Sensei e allievo.
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Giocata dal 06/07/2020 21:32 al 07/07/2020 00:04 nella chat "Palazzo del Governo"
[Stanze Yukio] E’ finalmente arrivato il fatidico giorno. Il confronto col maestro, col mentore e con l’uomo nel quale ripone la massima fiducia. Si è mosso per celare la propria identità e con ogni probabilità nessuno ad eccezione dei Pierrot e di Yukio stesso conosce chi c’è sotto quella maschera. E’ il solito uomo alto un metro e ottanta, il fisico slanciato e tonico, sebbene poco muscoloso. Niente di lui è visibile: i capelli biondo platino sono celati dal cappuccio del mantello che indossa, mentre l’incarnato bianco dai pantaloni che fasciano le leve inferiori, dalle scarpe chiuse che indossa, dalla t-shirt nera che porta appresso e dal mantello stesso che è chiuso. Le mani, infine, sono fasciate da guanti ninja che coprono anche le dita. Sul volto fa la comparsa un elemento nuovo, vale a dire la maschera. E’ una maschera nera da lupo che copre tutto il volto. Essa presenta sfumature vicino agli occhi di colore bianco, così come bianchi sono gli intarsi all’altezza della fronte, che ricalcano una luna. Ombra e luce, vita e morte per quello che è diventato a tutti gli effetti le orecchie di Yukio a Kusa. Si è diretto attraverso i corridoi del palazzo del governo ed in mano reca un cartiglio. E’ seguito da quello che ormai è un compagno, un Pierrot di grado Jonin che è diventato la sua ombra nel passato recente. Muove verso la stanza e ferma dinanzi alla stanza indicata dal bigliettino. Ed è un attimo. Socchiude gli occhi e la mano muove a formare il sigillo caprino. Va quindi a figurarsi nella mente le due sfere, la fisica all’altezza del ventre e la spirituale all’altezza della fronte, al centro. Con un moto ferreo della volontà va a tentar di metterle in moto entrambe, comandando loro di virare sul proprio asse con velocità sempre crescente. Una volta che le due sfere girano a massima velocità focalizza la propria volontà perché queste muovano lungo due percorsi. Alla sfera fisica sarebbe comandato di muovere verso l’alto, attraverso il proprio ventre e lungo lo sterno, fino a riversarsi al centro del petto. Alla spirituale sarebbe comandato un moto discendente lungo gli occhi e lungo il naso e la bocca, fino a riversarsi nella gola e nello sterno, lungo il quale vorrebbe scendere per incontrare la controparte fisica. A questo punto va a comandare alle sfere di virar con più vigore, di mescolarsi e dar vita a quella forza a cui è abituato, al proprio chakra, una forza che, malgrado l’ansia e la sincera paura che gli fanno tambureggiare il cuore nel petto, può portare ad una sicurezza, un velo quantomeno apparente. Un piccolo impercettibile sospiro, prima di passare il foglio a chi di guardia e riprenderselo un momento dopo. <Aspettami pure fuori, se non è troppo disturbo> è un’indicazione al Pierrot che lo segue. Aspetta di essere annunciato e quindi entra nella stanza. Un sospiro pesante per tentare di individuare la figura del proprio mentore attraverso la maschera che pure non lascia intravedere neanche gli occhi azzurro cielo. <Buonasera Yukio-Sama. Posso?> va a chiedere. Eppure la voce è dritta, schietta, non tradisce la paura che c’è. Paura non per la propria vita, ma per ciò che potrebbe essere scaturito dalla missione, paura della delusione e ansia. [Attivazione chakra][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] [Stanza Yukio] L'ora è giunta, dopo tanta attesa e sotterfugi per muoversi, entrambi finalmente sono riusciti ad organizzarsi e ad incontrarsi. Katsu con il Pierrot che gli aveva assegnato lo stesso Tessai entrerebbe nella stanza non curante del permesso che possa essere esercitato da Yukio, sorpassando ed aprendo la porta ancor prima qualcuno possa rispondere "Ragazzi!" La porta aperta lascerebbe intravedere l'Hasukage sul bordo della scrivania con le gambe ciondolanti, le mani tatuate sono poggiate sullo stesso bordo; il busto è completamente nudo causa il caldo che c'è in quel periodo dell'anno mentre dalla vita in giù fa scena un paio di pantaloncini d'un grigio scuro con due laccetti bianchi che non legano la vita, basta e avanza l'elastico che stringe per bene. Tutto ciò lascerebbe visibile a Katsu gli innumerevoli tatuaggi che ornano il corpo del tessai. Tra le nocche della mano destra (più precisamente tra indice e medio) una sigaretta accesa fumante. Il pierrot che per l'appunto entrerebbe per primo rispetto a Katsu raggirerebbe la scrivania e si metterebbe sulla poltrona che dovrebbe essere riservata a Yukio, si stravaccherebbe su di essa e poggerebbe i piedi sulla scrivania. "[P] Ma una birra, qui? [/]" Giusta osservazione del Pierrot; Yukio indicherebbe una sottospecie di frigo che c'è sotto la scrivania con un semplice gesto del capo lasciando fare il pagliaccio che ha fatto la scorta fino ad ora a Katsu "Tu, non ho idea del perchè, ma hai due palle sotto, ragazzo, da far paura" Scoppiando in una fragorosa risata senza limiti, spingendosi avanti causa della risata con il busto. "Hai confinato una persona fuori da Kusa, ed allo stesso tempo sei sicuramente bersagliato da essa, mi pare anche giusto eh per la soffiata" Scuotendo la testa. Sposterebbe la sigaretta dalla mano alle labbra, distendendo la mano destra in avanti in cerca di un 'batticinque' e di una stretta di mano successiva da parte di Katsu "Sakir è ok, quindi escludiamo già l'altra persona che voleva farti fuori" Mantenendo quel sorriso divertito sulle proprie labbra, la situazione sicuramente non è delle più rosee ma sicuramente è divertente per il bordello che è successo "Accomodati pure" Indicando con la stessa mano destra una delle due sedie che sarebbero difronte la scrivania dove sosterebbero gli ospiti, in pratica difronte a se che ciondola sulla scrivania. Gli occhi del Tessai non vacillerebbero minimamente,rimarrebbero sempre puntati col loro colorito scuro a fare da sfondo su quelle due pupille cremisi che penetrerebbero lo sguardo altrui "Sei riuscito ad avere dei momenti di relax qui, almeno?" [ck on] [Stanze Yukio] L’ansia percuote quel volto, che lascia andare solo perché coperto dalla maschera. La posa è stoica sulla porta ed attende. Si volta a guardare quei Pierrot e anche quello assegnato a lui che lo precede. Lo vede stravaccarsi sulla poltrona e volta subito dopo verso Yukio. Il cuore tambureggia appena di più, i denti si digrignano e poi arriva quella frase che, malgrado la maschera, gli fa aggrottare la fronte e per poco non lo fa rimaner secco. Il cuore perde un battito, ne acquista altri due subito dopo. <Sango Ishiba è stata esiliata?!> Chiede d’impatto, quasi ancor prima che Yukio possa finire la sua frase. Sbuffa, stavolta in maniera del tutto sonora. Degludisce, quindi, facendo mente locale. <Comunque… perché provo una lealtà senza pari nei vostri confronti, Yukio-Sama, perché vi sono estremamente riconoscente di ciò che fate per me e per la mia famiglia e non ultimo perché voglio bene a questo villaggio. Io sono nato e cresciuto qui, sebbene il mio clan sia di Ame. E’ questa la mia casa> risponde con estrema sincerità alla domanda posta da Yukio, chiarendo le motivazioni. La voce è bassa e riconoscibile, netta e diretta, ma non è priva di un affetto ancestrale, di un attaccamento che si sente e si può percepire. E poi sente il nome di Sakir che lo colpisce con la stessa violenza di un badile dritto sul naso. Digrigna i denti, ma non risponde subito. Aspetta che Yukio stesso lo incarichi di venire avanti. E così fa, in effetti, perché va verso la poltrona che gli è indicata e nel percorso va a togliersi la maschera lupina, rivelando il volto, così come il mantello nero che si porta appresso. Li tiene entrambi in mano e se li posiziona affianco quando si siede sulla poltrona. <Sakir…> si focalizza, tenta di escludere le emozioni, che pure minacciano di uscire. E’ collera ora, in grado di celarla a malapena, gli occhi che inviano saette, in compenso. <… E’ a posto. Uno che mi chiamava fratello e il giorno dopo non avrebbe esitato un secondo a levare la spada contro di me. Voi alzereste la spada contro vostro figlio, Yukio-Sama? Lo uccidereste se sbagliasse? Gli dareste un’altra possibilità? Se non fosse stato per il fatto che sono stato in grado di avergli fatto usare il cervello in minima parte, sarei morto. M-o-r-t-o> sillaba ogni singola lettera e adesso lascia andare il risentimento in un tono gelido e rancoroso. Un rancore che taglia, affetta, trafigge. <… Ma vi ringrazio ancora una volta. Mi avete salvato. Ma… è questo il problema, Yukio-Sama. Sì, mi sono rilassato, ma mi sento debole. Indifeso. In balia degli altri> tira un sospiro, dunque, alzando finalmente gli occhi contro quelli del mentore. <… Ma stasera, come detto, sono qui per rimettermi a voi, al di là della collera e della rabbia che provo verso alcune persone. Sono colpevole di aver fatto fallire una missione di un’importanza fondamentale. Sono colpevole di portare migliaia di vite perse inutilmente sulle mie spalle. E sono pronto a pagare per questo, se e come voi lo riterrete opportuno> è una dichiarazione che esprime in maniera colloquiale, non formale, totalmente sentita. Digrigna i denti alla fine, ma non distoglie lo sguardo da Yukio stesso. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] [Stanza Yukio] Si ciondolerebbe con la testa a destra e a sinistra riprendendo un discorso alla volta, ma prima. La mano sinistra si sposterebbe all'indietro "Me ne passi due?" Di birre, ovviamente, verso il Pierrot che siederebbe al suo posto. Con uno sbuffo si chinerebbe in avanti quest'ultimo aprendo il frigo così che, oltre a prendere la sua di birra ne prenderebbe altre due dando il collo in vetro verso la mano di Yukio il quale le afferrerebbe. La destra si poserebbe sul filtro dopo un ennesimo tiro mentre, a turno, le due bottiglie si posizionerebbero con il tappo tra i suoi denti, stappandole. Una di esse la rivolgerebbe a Katsu mentre l'altra se la terrebbe per se, tracannandone un bel sorso "Sango è stata maledetta da un mio genjutsu, tutto qui. È la seconda volta che uso una determinata tecnica in tutta la mia vita. Dentro Kusa non la vedrai mai, o se verrà, avrà un terrore perenne nel pensare che io mi presenti" Schioccando la lingua sul palato "Non riuscirà più a vedermi in faccia, insomma" Sghignazzando allegramente, e pensare che lui la prende sul serio alla leggera una situazione simile "Mi fa piacere che tu abbia apprezzato ciò che ho fatto per Kusa onestamente, sono rarissimi questi complimenti, sarà il mio modo di fare non prettamente umano però quando incontro persone che apprezzano ciò che faccio, mi si riempie quel piccolo cuore che ho" Indicandosi con la base della bottiglia la zona del proprio cuore "Sakir ha cambiato già idea, è qui a Kusa da qualche parte, l'ho dislocato di persona" Continuando la sua risata "E non ti farà niente, sta cercando disperatamente me e un modo per uscire dal villaggio, sono cose che capitano" Sollevando le spallucce innocentemente "E poi capita esser minacciati di morte dai, non la prendere così sul personale" Andando a dargli un piccolo colpetto con la punta del piede sul suo ginocchio "Oh, ora si che ti vedo bene in volto" Nel momento in cui si leverebbe la maschera ed anche la cappa. Si avvicinerebbe appena a lui con il proprio busto guardandolo intensamente negli occhi "Sai, quella maschera mi ispira un ruolo" Sollevando gli occhi, osservando il soffitto "Il mastino da guardia" Schioccando nuovamente la lingua sul palato "Mi hai salvato da un danno irreparabile, anche se molto probabilmente avrò Akendo contro... Ma spero che capisca la situazione in cui si è cacciata Sango" Sbattendo i piedi tra di loro "Vabbè!" Parliamo di cose serie, no? "Oh non devi ringraziarmi, non ho fatto niente che vada oltre le mie possibilità, e l'ho fatto con piacere, una mano lava l'altra, così si dice no?" Un altro sorso di birra ed un tiro di sigaretta, riprendendo il discorso in men che non si dica "Senti, non ho punito nessuno" Stiracchiando lievemente le gambe in avanti, drizzandosi con la schiena sulla scrivania per scrocchiarla "Non mi va" Ecco, è di buon umore, meno male "Ma, c'è una cosa che potresti fare per me, diciamo per rimediare a ciò che è successo, MA, sei libero di prendere la tua scelta in merito" Sollevando la bottiglia "Ma, non posso aspettare una risposta, quindi io ti farò una domanda, tu mi dirai si o no" Ruotando gli occhi verso il Pierrot alle sue spalle "Tieni pronta la mia divisa per favore?" un semplice sguardo degli occhi, ed ecco che il Pierrot da sotto la scrivania, con un "clack" staccherebbe una cosa e la terrebbe tra le mani dentro un sacchetto in velluto nero "Poi, non è la fine del mondo se si fallisce una missione, può capitare, come è capitato a tutti. Si c'è un Dio in giro, bla, bla, bla. Già fatto questo discorso con altri. L'unico problema è che voi siete giovanotti e la vecchia alleanza ha tirato giù dei veri e propri Kami scesi sulla nostra terra" Ridendo come un pazzo in avanti, proprio come prima "Ecco perchè sono abbastanza tranquillo. Poi questo è un buon modo per iniziare a lasciare il trono ai miei figli e iniziare a continuare i miei progetti con mooooolta calma" Una calma che sta portando avanti da anni, ma finirà prima o poi tutto ciò, no?[ck on] [Stanze Yukio] Osserva quel fare, ora libero da mantello e maschera, da impedimenti. Osserva Yukio prendere la birra e va ad allungare la mancina per afferrarla. Un sospiro, mentre va di buon grado a tirarne un sorso copioso. La pastosità della birra stessa è qualcosa che brucia in gola e che aiuta ad alleviare quella tensione. <Posso chiedervi una sigaretta, se non è troppo disturbo, Yukio-Sama?> insomma, chiede nicotina, mentre l’ansia va via-via scemando man mano che il discorso va avanti. Sente Yukio parlare di Sango e gli occhi si aprono in un’espressione a metà tra l’impressionato, lo stupito e il vagamente impaurito. <… Impressionante. L’avete costretta a bandirsi da sola, in altre parole…> degludisce e si focalizza sulla cosa, senza condividere l’entusiasmo di chi gli è davanti, ma andando a studiare maggiormente la figura del maestro. Lo sente parlare di Kusa, sente l’orgoglio di lui e le labbra del genin si arricciano leggermente in un sorriso. Uno sbuffo. <… Perché sono poche le persone che scelgono di vedere veramente, Yukio-Sama. Io mi sono fidato di voi, che siete mio maestro, mio mentore e il mio Kage. Vi ho difeso da qualsiasi offesa. E per questo Sango per poco mi ammazza con le sue stramaledette carte. Ma sarei morto volentieri, se per difendervi> e anche queste sono parole sentite, parole che fanno gonfiare il petto d’orgoglio, pronunciate e dirette agli occhi dell’altro. Nei propri si accende una fiamma. E poi arriva il discorso di Sakir che gli fa cambiare completamente espressione. Digrigna i denti e si prende il buffetto di Yukio. <Non è per la mia vita. E’ per ciò che mi ha detto. Mi ha fatto male essere pugnalato da quello che credevo essere mio fratello. Sapete come avrei agito se fossimo stati a parti invertite?> va a chiedere all’indirizzo dell’Hasukage. Digrigna i denti ancora nel porre quella domanda. C’è un’evidente e malinconica delusione nel suo dire. <… Gli avrei teso la mano, dicendogli che ho ancora fiducia in lui. Perché di questo si è trattato. Ho chiesto la sua fiducia. E lui mi ha offeso profondamente, passando sopra ad ogni nostro legame. E questo mi ha fatto male> sincero, schietto, perfino spietato. L’altro discorso, invece, gli dipinge un punto interrogativo gigante sul volto. Sbatte gli occhi, lasciandosi portare dagli interrogativi. <… Che danno, Yukio-Sama? E chi è Akendo?> visto che il Rikkudo Sennin lo conosce con questo nome, non con quello proprio. Agli altri discorsi, quindi, tace, facendosi più serio. Lascia che Yukio parli, ponga condizioni e che il Pierrot esca da sotto la scrivania. Guarda tutto con attenzione e solo dopo prende parola. <Qualsiasi cosa, chiedete pure. E se posso darvi una mano con i vostri progetti, sappiate che potete contare sulle mie abilità, sulla mia discrezione, persino sulla mia vita> è una risposta già di per sé, insomma. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] [Stanza Yukio] La sigaretta ritornerebbe tra le proprie labbra alla richiesta di Katsu, metterebbe la mano libera dentro la tasca dei propri pantaloni tirando così fuori il pacchetto di sigarette e lo zippo, consegnandoglieli tra le mani. Con la destra nuovamente libera sposterebbe un posacenere dalla destra della scrivania alla sinistra così che anche Katsu possa ciccarci sopra "Una cosa simile. Di norma i genjutsu sono unicamente illusioni, ma alcune tecniche possono danneggiare permanentemente un bersaglio a livello cerebrale" Sollevando nuovamente spallucce come un bambino "Dare la vita per una persona che si ammira... Non sentivo tanta stima da più o meno settant'anni" Si, non ha sbagliato a fare i conti, in nessun modo. "Mh ma su come si è comportato ti do ragione eh" Facendo un ennesimo sorso di birra ed un tiro alla sigaretta "Ma sai, le persone sono diverse, io reagisco in base alla giornata per esempio, tu in un modo, lui in un altro. Si, ha mandato a puttane il vostro legame, ma per me... Ritornerete ad essere compagni come prima e a fare delle missioni assieme, chiamalo sesto senso" Chiamala preveggenza "Ma per me prima o poi accadrà" Un occhiolino d'intesa verso lo stesso Katsu, andando a prendere l'oggetto che il Pierrot ha staccato da sotto la scrivania togliendo la maschera da quel sacchetto in velluto nero. Una maschera risulterà visibile e vista ogni tanto su dei manifesti di ricercati o tra sentito dire, una maschera che ha unicamente una taglia sopra senza alcun tipo di motivo. La poggerebbe vicino al posacenere lasciando che lo stesso Katsu possa visionarla "Il danno che avrei avuto una traditrice tra le mie fila... E parlo di persone private e affidabili" Indicando il pierrot alle sue spalle. La maschera lascerà ricondurre a Katsu soltanto la cifra che c'era sopra a delle locandine, 120'000 ryo di taglia, poca roba no? "Soltanto che ora non hai più una possibilità, data la tua fedeltà ed il tuo interesse" Mostrando i propri canini, lasciando che i propri occhi calino sugli stessi di Katsu, restando fermo a fissarlo in quei secondi di attesa "Entrerai a far parte dei Pierrot" Chiuso li. "Akendo è il Rikkudo, quello che mi hai detto se la fa con Sango, anche se già lo sapevo. È un mio allievo" Si, parliamo di anni, decenni, passati da quando è stato il suo sensei prima che potesse prendere il rinnegan. "Comunque, per Sakir... Mal che vada vi farò fare prima uno sfogo tra di voi, almeno vi chiarite su un paio di cose" Non è male come idea, farli cadere in un genjutsu senza che se ne accorgano per farli sfogare, top. [ck on] [Stanze Yukio] Afferra il pacchetto di sigarette, ne tira fuori una, la porta alla bocca ed afferra lo zippo. Lo fa scattare ed avvicina la fiamma alla sigaretta, incendiandone la punta, per poi richiuderlo ed appoggiarlo di nuovo sulla scrivania, andando a porgere tutto nuovamente al suo proprietario. <Grazie> va a recitare semplicemente sbuffando il fumo di quella nicotina che sta contribuendo alla sua calma. Sente dunque le informazioni sui genjutsu. Annuisce, quindi, diligentemente. <Affascinante. Io stesso devo allenarmi e diventare più forte, Yukio-Sama. Devo diventare invincibile, intoccabile. E comincerò parlando con Mekura Hyuga, ammesso che non voglia uccidermi anche lei. So che lei è esperta di evocazioni. Voglio capire meglio alcune cose, muovermi in tal senso, per cominciare> è un progetto, il suo, che sta condividendo con il mentore. E poi ancora spalanca gli occhi, stupito dalla successiva affermazione di Yukio. <… Settant’anni, Yukio-Sama?> se lo guarda con tanto d’occhi e l’ombra dell’ansia sembra farsi meno leggera. Porta la sigaretta alla bocca e va a sbuffare fuori fumo, ciccando nel posacenere. <… Quanti anni avete, se posso chiederlo?> curiosità, ora, che trova e prende il posto di quell’ansia. E di nuovo Yukio parla di Sakir. E di nuovo lui si innervosisce. Scrolla le spalle, alla fine. <Non ho niente in contrario a combatterci insieme. Non l’ho rinnegato io. Siamo affiatati. Non è necessario volersi bene, per esserlo. Farò ciò che devo e ciò che voi deciderete> va a scandire. C’è diligenza nel dire, non formalità, ma spirito di sacrificio e pragmaticità. E poi tace perché quell’annuncio arriva come uno schiaffone. I Pierrot. <… Accetto> proferisce, senza scomporsi minimamente. Pone il capo sulla maschera che gli viene porta e tira un’altra boccata dal filtro della sigaretta. Annuisce. <… Chi sono i Pierrot? Cosa fanno? Qual è il loro scopo?> è solo in un secondo tempo, meno preoccupato, ora, che chiede. E’ più curiosità, dato che la fiducia in Yukio è cieca, ormai. E poi c’è quell’annuncio su Akendo. Spalanca gli occhi e li sbatacchia a quella rivelazione. Passa ancora la sigaretta alla bocca, portandola a metà e ciccando ancora nel posacenere. Non dice nulla, semplicemente si guarda Yukio in maniera totalmente stupita. Espressione che poi lascia lo spazio ad una più pragmatica. <Non temo il confronto, Yukio-Sama. Se ritenete sia opportuno, non mi sottrarrò> è ciò che semplicemente dice. Orgoglio che sottostà al parere del sensei, che si mette da parte, ma c’è sicurezza nel proprio dire, adesso. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] [Stanza Yukio] "Mekura?" Abbozza una risata "Se la incontri, portale i miei saluti... Una mia cara amica" Ex. Per dirla tutta, ma vabbè "Ti interessano delle evocazioni in particolare, quindi?" Più incuriosito lui stesso di ciò che sta dicendo Katsu in questo piccolo spazio di sicurezza ed intimità tra i due, senza problemi di orecchie in eccesso se non quelle del Pierrot "Mh bho, più di cento, credo, ho perso il conto" Muovendo le dita, però iniziando a contare a decenni non ad anni "Mh, se accetti..." Spalancherebbe le braccia, scoppiando in una fragorosa risata senza versi. Il Pierrot, alle sue spalle, anch'esso inizierebbe a ridere ma a differenza di Yukio immetterebbe del chakra nelle sue corde vocali, lasciando cadere in una sottospecie di illusione lo stesso Katsu, il quale si ritroverebbe costretto a ridere senza alcun motivo, una di quelle risate da tenersi la pancia dal dolore che provocano i suoi muscoli alla contrazione, ridendo, ridendo, mentre Yukio... "Partiamo prima sul... Chi sono." E come se non bastasse, lo stesso Yukio andrebbe a generare una illusione su Katsu, immettendo tutto il proprio potenziale nel Genjutsu per farlo cadere nel proprio mondo parallelo. Solo loro due, un luogo scuro, resta solo la scrivania su cui sosta Yukio e Katsu sulla sedia, il pavimento è nero, le pareti, il soffitto, un luogo completamente nero mentre la risata in lui continuerebbe per forza di cose "Fa ridere, non trovi?" Prima di tutto, destabilizzare Katsu. Deve essere pronto mentalmente e questa è una delle condizioni. Il pavimento buio sotto Katsu cederebbe, lasciandolo cadere nel vuoto nel mentre lui stesso continuerebbe a ridere. Una situazione tetra che, tralasciando il gejutsu da risata, darebbe un forte senso d'angoscia e di nervosismo. Yukio rimarrebbe sulla scrivania osservando Katsu precipitare in un baratro infinito. In quella discesa a tutta velocità Yukio comparirebbe a tratti con il proprio volto in sfondo "Siamo semplicemente... DEI PAGLIACCI, KATSU!" Comparirebbe Yukio in un flash che farebbe girare delle palline rosse stile giocoliere, le lancerebbe contro Katsu lasciando che esplodano, una esplosione che sarebbe molto ma molto simile a quelle delle carte bomba, ma senza danneggiarlo in alcun modo; mentre lui... Tra una risata e la caduta libera in quel baratro, si ritroverebbe vincolato. "SIAMO DEGLI... INTRATTENITORI, KATSU!" [FREEZ]
Giocata del 12/07/2020 dalle 21:28 alle 23:56 nella chat "Palazzo del Governo"
Continua in quel suo fumare, in quello sbuffare, portando la sigaretta ancora alla bocca e tirandone avidamente ed in maniera abbondante dal filtro. Ciò che ne segue è uno sbuffo copioso e la mancina che si gira ancora verso il posacenere per andare ad eliminare completamente la cenere in eccesso. Nel frattempo sente le parole di Yukio e scuote la testa. <Non so ancora cosa mi interessi, Yukio-Sama. So ciò che si sa dall’accademia, niente più. Per questo devo vederla, parlarci se ci riesco, farmi spiegare molte cose. E’ l’unica evocatrice che conosco e a cui sono stato indirizzato. So che ha evocato un serpente di sei metri. Un punto di partenza, insomma> scrolla le spalle con sufficienza e concede quell’intimità col proprio sensei. E quando lui fa il conto degli anni ed espleta l’età ancora una volta sbarra gli occhi. E alle mille domande e curiosità che gli sovvengono nel cervello, impone di restar dove sono. Non chiede oltre, non si informa, sceglie per la prima volta di non sapere. Anche perché non ha molto modo di far domande. Sente quella strana risata di Yukio, ma è verso il Pierrot che volta. Ci vuole un po’, più o meno il tempo che il genjutsu del Pierrot raggiunga le sue percezioni cerebrali, perché si accorga di essere sprofondato in un genjutsu. <AHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH> comincia a ridere senza alcun motivo e senza poter fermarsi, l’addome che si contrae e provoca dolore. Digrigna i denti, ma niente, gli viene da ridere. <Ma che diavolo fate, Yukio-SamAHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAH!> ride a crepapelle. E niente, prima che possa anche solo tentare di difendersi la stanza cambia. Pareti nere, tutto buio, una sola scrivania. E Yukio che parla dall’esterno. <AHAHAHAHAHAHAHAHA NO, NON FA RIDERE YUKIO-SAMAHAHAHHAHAHAHAHAHHA AHAHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAH> niente, non riesce a smettere e la percezione di essere sotto quello che può riconoscere essere il genjutsu di Yukio per stile si fa strada. Ed eccola l’ansia che torna a bussare alla porta, ecco l’angoscia che si fa strada. E contemporaneamente quella risata che gli toglie il respiro. Digrigna i denti. <DEGLI INTRATTENITORI, YUKIO-SAMAAAHAHAHAH? AHAHAHAH AAAAAAAHAHAHAHAHHAHAHAHH!> ride, continua, prigioniero del proprio corpo, mentre quel faccione inquietante compare e scompare e lui non può neanche urlare perché l’istinto di ridere è troppo forte. Ma la mente è lucida e l’odio per i genjutsu stessi fa il resto. Perché andrebbe a cercare la propria coscia destra, ad estrarne un kunai. Se vi riuscisse, ecco che andrebbe a tentare di piantonarselo poco sotto la spalla destra, prima del bicipite, con forza che vorrebbe far penetrare ben più della punta. <AAAAAAAAAAAAAAAAAAH! AHAHAHAHHAHAHAHAHH> ride ancora, precipita nel vuoto e ben poco si cura del fatto che sia una prova. Ora vuole sopravvivere. Tenta di indursi quel dolore. <IO AHAHAHAHAHAH LI ODIOOOAAHAHAHAHAHAHHA I GENJUTSU AHAHAHAHAHHAHAHAH> va a scandire, all’indirizzo di chi potrà sentirlo. E niente, ammesso fosse riuscito, prima, tenterebbe ora di tirar giù quel kunai e strappare quanta più carne, tessuti, legamenti possibili. Maggiore il dolore, maggiore la possibilità di liberarsi. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] Nell'illusione tutto procederebbe secondo i piani, Yukio comparirebbe e scomparirebbe ad intermittenza lasciando più e più volte la propria immagine residua in quel baratro che sta creando appositamente per Katsu. Un solo genjutsu svanirebbe, quello del Pierrot il quale lascerebbe libero il Seiun dalla risata lasciando che rimanga unicamente intrappolato nell'illusione del Tessai "Pf... Katsu..." La voce di Yukio rimbomberebbe in quel baratro, in quella caduta Katsu si ritroverebbe a testa in giù in caduta libera con la propria arma che si sta conficcando più e più volte nel suo corpo. Yukio comparirebbe in piedi, quindi in verso apposto rispetto a Katsu che si ritroverebbe con la testa verso il basso, in quell'illusione il tempo verrebbe fermato solo per loro due, il volto di Katsu si ritroverebbe alla stessa altezza di quello di Yukio in mezzo a quel baratro buio. Una serie di rollfilm comparirebbero dall'oscurità iniziando a mostrare alcuni percorsi della vita di Katsu, quasi tutti i suoi ricordi, la maggior parte, lasciando intaccati quelli più personali andando a mostrare in modo più dettagliato degli avvenimenti che per lui possano essere più dannosi, vecchi ricordi che se riesumati potrebbero destabilizzarlo ancora di più. I due si ritroverebbero fermi mentre quei rollfilm inizierebbero a scorrere sullo sfondo nero, intrecciandosi, mostrando il vario passato. "Per uscire da una mia illusione... Dovresti ammazzarti..." Faccia contro faccia, pochi centimetri separerebbero i due messi all'incontrario. Un sorriso da vero bastardo quello che andrebbe a comporsi mentre entrambe le braccia si allargherebbero "Per prima cosa, devi essere in grado di sopravvivere a qualsiasi tuo ricordo... Mi dispiace, ma questo è uno dei requisiti... Non posso permettere che un mio amico possa essere succube dei Genjutsu simili a questi, quindi... Buon abisso" Le mani impatterebbero tra di loro sopra la testa del Tessai, il tempo riprenderebbe a scorrere inesorabile e Katsu continuerebbe nuovamente la propria caduta nel baratro buio lasciando che tutti i rollfil mostrino i ricordi più pericolosi e dannosi per lo stesso Katsu, uno dopo l'altro, una storie che si riavvolgerebbe, rimostrandola allo stesso possessore dei ricordi. [same tags] Consapevole di essere intrappolato in quei due genjutsu e lui comincia a ridere, continua, l’addome brucia e l’incapacità di reagire lascia il posto ad un tentativo di liberarsi. Buca quel braccio, lo buca anche nella realtà. E se nella realtà vi fosse davvero riuscito, rivoli di sangue dovrebbero cominciare non a colare, ma a zampillare dal suo braccio malandato. Ma è l’ultima cosa di cui avvedersi, perché la voce di Yukio diventa quasi insopportabile nella propria testa. E’ la voce di quel sensei, di quel demone sadico al quale deve resistere. Ansima ed urla, finalmente libero dall’altro genjutsu. Urla, urla liberamente sprofondando nell’abisso, conscio di poter fare ben poco e di botto, zam. Il tempo di ferma, la caduta arresta brevemente e il comparire della faccia del proprio sensei ad un centimetro dalla propria per poco non gli provoca un infarto. Digrigna i denti. Ed eccoli quei film che partono, il cuore gli si apre, la mente gli si apre, si schiude alla volontà di Yukio stesso. Ed eccolo quel rancore portato alla propria madre che lo ha tenuto lontano dal mondo dei ninja per paura di ciò che ne potesse conseguire. Digrigna i denti, mentre quelle diapositive gli si materializzano davanti, come delle sfide. <NON E’ COLPA TUA, MAMMA! VOLEVI PROTEGGERMI!> glielo ringhia contro a quel ricordo che tenta di insidiare la propria mente. I battiti del cuore si fanno pesanti. E urla anche se ha Yukio a due centimetri di distanza. Lo guarda, anche. C’è sfida nel volto, adesso. Perché si tratta di sopravvivere o morire ed il risultato è solamente uno nella testa del Seiun. <… Quindi… quindi mi state proteggendo ancora una volta, non mi volete uccidere…> digrigna i denti nel sentire gli intenti del Sensei e il cuore diventa appena più leggero, prima che quell’augurio preceda un nuovo riprendere del tempo e una caduta apparentemente senza fine. Digrigna i denti e il fiato gli muore in gola. Non per la caduta o la mancanza d’aria, no. Perché davanti gli occhi gli si materializzano gli eventi vissute sulla nave quella sera. Ed eccoli quegli individui dagli occhi gialli fare a pezzi ogni singolo Seiun nella loro stessa magione, ad Ame, i ninja Yakushi, eredi di Orochimaru. Diapositive che scorrono e il nonno… il nonno è morto. E si va avanti. Un individuo con gli occhi rossi e i tre puntini in essi che tiene in braccio la bambina e la sgozza da orecchio a orecchio. <NO!> ringhia, come a voler cambiare quel ricordo stesso. Tenta di allungare il braccio, anche, come a voler fermare tutto. E di nuovo forward. Eccola la piccola Yuki, la mamma di Katsu, con la sorella maggiore, che corrono via, voltandosi. Sono inseguite da qualcuno. Qualcuno che tocca la sorella della mamma esattamente sulla spalla e boom. Morta. Cade come una foglia. Ed ecco la rabbia che monta a frotte, come un’eruzione. Un incubo che porta di nuovo avanti nella stessa sequenza. Ed eccoli i morti che chiedono vendetta a Katsu, spettatore nel corpo della madre. Chiedono vendetta per il massacro e la voce del Seiun che giura. <E COSI’ SARA’! IO VENDICHERO’ OGNI SINGOLO CONCLANNATO CHE E’ MORTO. UCCIDERO’ I COLPEVOLI.> e ripromette, ribadisce. Ed eccolo il motivo per andare avanti. Trovato. Il motivo che gli consente di domare le emozioni, di sottometterle ancora al proprio comando. E si passa ad un’altra clip. Il volto di Yosai compare, gli fa raccomandazioni. E se questo potrebbe sembrare un ricordo positivo, ecco che il magone scatta nel corpo del Seiun. <TI RITROVERO’, AMICO MIO. NON SEI MORTO> una risposta pronta, subitanea, un senso di solitudine e desolazione del quale viene a capo. E si passa avanti, la clip è quella di Sakir, vari ricordi, di varie battaglie e quindi quello in cui pochi giorni or sono lo tratta come spazzatura, minacciandolo di morte e quasi decidendo di agire. La rabbia, ancora, ma il meccanismo, ormai, è appreso. Chiude gli occhi, li strizza. <TU HAI SCELTO QUESTO, NON IO. NON MI FA’ EFFETTO.> ringhia. Ed ecco che, come in un film, ci si appresta al gran finale. Il falso dio in tutta la sua pienezza che, a cinque centimetri di distanza proferisce “kai”. Esplosione e dolore, le cure, la perdita di conoscenza. <AHAHAHAHAHAHAHHA> stavolta è lui a ridere. E senza bisogno di genjutsu. <IL DOLORE MI HA RESO PIU’ FORTE!!!> glielo ringhia contro a quell’immagine. Finita? No. Il colpo di scena è appena stato servito in un moto di crescita mentale che porta al gran finale. Eccolo Katsu che, in cima ai monti ardenti, sbaglia la propria mossa, posiziona il sigillo appena prima, confusione, morte e via, avanti, al risveglio. Lui in cima ai monti ardenti che cammina e si rompe le mani tirando pugni alle rocce e bestemmiando tutto e tutti. <DAGLI ERRORI SI IMPARA> accetta quei ricordi, li accetta come parte di sé. Precipita nell’abisso, ma non si lascia sconvolgere perché quella prova la deve superare. Digrigna i denti e tra i ricordi c’è che l’abisso stesso, con la faccia di Yukio. La paura. <YUKIO-SAMA E’ IL MIO SENSEI, IL MIO KAGE E MIO AMICO. E IO GLI AMICI NON LI TRADISCO. LA PAURA è NIENTEEEEEE!> ringhia contro e… si sente leggero come una piuma. <AHAHHAHAHAHHAHAHAHHAHAHAH!> ride, adesso, perché la consapevolezza che il passato non possa nuocere, di essere cresciuto, di essere altro, prende strada. Quasi come ad essere nuovo. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] I film che raccontano la storia di Katsu continuerebbero a uscire e a scorrere avanti ai suoi occhi, intrecci, di ricordi, la famiglia, i suoi amici, i fallimenti e tutte le conoscenze che ha avuto in passato fino ad oggi. Una smorfia ricca di soddisfazione farebbe la sua comparsa in quello sfondo di nero che avvolge Katsu tra quei filmroll. "Bravo bimbo... Urla... Fammi vedere dove vuoi recuperare... Continua..." Si, gli piace, e non poco. Un accumulo di ricordi pure per lo stesso Tessai il quale immagazzinerebbe tutti i ricordi più dolorosi per lo stesso Katsu. I rollfilm andrebbero infine a bruciare, una corrosione li lascerebbe svanire nel nulla lasciando che Katsu arrivi quasi alla fine di quel baratro, sospeso in aria da. "splot- splot-" Una serie di spuntoni gli perforerebbero la carne sulle braccia e sulle gambe, tenendolo sospeso a due metri dal suolo nero e lucido, quattro arpioni che gli hanno trapassato la zona del bicipite e delle cosce. Da quella posizione potrebbe notare come Yukio ha difronte a se un archivio a colonna, una singola colonna con il nome ed il cognome di Katsu; inserirebbe all'interno una cartellina marroncina, chiudendo quel cassetto in alluminio lucido. Non direbbe una parola, un semplice silenzio tombale e Katsu in quel momento non avvertirebbe assolutamente niente di doloroso in quell'illusione anche se trapassato mentalmente, forse "In questo modo... Saprò come aiutarti..." Ruotando il proprio corpo per avere difronte a se il volto di Katsu a due metri di altezza, alzerebbe il proprio visino puntandogli contro le proprie iridi cremisi "Passiamo alle cose concrete...? Non. Urlare." L'illusione cadrebbe in men che non si dica con uno schiocco di dita. Fa male; fa veramente male il braccio destro, ed anche il sinistro, ed anche... Entrambe le gambe. No, non era una illusione, è realmente trapassato da parte a parte sui quattro arti tenuto sospeso dalla sua innata lasciandolo a mezz'aria. Possibile vedere il Pierrot ancora li, seduto sulla scrivania, ma Yukio, è diverso. Una lunga cappa nera avvolge completamente il corpo del Tessai, dita lunghe ed affusolati che ad ogni movimento scrocchierebbero emettendo dei disumani rumori di ossa che si spostano e sfregano tra di loro, una pellicola di corazza nera che ad ogni passo emetterebbe un fastidioso rumore. La bocca è chiusa da una sottospecie di maschera nera simile al volto in aspetto, unicamente gli occhi cremisi sono distintivi di Yukio. Sceso dalla sua scrivania andrebbe a muovere quei tre passi per avvicinarsi a Katsu. La mandibola lascerebbe aprire quella maschera, uno spacco attorno alla propria bocca la quale mostrerebbe dei pezzi di sangue che cadrebbero al suolo in forma solida lasciando la visione dei denti aguzzi e pieni di sangue nero che gocciolano al suolo. Un'alito gelido che fuoriuscirebbe dalla propria bocca ed un'energia nera con delle sfumature violacee esploderebbe dal proprio corpo "Devi convivere anche... Con me" La voce è più bassa del solito, meno allegra, profonda come se provenisse direttamente dall'Ade, proprio dal luogo dal quale quel maledetto Kami ha donato i Kokketsu. La mano destra avvolgerebbe il viso di Katsu, steso e sospeso a mezz'aria, appiccicandosi sulle sue guance, a contatto quella mano è come il ghiaccio, affilata "Nemmeno io ti tradirò mai" Momento... Sentirselo dire da un demone la cosa non è che sia quanto rassicurante, ma dettagli. "Avrai ancora la protezione del mio... Anzi, nostro collega fino a quando non sarai più sotto pericolo... E lui, ti aiuterà a resistere al dolore" Il Pierrot in quel momento si solleverebbe dalla sedia con uno sbuffo, aprirebbe il cassetto della scrivania del Kokketsu andando ad estrarre due semplici coltelli da combattimento, facendoli roteare tra le proprie mani "Sei pronto per la tua nottata di iniziazione?" [same tags + innata on ambient] E quei ricordi passano, ma lui glieli dona volentieri. Non ha segreti ed una sola persona può dire di conoscerlo come Yukio: Yosai stesso. E lui urla, si dà la carica, reagisce. Ed ecco che sente ancora la voce di Yukio. Digrigna i denti e poi gli manca il fiato. <Ah..> uno sfiato, un piccolo respiro che viene buttato fuori dalla bocca e poi il silenzio. La sensazione degli spuntoni gli toglie il fiato. Gambe e braccia, non punti vitali e se ne rende conto. Ma il dolore è altissimo, alto come ne ha provato una sola volta in vita sua, quando ossa e tessuti erano completamente fusi dall’esplosione del falso dio che Yukio ha visto ed è stato operato. Ed è precisamente questo che gli consente di resistere. Le forze vengono meno e il corpo inevitabilmente si abbandona. Digrigna i denti, si impone di restare cosciente, di resistere, di non lasciarsi andare, il nome delle convinzioni appena professate. Osserva Yukio in quel suo strano fare, con quello scaffale e quella cartella col suo nome e di nuovo quella voce. Non v’è paura. Sente la raccomandazione e la tiene a mente, se lo impone, lo segue, benchè Yukio l’abbia infilzato come un puntaspilli, lui gli rimane fedele. Puff, l’illusione cade. Lui non è più nell’abisso ed è sospeso a due metri d’altezza. Yukio non c’è più, al suo posto un essere con la sua voce , una cappa e una maschera. Sangue. E quell’essere gli provoca terrore. Almeno da principio. Osserva, senza aver forza per dire o fare nulla, ma con la sola convinzione che sì, deve sopravvivere. Osserva il sensei avvicinarsi e c’è un malsano masochismo, una malsana curiosità, che lo porta a roteare gli occhi a cercare ciò che c’è sotto quella maschera. Il respiro si fa pesante, ma lui si costringe a restare lì, a non lasciarsi andare. <Lo… lo faccio ben volentieri…> sente quel tocco gelido sulla propria faccia, osserva quel sangue uscire. Paura, paura c’è, ma non lascia che questa lo controlli. E’ lui che controlla la paura e anche il dolore, ora. <… Voi… potrete avere… qu-coff, coff…> il respiro manca per qualche momento, ma lo sguardo è fermo. <… quegli abiti. Ma siete sempre Yukio-Sama… il mio maestro…so…so chi siete… e io sono il vostro… mastino… lo avete detto voi… vi dimostrerò di essere… coff…> tossisce brevemente, ma si riprende. <… degno… di tale nome…> lo sguardo va quindi sul Pierrot e sui coltelli. Paura e ancora paura. Ma la mente è pronta con la consapevolezza di doversi spingere oltre i limiti. <.. Cosa mi aspetta?> chiede quindi. Paradossalmente è quasi divertito, ora, in una maniera sadica, masochista e ingiustificata che Yukio potrebbe anche riconoscere, forse, come propria. L’ha assorbito, lo sta assorbendo, in altre parole. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin] La propria dentatura si serrerebbe lasciando che i denti acuminati si incastrino tra di loro, lievi rivoli di sangue nero colerebbero da quelle piccolissime insenature, una espirazione nasale lascerebbe scorrere ancora dell'aria gelida mentre la propria dentatura viene mostrata in un sorriso "Questa è una cosa da... rettificare" - "Questi- sono- i miei- veri abiti-" Della serie: abituati. "Non ti ucciderò, mai dovrai sopravvivere a cose molto peggiori nella tua vita. Non avrai segni sul tuo corpo, ma stai sicuro che questa notte... Non dormirai" La testa ruoterebbe verso il Pierrot, scrocchiando ad ogni singolo centimetro di movimento delle proprie ossa "Io devo andare a finire due commissioni..." Si avvicinerebbe al tavolo, afferrando la propria maschera da Pierrot "Faccio un salto fuori da Kusa e ritorno, trattalo bene... Proprio come uno della famiglia" L'elastico della maschera verrebbe tirato e la nuca vi passerebbe attraverso, mostrando non più quel viso scuro ma una semplice maschera bianca, dei ricami che mostrano righe in orizzontale e verticale sottilissime come fossero trapuntate e due 'x' a formare la posizione dei propri occhi. L'elastico verrebbe lasciato, emanando uno schiocco contro la propria corazza "Da oggi, sei il mio piccolo e dolce mastino, ci vediamo domattina per una colazione rigenerante" Ed ecco che il Pierrot andrebbe a compiere uno scatto verso l'addome di Katsu, un taglio sottolissimo,di piccolissima entità, l'unico fastidio è il bruciore ed eventuali movimenti, più ci si muove più gli arti fanno male, buona logica no? "Ad ogni minuto, un taglio" Parlerebbe il pierrot "Ad ogni ora, un coltello nel corpo" Continuerebbe "Se collassi, so come svegliarti, se stai per morire, so come farti sopravvivere" Ed ecco che il secondo coltello si conficcherebbe in una zona del fianco non vitale "Questo è per l'attesa" All'ultimo attacco,il Tessai svanirebbe, lasciando Katsu in balia del Pierrot, nuovo collega.[END] Guarda negli occhi Yukio da quella poca distanza e ne sente il parlare. Digrigna i denti e si fa forza a sua volta per rispondere. Apre la bocca, sfiata e tace. Non dice niente, perché le parole passano di mente. Lo osserva quindi prendere quelle cose, quella maschera. <E così sia, allora…> risponde. Strascica un po’ la voce, il dolore, la sofferenza è qualcosa che sopporta. Quell’ennesimo allenamento, quell’ennesima prova è qualcosa che sopporta, perché l’obiettivo di diventare forti passa anche da lì, da quella nottata impossibile che gli si prospetta. Sbuffa ancora quando Yukio gli parla della colazione di domani come se niente fosse. Ed ecco che ancora non capisce, ma tutto prenderà un significato diverso domani. Tutto verrà compreso. <Onorato…> parole che, malgrado ora faccia decisamente economia, son sentite eccòme. Veramente onorato, veramente fedele, forse oltre ogni cosa. E quindi si dedica al Pierrot, incurante che Yukio sia ancora là. Lo vede avvicinarsi, lo vede e sente il coltello sgarargli la pelle digrigna i denti. <nnngh..> si focalizza su sé stesso, sulle proprie convinzioni, le abbraccia, lascia che queste lo portino avanti. Si prende anche la coltellata, che gli mozza il fiato e peggiora quella situazione. Sospira e sbuffa, tossisce un paio di volte, ma il Pierrot lo guarda con sfida e orgoglio. <… Io… la morte… l’ho conosciuta, mio caro> sfiata poche parole e gli sorride. Gli ride sommessamente in faccia. Sospira per la fatica, ma si costringe ad andare avanti. <… sei mai stato… carbonizzato… dalla testa ai piedi…? Sei… mai stato… un cumulo di carne e sangue… con tutte le ossa… rotte?> scuote la testa ed è sicuro della propria risposta. <… Fa’ ciò che devi…a..> chiude e riapre la bocca. <… Non collasserò… e non morirò… mettiti pure comodo…> sbuffa, ansimando pure. Rimarrà lì, in balia del Pierrot, ma non parlerà, né si muoverà. Non chiuderà gli occhi, sarà stoico e sopravviverà, perché dopo stanotte la vendetta e il sapore dell’amicizia saranno ancora più veri. [Chakra ON][Maschera: https://i.imgur.com/gE9z9Gu.jpg] [PNG: Pierrot grado Jonin][END]