività affinchè tutto il mondo non ricada nel caos, eppure, le bestie per sopravvivere uccidono, feriscono, chi per mangiare e chi, come lei, desidera affermarsi. Sbagliato sottovalutar i deboli poichè, molti animali, pur non essendo possenti riescono a condurre la loro esistenza giocando d'intelligenza e furbizia, logica, ed un pizzico di furtuna. La sorte gioca brutti scherzi, ma si spera che le ombre ed il fracasso possano celar il gesto estremo pronta a compiere, di fatti, una volta che la guardia sia tornata a donar le spalle, attuerebbe qualche passo per azzerare le distanze da quelle sbarre, il chakra, per ora, non ha alcuna intenzione d'attivarlo per conservar le energie, sicura che successivamente ne serviranno parecchie...anche solo per incassare la valangata di botte che, di sicuro, riceverà. Rallenta il respiro, di conseguenza, anche il cuore sembra battere più lentamente portando dunque la concentrazione al massimo, mancina sollevata all'altezza del capo altrui nel mentre infila l'arto tra la ferraglia impugnando i due ferri così da esporre la punta verso di Lui, a mo di pugnaletto, il tutto coadiuviato alla gemella che, invece, oltrepassa alla stessa maniera le grate ma in direzione del mazzo di chiavi. Premuratasi di non entrare nella sua visuale periferica, attenderebbe qualche secondo per coordinare il movimento da effettuare, quale dei due deve essere fatto per primo, quali potrebbero essere le reazioni scatenate. Il pensiero deve andar già oltre, verso un futuro prossimo, eppure, in ogni alternativa c'è un'alta percentuale di rischio...e andiamo! Tenta di afferrar quel cerchio con delicatezza per scanciarlo, abili le dita che, per assenza di ansia, non vengono pervase da alcun tremolio e SOLO se la guardia accennerebbe un ruotar di capo, bloccherebbe il suo movimento sul nascere scagliando in direzione della giugulare l'arma fittizia ricreata con il reggiseno. [2/4] La guardia pare restare ancora ferma sul suo posto, immobile ad attendere il cambio turno o comunque a sincerarsi che la tipa dietro le sbarre smetta di dare fastidio. Si può scorgere il suono di una risata provenire da sotto la maschera, ma nient'altro di fatto. La ragazza s'avvicina ulteriormente alle sbarre, ma la guardia, pur sentendola arrivare dati i sensi sviluppati rispetto alla fanciulla, non fa altro. Anche perché viene distratta dal continuo tumulto generato proprio da quest'ultima e dalle urla che si espandono nel corridoio, chiedendo ad alta voce proprio a Fumie di uscirle. Riesce a mettersi nella posizione che vorrebbe, ma non tutto sembra essere tanto facile. Innanzitutto, la velocità e la forza che avrebbe normalmente adesso sono dimezzate dalla mancanza di chakra, per questo motivo risulta essere quasi difficoltoso sottrarre delle chiavi ad una guardia che, di contro, il chakra ce l'ha eccome attivato. Nel momento in cui sta cercando di aprirgli il gancetto, la guardia si muove. Stende gli arti per stiracchiarsi, il che porta le chiavi a tintinnare nuovamente. Non si rende conto del ferretto puntato dietro la nuca, non reputandosi in pericolo. Ciò però comporta a Fumie una serie di problemi: non ha il braccio altrui che potrebbe coprire le sue nefandezze, occludendogli parte della visuale, quindi potrebbe venire scoperta da lì a breve. Il gancio si solleva appena, ma deve fare tremendamente attenzione alle prossime mosse. [ Esame Genin | CHIUSA ]
Giocata del 30/07/2020 dalle 15:10 alle 16:03 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Come potrebbe anche solo credere di riuscir in un'impresa folle, solo per innalzare l'utopia del quale, la sua mente, s'è completamente assuefatta, una droga che, dopo averla assaggiata, diviene dipendenza tale da sottrar l'aria ai polmoni se non assunta una seconda...terza, anche quarta volta. Lenti sono i movimenti attuati dalla giovane, le bianche s'alternano tra il braccio destro infilato tra le grate - ed intento a recuperar il mazzo senza sfiorar il ferro - e la guardia che, improvvisamente, prende a stiracchiarsi. Il cuore palpita, si spalancano le palpebre nel mentre avverte l'adrenalina pulsar nelle proprie vene, tanto da raggiunger lo stomaco attorcigliato, tuttavia, per il momento la priorità e non arretrare ora che, il cerchio, par iniziare a sganciarsi. Il chakra può aspettare, il combattimento dovrà essere effettutato una volta dimostrato a quell'uomo quanto è gazza chi sta continuando a sorvegliare. Rallenta il respiro, parrebbe totalmente smorzarsi, un'apnea improvvisa, come quando la corrende ti trascina nelle profondità marine privandoti dell'ossigeno, labbra schiuse in un impeto di concentrazione tale da esser paragonata a quella immessa nell'applicazione del mascara. Avanti Fumie, ci siamo quasi. Flette leggermente le ginocchia affinchè, la propria figura, venga letteralmente nascosta dietro quella ampia dell'altro, le abilità potranno anche esser dimezzate, tuttavia non è velocità quella richiesta in un simile approccio, ma pazienza e devozione nel portar avanti l'operazione delicata di questo pomeriggio. Speranza che quel baccano possa confondere in parte chi, al momento, a differenza sua ha gli tsubo traboccanti d'energia spirituale, che la Dea Bendata, almeno adesso, sia dalla nostra parte. Prosegue dunque a giostrar con le dita premurandosi di non colpir le chiavi al di sotto, un tintinnio improvviso così come il tirar della cinghia potrebbero decretare la rottura dell'arto poichè, sicuramente, l'Anbu non rimarrebbe tranquillo dopo simile tentativo. Cosa succederà? Allo scriba del fato l'esito [1/4 tenta di sganciar definitivamente il mazzo] Fumie cerca di tirarsi dietro il mazzo delle chiavi, tenendo conto del tumulto che ha generato all'interno delle prigioni. Si può dire che il primo passo sia stato compiuto, dato che le guardie, nel frattempo, pare stiano parlando coi detenuti per cercare di tenerli a bada. "A CUCCIA, PEZZO DI STERCO!", esclama una guardia sulla destra della cella dell'Akemi, occlusa da un muro e quindi non visibile da Fumie. L'Anbu che, invece, sorveglia lei scoppia a ridere rumorosamente. <AHAHAHAH!> Come se la battuta dell'altro, che manco tale si può definire, l'abbia fatto tanto sbellicare da non riuscire a trattenersi. In questo momento, la ragazzina tira verso di sé il mazzo delle chiavi. Attorno all'anelletto che le contiene tutte, sono agganciate almeno cinque chiavi. Non può sapere né capire in qualche modo quale sia quella corretta, ma deve anche trovare il metodo per riuscire ad aprire le sbarre senza problemi. La serratura è soltanto esterna! Sulla sinistra di quest'ultima, vi è la guardia che sta ridendo e alla quale ha appena sottratto le chiavi senza farsi scoprire. Questo è già un bel passo verso la vittoria, tenendo conto di come avrebbe potuto facilmente farsi ingabbiare a vita soltanto per il gesto appena compiuto ai di lui danni. Quindi... Come agirai adesso? Le chiavi sembrano tutte identiche eccetto per i dentini differenti che si adeguano alle diverse serrature. [ Tira un D100 ogni volta che tenti una chiave ][ Esame Genin - CHIUSA ]
Potrebbe scendere una goccia di sudore se solo, anche questa, non fosse controllata affinchè nulla riesca a destar sospetto. Armeggia, continua quella mano che, finalmente, riesce ad estrarre il maledetto anello tirato verso di se qualche secondo dopo, ma prima di poter tirar un sospiro di sollievo, s'allontanerebbe di qualche passo finendo con le natiche rigorosamente sulla pavimentazione. <...> ossigeno tornato in circolo, leggero il sorriso sulle labbra carnose, sfogo di soddisfazione nell'esser uscita vittoriosa in questa piccola impresa, tuttavia, sollevando il mazzo, lo sguardo si sgrana nel sincerarsi di quante chiavi siano e di come sia completamente ignara di quale potrebbe essere quella giusta. Bello, davvero...fantastico. Roteano le orbite per aria, ma è raccapricciante come, gli Anbu stessi, ridicolizzino chi è imprigionato dietro le sbarre. Questa sarebbe ciò che definiscono Luce? Non riesce a comprendere come possano anche solo permettersi di giudicar quelli ritenuti nemici se, per primi, son pronti a puntar il dito, schernire, ed offendere il prossimo, anche se colpevole di qualsiasi atto di insubordinazzione. Dove risiede la differenza, perchè dovrebbero essere loro i giusti e non colui che li sta combattendo, per quale motivo dovrebbe venerare chi, adesso, disprezza con tutta se stessa. Scuote lentamente il capo nel mentre una smorfia leggera si staglia sul viso, bianche posate sulla porta chiusa affinchè possa captare come, il foro, sia situato - giustamente - all'esterno. Ecco, e adesso? Avvicinarsi cosi tanto, di nuovo, sarebbe fin troppo rischioso, perderebbe le chiavi e, probabilmente, ogni possibilità di fuga definitiva, la prova però era proprio questa, no? Furaya fu più o meno chiara, ma non ha specificato dove attuare tale fuga, e di certo non attenderà il suo ritorno dopo la resa di tale ribellione per poter assecondare i fini di entrambe le parti. Soprira a fondo, infila la mancina nel cerchio per utilizzar il tutto come un bracciale e liberar dunque entrambi gli arti superiori dopo aver raggiunto la posizione eretta, eleganza in quel suo sollevar entrambe le mani per portarle dinanzi al petto, dita delicate e femminili pronte a replicar il sigillo della Capra, mettere nuovamente in atto gli insegnamenti ricevuti dal Nono Hokage, e non solo quelli tra le lenzuola. S'attiva la sinergia tra mente e corpo, come un'interruttore che lascia affluire negli tsubo un'energia al quale, ancora adesso, non riesce ad abituarsi, parrebbe un fiume in piena, equilibrio raggiunto grazie ad un'unico gesto che riesce a ricongiungere ciò che prima viaggiava su due linee differenti. Caldo e freddo, sole e luna, pioggia e terra, racchiusi in una persona che man mano acquista più consapevolezza del proprio corpo e potenzialità, s'affinano i sensi, ardono le fiamme del coraggio, dell'arroganza, e della dedizione verso la causa scatenante. <Hey...non è molto divertente chiamar merda altri esseri umani. Tuttavia..> schiocca la lingua contro il palato e se solo il tizio si voltasse a guardarla, potrebbe notar come - ad una distanza che la vedrebbe di spalle al muro avverso alla grata - ella sventoli il bottino con soddisfazione <questo mi sembra più simpatico. Un Anbu che si fa fottere le chiavi da un criminale in cella...ed anche di scarso conto> avanti, entra, questa è una chiara provocazione, forse anche di un'idea stupida <vuoi chiamare i tuoi amichetti o riesci ad affrontarmi da solo?> sfarfallano le ciglia. #oraleprendomale [Chkr On 10/10]
Giocata del 13/08/2020 dalle 15:30 alle 18:34 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Fumie cerca di attirare l'attenzione della guardia, sventolandogli il bottino sotto al naso e portandosi dal lato opposto della grata, poggiandosi di schiena alla parete. Intende trovare un modo per condurre la guardia all'interno della stanza, ma come abbiamo specificato poc'anzi, la cella si può aprire soltanto dall'esterno. <Brutta baldracca.> Biascica questo a denti stretti, tastandosi freneticamente i fianchi e le tasche per cercare di capire se quelle siano davvero le sue oppure si tratti soltanto d'un trucco. <KIDO!> Sta chiamando qualcun altro, anche perché il corridoio è pieno di guardie, anche questa fa parte di una delle informazioni rinvenute in precedenza. Qualche scellerato dalla cella continua ad urlare a Fumie di fargliele vedere, assieme alle risate di scherno nei confronti delle guardie che non finiscono mai. "Eccomi", risponde la guardia che giunge con un altro mazzo di chiavi identiche alle precedenti. Evidentemente, ogni guardia ne possiede un mazzo ciascuno. <Apri questa cazzo di cella.> Bercia il ragazzo che attende soltanto di poter entrare all'interno della stanza, così come ha richiesto Fumie. <Puoi anche restare chiusa qui dentro per quanto mi riguarda> In fondo, potrebbero non aprire mai la cella, ma resta il fatto che ha le chiavi tra le mani e potrebbe usarle in qualunque momento. Quindi, è bene riprendersele prima che Boryoku possa ficcargliele dove non batte il sole in un secondo momento. Quando la porta viene aperta, ciò lascia uno spiraglio al ragazzo, il minimo indispensabile per poter entrare e chiuderla rapidamente alle proprie spalle. "Cosa vuoi fare?", commenta l'altro, restando ovviamente dall'altro lato della cella. Potrebbe essere quasi impossibile riuscire a scappare da lì, ma magari trova un altro modo. Intanto, deve vedersela con l'Anbu entrato nella cella, dal quale dista appena tre metri, avendo poi la brandina sulla propria sinistra e il water sulla destra. Può agire come meglio crede, al momento. [ Esame Genin - CHIUSA ]
La vita potrebbe essere identificata come un semplice cerchio, esso rotea attorno allo spirito di ogni essere affinchè riesca a trovar la giusta collocazione nel mondo, un'ecosistema delicato, da proteggere e venerare. Un piccolo ago spostato può scatenare reazioni a catena pronte a cambiar il destino di più creature, un collegamento viscerale, o forse, universale che può aprire o chiudere le strade da percorrere, nel bene e nel male <si dice puttana, fin'ora non ti sei risparmiato con gli altri detenuti per quanto riguarda il gergo utilizzato> attua passi solo per indietreggiare nel mentre l'indice - anellato - continua a far rigirare le chiavi rubate pocanzi <tuttavia non comprendo come, degli Anbu, che dovrebbero essere presi d'esempio dal popolo, possano risultare cosi...> inspira l'aria rumorosamente, un sibilo causato dalla dentatura stretta coadiuviata alle orbite lanciate in aria, un finto riflettere che sottolinea l'ironia e lo scherno rivolto ai suoi possibili aguzzini <scurrili, disgustosamente rivoltanti...invece di esaltar le vostre cosi tanto decantate qualità e la fedeltà rivolta all'Hokage, cadete in queste piccolezze che non vi fanno onore tanto quanto gli assassini rinchiusi in queste gabbiette per uccelli> sfarfallano le ciglia, acidità sputata come un combra intento ad accecar con il veleno, vorrebbe avvolgere le sue spire attorno al tuo collo, avvertir la pressione della giugulare pulsante sulla propria pelle, ammira l'espiar dell'ultimo alito con il terrore disegnato negli occhi, e quella lacrima dal sapore malinconico a rigar il viso, rivolta ad una famiglia in attesa di un ritorno per cenar intorno al tavolo. Iridi bianche che scivolano sulla nuova guardia in arrivo, schiocca la lingua contro il palato ed aderisce la schiena contro la fredda pietra delle mura, lo attende, ed un sorriso macabro si disegna sulle labbra carnose, si sarebbe aspettata il Nono, un qualsiasi segno che le avesse fatto comprendere che non v'è stato abbandono, che non vi è indifferenza da parte di chi le promise insegnamento, una guida sul quale fare affidamento se l'oscurità avesse abbracciato il cuore, un appoggio solido se la terra avesse iniziato a tremare, un tetto se dal cielo avesse iniziato a piovere. Invece, questa è la realtà, la solitudine che in modo perpetuo continua a tornare per distruggere le sicurezze acquisite, perchè dovrebbe fermarsi adesso? <cosa pensi che voglia fare scusa? Ucciderti?> scuote il capo in segno di dinniego, ritmico quanto un metronomo a dettar la musica sul quale dovranno danzare <non sono una bestia, anche se volessi..> indica la porta aperta e chiusa all'istante dal quale l'uomo ha varcato la soglia <non sarei riuscita ad intrufolarmi con facilità> inarca un sopracciglio <la mia prova, a detta di Furaya, era proprio riuscir ad uscire...non ha però specificato da dove> a rigor di logica è un'esame, almeno secondo la mente della giovane. Infila il porta chiavi nel polso, queste tintinnano insieme ai gioielli, stridulo, echeggiante, fastidioso, palmi avvicinati al petto prospero con eleganza, delicatezza, un piccolo ed innoquo petalo di ciliegio distaccato dall'albero ed il resto dei suoi componenti. E dunque vien formato il sigillo della Capra affinchè negli tsubo affluisca la tenue energia, per ora, ricavata dall'unione dello yin e dello yang, quel fresco di cascata torrenziale unito al caldo della lava bollente, forza e debolezza, un mare da prima in tempesta divenuto piatto per l'assenza di quel vento di inconsapevolezza dettato dall'inutilizzo della spiritualità. Un pezzo di carne è buono solo come concime per vermi, ma ciò che custodiamo all'interno, se sviluppato, può far spiccare la differenza tra essere umano ed animale. Rallenta il battito. La calma. La ragione. [Chackra On] [10/10] Il richiamo del Chakra avviene correttamente, seppur venga richiamato ancora come se questo possa metterle una minore ansia addosso, assieme ad una più accurata concentrazione. Cerca di spronarlo a farsi avanti, ad attaccarla, a compiere qualunque attacco nei suoi confronti che sia verbale o fisico. Lo provoca abbastanza da ricevere una risposta accurata e migliore di quella che s'aspettava. Non compone dei sigilli, ma solleva appena la maschera per permettere alle labbra di essere esposte e soltanto quelle. Nient'altro sarà riconoscibile, ovviamente coperto. Dalla bocca di questi, fuoriescono due piccoli globi d'acqua, i quali si dirigono verso la spalla destra e la spalla sinistra di Fumie, assumendo la forma di due piccoli colibrì dalla proboscide appuntita. <Sei soltanto una pazza se pensi di poter uscire dalle prigioni degli Anbu. Tutto il perimetro è controllato, fuori dalla cella, ancorché riuscissi ad andartene da me, ci sarebbero altre guardi pronte a fermarti.> E non tutte sono d'un livello poco superiore o pari al suo. Anzi, la maggior parte è anche di grado superiore che potrebbero venir chiamate di lì a breve. Deve stare attenta, adesso. I due colpi non sono tanto veloci, quindi può rendersi conto del loro arrivo e decidere anche come agire, dove spostarsi, tenendo conto delle distanze precedentemente citate e che son rimaste esattamente le stesse: tre metri tra lei e l'Anbu, due metri tra lei ed il lettino sulla sinistra, tre metri tra lei e il water sulla destra. Dietro le spalle, chiaramente, ha ancora il muro contro cui s'è poggiata in precedenza. A lei la scelta di decidere come agire e come difendersi. [ Esame Genin - CHIUSA ][ DIFESA 2/4 - Resto libero ]
Annuisce lentamente, le bianche non perdono mai di vista l'uomo, ora, sito dinanzi a se. Le palpebre si spalancano impercettibilmente nel sincerarsi di quella maschera leggermente scostata, fissa quelle labbra, le stesse dal quale queste bolle iniziano a fuoriuscire, come potrebbe nascondere lo stupore che la giovane età e l'inesperienza iniziano a disegnar sul proprio viso, lo stesso che all'apparenza risulta essere gradevole, dolce quanto un frutto ancora acerbo che desidera diventar grande per potersi affermare nel mondo circostante. Si schiudono le rosee nel mentre, l'attacco divenuto un meraviglioso colibrì, s'avvicina più lentamente delle offensive provate dal Nono Hokage, le si stringe lo stomaco in una morsa ma non per l'ansia di tale situazione, ma per i ricordi che tutto questo inizia a scaturir nella mente, diapositive offuscate però dal fuoco della rabbia, del rancore verso le bugie ricevute, dall'utilizzo del corpo femminile come puro e semplice piacere senza mai approfondir il sentimento che evidentemente ha scottato solo e soltanto lei. Deglutisce vistosamente, arida la bocca, un deserto dove neanche una goccia di pioggia ha bagnato la sabbia rovente, arrampicati voce, combatti tanto quanto il corpo in tensione <io non riuscirò ad uscire da questa prigione...> e la sclera diviene lucida seppur un sorriso sbocci tra la neve dell'epidermide <ma non voglio neanche rimanerci per il resto della mia vita> e per quanto sia ribelle, non è un'assassina, non ancora. Abbassa il braccio lasciando cader l'anello in ferro nel proprio palmo, lo lancia come mero gesto di restituzione seppur le chiavi cadano esattamente al centro dei due. Sussegue il silenzio utilizzato per aumentare la concentrazione, flette le ginocchia quanto basta per sottrarsi ed evitare le finte bestioline allungando, inoltre, la gamba destra dinanzi a se, questa posizione costringe il busto a rigettarsi parzialmente in avanti ed entrambi gli arti superiori - dopo aver unito le dita a puntar il soffitto - vengono collocati nelle seguenti direzioni: uno rivolto all'Anbu, ed il destrorso - con il gomito aderito al muro - parzialmente rivolto alle proprie spalle. Se fosse riuscita nell'intento, procederebbe con l'unione dei palmi dinanzi al petto affinchè possano formulare i seguenti sigilli : Bue, cane, drago, cinghiale. Mai vien persa l'eleganza in quel replicare ciò che le fu insegnato con accurata attenzione, l'avverte la pressione che gli tsubo iniziano ad esercitare per l'attivazione della tecnica richiamata in quell'istante, vapore nel circondario, una nebbia fitta che si modella dinanzi agli occhi dell'altro per poter replicare una copia esatta della sua estetica. Iridi bianche, pelle candida, una bambola di porcellana le quali espressioni sono state cancellate, rosate le labbra, in netto contrasto con i capelli corvini estesi lungo la schiena. Che dire del cheongsam nero che aderisce ad ognu curva, morbida, sinuosa, idilliaca per qualunque uomo che anche solo desideri la passione donata da tale creatura. [Chakra On] [8/1o] [Difesa 2\4 tenta di schivare abbassandosi] [Tenta Tecnica della moltiplicazione del corpo 2/4] Fumie opta per scartare in avanti, abbassandosi e cercando di sfruttare quel poco spazio rimasto. Non viene però specificato di quanto ella si sposti, per cui chiariremo circa un metro: lo stretto necessario. Ciò la porterebbe ad essere a due metri dall'avversario, il quale non intende fermarsi e lasciarle scampo, sia chiaro. Il primo colibrì, quello minacciante la spalla destra, viene schivato dalla fanciulla. Il secondo, invece, pur riuscendo nella propria impresa, le tocca il braccio ad altezza del bicipite. Le causa un ematoma di piccole dimensioni, che non le blocca i movimenti in nessun modo, ma che le causerà senza dubbio dolore [ - 15 PV ]. Inoltre, successivamente a questo, ella tenta anche la tecnica della Moltiplicazione del Corpo, generando una copia al suo fianco sinistro che ha le sue stesse fattezze: curve -soprattutto- ed occhi, vestiario e fisionomia. Tutto viene ripercorso in maniera perfetta, ma adesso sta a lei decidere come sfruttare questo piccolo vantaggio a suo favore. Basti ricordare che la distanza adesso è di appena due metri, quindi basta un passo ad entrambi per poter attaccare o scegliere di far dell'altro. Le guardie all'esterno non stanno ancora arrivando, però Kido è ancor lì ad osservare la scena oltre che a cercare di sedare le rivolte che, di lì a breve, avranno luogo. <Agendo in questo modo, non fai altro che peggiorare la tua posizione. Cosa pensi di ottenere?> Attende soltanto che lei s'avvicini o che si fermi, in base al buonsenso. [ Esame Genin - CHIUSA ]
Una risata gutturare sguscia dalla gola, non vi è la limpidità, la purezza dimostrata al di fuori, ma mero rancore nel mentre i ricordi continuano a susseguirsi tanto da farle tremare ogni fibra muscolare <Peggiorare la mia situazione?...> ad interrompere il verbo è il dolore accusato al bicipite, vengono rilanciate le bianche verso il proprio arto, a macchiar il candido vi è un colore violaceo, livido, adesso, indelebile seppur di base non abbia proceduto ancora ad alcun attacco verso l'uomo. Si stringe la dendatura in un impeto di nervosismo, come osi deturpare un corpo mantenuto un tempio, perchè farle male se ha semplicemente dimostrato di riuscir a rubacchiar delle chiavi. Ed è una valvola quella che si apre, ma non sono gli tsubo per lasciar scorrere il chakra, bensì è l'irrazionalità ad essere sguinzagliata come un cane famelico in procinto di divorar la preda <io..voglio..la LIBERTA'!> ed è in quell'alzare improvviso di tono che scatta in una corsa direzionata verso il bersaglio, permette alla copia di scavalcarla affinchè possa accovacciarsi dinanzi a se esponendo la schiena <TANTE BELLE PAROLE ED ALLA FINE SIETE SOLO DEI BUGIARDI> ciò che inumidiva la sclera vien rilasciato sottoforma di lacrima a rigar la gota sinistra, tuttavia non arresta l'avanzata e, nel mentre continua a direzionarsi verso il suo multiplo, tenterebbe di calciar per aria il mazzo di chiavi, se dovesse riuscirci, l'oggetto dovrebbe sollevarsi a tal punto da sfiorar il soffitto, abbastanza in alto da poterle permettere di abbandonare il suolo per poggiar la suola della scarpa sulla spina dorsale di Fumie seconda che utilizzerà come appoggio per un salto. Vola, dispiega le ali, tempo fermati, immortala questo scatto prima che le mani del fato si muovano a suo sfavore. Lascia agire la forza di gravità, la ferraglia nell'esatto momento in cui incrocia il piede sinistro, verrebbe - se possibile - calciata con forza, mirato a colpir la maschera indossata dall'Anbu. [Chkr On] [8/10] [Tenta di saltare sulla schiena della copia] [Tenta di calciare il mazzo di chiavi contro l'Anbu] [Spostamento:1/4] [Attacco: 2/4] [?] C'è un piccolo intoppo. Fumie non dà particolari indicazioni alla copia, quindi quest'ultima resta ferma esattamente nella posizione precedente. Non si muove, non fiata. Quindi, lei può anche decidere di correrle incontro e saltare, ma la copia avrà come unico difetto quello di sparire appena lei la sfiora. Non riesce a darsi la spinta che vorrebbe, però riesce a saltare il minimo indispensabile per poter eseguire la mossa successiva. Al massimo, risulta essere un pelino sbilanciata per via della sparizione improvvisa della copia, la quale tra l'altro non s'era disposta neppure nel modo previsto dalla fanciulla. Il lancio non viene come sperato, proprio perché non riceve il giusto slancio con cui effettuare il calcio in sua direzione. Le chiavi, quindi, pur salendo sin al soffitto, non vengono prese di mira come vorrebbe lei e cadono esattamente ad un metro dalla guardia e ad un metro da Fumie. <Ora basta!> Esclama quest'ultima, generando due nuovi colibrì d'acqua che verrebbero diretti in direzione della ragazza, giustamente, essendo la copia sparita appena sfiorata. Inoltre, lei è in discesa verso il pavimento, lievemente sbilanciata come detto. Di conseguenza, dovrà sfruttare il tempo a suo vantaggio, sia per riatterrare che per difendersi dal colpo in arrivo, il quale viaggia adesso in direzione della fronte o, comunque, proprio del volto. Non gli interessa se le farà male, vuole fargliene per concludere quest'assurdo teatrino il prima possibile. [ Difesa 2/4 ][ Esame GENIN - CHIUSA ]
Quando maledice il poco allenamento effettuato con l'ormai fu maestro, dannata copia che invece di eseguir quello che nella mente sembrava perfetto, permane immobile come una statua di cera scomparendo non appena la suola sfiora la sua superficie. Si spalancano le palpebre per lo stupore, vergognia in quel calcio che non è riuscito a raggiungere l'obbiettivo prefissato, un'equilibrio perso per l'atterraggio maldestro che vedrebbe storcer la caviglia non appena raggiunto il suolo <dannazione> ringhia contraentro la mascella per il dolore accusato, eppure l'attenzione e l'adrenalina riescono a farle cogliere i volatili d'acqua lanciatele dall'Anbu, ormai, a pochi metri di distanza dalla sua posizione. E' l'istinto a prevalere, non la tecnica che, palesemente, risulta essere ancora acerba, da migliorare con scrupolosa costanza ed amor proprio. Forse Furaya aveva ragione, come potrebbe difendersi se, da cosi semplici offensive, non riesce a controbattere con azioni fondamentalmente basilari? Braccia ora sollevate ed incrociate per lasciar scontrare il colibrì contro gli avambracci, altri lividi si disegnano sull'epidermide, da prima, perfetta e candida, un viola macchiato da gocce di sangue sottoforma di ematomi, ed una caduta rovinosa che la vedrebbe si schiena sulla nuda e fredda pietra. Il fiato è corto, le lacrime ancora rigano il suo viso, vorrebbe fermarle, cessar un pianto dettato dal nervosismo di un clamoroso fallimento. Ne è consapevole, lo accetta, ed a dimostrarlo è esattamente il suo rialzarsi in piedi per acchiappar il mazzo di chiavi rubato precedentemente. Zoppica, ma è flemmatico l'avvicinarsi all'uomo più esperto per poter riconsegnare la ferraglia senza oltrepassare il limite degli spazi personali, nuca inclinata leggermente indietro, labbro inferiorie intrappolato tra i canini che donano alla ragazza un'espressione bambinesca, come un figlioletto che ha disobbedito ed ha avuto una piccola lezione da parte del genitore. Bianche fisse su quella maschera, umiltà mescolata alla rabbia, nascoste subito dopo con il calar del mento verso il basso, lasciando dunque ricadere sul viso ciocche corvine della frangia. Permane cosi, con il braccio disteso fin quando l'oggetto verrà recuperato, il religioso silenzio. [Chkr On] [Difesa: 2/4] [tenta di parare il corpo con gli avambracci]
Giocata del 14/08/2020 dalle 16:54 alle 17:24 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Fumie, dopo aver riequilibrato la sua postura, opta per sollevare ambedue le braccia. Gli avambracci sono posti a difesa del busto e del volto, permettendo così ai colibrì di colpire direttamente questi ultimi. Trattandosi di un colpo pieno ed essendo anche due colpi, gli ematomi che andranno a formarsi sulla sua pelle saranno piuttosto profondi ed assumeranno quasi subito un colorito violaceo [ -15PV al braccio destro, -10PV aggravamento del primo colpo ]. Alla fine, però, nonostante il dolore che avverte adesso agli arti superiori, cerca di prendere il mazzo delle chiavi e consegnarlo nelle mani della guardia. Quest'ultima la guarda stralunato, seppur da dietro la maschera ciò non sia possibile notarlo. <Cos'è?> Chiede, stizzito. <Un modo per farmi abbassare la guardia?> Una mano si tende verso le chiavi, l'altra invece vola sul retro della schiena per stringersi attorno all'elsa della ninjato. Stringe le dita attorno alle chiavi, strattonandole immediatamente verso di sé e cercando di riporle lontane dalla fanciulla. <Abbiamo finito o vuoi tentare di nuovo la fuga?> Le chiede ancora, compiendo appena un paio di passi indietro per comprendere dapprima cosa voglia fare. Solo dopo, ovviamente, lascerà la stanza e le permetterà di tornare a raggomitolarsi sulla brandina. Attende, gli occhi fissi su di lei in attesa anche d'una sola risposta, avendo potuto notare le lacrime che ne rigano il volto. Che abbia compreso il fallimento? Da lì, è quasi impossibile uscire. [ Esame Genin - CHIUSA ]
E se avesse riflettuto nel lasciarsi andare alla passione, avrebbe potuto imparar di più sul mondo ninja e non solo a stropicciar fantasiosamente le lenzuola, maledetti sentimenti, una piaga per le donne e gli uomini con una volontà fin troppo debole. Quegli occhi color del mare nel quale s'è abbandonanta, una fiducia insensata verso colui che, da sconosciuto, conobbe in una serata di Luna piena, sulla spiaggia, tra la nebbia e l'umidità di una tempesta in arrivo. Il destino alle volte è crudele, intreccia fili che di dissolvono sotto la goccia dell'acido di un'egoismo sproporzionato, stringe i pugni lasciando che l'Anbu recuperi le chiavi con uno strattone, nulla replica a ciò che da lui viene proferito, semplicemente, volte le spalle ignorando - forse - lo spillo doppio creato dal ferro del reggiseno, ora, sito sulla pavimentazione. Rabbia, delusione in quel fallimento dettato dalla sola ignoranza, ma all'ultima domanda porsa, scatterebbe l'ira irrazionale che le farebbe agguantare la branda, fanno male le braccia, così come il resto della muscolatura, contrae la mascella per sopportar quel piccolo supplizio e cercar di lanciare - tramite una torsione del busto che aiuta lo slancio - l'orribile cuccia del quale la cella è dotata, nell'esatto momento in cui le sbarre vengono richiuse, coadiuviato ad un ringhio dettato dal solo sforzo. Iridi bianche, ora, fissate su di Lui, non vi è più dolcezza, ma mero rancore e nervosismo verso se stessa e l'incapacità di pensare ad un piano decisamente migliore <stanne certo che uscirò da qui figlio di puttana> marca il gergo poco femminile con l'indice sollevato della mancina <e ti strappero quella tua schifosa lingua per fartela mangiare, pezzo dopo pezzo> indietreggia urtando la schiena contro il muro prima di adagiar le natiche a terra. Per ora, è una sconfitta, ma prima o poi la Dea Bendata tornerà ad esserle favorevole. [ Chkr On] [End]