Stanza Creata: Casa Kanishiro.
La sera passa tranquilla, o almeno così pare iniziare. Mat sarebbe seduto sulla porta aperta che da al giardino sul retro. Gli occhi ambrati osservano i piccoli cinghiali, tra quelli che dormono e quelli si prendono a testare per noia... E' da qualche giorno che il padre è assente, permettendo così al bianco di fare un po' quello che gli pare: partendo dall'ingresso principale, la casa mostra un piccolo salotto, con al centro un divano verde oliva che ha davanti un tavolino circolare in legno, sopra di questo vi è l'equipaggiamento base da ANBU con tanto di maschera. Quella splendida e stupidissima maschera da pulcino che ha scelto personalmente. Dalla sala è visibile la cucina, da cui è separata solamente da una penisola, affianco a questa le scale per il piano di sopra. Non è proprio una casa enorme o spaziosa, è piccola, adatta per quello che sarebbe una famiglia composta da appena due persone. Mat indossa un paio di pantaloni di una tuta bianchi, la pelle scoperta è priva ancora di segni ed illuminata dalle prime luci di quella luna che si sta alzando in cielo. I pensieri sono tanti, non ha aggiornamenti da Mekura e un poco è preoccupato... Avrà parlato con il marito? Avrà risolto? Come staranno lei e il piccolo? Sono le domande che si pone, senza sapere cosa sia successo... Il gomito destro andrebbe a posarsi sopra il ginocchio della medesima gamba, ponendo l'avambraccio in verticale così da poter posare il mento sul palmo di questo, così da alleviare il collo dal suo arduo lavoro di sostenere una testa pesante a causa dei capelli e dei pensieri che lo stanno attanagliando da qualche giorno. Non ha avuto modo di gioire o condividere con la Hyuga l'informazione del suo ingresso nei reparti speciali, come non ha ancora avuto modo di festeggiare con lei per il suo nuovo incarico da consigliera... La situazione è dura, dura, durissima e non è riuscita a fare altro che peggiorare le cose. Non solo adesso avrà Orochi in piena guerra, ma Mattyse? come cazzo dovrebbe capire la situazione del cazzo nella quale si è infilata Mekura. Scelte coraggiose hanno bisogno di azioni rampanti? non è stata Rampante, non è stata abbastanza. Non doveva dare una scelta, doveva dire "le cose vanno così e basta". Faceva un torto a lui al clan interno ma almeno non a Mattyse. Invece adesso sono tutti offesi e con dei giusti motivi. La colpa di tutto e solo di Mekura: non doveva lasciarsi andare, non doveva farsi convincere da qualcosa che le mancava, doveva semplicemente RICERCARE quello che ha cercato insieme al suo alleato, invece stava per buttare tutto nel pozzo per la ricerca della felicità portata da quello che alla fine è un adolescente. Una possibilità, non una certezza, ha fatto una azione stupida e sconsiderata, eppure non può dire di no. AL momento sarebbe sotto copertura, infatti sotto l'effetto della trasformazione la donna apparirebbe come una donna qualunque, una persona della quale sarebbe semplice dimenticarsene per quanto sia "basica". Capelli bruni, occhi neri, di mezza età e kimono nero tipico delle donne sposate. Sotto la copertura della trasformazione, Indosso la donna porta porta un paio di pantaloni neri elastici ed una maglia bianca con le maniche a pipistretto che scende fino ai fianchi in modo da nascondere il ventre per evitare domande dirette da parte di qualcuno. Stivali alti, neri, lucidi. Sta camminando verso la casa Kanshiro, sospira e si ferma mentre sente gli occhi lucidi. Gira su se stessa e cerca un angolo dove potersi sfogare in pace e lasciare andare quelle lacrime da coccodrillo assolutamente inutili e dettate dagli ormoni <idiota, idiota maledetta> porta le mani agli occhi per coprirli mentre questi lacrimano. <Idiota maledetta e maledetti i tuoi traumi> sussulta e continua ad ansimare per quel attacco di panico <maledetta, maledetta, maledetta..sigh maledetta inetta sgualdrina> si prende un'altro momento e si rilasssa andando a prendere profondi respiri ed asciugarsi gli occhi. <bene, adesso hai finito di fare le lacrime da coccodrillo. Hai scelto di tenerlo? ora pensa alle conseguenze, smettila di fare la debole> prende un lungo sospiro, imbraccia il suo coraggio verso delle brutte notizie. Si avvicina di nuovo alla entrata frontale e andrebbe a battere con le nocche sul portone. [trasformazione][ch on] Il rumore delle nocche della donna raggiungerebbe rapidamente le orecchie del bianco, che drizzerebbe il capo e volterebbe appena lo sguardo, voltando i propri occhi ambrati in favore della porta presente dall'altro lato della sala... Se solo sapesse cosa sta per ricevere, forse non sarebbe tanto tranquillo, anzi... La rabbia che la donna prova per se stessa non la capirà mai, la trova sbagliata e immotivata, anzi, la spiegazione che riceve tutte le volte non ha fatto che far nascere odio nei confronti di un clan antico come quello Hyuga e ogni giorno lo alimenterebbe sempre di più... E' giovane, è un ragazzino, ma si considera lui stesso più maturo di molte altre persone. Ma è anche consapevole di quello che è. Sa di potersi permettere determinate uscite di testa, sa di poter prendere decisioni impulsive e di staccare la spina al cervello quando le cose si fanno troppo... problematiche. Ma se ancora è rimasto lì, con le mani in mano, è perché crede fino all'ultimo in quello che la donna gli ha detto. Mat si alzerebbe senza alcun problema, avanzando verso la sala prima di chiudere la porta alle proprie spalle. Camminando nella casa adocchierebbe la divisa da Anbu e la maschera, non dovrebbero essere visibili dalla porta, ma non ne ha la completa sicurezza. La mano mancina andrebbe a girare così la maniglia, mentre la porta verrebbe tirata in avanti di giusto una decina di centimetri. Il busto del ragazzo si metterebbe in mezzo per coprire l'intero spiraglio mentre il piede sinistro andrebbe a puntare la porta per impedire uno sfondamento da parte di chiunque vi sia oltre. Non aspetta visite, o almeno non da 'amici e conoscenti'. Gli occhi ambrati del giovane trovarono la figura della donna camuffata, senza aver però modo di riconoscerla se non dagli stivali alti... Saranno visibili i segni del pianto? Se così fosse la frase inizierebbe con un "Tutto bene?", ma qual si voglia sia la risposta, continuerebbe, o inizierebbe, con un "Come posso aiutarla?" <sono Mekura> le esce fuori come un fiume in piena, come se volesse dire di più di solo una presentazione. Lo guarda ansiosa e Mattyse potrebbe riconoscere lo sguardo, non dagli occhi ma come corruga il volto, questo potrebbe identificarlo se non la voce. <Mattyse, posso entrare? sei...da solo?> chiede la donna per assicurarsi che fosse libero di parlare con lei. Si stringe con le spalle con le mani che riposano attorno ai fianchi. Solleva il mento e si morde il labbro inferiore. Si sentre la gola stringersi mentre lo fissa con gli occhi che non mostrano il vero rossore, questo perché è un vantaggio e uno svantaggio della trasformazione, non può modificare quello che stato preventivamente pensato, è una copertura, e una maschera non può piangere, solo chi c'è sotto. Lo guarda con una ansia crescente mentre, se le fosse dato il permesso la donna si infilerebbe all'interno sospirando come una bestia che ha appena trovato un rifugio. Se così fosse rilascerebbe la copertura in modo da mostrare la sua figura. <ciao> ha una voce sottile. [ch on][trasformazione off] Può entrare? Il bianco neanche le darebbe il tempo di chiederlo. Già alle prime due parole, il piede sinistro si leverebbe mentre la mano mancina andrebbe a lanciare la porta per spalancarla, non appena questa prenderebbe il moto, Mat allungherebbe il braccio destro per afferrare la donna dagli indumenti e tirarla dentro, per quanto la sua forza possa effettivamente favorirgli quel movimento. "Anche se non fossi da solo non vi sarebbero problemi." E' un po' che è in guerra con il padre, quindi un motivo in più o in meno per litigarci non gli cambia, anzi, se quel motivo fosse Mekura, sarebbe più che una valida ragione. Non appena la donna è dentro, la mano sinistra recupererebbe la porta per poi chiuderla rapidamente. "Sai vero che attiri più l'attenzione se vieni con la trasformazione? Sono i tuoi stessi Hyuga a vigilare." E' una sorta di ramanzina, stupida, fatta con ingenuità, ancora distratto poiché troppo preso a chiudere quella porta a chiave e... Non appena Mat si volterebbe, con un ampio sorriso stampato sul volto, questo andrebbe a congelarsi osservando il reale aspetto di Mekura... Cosa è successo? Due cento opzioni, due cento possibilità... Ma quel ragazzo si sta facendo le peggiori paranoie. "Hey... tutto bene?" Chiederebbe facendo un paio di passi verso di lei, allungando la mano destra verso quella che sarebbe la schiena della donna mentre la mancina andrebbe a cercare una sua mano libera per stringerla... Si, quella casa, quanto Mat, per lei dovrebbe poter essere un rifugio, un luogo ove star bene e riposare... Ma chi vuole rimanere un luogo da usare quando ne si ha bisogno? RImane li, sentendosi afferrare dal giovane. Non si ritrae e stringe lentamente la mano del ragazzo cercando il contatto con la fronte di questo per riposare un attimo. <vero, ma preferisco proteggermi dagli occhi degli altri, quelli Hyuga li conosco e so come evitarli, di questo non dovresti preoccupare più di tanto a dire il vero> sospira la donna con la gola stretta. Tiene gli occhi chiusi, rimanendo in silenzio per un minuto abbondante, solo dopo si staccherebbe per guardarlo in faccia. <ormoni, mi fanno reagire con troppa emotività> spiega questa, con una stanchezza mentale notevole. <perché...non mi fai vedere la casa? avrei bisogno di bere anche dell'acqua> chiede verso questo mentre la donna si guarda attorno mentre con una mano si regge il ventre. <andrò a Kusa, presto, perché voglio continuare con l'idea di tenere...> nostro figlio <il bambino in un luogo sicuro, meno stressante, sopratutto protetto da qualsiasi dramma personale che io posso avere, sono davvero stanca di questo> li lascia andare in uno sfogo tra se e se più che con il ragazzo, un amaro sfogo. <...non ho avuto neanche il tempo di fantasticare come potrebbe essere, magari è femmina> sorride <se è così allora è chiaramente una tradizione che le figlie femmine della famiglia nascano sotto una stella caotica...me ne dispiaccio profondamente> accarezza il ventre, ancora pensierosa prendendo un lungo sospiro. <ho avuto modo di parlare anche con mio marito> ed ecco la nota dolente. <vorrei parlarne da seduta però> chiede questa aspettando che lui le faccia strada verso la cucina o verso la seduta più vicina disponibile. [ch on] Rimane molto volentieri contro la sua fronte, trovando pace un attimo da quei pensieri che lo hanno colpito con non poca irruenza. Ormoni... vero, è possibile, ma se la fanno reagire con TROPPA emotività, vuol dire che comunque qualcosa è successo. "Qualcosa deve essere accaduto comunque..." Puntiglioso come pochi, le permetterebbe di allontanarsi, facendo qualche passo di lato. Vedere la casa? Il primo piano va bene, ma in camera sua sono presenti più di duecento carte bomba, una vestaglia nera e la maschera di legno... No, pessima idea. "Te la porto subito" prenderebbe così a camminare in direzione della penisola che divide sala e cucina, superandolo poi per andare a recuperare un bicchiere e la bottiglia d'acqua. "Davvero? Che coincidenza..." Davvero, una grande coincidenza, anche lui deve andare a Kusa, ma per incontrare Itsuki e Ren. "Devo andare anche io, ho un incontro per delle informazioni" Puttanata, enorme. Ma non può dirle la verità no? E se chiedesse troppe informazioni avrebbe la scusa dei reparti speciali e simili. "Io invece ne ho avuto anche troppo... Impazzirei se fosse femmina, ne sarei più che entusiasta" Ecco una rivelazione particolare, la preferenza tra il sesso. Mat riempirebbe il bicchiere nel mentre di quelle risposte, andando a riempirlo di 3/4 prima di drizzare la bottiglia e posarla sulla penisola mentre la mancina avrebbe afferrato il bicchiere. "Davvero?" Ecco, lui partirebbe anche entusiasta pure su quell'argomento, essendo rimasto che le cose sarebbero dovute cambiare in meglio per loro... Poverino lui che ancora della vita ha capito tutto e un cazzo allo stesso tempo. "Siediti sul divano..." La inviterebbe così allungando il braccio destro in direzione del divano, andando nel mentre a portarle il bicchiere d'acqua. Mat si sederebbe accanto a lei, reggendole il contenitore di vetro per poi porgerglielo, attendendo che questa lo prenda e che inizi a parlare Corruga la fronte guardandolo mentre piega la testa di lato per qualche secondo prima di dirigersi verso il divano che lui stesso le ha indicato. <che genere di informazioni?> chiede la donna incuriosita dai motivi, sempre ammesso che fosse tutta una scusa per seguirla, cosa che potrebbe anche immaginare. Si mette a sedere e con la fronte corrugata si piega in avanti appoggiando le mani alle ginochia prima di accorgersi che lui è già li con il bicchiere d'acqua in mano e una fin troppa soddisfazione nella voce. Guarda il bicchiere, lo beve e lo tiene tra le dita mentre ripensa a quello che è successo. <non è andata bene> non è andata bene per niente <pensavo di avere più possibilità di divorziare da lui. Può capitare, anche nelle famiglie modello e questo ci avrebbe permesso di essere più liberi di realizzare i nostri progetti, idnividuali e non, non ci sarebbe stato nulla di straordinario o scandaloso, magari qualcuno avrebbe anche parteggiato per Orochi a suo favore> come se non avessero comunque parteggiato per Orochi considerando come stanno andando le cose. SI massaggia con una mano le tempie e si prende un'altra pausa aspettandosi un'altra strigliata manco fosse una ragazzina, beh se lo merita se si comporta come tale. <ma, non l'ha vista in questo modo: è terrorizzato che tutto quello per la quale abbiamo lavorato vada in frantumi. Non sono ancora nella completa fiducia degli Hyuga come capo clan e ora come ora le apparenze sono necessarie. Non gli importa se io o lui abbiamo altri compagni fuori da questo accordo matrimoniale, come era prevedibile come risposta> si ricorda la rabbia giusta e motivata di Orochi e da un'altro profondo sospiro mentre pensa a come Kurako era terrorizzato. <ma, non devono entrare in conflitto con la realtà attuale> sospira <non è andata come doveva, per ora, posso solo far funzionare l'ultima cosa che potrei far funzionare: se riuscirò a trovare una incubatrice e tenere il bambino al sicuro per un po' anche lui si tranquillizzerà e potrò stipulare un accordo migliore> la sua vita è una campagna politica è una vita basata sulla assenza di amore se non verso i figli e ora? ora non sa neppure come gestire questa relazione con il Senju e la sta rovinando. Non lo guarda neppure consapevole di questo e vergognandosene. [ch on] "Ho una mezza pista per il ponte Naruto. Voglio togliermi dei dubbi e farlo in completa autonomia, magari riesco a stupire i piani alti." parla con naturalezza, dimenticandosi di non aver effettivamente detto alla donna del suo traguardo. Il bianco attenderebbe così il dire della capo clan Hyuga, o almeno attenderebbe la prima pausa... Lei si aspetterebbe una strigliata, ma quello che invece il bianco ha da offrirle è una carezza: la mano più vicina a lei andrebbe sul primo ginocchio libero, prendendo poi ad accarezzarlo con il passaggio lento e delicato del pollice. "Bhe, può capitare che il divorzio non sia consensuale ambo i lati... Sei diventata la consigliera dell'hokage no? Magari il decimo può aiutare in qualche modo." E lui proverebbe così a consolarla, partendo dal presupposto che la cosa sia andata male per un rifiuto di lui, non per una sua proposta sbagliata... Ma che ne può sapere? Avanzerebbe così con l'intento di rassicurarla, farsi sentire vicino e comprensivo in quello che per il suo punto di vista non è colpa della donna... Però in effetti, qualcosa puzza la giovane, forse la carenza di dettagli... Quando si riceve una negazione simile ci si innervosisce... No, deve essere solo un suo presentimento, in fondo la donna è solita mantenere la calma, se solo non fosse per la mezza verità che gli sta dicendo! "Bhe... dipende sempre che intendi con 'tenere il bambino al sicuro per un po''" In effetti è una frase particolare... Per quanto ne sa Mat potrebbe essere semplicemente per evitare rischi inutili, come uscite strane di capo che potrebbero compromettere, anche fisicamente, la salute del piccolo... Se invece si trattasse di dopo... già potrebbe assumere atteggiamenti più aggressivi. No, Mat non favorevole a quel suo modo politico di agire, vista da fuori è semplice comprendere che la donna non sta affrontando i problemi, li sta aggirando, sta aspettando che questi crescano troppo... Ma si parla di un jounin della yakuza e di un genin terrorista. Nel migliore dei casi vi sarebbe la peggior rissa da strada... Nel peggiore, una guerra tra Anbu e yakuza che porterebbe ben più disonore al clan Hyuga di quanto possa credere di star facendo lei nel suo voler essere felice Appoggia il bicchiere da una parte e per la prima volta si sente a disagio a sentire il tocco di Mattyse, non lo merita.<Mattyse, no> chiede cercando di poggiare una mano sopra la sua per non farlo continuare <io non sono venuta qui per essere compresa, quando finiremo qui probabilmente avrai una pessima opinione di me ed avresti anche ragione> cerca di fermarlo subito e continuare scuotendo con forza la testa <no per carità ci manca solo che il decimo sappia che io sono incinta di un minorenne e che sto mandando allo sfascio la mia credibilità ad ogni passo che faccio> sospira notando come abbia mal usato le sue parole <è solo colpa mia Mattyse, l'ha presa male perché ho fatto una proposta sbagliata> rivela la donna continuando poi il racconto <ero andata li con l'idea di divorziare, ognuno per la sua strada, lui avrebbe mantenuto i diritti sui nostri figli e tutto il benessere che ricercava, forse di più> era anche pronta a farsi ricattare per questo. <ho proposto due possibilità a Orochi: la prima è che questo bambino verrà cresciuto all'interno di quella macchina.> riguardo al perché <lo voglio tenere lontano da uno scandalo, prima di tutto, poi devo tornare a fare il mio lavoro da ninja e un bambino in pancia non è proprio la scelta migliore di combattere. Quando sarà il momento di nascere lo prenderò e lo adotterò così le origini non saranno un problema> ma è una scelta che non voleva fare. Questo è suo figlio, sangue del suo sangue non adottato <non è quello che volevo, io volevo divorziare e zittire chiunque avesse da ridire con il fatto di essere la capo clan> è stizzita. Non è neppure libera di prendere delle decisioni che non siano secondarie al clan. Ognuno ha sempre avuto il diritto di farsi i cazzi propri, anche Kaori l'ha fatto, se ne è andata e come viene ricordata? CON l'affetto, non come una che li ha abbandonati a loro stessi. <io ho un accordo con lui, un accordo politico, siamo soci in affari piuttosto che marito e moglie e entrambi abbiamo deciso per la prima proposta> per salvare la faccia <per salvaguardare l'immagine della figura del capo clan e quello che dovrebbe rappresentare> la fottuta stabilità. Eppure, questo non è una risoluzione al problema. Si alza in piedi dal divano e si prepara ad uscire. Rimane bloccata perché attualmente sarebbe uguale a scappare: Mattyse sei stato relegato ad amante, ma chissà magari? la fa incazzare pure a lei questo pensiero. Ma a questo punto cosa deve fare? il suo posto, quello che ha cercato per tutta una vita che sfuma, esplode in una bolla di sapone, o Mattyse? un sentimento non ancora del tutto concreto e il figlio che aspetta, con il rischio di perdere anche i suoi due figli che ha già? cosa dovrebbe scegliere? ha provato ad averli entrambi e già si vede quanto stringe la corda tra le sue dita, non lo può gestire. [ch on] No? Inizialmente non capisce cosa intenda la donna, in fondo per come l'ha raccontata non merita un premio, ma nemmeno una punizione, stava apparendo come quella che ha tentato e sta valutando altre opzioni... Ma forse ha capito di essersi spiegata male, o forse quel gioco le è stato stretto e ha avuto a che fare con i sensi di colpa.. Ed ecco che ora la donna prende a dire le cose come stanno, la storia delle due opzioni, la prima che vede una differenza praticamente inesistente e la seconda che vede la soluzione del problema... "Aspetta, quindi..." con lo sguardo si perderebbe, cercando di star dietro alle mole di informazioni che la donna sta riversando con tanta fretta... Il bianco si bloccherebbe, andrebbe a nascondere gli occhi ambrati per poi fare un profondo respiro per poi riaprire i primi. Facciamo chiarezza. "Quindi, tu hai offerto due possibilità a tuo marito: il divorzio, o rimanere nella stessa condizione di ora, solo che 'adotterai' il figlio che porti in grembo." Ecco, magari Mekura non può sentirlo, ma nella mente del bianco vi è un più che chiaro 'clak', come il rumore di un cavo che si stacca improvvisamente... ma hey, ancora riuscirebbe a mantenere una calma apparente. "Quindi rispetto a prima non è cambiato un cazzo, hai solo avvisato che vi sarà un figlio non suo..." Calma apparente, comprensibile già dalla differenza di termini usati... Mek ha escluso l'assistenza esterna per poi... rifiutare di far qualcosa da interna? "Che ufficialmente sarà adottato... Quindi tutto il discorso del 'l'importante è il contesto famigliare in cui cresce' è andato a puttane? Fammi capire, dovrà capire quando chiamare papà uno meno che l'altro, o mi stai bellamente chiedendo di rinunciare alla paternità?" Ed ecco, che ad ogni parola che dice prende sempre più consapevolezza di cosa possa essere veramente accaduto e, come un motore che si scalda secondo dopo secondo, va a perdere le staffe. "Non ti chiedo se hai un'idea di cosa tu mi stia chiedendo, perché lo sai bene." Vorrebbe chiederle a cosa avesse pensato nel mentre, ma glie è già stato detto... Mekura, hai solo scelto che sia un altro a risolvere quei problemi. "Mek hai solo aggirato un problema che in meno di due giorni diventerà più grosso di quello che era. Perché l'accordo che hai trovato con lui, o che non hai trovato ma hai scelto di rispettare, non può andare a genio a me. Un bambino che volevi rimanesse esterno a uno scandalo, un clan che doveva solo farsi i cazzi suoi e una separazione che non aveva dell'impossibile... No Mekura, non permetterò a tuo marito di vantarsi di aver adottato mio figlio." Hey piccolo bianco, sai cosa rischi vero? Si? Ma che bravo! "Come non permetterò al clan Hyuga di aver da ridire." E' qua che il bianco prenderebbe a sollevare, anche solo di un poco, la tonalità di voce, volgendo i propri occhi ambrati nella sua direzione. "Come per quanto io abbia bisogno di te a tal punto da poterti fare da scudo..." Citando una delle loro prime conversazioni "...Questo non vuol dire che ti permetterò di prendere decisioni di tale spessore per me. Dimmi che hai qualcosa in mente di diverso che ti stai rifiutando di dire Mekura. Perché se non fosse così significa che non hai mezza idea di come si affrontino i problemi della vita nonostante una grande esperienza. E piuttosto che dover correre dietro a problemi divenuti giganteschi per paura altrui, preferisco farmeli scoppiare in faccia io." E questo è un ottimo messaggio: i problemi sono di entrambi, per quanto riguardino lei, coinvolge e modifica non solo la loro storia, ma anche la loro vita... Questo vede Mat obbligato a prendere la sua decisione per risolvere quei stessi problemi. "Ancora con questa immagine del capo clan..." Ora il tono si sarebbe abbassato notevolmente, quasi più in un pensiero per se stesso... "Sai qual'è il problema? Che hai perso così tanto tempo dietro alle persone che non hai avuto modo di pensare a te. E non hai una vaga idea di come comportarti. Non hai un idea di come risolvere i tuoi problemi, non sai come comportarti nella vita privata e con quella del clan. Ed ora che un ragazzo non vuole starti accanto per benefici ma perché ti ama..." Ahia Mat, non puoi farti scappare i pensieri che Eiji ti ha messo in testa. Stai più attento la prossima volta! "...Non sai come muoverti e cerchi di far meno male a tutti. Ma non è così che va la vita, così non risolvi il problema ne con tuo marito ne con me, anzi. Hai sgonfiato quello con lui solo per far ingrandire il secondo. La vita è fatta di scelte e mi hai praticamente detto che non vuoi scegliere ma nel caso sei più in là..." La mano destra andrebbe a stringersi in un pugno per pochi secondi, quanto possano bastare per lasciare nel palmo impresso i segni delle unghie. La mente spenta, ora, e finalmente, prenderebbe a lavorare come quella di un ragazzo della sua età. Testa calda, privo di paura di quelle che sono le conseguenze. L'amante in media muore da solo, e lui non prenderà una pugnalata per qualcuno che non sa scegliere. A costo di rivoluzionare il villaggio. E questo, questo è il motivo perché l'aborto è sempre una scelta coscienziosa. Tutto questo casino non sarebbe saltato fuori con tanta ferocia se non fosse perché lei aveva così tanta paura di rivivere un dramma da causarne uno peggiore. E lo sapeva anche lui che quello che ha scelto è la cosa sbagliata, che in pratica non sa come cazzo comportarsi con la vita, è sempre stato più facile affrontare la morte per lei. Non ha mai capito nulla della vita, si è fatta trascinare dagli eventi per quanto volesse controllarli. <come vorresti anche solo provare a risolverlo? non posso semplicemente eliminare il problema, puff, morto, sepolto, si presume che io DIFENDA gli Hyuga> questo è ineluttabile <e sempre ammesso, come vorresti impedire al clan di avere da ridire? chi saresti tu nei miei confronti per permetterti di dire una cosa del genere?> davvero lei non sa nulla, ma a questo punto vuole sentire anche qualcun'altro che abbia una idea migliore, perché francamente non la trova a parte un divorzio che Orochi non vuole. <cosa devo fare? organizzare un grande raduno di tutto il villaggio, Hokage e tutti gli altri clan, presentare mio figlio in una lattina di metallo e dire "comunque, questo è mio figlio e non è di mio marito, lo lascerò dopo averlo sputtanato di fronte a tutti con la conseguente perdita dei miei figli, perché mi verranno portati via e di un golpe per rovesciare il mio comando aiutati da mio zio probabilmente"? > sta cancolando anche queste paure. QUando sente l'ultima critica Mekura questa volta si arrabbia, visibilmente <SI! ho perso MOLTO, non solo il tempo, ma la sanità mentale e fisica, il mio onore, la mia prole, il mio posto come capo clan, strappato via da una che è semplicemente entrata dentro una stanza, ha accusato mio zio Juusan di non riuscire a reggere il clan e questo che semplicemente ha detto "ok! è tuo". Mi sono stancata di perdere, mi sono stancata di dover stare dietro ai desideri di tutti. MA QUESTO è QUELLO CHE DEVO FARE non quello che vorrei, non mi posso permettere di volere qualcosa che non sia secondario agli altri> Si sta stancando e questo le causa anche delle fitte. <ngh..> poi lo sente, quel "ti ama" <cosa?> le esce quasi come un sussulto strozzato. La amava? amava lei? <ma ti rendi conto di quello che hai appena detto vero? mi ami? lo hai detto tu stesso che io non so decidere della mia stessa vita e tu vorresti amare una persona di questo tipo? così mancante di fiducia?> forse è sempre questo il problema: lei ha sempre cercato di essere una Kunoichi, una capo clan, ma non è mai stata una kunoichi o una capo clan, lei non è...cosa dovrebbe essere lei? <tu cosa hai da perdere se questi problemi di scoppieranno in faccia? sentiamo. Perché sono altrettanto stanca di chi ha la vita facile a dirmi cosa ho sbagliato e quanto, l'ho già detto cosa rischio di perdere ed è ben più della mia stessa vita, TU cosa hai da perdere a farti scoppiare i problemi in faccia?> [ch on] Per lo meno, anche se in maniera poco pacifica e razionale, ora si è intavolato un dialogo, che in un modo o in un altro porterà a qualcosa. Mat prenderebbe ora un respiro, il silenzio avrebbe alimentato quella sua rabbia poiché la avrebbe vista come segno di resa e ammissione di colpa, come rifiuto di voler trovare una soluzione, mentre quelle risposte, per quanto per le rime, mostrano la volontà di volerci provare. Come risolvere il problema? Affrontandolo, in più punti ove necessario, o almeno così deve fare lui per farlo capire alla donna. Se così non funzionasse, rimane la carta perdente. "Non devi aggredire il tuo clan, vuoi essere un capo clan degno di essere ricordato? Guarda dove sono i problemi e rimediali. Il clan Hyuga non permette ai propri membri di star sempre con la persona che si ama? Per il concetto degli Hyuga puri? Ricordagli che il byakugan è una cazzo di arma, come il Mokuton, lo sharingan e quant'altro. Che se la forza del clan Hyuga sta nell'abilità oculare allora c'è qualche problema di fondo." Si, la voce è appena più pacata, tesa, decisa, ma già diversa da un rimprovero o una tonalità usata per un litigio, sarebbe più adatto per una discussione vivace ma pacifica. "Pensa se i tuoi figli dovessero innamorarsi di un membro di un altro clan. Avresti mai il coraggio di dirgli che non possono perché devono generare degli Hyuga puri?" Ecco, una supposizione che potrebbe anche essere alquanto interessante. "E questo perché non riesci a dividere vita privata da vita pubblica? Sei il capo clan. Sei te a decidere e a fare le veci degli Hyuga. E non sei sola." Ecco, quell'ultimo dettaglio nella frase sarebbe quasi ringhiato. La presenza di un genin è pressoché inutile, ma dei sovversivi che non rispettano la gerarchia interna del clan non possono essere visti di buon occhio nemmeno dal resto del villaggio... Ok, un respiro. "Uno, nessuno ti obbliga a sputtanarlo davanti a tutti. Chiedere assistenza a una figura come l'hokage significa semplicemente che sia lei a giustificare in qualche modo il divorzio unilaterale. Due, come pensi possa sottrarti i figli? Non vi sono motivi per cui possa farlo legalmente no? E siamo di nuovo lì, pensi di essere così sola e debole da non fare nulla?" Una piccola e rapida domanda retorica, si parla sempre di un jounin ma che spesso pare aver meno fiducia di quanta ne abbia Mat... Il discorso della donna avanza, toccando diversi tasti. Deve stare dietro ai desideri di tutti? No Hyuga, dai sempre la prova di aver perso così tanto tempo dietro agli altri da non aver mai preso in considerazione se stessa. "Quello che DEVI fare è fermarti a pensare. E non a cosa devi fare per il clan. Non te lo devi dimenticare, ma questo non significa dimenticarti di te stessa. Se ti dimentichi di te stessa ti dimentichi dei tuoi figli, di tutti." Sottolineerebbe il tutti per lasciar intendere che nel discorso non ha mai dimenticato che vi sono in ballo altri bambini, diversi da quello che ancora deve nascere. "Perché se ti concentri sugli altri non potrai mai concentrarti su di loro. Sei il capo clan, devi prendere decisioni per il clan, scegliere come muoverti e che linee guida devono essere seguite dagli Hyuga. Ma questo non significa che te devi fare quello che vogliono loro, è l'esatto opposto. Sta solo nel valutare quanto andargli in contro. O finirai per essere un capo clan che di capo ha solo il nome." Possibile come sia riuscito a ricollegare tutto il discorso? Dal non dimenticarsi del suo ruolo a quello che ha perso? Al fatto che secondo lei non può pensare a se ma deve stare dietro agli altri? Quel cosa lo blocca per un istante, si era accorto dell'errore ma sperava non se ne fosse accorta tra la mole di parole... "Manchi di fiducia solo verso te stessa. Fiducia che io ho nei tuoi confronti. E si, non sai decidere della tua stessa vita perché la dedichi troppo agli altri. Ma quest non significa ne che tu non possa cambiare questa cosa, ne che qualcun'altro possa invece dedicarsi a te." Ecco, l'ultima domanda, quella che per se ha la risposta più semplice... "Cos'ho da perdere? Parli con un genin che non ha paura di gridare in faccia a un jounin, che non ha timore di affrontarne un altro a viso aperto. Non tempo di fare una brutta fine, non tempo di uscire in missione e non tornare. Però ho paura di perdere te. Di perdere te fino a poco tempo fa, ora di perdere voi." Quasi un ammissione, mentre il ragazzo prenderebbe a fare qualche passo verso di lei. "Mettiti giù, già sta situazione non ti fa bene." Sarebbe un invito, mentre lui si alzerebbe dal divano per fare qualche passo verso quella stessa cucina da cui aveva preso l'acqua. "L'unico motivo per cui non mi sono ancora fatto esplodere il problema in faccia, è perché farlo potrebbe allontanarti da me. E si Mekura, tanto ormai mi è partito, a sto punto lo dico per bene. Ti amo. E se ancora non sono partito in spedizioni strane, se non mi sono buttato alla ricerca del traditore della foglia, è perché voglio tornare a casa vivo per vederti ed essere quel demente di cui hai bisogno, che si prenda cura di te." Superata la penisola, Mat allungherebbe ancora la mano destra in direzione della bottiglia d'acqua, prenderebbe un secondo bicchiere per poi dirigersi in direzione del divano. SIamo sempre li eh? sei sempre tu che non riesci ad avere fiducia verso te stessa e questo lo vivi isolandoti dagli altri, credendo di essere sempre da sola di non vedere i veri alleati che ti sono attorno. Si rimette a sedere portando le mani alle tempie ascoltandolo e rispondendo <vorrei farti notare che lo sharingan non è l'esempio migliore da mettere in confronto come "sano rapporto con una arma"..e comunque no non è solo una arma> sospira appesantita <difendere il clan Hyuga significa difendere un antichissimo retaggio storico, significa proteggere qualcosa di divino, qualcosa che se andasse perduto significherebbe perdere la nostra storia come villaggio e come ninja> quindi è questa l'importanza che Mekura da a questo clan, c'è orgoglio in quelle parole. <ma no, non me la sentirei è proprio per questo motivo che mi sto adoperando per questo progetto. Io non voglio calcificare il clan in una immutata visione delle cose, io lo voglio potenziare e per fare questo è necessario nuovo sangue> ma chissà suo marito cosa ne pensa al riguardo. Si è preoccupato di chiederle se lo avesse fatto almeno con un'altro Hyuga. Le domande successive la fanno sorridere per l'innocenza con la quale vengono poste. <L'hokage non si immischia con i problemi interni degli altri clan, è una figura neutrale, sopratutto se si parla di queste cose e...per quanto riguarda la seconda domanda, mi è già successo> si rilassa sulla poltrona toccandosi di nuovo il ventre <Ken...Ken era il figlio dell'uomo che amavo tanto tempo fa, Azrael Nara, credo che tutti lo conoscano> probabilmente lui lo conoscerà anche con il suo nome da Anbu. <non era mio, lo ha avuto da...un'altra relazione, ma quando lui è scomparso ho voluto adottare questo bambino perché era l'ultima cosa che mi rimaneva di lui di concreto. Lo aveva lasciato in un orfanotrofio di Suna. Quando è tornato, così, dal nulla, io ero andata avanti e gli ho raccontato di Ken. Lui voleva ritornare ad essere il padre che non era stato e io consentì di avere il suo tempo con quello che infondo era suo figlio. Andava bene no? separati ma nessuno si è fatto male. Ad un certo punto io ho avuto un attacco suicida provocato dalle parole di Azrael durante uno scontro. A causa di questo, del fatto che fossi instabile e pericolosa per il bambino mi hanno impedito di vederlo se non sotto osservazione diretta da parte di terzi. Un figlio, che ho visto crescere, protetto e che adesso sono costretta a vederlo come se fossi una criminale. Mi ha tolto la maternità e...ormai lo sento solo con le lettere che ogni tanto gli scrivo> è angosciata quando ne parla. <quindi, direi che ha tutti gli strumenti per mettermi contro le persone necessarie per tenermi lontana da loro, anzi, basterebbe solo che convincesse i miei figli per perderli e ...> lo guarda: si, si sente sola e debole, si è sempre sentita così. < mi sento impotente, si> Finire di essere una capo clan che di capo ha solo il nome, si è orrificata anche da questa possibilità. Poi sente la rivelazione, la scottante rivelazione di quello che ha appena detto: la ama, ha paura di perderli e se non ha fatto brutte scelte è per questo motivo. <...> rimane in silenzio, arrossendo tra l'altro mentre l'angoscia sale. <Mattyse> non sa che dire, vorrebbe dire qualcosa ma tutto quello che le verrebbe in mente sminuirebbe quello che ha appena esternato il bianco e più questo va avanti più questo peggiora. <mi ami?> perché la ama? lo vuole sapere, perchè. <perchè? IO voglio sentirtelo dire, voglio sentirti dire perché mi ami. Ho avuto un sacco di gente che ho amato e che mi hanno "amato" e non mi hanno mai spiegato il motivo, un valido motivo. Poi sono sparite dalla mia vita, quindi voglio sapere perché> ne ha bisogno <perché dovresti amare una come me?> e lo dice con tutto l'autodisprezzo possibile [ch on]