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con Ren, Eryk

22:44 Ren:
  [Okiya del Crepuscolo] E' una sera di quelle fresche - di quelle dove finalmente riesci a respirare attraverso un filtro tondo e bianco. C'è una fitta costante che le trapassa il cranio da lato a lato, riversandole costantemente lo sguardo sulla vetrata opaca dell'okiya che dovrebbe dare in direzione dell'erba. E' un posto di confine, questo. Alla base del bosco dei ciliegi e letteralmente alle porte del Tanzaku Gai, il piccolo paese della perdizione che di fatto, risulta esser proprietà terrena della yakuza e di chiunque abbia un affare losco da concludere, o qualcosa da nascondere. E lei, un monet dagli abiti asiatici, sembra totalmente fuori luogo in un posto del genere. Attorno al suo tavolino basso, dove lei posa le ginocchia su un cuscinetto rosso di velluto - ci sono un sacco di persone. La metà delle maiko di Kurona, son state oramai degradate a vili orpelli per la Casa da Te - mentre Mirai e Tsuki, due giovani maiko, rimangono alle sue spalle come immense ed eleganti ombre. Quattro gemelli biondi, invece, sono seduti a gambe incrociate esattamente dall'altro lato del tavolo. Eclettica. Un illuminata nei tempi e nei luoghi sbagliati. I capelli, come corallo mozzato qualche centimetro sotto al mento, oscillano lentamente in balia del vento - mentre la sigaretta sfrigola tra le labbra esangui. Non è una bella donna. O meglio - non il classico standar di donna affascinante che avrebbe chiunque - è di sicuro una persona che si definirebbe strana. Enormi pile coperte da un lenzuolo nero sono chiuse tutte attorno, come pacchettini pronti da trasportare via. Non c'è musica, all'Okiya. Non c'è ballo. Non c'è festa. Non c'è arte. Sembra quasi sul punto di chiuderla in un pugno - e distruggere tutto quello che la sua trapassata padrona aveva costruito. Rimane in silenzio, forse nel bel mezzo di un discorso che già era stato intavolato. I ragazzini biondi, su comando, aprono la bocca e mostrano il palmo destro chiuso a pugno, aprendolo lentamente - mostrando qualcosa di roseo, metà ruvido e metà liscio. < Sono stata obbligata. > Le prime parole sono un mugugno al vuoto, abbassando pigramente il mento alla volta del tavolo in mogano - allacciando alle dita una tazza contenente un liquido nero come la pece, con schiuma color ambra. Caffè. Amaro. Occhiali che tintinnano. Ai lobi un paio di pendenti a frange, con staffette color oro che s'abbinano alla figura - una galassia d'efelidi sul setto, sulle gote, ci annega il viso con una delicatezza disarmante. Effimera. " Nessuno è obbligato. Ma capisco che è difficile guardarsi in faccia ed ammettere ciò che ci piace. " Un mostro? Pomyu alle sue spalle, con le braccia strette nel petto - muove il testone da orso metà bianco e metà nero, sghignazzando sotto i baffi. Una figura tetra, lo spettro Seimei. Un uomo, in tutto e per tutto, a cui è stata cucita una testa da peluche sul collo con un filo nero e spesso. La blusa aperta in uno spiraglietto mostra l'apice di una nota musicale. E se lei veste una semplice camicia a collo alto, coreano - lui veste un kimono privo di pieghe d'hakama totalmente nero, con l'obi bianco. Le unghiette della donna passano sul bordo del tavolo - battono pigramente sul legno. < E tu lo hai mai fatto, Pomyu? > Hai mai ammesso, d'esser un pessimo umano, pregno di peccati? [ck on][tutti i png presenti: {Jun, Jin, Jyon, Jai} - {Tsuki - Mirai}][Pomyu trasparente se ck > 65]

23:05 Eryk:
  [Vicolo - Ingresso Okiya del Crepuscolo] Giornmata impegnativa quella che ha visto protagonista il neo doku, una giornata di faccende mondane e altamente irritanti, tuttavia necessarie per la sua crescita personale. Giusto ieri ha avuto un assaggio di ciò che si sa sul suo riguardo, nozioni che non sapeva neanche ci fossero e che hanno dato un senso al passato trascorso come scagnozzo e sicario della malavita, quel passato dalla quale freneticamente scappa e che grazie a Kimi ha capito che così come è ora, sta scappando dall'inevitabile. Incredibile come sia bastato un goccio di veleno per frantumare un guscio di convinzione maturato per ventisei lunghissimi anni, eppure, nascondendosi in un villagio ninja, diciamo che non è del tutto inaspettato che sarebbe successo, a differenza della scoperta della proprietà del proprio sangue e del proprio chakra, anche se per ora la sola nozione di esso è una definizione totalmente aliena per l'uomo dal tocco allucinogeno a quanto pare. La lontata parente è stata chiarissima sul non entrare in contatto con la gente, o almeno non farli entrare in contatto con il suo sangue o il suo chakra, ma di queste due opzioni per il momento non c'è nessun pericolo che avvenga. La mattina l'ha passata facendo avanti e indietro dalla sua nuova dimora, ancora non si sa se provvisoria o meno, nel magione doku, fino all'accademia e, inutile nasconderlo, non si sente del tutto a suo agio ad aver a che fare con bambini che hanno l'età corretta per presenziare a una scuola, a differenza sua che potrebbe battere qualsiasi record per essere fuori corso. Ha parlato con un istruttore, esponendo il problema e che avrebbe preferito inoltre seguire delle lezioni private o anche solo in solitaria per potersi concentrare al meglio sul proprio sviluppo in un ambiente a lui più adatto, ed eccolo qui, davanti alla casa di tè di cui aveva sentito parlare solo da qualche cliente al ristorante dove prestava servizio fino a ieri, la sua copertura all'interno di kusagakure per quello che a tutti gli effetti è: un immigrato clandestino. La pelle così scura e abbronzata ne è un segno, così come l'accento leggermente diverso, plasmato negli anni ma mai del tutto camuffato alla perfezione. Si trova fermo davanti a quel portone con la sinistra che tiene in mano un foglietto con la persona che deve cercare mentre la sinistra scosta dalle labbra carnose quella sigaretta, emettendo il fumo dalla bocca e dalle narici come un drago cinese. Le iridi ambrate si guardano attorno alla ricerca di un posacenere per spegnere la sigaretta, dopotutto non è buon educazione entrare in un luogo privato fumando, sopratutto non sapendo con che cosa avrà a che fare. Veste una maglietta a maniche lunghe monotinta color grigio chiaro, il tessuto mostra segni di usura quindi di sicuro non è un indumento appena comprato e ormai il suo profumo che usa e il suo naturale dovuto ai suoi ormoni è intrinseco tra i fili di cotone. Il collo è uno di quelli a V, mostrando parzialmente quel petto scolpito e coperto dall'inchistro degli svariati tatuaggi che ha ad adornargli il corpo. Le gambe sono coperte da dei pantaloncini neri lunghi fino ad appena il ginocchio, esponendo l'asimmetria di tatuaggi dove solo la coscia sinistra presenta quell'inchiostro colorato a livello sottocutaneo. I capelli sono raccolti come al solito in quella corvina coda di cavallo con qualche ciuffo che casca sulla fronte, lasciando comunque visibile il viso virile così come quelle orecchie dai lobi dilatati. Si sbarazza della sigaretta e ora, con la destra libera che si chiude in un pugno, sbatte le nocche contro il portone di legno in maniera da annunciarsi a coloro che stanno all'interno.

23:22 Ren:
  [Okiya del Crepuscolo] Tanto curata, tanto delicata - che quei due coprifronte che le pendono al fianco sembrano non appartenerle affatto. Deve appartenere ad un luogo più consono ad una come lei - un luogo come questo, dove l'arte e la bellezza s'incontrano suonando uno strumento - o un altro. Dove gli uomini ricchi passano un lieto quarto d'ora ad immaginare l'esser conservatorio che è oramai andato perduto nelle ere che siamo abituati a vivere. La camicia si muove, il respiro anima d'un soffio il petto arido - annebbiando il circondario di un diradato fumo al mentolo che le sporchiccia labbra gonfie, a forma di cuore. Le ciglia adombrano le gote per qualche istante, guardando su quello che sembrerebbe un antico registro di prima nota - sopra ad un tomo di storia e politica diligentemente posato accanto a quel caffè; i discorsi di Pomyu - la decenza di tacere. Evita di spazientirsi per così poco, fino a sfiorar l'essere serafico, o arido, che effettivamente è. < Ad ogni modo. > Continua il discorso, facendo riporre le lingue ai ragazzini che sono, alla fin di tutto, niente di più che delle mute staffette. {"Mettiti a lavoro Pomyu, non abbiamo più abbastanza tempo."} Poche parole rilegate al Seimei dietro di lei che sbuffando, con un bastone di liquirizia pinzato tra le grinfie, lo farebbe traballare muovendosi verso le piccole pile occultate, trascinandole in una delle stanze adiacenti e sparendo dalla vista degli spettatori. La linguetta della rossa slitta all'angolo delle labbra, alzando ambo i palmi a richiamare l'attenzione di tutti i presenti - ovvero gli intimi. < Lo dirò una volta sola. Il Noctis, è sacro. > ... < La guerra. E' sacra. > ... <Non posso permettermi di fallire in nessun modo.> Le palpebre s'abbassano, posa la sigaretta nel bracere - lasciando che sia solo un rivolo di fumo vomitato al contrario. I fianchetti si spostano, pizzicati d'amabile carne, smonta una postura perfetta indicando Mirai e Tsuki per prime; < Voi due - ho bisogno di un resoconto su Keimusho. Quanta milizia, se hanno arcane tecnologie di rilevamento chakra - > Cose presenti, per altro, anche a Konoha - grazie all'abuso del byakugan. Il suono anche, a sua detta, ha una dobujutsu - potrebbe rilevare chakra? < In caso, non attivatelo. Rimanete limitrofe. Cercate di stilare le entrate scoperte, e la posizione degli elementi peggiori di Keimusho. Delle celle. E dei campi di lavoro. Voglio capire il più possibile. > Modulata - la voce come una carezza priva d'ogni flessione fa abbassar il capo alle due maiko che, ricevute le direttive, finirebbero per volgere il capo all'ingresso. Ren, invece - curva il capo di lato, riprendendo proprietà della sigaretta. Direbbe d'entrare - direbbe pure benvenuto, se non fossero proprio le sue maiko ad aprire. Una per lato del portone. "Benvenuto all'Okiya del Crepuscolo -" Ciglia nere come pece che lo accolgono, quattro paia - e più - un paio di rame dall'altro lato della stanza. Tira. Ed è una vampata rossa che le aleggia sul viso, facendogli cenno con la mano d'avanzare verso l'interno. Iridi come corone di spine. E pupille, che nel vedere il crine nero oscillare in una coda di cavallo - hanno un sussulto. Si dilatano. S'ingoiano. Ed è petrolio che mangia il ferro - solo per poi tornare capocchie di spillo. < Vieni pure dentro. Oggi l'Okiya è chiusa. Sei il ragazzo del coprifronte, giusto. > Una domanda che risulta piatta, la palpebra perennemente per metà calata. Immobile. [ck on][tutti i png presenti: {Jun, Jin, Jyon, Jai} - {Tsuki - Mirai}][Pomyu trasparente se ck > 65]

23:42 Eryk:
  [Okiya del Crepuscolo] Aspetta il giusto, tempo che chiunque sia dalla parte opposta di quel portone possa odire la sua richiesta tacita di ingresso e comportarsi di conseguenza. Aspetta immobile, serafico mentre quel portone si apre davanti al suo sguardo vigile e ad aprirlo sono due fanciulle dal crine nero simile al suo, niente di così strano, dopotutto è un colore comune, a differenza di quel rosso fuoco che cattura la sua attenzione involontariamente, dopotutto risalta all'occhio, diverso da quello stile fashion che gli l'ha accolto utilizza. Nota il cenno della mano, probabilmente la persona incaricata è stata già informata del suo arrivo, sarebbe strano dopotutto vedersi arrivare uno sconosciuto lì che chiede informazioni su rotoli e addestramento ninja così su due piedi, sopratutto un uomo alto e aitante come lui che potrebbe benissimo lavorare lì oppure essere un cliente fisso della casa da tè. Ancora una volta la sua ignoranza lo disarma, non sapendo esattamente con chi ha a che fare, così come successo con Kimi, tuttavia se anche lo sapesse, probabilmente il suo atteggiamento diretto e schietto non cambierebbe comunque, non tanto perchè è spavaldo o si devono guadagnare il suo rispetto, semplicemente perchè il suo modo di approcciarsi alle persone è il seguente, facendo dell'efficienza il suo stile di vita. Copre quella distanza che separa i due in una serie di passi con incedere calibrato e costante. La postura del corpo è eretta e fiera, così come lo sguardo ambrato che fissa negl'occhi grigi la rossa fino a trovarsela di fronte, con solo un tavolo a dividerli. La ascolta e al benvenuto ricambia con un educato cenno del capo, chiudendo le palpebre folte mentre abbassa la testa. Non si siede ancora, dopotutto è in casa altrui e se non gli viene detto di farlo, lui rimane in piedi e vigile come da addestramento yakuza ricevuto. < Esatto, l'accademia ha accolto la richiesta di iscrivermi, nonostante la mia età non sia più consona a quella di uno studente. > le spiega come a darle conferma, nel caso ce ne fosse bisogno, che è lui la persona che doveva incontrare. Infila il bigliettino di carta in tasca, non ne avrà bisogno dato che in entrambi i casi, la donna dal cuoio cremisi è o la persona che sta cercando a nome di Ren, oppure è stata informata e potrà condurlo da questa persona. Non fa domande stupide in quanto sicuramente lei sa lui chi è e sarà stata informata di come si chiama e inoltre se vorrà presentarsi, sarà sua libertà farlo. Anche in queste piccole cose dopotutto, la libertà individuale per lui ha la precedenza su ogni cosa e, così come la ricerca in maniera quasi compulsiva, applica lo stesso trattamento ad altre persone, come se fosse l'incarnazione del classico spirito libero o caotico neutrale che dir si voglia. Non può che non notare le lentiggini e la forma minuta della donna, anche se seduta è chiaro che parecchi centimetri la separano dai suoi centonovantadue. Inoltre stramanete, per il suo gusto estetico, quella donna così diversa è il fiore più interessante della casa da tè, ma qui si scende in argomenti che esulano dal motivo della visita dell'uomo di stasera.

00:00 Ren:
 E nella stanza adiacente, Pomyu - spacchetta quei lembi neri, sedendosi non privo di lamentele che giungono come semplici borbottii alla stanza principale. Il chakra scivola come ruscelli placidi, acqua gravida dell'elemento peculiare del clan: Onmyoton. E l'alterazione s'allaccia all'effige, la stessa speculiare che avrebbe Ren affissa all'occhio sinistro, un triangolo perennemente in bella mostra. E con esso, trasportato dal plesso solare alla destra, sfiora l'adorabile copertina dipinta d'una mezza luna su carta, un simbolico semplice - che possa esser rilegato velocemente a lei. A loro. Ad un magnifico progetto superiore - superiore ad ogni possibile aspettativa di roseo futuro. E copia dopo copia, prosegue. Il sigillo affisso alla copertina, disegnato con le dita tracciando il kanji /kankaku/ - sentimento. Come se fosse un parassita che si nutre di qualcosa - Pomyu stesso chiude gli occhi e ode qualcosa che non c'è, per nessuno - se non per lui e Ren. Una condivisione atipica, spirituale, più profonda dell'esser estremista di una religione. Ma tornando nel salone principale, Ren fa' scivolare la sigaretta tra le labbra - e gli occhi, quelle corone di piombo, sostano tra un lembo e l'altro dei vestiti di Eryk. Non che le interessi giudicarlo, non che le interessi cosa veste - ma un semplice soppesare chi ha davanti, da dove arrivi, e cosa voglia esattamente. La mancina sgancia dalla cintola di pantaloni a vita alta, dal taglio elegante, uno dei due coprifronte - quello sicuramente messo meglio, a livello estetico e non solo. L'altro, invece - è grattato. Il drappo s'è sgualcito, tant'è che è vecchio e usato. E ironicamente, lo ha solo trattato forse troppo male. < Andate da Pomyu, bambini. > Labbra rosso sangue che non hanno la minima vibrazione, semplicemente - i quattro ragazzetti, fanno cenno d'assenso con il capo - sparendo dietro la parete di riso dove poco prima solamente, è andato anche lo spettro che la segue, solitamente. E quando la stanza si svuota - finalmente oseremmo dire - gli occhi di Ren decadono come pioggia fredda sul viso del Doku - un osservare che mai punterebbe sguardo nello sguardo. Anzi divaga, perde tempo - lasciando che sia il clangore della suo futuro coprifronte a decretare chi lei sia e forse - in futuro - anche chi sarà lui. A stento ci pensa che forse, le orme di Kurona, non sono poi così distanti dalle sue. Invisibili. E ben poco interessanti. Evita il contatto diretto con gli occhi ed alla fine, è così coerente da disarmare chiunque. Il silenzio. Il vento. E questa non sembra nemmeno una casa da tè, non più almeno. C'è una luce ocra, calda - le scalda quei tratti spigolosi, tipici delle donne del nord, in una realtà differente da quella corrente. Le sopracciglia s'alzano piano, così come quella coltre di rame che ha per ciglia - puntandolo al petto, o al mento, ma mai in faccia. < Io sono Ren, del clan Seimei. > Un clan nomade e disperso, non certo il più aclamato della storia. E lei, alla fine, sembra solo una kunoichi nella media. Una che fa' semplicemente il suo dovere in modo ligio. Il capo s'abbassa, così come la destra, munita ancora della sigaretta, gli fa cenno di sedere di fronte a lei, dove potrà vedere i quattro cuscinetti usati dai ragazzetti in precedenza. Si schiarisce piano la voce, sfila la sigaretta dalle dita, lasciando cadere la cenere nel bracere. < Vuoi presentarti da solo? > Le labbra si muovono piano, a stento, mantenendo sempre lo stesso tono. Fermo. Stabile. Privo di scosse, emotività, o qual si voglia affibiare ad un essere non automa. Eppure, batte le ciglia. E le guance hanno il colorito vivo, sano - così come gli occhi, al di là degli occhialetti dorati, sembrano pigramente stanchi. < Non intendo il tuo nome, ovviamente. Quello lo so' già. > [ck on][tutti i png presenti: {Jun, Jin, Jyon, Jai} - {Tsuki - Mirai}][Pomyu trasparente se ck > 65] [Pomyu| Kankaku {Yang} Yomu no Kankaku: 2/4 - 2/4 - Chakra 61/65

00:20 Eryk:
  [Okiya del Crepuscolo] Nota come quegli occhi color piombo non lo fissino in volto, lo trova strano, anche perchè di solito chi non guarda in volto una persona è o più debole o colpevole, e se c'è una cosa che ha imparato ieri sulla sua pelle, come quel taglio che si sta ancora chiudendo sulla guancia mancina, proprio sotto quello zigomo prominente, è che in quel monto di ninja tutti sono più forti di lui. Quel pensiero rende l'atteggiamento passivo della rossa ancora più strano, dopotutto dovrebbe essere lui quello intimorito e lei sa già il suo status quo qual'è, a differenza del moro che non ha la minima informazione sulla donna se non il suo nome, a patto che sia lei la Ren che lo hanno mandato a cercare. Quel dubbio dura letteralmente frazioni di secondi, attimi anche se nella mente riflessiva e calcolatrice del doku durano un eternità rispetto alla finestra di tempo reale nella quale sono successi. Si siede dato che è stato invitato a farlo. La destra si appoggia al tavolo, lontano da qualsiasi documento, rotolo o materiale che possa appartenere a Ren per evitare di apportare qualsiasi forma di disordine. Incrocia le gambe muscolose e si siede, andando ad appoggiare le natiche sopra uno dei cuscini da lei indicate. La conferma della differenza in statura la ha in questo momento, fissandola dall'alto verso il basso anche se la distanza che li separerebbe in piedi è dimezzata dalla loro postura. < Ho una domanda prima se non ti dispiace. > inizia così la sua presentazione, sicuro che comunque le darà delle informazioni necessarie a inquadrare che tipo di persona è. < Sei la seconda persona che incontro che enfatizza il proprio clan. Ho scoperto solo ieri di avere sangue Doku nelle vene, tuttavia non vedo come questo mi caratterizzi come persona. Perchè tutta questa importanza ed enfasi? Non è opprimente? > magari ha parlato fuori luogo, dopotutto per lui il concetto di clan è estraneo a ciò che è sicuramente per Ren dato che lui non ha mai preso parte alla vita e alle dinamiche interne, anzi a quanto pare il capo clan sapeva di che cosa stava passando e teneva un dossier sul suo conto. Lo sguardo, anche se lei non lo potrà notare se non incontrando quelle iridi ambrate, mostra sincerità e puro interesse, così come il timbro vocale non mostra malizia o secondi fini in quella voca così profonda e leggermente rauca. Le narici non possono che non ignorare il sapore di mentolo proveniente dai fumi che emana la sigaretta che sta fumando la donna, riempiendosi volentieri i polmoni di fumo passivo e forse anche meglio così dato che il cocktail di profumo e ormone danno un tocco leggermente muschiato, di maschio e radice di ginseng, alla persona che ha di fronte, sicuramente un odore deciso che a chi preferisce fragranze più delicate può dar fastidio. < Senza che scendo in dettagli su ciò che ho vissuto in ventiseianni, mi è stato consigliando di iscrivermi in accademia per migliorare le mie probabilità di sopravvivenza. Sono un fuggitivo, se così si può dire, non troverai in me un ragazzino puro e casto, libero da peccati se non dispetti. Le mie mani hanno già provato cosa significa spezzare il filo di una vita che non è la mia e sono qui per evitare che mi venga chiesto di farlo di nuovo contro la mia volontà. > è la migliore risposta che le può fornire, dopotutto non sa a quali informazioni ha accesso e se Kimi ha fornito il rotolo sul suo riguardo all'accademia dato il caso particolare.

00:54 Ren:
 E in quella stanza, lontana da occhi ed orecchie indiscrete - finalmente si trovano i quattro ragazzini e l'uomo. O meglio. La montagna. Si schiarisce appena la voce, proseguendo nell'imporre il sigillo del kankaku su ogni copertina in futura vendita in tutti i villaggi, esclusa Oto che chiaramente - è ancora chiusa. Ma il piano è fecile. "Allò, avete del sakè?" No aspettate - aspettate, il piano non era questo. Questo è solamente Pomyu che divaga, annoiato, rimarcando il kanji affinchè rimanga impregnato l'intero giornale con il jutsu. Scuote il capo, molto semplicemente, ritornando sui suoi passi. "Ren ha detto che dovrebbe arrivare ovunque, insomma - le mete principali sono Konoha, Kusa, Kiri e Suna. Ogniuno di voi deve arrivarci, e nel tragitto, lasciare più copie possibili. La prima edizione è cruciale. Deve esser un lancio che nemmeno le migliori testate. Avete capito?" E dai ragazzini, uno sciame di versi d'assenso, capi biondi che si scuotono eccitati ed al tempo stesso, molto coinvolti nella causa. Alla fine, se sono arrivati a tagliarsi la lingua per la rossa, ci sarà un motivo, no? Il capo d'orso s'alza, al secondo volume, lanciandolo verso il primo dei ragazzetti che, di conseguenza, lo prende istintivamente al volo - ed inizia a sfogliarlo. Una sbarrata d'occhi. Un verso d'allarme. "Si, è scottante vero? Ho qualche dubbio, che tutti vi facciano entrare. Ma non ha importanza, non insistete, arrivate fino a dove potete arrivare - e lasciatene il più possibile sul tragitto. Molti paesi sono controllati ora come ora. Fate vedere la merce - ed in caso, venitelo a riferire a me. O a Ren." Non che siano mai troppo lontani uno dall'altro, eh. Ma tornando a noi - tornando al centro dell'attenzione e della scena che stiamo vivendo, Ren si perde nei più futili dettagli. A tratti alienata dalla realtà, e a tratti drammaticamente pragmatica. Lo spiraglio della finestra lascia uscire il fumo, ed entrare una brezza notturna tremendamente piacevole. Le carezza il viso con tale delicatezza che, di tanto in tanto, si trova percossa da un brivido lungo la schiena. Lo stesso uomo, alla fine, si scopre motivo di piacere. Il profumo, tremendamente diverso da quello di Ren, il suo modo di porsi. Di parlare. La sua postura. Ed anche le fondamenta dei suoi pensieri. Si ritrova zittita, a muovere le ciglia più e più volte- lasciando andare dalla punta delle dita il suo coprifronte al tavolo. La sigaretta abbandonata di lato che torna ad affacciarsi alle labbra - tacendo. Passano interi minuti, dove gli lascia la libertà di esprimersi come meglio crede - e dove a sua volta, si prende del tempo per soppesare ogni singola parola, ogni singola domanda. Ed alla prima, c'è solo un cenno d'assenso. Non è timida. Non è nemmeno timorosa, a dire il vero. Ed in questo potrebbe collidere e stupire chi da fuori, la osserva. Semplicemente, evita il contatto con gli occhi - per motivi che ora, probabilmente, Eryk non capirebbe nemmeno. Il fumo che le abbandona le labbra, fresco, il petto che si svuota facendole abbassare le spalle. < Trovi opprimente appartenere a qualcosa? > Una domanda di tutta risposta, alzando piano le ciglia dal petto dell'altro. Gli occhi, dal taglio ferino - sostano sul viso, carezzano i tratti - gli occhi ambrati, ma fuggono prima che possa veramente creare qualcosa. Un intesa. Empatia? No, oh - è più come se avesse un muro tutt'attorno, il più alto e spesso mai visto. Forse Ren per prima non capisce l'importanza. < Dipende, credo, dal peso che ti permetti di concedere a qualcosa. Il mio essere Seimei, di sicuro, non è l'apice e la fine del mio essere. E' il mio cognome. Il mio sangue. Ed è anche la mia dottrina, lo ammetto. Ma ci sono svariate sfumature all'interno che, non a tutti, sono concesse. > Una piccola pausa, inclinando appena le labbra. Si muovono. Finalmente. Fiorisce qualcosa in quelle sfumature pallida, forse - il piccolo fantasma d'un sorriso. < Ma non ti sentire in obbligo, Eryk. > ... < D'altrone capisco. > ... < Che cosa ti turba? Hai paura di non sentirti nel posto giusto? > Il capo scivola, ripiegato d'un quarto solamente alla volta della spalla mentre pone la domanda. E ciocche aranciate la sfiorano, lente, lasciando che la sigaretta muoia - finalmente - nel suo braciere. E libera d'impicci, le mani si sollevano dal piano in legno, spostando con la punta delle dita le ciocche dietro i padiglioni auricolari, per poi volgersi in nuove mete. < Sono i peccati a renderci la cosa più bella che esista al mondo. Non trovi? Solo peccando, ci ritroviamo più vicini agli dei. > In un modo, o nel suo estremo opposto. Issa le palpebre, sbottonandosi il colletto della camicia. < Mi dispiace. Sto divagando. > L'ammissione spifferata da un fil di labbra, lasciando la gola scoperta - appena tesa nelle nervature. Note semplici, meno invadenti - quelle di Ren. Semplice gelsomino. <Iniziamo?> [ck on][tutti i png presenti: {Jun, Jin, Jyon, Jai} - {Tsuki - Mirai}][Pomyu trasparente se ck > 65] [Pomyu| Kankaku {Yang} Yomu no Kankaku: 2/4 - 2/4 - Chakra 57/65]

01:16 Eryk:
  [Okiya del Crepuscolo] La osserva con molta cautela, è più forte di lui e il suo sguardo è vigile. Sicuramente non capisce il motivo dell'atteggiamento guardingo da parte della donna che si trova di fronte, non è timidezza, non ha motivo di averne e di sicuro non a casa sua dove è a suo agio. Certo la postura, il tono, la stazza, lo sguardo, il suo profumo.. tutto di Eryk ha quell'aura di dominio, di persona che si sà imporre e spesso, come magari accade in questo caso, sono atteggiamenti intrinsechi nella sua persona la quale compie senza troppo peso dietro, come tic nervosi involontari. Probabilmente non è neanche al punto tale di nozioni per anche solo arrivare a capire il motivo del comportamento di Ren e la segretezza è qualcosa che dovrà imparare ad utilizzare, a partire dall'attributo del suo sangue. < Trovo opprimente il destino che non decido di seguire ma che mi viene imposto, che siano legami sanguigni, di persone o in qualsiasi forma. Credo fortemente che ogniuno di noi debba prendere in mano le redini del proprio fato e tracciare per se stesso la propria rotta. Quello per me è ciò che ci rende persone vere, il percorso e gli ostacoli superati per arrivare dove siamo, sia che sia a due passi dall'inizio, come nel mio caso, o sia che sia più prossimi alla meta, come nel tuo probabilmente. > la tratta da persona, ignorando la differenza sociale che divide i due, le esperienze o gli anni stessi passati su questo piano. < Non ti preoccupare, andare fuori tema in realtà mi aiuta a registrarti come persona e non come figura astratta così lontana da me. Probabilmente potrai polverizzarmi senza che io me ne accorga, o farmi vedere la morte delle persone qui intorno.. > come effettivamente è successo il giorno prima e come probabilmente può capire dato che le sue iridi grigiastre si sono posate sui lineamenti duri del viso dell'uomo e quindi su quel taglio ancora livido. Tra l'altro ha utilizzato il termine 'persone attorno' apposta e non coloro a lui vicino dato che non ha di questi legami, un lusso che un fuggitivo non può permettersi dopotutto. < .. tuttavia parlarti così, da Eryk a Ren e non da Eryk dei Doku a Ren dei Seimei, senza formalità, titoli e imposizioni, questo mi rende a mio agio, quindi non dispiacertene> la va come a rassicurare, d'altronde lui è tale e quale a un neonato, sputato dalla peggiore e più rancida delle vagine in quel mondo con ancora il cordone ombelicale attorcigliato al collo, solo questione di tempo affinchè si stringa al punto da levargli il respiro. Kimi gli ha mostrato la direzione, ora sta a lui intraprendere il percorso necessario per rendersi finalmente libero da qualsiasi vincolo che sia del passato o morale. < Dubito che sarò una persona ciecamente fedele al potere che governa questa nazione e non eseguirò ordini che vanno contro la mia volontà. Non ho intenzione di servire ciecamente un altro padrone o di smettere di cercare opzioni alternative, anche solo per appagare il mio ego ed essere in armonia con me stesso. > la mette in guardia, dopotutto è quel tipo di persona ed è giusto che loro so sappiano prima di intraprendere qualsiasi addestramento < Se reputi che possa diventare un ninja allora questo è la cosa più vicina al credo che avete. Sono pronto. > termina così, conscio del fatto che abbia le precauzioni necessarie per trattare un Doku come lui.

01:39 Ren:
 Movimento perpetuo, annoiato quasi quello di Pomyu - il discorso con i quattro ragazzi è diventato praticamente a senso unico dove lui spiega il piano e loro, annuiscono. Uno di loro, Jin si suppone, inizia ad impilare le riviste ancora calde, chiudendone un po' nello stesso lenzuolo nero con l'effige della Yugure, o meglio, l'effige del Noctis rilegabile alla Yugure a breve. Molto a breve. Però si cura d'occultarlo tra le pieghe, almeno per ora. " Ok, ok - ma stai attento, se li sgualcisci Ren si farà venire un crollo emotivo. E per ora ne ho abbastanza. " La voce di Pomyu è un eco solamente, spigoloso e baritono, additandolo prima di rimettersi all'opera con il foglio dopo. [REN] Rimane tacita - alla fine, quale migliore atteggiamento se non lasciare il tempo e lo spazio di parlare? Odia l'accavallarsi delle parole, o il tentativo di sovrastare. La verità è che molte delle parole dell'uomo, non possono trovare di che attecchire - per certi versi. Ma d'altro canto, come potrebbe saperlo? Ren non è nessuno, se non un nome come molti altri, nella società. Solo una special jounin al servizio di una deceduta geisha, un illusionista che aveva - all'epoca - molta più voce di lei. Forse Kurona, l'avrebbe preso e rivoltato come un calzino. Come un oggetto meraviglioso da indossare e mostrare alle amiche. Ren invece, tutta l'umanità che lui chiede, non c'è l'ha. O almeno si, insita, tra le righe che nessuno riesce a leggere realmente. Ed allora, da quel cuore di labbra, esce solamente un respiro lento e controllato - andando a prender e plasmare le parole nella propria mente per poterle ricordare. Un libertino. Fa ridere che ora sia così affine a lui? Oh lei, invece, ha sempre risposto ad un padrone. E tutt'ora, sebbene in modo diverso, lo sta facendo. L'arte di non decidere. Ed al tempo stesso, abbandonarsi alle cure di qualcun'altro che sicuramente, saprà cosa fare meglio di te. < Essere ninja non è servire. Io ti do' un seme. E tu puoi decidere cos'è. Un fiore. Un infestante. Un frutto. > Ipotizza, metaforica - e lo sguardo scivola mansueto in quello dell'altro. Sembra potersi stabilizzare lí, dargli la sicurezza di non giudicarlo - e molto meglio - di non avere veramente interesse a quello che diventerà. O forse no, non si tratta d'interesse o meno - forse si tratta semplicemente di libertà. Non è questo che profetizza, Beto? La libertà di pensiero, d'agire, la libertà di sapere. Le labbra si chiudono, piano, scansando lo sguardo alla finestra e perdendosi un attimo nelle fioche luci esterno. Ne paese, ne vuoto. Alla fine, l'Okiya stessa, è un limbo. < Io direi di iniziare con i sigilli, allora. > Prende fiato, posando il palmo per qualche attimo sul bordo del tavolo. La schiena si riaddrizza appena, così che possa mostrare pienamente dal bacino in su, ogni singolo movimento - e gli occhi ritornano dritti su Eryk. < Sono dodici, e solitamente servono per innescare delle tecniche. A partire dall'impasto del chakra. > Le mani libere, in vista, li mostrano. < Uccello. Cinghiale. Cane. Drago. Bue. Tigre. Serpente. Topo. Cavallo. Scimmia. Lepre. Pecora. > Ed ad ogni sigillo le mani, abili, lo ricalcano con lentezza facendogli vedere la posizione dei palmi e delle dita, sempre differente per ogni sigillo. < È necessario che ti entrino bene in testa, perché senza i sigilli, non si attiverà nulla. > [stessi tag]

02:00 Eryk:
  [Okiya del Crepuscolo] la ascolta e a quelle forme metaforiche ride appena, interessante che abbia proprio deciso di utilizzare dei fiori come simbolo del credo ninja< O, come più si addice al mio caso, a quanto pare dato il sangue che mi scorre nelle vene, delle spine velenose che difendono la più bella rosa. > le risponde e per quanto la rossa non faccia trapelare alcun emozione dalla sua voce, non può che notare come il bruno riesca a capire ciò che dire con facilità, quasi come se avessero una storia da condividere. Annuisce alla volta della lezione, iniziando finalmente dall'abc, facendo il primo passo verso il proprio ideale. Ha una buona memoria e il fatto che Ren ripeta quei movimenti e quelle pose fa sì che il maschio li possa memorizzare. Oltre all'aspetto visivo, molto importante è la memoria muscolare quindi, non appena viene mostrato ogni sigillo, le mani dell'ex sicario vanno a copiare quelle transazioni in maniera più fluida e accurata possibile, ripetendoli a bassa voce in maniera da associare nella sua testa ogni posizione a ogni corrispondente sigillo. Sostanzialmente da quello che gli ha appena detto, i sigilli servono ad attivare diverse abilità, insieme a questa cosa che Kimi ha chiamato chakra, già dandogli una nozione sull'esistenza di diveresi tipi di chakra, come il loro, unico nel loro genere a quanto pare. Di sicuro non è qualcosa che vedere o provare una sola volta sarà sufficiente per memorizzarla, e tutte queste informazioni, che probabilmente saranno stipate all'interno di rotoli, saranno fonte di studio in maniera esaustiva fino a quando non verranno bruciate all'interno della memoria del Doku, sotto la sezione relativa agli automatismi. Nonostante è considerabilmente anziano per essere uno studente, dimostra interesse e attenzione senza uguali. Probabilmente la sessione privata di studio è la forma migliore di apprendimento, senza che allievi, giustamente meno maturi o magari interessati, possano distrarlo o rallentarne l'apprendimento delle basi. Gli occhi si alzano dalle mani esili della ragazza, notando la chiara differenza rispetto alle proprie così grandi e callose. < Ci sono. > interrompe quel silenzio solo per farla andare oltre, osservandola mentre le mani continuano a rimanere in modo in maniera autonoma, continuando ad allenarsi nelle transizioni anche mentre l'ascolta, facendo qualcosa non da tutti gli uomini: multitasking!

02:09 Ren:
 E mentre Pomyu continua, stesso movimento - stesso chiacchiericcio con i ragazzi, stesse cose di prima molto, molto semplicemente. Ren dal canto suo, ascolta - e dalle labbra trapela in bozzo di un sorriso volutamente trattenuto male, a questo giro. Che sia vanitoso? La verità è che ignora l'abilità delle salamandre, per altro meravigliosa (coff) - e quindi, nel suo silenzio, ipotizza qualcosa di troppo oltre. Troppo filosofico. Troppo romantico per le sciocche menti grezze. Lo attende però, attende che assimili i sigilli, che li ripeta, che possa iniziare a memorizzarli. < Dopodiché vengono gli elementi. Ce ne sono di diversi, ma quelli che ti spiegherò sono alla base ed accessibili facilmente da ogni ninja. Ed ilchè non vuol dire saperli padroneggiare abilmente, ricordalo.> ... < Gli elementi principali sono Katon, Suiton, Raiton, Doton, Fuuton.> Rispettivamente: Fuoco, acqua, fulmine, terra, vento. < Essi intaccano il chakra creandone una forma elementale che possa darti accesso a tecniche molto complicate, o molto semplici ed efficienti. O anche solamente a mosse che possano avvantaggiarti, guardando l'ambiente che ti circonda.> Un colpo di gola a frenare la spiegazione. Le palpebre si abbassano portando lo sguardo a focalizzarsi sul plesso solare del ragazzo. E lo indica, anche, facendo specchio nel proprio. < E a proposito di chakra.> Incalza andando a ripercorrere vecchi insegnamenti di Kurona. < È composto da due energie, fisica e psichica. Focalizzale come due sfere proprio qui, in questo punto. > Spiega. < Alchè prova ad unirle, mischiarle - e facendolo, con l'aiuto del sigillo caprino, dovresti riuscire ad attivare il chakra. Concentrati e prova.> [ stessi tag ] [nozioni off: Come spiegato da Ren, l'impasto del chakra si fa focalizzando le due forze interne ed unendole con l'aiuto del sigillo caprino, innescando dal plesso solare la fuoriuscita di chakra dagli tsubo, andando a rivestire il corpo.] [ricorda che per ora, dovrai sempre inserire la dicitura "tentativo impasto" alla prima azione e poi "chakra on" dalla seconda in poi] (chakra on, ck on, chk on, scrivilo come te pare)

02:25 Eryk:
  [Okiya del Crepuscolo] La ascolta e annuisce mentre Ren va semplicemente a confermare i dubbi che già si era posto da quei tratti di nozione che aveva avuto modo di apprendere dalla conversazione precedente dove gli è stato rivelata la sua identità. Aveva senso dopotutto che se il chakra fosse l'unione delle due forze che lo collegano , sia collegata anche al piano che abitano e di conseguenza con i loro elementi. Nota che non ha menzionato l'elemento veleno, probabilmente un elemento sbloccato solo dal fattore genetico che loro posseggono, così come Ren e il suo clan hanno accesso a un altro elemento o altre abilità della quale non ha conoscienza. Unisce le mani insieme in una sottospecie di pugno con le dita della mano destra sovrapposte al dorso della mano sinistra. Da qui estende le falangi dell'indice e del medio di entrambe le mani, premendole uno contro le altre così come fa con i pollici alla base. Chiude quegl'occhi ambrati e catapulta la propria mente all'interno del suo corpo. Rallenta il respiro e il battito cardiaco, cercando di farli entrare in sintonia l'un con l'altro come effettivamente ad unire la mente con il corpo. Il mondo all'esterno per attimi cessa di esistere, rumori e brusii di sottofondo diventano talmente lontani da non essere neanche percettibili all'udito del Doku. La luce che si rinfrange contro le palpebre chiuse pian piano sparisce, lasciando la mente in un buoio pesto. Cerca di proiettare la propria concentrazione proprio lì sullo sterno, alla bocca dello stomaco dove le ha consigliato di fare e, una volta che il ritmo del cuore e del respiro sono diventati un tutt'uno, li prova ad unire in un unica energia. Se il tentativo di impasto fosse avvenuto come previsto, Eryk a questo punto dovrebbe poter vedere dentro di se del fumo, probabilmente la sostanza alla quale è più familiare essendo un fumatore e, con il calore che il fumo porta con se, con quelle particelle della combustione, dar vita a un vero e proprio invendio che pian piano si presenterebbe come brace con quelle venature cremisi pulsanti. Il fumo catalizzatore a instigare le fiamme fino a quando da quelle braci già annerite, il fuoco dovrebbe iniziare a divampare attraverso quei condotti di trasporto del chakra all'interno del suo corpo. [Tentativo di impasto]

17:03 Ren:
  [Estemp.] Il tavolino basso le sfiora piano il ventre e la schiena ritta, permane tale - solo un fischio di vento lascia il colletto danzare pigramente contro un collo - perennemente in tensione. Si limita a tacere per la maggior parte del tempo e sembra, tra le righe, cogliere una vaga ironia vestire questa situazione. Vestire la persona che è Eryk, davanti ai suoi occhi. E allora si cura d'osservarlo tra ciglia di rame - schiudendo le labbra a lasciar andare un respiro pigro, l'anima di un petto tanto sterile, da apparire senz'anima. In realtà questa visione mefistofelica di Ren, è poco meno d'una menzogna. Le ciocche che lasciano l'orecchio destro e le carezzano il viso mentre con un cenno, abbassa piano il mento alla volta dello sterno, facendogli un piccolo verso d'assenso. < mhn. > /Bravo/. Tra le righe, incastrato come uno scomodo spinacio tra i dentini perfettamente bianchi. [POMYU] L'uomo che getta un immensa onda nell'ocra della stanza, ha appena posato l'ennesimo fascicolo di lato, riprendendone uno nuovo - posato sulla scrivania e rimarcato dal dito che disegna il kanji, nuovamente, marchiandolo. Ed una patina lo ricopre, come una copertina trasparente, risultando incredibilmente sensibile. Come se qualcosa, qualsiasi cosa, dovesse rimanerci attaccato. Rimane in silenzio, con i ragazzini - quelli biondi - che si iniziano a fermentare facendo dei semplici versetti con la boccuccia. Versi privi di significato. Versi che dovrebbero esser d'eccitazione. In qualche modo questa nascita all'Okiya, sembra creare un fermento strano. Un bilico tra il timore, ed un innata rinascita. La lingua è il prezzo minore da pagare per i rivoltosi, non credete? Gli occhi di Ren, come pallottole in canna - scivolano dal bordo nero del caffè dove si riflette distorta - facendo un semplice cenno del mento. < Eryk, ho io una domanda, per te. > Sancisce il fine di quelle nozioni, la base per poter continuare a studiare da solo - qual ora volesse. E i piccoli rotoli che la destra raccoglie accanto alla coscia contratta, posandoli sul tavolo e facendoli scivolare lentamente verso di lui, sicchè possa prenderli e proseguire in solitaria, se solo volesse. < Se tu potessi tutto, proprio adesso, cosa faresti? Quale sarebbe la tua massima ambizione. Dove arriva, la tua testa? > E lo accarezza con lo sguardo, lasciando che - lui - abbia tutto il tempo di ragionare e rispondere. [ck on][tutti i png presenti: {Jun, Jin, Jyon, Jai} - {Tsuki - Mirai}][Pomyu trasparente se ck > 65] [Pomyu| Kankaku {Yang} Yomu no Kankaku: 2/4 - 2/4 - Chakra 49/65]

17:20 Eryk:
  [Estemporanea - Okiya] Sente quel fuoco continuare a divampare e a propagarsi all'interno del proprio corpo in quella sensazione di torpore che lo sorprende dato che non l'aveva mai provato prima d'ora. Simile a come quando il tuo cuore pompa più sangue e l'adrenalina prende il controllo, ma allo stesso tempo diverso, unico nel suo genere. A quel cenno di assenso da parte di Ren spezza l'attenzione verso il suo corpo e quella visione, o meglio quella proiezione che si era palesata nella mente del futuro shinobi. Rilascia le mani, rompendo quel sigillo della pecora che saggiamente Ren gli aveva consigliato di eseguire per coadiuvare la concrentrazione richiesta per l'impasto del chakra, almeno per la prima volta. Rente il rumore dei rotoli scivolare verso di lui su quel tavolino basso e quindi, con la mano destra li va a fermare ed afferrare, infilandoli in tasca in modo che potesse poi ripassare e proseguire i propri studi in autonomia senza che debba ogni volta disturbare Ren o qualsiasi altra persona con la sua agenda, dopotutto ogniuno ha i propri fatti a cui badare, imporre i propri sugli altri non lo fa del tutto esaltare, meglio così. "Dimmi pure Ren." le risponde tornando a guardarla in faccia e, come di sua consuetudine. nelle iride color piombo anche se ormai è abituato al fatto che la ragazza dal crine rosso non ricambi il suo sguardo, non gli importa, è dopotutto la sua educazione e il suo essere schietto e sincero che glielo impone, come un codice morale da seguire che identifica la propria persona. Ascolta la domanda che gli pone e senza neanche pensarci due volte le risponde " Lo sto già facendo. Sono esattamente dove vorrei a fare ciò che voglio fare. " esordisce, prendendosi poi una breve pausa anche riflettiva sulla seconda parte del quesito e sopratutto che cosa potesse volere Ren, quella domanda sembra nascere più che dalla curiosità, dalla voglia di confronto con quelle due personalità che cozzano l'un contro l'altra. "La mia massima ambizione è essere libero. Libero di svegliarmi alla mattina e farmi un caffè senza dovermi preoccupare delle conseguenze, libero di non dover scappare, libero di decidere per me stesso cosa fare. Per realizzare questo mio 'sogno'.. no, obiettivo, che in tante persone danno per scontato, ho bisogno di essere autonomo e in grado di difendermi. Tutto qua. " la risposta è di fatto schietta e diretta, senza troppi fronzoli o giri di parole come potrà anche capire dal fatto che non distoglie mai lo sguardo e la fermezza del suo timbro vocale e dei suoi occhi. "Ascolta Ren, io sono l'ultimo stronzo arrivato. Probabilmente sei una persona importante per Kusa con le relative responsabilità e altro, non lo metto in dubbio." breve pausa " Tuttavia, alla Ren che vedono i miei occhi, questa ragazzina dalla pelle pallida con le lentiggini che le imbrattano il viso, questa Ren che cosa vorrebbe fare?"

17:54 Ren:
  [Estemp.] Lo ascolta, e quasi può percepire il piccolo flusso di chakra scorrere lento e scarno dentro di lui. Non può che fermarsi e chiedersi chi - o cosa - diventerà Eryk tra qualche semplice anno. Le ciglia su di lui divagano, sembrano sfiorar ogni spigolo dell'uomo, cercando sotto le vesti. Sotto l'epidermide. Eppure non ha inclinazioni, ne nella voce, ne tanto meno nel tono di voce che utilizza per porgli una semplice domanda. Una domanda semplice, per una risposta che lo è altrettanto. Allora vivere, è liberta. E la libertà, è il minor mezzo per vivere? C'è chi direbbe che la vita, in questa terre, è poter fare il bello ed il cattivo tempo. E chi, invece, direbbe che la libertà si può esprimere attraverso l'esser più cattivi del proprio nemico. S'affaccia a quella tazza, pinzata nell grinza dell'indice. Le labbra soffocano ogni possibile parola attraverso un sorso di liquido nero, lasciando passare del tempo prima che possa arrivare una qual si voglia risposta. < Una persona importante? > E' tutto quello che esce dopo aver abbassato la tazza, lasciando che la ceramica baci la base lignea e lasciando che questa, scompaia momentaneamente da ogni possibile attenzione. E non è una domanda. Sembra soppesare le parole, tant'è che nello sguardo si riflette l'ombra del dubbio. Cosa vuol dire esser una persona importante? Forse, più probabilmente, Eryk si riferisce al suo ceto sociale. Il suo esser una special jounin. A dire il vero, la binge eater di sentimenti - non s'è mai vista sotto quest'aspetto. E' sempre stata zero. E inevitabilmente, lo continuerà ad essere. E scuote il capo senza poter replicare, senza percepire la vaga necessità di dover contrastarlo. Di dovergli dire che sta sbagliando, a guardarla diversamente da come sta facendo adesso. La linguetta carezza le lebbra, mentre sposta il peso in avanti. Le mani sui lati del tavolo, il peso che pende alla volta del Doku; si solleva con una lentezza disarmante, lasciando andare anche il coprifronte del non più giovane allievo. < Hai una mente che corre veloce. > Constata solamente, dando una mezza occhiata alla stanza dove Pomyu - prosegue, semplicemente, nel suo sigillare opuscolo dopo opuscolo. < Sono cresciuta con l'idea d'esser una nullità. E persevero. > Ad esserlo. A vestire i panni della nullità. Non bella. Non carismatica. Non con grandi obiettivi. Non divertente. Non forte. Non debole. Terribilmente media. O forse, questo è solamente quello che vuol dare a vedere agli altri. Ed a Eryk concede un saluto migio, con l'abbassarsi del capino rosso, con le mani unite al centro del ventre. < Rimani a dormire, è tardi. Le ragazze ti accompagneranno, e ti faranno compagnia - se lo desideri. > E magari, tra sakè e chiacchere, potrebbe infoltire le sue informazioni su di lui. Sul passato. Sul carattere. Si congeda, passando da Pomyu che - inevitabilmente - continuerà ancora per molto a sigillare le riviste, prima di mandare i ragazzi in differenti posti. Ren saluta anche i cinque, con un cenno del capo. Riprenderebbe le chiavi di casa, l'interno zero - ora vuoto della presenza sia sua, sia di Zero stesso. Le osserva, facendole tintinnare nel palmo. < Se non vi fanno entrare? > Una domanda muta arriva dai ragazzini, con un punto di domanda totalmente inesistente. Le palpebre mezze calate sono lì, tra quelle chiavi. Che le manchi Ekazu? Probabilmente, in questo momento, è l'unico che vorrebbe accanto. E' emozionata. Agitata. Spaventata. E dalla ceramica rosea, non trapela niente di tutto questo. Non se lo può permettere. < Andrà bene così. Assaltate i dintorni. Domani mattina all'alba partite, e fatelo arrivare il più lontano possibile. Io accompagnerò Eryk al Villaggio. > [ e n d ]

18:11 Eryk:
  [Estemporanea - Okiya] Ascolta con attenzione quello che ha da rispondergli e probabilmente ha una reazione che non è del tutto normale. Dopotutto quando una persona ti dice che si sente una nullità e che è stata con quell'idea si prova della compassione, spesso neanche richiesta dall'interlocutore il quale ha piantato quel seme nelle nostre teste, tuttavia Eryk fa semplicemente spallucce e le risponde "Se è quello che vuoi e che desideri, a ogniuno il proprio!" una risposta tanto semplice quanto banale. Non conosce Ren, non conosce il suo passato, il passato della casa da tè dove è stato invitato a rimanere a dormire dato l'orario che si è fatto tra una chiacchiera e l'altra. A quell'invito tra l'altro si volta a guardare proprio le ragazzine con quel trucco da geisha e, in maniera molto educata, declina l'offerta, scuotendo il capo. "Ti ringrazio per l'ospitalità, tuttavia non sono qui per divertirmi. Se le tue ragazze sono abili nell'arte della manipolazione del chakra e posso insegnarmi qualcosa, allora molto volentieri. In alternativa preferirei non essere disturbato dato che passerò la notte a memorizzare i sigilli e a cercare di ripetere quella sensazione che ho provato in precedenza." la voce profonda e roca esce in maniera ferma e convinta dalla gola del Doku, convinto di ciò che le ha risposto anche se probabilmente non si presenterà più un invito del genere. Ci sono delle priorità purtroppo ed Eryk è troppo riflessivo e concentrato sull'obiettivo per far si che qualsiasi cosa lo distragga, sopratutto in un momento critico come quello dove deve al più presto ricreare ciò che ha provato per renderlo un automatismo, accelerare il tempo necessario per l'impasto, prolungare il tempo per la quale riesce a mantenerlo impastato, comporre i sigilli in decimi di secondo senza che le proprie dita si continuino a scontrarsi l'un contro l'altra quando fa quelle transizioni... per non parlare di quei rotoli che le ha appena consegnato di cui non sa neanche lontamente il contenuto. Ha troppo da fare per potersi permettere una serata di relax. Le braccia tatuate e muscolose cadono sui fianchi mentre china il busto in un inchino per ringraziare la ragazza che ha davanti. Si avvia verso le camere così come lo stanno scortando fino ache non si ferma e parla a voce un pò più alta alla Seimei ora che si stava allontanando "Ah Ren, se dovessi aver voglia di parlare, mi puoi venire a cercare al dojo Doku, penso che sarò spesso lì dato che posso sia studiare che fare palestra, inoltre è relativamente sicuro, come sai sono fuggitivo!" gliela mette giù così, in maniera bizzarra, dopotutto sembra che la ragazzina dal crine rosso abbia sviluppato un pò di curiosità nei confronti del moro. Riprende a seguire la sua scorta, uscendo così dalla scena [End]

1) Eryk si dirige da Ren, ricevendo la prima lezione.

2) Ren manda Mirai e Tsuki a far un sopralluogo a Keimusho.

3) Pomyu pone il sigillo Kankaku sulle riviste che verranno distribuite all'alba del giorno dopo nelle terre ninja


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