Dal bazar al chiosco
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Giocata del 11/07/2020 dalle 19:09 alle 22:21 nella chat "Centro di Kusa"
[Vicoli Kusa - Esterno Bazar] La giornata comincia a volgere al termine in quell'inizio di week end tra le vie commerciali di Kusa con le boutique che chiudono mentre, al contrario, i bazar cominciano ad aprire per la maggiore affluenza di persone che spesso si ferma a pranzare fuori o prendere qualcosa di veloce per strada come può essere un ramen o dei soba. Eryk non è da meno e i passi del ventiseienne lo portano all'esterno di uno dei tanti bazar attrezzato per la rivendita di materiale ufficiale ninja, dopotutto la notte precedente l'aveva passata ad allenarsi in compagnia di Ren, la quale gli aveva fatto lezione sulle due tecniche di sostituzione e non c'è niente di meglio che provarle se non in una situazione reale come dello sparring tra i due, anche se la differenza tra il deshi e la Seimei è abissale a livello di abilità personale, anche se si danno ben otto anni di differenza. In mezzo ai cittadini comuni diciamo che Eryk non passa esattamente inosservato, oltre un metro e novanta di altezza con quel fisico che, anche se vestito, si nota la prestanza e le ore di allenamento per mantenere una tonalità muscolare tonica ed esplosiva, con la percentuale di grasso nel corpo appena a doppia cifra. I capelli corvini come sempre sono raccolti in una coda di cavallo, tenuta su da un elastico di capelli che si perde all'interno del crine moro. Scendendo di più dal capo si può notare da dietro quei tatuaggi che in realtà ricoprono gran parte della schiena e del busto del fuggitivo yakuza, un ricordo indelebile sulla pelle, insieme a quei due dilatatori neri sui lobi delle orecchie. Indossa una semplice maglietta biancastra, non dei più chiari e accesi tuttavia, con scollatura a V che si può chiudere con tre bottoni, i quali tuttavia sono lasciati aperti. A coprire le gambe invece un paio di shorts sportivi monotinta neri con delle tasche dove tiene il denaro che gli serve e il pacchetto di sigarette con l'accendino. A proposito di sigarette, ne ha una accesa in questo momento che tiene tra indice e medio nelle uiltime falangette della mano destra, con il palmo calloso rivolto alle spalle. L'idea era proprio di comprare del materiale per l'evenienza e sopratutto un porta oggetti così da poterci riporre anche i Fuda coi tronchetti che gli sono stati dati in omaggio ieri sera. Ovviamente essendo in una situazione civile, non ha il chakra impastato, anche perchè tra le vie, cerca sempre di tenere un basso profilo, non sia mai che lo stiano ancora cercando dopo sei anni di clandestinità. [{Vicoli - Esterno Bazar}] Incede con lentezza, per le vie centrali del paese. Il suo sguardo si posa su alcuni negozi ancora aperti e maggiormente su alcune bancarelle, allestite probabilmente per la sera. Le mani dietro la schiena. Il passo deciso. I pantaloncini neri che indossa, le tagliano la coscia, delineando perfettamente le forme della gamba, mentre la pancia è esposta a causa della magliettina decisamente troppo corta per coprirla del tutto. I lunghissimi capelli, sono trattenuti da due codine, una a destra e l'altra a sinistra. Su di entrambe e sul proprio lato, spicca il riflesso gelido di due ciocche di capelli color ghiaccio, che le raggiungono lo scollo a V della maglia. Sbatte le ciglia più volte, forse per curiosare meglio una delle tante bancarelle lì vicine. Avanza, a passi brevi e silenziosi. Le mani si sciolgono dietro la schiena mentre il capo, reclinandosi leggermente verso il basso, dona la sua attenzione alla merce di un uomo. L'eterocromia degli occhi, si enfatizza mentre sgrana appena lo sguardo. Qualcosa deve aver attirato silenziosamente la sua attenzione. Le dita vengono accostate a sfiorare qualcosa. Il Venditore di Veleni la osserva senz adistogliere lo sguardo dai movimenti di lei. Così giovane e così interessata a qualcosa di così letale. Alla sua destra e a pochi passi da lei, alcune armi e altri strumenti ninja utili per chi inizia il cammino ma anche per chi è già in corsa. Lei lo ha da poco iniziato e la sua tenera età, si palesa tra le guance appena arrossate e la completa mancanza di rughe sul volto. Annega il labbro inferiore con il superiore, sollevando gli occhioni furbissimi a mirare il venditore. Sembra un dialogo silenzioso il loro, come di due che si guardano cercando di capire ognuno la sua mossa. Tace per ora, mentre in breve tempo lo stesso bazar diviene l'interesse di un ragazzo che di certo non può che notare. Non tanto per la sigarezza accesa ed il fumo che percepirebbe, quanto per la sua incapacità a passare inosservato tra le persone. Lo osserva, senza timidezza ma con una certa decisione. Sbatte le ciglia due volte, mentre gli occhioni scorrono sulla sua figura con curiosità. [Vicoli Kusa - Esterno Bazar] Porta la destra al volto, tenendo la sigaretta tra le labbra, aspirando a pieni polmoni l'aria tossica e pregna di nicotina che viene emessa tramite il filtro di spugna. La combustione verso la fine di questa è accelerata dal momento che aspira, bruciando il tabacco secco che è all'interno della cartina. La allontana nuovamente, ormai praticamente finita. Chi gli sta attorno può sentirlo inspirare nuovamente, tenendo il fumo nelle vie respiratorie per poi emetterlo sia dalle narici che da una fessura tra le labbra ancora socchiuse. Le iridi ambrate si guardano attorno alla ricerca di un cestino dove poter depositare e spegnere il mozzicone, allungando l'arto proprio per fare quell'azione. Depositata la sigaretta può notare una figura femminile chiaramente più giovane di lui e anche molto più bassa, talmente bassa che se non si fosse guardato attorno, l'attenzione sulla merce in vendita non gli avrebbe permesso di rendersene conto della sua presenza. La squadra dai capelli così bizzarri fino ai piedi, soffermandosi pure su quelle iridi particolari. Sbuffa un attimo dato che a vedere un individuo losco come lui, con una faccia del genere, comprare armi, beh il pensiero che sia un omicida dovrebbe essere il primo che salta alla mente e.. beh, diciamo che sono già capitati fraintendimenti del genere. Non sembra una commessa del bazar, ne deduce quindi che sia anche lei una potenziale cliente, anche perchè dall'aspetto è troppo giovane per essere una che lavora là, a meno che non sia un attività di famiglia. Non resta che un modo per scoprirlo.. <"Ha provato a fare la cresta sul prezzo?"> le chiede sfacciato dato che è la sua prima volta al bazar e prima il titolare stava discutendo di qualcosa, peccato che era troppo perso nei suoi pensieri per origliare meglio. La voce del doku è profonda e roca, quella che ci si aspetta da un individuo del genere, mentre il timbro vocale non cela quella punta di curiosità nella domanda. Alza un attimo la testa al cielo, nonostante sia già orario di cena il sole era ancora alto e faceva abbastanza caldo. Così aspetterebbe la risposta della ragazza per poi afferrare un porta oggetti che usa letteralmente con cestino della spesa, cinque fuda e i relativi tronchetti per poi recarsi dentro prima della ragazza, tanto anche lei se era lì per acquisti sarebbe entrata [{Vicoli - Esterno Bazar}] Sembra perdere interesse per ciò che prima invece aveva nutrito il suo sguardo, fino a doversi appena volgere verso Eryk. Ignora completamente chi sia così come ignora la possibilità che il suo sguardo, così particolare, non venga notato. Raddrizza appena la schiena, come se una qualche esigenza le suggerisca di apparire più composta. Come se la passeggiata sola con sè stessa, fosse finita una volta resa conto di non essere l'unica in quel luogo. Accenna un sorrisino andando ad arcuare l'angolo del labbro nell'ombra di un suo personale divertimento. Suo soltanto, visto che non vi è ancora nessun genere di comunicazione con quell'estraneo. Osserva il colore della maglietta di Eryk. Sembra guardare con circospezione il suo abbigliamento, fino a finire con il guardarlo in volto, nel momento in cui lui le pone la domanda. Arcua appena le sopracciglia mantenendo gli occhioni puntati su di lui. <E’… un tipo silenzioso..> con un tono di voce dolce e piacevolmente basso < Preferisce minacciarmi con lo sguardo.> delineando ora un sorrisino da peste tra quelle sue labbra rosee. <quel genere di persone che crede di avere una certa autorità ma che è --del tutto inconsapevole di quanto sia in verità molto insulso.> chiudendo la frase con il gesto di celare le mani dietro la schiena, con un modo dolce e fanciullesco degno di nota. Sbatte le ciglia due volte, di nuovo mentre nota il ragazzo entrare. < Hai… presente?> entrando dopo di lui nel piccolo negozio e guardandosi attorno con aria distratta e quasi disinteressata. [Vicoli Kusa - Esterno Bazar] Piazza la mercanzia sul bancone insieme ai denari richiesti per tutto l'ambaradam che ha intenzione di acquista. Guarda fisso in volto il venditore che ovviamente, dato quanto è spaventosamente yakuza nei modi di fare, non si permette di fare il gallo con lui o di appunto tentare di fare la cresta. Non aspetta neanche lo scontrino, come se fosse a una cassa automatica mentre in testa aveva già effettuato il calcolo esatto di quanti denari debba lasciare. Finito quella transazione si lega il portaoggetti dietro nella zona lombare, alzano la maglieta quanto basta al concludere l'azione. <" Oh ho ben presente il tipo. "> le risponde in un primo momento avviandosi poi nuovamente all'esterno. Un occhio cade naturalemente sui veleni in vendita e il pensiero va chiaramente ai proprio membri del clan mentre mormora tra se <" chissà se siamo noi a rivenderli.. bah"> fa spallucce, finalmente all'esterno del bazar mentre si riporta verso il vialone principale, percorrendo il vicolo dove si era infilato. Il capo si volta indietro verso Karin che a quanto pare non ha comprato nulla <" Niente acquisti per te?"> le chiede come ad andarsi a fare i fatti della ragazzina e a porsi domande sul che cosa ci facesse in un posto del genere. L'ha osservata bene e non ha visto nessun coprifronte negli indumenti alquanto variopinti in misure della femmina. LE opzioni sono dunque due, o è in borghese e quindi non è in servizio, oppure, a giudicare dall'età non così strana come la sua o quella del suo amico Junpei per essere allievi .. <" devi iniziare il percorso accademico? "> va dritto al sodo senza troppi giri di parole come fa di solito, tanto non c'è metodo più veloce e sicuro per scoprirlo se non interpellare direttamente l'interessata. La destra si infila in tasca per sfilare una nuova sigaretta peccato che, dal momento che il pollice va ad aprire il coperchio del pacchetto di carta, la triste verità è che quella spenta un minuto addietro era la sua ultima. <"Tch.."> gli scappa un gesto di stizzo, costretto ora a comprare pure quella insieme alla cena per stasera dato che tutti sono andati via e quella tirchia di Kimi non gli ha lasciato manco i soldi per mantenersi! [{Vicoli - Esterno Bazar}] Scosta con la mancina il lembo della tendina che divide la parte esterna del bazar da quella interna. Le cuciture ed il decoro di quel divisorio, rappresentano un Demone con un bel paio di corna immerso tra molte vaporose nuvolette. Deve trovarlo divertente visto che lo sguardo di lei, fa per allungarsi in un tacito sorrisino. Fatta scivolare la mano tra i tendaggi d’entrata, ricondurrebbe una e l’altra mano, lungo i fianchi. Gli stivaletti si odono appena ticchettare ad ogni passo. E’ la cavigliera che indossa,a tintinnare al passo. Dei ciondoli, si scontrano tra loro, solo trattenuti sospesi da una sottile catenella argentata. Non sembra un gioiello prezioso e nemmeno troppo grazioso. Gli occhi, intanto, vagano tra la merce appesa ed altra esposta tra teche e bancarelle. Nulla attira la sua attenzione, quindi aggirando l’ennesima penisola di oggetti, fuoriesce dal negozio scoccando una breve occhiata al venditore che in tutto ciò non ha fatto altro che tenere d’occhio il suo cliente uscente e quindi il suo stesso ‘estraneo’. <voglio.> in risposta alla sua domanda sul percorso accademico. Notando il suo gesto di stizza, allungherebbe la mano verso la tasca laterale dei pantaloncini, andando a prendere il suo pacchetto di sigarette. Con un gesto lento e un ultimo scatto del pollice della sinistra, offrirebbe una sigaretta dal proprio pacchetto. <terribile sensazione. Vuoi fumare ma fumi sempre l’ultima senza accorgerti.> accennando un sorrisino da furbastra mentre trattiene il pacchetto proteso verso di lui in attesa ne prenda una delle 4 restanti per se stessa. < qualcosa mi suggerisce che tu… no. > tenendo gli occhi fissi su quelli del ragazzo e senza nessun genere di esitazione. Se lui si fosse allungato a prendere la sigaretta, lei avrebbe fatto altrettanto dopo di lui, andando quindi a prendersene una che poggerebbe tra le labbra. [Viale principale del centro] A quanto pare aveva ragione e di fatto la ragazzina era una futura allieva come lo è lui ora, anche se più prossimo all'esame da genin che finalemente gli permetterà di poter uscire dal villaggio dato che, per le leggi imposte dall'Hasukage, in questo momento solo le persone col grado di genin o maggiore sono autorizzare a lasciare la città. Non è essattamente la persona più attiva per quanto riguarda cosa succede nel villaggio, si fa spesso i fatti suoi anche perchè non gli riguarda e non ha attaccamento a quelle quattro mure merdose che lo tengono prigioniero e che lo hanno ospitato negli ultimi sei anni della sua vita. È sorpreso dal gesto della ragazzina che tira fuori dalle tasche un pacchetto suo e, prima di allungarsi a prelevare una delle rimanenti sigarette, fa una breve conta. Per lui quattro finiscono nel giro di due ore senza che neanche se ne accorga, un vizio che è difficile da levarsi purtroppo, insieme a quello dell'alcohol, insomma, descritto così il doku sembra un alcolizzato qualsiasi, però ha anche difetti. <" Non sei troppo piccolina per poter fumare?" > le chiede alllkungando infine comunque la mano sinistra per afferrarne una, portandosela alla bocca mentre la destra, con l'accendino in mano, la accende nuovamente, porgendo poi la fiamma alla compagna di fumo. <" grazie."> ovviamente la ringrazia alla fine e, sicuro che ormai che la conversazione è avviata questa lo segui, si avvia verso la via principale del centro in direzione quinto anello, dove i prezzi sono più accessibili per del cibo. Cammina in silenzio, guardando le persone davanti a se che si scansano vedendo quella figura così alta e intimorente, tutta scena. <" Dato che potremmo essere compagni di classe, anche se per poco, mi presento. Eryk "> parole che trasporta il vento alle orecchie della ragazzina più in basso, non così lontana da lui mentre si va a infilare in un altro chiosco ben conosciuto dove ormai è praticamente un cliente fisso quando deve mangiare fuori dal dojo. Saluta con un cenno del capo il vecchio proprietario e, questa sera, anche la figlia, si vede che non ha consegne da fare. Poggia il sedere contro uno degli sgabelli liberi al bancone, lasciando quello alla sua sinistra libero per Karin se si volesse unire a lui [{Vicoli - Chiosco}] Ritrae la mano, riposizionando il pacchetto di sigarette – adesso più leggero- al suo posto. Sul fianco del pantaloncino. Accostata la sinistra alla sigaretta, la trattiene il tempo di accenderla. Inspira in un deciso tiro. Inevitabile, la punta della sigaretta brucia palesando la prima cenere. Quindi scosta la sigaretta dalle labbra lasciate schiuse e da cui sfugge una lieve nuvoletta di fumo, lo stesso che poi sbuffa dalle narici. Socchiude le palpebre. Le ciglia curve disegnano delle fitte curve sull’iride ambrata. La sua attenzione ancora diretta a quell’estraneo. ‘Piccola per fumare’. La cosa la fa sorride, ancora in quel modo malizioso e furbissimo che le illumina gli occhioni. <non esiste nulla che un bambino o un ragazzo, non possa fare quando si avvicina all’idea di uccidere qualcuno solo per proteggere il proprio villaggio… No?> mantenendo un tono di voce dolcissimo ma anche provocatorio. <e … quando una ragazza… desidera… diventare una Genin. Non è questo che si aspetta di fare?> accostando di nuovo a sigaretta alle labbra e facendo un nuovo tiro. <Uccidere. Non che la morte sia così… difficile da accettare. Una sigaretta lo è decisamente meno.> mentre il fumo le sfiora le labbra ad ogni parola per poi scacciarlo via con un sospirino. <kirin. Mi chiamo Kirin.> andando a sedersi vicino a lui e….. rendendosi conto di averlo seguiti fino a quel momento. Solleva gli occhi al soffitto. Appare pensierosa. Si cruccia. Si volge e lo osserva, scrutandolo con un certo sospetto. Ma ormai è lì, quindi.. riposa le espressioni del volto, apparendo ora meno pensosa. < Sake grazie.> sollevando la manina a richiamare il venditore. Il tale la osserva. Non sembra sicuro di volerla servire. La sua età fa sempre questo effetto, quindi scocca un’occhiata al ragazzo al suo fianco. <ti dispiace dirglielo tu?> picchiettandolo dolcemente sulla spalla come a richiamarne l’attenzione con fare da cucciola indifesa. [Chiosco quinto cerchio] <" ah boh, non penso che il motivo per diventare un ninja sia lo stesso per tutti, inoltre puoi scegliere te le missioni da portare a termine."> la corregge subito mentre va a tirare ancora dal filtro della sigaretta, riempiendosi polmoni, bocca ed esofago di quel fumo nocivo e così additivo. Apre la bocca ad inspirare altra aria così da raggruppare il fumo tutto insieme per poi buttarlo fuori nuovamente. Non si aspettava di certo un atteggiamento così da parte della ragazzina che all'esterno sembra una bambi qualsiasi ma che a quanto pare ha già la mentalità del soldato perfetto, qualcosa che Eryk non condivide, ma lui è fatto così, lo si può definire un libertino o semplicemente un fanatico della propria indipendenza e senso di libertà, di conseguenza il solo pensiero di vivere una vita a prendere ordini dagli altri per lui è inconcepibile. Difficilmente sarà la persona che continuerà la propria carriera fino a ricoprire un ruolo importante nella società e nella vita del villaggio, anche perchè del villaggio dell'erba gliene può fregare proprio meno di niente, così come non gli frega niente del villaggio dell'aria dove il suo clan è originario o del villaggio della nuvola dove i suoi genitori dovrebbero averlo partorito, come si intuisce da quel colorito della pelle più scuro rispetto ai cittadini di Kusa, un olivastro scuro, simile a quando le persone si abbronzano al mare, ma sempre più chiaro rispetto a un mulatto o al colorito medio degli abitanti di Kumo, un altra differenza che lo fa spiccare tra la folla ulteriormente. Si rivolge al proprietario e alla figlia <"Fammi il solito per me vecchio. Ciao Martha, e un pò di sakè per favore. "> completa l'ordine che viene trascritto come un piatto di ramen con topping di tonkatsu, una birra bionda media alla spina ed infine quel sakè che Karin ha richiesto, anche se non in maniera molto furba dato che si nota facilmente l'età prematura. <" Sono tematiche abbastanza serie queste qua, se non hai mai provato cosa vuol dire uccidere io starei attenta a parlarne così leggermente. "> ignora i trascorsi della ragazzina castana o che cosa possa aver passato, di sicuro ha avuto qualche esperienza a riguardo e le sue buoni ragioni per voler intraprendere il percorso accademico e, da come parla, di sicuro ha intenzioni di vivere la sua vita da kunoichi del villaggio a differenza sua che pensa alla vita da ninja come un mezzo per poter ottenere ciò che desidera: la capacità di essere libero di fare ciò che vuole, a prescindere dal fatto che rimanga lì nel villaggio, vada in un altro villaggio o che un giorno sarà costretto ad andare contro l'istituzione dell'erba ed essere considerato un mukenin, titoli che sono solo quello: titoli e di conseguenza non gli interessano. [{Vicoli - Chiosco}] Segue il discorso di Eryk lasciando scorrere gli occhi su ogni parole, quasi potesse vederle fluttuare. Il modo in cui lei sembra porsi con lui, in effetti, appare quello di un’impeccabile Kunoichi che del Villaggio farà la sua ragione di vita. Sembra essere esattamente quel genere di persona… <grazie.> Arricciando le labbra con un gesto che dal capriccio ne ha ottenuto qualcosa per sé: il Sake. Trattiene il bicchierino appena sollevato osservandone l’interno cristallino. Apparentemente acqua, se non sapesse di avere tra le mani ciò che ha richiesto. Nessun odore, se non un leggero sentore di riso. Fuma appena, la bevanda, da dentro il suo piccolo bicchierino fatto con molta probabilità da un artigiano che ne fa di ogni genere e mai uguale. <non saprei..> sollevando ora la sua attenzione dal filo d’alcol che sfiora il bordo del bicchierino, a lui. Lo guarda. <non credo si possano definire gli intenti di qualcuno… solo per la leggerezza ed il modo con cui se ne parla no?> andando a spegnere definitivamente la sigaretta su di un posa cenere posto sul bancone. < non c’è possibilità di avere una conversazione onesta tra due persone che si incontrano una sera in un luogo del tutto anonimo.. e per cui conoscenza hanno soltanto il nome l’uno dell’altra...> dopo un’attenta pausa e susseguendosi nel parlare con un tono di voce piuttosto flebile e piacevole. <insomma. Potrei aver provato un veleno qualsiasi.. applicato sul filtro di una delle mie sigarette per il semplice gusto di provare a vedere la morte di fronte ai miei occhi.> asserirebbe con una calma inquietante tanto quanto spiazzante. <oppure .. no… > bevendo infine il suo Sake. Stringe le ginocchia tra loro arcuando la schiena appena,mentre solleva il bicchierino finendolo e solo dopo aver sollevato appena il capo. <uhm. >con un sospirino di sollievo al termine del suo bicchiere <è un po'.. come per te.. potresti essere qualsiasi cosa di fronte a me. Anche se… conosco il tuo nome.> terminando il discorso con un leggero sorrisino sottile. Non si sembra capire dove voglia arrivare, ma l’unica cosa certa è che lo osserva con attenzione. [Chiosco quinto cerchio] Nel frattempo che i due discutono l'ordine viene preparato e su quel bancone viene appoggiato come prima cosa un posacenere dove i due possano sdrumare per bene la cenere dai culi delle teste delle sigarette. In un secondo momento viene appoggiata la ciotola di ramen come richiesto e il boccale di birra. Il sakè arriva dopo e, in maniera titubante il proprietario lo appoggia di fianco a Eryk in mezzo tra i due, ovviamente ringraziato con un muto cenno del capo, chinandolo appena. Appoggia la sigaretta in uno dei quattro canali ai punti cardinali del posacenere in vetro temprato, lasciando per il momento la sigaretta lì ad essere consumata dal vento, dopotutto è abbastanza leggera per i suoi standard ma non si può lamentare di qualcosa che gli hanno offerto, anche perchè l'altra alternativa era ancora più leggera: fumare il nulla. La destra ora libera va quindi ad afferrare un paio di bacchette monouso ancora nell'involucro di carta. Chiude le dita attorno alle aste, sbattendole contro il bancone in modo da spingere il legno fuori dalla carta per scartarle. Afferra successivamente i lembi delle due bacchette, separandole con quel tipico rumore che accompagna il gesto. Le impugna nella maniera tradizionale, prendendo un pezzo tagliato della lonza di maiale fritta, addentandola, seguita poi da un boccone di noodles con quel brodo pieno di umami grazie alle alghe konbu e nori, attualmente morbidi all'interno del brodo. Aspira anche la parte di noodles che non si infila in bocca, aiutandosi con le bacchette, mangiando in maniera rumorosa come tuttavia è tradizione fare anche perchè sorseggiare i noodle permette alle labbra di sopportare meglio il calore. Cambia dal cibo al bere, afferrando con la sinistra quel calice con la pinta di bionda, pucciando le labbra sulla schiuma, la quale protegge la birra dai batteri e le dona il profumo tipico. Alza il braccio sinistro quindi per bere, accompagnando infile il calice nuovamente contro la superficie lignea del bancone. Ascolta quella riflessione che ha del giusto ma anche dello sbagliato per come è fatto lui, tant'è che in tutta onesta le risponde alzando le spalle <" e chi lo dice? Proprio perchè sono un estraneo non hai bisogno di apparire come non sei o di fregartene del mio giudizio. Proprio perchè sono un estraneo non ho interesse nel giudicare le tue azioni o la tua persona quindi, essere onesti non ha niente di negativo in questa situazione. "> comincia ad esprimere il suo punto di vista alla ragazza, forse diametralmente opposto dato che lui è una persona così: schietta, diretta, onesta. Non ha tempo nè voglia poi di ricordarsi di tutte le menzogne che ha raccontato alla gente e inoltre se ne frega altamente dei giudizi estranei proprio perchè quello sono: estranei a lui. Ride all'esempio del veleno sulla sigaretta, e pure apertamente, non tanto per la frase ma per la circostanza e a chi l'ha raccontato, a uno che vive attualmente nel dojo con la persona più velenosa che c'è sulla faccia della terra, ma lei non può sapere che il ventiseienne che ha accanto ha proprio il veleno come attributo del chakra o all'interno del suo sangue. <" non saresti la prima che mi avvelena. "> le dice tranquillamente con un tono ironico, anche se non si vede perchè ormai guarito, ma sulla guancia destra era stato proprio preso da uno spillo contenente del veleno lanciato da Kimi, solo per il gusto di testare se il proprio DNA fosse lo stesso del suo clan, con esito positivo. Infine all'ultima domanda le risponde con un semplice <" Se sei così curiousa chiedi pure, sono un libro aperto e di certo troppo grosso per nascordermi dietro un dito, anche se dal mio aspetto già un paio di domande dovrebbero trovare risposta."> termina per poi prendere un altro boccone di ramen [{Vicoli - Chiosco}] Sbatte le lunghe ciglia più volte. Ascolta ogni cosa da lui detta mentre i suoi movimento assomigliano più ad un rito per mangiare che al vero momento dato dall’incertezza sul ‘quale pietanza iniziare a mangiare’. Non che ciò le sia così estraneo dal modo in cui lei stessa si approccia al cibo. Le tradizioni sono le stesse, seppur non sia passato inosservato, il colorito della sua pelle. Differente dal Kunese locale ma che la sua ancora poca esperienza, non potrebbe accostare ad un villaggio in particolare. <sei così scontroso dalla nascita o ci sei diventato?> con un bel sorrisino da paracula che ha appena azzardato ad una battuta. <be..> sbiadendo infine l’ironia che le aveva rivestito il viso con un sorrisetto furbo <Con quale insegnante hai iniziato il tuo percorso in accademia?> andando nel mentre a versarsi con cura, un’altra parte del Sake contenuto nella piccola giara. < non ho ancora iniziato l’impasto e tanto meno il richiamo del Chakra… ma so che posso avvalermi del sostegno di un Chunin che.. voglia.. seguirmi. Sapere di un Nome qualsiasi.. mi aiuterebbe...> mentre le iridi bicolore si scostano tra uno all’altro occhio di Eryk. Accosterebbe, quindi, il bicchierino alle labbra, trattenendolo con cura con entrambe le mani fino a berne il contenuto in un sol sorso. Lentamente, poggerebbe il bicchierino sul legno del bancone mentre attenderebbe una risposta da lui. [Chiosco quinto cerchio] Con un paio di bocconi finisce in fretta i noodles, prima che diventino troppo molli e immangiabili. Il tonkatsu tuttavia ha la priorità prima che il brodo bagni del tutto la panatura di panko e lo renda come acqua bagnata. Finito il cibo nella ciotola ecco che la afferra con entrambe le mani, andando a bere il brodo rimanente con i relativi topping che sono rimasti da mangiare. Appoggia delicatamente quindi la ciotola vuota nuovamente sul bancone per poi riprendere la sigaretta dal posacenere, portarla alla bocca e prendere un altra boccata di fumo. Non la espira ancora per il momento, godendosi quella sensazione nella gola ancora per poco, prendendosi il tempo di risponderle <" oh no, ci sono diventato, prima ero ancora peggio, proprio un palo nel deretano. "> le risponde con autoironia e quando quelle parole sibillano fuori dalle labbra, con esse un pò di fumo esce, per poi espellerlo tutto a fine frase, puntando verso l'alto, facendolo uscire dal lato di destra delle proprie labbra. Prende un ultimo tiro prima che la sigaretta finisca, spegnendola nel posacenere solo per ripetere ciò che ha appena fatto, cambiando questa volta la via di fuga, dividendo il fumo tra le due narici. <" Non ho problema a dirti chi mi ha seguito la prima lezione e che tutt'ora mi sta seguendo. Si chiama Ren.. "> le comincia a rispondere dandole delle informazioni che tuttavia non le faranno piacere da sentire, in quanto sono pressochè inutili. <..tuttavia non sto seguendo un percorso accademico in aula, mi sto allenando per conto mio con i rotoli necessari e inoltre, questa ragazza che ti ho nominato, vive fuori dalle mura di Kusagakure, per i divieti che ci sono non possiamo uscire." > finisce così di redarguirla su chi lo sta seguendo per il momento nei suoi studi, inoltre la Seimei non è esattamente la persona che più si avvicina a un Sensei quando pensa a cosa voglia dire quest aparola e alla figura che si immagina in testa, sia perchè è più giovane di lui e anche perchè non ha quel carisma che si aspetta da un maestro, come le ha detto infatti non la vuole definire solo come la sua maestra, anche perchè è molto limitante. <" Il consiglio che posso darti è, se non vuoi stare con i bambini e andare al loro passo, vai in accademia, fatti assegnare un primo sensei che ti spieghi le basi e fatti dare i rotoli necessari. Per il resto fai da autodidatta Karin."> consiglio spassionato che le da anche perchè con l'impegno possono avere un ritmo molto più celere come autodidatti con il giusto materiale invece che aspettare l'esito delle lezioni e lo svolgersi del programma, tanto l'esame genin è proprio per vedere se hanno appreso le nozioni e le tecniche. <" Io sono prossimo al mio esame, se quindi dovessi aver bisogno di qualche compagno di studi o anche solo un compagno di allenamento per le tecniche, chiedi pure, specialmente se devo ancora completare l'esame. Un ripasso mi fa comodo "> [{Vicoli - Chiosco}] Una leggera folata di vento, carezza le tendine all’entrata del chiosco fino a raggiungere entrambi, Si volge leggermente, distratta da quella carezza per poi tornare ad osservarlo quando lui termina la sua cena. Le informazioni che lui le da non sono così inutili come pensa. Anzi. Per lei che è all’inizio del Tutto, le fa comodo alleggerirsi pensando di non avere la necessità e l’obbligo di un vero e proprio Sensei. Non cela un pizzico di sollievo che va a formarsi tra le linee ora rilassate del volto. Perchè preferisca la solitudine ad un Sensei? .. <Ren> tra se e se come per ricordarsene il nome, ma non troppo. Le due codine svolazzando appena, seguendo una silenziosa ma piacevole danza serale. <mi… farebbe.. piacere avere un’idea. .. insomma.> iniziando a mordicchiarsi il labbro inferiore mentre appare titubante nel terminare la frase. < sì. Mi sarebbe utile.>tornando a ricomporre una frase di senso compiuto e priva di sensazioni troppo evidenti di stupore. Lui l’ha in qualche modo incuriosita. Sarà che è un mezzo gigante rispetto a lei. O sarà che in effetti, appare esattamente come si descrive essere. E’ quasi il suo opposto e la cosa non sembra darle fastidio. Distende quindi le labbra in un furbissimo sorrisino malizioso mentre lo osserva. <Dove possiamo incontrarci?> iniziando ad alzarsi dallo sgabello e con un lieve balzetto portarsi in piedi. Nel mentre, si sistemerebbe i pantaloncini con le mani andando poi a prendere del denaro dalla tasca, per lasciarlo all’oste. La serata ha preso una piega inaspettata. Non che lui sia un fenomeno di simpatia… ma sembra essere un ragazzo determinato. Ed è questo che conta per lei più di qualsiasi altra cosa. Le gote, nel frattempo, si sono tinte di un velo di porpora. Il sake. Delizioso alcolico quanto pestifero su di uno scricciolo come lei. [Quinto cerchio > direzione Dojo Doku] <" hmm "> riflette su dove potersi incontrare o dove lei lo possa raggiungere agevolmente. Non sa quanto è familiare con il villaggio e tantomeno non sa quanto il suo clan sia famoso all'interno di esso, probabilmente perchè non sono nativi di quel posto ma provengono da altrove a quanto pare. Esclude quindi di farla venire al dojo dei doku, anche perchè a breve sarà da solo e può già sentire le sirene della polizia locale venirlo a prendere con quella faccia là, da solo in un dojo con una ragazzina minorette che a prima vista sembra un fiocco di neve ma che in realtà si sta rivelando più essere una rosa con spine e, per quanto i bracciali di acciaio a uno come lui donerebbero, forse non è il caso. Meglio un luogo pubblico dove è propenso andare. <" o ai giardini pubblici oppure in accademia, essendo iscritto ho comunque accesso alle infrastrutture e spesso capita che utilizzo il loro dojo per i miei allenamenti o per provare le tecniche che ho appreso, anche per masterarle per bene in previsione del test dove ci chiedono di metterle in atto. "> sono molto vaghi sul che cosa comporti l'esame da genin ma molto probabilmente non è nient'altro che uno scontro con un altro allievo o un altra persona dove vengono messe in mostra le tecniche e il corretto utilizzo di essere, insieme a strategia e propensione verso la carriera da shinobi o kunoichi. Si alza a sua volta lasciando quei ryo sul tavolo per la propria cena. Afferra il calice con la destra e lo porta alle labbra, finendo il contenuto rimanente della pinta. Si sposta all'esterno del chiosco e gli occhi si spostano verso il cielo, come ieri la luna è ancora piena e illumina le vie oscurate del villaggio, godendo del bel tempo oggi a differenza delle precipitazioni che hanno avuto ieri sera. <" Ti farei volentieri io da ripasso ma non sono esattamente in grado di fornire le lezioni che io stesso sto imparando oppure ho appena appreso, anche se ormai le ho fatte mie. Sono sicuro che ci incontreremo di nuovo. "> le risponde per poi sventolare la mano destra ed incamminarsi sui vicoli, direzione tabacchino e poi 'casa' se così la può chiamare [END] [{Vicoli - Chiosco}-->] Fa dondolare appena, ed in modo fanciullesco, le mani accostate ai fianchi. Gioca mentre lo osserva con gli occhi fissi su di lui anche quando man mano sono costretti a sollevarsi fino in cima alla sua testa. Molto in alto rispetto a lei. Istintivamente andrebbe ad incrociare le braccia sotto al seno, sollevandolo distrattamente. Arriccia le labbra annuendo e prendendo nota mentalmente di ciò che dice in merito all’accademia, luogo che probabilmente preferirà visto che vi annuisce al suo accennarlo. Le monete scivolano sul bancone emanando il tipico tintinnio per poi fermarsi. Il bracciale che le adorna la caviglia, anch’esso segue il ritmo delle monete. <bene...> dice soltanto. Solleva la mancina a salutarlo mentre Lui se ne va dirigendosi verso chissà quale luogo a lei sconosciuto. Per un attimo resta lì, ad osservarsi attorno. Come se avesse perso qualcosa o attendesse qualcuno. Slega le braccia tra loro, lasciandole ricadere sui fianchi. Gli occhi bicolore si posano sulla sigaretta estinta dalla parte dio Eryk. Accenna un sorrisino. Dopo un attimo ancora, allunga il passo, e si allontana lasciando il Chiosco verso… casa? (end)