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Dall'innocenza al doloroso passato.

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con Furaya, Izayoi

14:02 Furaya:
 Splende il sole come non ha mai... Okay, iniziamo bene anche oggi. Il sole spacca le pietre in quel di Konoha, in pieno clima estivo. Ha chiuso le tende dietro la propria schiena proprio per ovviare alla problematica del caldo, lasciando aperta soltanto una finestra per permettere a quella lieve brezza di entrar nella stanza, scostando il bianco tendaggio. La Nara ha dovuto optare per un abito più leggero e differente dal solito yukata che indossava. La parte superiore è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Al momento, siede nel proprio ufficio nella Magione dell'Hokage, indossando persino l'haori bianco con il simbolo tanto noto dietro la schiena, sostituendo quello che di solito avrebbe, per l'appunto, indosso. Lo sguardo glissa sui piccoli oggetti posti sulla scrivania, tra cui alcuni quadri rappresentati la sua famiglia, i suoi amici oppure tomi e rotoli che deve valutare e leggere, come di consueto. La donna, questa volta, non s'aspetta la visita di Izayoi -sua allieva- pertanto è immersa totalmente nel proprio dovere di Hokage, pensando bene di cavarsela da sola come sempre. Jushan-san è fuori dalla porta assieme ad una coppia di guardie, pronto a svolgere i suoi incarichi qualora vengano richiesti. [ Chakra ON ]

14:07 Izayoi:
  [> Ufficio Kage] Una delle solite ridenti e soleggiate giornate della Foglia, Villaggio che nonostante le avversità effettivamente si mantiene allegro e spensierato, un clima che fà da sottofondo alle vere e proprie preoccupazioni che possono essere momentaneamente messe da parte tra un boccone di Ramen e una placida passeggiata. E' tornata a casa sua soltanto per prendere Takemikazuchi, cambiarsi e sfuggire dalle grinfie di suo Padre che la cercava, l'ha evitato per un soffio sostanzialmente e nonostante la cosa possa dare fastidio effettivamente al genitore che appunto non comprende effettivamente il comportamento di questi giorni della Genin, che dopo quel bacio, è come se fosse cresciuta veramente iniziando a farsi venire in testa l'idea di opporsi a suo padre e di gradire sempre di più il consigio di Saneatsu dell'andare a vivere da sola. Insomma, sono successe molte cose negli ultimi giorni e questo pensiero per quanto sia di fondo e funga solo da basi più o meno solide per quello che verrà, solo un'incipit sostanzialmente, è comunque l'accenno di un cambiamento radicale che potrebbe o non potrebbe accadere nella di lei vita, si è confidata con il Senpai - seppur in minima parte - e quella notte che è andata a casa sua, ha avuto modo di dirgli altre piccole cose, minuscole pillole del suo passato che soffre solo a ricordarlo, figuriamoci a raccontarlo. Ma non l'ha mai seppellito, non l'ha mai messo da parte, anzi, è finita per renderlo un punto di forza, nonostante le tragedie subite ed indotte giorno dopo giorno. Per questa motivazione così come per altre cose che son successe, minuzie che non può cogliere con la sua pura e casta mentalità, avrebbe chiesto udienza alla sua Sensei che non vede da qualche giorno, ironico come la figura della Judai ai suoi occhi possa essere come una via di mezzo tra una venerabile madre ed una stimatissima sorella, cioè, non si permetterebbe mai di pensarlo sul serio ma gli vien più spontaneo cercare di confidarsi con lei piuttosto che esternare le cose alla sua vera e propria mamma, senza conta che ovviamente è anche figlia unica. Quindi, indossa il solito kimono a maniche ''staccate'', gonna rossa e stivali sopra alle bianche calze, l'Arma divina al fianco sinistro infilata nell'obi ed i rosei capelli lasciati sciolti, chioma di zucchero filato che si posa sulla sua schiena quando si ritroverebbe oramai innanzi alla porta dell'ufficio del Kage, dopo aver domandato cortesemente all'ingresso se poteva vederla < E' permesso, Furaya-san? Sono Izayoi. > direbbe con voce ferma dopo essersi concessa un paio di secchi, ma allo stesso tempo gentili, rintocchi lignei sulla porta, attendendo una risposta per poi eventualmente entrare e salutare la Nara < Buongiorno Furaya-sama, come state? > domanda cortese, sorridendo ed allo stesso inchinandosi come di suo solito, espressione e regale solarità solita, ma c'è un velo sottile a turbarla, probabilmente per quella questione del Padre e dell'idea che Saneatsu si è fatto nei confronti del genitore. { Takemikazuchi }

14:26 Furaya:
 Trattandosi d'una Koshirae, ha dato disposizioni in merito circa il non chiederle di lasciare la sua Katana all'ingresso. Tutte le altre armi, però, vengono prese in custodia ammesso ne abbia indosso. Jushan-san la squadra dalla testa ai piedi, così come fanno le guardie. La lasciano passare e bussare senza proferire verbo, neppure il collaboratore dell'Hokage sciorina qualcosa. In fondo, sa che si tratta dell'allieva della Judai, per tal ragione non crede sia doveroso informarla del suo arrivo o chissà quale altra avvisaglia utile a scongiurare casi pericolosi. <Avanti!> Esclama la donna da dentro, scostando uno dei fogli che stava leggendo accuratamente sul quale vi ha appena apposto la sua firma in conclusione. Un sorriso le s'allarga sul viso nel momento in cui nota quella testolina rosa entrare nella stanza. <Chiudi pure la porta e accomodati.> Gli indica una delle sedie più vicine alla scrivania, cosicché possa prendere posto. <Non posso lamentarmi> Anche se sicuramente è più stanca di quel che dà a vedere, come al solito. Si sobbarca qualsiasi cosa sia indispensabile per il Villaggio o per se stessa senza chiedere nulla in cambio. <tu, invece? Ti vedo bene.> Almeno per quanto riguarda l'esterno poiché per il resto non saprebbe davvero dire. <C'è un motivo in particolare che ti ha condotto qui? A breve, ti avrei cercata io per continuare i nostri allenamenti.> Aggiunge, giusto per informarla delle scelte che sta intraprendendo anche nei suoi confronti per aiutarla. D'altronde, è pur sempre la sua Sensei e non soltanto il Decimo Hokage. [ Chakra ON ]

14:57 Izayoi:
 Dunque, visto che non porta alcun tipo di arma con se oltre a Takemikazuchi, smuove un paio di passi in direzione dela sedia da lei indicata dopo aver chiuso la porta alle sue spalle < Mi scusi per il mancato preavviso.. > con un tono sincero che evita il suonar mortificato visto quel filo di confidenza che ha oramai nei confronti della Judai, che rimane sempre e comunque il suo venerabile idolo, verso la quale comunque si starebbe ammorbidendo incontro dopo incontro, mentre comunque per quanto appaia serena all'esterno, dentro di se vi è un che di turbato, piccoli accenni a minare la sua ferrea volontà, qualcosa che verrebbe esternato di lì a poco, dopo essersi seduta rigorosamente sulla sedia, schiena dritta e spalle altrettando lineari orizzontalmente parlando, gambe incrociato e sguardo lilla che punta per qualche istante verso il basso, per poi tornare sul viso di lei. Da dove incominciare? Indubbiamente la questione del bacio ha portato piaceri come allo stesso tempo dissapori, ma vorrebbe evitare di iniziare da lì e piuttosto va a pensare a quella giornata ai volti di pietra, lì dove ha esasperato un Mattyse che l'ha abbandonata lì con la sua silente copia < Ahn.. Ecco.. È che a volte mi sento... Stupida? Non saprei... > stringe appena le mani in grembo ed i pugnetti prendono con se alcune pieghe del tessuto scuro della gonna, distogliendo ancora per qualche istante lo sguardo dalla Nara per poi tornarci qualche istante dopo, un bel respiro ed ecco che con assoluta innocenza andrebbe a proseguire esponendo i suoi problemi < Vede.. L'altro giorno ho pulito i Volti con un ragazzo e mi sembra di averlo esasperato, ho pensato più volte al cosa abbia potuto far di male ma non mi viene in mente nulla... > una breve pausa, di nuovo, deglutisce con un filo di nervosismo poichè non ha una precisa idea di cosa starebbe per dire, o almeno non nella sua interezza, non conosce il significato intrinseco ma sa soltanto che qualcosa in quelle voci di corridoio non torna, almeno nella sua rosea testolina < Mi ha detto che corrono voci sul Nono che si "riproduceva" sui volti, ho pensato immediatamente alla moltiplicazione ma a quanto pare... Il significato era un'altro.. Mi sono sentita una sciocca e mi chiedo.. Lei ne sà qualcosa? > e tutti - tranne lei - aspettiamo ordunque di vedere il rossore pervadere il volto della Rosata che è seduta dall'altro lato della scrivania, verità scomode portate probabilmente da un'usignolo dei ciliegi che non immagina manco lontanamente il significato di quel preciso termine, detto probabilmente con sin troppa poca ovvietà, per lei che non ci capisce un'acca di tutto ciò che ha a che fare con la malizia.

15:26 Furaya:
 Okay, che s'aprano le danze! In questo frangente, si potrebbe pensare ad una degna punizione. Basta soltanto decidere a chi assegnarla: Hitomu che fa cosacce sul Monte dei Volti come un pischello appena uscito dall'Accademia o Mattyse che, a tutti gli effetti, un pischello lo è pur facendosi una mamma di due bambini? In fondo, nessuno dei due ha fatto qualcosa di sbagliato, se non questo: far arrivare a Furaya la notizia di quanto accaduto e farle persino trovare un modo per spiegarlo ad Izayoi. Capite? Furaya. Izayoi. Non so se vi rendete conto. Neanche una giocata tra Yukio e Ryuuma ha così tanto disagio come quello che sta per avvenire adesso. <Oh, non importa! Sei sempre la benvenuta.> Le sorride, mantenendosi pur sempre cordiale nei confronti altrui, aspettando che possa parlarle e riferirle quel per cui è andata lì. La curva del sorriso svanisce quando la ragazza inizia a spiegarle di quanto si senta stupida talvolta. Può capirla benissimo; anni addietro, si sarebbe probabilmente comportata nello stesso modo. Ma la lascia andare avanti, aggrottando appena le sopracciglia e facendogli appunto di cenno di proseguire. Non vuole interromperla e non saprebbe cosa rispondere in merito, non avendo tra le mani le informazioni giuste per argomentare in maniera corretta. <Missione di livello D, se non erro. Assieme a un certo Mattyse.> Sì, fai finta di non conoscerlo soltanto perché ti ha fatto venire un infarto con una carta bomba. Fai la dura, fai. <Non avendo vissuto la situazione, non saprei dirti cosa possa avergli dato fastidio. Non l'ho ancora ben inquadrato.> Non mentire, ti sta leggermente sulle scatole e non sai neppure che ha messo incinta la tua Gran Consigliera. Forse è meglio, in effetti, considerando che è un tuo fottuto Anbu e ha fatto esplodere il Ponte Naruto. Sorvoliamo, per piacere. <...> Oh. Il capo si gira dall'altro lato, la mano viene portata a coprire la bocca la quale si schiude appena, lasciando sfuggire un lamento non dissimile da una risata. <Credo> Dai, possiamo farcela a superare anche questa. <si riferissero a ciò che gli adulti fanno> Scegli bene le tue parole, Furà. Ne va della tua allieva. <quando hanno attrazione per un'altra persona o ne sono innamorati.> E qui già partono i filmini tra Izayoi e Saneatsu. Fa spallucce, non sapendo come altro spiegare qualcosa del genere ad una ragazzina tanto innocente. <Però, sono soltanto voci.> Così si dice. <Spero.> In un sussurro, considerando che la testa da pulire era pure la sua. [ Chakra ON ]

16:05 Izayoi:
 Sono pochi semplici attimi di imbarazzo che si susseguono tra di loro, è un'escalation nemmeno troppo esagerata dove la Decima riesce effettivamente a sedare la situazione gestendola nel migliore dei modi, si direbbe, visto che con la sua diplomazia ed il proprio contegno riuscirebbe a far intendere alla ragazza quello che appunto il Senjuu voleva fargli capire già da allora, quella giornata ai volti dove è successo il misfatto che ha portato quella voce alle orecchie della Nara. Per quanto riguarda l'aver inquadrato o meno Mattyse, lei risponde semplicemente annuendo < Mh, esattamente.. > dando conferma alle parole di lei riguardo il bianco che appunto, stizzito sino all'esasperazione, l'ha lasciata lì con una copia come già detto in precedenza. All'improvviso, per quanto poi la Decima riesca a mascherare il proprio imbarazzo, lei invece diventerebbe letteralmente paonazza in viso, porta una mano davanti al viso a sua volta, la destra, sussultando ed imponendosi di cedere sin troppo all'imbarazzo, cercando un contegno a sua volta < A-ah! Allora... Il Nono... Oh Kami che imbarazzo, cioè non avrei mai immaginato... > e soffermandosi lì di punto in bianco, scuote la testolina facendo danzare le rosee ciocche a destra ed a sinistra con abbastanza convinzione da scacciare pensieri illeciti, strizzando gli occhietti viola ed i pugni al di sotto del viso. Il respiro si è fatto più intenso ed il battito del cuore relativamente irregolare, si guarda da un lato e dall'altro senza riuscire a tornare con lo sguardo sulla sua Sensei per lunghi attimi non sapendo come continuare la conversazione per poi convincersi del suo stesso dire < C-certamente! Devono soltanto essere voci, nulla di che haha.. ha.. > e mentre la mancina torna in grembo la mano destra si porta verso la testa, poggiandosi dietro alla chioma per poi andar a pensare piuttosto a quanto detto da Boryoku, visto che anche ieri si è sentita assolutamente inadatta al pensiero in sè, quello a cui lei stessa ha alluso e che Saneatsu ha seguito di gusto < Uh.. Ecco, un'altra cosa, lei dice che è cosa da adulti anche il termine mas.. Com'è che era.. Sì ecco... Mastor.. No non era così... > si cruccia puntando lo sguardo verso l'alto smuovendo la dritta a portarsi sotto alle labbra, con l'indice verso l'alto poco sotto al labbro inferiore, come se dovesse sforzarsi di ripetere quel termine che proprio non gli viente in mente. Oh, Kami, salvateci voi.

16:17 Furaya:
 L'imbarazzo lo sta percependo persino Jushan-san da dietro la porta, il quale zitto zitto origlia ma senza farsi scoprire. L'attenzione della Nara è totalmente rivolta alla piccola Izayoi, la quale è imbarazzatissima e come potrebbe non esserlo? Le ha appena rivelato una scomoda verità con la quale deve fare ovviamente i conti. Tuttavia, è giusto che inizi a crescere e che certi discorsi diventino, in un certo senso, persino pane quotidiano. La fase dell'adolescenza è sicuramente quella più importante e particolare. <Non sono sicura che sia davvero successo sui monti né so con chi, in realtà non voglio saperlo.> Scuote la testolina appena da un lato all'altro, prima di riportare lo sguardo chiaro in direzione della Koshirae. Ridacchia nervosamente anch'essa in concomitanza con Izayoi, non sapendo dove altro guardare lei stessa o cosa dire. Insomma, la situazione l'ha presa in contropiede a sua volta. Non è abituata a simili discorsi, anche se c'è da dire che nella vita privata -quella privata privata- la Nara è una discolaccia. MA sorvoliamo, nel dubbio daremo la colpa all'influenza negativa di Saisashi nei suoi confronti. <...> Non riesce a comprendere il termine che viene pronunciato dalla fanciulla, poiché neppure quest'ultima sembra ricordarsene e forse è davvero molto meglio così. <Cosa> Si acciglia leggermente. <stai cercando di dire? Puoi farmi qualche esempio? Magari riesco ad aiutarti.> No, Furaya, davvero. Non lo vuoi vedere l'esempio lampante. Non vuoi sapere cosa fa il Generale Anbu e cosa insegna ai suoi sottoposti. Davvero, ritira tutto quello che hai detto. Izayoi, tu, ti prego. Non lo fare. [ Chakra ON ]

16:42 Izayoi:
 Ah, se l'imbarazzo non era già alle stelle prima, ecco che forse anche Jushan-san starebbe per svenire da dietro alla porta, o scoppierà a ridere, chi lo sa. La cosa si fà sempre più ironica ed allo stesso tempo tesa, l'imbarazzo sul viso delle due donne è indubbiamente palese ma nonostante tutto riescono a mantenere un contegno adatto alla situazione e proseguono < Forse... E' meglio lasciar perdere la vita privata del Nono, concordo. > e detto ciò, appunto tralascia il discorso per proseguire. Ed in quell'evitare di guardarsi per più di troppi secondi, Izayoi ovviamente non immagina che probabilmente le sua Sensei ha da insegnargli ben più di quanto immagini, sarebbe indubbiamente una scoperta non da poco e non sappiamo nemmeno come la potrebbe prendere di preciso la Koshirae, che non và assolutamente a pensare in maniera maliziosa nei confronti della Nara, anzi, glissando sulla questione di Hitomu ecco ci sono altri istanti di imbarazzo tra di loro e qualche attimo di silenzio prima che lei vada a porre quel paio di domande poco distanti tra di loro che ovviamente porterebbero tutto sempre di più allo sfacelo. Lei ci pensa, si sofferma qualche istante in più del solito e ripercorre le ore precedenti sino ad arrivare al pomeriggio di ieri dove la Generale Anbu si è espressa in quel modo relativamente colorito turbando la ragazza che si ricorderebbe il gesto che proprio Boryoku avrebbe fatto < Beh, è stato il Generale Anbu ad utilizzare quella parola e l'ha attribuita a questo gesto, ma io proprio non capisco.. > e dopo aver picchiettato con la punta dell'indice sul lato della tempia, inclinando la testolina di lato, vedrebbe di portare la dritta davanti a sè e chiuderle quasi a pugno, lasciando uno spazietto circolare tra il pollice e le altre dita, muovendo l'arto su e giu un paio di volte in entrambe le direzione < Ha fatto.. Tipo così.. Ma non ricordo la parola esatta.. > ed eccoci, non era il minore dei mali quello dell'argomento inerente al Jinchuuriki, il peggio è arrivato adesso e sì, piccola Izayoi, è sempre roba da adulti.

17:31 Furaya:
 Conviene con la fanciulla. <Sì, è meglio lasciar perdere.> Accantona immediatamente il discorso, non volendone sentir parlare un secondo di più. Meglio non sapere certe cose, rendono un probabile incontro con quella determinata persona totalmente diverso da come sarebbe dovuto essere. Non riuscirà più a guardare Hitomu con gli stessi occhi, avrebbe decisamente preferito non sapere. Izayoi, però, sembra aver altro da aggiungere e vuole parlare direttamente con la donna ancora. Quest'ultima lascia che si prenda il suo tempo, gli occhi restano invece focalizzati sulla di lei figura. Passano dai capelli rosei, non dissimili dai propri, sino agli occhi chiari e all'espressione che le compare in volto. <...> Come se non bastasse, persino il Generale Anbu. <Innanzitutto, non parlare ad alta voce e troppo spesso degli Anbu.> Allude ovviamente al fatto che anche lei ricopre un ruolo in quella organizzazione, un ruolo che deve essere e restare segreto nonostante di fronte abbia l'Hokage. Tuttavia, fuori dalla porta c'è gente che potrebbe ascoltare, non è propriamente un luogo poco affollato. <Di questo, potremmo parlare in separata sede ed in un luogo sicuro, se proprio ne hai necessità.> Nella Magione dei Nara o nella propria abitazione, è sicura che non ci siano orecchie indiscrete se non quelle dei propri animali, per cui non dovrebbero esserci problemi. Non appena la ragazza inizia a muovere la mano, la Judai sbarra gli occhi e allunga velocemente la mandritta in direzione delle sue. <NONONONO.> Di getto, veloce, impanicatissima. Le arresta il moto, il respiro corto e veloce. <Dimentica.> Ma è abbastanza adulta, dai, è arrivato il momento che tu le spieghi cosa voglia dire. <E' un termine usato per indicare ciò che i maschi> Si fa coraggio, inspira profondamente ed abbassa lo sguardo pur di distogliere gli occhi dai suoi. Rossa in viso. <fanno> Beh sì, altro termine non potresti usarlo. <nei loro momenti di sfogo.> Così la confondi soltanto di più! Ma almeno ci ha provato. [ Chakra ON ]

18:02 Izayoi:
 Già, è meglio lasciar perdere, come avrebbe dovuto lasciar perdere anche la questione a venire. Come? Sarebbe stato meglio usare un'altro termine? Può darsi. Ma poco importa, diciamo che lasciando da parte la questione del Nono si è andati a sfociare solo nel peggio, visto che innanzitutto giunge in risposta quel rimprovero che non ha nulla di esageratamente severo, è stato l'imbarazzo misto alla tensione del momento a far sovraggiungere una leggerezza simile alla mente della Genin, la quale, dato appunto già l'ironico nervosismo generale della situazione, quasi manca soltanto una di quelle musichette imbarazzanti di sottofondo degli anime (?), porta le mani davanti al viso l'allieva, proprio un'istante prima di andar poi a fare il fatidico gesto, è un brusco accorgersi del proprio banale e piccolo errore, i palmi delle mani rivolte verso di lei e l'espressione mista tra il mortificato e una pennellata di sbadataggine < Ah, no.. Ehm, certo.. Mi perdoni per la mia leggerezza! > e ha una sorta di sorrisetto dolce ma allo stesso tempo nevrotico in viso, agita appena le manine orizzontalmente come a voler scacciare qualcosa con delicatezza ed oramai più di un pizzico di imbarazzo. Però, il misfatto è roba di attimi, millisecondi, ed al mimare quel preciso gesto illecito e volgare, la Judai scatta in avanti andando sedare quasi sul nascere il movimento della dritta che si compie soltanto una volta, su e giù, poi appunto con prontezza e rapidità, la Nara si fionda leggiadra e precisa ad impedire che lei vada oltre < Ah! > sgrana gli occhi lilla e di nuovo sussulta, si è quasi spaventata ma è uno di quegli spaventi che se tipo fossero un pò più amiche e coetanee sarebbero probabilmente scoppiate a ridere, il fatto è che se fosse stata coetanea della Kage e ancora non sapesse quelle cose... Insomma, lì sarebbe problematico. Ora è almeno più comprensibile, direi. Quindi senza andare a divincolarsi dalla presa gentile di lei, la osserva inclinando la testa di lato < Uh..? I maschi lo fanno per.. sfogo? > e ci pensa, rimane per un paio di istanti con le labbra a formare una tonda vocale muta, sbatte le palpebre un paio di volte e risulta palesemente perplessa, andando a pensare a quel che fa lei per sfogarsi, arrivando senza alcun dubbio ad una precisa conclusione < Mh, capisco, dev'essere un qualche allenamento particolare.. > sì insomma, anche lei quando è nervosa o ha bisogno appunto di scaricare della tensione impugna la spada e si abbandona totalmente al gesto in sè, godendo puramente del piacere fisico e mentale che può donargli solo il Kenjutsu. Cosa? Avremmo dovuto mettere giù la frase in maniera diversa? Ah ma sì ma sì, non preoccuparti, sono tutti grandi quelli che leggono (??). In tutto ciò, qual'ora lei l'avesse lasciata, cercherebbe di portare la dritta in grembo assieme alla gemella, si acciglia appena e mormora tra se se, relativamente udibile < Forse... Ha ragione Chie-san, dovrei imparare di più sui maschi... > giò, la folle Zerisibbi gli aveva proposto di andare a fare spese assieme e che avrebbero avuto da parlare dei ''maschietti'' citando letteralmente il termine usato dalla ragazza dell a missione di qualche giorno fà. Vorrebbe anche raccontargli del primo bacio ma non se la sente di venirsene fuori con cose così personali, cioè, non che non si fidi della Judai o chè, è che gli sembra quasi di ammorbarla con queste robette da adolescente, anche se ciò che gli preme di far sapere alla Nara è la questione che c'è dietro, dato che probabilmente vi saranno dissapori all'interno del suo Clan. Ma non ancora, probabilmente sarebbe meglio parlarne meglio con il suo Principe della questione.

15:02 Furaya:
 La situazione tra Izayoi e la Judai non è propriamente delle migliori o non è quella che tutti si aspetterebbero tra una Sensei e la sua Allieva. Insomma, non è compito della donna spiegarle come nascono i bambini e cosa fanno gli adulti -o gli adolescenti- nel loro tempo libero assieme ad altre persone con le quali hanno un legame particolare. <Non importa, reputo questo ufficio abbastanza sicuro. Ma è sempre meglio star allerta anche qui.> Le sorride con cortesia, non dandole un vero e proprio rimprovero. E' probabilmente questo il motivo per il quale nessuno la teme o reputa che non sia un problema prenderla per i fondelli. D'altronde, cosa farebbe? S'arrabbierebbe? Lei? Nessuno può dire d'averla mai vista arrabbiata eccetto suo padre e il Mizukage defunto di recente, ma son entrambi figuri loschi che non possono più parlare poiché privati della vita, appunto. Una piccola gocciolina le scende dalla tempia, sudore freddo il suo per via dei discorsi fuoriusciti che non saprebbe spiegare neppure con tutta la forza del mondo. <Sì> No, non puoi affermare questo. <chiamiamolo una specie di allenamento, anche se è una pratica differente.> Non dare altra carne al fuoco e non pronunciare frasi che lasciano domande e poche risposte. Alla fin fine, è lei stessa a rischiare che il discorso degeneri più di quanto già non abbia fatto; allo stesso modo, dovrà anche risponderne. Il problema è soltanto il come. Ma confidiamo nel fatto che la Judai sappia il fatto suo come sempre. <Chie-san?> Non crede di conoscerla, pertanto il quesito che le rivolge, per quanto indiretto e privo di altre fondamentali parole, lo reputa normalissimo. Sarà una sua amica? Non è un male che se ne faccia, affatto. Si ha sempre bisogno d'amici nella propria vita. Cambiando argomento, volendo in qualche modo allontanarla da discorsi di un certo spessore ed imbarazzo, piega appena il capo d'un lato e ne ricerca l'attenzione. <Eri venuta qui per dirmi anche dell'altro, Iza-chan?> Ci prova ad apparire più amichevole nei confronti dei propri allievi o comunque d'altra gente con la quale può comportarsi così, anche se spesso e volentieri si sente fuori posto. <Possiamo riprendere gli allenamenti.> Sarebbe un'idea, certo non adesso e non nel suo ufficio ma sa già dove ambientare i prossimi per avere privacy a tutto tondo. [ Chakra ON ]

15:35 Izayoi:
 Già, la situazione è tesa e volge in una direzione che va oltre alla linea pudica di un qualsiasi discorso normale, ma nonostante tutto sembra che l'Hokage si destreggi nella migliore delle maniere nonostante l'imbarazzo iniziale, rifilandogli quel dolce rimprovero che la Koshirae, nonostante la dolcezza che la Sensei gli riserva, prenderebbe per assoluto, annuendo e lasciando sfumare l'imbarazzo a sua volta oltre che quel suo turbarsi più del dovuto anche al più minimo degli errori < Certamente. > è una sola semplice parola che potrebbe confermare alla donna che ha compreso e non peccherà nuovamente di cotanta leggerezza. Oh, lei non vuole immaginare nemmeno lontanamente come possa essere la Nara quando si arrabbia, insomma, si dice che la rabbia dei più buoni è quella più pericolosa e si augura di non dover mai mettere alla prova la pazienza della Judai tanto da farla cedere nell'ira, sempre e comunque, lasciando che la questione sfumi nuovamente verso quello che in maniera assolutamente ingenua la Genin scambierebbe per un'allenamento, andando ovviamente a fraintendere, ma forse è meglio così < Mh.. Capisco, più o meno. > e detto ciò tralascia da parte le questioni a sfondo malizioso, risollevando lo sguardo che nel frattempo si era posato nuovamente a terra, lì nei pressi delle punte dei suoi stivali, scivolando di nuovo in direzione del viso più rilassato rispetto a prima della judai, la quale sembra aver colto quel di lei mormorio riguardo la ragazzina fuori di testa con la quale l'altra volta ha svolto quella semplice missione, andando ad annuire nuovamente < sì, è una ragazza con la quale ho svolto una D l'altra volta e.. Niente, mi ha proposti di andare a far compere e parlare di maschietti, come li ha chiamati lei.. Vedremo.. > e deglutisce con un lieve filo di nervosismo al solo pensare a qaunte situazioni scomode si potrebbe ritrovare, tra una chiacchiera ed un'altra, risultando inevitabilmente inadatta qual'ora la Zerisibbi si dimostri più spigliata rispetto alla diciassettenne, la quale non ha mai ricevuto particolari insegnamenti ne da sua madre ne da sua padre, riguardo l'ambito sessuale, considerando il fatto che per loro, come per buona parte del Clan, la spada viene prima di tutto. Ed una spada perfetta, non avrebbe spazio per la libido e distrazioni a sfondo rosa, anzi, probabilmente avrebbe dovuto arrendersi un giorno ad un matrimonio combinato, come gli era stato detto sin da piccola. E invece, da quel giorno in cui ha incontrato Saneatsu, beh, sono cambiate molte cose, dentro il cuore di lei e nel suo animo, turbandola ma allo stesso tempo allietandola, facendole provare quei sentimenti che la fanno effettivamente sentire più umana. Se era venuta lì per dirle dell'altro? Ancora non lo sà, ma allo stesso tempo è indubbio il fatto che la ragazza teme per l'incolumità del suo Senpai che oramai non è manco più un semplice Senpai, non lo ritiene uno sconsiderato ma allo stesso tempo quel suo desiderio di porre fine all'oscurità che giace nelle ombre del loro Clan, la preoccupa, così come contemporaneamente la fa sentire protetta, salva dalle grinfie del genitore e di chi condivide quel crescere i figli in maniera tanto disumana. Si aliena, nel mentre che lei parla, vedendo di andare a risorgere da quel pozzo nero pece dei proprio ricordi e delle sue preoccupazioni solo quando accenna gli allenamenti, destandola come di soprassalto dal cupo riflettere < Ah! Sì, certo, ne sarei lieta.. > ma i pugnetti si stringono sulla gonna e il tessuto viene nuovamente sgualcito da quella presa nervosa, mentre lo sguardo torna nuovamente verso terra < Vede... Ho dato il mio primo bacio, qualche giorno fà, ma... Ho paura che questo porti più problemi che gioie. > realista, per quanto perdutamente innamorata del Chunin, risolleva lo sguardo , voltando appena la testolina e posando le lilla sulla porta dietro di loro, cercherebbe di farsi coraggio < Sà.. Il mio Clan.. Io... Non sono cresciuta come la maggior parte dei giovani qui alla foglia. > nessuna spensieratezza, nessuna possibilità di essere semplicemente una ragazza in grado di provare sentimenti e di crescere secondo il normale corso della vita, costretta ad infiniti truci e crudeli allenamenti, sin da quando ne ha memoria. È giusto rivelare tutto ciò alla Judai, aggravandola con quella preoccupazione in più? Eppure, se non lo direbbe a lei, con chi altri dovrebbe confidarsi? Il punto è che si è sempre ripromessa - come sempre gli è stato ordinato - di non rivelare nulla di tutto ciò a niente e nessuno, ma non ha intenzione di mettere eccessivamente in pericolo il suo Principe ed allo stesso tempo, se ha la possibilità di evitare che quelle metodiche losche continuino, allora ci proverà < Le mostrerò una cosa. > direbbe alzandosi, dopo aver lasciato andare il labbro inferiore dalla presa dei canini si sinistra, scostandosi a lato della sedia, per poi voltarsi di spalle verso l'Hokage < ... Mi prometta di non arrabbiarsi. > e detto ciò, eccola che sfilerebbe prima con la mancina la manica sinistra, verso il basso, lasciandola cadere verso terra, per poi far lo stesso dall'altro lato, mostrando quegli infiniti tagli e cicatrici rimarginati in maniera pulita e precisa, veniva medicata ogni volta, ma tutto ciò rimane sulla sua pelle come un monito a non fallire, a non ripetere l'errore di quel giorno o quella difesa scarna di un'altro < ... > tace ovviamente andando a tener il peggio per ultimo, portando entrambe le mani a prende i lembi più bassi della maglia del kimono, sfilandola versol l'alto, rossa in viso molto più di prima di quando lei ha usato quel vezzeggiativo amichevole, con gli occhi velati di un lieve velo lucido, che lei non può vedere, levandosi di dosso pure quella, lasciando le semplici e candide fasce che le cingono il seno, spezzando a metà quella schiena e quelle spalle ricoperte dei medesimi segni, mente lì, sopra alle bende, vi sarebbe impresso a fuoco l'ideogramma del suo Clan, in mezzo alle scapole. Lascia cadere anche quella, per poi andar a stringersi nelle spalle portando le mani a cingere le proprie braccia poco sopra ai gomiti < Io.. Per il mio clan non sono altro che una spada.. Ed una spada non ha diritto di ribellarsi al proprio padrone... > silenzio, trema appena sperando di non dimostrarsi troppo debole e di non arrecare particolare nervosismo alla Nara. Il dado è tratto, e non si torna più indietro, piccola Izayoi.

16:57 Furaya:
 Gli argomenti piccanti ed imbarazzanti trovano -per fortuna della Judai, più che altro- una chiusura rapida. Le spiega anche di Chie, la ragazza con la quale dovrebbe uscire per delle compere e per parlare di maschietti. Non ci trova niente di scandaloso, anzi lo reputa del tutto normale e vuole incoraggiarla in merito. <Perché no?> Lei non ha mai potuto far qualcosa del genere all'età di Izayoi, anche perché fondamentalmente era già scesa in guerra almeno due volte. Di conseguenza, le amicizie sono state fortemente secondarie, anche tenendo in considerazione il fatto che molte di queste le ha perse proprio in qualche battaglia. Non era affatto un periodo florido per il Villaggio. <Dovresti prenderti una giornata per svagarti> E che sia proprio lei a dirlo fa capire quanto importante possa essere avere una giornata soltanto per pensare a se stessi. <e uscire con questa ragazza potrebbe essere divertente.> Si stringe nelle spalle, volendole dar modo di decidere il da farsi e senza influire in maniera eccessiva nella scelta. Come al solito, tende ad elargire consigli. <Izayoi> La richiama nel tentativo di farla tornare coi piedi per terra, notando come questa si sia praticamente alienata e allontanata mentalmente dal luogo in cui si trovano. <se c'è qualcosa che non va, parlamene. Ricorda che sono la tua Sensei, voglio e posso darti una mano.> Lo spera, anche se non crede possa esservi qualcosa che lei non riesca a gestire. Ne ha viste e subite di cotte e di crude, sia negative che positive, tanto da aver sulle spalle una modesta esperienza in qualunque ambito e campo. Inoltre, se non riesce a compiere qualcosa per la sua allieva, come pensa di poter gestire tutto il resto compreso il Villaggio e i suoi concittadini? Sgrana appena gli occhi innanzi all'ammissione di Izayoi, la quale le annuncia d'aver dato il suo primo bacio. <Ma è stupendo!> Insomma, è un passo importante per chiunque, specialmente per un adolescente come la fanciulla dal crine rosato. Ed è visibilmente compiaciuta di quel che le ha appena raccontato, non tanto per l'espressione che si palesa sul di lei volto. D'altronde, pur avendo asserito d'aver avuto il suo primo bacio, non sembra esserne entusiasta come qualunque altra ragazzina della sua età. <Perché dici questo?> Dispiaciuta che debba sentir tali parole essere proferite da chi ha ancora una lunga e prospera vita davanti a sé. La sua ammissione, secondo la quale non è stata cresciuta come gli altri giovani della Foglia, fa rivivere alla Judai il suo stesso passato. Vi annuisce con un lieve cenno del capo commesso un paio di volte, senza distogliere lo sguardo dalla figura in questione, dandole tutta l'attenzione che merita. <Dipende cosa intendi con questa frase perché credo di poterti capire molto bene. Sono stata cresciuta come una macchina da guerra priva d'emozioni solo per compiacere qualcuno che si reputava al di sopra persino dei Kami.> Fa roteare gli occhi verso l'alto, riportandoli rapidamente su di lei per poter ascoltare il susseguirsi della storia. Izayoi le chiede di non arrabbiarsi, la donna è costretta però dapprima a piegare un sopracciglio, confusa da una richiesta del genere. Certo, vederla arrabbiata è praticamente un paradosso, ma evidentemente ha commesso qualcosa ch'è sicura la faccia arrabbiare oppure qualunque atto possa innervosirla in qualche modo. <Sì, certo.> Perché dovrebbe arrabbiarsi del resto? Ovviamente, non riesce affatto a pensare che ciò che le mostrerà la segnerà nel profondo. E' lecito che possa arrabbiarsi. La vede sfilarsi il kimono, mostrandole subito dopo le cicatrici e l'ideogramma che ha ben evidenziato tra le spalle, un palesissimo marchio a fuoco che le fa drizzare i peli sulla nuca e sudare freddo. Si irrigidisce sul posto, le spalle contratte e l'espressione per un attimo persa nel vuoto, persa sul marchio e sulla pelle altrui. Sente ribollire dentro di sé tutta la frustrazione provata a sua volta quando l'è stato impresso il marchio a fuoco che ha tra le scapole. Avverte la potenza devastante dello Yoton, dannatamente legato alle sue emozioni più profonde e forti, risvegliarsi senza che questo venga richiesto. Un ennesimo marchio a fuoco. Un'ennesima appartenenza che non ha senso d'esistere. Ha accettato quel clan a Konoha. Non accetta che i membri di quest'ultimo vengano trattati in questo modo e, per quanto lei non sia il Capo Clan dei Koshirae, non tollera niente di simile. E così com'era sopito, l'innata secondaria si risveglia assieme all'emozione di rabbia pura che le sale dalle viscere, vagando per le vene. Unione del tutto involontaria del Chakra elementale di tipo Doton e di tipo Katon, generando il Chakra Yoton che si riversa nelle sue ghiandole salivari e sotto la cute. La pelle diviene lievemente rossastra, tendente all'arancio ad altezza delle mani e delle dita, le quali si serrano con irruenza. Persino il legno della scrivania sul quale le poggia inizia a riscaldarsi e a divenire rossastro, come mero riflesso dei pugni chiusi. <Tutti abbiamo il diritto di ribellarci se qualcosa non ci piace. Dipende dal modo, dipende dal motivo, ma nessuno ha il permesso di marchiare a fuoco una persona soltanto per capriccio.> Le parole fuoriescono dalle labbra appena schiuse dell'Hokage con un lieve ringhio di sottofondo che risale la gola sin a fuoriuscire. <Nessuno ha un padrone.> I samurai, di base, dovrebbero averlo poiché vivono in virtù di questo, ma non reputa Izayoi tale da doverne possedere, specialmente se chi la obbliga le ha ridotto la schiena in quella maniera. <Colui che osò farmi la stessa cosa> Rivelando ciò che a nessuno mai ha detto, poiché le sue spalle sono sempre coperte dal kimono o dall'haori, persino dai capelli. <rivendicandomi come sua proprietà, non ha avuto il diritto neppure di riposare in pace.> Si riferisce a suo padre, una rivelazione dietro l'altra, una storia che dovrebbero conoscere in molti quella di Ryota e Furaya Nara, rispettivamente padre e figlia. <Dimmi chi è stato e convincimi sul non alzarmi immediatamente da questa sedia per andarlo a cercare.> E la scrivania sotto il suo pugno inizia a consumarsi, odore di bruciato che permea la stanza. [ Chakra ON | Innata Yoton a scopo narrativo, attivazione involontaria ]

17:38 Izayoi:
 Sì, dovrebbe essere semplicemente stupendo e nulla di più, ma soprattutto nulla di meno, il fatto di essere riuscita a strappare un bacio, seppur fugace, al Bianco Principe dei Koshirae, ma appunto l e preoccupazione a riguardo su ciò che ne potrebbe derivare, sono peggio di quanto effettivamente possano essere le gioie a venirne in seguito. Tralascia la questione di Chie, tralascia tutto quello che vien detto prima di quel suo rivelarsi allo stesso modo una ragazza cresciuta senza aver il permesso di essere semplicemente una ragazza, sgrana gli occhi e si concede un lieve vocalizzo di sorpresa, di certo non sà più di quello che si sappia pubblicamente riguardo la Nara e al sentire di quelle parole non potrebbe far altro che cedere, lasciare che una lacrima gli scorra sul viso nonostante tutt'ora rimane girata, si stringe ancor di più le braccia con le mani che vanno a premere sulle cicatrici che ovviamente porta pure sugli arti superiori, visto che quelle lunghe maniche cucite saggiamente sui guanti scuri, non vengono indossate in quel modo soltanto per bellezza. Deglutisce con un filo di nervosismo, sorride appena se ancora ripensa al di lei esser felice riguardo al primo bacio ma allo stesso tempo è un sorriso amare, nonostante nelle parole dell'Hokage trovi un conforto mai trovato da nessun'altro, considerando il fatto che tra i figli dei Koshirae cresciuti con quei modi beceri di certo non poteva instaurarsi amicizia, ma solo rivalità ed una forte e letale competizione < Già... Una macchina da guerra, credo che possa immaginare quanto la capisca... Hanno preso il mio amore per la pace e per la giustizia e mi hanno reso una bambola assassina dedita al bene, forte dei metodi crudeli del male. > e lei stessa è combattuta appunto, mentre la osserva da sopra la propria spalla per qualche istante, abbassando poi lo sguardo verso terra, fissando le sue vesti che giacciono ripiegate su se stesse sul pavimento. Si è convinta oramai, a causa dell'indottrinamento e di tutto ciò che ha passato, del fatto che uccidere i cattivi con la propria spada è un purificare delle loro anime, permettendo ai fortunati di raggiungere il Samsara dopo essere stati assolti dai loro peccati, in punto di morte. E così continuerà a fare, ma forse con una convinzione un filo più umana di quella meccanica che invece aveva fissa nella mente e nell'animo < Mh? > si volterebbe andando a sentire quel paio di gradi in più riempir la stanza, un calore tiepido che però dapprima non c'era, la lacrima che gli era scesa sul viso si asciuga in fretta e lei si volta con un rapido smuoversi delle ciglia che inizialmente la fa risultar perplessa, guarda verso l'alto come se potesse notare l'aria stessa salir di temperatura, quando invece poi le lilla cadono sulla Judai, la pelle rossa a ribollire della lava dentro di sè, probabilmente furente ma allo stesso tempo capace di non lasciar trasparire quella furia all'esterno < N-non se la prenda Furaya-sama... Io ormai ho imparato ad accettarlo. > direbbe con la dritta che si pone verso di lei mentre smuove un passo in avanti, lasciando la mancina che si era raccolta al centro del petto insieme alla gemella, non immaginando allo stesso tempo quanto loro siano simili anche in quel fattore del marchio, poichè per quanto sappia chiaramente della storia di suo padre Ryota, non ha diritto a conoscere i dettagli < Ha ragione, ma quando si viene rinchiusi in un mondo che esula il contesto che ci circonda, non è difficile accettare tutto come se fosse una verità assoluta e purtroppo... La mia verità è stata questa. > già, ricorda bene come usciva solo per cerimonie specifiche e per andare in accademia, più per questioni burocratiche che per effettivo frequentarla, visto che quella parte oscura del Clan ovviamente riteneva necessario impartire le lezioni a modo loro, piuttosto che far seguire un banale percorso accademico, blando e leggero < Mh. > annuirebbe a quel sentir dire che nessuno ha un padrone e nessuno è schiavo di qualcuno, pur non riuscendo a ritrovare una verità in cui cullarsi, sempre a causa di tutto ciò che ha subito, sollevando poi nuovamente lo sguardo che nel frattempo era andato a cadere sulla scrivania che iniziava a divenir rossastro, avendo come epicentro di quel surriscaldrsi improvviso proprio le mani della Judai, allarmandosi ed allo stesso tempo affascinandosi - seppur non propriamente in maniera positiva - a quel sentire del fatto che gli è stato imposto un trattamento simile alla donna, quando era più giovane < L-la stessa cosa?! io... Mi dispiace... Purtroppo posso comprenderla, come ha potuto vedere. > già, ed è un'avvicinarsi ancora di più tra le due figure ch in comune non hanno di certo solo le chiome del colore dei petali di ciliegio, a quanto pare, lasciando che sia quasi un brivido di timore a percorrerla quando la sente continuare riguardo al non aver concesso il diritto al padre di riposare in pace. Quell'adirata calma, minaccia di essere ben peggio di qualsiasi altra ira, e le mani che tornano a posarsi sul seno, con i dorsi verso la Kage, sono quasi un'involontaria protezione, per quanto sia certa che non se la possa prendere direttamente con lei. E scostando lo sguardo di lato per qualche istante, lasciando che le violette si posino su un punto indefinito della stanza mentre la scrivania si consuma ed un'odore di legno ardente permea l'aria vedrebbe di rivelarle la verità < La Capo clan non c'entra nulla, lei probabilmente non sà nemmeno di queste pratiche poichè vengono fatte all'oscuro della maggior parte del clan, non sò se erano medi del Capo ma... È stato anche nel mio caso mio padre, viene indotta una cerimonia in segreto quando arriviamo al termine del nostro tortuoso percorso ed il padre di ognuno marchia la propria progenie a fuoco... E non ci p nemmeno permesso nulla di più che un sibilo a denti stretti, o non verremmo considerati degni di quello che loro chiamano "un'onore". > gli elargisce tutto così abbandonandosi a ricordi che vuole scacciare ma che oramai fanno parte di lei, chiude gli occhi in quello scuotere la testolina e cercare di togliersi dalla mente ciò che riaffiora, per poi tornare nuovamente sul viso impassibile e serio della Judai < La prego, non se la prenda con il Clan, non sono tutti così, è che il mio Senpai ha intenzione di sradicare queste crudeltà ed io... Non posso far a meno che preoccuparmi riguardo a cosa vada incontro. > amorevole e seriamente preoccupata per Saneatsu, nonostante abbia intenzione di aiutarlo, per quanto possibile, in questa missione.

18:17 Furaya:
 Il carattere della Nara è molto particolare. E' facile preda delle emozioni e queste ultime sono parecchio legate alla propria innata. Va da sé che quando son molto forti, specialmente se si tratta di rabbia o di tristezza, spingano l'utilizzatore ad attivare in maniera del tutto involontaria un'innata che l'è stata impiantata. Non riuscendola a gestire al cento percento in questo caso, non potendola neppure bloccare, rischia di far del male a chi ha di fronte. Al momento attuale, non sembra rendersene conto e il legno della scrivania, sotto il suo pugno, continua a bruciare e ad annerirsi. L'odore acre e pungente del legno che brucia risale sino alle di lei nari e a quelle della Koshirae, ma la Judai non pare darvi grande peso come se, appunto, non si rendesse neppur conto dell'attivazione dell'innata appena avvenuta. <Mio padre reputava che io dovessi servire il Villaggio, cosa che ho fatto e che tutt'ora compio, privandomi però dell'infanzia, dell'adolescenza e delle mie emozioni per un bene, a sua detta, superiore.> Gesticola con la destrorsa, notando soltanto adesso quanto arrossata sia e quanto calore stia emanando. <...> La fissa interdetta, cercando di trovare dentro di sé la calma interiore per ripristinare quanto avvenuto, per tornare a qualche attimo prima. Cerca di disattivare l'innata con qualche cenno di fatica, essendo ancor nel vivo dell'emozione che la permea e col battito cardiaco accelerato. <Perdonami, mi sono lasciata condizionare.> Le mani e le braccia dovrebbero riacquistare un colorito normale, tornando a ricoprirsi di quel pallore naturale. Riporta gli occhi su di lei. S'alza in piedi e le volge a sua volta le spalle, adesso, cercando di far scivolare appena l'abito dabbasso tanto quanto basta per mostrare le scapole e le spalle, sin al di sotto delle prime. Scosta i capelli da un lato, facendo or risaltare il marchio a fuoco tra le scapole recante la dicitura "Proprietà di Ryota Nara". <Mi sono sempre chiesta quale genitore potesse anche soltanto pensare di far qualcosa del genere al proprio figlio> Attorno al marchio, vi sono anche segni evidenti delle frustate che ha dovuto ricevere soltanto perché un uomo folle voleva che lei si piegasse al suo volere. Non sono le uniche cicatrici che porta sul proprio corpo grazie a Ryota, ma sono quelle più significative. <e non riesco a tollerare che qualcun altro l'abbia fatto e che continui a farlo soltanto perché è un'usanza.> Ritira su il vestito e sistema sia il kimono che l'haori, tornando a volgersi alla di lei volta per valutarne l'espressione. La propria è contrita, le labbra storte e quello inferiore morso lievemente dall'interno. Le gote son lievemente arrossate per via della furia che l'ha assalita, la stessa che ha permesso allo Yoton di svegliarsi indomito e rischiare problemi di non poco conto. <Ho per anni creduto che quanto subito fosse corretto, nonostante una parte di me dicesse che non lo fosse. E non lo è, Izayoi. Non è mai giusto imporre agli altri le proprie credenze, usanze o costringere a seguire la stessa strada. Ognuno deve crescere secondo i propri ideali, fallendo e gioendo ma compiendo tutto da sé.> Il tono è ancora duro e rude, non riuscendo a togliersi di dosso l'idea che qualcuno voglia emulare Ryota Nara. <Mio padre voleva soltanto piegarmi, far sapere al mondo che ero una sua proprietà soltanto perché ho il suo sangue nelle vene. Ma io non sono mio padre e lui non è me. Ripudio la mia discendenza soltanto per uno come lui.> E non permetterebbe mai che a qualcun altro tocchi la stessa sorte, come Izayoi, ad esempio. Ascolta le sue considerazioni e il modo di convincere la Judai a non prendersela con i Koshirae. E lei sulla sedia torna a sedersi con un lento sospiro, incrociando la gamba manca sulla specular opposta e mettendo in ordine i pensieri prima di risponderle in maniera adeguata. <La vostra Capo Clan deve essere informata, allora. Se il tuo Senpai vuole fermare questa atrocità, fatelo in fretta. Caso contrario, sarò io stessa a recarmi da lei per parlargliene avvalendomi della mia autorità. Non verrete puniti per un errore non vostro, non volete ribellarvi al Capo Clan o alle sue leggi. E' giusto però che queste atrocità vengano estirpate. A Konoha, non sarà permesso niente del genere.> Nelle celle Anbu, invece, è profondamente diverso. Ma mentre vorrebbe finire questo discorso importante, Jushan-san sembra aver captato il pericolo della situazione oltre all'odore di bruciato della scrivania. Apre la porta a seguito d'un lieve bussare, superando la soglia e fissando dapprima la Koshirae, glissando rapidamente sulla Nara e, infine, sulla scrivania. "Pessimo momento, Hokage-sama?", le braccia restano parallele ai fianchi e rivolte dabbasso, gli occhi però scrutano con attenzione proprio la Nara pur di non guardare la fanciulla priva degli abiti. <Sì> Si limita a rispondere per concludere in fretta anche questa vicenda. <ma dimmi pure.> Sicura che ci sia qualcosa da sapere. L'uomo si schiarisce la voce, schiena diritta e petto in fuori. "Hanno richiesto di lei, ma possono aspettare. Faccio sostituire immediatamente la scrivania" e s'avvia già verso l'esterno, prima che la Judai possa dir o far qualunque altra cosa. Un'ultima occhiata quella che rivolge alla sua Allieva. <Se avete timore della reazione della vostra Capo Clan, posso presenziare con voi due all'incontro con quest'ultima. Se avete bisogno di un aiuto, non esitate a chiedere il mio.> E' una storia che la tocca da vicino, non può che farsi in quattro, come al solito. La decisione finale, però, spetta soltanto a loro. [ END ]

19:47 Izayoi:
 Mentre ordunque il legno della scrivania si consuma sotto ai pugni della donna dai capelli rosa, andando a rilasciare quell'odore che và sempre di più a diffondersi nella stanza, il nero si conforma direttamente attorno alle di lei mani mentre qualche doveroso rivolo di fumo di innalza ed il rosso và diffondendosi lungo il piano orizzontale, seppur tutto sia soltanto di contorno e non importi più di tanto, ora come ora, a patto che ovviamente il mobilio non prenda fuoco tutto in una volta. Ma in questo momento, non importa, le due femmine starebbero avvicinandosi sempre di più ritrovandosi in un che di insolito che nessuno dovrebbe passare, la Koshirae osserverebbe l'Hokae sentendola parlare riguardo la sua infanzia e la sua adolescenza, l'intento di suo padre, qualcosa che dopotutto non differisce poi così tanto da come lei stessa è cresciuta, annuendo e rimanendo in doveroso silenzio, senza concedersi nulla di più di un semplice mugolio < Mh... > ed al suo stesso modo sposta le lilla a concentrarsi su quella di lei mano destra, notandola in quel concentrarsi con qualche cenno appena di fatica, sorridendo lievemente, seppur non vi possa essere semplice gioia sul volto di nessuna delle due, data l'aria malinconica che sii è riempita dell'acre e pungente odore del legno, la quale tutt'ora permea in tutta la stanza, quasi opprimendo l'animo di entrambe, che hanno a che fare con la cruda realtà, chi con un passato più distante chi con uno più prossimo < Ed è diventata persino Hokage, senza alcuna voce in capitolo da parte sua.. Deve essere fiera di se stessa. > il suo tono è un tono d'ammirazione e la osserva con determinazione, come se potesse a sua volta trarre quel ribellarsi al padre come un desiderio personale, un bisogno di esprimersi e di prevalere sugli obblighi e sulla marea di doveri che, come Spada dedita alla giustizia, gli sono stati imposti < Si figuri. > scuote la testolina lentamente mentre i rosei danzano dietro di lei con delicatezza quando la Kage gli dice di perdonarla, mentre la donna tornerebbe al suo solito candore naturale. Quando poi la Nara andrebbe a snudare la parte superiore della propria schiena, facendo sì che gli ideogrammi possano andare a mostrarsi assieme ai segni delle frustrate, sarebbe un po' come guardarsi allo specchio, la mancina si scosta dalla dritta che tutt'ora permaneva all'altezza del petto in quel cercar di tener salda la propria immagine ed il proprio contegno - nonostante sia mezza nuda davanti al massimo esponente della Foglia - e porta quindi la manca a porsi davanti alle labbra che si schiudono in un vocalizzo di sorpresa misto a sgomento, si può appena intravedere tra le dita poco distanti tra di loro, quell'espressione accompagnata dallo sgranarsi degli occhi, non di certo incredula, ma allo stesso tempo relativamente pronta a quel mettersi a nudo a vicenda, più emotivamente che fisicamente parlando. Legge quelle quattro parole sena esalare nulla di più che dei flebili sussurri, proferendo poi verso di lei, chiudendo lentamente la mano in un pigro pugno < Mi dispiace, purtroppo l'onore ed il potere danno spesso alla testa e le tradizioni... Non tutte sono di certo un qualcosa da mantenere salde nel tempo. > potevano essere metodi appartenente a tanti anni fa, o ancor di più nel suo caso potevano essere modi utilizzati al rude e cruento paese del Ferro, ma nulla giustifica ciò che le due figure in quella stanza hanno dovuto subire, nulla può effettivamente valere come una scusa in grado di reggere nei confronti di quelle ingiustizie. Le parole che giungono in seguito, mentre lei osserva il rossore dovuto all'elemento lavico sul viso di lei, sono quanto di più saggio ed allo stesso tempo naturale possa sentire, la ascolta con gli occhi che tremolano appena come se fosse sul punto di piangere, un velo di lacrime che vien trattenuto sul lì, senza permettergli di scendere, si odia per essere stata così debole all'ora, eppure allo stesso tempo non riesce a farsene una colpa, ha accettato tutto poco per volta nonostante ha versato tanto sangue quante lacrime giorno dopo giorno, durante gli anni nei quali cresceva < Io... È vero che l'ho accettato, ma... Percorrerò la mia strada, d'ora in poi, servirò il nome della pace e della giustizia a modo mio, come lei stessa mia sta insegnando in questo preciso momento. > e poi commenterebbe riguardo il padre di lei, quel Ryota al quale paragonerebbe un demone, probabilmente, lasciando scivolare gli occhi verso il basso in quel non riuscire ad immaginare suo padre come una persona del tutto crudele, per quanto possa detestarlo, ora come ora, in quel prendere coscienza grazie al punto di vista esterno della Kage e di Saneatsu, allo stesso tempo lo onora e sotto sotto non può che volergli un virgola di bene. Troppo giovane e morbida per stravolgere del tutto il proprio animo e le proprie convinzioni. Meno male ha trovato il suo Principe a proteggerla dai mali e dalle ingiustizie del lato oscuro del Clan. E dopo quel lieve bussare, tutto sembra smorzarsi appena in un che di lievemente imbarazzante, vien destata dalla situazione dal tono di voce di Jushan-san riemergendo dalla pesantezza del tutto < Kya! > e stringe le braccia istintivamente intorno al petto, nonostante stia dando le spalle alla porta, voltandosi per un solo, brevissimo istante, notanto comunque il rispetto di quella fida spalla destra che guarderebbe intensamente la Kage piuttosto che lei, che si abbassa a raccogliere gli abiti per poi rivestirsi, almeno con la maglia, smorzando il rossore in viso. Lei stava ancora riflettendo sulle parole riguardo alla Capo Clan ed il Clan, alle atrocità ed al fatto di recarsi eventualmente di persona a sedare il tutto, parole che si ricollegando all'eventuale presenziare ed all'aiuto che lei non esiterebbe minimamente a prestare, mentre lei rispunta con la chioma rosata proprio dalla maglia, coprendo quei segni sulla schiena e sul busto, così come sul ventre, annuendo nuovamente, imprimendosi tutte quelle parole nella mente < Capisco benissimo, la ringrazio Furaya-sama, vedrò di confidarmi con il mio Senpai.. > che poi è anche sostanzialmente la persona della quale è palesemente innamorata e che gli ha strappato quel primo bacio, continuando < Cercheremo di abolire queste crudeltà e.. Mi dispiace di averle dato una preoccupazione in più di quante già ne abbia. > si inchina per scusarsi ed allo stesso tempo saluterebbe con assoluta riverenza < Con permesso, a presto Sensei, di nuovo grazie. > ed una volta indossate le maniche ed allo stesso modo i lunghi guanti, vedrebbe di voltarsi per soffermarsi poi sulla porta < Sa... Credo che nonostante non sia il più roseo dei modi... Sono lieta di sentirmi più vicina a lei. > lo dice di spalle, per voltarsi però verso la fine di quel suo stesso dire, sorridendole con un pò più di dolcezza di prima, cercando di levarsi dal viso quell'aria lugubre e malinconica dovuta alla pesantezza del discorso. Ironico, sono passati da momenti di puro imbarazzo a scoprirsi a vicenda, nel loro passato, avvicinandosi appunto più di quanto la Koshirae avrebbe mai potuto immaginare, grazie a quell'incontro. { E N D }

Izayoi si reca nell'ufficio dell'Hokage per porgerle delle tediose questioni personali alle quali la stessa Furaya risponderebbe con il dovuto imbarazzo.

Una volta che la maliziosa situazione di base viene risolta, ecco che la Genin si fà coraggio ed andrebbe a rivelare la verità riguardo al suo trovarsi lì, confidandosi riguardo al proprio passato scoprendo di essere quanto più simile alla Nara di quanto immaginasse.

// From big risate to MEGA FEELS çwç