Un pranzo alternativo
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Giocata dal 26/07/2020 21:35 al 27/07/2020 02:04 nella chat "Centro di Konoha Saccheggiato"
[Via Principale] Ci troviamo più o meno all’orario di pranzo, con il sole appena oltre la metà precisa in quel cielo azzurro che a vederlo così, mai ci si aspetterebbe che si potesse tingere di quel cremisi accesso, di certo non credendo ai pochi che rimangono coscienti e testimoni del misfatto che ormai da una settimana, periodico continua a perpetrare, causando amnesie e disturbi alla quiete pubblica. Il genin dell’erba oggi si trova in giro a fare compere principalmente, passeggia sulla strada principale e, soddisfatto dell’acquisto effettuato di quel paio di guanti ninja, specialmente per il tessuto traspirante in grado di assorbire il sudore che, nel suo caso specifico, non fa schifo, ma bensì fa proprio danni essendo lui un doku velenoso! Un piccolo compromesso per evitare di avvelenare ogni singola persona di Konoha e finire in prigione… Scuote il capo incredulo mentre quei passi lo continuano a portare per la via principale di quel centro. I capelli corvini sono raccolti in quella tipica coda di cavallo con qualche frangia che scappa sempre e ricade sul volto mentre l’elastico scuro si mimetizza alla perfezione dentro quel crine moro. Veste come al solito in maniera molto… scoperta se così possiamo dire, con indumenti se non fosse per quei guanti, che non lo fanno riconoscere di certo come un ninja! Attorno a quel petto porta una polo color blu scuro con quei bottoni marrone chiaro aperti, in maniera che non sia troppo attillata a quel petto allenato e soprattutto tatuato, dato che la maglia non copre in tutto quelle maniche piene di inchiostro o quel collo e petto. I bendaggi sugli avambracci sono stati rimossi mentre rimane solo un leggero ematoma. Le gambe atletiche sono coperte da un paio di pantaloncini cargo color beige, con una cintura a tenerli in vita e le tasche apparentemente piene, riempite dal pacchetto di sigarette, dal porta monete, e dalle proprie mani che rimangono infilate lì per il momento, con solo la destra che va a scostare la sigaretta accesa dalle labbra quando ha bisogno di espellere il fumo dai condotti respiratori. Di certo anche se non stesse facendo nulla risalterebbe in vista, alto centonovantadue centimetri, con quei capelli lunghi, tatuaggi ma soprattutto con quel colorito caramello chiaramente non tipico della zona! Il genin era fermo a uno degli svariati chioschi mentre anche da lontano si poteva sentire la discussione animata proseguire <” COSA VUOL DIRE CHE FATE SOLO RAMEN?!” > risponderebbe al chioscaio con quel tono di voce profondo e roco che ci si aspetta da uno come lui. <” Cioè vuoi dirmi che in sto villaggio, ogni giorno mangiate solo ramen? Non mi pare di averti chiesto chissà che cosa, dei soba, dei dango… yakimeshi tori… cioè la birra con cosa dovrei mandarla giù se non fate neanche dei banalissimi yakitori!”> direbbe alquanto adirato, probabilmente una conversazione che si è ripetuta per i precedenti quattro chioschi di già… Stride il ferro nel mentre vien affilata la lama, essa luccica al sole ogni qual volta le nuvole permettono ai raggi di raggiunger il suolo, le loro teste, riscaldandone la cute fino ad arrosar le gote d'ogni individuo. Le vie sono affollate, come poter biasimare gli abitanti intenti a cercar il primo chiosco libero, la colpa d'altronde è anche sua, non può lamentarsi delle urlette dei ragazzini, o del vociare continuo poichè siede sotto un portico dove par ereggersi proprio uno di quei piccoli ristoranti. L'odore di ramen impregna l'etere, risulta essere nauseabondo, le narici s'allargano per tentar ri respirare aria pulita, in vano, ed ecco infatti sopraggiungere una smorfia schifata stagliata sulle labbra carnose, tuttavia è celata dietro una bandana scura che copre i connotati fino alla punta del naso. Lo sguardo, di tanto in tanto, scivola sul luogo senza mai soffermarsi su qualcuno in definitiva, riparata nell'oscurità, ombra donata dal tetto sovrastante, beneficio per chi non ama colorar la propria pelle con strane abbronzature che magari potrebbero farla sembrar più viva. Una ragazza minuta, lungo il crine disteso fino a raggiunger la zona lombare, la frangia inquadra un visetto perfetto, bambola di porcellana che il tempo non è ancora riuscito a deturpar con orribili rughe. Involucro vuoto la cui bellezza certamente non passa inosservata, iridi bianco latte, esse son similari al famoso Clan Hyuga, esaltati da un leggero tratto di matita nera nella palpebra inferiore, che dire anche delle forme sinuose, sensuale ed accattivanti, fasciate in un fine cheongsam nero in velluto che sottolinea il pallore dell'epidermide. La gonna presenta spacchi laterali audaci, essi scoprono le cosce ad ogni falcata, sfacciata forse, ma non le importa, tuttavia nella sinistra si potrà denotare un cinturino in cuoio dove il Tento, solitamente, vien riposto. Molteplici sono i bracciali e gli anelli ad adornare gli arti superiori, essi son visibili poichè le maniche sono inesistenti. Tintinnano ogni qual volta si muove, l'attenzione - fin ora persa tra una miriade di pensieri - vien attratta da Eryk intento ad urlare alla sua sinistra, ruota il cranio quanto basta per poterlo soppesare da capo a piedi, flemmatica, fastioda ed a tratti invasiva, schiocca la lingua con il palato, come potrebbe non commentare un discorso che potrebbero sentir fino ai Monti Hokage? <dacci un taglio..> commenta con voce abbastanza alta da rendere il tutto palese, null'altro proferisce, riprendendo l'attività fin ora intrapresa. [Via Principale] È talmente alterato che il passare della gente alle proprie spalle neanche lo tange, non se ne cura minimamente, dopotutto quella mica è casa sua e, se va bene che a konoha si fa come i konohani, mangiare a ogni pasto ramen di certo non fa bene a quella dieta ferrea che segue, specialmente ora che è fuori casa e di sicuro non può allenarsi come da routine quotidiana, come se fosse al suo magione di clan a Kusa, non ha un giardino del genere in grado di fornirgli tanto spazio quanto necessario e non sa le strade per mettersi a correre così come fa ogni giorno dal suo dojo fino all’okiya al Tanzaku-Gai, avanti e indietro, come si evince di fatti da quel corpo la quale si prende una cura quasi maniacale di esso. Viene scosso solo da quella voce altrettanto alta che gli va a dire di darci un taglio, forse perché è inutile dato che si mangia solo quello, o molto più probabilmente perché quel suo ranting contro il tizio al chiosco è totalmente inutile... quella delusione recatagli al suo passato da cuoco nei precedenti sei anni non può essere colmata dall’arrabbiarsi con uno che semplicemente segue il trend di quel villaggio. Si volta a guardare la sorgente di quella frase anche se già dal tono era palese che si trattasse di una donna. Si volta e deve abbassare di parecchio il capo per andarla ad individuare essendoci tra i due un netto dislivello in altezza. Le iridi ambrate si posano sui quel viso coperto da quella maschera, si vede che nessuno l’ha avvisata che non ce n’è coviddi e che nei luoghi aperti non serve più, anche perché non stavano creando assembramento (?). Lascia scoperto inoltre quegli occhi bianchi, di sicuro un tratto più peculiare rispetto a tutto il resto anche se in realtà è anche abbastanza sorpreso dal vedere un cheongsam riempito da curve, dato che l’ultima persona che aveva visto indossare qualcosa del genere era Ren e, purtroppo o meglio, la crescita in certe zone non era ancora sbocciata nel pieno del vigore, dopotutto come si suol dire.. de gustibus non est disputandum! Abbassa chiaramente il capo su tutti i dettagli che il vestiario e la forma minuta della donna ha da offrirgli senza alcun ritegno, dopotutto non la stava guardando con uno sguardo languido o cosa. La destra esce dalle labbra a estrarsi la sigaretta, buttando fuori il fumo per poi dirle inizialmente <” Posso lamentarmi che in sto villaggio mangiate solo ramen?”> e alla risposta ovviamente negativa da parte del proprietario del chiosco, ci sarebbe la seconda parte della risposta ovviamente <” Ah non posso? ”> lecito dopo tutto. E se l'altro si lascia coccolar dalla visione di splendide curve che rendono sensuale quell'abito nero, dal canto proprio fugace è invece l'occhiata rilanciata sull'intera - enorme - figura stanziata dinanzi a se. Roteano le orbide per aria, si soffermano nuovamente sulla lama puntata verso il pavimento, piega il ginocchio quanto basta per poggiar la suola dello stivaletto contro il muro alle sue spalle, gesto mirato a scoprir maggiormente la coscia dove risiede il cinturino in cuoio nel quale ripone l'arma con flemma <Oh beh, puoi farlo per tutta Konoha se riesce a rincuorarti> voce suave, canto d'una sirena ammaliatrice che t'accarezza l'udito al proferir d'ogni parola, peccato per l'arroganza che colora il tono utilizzato. Mani, ora libere, impegnate ad accarezzar i fianchi fino ad incrociar le braccia al petto, il seno - data la pressione dei bicipiti - si gonfia maggiormente, nessuna malizia, la natura è stata semplicemente benevola durante la sua creazione <per la maggiore mangiano quella brodaglia. L'unica alternativa, è di acquistare ingredienti e cucinare nei propri appartamenti> glaciale, fredda, apatica in ogni espressione nascosta dietro il tessuto. Acre il fumo di quella sigaretta, forse unica nota positiva a spezzare l'unto schifoso del piatto tipico, abbandona il mattonato per fronteggiare Eryk, la nuca vien ripiegata indietro per sopperire alla palese differenza d'altezza vigente tra i due <senti...> mancina a raggiunger la bandana per arpionarla con l'indice ed abbassarla, svela i connotati, accentuate le labbra rosate come petali di ciliegio, in netta contrapposizione all'epidermide diafana in suo possesso <ti porto in un posto dove vendono ciò che hai richiesto...in cambio, dovrai darmene una> indica con un cenno del mento il tabacco di Lui, effettivamente non è sua abitudine, ma iniziare le sembra davvero interessante <ci stai?> inarca il sopracciglio, stizzita. Forse dovrebbe sorridere un po di piu? Chissà, si sforza però di incurvar gli angoli della bocca, l'ombra di ciò che il resto del mondo ritiene cordiale, tuttavia, non abbraccia il resto che permane, invece, impassibile, come le bianche, similari a punte innevate delle vette più alte, quasi ci si potrebbe specchiare, perdersi e mai più ritrovarsi. In tralice l'occhiata rilanciata al venditore, brutale tanto da fargli smettere all'istante di borbottare ed inveire contro lo straniero, si sa...quando una Femmina si arrabbia, è sempre meglio evaporare come acqua lasciata al sull'asfalto bollente. [Via Principale] La scolta ed effettivamente va a confermargli proprio il suo timore più fondato sulla pecca principale di quel villaggio, si vede che come le abitazioni con quello stile classico anche il cibo è rimasto indietro nel tempo. Quel modo di fare la ragazza sembra quasi quello che usa lui per approcciare le ragazze carine… che ci stia provando Fumie? Si sa, Eryk c’ha quel fascino esotico da yakuza daddy che piace… però no, non sembra questo il caso anche perché lui stesso non era il promo a broccolare e comunque a guardarla bene, soprattutto ora che si espone quelle labbra carnose, non avrebbe senso che una ragazza come lei sia la prima a fare la mossa. Scuote il capo e sbuffa , celando quei pensieri e mescolando quel gesto insieme alla risposta che le da <” Fidati, lo farei, tuttavia dubito che la locanda dove ho la camera mi dia il permesso di cucinare.. poi magari mi assumono pure e non torno a casa… che poi casa non è ma vabbè, dettagli” > le evita lo spiegone, gesticolando con la mano in tipico fare kumense mediterraneo. Aveva senso che una persona del genere sapesse dove portarlo a mangiare, lui che lì è praticamente un turista anche se non ha molto da vedere, principalmente lì per fare le pulizie di primavera, sai il cambio armadio, quando rimuovi le trappole inutilizzate contro un falso dio, robe che si fanno circa ogni sei mesi con il cambio della stagione, per citare un trio famoso.. ‘ si ma... niente di serio ’. Abbassa la mano destra ad infilarla in tasca così da estrarre sia l’accendino che quel pacchetto morbido di sigarette. La sinistra va a picchiettare leggermente sul fondo di quel contenitore di carta con il dorso dell’unghia del pollice, facendo così in modo da far saltare fuori un paio di sigarette da quelle rimaste. Con un filtro più fuori rispetto alle altre glielo pone per poi ritrarre la mano. La guarda di nuovo e per un attimo il cervello si chiede tra se e se se fosse maggiorenne… la risposta che si dà è un sonoro ‘ chi se ne frega, sarà libera di fare ciò che vuole ‘ così come fa lui dopotutto, ed ecco che quindi abbassa di nuovo quella mano in sua direzione. <” Comunque, se mi posso permettere, bella la scosciata, ma quel ferro alla gang gang style, pensavo Konoha fosse un posto pacifico.. forse fin troppo da come la descrivono. “> le chiede in tutta tranquillità, schietto e onesto come sempre per poi allungarle anche l’accendino, ignorando che quella fosse la sua prima e che lei non sapesse come fare probabilmente. Si incammina quindi con la ragazza che le fa da guida locale, riponendo il tutto in tasca insieme alle mani. Speriamo che sto posto sia buono, altrimenti tanto valeva fargli cucinare a lui per sdebitarsi.. Vien porsa la sigaretta ancora riposta nel pacchetto, scivolano le bianche su di esso e, senza smuovere le mani, con un passo ridurrebbe ancor la distanza che li divide affinchè, esponendo di poco il capo, abbia la possibilità d'avvicinar le labbra carnose al filtro più esposto, lo avvolgono in un caldo abbraccio, il tutto coadiuviato allo sguardo che saetta verso l'alto per incrociar quelli altrui. Si, è provocatorio oltre ad un'allusione inconfondibile. Solo adesso la mancina recupererebbe l'accendino, seppur non abbia mai fumato, ricorda alla perfezione le gesta compiute da Itsuki poichè, ogni volta che i loro cammini si son incrociati, egli era intento a procedere con tale pratica <non avevo dubbi> commenta incavando le guance nel tirar l'aria affinchè la carta ed il tabacco inizino a bruciare. Non aspira per il momento, si diletta a restituir il tutto trattenendo il vizio incombente tra l'intide ed il medio anellati <uno straniero...ecco perchè ti sorprendi per così poco> schiocca la lingua contro il palato nel mentre rotea l'intero corpo per lasciarlo alle sue spalle. Inizia a camminare, ancheggiano i fianchi sinuosi, imbocca un vialottolo nel quale, man mano vien percorso, s'ovatta il vociare del centro fino a sparire <da dove vieni?> bisogna pur scambiare qualche parola durante il tragitto, basta che si dissoci dal ramen, fulcro d'ogni argomento trattato dagli abitanti di Konoha, tuttavia, ciò che le giunge all'orecchio la fa sorridere, scaccia l'aria attraverso le narici, un'accenno di risata che però non sopraggiunge <Se questo villaggio par essere tranquillo, una fanciulla non può girare con una semplice arma?> occhiata in tralice rilanciata verso Eryk, ma subito torna ad osservar il luogo circostante <direi che è noiosa, un potpourri di desolazione, un'ecatombe sociale> insomma, nessun complimento per il luogo d'appartenenza, par schifarlo, detestarlo al punto di farsi venir un coniato di vomito. Inspira quel catrame, invade i polmoni per la prima volta, pizzica l'esofago, la tracea, ma si rifiuta di tossire per orgoglio personale, perciò le gote divengono più rosate e la sclera lucida. Tace per svariati minuti, la cenere ricade al suolo, ma fortunatamente riprende il pieno controllo di se stessa <siamo in guerra comunque, perciò, sempre meglio non farsi cogliere impreparati> termina infine. [Via Principale] La osserva con quel fare provocatorio e ci deve mettere tanto, ma veramente tanto impegno a non ricredersi, forse proprio per orgoglio personale non accetterebbe l’autoillusione che si stava facendo largo nella testa del Doku. Si infila la sigaretta nuovamente in bocca mentre le mani si portano in alto a quei capelli, levandosi l’elastico solo per afferrare nuovamente i capelli e rifarlo. In quel processo Fumie può guardare bene quei tratti del viso così definiti, spigolosi e, beh, virili, soprattutto nella linea marcata della mascella e degli zigomi, con l’arcata sopraciliare pronunciata e di natura abbassata, a dare a quel taglio così particolare quel tono quasi imbronciato, colpa anche dell’ombra che ricade appunto dalle sopracciglia sull’orbita oculare. Ciglia particolarmente folte e nere come quei capelli, forse l’unica cosa di aggraziato su quel viso. Le orecchie ora sono scoperte a mostrare quei dilatatori neri a decorare i lobi, così come le maniche della polo blu scura si abbassano per via della gravità e del bicipite che si gonfia dato che ovviamente ha piegato l’avambraccio, andando a creare quella curva naturale nei muscoli allenati del Doku e ad esporre anche i relativi tatuaggi proprio da membro della yakuza, o meglio ex.. Finito quello che è quasi un tic nervoso, va ad afferrare nuovamente la sigaretta dal filtro, poggiando deliberatamente il palmo della mano contro il proprio viso, prendendone l’ultimo tiro per poi buttarla a terra, facendola saltare con un colpo dato con l’unghia del pollice, calpestandola infine con quelle scarpe che porta. <” Kusa, Kumo, l’utero di mia madre… “> le risponde vagamente e allo stesso tempo in maniera accurata perché è vero che proviene da quei posti tuttavia <” non ha troppa importanza se non li senti come casa tua, o sbaglio? “> le chiede dato che ha abbastanza intuito il suo mal contento con il suo villaggio di provenienza, qualcosa che lui stesso ha condiviso anche se per altri motivi. Lui che è stato un fuggitivo e un clandestino per gli ultimi sei anni prima di essere messo di fronte alla cruda realtà, che qualsiasi giocattolo potesse usare, come quel bastone che si porta appresso Fumie, contro la gente che gira non sarà mai sufficiente. <” Te piuttosto, che ci fai qui dato che ti si legge in faccia che ripudi queste quattro mura all’ombra della montagna con quei volti. “> le chiede in maniera naturale, tornando a infilare le mani in tasca mentre la segue, camminandole di fianco mentre può godersi quel contrasto tra i corpi dei due, una minuta e pallida al fianco di un gigante da una carnagione chiaramente più scura anche se non abbastanza per gli standard di Kumo, un meticcio molto probabilmente. <” Come ti chiami tra l’altro? Dovrò pur sapere chi è la mia benefattrice...”> Ascolta quanto ha da dire l'uomo, ora, al suo fianco, percepisce i suoi nervi a fior di pelle, tuttavia non comprende il motivo di tale tensione, perciò, continua ad ispirar il tabacco, s'accende maggiormente la punta di sigaretta poichè ad ogni tiro la brace diviene più ardente, sparso nell'etere il fumo rigettato dalle labbra semischiuse, ancora ferme fin quando decide di replicare <Kusa..figo> solleva le spalle con sufficenza. Scarsa la conoscenza dei territori al di fuori delle mura, doniamo merito alla Stronza a capo del Villaggio e la brillante idea di chiudere le mura per la salvaguardia dei cittadini. Spalanca impercettibilmente le palpebre, saettano le bianche sul viso altrui nel sincerarsi di quanto, forse, la propria ideologia non è poi così rara da riscontrar nelle menti di altri esseri viventi <...già...> nascere in un posto non ti lega ad esso, se vi è sempre stata indifferenza reciproca, neanche una madre - per quanto possa esserci legame di sangue - non sarebbe ritenuta tale, perciò, perchè mai dovrebbe desiderare di proteggere chi ci abita all'interno, quale motivo dovrebbe spingerla a divenir più forse per donar devozione ad un capo non riconosciuto come tale. Silenziosa procede fino ad arrestar il passo del tutto, alla sua destra è facile notare come, la vista dei monti Hokage, sia schifosamente meravigliosa <non mi permettono di varcare l'uscio> getta il mozzicone con eleganza, incurante che qualche passante non sopporti la spazzatura per le strade <tuttavia prima di abbandonare tutto, mi piacerebbe qualche spettacolo pirotecnico> macabra l'espressione disegnata su un viso che, di malizia, non ne dimostrava. Flemmatico il creanio andrebbe a ruotare fino a congiunger le bianche sui volti, uno dopo l'altro, ma si sofferma su quello di Hitomu <sarà per loro un duro colpo si..> un sussurro, pensiero espresso a voce, naturale e spontaneo <comunque siamo arrivati> riprende indicando con un cenno del mento un chioschetto piccolo dal quale l'odore parrebbe diverso da quello annusato fin ora <prima le signore> ironica, distende il mancino per invitar Eryk ad entrare. Sbuffa, s'è dimenticata i convenevoli <saperlo cambierebbe qualcosa?> torna l'arroganza dissipata però con un semplice <Fumie Akemi> [Via Principale] La ascolta in tutto ciò che gli dice, trovando molte similitudini in ciò che è la sua vita delle ultime tre settimane mentre non può che nascondere un sorriso su quelle labbra che va a cambiare il volto scuro del Doku. Oh lui è stato fortunato, ha trovato un amico in Junpei e ancora si ricorda di quella volta al bar dove escogitavano come uscire da Kusa per andare a prostitute al Tanzaku-Gai e di quella lettera inviata all’hasukage dove si lamentavano proprio di questo. <”Anche qui con questa puttanata del non far uscire la gente che non è ninja?! Cioè io mi sono messo a studiare solo per questo, pensa un po', a ventisei anni non posso neanche uscire per … villaggi. “> le spiega omettendo i dettagli di quella serata condita da forse un po' troppe birre, tuttavia alla fine è stato accontentato e quel leader disgustoso che si ritrovano si è esposto al punto tale da ufficializzare il primo bordello a Kusa, confermato da Ryuuma stesso essere un locale della yakuza, proprio a lui che ne è fuggitivo… <” Eryk. E no, non cambia nulla, ma almeno so a chi devo essere grato per non mangiare anche oggi sbobba al brodo. “> risponde in totale tranquillità, omettendo nome del clan o altri titoli che non gli piace dare dato che non necessari dopotutto. Quando lo prende in giro con quella frase, si va a scostare la frangia selvaggia dietro l’orecchio destro per poi fare in modo effemminato <” ooh grazie, che gentiluomo !”> proprio per rispondere a quello scherzo. Entra dentro al chiosco e va ad occupare uno sgabello con alla sua sinistra un altro libero, aspettando che appunto Fumie si unisca a lui, tanto vale già che erano lì. Non bada alle minacce dinamitarde di lei, non è il suo villaggio, non gli frega della fine che possa fare e non è in una posizione per giudicarla dato che non sa il suo trascorso con quelli del villaggio di appartenenza. <” Ci hai pensato al diventare ninja solo per mandarli a quel paese? O almeno forte abbastanza per uscire con la forza se necessario contro quei due babbei alle porte?” > le mette in testa forse idee che non sarebbe giusto mettergliele ma infondo, ciò che fa con la sua vita sono solo fatti suoi e questo fa parte del modo di vivere della salamandra, dato che lui stesso sta facendo lo stesso percorso che ora sta consigliando a Fumie stessa. Le mani si posano sul menù plastificato mentre lei può notare come il suo viso si accende alla volta di cibo normale al di fuori del ramen Permane il sorriso sulle labbra in quel breve scambio di battute, non appena varcata la soglia, lascia scegliere il posto che più preferisce tuttavia non andrebbe a sedersi sullo sgabello accanto, ma tenterebbe di piegar il busto affinchè il capo sbuchi tra le braccia altrui, intento a sfogliar il catalogo <scegli questo...>sussurra poggiando l'indice su un piatto decisamente impossibile da nominare, l'altra mano, invece, andrebbe a poggiarsi tra le gambe di Eryk dove sbuca parte del legno sottostante. Provocatorio, adesso, ogni suo movimento, un punire indirettamente Hitomu per la sua assenza, d'altronde, la carne chiama, specie dopo che l'hai assaggiata <esatto..se non diventi Genin, non puoi oltrepassare le mura. Come se eventuali tizi si fermerebbero dinanzi ad un'inutile nomina> la forza non aumenta in base alla spilletta, ma all'agilità ed esperienza pregressa nel tempo <inoltre, chiudere tutti in un luogo del genere è la ricetta perfetta per estinguere un'intera popolazione. Non che mi importi fin quando ne resto lontano ad ammirar le fiame divampare fino al cielo> e le urla a farle da Ninna nanna. Tentenna il capo, il tutto, coadiuviato al cercar di sedersi nell'esatto punto in cui s'era appoggiata con l'arto superiore, se questo le fosse permesso, l'uomo avvertirebbe chiaramente le natiche formose aderir al cavallo probabilmente. Son meglio i bordelli della Yakuza? <si può essere grati in molti modi..> lascia cader l'argomento esattamente com'è arrivato, passando dunque agli studi <ossi, l'ho pensato, peccato che il mio maestro abbia passato più tempo a scoparmi che a insegnar le arti> non son pensieri propri, ma è limpido il rancore riversato verso il Nono, dar una donna per scontata è un boccone fin troppo amaro da poter deglutire. Ricordi lampano nelle membra, lo specchiarsi in quell'azzurro limpido seppur il bianco sia stato irrimediabilmente macchiato dal cremisi di un Diavolo, sospira profondamente lasciando dunque al rumore della piastra un bel pezzo di scena <non mi piegherò a questo sistema...mai> stringe i palmi con forza, perchè affrontare un'esame per poter essere, semplicemente, Liberi? <so già come fare> oh, piccola Fumie, se solo tu sapessi come sei finita il giorno dopo con questa "grandiosa" idea. [Chiosco] C’è un limite alla pazienza di un uomo e quel limite Fumie si stava divertendo a camminarci sopra con Eryk, chiaramente. Tutti quei discorsi per l’amor del cielo interessanti, ma dal momento che lei appoggia prima la mano alla superficie lignea dello sgabello per poi andarsi proprio a sedere sul pube del Doku, beh.. signori.. di che stiamo parlando?! Annuisce a quel consiglio che gli ha dato, ordinando proprio quello dato che sapeva di che cosa si trattasse e, una volta finito di chiamare l’attenzione del proprietario di quel chiosco, andrebbe a intrecciare le dita delle mani tra di esse mentre i palmi aperti si appoggiano al ventre coperto di Fumie, tenendola praticamente in braccio, avvicinando il petto alla sua schiena, grande abbastanza per fare appunto da poggiaschiena come se fosse un divano lussuoso talmente ha le spalle larghe, essendo anche nettamente più grosso di corporatura di lei. LA guarda dall’alto verso il basso, fisso su quelle labbra rosee muoversi mentre parla <” è un idea che a quanto pare accomuna molto i Kage dell’alleanza… Saranno fatti nostri se vogliamo uscire consci del pericolo che corriamo. “> le va a dire in quella riflessione che lui stesso si è posto svariate sere, dopotutto I kage non sanno neanche i loro nomi, di conseguenza chi da loro diritto di imporre una dittatura? Ah già.. ci dimentichiamo che questo mondo all’apparenza bellissimo è in realtà una dittatura militare con corporazioni al comando dei loro aguzzini, che siano anbu o pierrot, pensieri che gli sono stati svelati da quelle parole del noctis che ha avuto modo di studiare, forse vero motivo per la quale è lì fuori da Kusa a fare missioni dell’alleanza e non locali, per passare proprio a quella cascata a conoscere questo Beto fantomatico, per rispondere a quella chiamata che ha sentito sua, per saziare la sua sete di libertà che lo divora da dentro da troppo tempo ormai. Sente quelle parole su quel sensei, forse con quel tono di rabbia ancora vivida ma non sa se è per rancore, rabbia o amore, non li conosce. <” chiamalo scemo… “> le risponde in maniera totalmente naturale, facendole così un complimento indiretto praticamente che è comunque doveroso. Mannaggia a Fumie, non poteva essere solo una bella sfinzia, in cerca di divertimento senza ripercussioni eh? No, come se non gli fosse già bastato un genjutsu che gli stava dilaniando la carne giusto qualche giorno fa per aver interagito con la sua sensei, nonché appunto donna di Ekazu… no, Fumie doveva proprio parlare di argomenti a Eryk così cari e familiari. <” E chi ha detto che ti devi piegare te? Piega il sistema. “> le risponde in tutta tranquillità e nonostante questo, tutte le riflessioni, non andrebbe comunque a levare le mani dal ventre di Fumie, anche se le dovrebbe aver fatto capire che ha intuito il suo giochino… Oh Eryk, perché sei una calamita per i guai amorosi?! Mani dell'uomo intrecciate sul ventre, schiena aderita sul petto largo, comoda si, ma sarebbero proprio quegli arti a cozzare con il gioco imposto all'altro, tra sensualità ed un pizzico di malizia <esattamente...> le ha tolto le parole di bocca, finalmente una creatura con il quale condividere le proprie ideologie, fin ora, non abbracciate da una sola persona con il quale ha avuto a che fare <ma noi piccole formiche impotenti..che altro potremmo fare se non attendere di divenir più forti di chi, adesso, risiede al comando?> la chiave è l'allenamento, l'avanzar di livello per riuscir a spodestare i Re dai loro troni. L'avverte lo sguardo ricader sul proprio corpo, il rancore svanisce per dar spazio ad un'intrigante eccitazione accentuata dalle azioni in procinto d'esser compiute, avvicina i propri palmi sui dorsi di Eryk per tentar di districarli e guidarli verso i fianchi morbidi <non essere Liberi di decidere per la nostra vita...piccoli schiavi di un sistema imposto con capriccio> sussurra discendendo verso le cosce scoperte, non è meraviglioso il corpo di una donna? Percepisci l'epidermide morbida nel mentre vieni guidato verso l'interno, quasi a sfiorar l'inguine coperto dal lembro anteriore dell'abiso, bacino incurvato affinchè le natiche pressino il cavallo maschile, piccante, inizia a batter il desiderio carnale di una semplice divertimento. Chi ha mai parlato di complicazioni amorose? Materiale è il contatto, dissociato dai sentimenti che, al momento, vengono messi da parte poichè feriti, delusi. Anestetizzare il cuore è la scelta più ovvia qualora vi sia insoddisfazione ed abbandono. <non è semplice..> mutar ciò che per anni è stato professato, sarebbe come dichiarar agli ignoranti l'inesistenza di un Dio venerato nei secoli, servirebbe la paura per farli piegare al proprio volere. Ruota blandamente il capo per incrociare le iridi bianche con le sue, s'avvicina il viso fino a far sfiorare le punte dei nasi, canino affondato nelle labbra carnose, teneri boccioli di rosa ad un passo dalla collisione <sai, hanno anche delle belle camere in questo localetto...sempre che tu non voglia tornare all'alloggio si intende> spensieratezza che precede qualcosa di decisamente più scomodo, ovvero una cella fredda con il Decimo Hokage incazzato come una iena. Lascia intendere il proseguo con la punta della lingua, calda ed umida, a cercar di tracciare una linea lenta sull'arco di cupido avverso. Accetti l'invito o declini l'offerta? Agli altri, non è dato saperlo [End] [Chiosco] Fumie di certo aveva altre doti oltre a quelle ninja e oh se le stava mettendo in mostra il tutto e per tutto. Si perde di fatti in quegli occhi color neve con i propri color dell’oro a fissarla, non opponendo nessuna resistenza a quello che stava per succedere. Il corpo si abbandona a quel desiderio che la donna stava provocando , mostrando chiari segni di risposta con esito positivo a quell’invito dapprima tacito per poi divenir esplicito. La man destra si posa dunque a palmo aperto all’interno di quella coscia morbida, affondando gli artigli in quella carne come se fosse un leone con una succulenta e agognata gazzella. <”e chi ha detto che le formiche sono impotenti? “> già perché se il suo corpo risponde come un soldato sull’attenti alla chiamata del superiore in carico, la sua testa cerca qualsiasi tipo di stratagemma per distrarsi da quelle parole e gesti al miele che lo stanno sciogliendo. Si riferisce ovviamente al fatto che in realtà le formiche sono gli animali più forti al mondo le quali riescono a sollevare fino a dieci volte la loro massa, inoltre <” è una metafora corretta… o usiamo la forza per rovesciare tutto, anche in numero se necessario, oppure sgattaioliamo via senza che ci notino.”> La sinistra invece abbandona invece la gemella per risalire lungo il corpo, passando senza pudore su quelle curve col palmo aperto per poi appoggiarsi a quel mento delicato, passando il polpastrello del pollice su quelle labbra che lo stanno chiamando, che gli stanno urlando di prenderla anche lì su quello sgabello nel ben mezzo del giorno. Non gli importa tanto di quello che è passato tra lei e il suo sensei in questo momento e per lui in realtà è molto semplice semplicemente annuire a ciò che desidera e darle quella soddisfazione che a quanto pare le manca, quel contatto umano di un uomo tuttavia si ferma lì, naso contro naso con le labbra divise solo dal suo pollice con il suo respiro che si infrange contro quelle pieghe delle rose. <” Non ho intenzione di tornare al mio alloggio, tuttavia sei troppo interessante per semplicemente sbatterti a letto e svanire, non ti avrei chiesto come ti chiami. “> le risponde per poi allontanare il viso. Non è facile pensare con la testa quando quella di sotto si sveglia e ha un quoziente intellettivo a livello di einstein! Fumie non sembra una spia mandata dall’hokage per tenerli sotto controllo anzi, sembra una persona che in realtà ha un trascorso molto simile e che anela a essere libera da quei giogo che la vincola a un posto solo perché sua madre l’ha partorita in quel villaggio. <” Vorrei farti vedere un articolo di un giornale, non so se è stato distribuito qui a Konoha, tuttavia parla anche della vicenda che si stanno svolendo qui alla foglia. Penso lo troverai parecchio interessante. “> Ovviamente si riferisce al noctis che ha con se dietro per quelle istruzioni sulla cascata da raggiungere. Decide così di non darle la carne ma un barlume di speranza magari, una luce in fondo a quel tunnel che stava percorrendo e magari in questo pomeriggio, il doku ha trovato una persona con la quale dividere il cammino alla ricerca di Beto, chissà.. poi oh se devono ficcà in camera sua .. beh che avvenga. [end]