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L'abbraccio di Giuda

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con Furaya, Tenshi

14:52 Tenshi:
 Quelle ultime settimane erano state per lei intense. Aveva pensato alla proposta di Maatyse: tornare a Konoha o starsene ancora a Shukosato? Ci è voluto un po' per prendere la decisione. Certo, è vero che aveva già detto all'albino che sarebbe sicuramente tornata. Ma non è stato semplice. Tornare in quel villaggio, dopo tutto ciò che le è capitato per colpa di esso, non è semplice. Le aveva tolto quegli amici che per lei erano come una famiglia. E' complicato, poi, spiegare come la mente umana possa evolversi. Si era lasciata tutto alle spalle. Aveva bruciato il proprio passato. Aveva bruciato i suoi legami, persino, e soprattutto, quello con Konoha. Non sa se sia stata la scelta giusta, ma sicuramente lei adesso sta bene. Si sente viva, rinata, sente quel cuore che le batte dentro la cassa toracica, come se le stesse sussurrando: 'Continua a vivere!'. E lei lo asseconda, vivendo ogni momento, assaporando la bellezza della vita. Gustando quell'oscurità che compone i suoi pensieri. Eppure, quel coprifronte, oggi, lo ha dovuto indossare. Tutto deve essere al proprio posto. Altrimenti, la sua farsa non sarà abbastanza credibile. E' questo ciò che deve fare: tornare, spiegando semplicemente ciò che l'ha tenuta lontana. E sperare che nessuno scopra cos'hanno in mente lei e l'albino conclannato. I lunghi capelli rosa sono raccolti in uno chignon alto. Solo la francia è lasciata ricadere sulla fronte. Il copricapo nero, dunque, le fascia, brillante, il capo. Il viso è pallido, con due grandi occhiaie sotto gli occhi cerulei. E' un po' stordita dalla notte precedente e stamattina si è svegliata in stato confusionario. Non sa esattamente cosa sia successo, ma non si è posta troppe domande, per via della partenza. Indossa un top rosa corto, senza maniche. Ha dovuto mettere addosso nuovamente quei colori che ormai non portava più. Una gonna corta blu, a ruota, lascia intravedere le sue cosce nivee. Alla coscia destra sono legate delle fasce elastiche bianche, le quali reggono il portakunai nero, dove tiene varie armi. Ai piedi porta delle scarpe di tela rosa, dello stesso colore del top. Al polso destro è legato un bracciale rosso. Sì, proprio quello che le ha regalato Onosuke l'anno prima. Per concludere, all'altezza del bicipite sinistro vi è un bracciale d'oro bianco, regalatole da Norita. Tutto è al proprio posto. Certo, così colorata e agghindata, non si sente certamente a proprio agio. Ma fa tutto parte del piano, no? I passi lenti la conducono finalmente alle imponenti mura di Konoha. Yami, sei davvero sicura di ciò che stai per fare? In realtà, vuole solo veder saltare in aria quel villaggi. Non le importa chi incontrerà. Lei porterà avanti il suo obiettivo. Le mani, velocemente, verrebbero portate al petto, congiungendole e formando il sigillo della capra. Immaginerebbe, a quel punto, due sfere: una nera, l'altra viola. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe la propria forza spirituale. Da cosa è composta quest'ultima? Semplicemente, dal proprio buio. E' la vera essenza di sé. Quell'essenza che per troppo tempo era stata celata agli occhi altrui ed ai propri. La seconda, all'altezza del ventre, rappresenterebbe la propria forza fisica. Essa è composta da tutti i suoi sforzi. Da tutte le volte in cui si è impegnata al massimo. Dal potere che, poco alla volta, la rosata va acquisendo. E comincerebbe a far roteare le due sfere, dapprima sul loro asse. Poi le spingerebbe, l'una verso l'altra, all'altezza del petto. Qui, in un vortice scuro, cercherebbe di unirle, formando una sola sfera: quella del Chakra. Unica parte di lei che brilla ancora. E, se il richiamo fosse andato a buon fine, quella grande forza invaderebbe ogni sua cellula. E lei ne assaporerebbe la forza. La potenza. Si fermerebbe, riportando le braccia lungo i fianchi. La porta principale del villaggio sembrerebbe essere controllata da un lupo. Osserverebbe. Non dovrebbe essere un problema attraversarla, no? D'altronde, è pur sempre il suo villaggio. D'altronde, quel coprifronte brilla ancora sul suo capo. [Tentativo richiamo del Chakra][Chakra 30/30][equip: 3xshuriken - 3xkunai - 1xcarta bomba - 1xfuuda con tronchetto sigillato]

14:52 Furaya:
 Ha scelto di scendere direttamente in campo, avendo terminato in tempo record le mansioni che le avevano affidato durante la giornata. Le ultime scartoffie ha deciso di lasciarle nelle mani delle copie, cosicché possa dirigersi alle Mura esterne e controllare la situazione di persona. I passi si susseguono rapidi, percorrendo principalmente i tetti delle abitazioni per evitare di incontrare persone che potrebbero farle perdere tempo. Vuole raggiungere il portone occidentale velocemente, sorvegliato da uno dei lupi della fanciulla, oltre alle normali guardie ivi disposte tra Hyuuga ed Anbu. La parte superiore del vestiario è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Giunta al portone, esso viene aperto permettendo alla Nara di uscire all'esterno con questo che, rapidamente, verrebbe altresì richiuso poiché le richieste per entrare passano direttamente da lei, da nessun altro. E si trova lì anche per questo motivo. Chissà cosa le riserverà questa giornata. [ Chakra ON | Fenrir davanti al portone ]

15:09 Tenshi:
 E' ferma, dunque, a circa dieci metri dal portone. Quel lupo lo riconoscerebbe: si tratta, infatti, di Fenrir. Non male come primo incontro, dato che l'ultima volta si erano salutati litigando. Farebbe qualche passo in avanti e vorrebbe dire 'Yo, Fenrir', con molta nonchalance, ma le grandi porte si aprono. La rosata arresta i propri passi e chiude istintivamente le proprie labbra, che si erano preparate a dire qualcosa. Gli occhi sono fissi sulla figura che ne viene fuori. Ironico come la prima persona che vede sia proprio l'Hokage. Le serra, quelle labbra, senza, però, mostrare nessun altro segno di disappunto. Come non odiarla da parte sua? Era stata proprio lei a toglierle tutto. Ma la sua farsa deve andare avanti. E se proprio deve essere la Nara la persona con cui cominciare a fingere, allora lo farà senza problemi. D'altronde, se riuscirà ad ottenere la sua fiducia, sarà libera di circolare all'interno del villaggio. E le labbra verrebbero rilassate. Il corpo, leggero, comincerebbe a muoversi verso il Decimo. E si fermerebbe a circa tre metri da lei, portandole quel rispetto che le aveva sempre donato quando ancora lei era Tenshi. Chinerebbe il capo, portando le mani davanti al basso ventre e congiungendole. < Salve, Hokage-sama >. Poi rialzerebbe il capo, spostando lo sguardo verso Fenrir, al quale l'ultima volta aveva detto di essere un animale inutile. Dettagli. < Salve, Fenrir >. La sua voce è ferma e più sicura del solito. Chi non la vede da tempo potrebbe già affermare, con quelle poche parole espresse, che la sua timidezza è completamente sparita. Su questo non vuole fingere. Tutto ciò che è successo a Kiri ha lasciato una cicatrice sul suo cuore. E questo, vuole farlo capire chiaramente all'altra: è cambiata. Ciò che vuole nascondere, in realtà, sono solo i suoi piani, il motivo che l'ha spinta a tornare. Cercherà di fare la brava. Gli occhi cerulei, dunque, si soffermerebbero nuovamente sulla figura della Nara e le labbra si schiuderebbero. < Mi scuso per essermi presentata qui, dopo mesi di assenza, e senza nessun avviso >. La voce è ferma, non trema, nonostante sia al cospetto dell'Hokage. Certo, ciò che vorrebbe fare adesso sarebbe tirarle un bel cazzotto nello stomaco, ma questo non può farlo. Deve far sì che l'altra si fidi di lei. E può farlo solamente usando parole gentili, come ha sempre fatto negli anni passati. Una farsa, con la quale spera di riguadagnarsi il proprio posto all'interno del villaggio. [Chakra on][equip lo stesso]

15:23 Furaya:
 Due testoline dai ciuffi rosei sono l'una di fronte all'altra. L'ultima volta che è successo, Izayoi ha fatto delle domande poco consone alla Judai. Si spera che quest'oggi sia diverso. Tenshi vuole rientrare al villaggio, ma deve passare da Furaya per farlo, altrimenti potrebbe soggiornare qualche altro mese fuori dalle mura. Gli occhi azzurri della donna si soffermano sulla figura altrui, portando le braccia ad alzarsi e successivamente ad incrociarsi sotto al seno. <Salve a te, Tenshi Senjuu.> Son poche le persone che, a seguito del rientro a Kiri, non sono tornate con loro al Villaggio: alcune di queste son morte, altre hanno disertato o hanno preferito far sparire le loro tracce. Ed è il caso di Tenshi, appunto. O Yami. Non la conosce così bene da sapere come agisse in precedenza, neppur le interessa al momento. Mostra un piccolo sorrisetto di circostanza, ma prova ancora dei rimasugli dalla sera precedente. Dentro di sé, ha avvertito chiaramente la necessità di recarsi nel Dojo Koshirae e prendere a pugni -o a colpi di spada, peggio- il padre della piccola Izayoi. S'è innervosita a tal punto da chiudersi nella propria abitazione, ignorando tutto e tutti, evitando i contatti con qualunque altra persona potesse farle girare le scatole senz'alcun motivo particolare. "Di nuovo questa ragazzina insolente", borbotta Fenrir con il chiaro intento di farsi udire da entrambe, specialmente dalla Genin che l'ha salutato. E' sdraiato davanti al portone, le enormi zampe anteriori sotto al muso e la lunga coda sinuosa e folta che s'agita con costanza da un lato all'altro, scacciando eventuali insetti o persino persone che gli si avvicinano troppo. Si limita ad aggrottare appena le sopracciglia nel momento in cui lei si scusa, certamente, aggiungendo la motivazione delle scuse, ma non del perché sia stata via così a lungo. <Possiamo iniziare a parlarne partendo dal motivo per il quale tu non sia tornata in paese. Sei venuta meno ad una richiesta ufficiale, il che implica che tu sia una disertrice. Specialmente se si tratta di mesi e ti presenti qui soltanto dopo tutto questo tempo.> E ha partecipato comunque all'ultima missione riguardante il Finto Dio, dunque il tempo per tornare al Villaggio lo ha avuto, bensì non ha voluto. Il pensiero è questo, sta a Tenshi farla ricredere. [ Chakra ON | Fenrir davanti al portone ]

15:50 Tenshi:
 Una disertrice. E' questo ciò che è lei adesso. La sente crescere quella rabbia dentro di sé, ma non può fare nulla per sfogarsi. Non può urlare al mondo interno che odi l'Hokage. Che odia quel villaggio. Che odia quasi tutti i konohani. Odia Yosai, per averla abbandonata a Kiri. Odia Furaya, per non aver fatto attenzione a ciò che l'Akimichi le aveva chiesto. La odia per aver richiamato anche Onosuke al villaggio. La odia perché a Kiri ha dovuto affrontare quella situazione da sola. A lei, cosa è importato? Nulla, dato che neanche conosce bene i suoi sottoposti. E poi, odia Onosuke. Perché ha capito che quell'amore che credeva aver bruciato assieme a tutto il resto, è ancora lì, nell'angolo più profondo e buio del suo cuore. Lo odia perché lui è la sua debolezza. E quel nome che la Nara pronuncia, Tenshi Senjuu, odia anch'esso. Perché Tenshi Senjuu era una debole. Era una ragazzina piagnucolona che cercava sempre di aiutare gli altri, ma mai se stessa. E, per questo motivo, quella volta, al porto, ha deciso di ucciderla. Ha deciso di seppellirla, perché non poteva più continuare a piangersi addosso. E' davvero così sbagliato non aver fatto ritorno dopo tutto ciò che le è capitato? E' davvero così sbagliato essere, per una volta nella vita, egoisti? Se davvero giusto e sbagliato esistessero, lei ha sicuramente percorso la strada giusta per sé. Ha spezzato quelle catene che la tenevano ancorata al suolo. Ed ha spiccato il volo, prendendo vita, spiegando le ali come una farfalla. Una farfalla color dell'oscurità. Questo è ciò che è lei. Oscurità. Yami. Cos'è giusto? Cos'è sbagliato? Lei non lo sa. Ma sa di non aver mai vissuto veramente, fin quando non ha incontrato Kioshi. A lui deve quel suo cambiamento repentino. A lui deve quella sua nuova vita. E, di certo, il saluto di Fenrir non la scompone. Perché sì. Lei è un'insolente. Un'insolente che ha iniziato a pensare a sé stessa. Che ha iniziato a vivere per sé. Che ha iniziato ad amarsi ed a viziarsi, solo per il gusto di vivere. Il volto rimane impassibile. Non un'espressione. Non un sorriso. < Mi sono sentita abbandonata dal villaggio > direbbe, senza mezzi termini, passando subito al dunque. D'altronde, le sta dicendo la verità. < Ho sempre pensato che il bene del villaggio venisse prima di ogni altra cosa. Ed è giusto così, certamente > non lo negherebbe, pur non pensandolo, in realtà. Ma deve usare le giuste parole, se vuole che l'altra si fidi. < Ho sempre fatto di tutto per il villaggio. Sono rimasta a Kiri, perché c'era bisogno di me in quanto tirocinante medico. Ma Konoha non ha mai pensato a me. Mi ha privata della mia famiglia. Avrei potuto fare ritorno quando Onosuke Aburame è dovuto tornare per via di altri ordini. Ma non l'ho fatto, perché volevo ancora fare il mio dovere ed essere d'aiuto in un periodo così buio come quello della guerra >. Da quando hai tutta questa voglia di parlare, Yami? Non sei sempre stata di poche parole? Eppure, adesso si sforza. Si sforza perché ha un obiettivo fisso nella mente: entrare in quel villaggio e distruggerlo. < Avevo bisogno di tempo. Negli ultimi mesi ho trascorso molto tempo nel bosco di Shukosato, dove ho potuto riflettere su tutti gli avvenimenti che mi erano capitati. Ed ho deciso di tornare, perché in fondo questa è sempre la mia casa >. Ah, sì? La tua casa? Quella stessa casa che vuoi far esplodere? < Ho deciso di fare il mio dovere in quanto ninja di Konoha. Voglio continuare a proteggere questo villaggio con la mia stessa vita, perché questo è sempre stato il mio unico obiettivo > ma davvero? Ahahahah, che ridere. Pensi davvero che la Nara possa fidarsi di un'imbrogliona disertrice come te? Questo, lo staremo a vedere. < Se mi fosse permesso, vorrei porle qualche domanda >. E qui finirebbe il suo lungo discorso. Lo sguardo ceruleo è fisso su quello dell'altra, senza timore, sicuro di sé. [Chakra on][equip lo stesso]

16:18 Furaya:
 Bisogna sempre essere un po' insolenti, specialmente egoisti verso se stessi. Se vuoi ottenere qualcosa, ti hanno sempre insegnato che devi riuscirci con le tue mani. Tenshi si sente estraniata da quel villaggio che non sembra essersi interessato a lei. Lo sguardo si sposta da Tenshi a Fenrir per qualche attimo, avendo potuto ascoltare il commento che lui le ha rivolto. Torna su di lei però immantinente essendo l'interlocutrice unica della donna. <Posso chiederti per quale ragione tu non sei mai venuta a confrontarti direttamente con me? Credo di essere sempre stata aperta al dialogo con tutti, per qualsiasi fosse la motivazione e per tutto il tempo necessario.> Piega le sopracciglia, col capo che vien flesso appena da un lato. Comprende la sua situazione, in un certo modo e nel limite che lei le impone, certamente. Però, riesce quantomeno ad essere empatica come al solito; caratteristica particolare della Judai che le permette di comprendere le persone, ma di non essere quasi mai all'altezza dei propri problemi. <Tutto ciò che hai fatto credo ti sia sempre stato ricompensato. Le missioni non le svolgi gratuitamente, nessuno ti ha mai incolpato di alcunché> Si stringe nelle spalle. Vuole soltanto capire il punto di vista della fanciulla, ma non per questo starsene in silenzio e lasciare che parli soltanto lei. <dunque, Tenshi> L'espressione muta facendosi poco più seria, irrigidendo persino quel sorrisetto forzato. Vorrebbe metterla a suo agio, in qualche modo vorrebbe provarci. <perché credi che questo Villaggio ti abbia abbandonata? Hai chiesto aiuto e ti è stato negato? Konoha è meramente il nome del Villaggio, racchiude ogni suo cittadino ed ogni suo ninja. Ma è l'Hokage a fare in modo che questo villaggio resti in piedi, così come i suoi abitanti. E allora perché vieni da me soltanto adesso?> E' lecito domandare, anche perché le convinzioni della fanciulla le reputa pressapoco sbagliate, ma ci sta. E' altrettanto naturale sentirsi così senza aver parlato con chi può risponderti. La Nara è lì anche per questo, no? Gesticola infine con la dritta. <Certo, tutte le domande che vuoi.> Perché negarglielo? Ha già sentito venir meno la fiducia del villaggio stesso ed a priori non le avrebbe chiesto di rivolgersi a qualcun altro. I problemi se li sobbarca lei e lei soltanto, così ha deciso. <Però, prima di tutto, voglio portene una io.> E senz'attendere una replica, pronuncia quanto segue: <Come mai hai cambiato idea?> Ha dapprima reputato che Konoha l'avesse abbandonata, per poi tornarci e pretendere di difenderla con la propria vita. Cos'è cambiato in questi mesi? Vuole saperlo. [ Chakra ON ]

16:49 Tenshi:
 Le domande della Kage sono più che lecite. Ovviamente, deve vedere in quella genin la voglia di tornare il villaggio. La vera motivazione che l'ha spinta a prendere quella scelta. BOOM! Sì, di certo la decisione è stata presa perché vuole distruggere Konoha. Ma questo la Nara non deve assolutamente saperlo. Stringe quelle mani che sono ancora congiunte davanti al basso ventre. Deve essere furba. Deve trovare le giuste parole. O potrebbe essere la fine per quel piano. < Non sono venuta a parlarle perché non mi sentivo abbastanza pronta. Dopo ciò che è successo a Kiri, sono stata preda delle mie paranoie. Sono caduta sempre più giù, annullando me stessa > una pausa, mentre lo sguardo verrebbe distolto, cercando di mostrare dolore. Dolore finto, certamente, ma spera di avere delle buoni doti di attrice. < Non volevo più vivere, perché mi sentivo inutile > certo, questo è anche vero. Ricorda ancora come si sentiva, seduta con le spalle contro quel grande faro. Non che adesso le importi qualcosa di quel periodo, dato che la sua vita è cambiata in meglio. < Non capivo a cosa servisse la mia esistenza, dopo che ho cominciato a pensare che il villaggio mi avesse abbandonata >. Tornerebbe a guardare l'Hokage, con le lacrime che cominciano ad accumularsi negli occhi cerulei. Proprio una bella farsa, questa. < Non c'entrano le missioni, io svolgevo semplicemente il mio compito perché volevo farlo. Non per la retribuzione, ma perché mi piaceva vedere il sorriso delle persone quando una missione andava a buon fine >. Anche questa è la verità. Tenshi non è mai stata una kunoichi attaccata al denaro, voleva solo il bene degli altri. Al contrario di Yami, ovviamente, che fa tutto solo per far vedere agli altri quanto vale, quanto sia potente, seppur da sola. < Credevo che mi avesse abbandonata, perché mi aveva portato via tutto. Yosai Akimichi ha fatto ritorno. Così anche Onosuke Aburame. E Norita Hyuuga... > una pausa, mentre alcune lacrime cominciano a solcare il viso. < Mi scusi > direbbe, tra un singhiozzo e l'altro, mentre la mano destra andrebbe ad asciugare quel volto niveo, bagnato da lacrime finte. Quanto si deve essere stronzi per fingere in quel modo? Cercherebbe, fintamente, di riprendersi, riportando la mano lungo il fianco. Gli occhi gonfi e rossi, tornerebbero a guardare la Nara. < Sono tornata perché a Shukosato ho incontrato un mio conclannato. E' stato bello rivedere qualcuno, dopo tanto tempo trascorso in solitudine > un mezzo sorriso le disegna il viso. Sì, sei proprio una stronza, cara Yami. < Ho avuto modo di aiutarlo con una sua ferita ed ho rivisto in lui quel sorriso per cui precedentemente combattevo > una breve pausa, mentre i pensieri corrono veloci. Ovvio, sta parlando di Mattyse. E' lui che le ha dato il motivo per tornare. Anche se non è esattamente quello che sta dicendo alla kage. < Ci siamo allenati insieme, scoprendo che anche lui era in grado di usare l'innata > oppure lo hai minacciato, bloccandolo con una radice? Anche questi sono dettagli. < Mi ha invitata a tornare, circa un mese fa. E lì ho capito che avevo ancora bisogno dei sorrisi della mia gente per tornare a vivere > sì, come no. < In più, durante questo mese ho cominciato a pormi delle domande, alle quali non riuscivo a rispondere da sola. A poco a poco, mi rendevo conto che tutto ciò che volevo era tornare alla normalità e trovare delle risposte che, probabilmente, solo lei può darmi > un altro sorriso verso l'altra, cercando di essere il più convincente possibile. < Spero di non costituire un peso > abbasserebbe lo sguardo. E' una partita a scacchi. Ogni mossa, ogni parola, la avvicina sempre più al suo obiettivo. [Chakra on][equip lo stesso]

17:23 Furaya:
 Le motivazioni che hanno spinto Tenshi a non parlarle sinora sembrano reggere. Non si è sentita pronta, ma ha reputato che il Villaggio la stesse abbandonando. E' una coltellata per la Judai, la quale ha sempre cercato di avere dialogo col prossimo proprio per ovviare a problematiche simili. Non ha mai lasciato nessuno da solo, tanto da star architettando una missione per riprendersi anche Norita e Chiha dalle grinfie degli Spadaccini della Nebbia. <Hai sperimentato in cosa consiste la vita del Ninja al di fuori delle singole missioni di livello D> Si schiarisce appena la voce, sapendo che l'argomento che sta per affrontare risulterà essere ben più spinoso del normale o del suo inizio. <sentirsi abbandonata dal villaggio pur non avendo avuto il coraggio di parlarne con qualcun altro è fuori luogo> Le braccia restano piegate, l'attenzione che non vien distolta dalla fanciulla neppur per scherzo. L'espressione seria coinvolge lo sguardo. <ed in questi casi parlarne avrebbe risolto alla radice il problema, anziché lasciare che quel tormento ti maciullasse per tutto questo tempo.> Vuol farle capire il concetto ma rischia che lei travisi il tutto. <Con ciò non intendo dire che la colpa sia tua o che sia del Villaggio> Non intende in alcun modo sminuire quanto provato e pronunciato dalla Senjuu, come sempre. <tuttavia, comprenderai che non potrai prendertela neppure con quest'ultimo o con te stessa. Essere Ninja comporta anche testare quanto pessima e denigrante sia la vita fuori dal bozzolo protettivo che troveresti all'interno delle mura. Le ultime vicende hanno permesso a chiunque di provare dolore sulla loro pelle.> Vuole cercare di darle consigli e raccomandazioni sulla vita, trattandosi pur sempre d'una Genin che ancora deve imparare tanto dalla vita. <Yosai Akimichi non è più legato al Villaggio per sua scelta, ma lui ha almeno avuto l'accortezza di parlarne faccia a faccia con me prima d'allontanarsi definitivamente. Non ti si chiedeva neppure un incontro formale, quanto più una missiva in cui comunicavi la tua decisione. Così facendo, hai soltanto fatto preoccupare il tuo Clan e la sottoscritta.> Che comunque non aveva modo né motivo di mandare a cercare Tenshi fuori dalle mura, essendo stata avvistata più volte anche durante l'ultima missione. Doveva costringerla con la forza? Certo che no. Ha sempre permesso la libertà decisionale. <Onosuke Aburame è stato richiamato per cause di forza maggiore. Norita Hyuuga sta per essere riportato in patria.> Da lei e da Mekura. Punto. <Non credere che a me non faccia male la situazione riguardante Norita, era pur sempre mio allievo.> Inspira profondamente e socchiude per un attimo le palpebre. Non vuole essere cattiva nei confronti altrui, ma mi sente nervosa. Tremendamente nervosa. <Quindi, quali erano le tue domande?> Ascolta le sue ultime affermazioni, vi annuisce e ne prende coscienza. <Chi è questo tuo conclannato?> Non vuoi davvero saperlo perché questo vorrebbe dire obbligare Boryoku a ficcare un altro genjutsu nella testa di Mattyse. Basta, dai. [ Chakra ON ]

17:53 Tenshi:
 Ascolta il discorso della Nara, attentamente, mantenendo gli occhi ancora umidi, per non far sembrare che il dolore sia già svanito. E' vero, ha sperimentato cosa vuol dire venir fuori dal bozzolo. E questo l'ha cambiata. Profondamente. Più di quanto l'Hokage immagini. E quella figura che sta mostrando quasi compassione per lei, non sa che adesso nella mente di Yami vi è tutto un altro obiettivo. Che punta proprio a creare altro dolore. Ma che importa? Lei ha provato dolore. Lei porterà dolore agli altri. E' tutto un giro vizioso, questa vita. Qualsiasi azione, ti si ritorce contro. Certo, ci saranno delle ripercussioni anche sulle sue azioni future. Ma almeno la rosata avrà la sua vendetta. Almeno, una volta nella vita, agirà per se stessa. Agirà per quel potere che sente nascere ogni giorno dentro. Agirà per potersi sentire ancor più grande. Agirà semplicemente per divertimento, per espandere il suo ego. Perché adesso, tutto ciò che la fa andare avanti è il suo egocentrismo. La sua vita gira attorno a sé stessa. Esistono davvero giusto e sbagliato in questa vita? < Sì, ha più che ragione > ancora una volta, abbassa quello sguardo. Vuole farle credere che le parole che ha appena pronunciato siano giuste. Che avrebbe dovuto davvero parlarne con lei. Ma, in realtà, è felice della scelta che ha fatto. E' felice di aver seguito Kioshi, anche se, da allora, non lo ha più visto. Come se fosse stato un sogno che l'ha scossa da quella banale vita. Adesso, è tutto molto più divertente. Sente già scorrere l'adrenalina dentro di sé. E' quella situazione, quella farsa, che le dà un senso di magnificenza. Lei sa essere potente, quando vuole. < Avrei dovuto parlarne subito, ma mi sentivo davvero troppo debole per affrontare questa discussione prima. Credo, a malincuore, che avrei preferito togliermi la vita, piuttosto che tirar fuori tutto il mio dolore. Non ho mai voluto che qualcuno mi compatisse. Non ho mai voluto che qualcuno stesse male per me >. Eppure, adesso ti piace provocare dolore. Lo semini quando più vuoi, fregandotene dei pensieri altrui. < Mi dispiace, Hokage-sama. Se pensa che io non sia degna di tornare, me ne farò una ragione. Perché la colpa, in questo caso, è solo mia > e qui finirebbe il suo discorso strappalacrime finto. Che crudele che sei, Yami. < In parte ha già risposto alle mie domande. In questo mese ho capito che le risposte le avrei trovate sicuramente in lei, e così è stato. Infatti, volevo sapere perché Norita non fosse stato riportato prima. O perché la madre di Yosai non è stata protetta a sufficienza. Mi rendo conto che non dovrebbero essere domande di mia competenza, dato che sono una semplice genin. Ma per me è importante >. Solo adesso lo sguardo tornerebbe su quello dell'Hokage. < Si tratta di un certo Mat > risponderebbe all'ultima domanda altrui, sperando che Mattyse non abbia combinato guai, nel frattempo, all'interno del villaggio. Perché, se lo avesse fatto, potrebbe essere davvero la fine dei loro giorni di gloria. [Chakra on][equip lo stesso]

18:43 Furaya:
 Resta ad osservare la sua interlocutrice nella medesima posizione di prima. Non si scompone affatto, mantenendo la stessa ed identica espressione seria. Valuta tutte le parole che sono state pronunciate da Tenshi, la quale alla fine non vuole altro che tornare al proprio Villaggio. E per qual motivo dovrebbe rifiutarsi? <Togliersi la vita non è mai la via migliore e conduce ad altro dolore.> Lo toglie a se stessi ma ne lascia a chi rimane in vita. Il suo pensiero purtroppo è questo, innegabile quando ci passi tu stessa lungo la medesima via tortuosa che la ragazza ha appena espresso. S'azzarda a parlarne soltanto perché anche la Judai ha sperimentato l'esigenza di togliersi la vita, non sentendosi idonea né adatta a ciò che le aspettava in futuro dopo quanto l'era successo. Non voleva affrontare i suoi demoni interiori per paura di perdere, ma non ha potuto fare altrimenti. Non poteva lasciare tutto in balia del suo passato, doveva cancellarlo in qualunque modo e così ha fatto. S'è ripresa in mano ciò che aveva perso e vuole insegnarlo anche agli altri. <La prossima volta che hai dei problemi simili, per favore, non agire di testa tua. Confrontati con qualcuno che possa capirti. Lascia che ti venga dato un aiuto e parlane, non tenerti tutto dentro.> Sospira, sentendo sulle proprie spalle l'occhiata di Fenrir che torna però a svolgere la propria mansione. Lo ignora, consapevole di come poco ma sicuro non sia concorde con la Judai. Non lo è mai. <La situazione di Norita era delicata. Stavano per dichiarare guerra a Kiri con gli atti commessi durante la missione che hanno poi fallito. Hotsuma Oboro, l'Ex Mizukage, ha minacciato Konoha e l'Alleanza tra i due Villaggi, mettendo a repentaglio l'incolumità della nostra legione stanziata sull'isola. Infine, sappiamo tutti come sia finita con il Mizukage. Quindi, ora che la minaccia è venuta a mancare, recuperare Norita risulta essere non solo più facile, ma anche priva di pericoli per i ninja che manderò in missione.> Altrimenti, avrebbe rischiato soltanto la morte d'altri innocenti per mano degli Spadaccini della Nebbia. <Inoltre, non credere che nel frattempo me ne sia stata con le mani in mano. Abbiamo raccolto informazioni sulla loro posizione, così da intervenire.> Ora che non c'è nessun intoppo di mezzo, evitando rischi, pericoli e ben altro. <Per Yosai Akimichi, invece, ho palesato le mie più sincere scuse per non aver ascoltato le sue parole. Nessuno poteva pensare che il Demone Rosso si fosse alleato con il Finto Dio e con il Mizukage. Non credevo neppure possibile che Hotsuma attaccasse Konoha, eppure lo ha fatto.> Incontrando la morte. <Errori di calcolo che non mi perdonerò mai e che spero Yosai possa invece scusarmi.> Che altro dovrebbe poter dire? La verità, null'altro che la verità assieme a profondi sensi di colpa che ancora avverte dentro di sé, profondi e laceranti come delle sfilettate. Fa roteare gli occhi verso l'alto all'ultima frase da lei detta quasi non credendoci. <Ultimamente, mi chiedo perché il suo nome sia così gettonato.> Meglio non sapere, te l'avevo detto! [ Chakra ON ]

19:04 Tenshi:
 Eppure, lei quella vita se l'è tolta ugualmente. Silenziosamente, ha ucciso la parte di sé più pura. Ma a chi è importato? La sua famiglia non era più con lei. E' stato meglio così. Non poteva ancora rincorrere i fantasmi del suo passato. Non poteva continuare ad essere Tenshi Senjuu. Non più. La rosata doveva morire per poter rinascere. E, adesso, farebbe di tutto pur di portare avanti obiettivi futili, che mirano soltanto a soddisfare il proprio ego. Si è trasformata in una bambina viziata, che vuole sempre più giochi. Perché, in fondo, quella è la vita: un gioco, un'enorme giostra infernale. Vince il più furbo. Vince il più forte. Ed i deboli muoiono. Perché non meritano di andare avanti. < Non mi va di portare altro dolore alla mia gente > le parole sono sicure, come se avesse detto la frase più importante della sua vita. Eppure, dentro scorre quell'adrenalina che vuole portare sempre più dolore. Di più. Di più. E ancora di più. E l'Hokage, forse, se lo merita. Si è fidata fin troppo facilmente di una disertrice. Vorrebbe sfoggiare uno dei suoi migliori sorrisetti sadici, ma non può farlo, altrimenti la farsa verrebbe svelata. Si limita solo a stringere le mani fortemente tra loro, ancora all'altezza del basso ventre, come piccolo segno di vittoria. < Lo farò, Hokage-sama. Non permetterò ancora una volta ai miei pensieri di trascinarmi così in basso > ...in basso, nel buio più profondo, dove lei sta adesso. Dove lei ha trovato la sua casa. Ascolta le risposte alle sue domande. Non gliene importa più nulla, dato che ha tagliato tutti i rapporti, ma aveva pur bisogno di una scusa da tirar fuori per tornare. E, forse, le sue parole hanno proprio toccato il tasto giusto. < Capisco... >. Una pausa. Lo sguardo dritto in quello altrui. Qualche passo in avanti. Lento, poi più veloce. E' in questo momento che la sua farsa raggiunge l'apice. Allargando le braccia, si getta sulla Nara. Ma non per farle del male, come invece vorrebbe, trattenuta da uno strano istinto di sopravvivenza. Semplicemente, la abbraccerebbe, se le fosse permesso, poggiando il proprio viso sulla spalla altrui. Singhiozzerebbe, ancora, piangendo. Proprio una bella recita la tua, Yami. < Grazie per aver risposto alle mie domande >. Si distaccherebbe, solo dopo qualche secondo. Poi, se le permettesse, dunque, di entrare all'interno del villaggio, la rosata vi metterebbe di nuovo piede. I'm back, bitches. [END]

19:38 Furaya:
 Sì, probabilmente si è fidata facilmente di una disertrice che è sparita per mesi. Tornata così all'improvviso grazie all'intervento di un suo conclannato, le ha chiesto soltanto di poter rientrare al villaggio per avvicinarsi alla sua famiglia, alla sua terra e alle sue origini dalle quali è stata separata per mesi. Perché non dovrebbe acconsentire a questa sua umile richiesta? Quali sospetti potrebbe mai avere? Certo, però è stata fuori dal villaggio per troppi mesi, venendo meno alle richieste e agli ordini del capo villaggio. Ha disobbedito, dunque non può lasciare che vaghi da sola all'interno delle mura. Ma non è necessario che lei lo sappia. <Va bene.> Commenta, lasciando fluire dalle labbra un piccolo sospiro per smorzare la tensione venutasi a creare. Vede Tenshi piangere, la accoglie tra le proprie braccia senza sapere quanto sia l'abbraccio di Giuda quello che le viene dato. Una fanciulla così pura e ingenua che nasconde un grande lato malvagio, incattivito dalla stessa vita e dal villaggio che l'ha riaccolta. La stringe appena, carezzandone la schiena per calmarne i singhiozzi o, comunque, per tranquillizzarla in quel poco che può e sa fare. <È tutto a posto, adesso.> Oh, non lo è affatto e non vuole correre nessun rischio. Per quanto buona ed ingenua sia, il villaggio è stato in pericolo più di una volta ed il Finto Dio è ancora a piede libero. Potrebbe aver preso di mira alcuni dei membri della missione fallita, non si sa mai, per di più lei è stata lontana da Konoha per troppo tempo. La lascerà entrare e, una volta accertatasi che sia troppo lontana per sentire le sue parole, recupera una ricetrasmittente dalla tasca porta oggetti, nascosta in un Fuda. <Boryoku> Interpella direttamente il Generale Anbu in persona. <manda Tsuki nel mio ufficio, ho un incarico da dargli personalmente.> Il tramonto è vicino, è meglio andar via prima che quella furia torni a farsi sentire, mh? [ END ]

Tenshi chiede di rientrare a Konoha tramite belle parole atte a convincere Furaya. Ottiene l'ingresso al villaggio, ovviamente dopo attente procedure, ma Furaya opta per controllare Tenshi nei giorni a venire, essendo stata troppo tempo lontana dal villaggio in quest'ultimo periodo.