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Una saetta di troppo.

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con Hanabi, Itsuki

12:40 Hanabi:
  [Promontorio | Spiazzo sbruciacchiato] Il petto si alza e abbassa velocemente, le labbra schiuse a permettere una respirazione affannata. Ciocche corvine inumidite dal sudore a ricaderle disordinate sullo sguardo grigio dal taglio affilato, rigando in filamenti irregolari la pallida carnagione < Dai cazzo > un ringhio a dentini stretti, che appena visibili dietro le morbide labbra socchiuse mostrano i canini acuminati. Un ginocchio posa in terra, cosi come la mano dello stesso lato in un’apparente posizione di momentaneo riposo. L’altro piede è puntato in terra, la gamba piegata e palesemente pronta a rialzarsi. Non dovrebbe essere di ronda? Dovrebbe. Perché è li? Perché è Hanabi; e se Hanabi decide che ha bisogno di allenarsi, che ha bisogno di sfogare energie represse in qualcosa di distruttivo come il fuoco stesso, non c’è autorità che possa fermarla, eccetto la forza bruta – che chissà che non la aspetti non appena rientrerà, ma oggettivamente sono ventotto anni che subisce le conseguenze senza mai imparare la lezione -. Il giubbotto da Special Jounin è stato lanciato malamente da qualche parte, cosi come la propria maglia nera dallo scollo a V riempito in rete; indosso niente altro che un delle fasce sportive nere ben assicurate a coprire il seno florido seppur mai esagerato rispetto alla esile corporatura a lasciarle il ventre asciutto e ben delineato scoperto. Al di sotto i classici pantaloni da allenamento neri, larghi e comodi al fine di non ostacolarle minimamente alcun movimento, infilati in anfibi del medesimo colore. Tasche porta oggetti su entrambi i fianchi, cosi come porta kunai e shuriken su entrambe le cosce < .. Tsk > un lieve sbuffo stizzito, l’avambraccio che bruscamente raggiunge la fronte a rimuoversi fastidiosi rivoli di sudore dalle tempie. Cosa stia facendo? Basta guardarsi attorno. Tronchi carbonizzati giacciono qua e la per la radura del Promontorio delle Vibrazioni, lingue di terra nera a solcare l’erba in terra senza un ordine regolare. Sinuosi rivoli di fumo ad alzarsi in punti indefiniti, testimoni di incendi probabilmente sopiti per un pelo. Ed al centro di tutto questo, lei. Un fluido movimento, le gambe che si flettono riportandola in posizione eretta; una leggera brezza a smuoverle le ciocche corvine, legate in una corta coda bassa di fortuna. Respira, il petto ad alzarsi e abbassarsi, lo sguardo che determinato va a spostarsi in direzione del mare visibile da quel luogo di allenamento. Chissà che forse a forza di bruciare qualsiasi paesaggio circostante non abbia deciso che sia meno NON avere un bersaglio piuttosto che averlo e carbonizzare un ecosistema. Un altro respiro di preparazione, dunque gli occhietti grigi andrebbero a chiudersi per qualche istante. L’elemento Katon a venir richiamato per l’ennesima volta, andandosi a fondere e mescolare con il chakra presente, contaminandolo. Dunque quello stesso chakra andrebbe a fluire lungo il keirakukei fino a raggiungere i polmoni, irrorandoli, riempiendoli di quella forza esplosiva. Drago. Serpente. Tigre. Scimmia. Cavallo. Le mani sottili articolano velocemente le dita nella sequenza di sigilli necessaria con una precisione esperta e maniacale, pulita e fluida. Gli occhietti grigi a riaprirsi, puntando un punto definito davanti a se verso il mare, e dunque con un profondo respiro pregno di chakra andrebbe a sputar fuori in due espiri precisi ben DUE palle di fuoco dal diametro di 2 metri l’una. Globi che veloci verrebbero scagliati verso il mare aperto divaricandosi in una traiettoria a forbice. La fronte della Pura a contrarsi nella totale concentrazione, un rivolo di sudore a scorrerle lungo la tempia mentre tenterebbe di guidare i due globi al massimo della distanza, quasi volesse tentare di superare i propri limiti di controllo della tecnica cosi che, raggiunti 25 metri di distanza essi chiudano la forbice, impattando tra loro in tutta la loro potenza distruttiva. Un esplosione potentissima di 6 metri per globo, un frastuono affiancato dal consueto bagliore accecante. Esplosione che per una volta non sembrerebbe avere conseguenze sul territorio, se non lo smuovere le onde sottostanti per via della violenza dell’urto. E lei li, in piedi, ansimante, lo sguardo sottile e concentrato, i capelli umidi a smuoversi al seguito dell’ondata di vento. Deve diventare più forte. {PIOGGIA DI FUOCO: 2 GLOBI – portata: 25 Metri – Diametro esplosione: 6,25 metri}{Ninjutsu: 125 | Chakra 60 / 85] {Chakra ON}

13:17 Itsuki:
  [Radura] Un continuo smuoversi da quelle delle Serpi per andare a godersi i dintorni di Oto,, cosa che oramai starebbe facendo da giorni in quel cercare di distaccarsi dal mondo che lo cerca e lo brama, diversi Ryo sarebbero il compenso della sua testa, cercano entrambi a dire il vero, ma sulla taglia c'è il viso di Itsuki quindi c'è da preoccuparsi giusto la metà, nonostante si sappia che possono cambiare i connotati. Dettagli di poco conto, andrebbe in giro con quella mezza mascherina a coprire il volto appunto per metà, ma nei dintorni del Suono si sente insolitamente sicuro, curiosa quella sensazione di sentirsi effettivamente a casa instillata anche dal Kagurakaza stesso che nonostante il suo crucciarsi perpetuo di sottofondo, si sente indubbiamente a suo agio nel territorio dell'Aria, nonostante l'Insonne che possa valere come deterrente nei suoi confronti e tutto il contesto del Crepuscolo che verrà, per il quale non possono far altro che sentirsi passivamente rilassati < Sento odore di.. Bruciato, direi.. > è il commentare di Itsuki che cammina come al solito con quel passo che è una via di mezzo tra il muoversi in maniera fissa e robotica mista a quel tocco di eleganza, contagiato dall'entità dentro di lui che andrebbe rispondendogli con un fare scostante, scuotendo appena le spalle dall'interno <{ Mh, sarà il caldo, combustioni spontanee e cose simili.. }> noncurante della cosa, seppur la sua stessa espressione si rende più seria e cupa, non può essere qualche ramoscello bruciato, dev'essere qualcosa di più serio ed incisivo a render l'aria così ardente, ma potranno scoprirlo entrambi solo in quel proseguire lungo la boscaglia del Suono, intenti per l'appunto a concedersi qualche attimo di riflessione lì al suggestivo Promontorio. Indossa il solito completo ed ovviamente nessun coprifronte, rigato o meno che sia, nero e bianco in perfetta sintonia e contrasto, i capelli legati in una coda alta d'ebano che ondeggia dietro di loro e gli occhi rossastri che per qualche istante si chiudono, visto che la fiamma di un'accendino, che scatta metallico, andrebbe ad avvicinarsi alla sigaretta tra le labbra che viene illuminata in punta e brucia senza alcun intoppo, così come il circondario della Uchiha, non troppo distante da loro in quella radura. Le mani avvolte dal nero tessuto ritornano in direzione delle tasche del pantaloni riponendo pacchetto ed accendino, mentre gli occhi si schiudono nuovamente in quel non temere più i fili argentei ad infastidir i rubini, la mancina che scosta la sigaretta afferrandola con indice e pollice mentre oramai si troverebbero al limitare di quella radura, lo sguardo color del sangue che si posa sulla figura dell'Uchiha, di schiena e comodamente (s)vestita per allenarsi, non in grado di riconoscerla con semplicità, il Goryo, ma è quella sensazione di un trasalire misto tra la sorpresa ed uno spezzarsi del fiato di Eiji a rendere quella sensazione tangibile e veritiera, un dubbio che diventa certezza, mentre le palle di fuoco si sono schiantate da poco sull'acqua e regna il silenzio, così come dentro la mentre di Itsuki, che semplicemente si concede un < Ah.. > a comprendere della figura che si trova a qualche metro da loro, dall'altro lato della stessa radura, entrambi - o meglio tutti e tre - circondati dai segni brucianti dell'allenamento altrui. La cosa più tristemente ironica è l'essere rimasto a bocca aperta di Eiji stesso, a metà tra lo stupore, l'improvviso e chiaramente un filo di onesta libido, nel vedere quella schiena di lei, allenata e cresciuta con solo le fasce a coprirla, oltre ai pantaloni ovviamente <{ Non ti facevo tipo da rimanere a bocca aperta. }> incalza tramite il legame mentale il Goryo, ottenendo un <{ Tsk. }> in tutta risposta da parte del fu Principe che si riprende scuotendo appena la testa, andando ad assumere un'espressione perlopiù triste ma fondamentalmente seria, lasciando poi ad Itsuki la possibilità di annunciarsi, con quel suo tono spento ed atono che ben si addice ai lineamenti androgini < Sai, anche /Lui/ mi ha sempre detto che è un'ottimo posto per allenarsi, Hanabi.. > e chiaramente si riferisce a quel lui che entrambi conoscono, che li lega volenti o nolenti, ottenendo lo sbuffo di una risata da parte di Eiji, mentre Itsuki invece fuma da quella sigaretta con fare annoiato, osservando con ben più gusto i dintorni nerastri e consunti dalle fiamme. { ck on }

14:01 Hanabi:
  [Promontorio | Spiazzo sbruciacchiato] Il vento dovuto all’esplosione si calma, e con esso anche il furioso smuoversi delle ciocche corvine di lei. Ansima, quel petto che costretto da fasciature si alza e abbassa con ritmica ed affannata regolarità; non è una tecnica semplice, tantomeno lo è il suo controllo considerato sia l’equivalente di più palle di fuoco supreme in contemporanea. Gli occhietti grigi a restare focalizzati sul punto lontano in cui sarebbe avvenuto l’impatto, distanti, distaccati, come se non stessero contemplando veramente, persi in chissà quale pensiero; qualunque esso sia, non sembra comunque soddisfarla < TSK- > un altro verso stizzito, i canini scoperti in quel ringhiare il proprio disappunto in un implicito “non è abbastanza”. E quando mai lo sarà, per la Pura? Quando mai riuscirà a scrollarsi di dosso quella sensazione di insufficienza, di totale impotenza, di debolezza ora che suo Fratello non è più in vita per essere sconfitto? Quando mai potrà cancellare quell’umiliazione dalla propria coscienza, dell’essere schiacciata e manipolata senza poter minimamente opporre resistenza? < … > un movimento scostanza, la destra che andrebbe a raggiungere l’elastico che tiene unite le ciocche della coda per scioglierla bruscamente. I capelli corvini, liberi e umidi a ricaderle disordinati sulle nude spalle. Chinerebbe il capo in avanti, portando la sinistra a passarvi le dita in un nervoso grattare e scuotere quelle ciocche; il laccetto viene preso tra i dentini, mentre raccolto di nuovo il crine con entrambe le mani fa per rialzare il capo pronta a realizzare una nuova coda di fortuna. Ma all’improvviso tutto cambia. “Ah..” trasale, completamente colta di sorpresa. Il busto a ruotare di scatto in direzione di quella voce, i piedini a strusciare sul terriccio bruciato, gracchiando secco. Male. MALISSIMO. Come ha potuto distrarsi in quel modo? L’elastico ancora in bocca, entrambe le mani ancora a tenersi i capelli ma pronte a lasciarli in qualsiasi momento. Ed ecco che lo metterebbe a fuoco. Le iridi grigie che in istanti che parrebbero anni, si punterebbero sulla figura del moro. Un vuoto allo stomaco. Quel viso. Quegli occhi inconfondibili nonostante la mascherina. Il loro ultimo incontro. Il preambolo dell’apparizione di LUI. Di quella persona che NON AVREBBE DOVUTO TORNARE. Che NON PUO’ sopportare che sia tornato. Il ragazzo che in pochi istanti si sarebbe trasformato in Eiji Kagurakaza. Il tempo si ferma, ogni muscolo si irrigidisce. Non si muove, non parla, bloccata da una qualche forza invisibile. Lo fisserebbe con quello sguardo di fuoco celato dal ghiaccio, lo stesso sguardo raggelante che apparteneva a suo Fratello in quella somiglianza che ormai rasenta l’assurdo. “Sai, anche Lui mi ha sempre detto che è un ottimo posto per allenarsi, Hanabi”. Lui. Ha detto “lui”. Le viscere a contorcersi, un pericoloso fuoco misto all’ira a ribollirle all’interno. L’odio di quel clan maledetto, dove l’amore più sentito puà trasformarsi nel più puro odio. Un limbo sottilissimo in quegli estremi che caratterizzano il Clan Uchiha, e forse più di tutti, Hanabi stessa. I secondi sembrano dilatarsi. Cosa farà? Attaccherà a vista quello che apparentemente è l’involucro di Eiji? Fuggirà di nuovo, incapace di accettare la sua esistenza? Impossibile dirlo dalla sua espressione. Con un movimento brusco andrebbe a tirare l’elastico tra i dentini, allargandolo con una mano mentre la gemella andrebbe ad armeggiare malamente con la coda. Un paio di passaggi rapidi, le ciocche che vengono legate di nuovo lasciando che le più corte ricadano sul visino sudato. < Non mi interessa cosa pensi LUI > gelida, una freddezza insolita, preoccupante per chi la conosce. La freddezza che cela un fuoco distruttivo e incontrollabile. Lo sguardo si mantiene sul moro < … Tantomeno ho intenzione di sentirne parlare > una minaccia? Impossibile capirlo. Lo sguardo grigio squadrerebbe il moretto dall’alto in basso. Quel suo completo, quel portamento. Quel vago ricordo agli atteggiamenti di Eiji, seppur differente da egli. Una leggera fitta di nausea. Lo fissa, fissa quel suo volto, quei suoi capelli di ebano, quei lineamenti androgeni forse quanto i propri. Ed è forse proprio per quelli, per la totale assenza di Eiji al momento, che non si accinge ne ad attaccare, ne a fuggire. Tuttavia è tesa, palesemente tesa, ogni muscolo sembra segnarsi in quel fisico allenato ancora ansimante. Eppure, nonostante il disordine, nonostante il rivolo di sudore a scorrerle lungo il collo seguendone gli incavi delle clavicole, nonostante sia tutto fuorché composta in quelle poche fasce che la coprono ed i capelli a malapena legati, trasuderebbe fierezza. Una fierezza indomita, oscura, la stessa che apparteneva a colui con cui condivide il sangue. Resta li, immobile, lo sguardo a studiare Itsuki < Cosa vuoi > una domanda senza punti interrogativi. Non si fida. Non si fida per nulla. E di certo non per la taglia che ricade sulla sua testa; del resto a malapena si interessa delle vicende di Oto, figuriamoci di quelle di Kusa. Il filo di un rasoio. {Chakra 60 / 85} {Chakra ON}

14:37 Itsuki:
  [Radura] Nell'irrompere nel mezzo di quel suo non definirsi all'altezza, lei si volta di scatto reggendosi ancora i capelli, mentre lui chiaramente appare effimero come fosse un fastasma, silente e con la mascherina chiaramente calata a causa della sigaretta ma che gli cinge comunque il collo di nero. La osserva in quello stizzirsi, in quel voltarsi come una bestia colta alla sprovvista e quel suo ringhiare, quell'ardore che traspare da ogni suo movimento o parola, lascia il Goryo per qualche istante in silenzio, la osserva in maniera minuziosa ed affascinata, avendo davanti quella ragazza - oramai donna - della quale ha sempre sentito parlare da parte di Eiji, pur non potendo avere particolari dettagli. Ha sempre saputo di lei, l'ossessione nei confronti del suo salvatore lo ha portato a ricercare quel minimo di informazioni anche sulla Uchiha per poter definire il quadro stesso del Principe, per poterne sapere sempre id più, così come sapeva di Ekazu avendoli adocchiati qualche volta girare per Oto come il Team che erano, rimanendo sempre in disparte, nell'ombra, ricevendo solo qualche occhiata rossa di sfuggita da parte del fu Jinchuuriki. Ora però, è tutto diverso, quella tanto decantata figura è lì davanti a loro e sputa veleno con freddezza andando a far soffrire la figura all'interno del ventiduenne, costretta in quel nero spazio dimensionale, la quale porterebbe la dritta in maniera istintiva al cuore, quasi però aspettandoselo, mettendo quindi da parte quel colpo al cuore che son state le parole della Pura, le quali inizialmente ricevono un breve sospiro che porta con sè un grigiastro vapore al sentore di nicotina, lasciando che poi siano poche parole a rompere il silenzio < Così lo ferisci.. > ma in fretta quell'altro scuoterebbe il capo con un fare lento e perso, come se fosse sconfitto, volendo andare a rispondere proprio al Goryo, che con un che di vagamente premuroso avrebbe provato a smorzare <{ Lascia stare Itsuki, me lo merito. }> ed in tutta risposta allora vi sarebbe soltanto un lievissimo sollevarsi delle spalle da parte del Moro, che ponendo un'espressione di sufficienza sul viso incominciando a muovere dei passi ne troppo lenti ne troppo veloci in direzione della Uchiha. È insolito e quasi disarmante come Itsuki sembra quasi che non sia in grado di lasciarsi pervadere dalla paura, a lui non interessa rischiare di venir ferito o di rimetterci la pelle, le emozioni sono solo ostacoli delle quali era privo e dopo averle ritrovare si è semplicemente convinto ancor di più di non averne bisogno, un'automa privo di una capacità cognitiva inerente ai sentimenti, apparentemente finto e meccanico così come quell'incedere e la sua espressione che quasi mai si scompone <{ Attento, te l'ho già detto più volte che non è un fuoco con li quale si più scherzare ed ora che ricordo, posso solo che riconfermartelo. }> sarebbe il monito di una saggio Kagurakaza che andrebbe a rivlgersi chiaramente ad Itsuki in quel loro legame mentale, mentre la dritta del Chunin permane nella tasca e la sinistra si avvicina alle labbra < Mh mh.. > sono un paio di mugolii d'assenso che si concede in risposta mentre tira dal filtro di cotone, udibili e non mentali, andando a confermare il fatto che starà attento, ma lo farà in maniera decisamente poco zelante, considerando il suo adorare il pericolo, il rischio ed il Caos. Guardate com'è finita col ponte, dopotutto. che poi a respingere gli Anbu sia stato, praticamente parlando, Eiji stesso, poco importa visto che entrambi condividono quel modo di essere, seppur si differenziano nei modi e nella razionalità, nell'estetismo e nel sadismo. Si soffermerebbe a circa un metro di distanza dalla Uchiha, per portare la mano destra a posarsi sul petto chinando appena il busto in avanti così come ha imparato dagli inchini riverenti di Eiji, la coda scivola appena di lato per poi tornare ritta così come la figura del Mukenin < L'altra volta credo di non essermi presentato, il mio nome è Itsuki Goryo.. Kagurakaza. > attende un'istante solo, una brevissima pausa prima di andare a dire quel cognome, seppur è solo un'ereditarlo e non un'effettivo possederlo di natura, ma sono dettagli che non riferirà adesso, vedendo di andare a proseguire oltre alla figura della Special, volendo portarsi verso il limitare del promontorio stesso, verso quel baratro dove l'altro giorno ha incontrato anche la Seimei. Ed è meglio che non pensino a quella Strega, tanto meno Eiji che da dentro continuerebbe a guardare e non guardare la Uchiha, adorandola in ogni suo gesto e movenza, ogni sua parola, così distante ma allo stesso tempo così vicina. Non uscirà, non ora, non si sforzerà di venire allo scoperto dopo aver percepito il di lei astio, ma nel frattempo Itsuki si concederebbe un lieve rimuginare < Mh.. Nulla di preciso, non sono qui con uno scopo, cercavamo solo un luogo dove riflettere ma ora che ci penso... > porterebbe la dritta, che nel frattempo era tornata in tasca, a posarsi sotto il mento in quel sollevare appena lo sguardo verso l'alto, fissando il cielo terso e limpido, velato come sempre di un che di cupo però, essendo lì al Suono. Una sensazione, i colori chiamatelo come volete. La dritta torna lungo il fianco e la mancina si scambia di posto portando però la sigaretta alle labbra, permettendo a lui di tirare dal filtro per poi lasciare che il fumo venga fuori assieme alle parole stesse, dando le spalle alla Pura < Vedi... Per quanto abbia recuperato i proprio ricordi inerenti a te ed Ekazu... Non riusciamo a ricondurre dove sia... Caduto.. > si è volontariamente soffermato volendo scegliere un termine più adatto, è sprezzante del pericolo ma non del tutto folle, ecco, continuando volgendo poi solo il capo di lato, le rosse ad osservarla da sopra alla spalla, in tralice < È che abbiamo bisogno di recuperare Yukianesa.. > ma non gli chiede se ha intenzione di aiutarli, non ha intenzione di scavare ancora più a fondo e di gettare sale sulla ferita, basterà nominare la leggendaria Katana del Principe per introdurre il discorso, poi tutto verrà da sè. E con ''tutto'' speriamo non si intenda una qualche palla di fuoco o simili. { Ck on }

15:39 Hanabi:
  [Promontorio | Radura sbruciacchiata] Non sa. Oh, non ha idea la Pura della sofferenza del Principe che risiede nell’oscurità di Itsuki. E forse, per la sua psiche, è meglio così. Chissà se potrebbe sopportare quella sofferenza. Chissà se quella precaria mente riuscirebbe a concepire il di lui dolore, a sopportare le lacrime della persona che amava, il palese pentimento senza spaccarsi a metà tra l’amore e l’odio? Pr fortuna non è oggi il momento di chiedercelo. Per fortuna Itsuki segue la scelta del Principe, che rassegnato tace sofferente all’interno. “Cosi lo ferisci..” <.. mpf-- > uno sbuffo sommesso e grattato, un inizio di risata inesistente e priva di gioia. Ironica, cinica, vagamente malsana. Un accenno a un qualcosa di peggio in quell’infelice incurvarsi leggero delle labbra in quello che potrebbe essere un sorriso incredulo < Con che coraggio > “parla LUI di sofferenza” continuerebbe implicitamente. Itsuki invece, avanza. Fascinoso, rigido ma al contempo elegante; un po’ come lei, così accidentalmente fiera in quelle movenze che nulla vorrebbero avere di regale. Lei permane immobile, rigida, pronta a qualsiasi cosa; una belva che potrebbe scattare da un momento all’altro, nonostante su quei lineamenti gemelli a Sasuke vi sia quella costante e raggelata superbia. Ed è forse quello a renderla nota al mondo ninja, quel suo essere imprevedibile senza accenni a precederla. Quel non riuscire a intuire cosa le passi per la testa. E di fatto, in quell’incedere di Itsuki, così sarà. Non stacca le grigie iridi dal di lui volto. Lo guarda avvicinarsi, pronunciare il suo nome, presentarsi aggiungendo QUEL cognome. Il labbro superiore ad arricciarsi in un ringhio mal celato a quel “kagurakaza”. Assimila quella presentazione senza ribattere, del resto lui stesso l’ha chiamata per nome. Si lascia dunque superare, spostando solamente il viso di taglio per seguire i di lui movimenti, fino a farle la schiena. Lo ascolta silente, immobile. “Non riusciamo a ricondurre dove sia… Caduto” flash. Il campo di battaglia. Il fischio del mille falchi. Il sorriso di Eiji. Sangue. Le proprie urla. Gli occhietti si assottigliano appena, quasi avesse accusato un colpo invisibile. Serra i dentini, lo sguardo a venir distolto dal Goryo cosi che entrambi si diano ora le spalle < … SAREBBE dovuto morire.. > calca, i dentini stretti in quel tono vagamente tremante nelle vellutate note < vicino a quella merda di Covo dove ha scelto di rinchiudermi > sprezzante, furiosa nonostante stia cercando di controllarsi dietro quel tono cupo. E ringraziamo ogni singolo Kami che ora ci sia Itsuki a parlare e non il Principe. Che stia rispondendo per aiutarli? Oh, certo che no. E’ quasi una reazione involontaria, uno scatto non ponderato a voler rimarcare quel limite che il Kagurakaza non deve superare. Non accetta che sia tornato. Non lo tollera. Non può farlo. “… abbiamo bisogno di recuperare Yukianesa” una lama a conficcarsi nel suo sterno. Perché. PERCHE’ deve sentirne parlare. PERCHE’ devono rievocarlo in ogni singola cosa? I pugnetti si stringono. Lo sa. Ohh lo sa dove si trova quellan stramaledetta e stupenda spada. Quante volte si è disperata accasciandosi su di essa, affiancata da quel maggiordomo che mai ha smesso di servire il suo principe. Il respiro trema, lo sguardo si abbassa < … Non è un mio problema > sibila, tradendo forse involontariamente quanto non sia del tutto ignara in quella risposta secca e tagliente, insofferente al discorso. Fa ora per voltarsi verso Itsuki e quindi verso il mare, dando le spalle al bosco della morte senza tuttavia compiere un solo passo. Ne osserverebbe i lunghi capelli legati, quell’ondeggiare fascinoso della coda. Lo sguardo glaciale a studiarlo, le ciocche gocciolanti a rigarle il volto, quando un fruscio alle proprie spalle non anticipa l’apparizione di un terzo individuo. Movimenti inesperti rispetto alla Special, sicuramente silenziosi per gli standard ninja ma certamente insufficienti per coglierla di sorpresa. Tuttavia non si volta, la Pura, incurante di qualsiasi altra cosa al momento che non sia Itsuki. E dalle fronde, ecco dunque apparire quella che potrebbe essere a tutti gli effetti la classica ragazzina Uchiha nata da un parto naturale e non da provetta: capelli neri lunghi, occhi chiari, una vaga somiglianza con Hanabi, e classica maglietta con stemma Uchiha sul petto. La ragazzina inizierebbe a intrecciare le mani nel classico sigillo volto al richiamo del chakra, convinta del cogliere la Pura di sorpresa <{ Cosa credi di fare eh? }> la voce femminile e puntuta che cercherebbe di assumere un tono autoritario e solenne, seppur un leggero tremore ne tradisca il nervosismo. Hanabi non si muove, gli occhi che si mantengono su Itsuki, quasi quella ancora non esistesse <{ Dovevi essere di ronda. Ti ho seguito sai? E farò rapporto a Kioshi. }> il tono si scalda, gli occhi della piccola chunin a farsi determinati, carichi di una giustizia di cui si sente portavoce. Fa un passo, le dita ancora intrecciate nel sigillo. Con un battito di ciglia lo sguardo di Hanabi si sposta di spiego, il viso che lento raggiungerebbe i tre quarti senza nemmeno guardarla sul serio <{ Fai- Fai sempre così. Credi di essere superiore agli altri solamente perché sei la sorella di Sasuke. Credi di poterti comportare come ti pare! Ignori gli ordini, TI CREDI SOPRA TUTTI! M-ma tu non sei nessuno. E ora ri-risponderai delle tue azioni!! IL SANGUE DI SASUKE SAMA NON TI ESULA DALLA TUA INSUBORDINAZIONE!!!}> la quiete prima della tempesta. Pregate per la Chunin. {Chakra 60 / 85} {Chakra ON}

16:35 Itsuki:
 Prima della tempesta che verrà, sono altri attimi che si susseguono tra dolore e ricordi, chi ne ha di più definiti e chi invece li ha recuperati da poco ed invece chi allo stesso tempo vive di quei ricordi ritrovandosi nel mezzo di una situazione tediosa che probabilmente non si augurerebbe a nessuno. Ma nel macabro e sadico modo di fare e di pensare di Itsuki, tutto ciò è poesia. Lo stare nel mezzo di una situazione così tesa con la possibilità di vedere il famoso ardore e l'impetuosità della Uchiha sfociare in un qualche accenno di Caos, oh, potrebbe essere l'inizio della fine. Che poi il bersaglio sia lui o qualcun'altro, poco importa, dopotutto non li ucciderà, vero? Può darsi, ma se non altro, oggi, il bersaglio sarà qualcun altro. Procedendo per fasi ordunque, giungerebbe in primo luogo quello sbuffo per nulla ironico da parte della Pura, che si ritrova costretta e pienamente in diritto di andare a rifilare quelle tre parole che semplicemente lasciano in silenzio entrambi < ... > ed ovviamente anche il diretto responsabile < ... > inizialmente ma nel frattempo, nonostante l'arricciarsi del labbro di lei al sentir di quel cognome, nonostante l'astio, loro si troverebbero sul ciglio del precipizio visto il loro scivolare al fianco della Uchiha, per nulla ostacolato dalla sovracitata. Di nuovo un sospiro, un lasciar che il fumo si porti via quella punta di rammarico da parte di Itsuki che in questi anni è stato l'unico vero e proprio testimone del dolore di Eiji, che nonostante sia stato esternato a pochi fortunati non è mai stato vissuto come dal Chunin, ritrovatosi più volte quel Principe in preda a muti pianti ed un'introversione inamovibile, riuscendo ogni volta a sbloccare frammenti di quel poco che poteva dirgli, sino ad arrivare lì, oggi come l'altro giorno al bosco coi sakura, come già detto prima: vicini ma terribilmente distanti. Con solo quel caotico ragazzo di mezzo a tenerli separati in maniera fisica ed allo stesso tempo figurativa. Il tono di voce che seguirebbe quel sospirare e sbuffare del fumo è il medesimo di prima, non si scompone minimamente nella voce così come non si sbilancia nemmeno nella posa, solo la mancina si apre verso l'esterno per far cadere un tocchetto di cenere, mentre il viso rimane ancora di profilo per qualche istante, tornando verso il cielo poco dopo aver iniziato la frase < Oh, tutti abbiamo diritto ad una seconda possibilità, non trovi? Io stesso, se non mi avesse salvato Eiji, non sarei qui.. Non avrei avuto diritto a nessuna seconda possibilità.. > ma sia ben chiaro, il tono per quanto atono non è certo poetico o romantico, non si ammorbidisce per niente ed anzi sembra un filo più severo, il suo è un riferirsi ad un'avere una seconda possibilità che per il Kagurakaza è praticamente sorta in quella sorta di rivivere, di tornare in vita in maniera ne pura ne impura, un parassita, se così vorremmo definirlo, ma che di certo aveva tutto il diritto di aver modo di riprendersi tutto ciò che era suo, che glie è stato portato via dall'odio dal quale si è fatto corrompere. Ed a proposito di odio, ecco che appunto le feroci parole sprezzanti di lei, andrebbero a smuovere la coscienza del fu Jinchuuriki, che con un'amaro sorriso e quell'accenno di lacrime sin troppo semplici in presenza della Uchiha - tanto più ora che può ricordare - andrebbe a dire da dentro, più tra se e se che rivolto ad Itsuki, il quale però non potrebbe fare a meno di sentirlo <{ Che stupido, già quel giorno piangevo da dietro quella porta, ma l'odio regnava sovrano ed io... }> non finisce la frase, lascia che siano le lacrime a rigare il viso di quella figura nel piano astratto all'interno del Goryo, continuando soltanto dopo un'amaro deglutire, non riuscendo a dire nient'altro se non un tristo etichettarsi come <{ ... Penoso. }> ma non smetter mai di crucciarsi ed affliggersi, non fino a quel giorno dove, se i Kami vorranno, lei gli concederà il perdono. Certo, nulla verrà esposto all'esterno visto che Itsuki più che percepire quell'immane tristezza non farebbe nient'altro, non espone così come non chiede Eiji di farlo, sanno che la situazione degenererebbe in fretta e stanno già camminando sul filo del rasoio a nominare l'affilata Katana < No, certo che no.. Ma purtroppo ci mancano coordinate precise ed il Rikudo ci ha chiesto di interpellare la Serpe, anche se di certo non è una cosa che possiamo fare così su due piedi.. > o l'avrebbero già fatto, citano Akendo senza andare effettivamente a pronunciare quel nome, una figura presente in quei ricordi ottenuti grazie ad Hanabi ma solamente di contorno, incontrato giorni e giorni or sono in quel tornare a Kiri, negandogli quel contatto che avrebbe permesso al Kagurakaza di ottenere ricordi ben più precisi e nitidi < Sarebbe... Intrigante, andare a recuperarla, così che lui potrà riprendere tutto ciò che gli apparteneva al Suono, riannunciandosi al mondo inte- ? > improvvisamente, tutto quello spiegare ed andare ad elargire a lei quelle informazioni, il loro intento e quello che hanno intenzione di ottenere una volta ripresa Oto con la forza, informata del tutto riguardo al piano o meno, la voce di Itsuki si ferma bruscamente sormontata da un domandare di qualcuno che giunge, una quarta incomoda, si potrebbe dire < Mh? > si volta ordunque il Moro, con la coda che paiono piume di corvo, ad osservare la ragazza che giunge, intreccia le dita e richiama il Chakra iniziando poi a sputare sentenze di rabbia e sdegno nei confronti di... Hanabi stessa. Sì. Ed ella sì volta, lo sguardo è ghiaccio che arde e non si degna nemmeno lontanamente di essere effettivamente puntato su di lei, come se fosse una figura di contorno, un'albero in più della radura che parla, lamentandosi di essere stato bruciacchiato. Un brivido lungo la schiena, un'accenno di sadismo che concede al Goryo di sgranare appena gli occhi in quel cogliere il di lei artico smuoversi, le labbra che si schiudono appena ma è Eiji che per primo parla, mentre la ragazzina urla ad ala voce, adirata <{ Oh..? Avremo modo di vedere quel fuoco tanto decantato, credo.. }> ma l'espressione non è più così triste, è sì abbandonata alla nostalgia, ma allo stesso tempo un'amaro ghigno si tinge sul viso andando a mettersi come comodo, seduto nel nulla più oscuro da dentro il corpo di Itsuki, poggia la testa sulla dritta che chiusa a pugno l'accoglie, come uno spettatore in prima fila. Gli mancava vederla bruciare, esplodere, gli mancava tutto quello che amava e tutt'ora ama di lei. Ma, e c'è quasi sempre un ma, di certo non è l'unico, il Principe, a poter trarre un che di appagante dalla scena che verrà. Anzi. Itsuki stesso, vedrebbe di andare a rincarare la dose, coglie l'opportunità per andare ad instillare quel che serve, come un'oscura iniezione di veleno fatta di soppiatto, il suo tono si fà più mellifluo ed affilato, l'espressione si assottiglia a sua volta e da buon Profeta del Caos che è, non si risparmia, anzi, incalza < Uh? Hanabi, non vorrai mica farti mancare di rispetto.. > ed in quel essere voltato verso la schiena della Uchiha, si avvicinerebbe, un'ulteriore brivido gli percorre la schiena ed è consapevole di star rischiando in quell'avvicinarsi, ma si soffermerebbe solo in quell'essere a pochi centimetri da lei, lì dove potrebbe sussurrargli all'orecchio, propendendosi appena in avanti < È lei quella inferiore, è lei quella che sta commettendo un insubordinazione.. > breve pausa, il tono ancora più basso e languido, sembra quasi il richiamo di un'essere che vuole soltanto veder il mondo ardere, veder tutto crollare, assieme a quell'altro che da dentro si acciglia lievemente ma non concede a quel ghigno di svanire < Fammi vedere questo fuoco che hai dentro, Hanabi.. > non sia mai che gli piaccia. Ed ora, respiriamo tutti assieme, se ci ricordiamo ancora come si fà, mentre in tutto ciò le vermiglie rimangono fisse, puntate sulla nuova arrivata. { Ck on // DIO MIO }

17:34 Hanabi:
  [Promontorio | Radura sbruciacchiata] Prima di tutto calmiamoci tutti. Prendiamo un luuungo respiro, una camomillina, qualcosa e calmiamoci. La situazione è surrealmente calma. Statica, immobile. Purtroppo – o per fortuna – la Pura non saprà mai i commenti di Eiji all’interno di Itsuki, non conoscerà mai la realtà di quel che è stato, di quella sua sofferenza, di quelle lacrime che già nel covo dell’Akatsuki sciupavano il volto di Eiji, segnando quegli occhi cremisi che forse mai ha smesso di amare. Prima che la Chunin comparisse, Itsuki esordiva parole di una certa rilevanza. Rikudo. Coordinate. Riannunciarsi al mondo intero. E la Pura era su di lui, completamente su di lui, anche una volta entrata la piccola giovane Uchiha. Uchiha che non avrebbe avuto alcuna intenzione malvagia, tutt’altro. Lo scopo di quella povera leva era la sola giustizia marziale, l’equità nonostante il sangue a scorrere nelle vene. Quella leva non voleva che un esempio da seguire nella Puro Sangue, una guida a cui ispirarsi, trovandosi tuttavia delusa dall’anarchia di Hanabi. Voleva farsi notare dal Clan, da Kioshi magari, ristabilendo ordine in quelle gerarchie. Peccato che ordine ed Hanabi, siano tutto fuorchè parole compatibili. E di fatto, è quello che a breve imparerà. “IL SANGUE DI SASUKE SAMA NON TI ESULA DALLA TUA INSUBORDINAZIONE!!” . Silenzio. Un pericoloso, lunghissimo silenzio. Un nome che non doveva essere pronunciato. Non in quel momento. Non in quella situazione dove ogni parola poteva determinare il traboccare di un vaso fin troppo pericoloso. Il corpo di Hanabi inizia a ruotare. Lento, una lentezza surreale in quel rivolgersi frontalmente alla ragazzina a nemmeno un metro da lei. La ragazzina sgrana gli occhietti, un lievissimo ma palese sussulto interiore nell’incrociare lo sguardo con la Pura; ma si ostina, orgogliosa a sostenere lo sguardo della Special, determinata a farsi valere, a non farsi spaventare dalle sembianze e dal temperamento raggelante di Hanabi. Quella bambina serra le labbra, solleva il musetto. La voce di Hanabi a riecheggiare nell’aere < Io non CREDO di essere... > inizia, mentre un qualcosa all’interno di lei scatta. Lo sguardo sembra cambiare, svuotandosi in una calma surreale. Un qualcosa di sopito, di pericoloso, di arcaico. Non è il fuoco a venir istigato, quell’elemento a lei così affine e familiare. Un’elemento che apparteneva a qualcun altro, dai colori freddi e letali. Il sovrapporsi di due figure. Uno sfrigolare di energia a mescolarsi al chakra, fondendosi con esso nel risveglio di quell’elemento che caratterizzava un qualcuno a cui mai come ora andrebbe a somigliare <… io SONO superiore a tutti voi cloni del cazzo > Le dita che sinuose comporrebbero veloci sigilli: tigre, bue, cane. Il chakra raiton a venire convogliato in direzione del polpastrello dell’indice destro. La Chunin nel vedere i sigilli andrebbe a tentare di risvegliare l’innata, ora palesemente allarmata <{ C-cosa vorresti fare?! D-Devi tornare in ronda. Subito. Devi s-seguire gli ordini come t-tutti gli altri >} Hanabi solleva le sopracciglia. Il capo si inclina, cosi che le ciocche corvine danzino umide dinnanzi al suo sguardo in un che di placidamente folle. Ed ecco che Itsuki alle sue spalle parla. E le sue parole, involontariamente, sembrano accavallarsi a quelle di un’altra persona. “Non vorrai mica farti mancare di rispetto” la voce di Sasuke a sovrapporsi “Fammi vedere questo fuoco che hai dentro, Hanabi” le labbra di suo Fratello vicine al suo orecchio. Una corda che non doveva essere toccata. < Io non sono come tutti gli altri > solleva la mano, e con essa il mento < .. Sparisci > un’improvviso fulmine a scaturire dal suo indice. Un bagliore sfrigolante, che alla massima velocità andrebbe a colpire la spalla sinistra della Chunin, perforandola da parte a parte. Un urlo di dolore, la ragazzina che disperata andrebbe a portarsi la mano destra sulla ferita cadendo in ginocchio; una ferita non letale visto il punto, ma non per questo trascurabile in alcun modo. Urla, lacrime a rigarle il volto mentre accasciata si ripiega su se stessa. E Hanabi? Oh, Hanabi è li, in piedi, immobile, guardandola con raggelante sufficienza. E solamente ora si volterebbe verso Itsuki, dando i tre quarti a quell’inconsueta vicinanza < Stammi > il busto che ruoterebbe, cosi che all’improvviso i due dovrebbero trovarsi TREMENDAMENTE vicini < lontano > I nasi quasi a sfiorarsi seppur nulla vi sia di romantico in quella per nulla velata minaccia. Un monito, lo stesso monito ripetuto fino alla nausea ad un’altra persona. Una persona che Itsuki purtroppo non ha avuto modo di conoscere, ma con cui senza volerlo è andato a sovrapporsi. Che i kami ci aiutino. {Saetta: Ninjutsu 125 | Chakra 48 / 85} {Chakra ON}

19:28 Itsuki:
  [Radura] Non ci vuole molto prima che tutto scada in fretta in un degenerare rapido che ovviamente agli occhi del Goryo non può che risultare poetico. Sgrana gli occhi al veder schizzare della saetta e gli si smuove appena la coda chioma nera a quel muoversi del chakra fulmine il quale con quella sua precisa ed allo stesso tempo imprecisa forma che scatta in avanti andando a ferire la ragazza all'altezza della spalla, trapassa le carni ed il sangue scorre a rivoli macchiando le vesti della malcapitata la quale, dopo aver subito anche già solo quello sguardo intransigente e letale, si accascia sulle proprie ginocchia cedendo a piccoli gemiti di dolore serrati tra i denti, sibilando chissà quali parole che non vengono nemmeno più udite dal Moro. Sadico ed elettrizzato - seppur non letteralmente come l'Uchiha petulante - Itsuki permane con quell'espressione estasiata sul viso ed il labbro inferiore è finito preda dei canini superiori di sinistra, stretto in quel trattenersi nel godere della sofferenza della ragazza colpita dalla Pura, vede quell'espressione che sforza di mantenersi onorevole nonostante il percepire della ferita, quasi infierirebbe fosse per lui, visto che quella Uchiha a terra ha del potenziale per quanto riguarda il soffrire. Quelli che più si sforzano di resistere, di solito sono quelli che cedono peggio. Eppure, Eiji da dentro risulta accigliato quanto allo stesso tempo accigliato, avrebbe voluto veder le stesse fiamme di prima, quelle che hanno bruciacchiato i dintorni, ma invece è stato il Raiton ad uscire e la sua espressione non può che risultar crucciata, l'altra volta lo stridere del Chidori, quest'oggi una saetta e poi quello sguardo, quel modo di fare nel mezzo del gelido e del rovente < ... > è un silenzio profondo nel quale il Kagurakaza vorrebbe andare a comprendere meglio quel notare l'essere diversa di Hanabi, ma purtroppo - o forse per fortuna - i ricordi inerenti al fratello di lei che ha avuto modo di incontrare anni ed anni or sono e che probabilmente recupererà una volta al Suono, mancano, e dunque non ha modo di comparare in maniera più concreta quel loro somigliarsi sempre di più. Starebbe portando alle labbra la sigaretta, il Chunin, liberando il labbro inferiore da quella morsa in maniera lenta, mentre la dritta permane nella tasca e la mancina finisce per soffermarsi a mezz'aria visto che la Pura, dopo l'ultimo sguardo velenoso che ha concesso alla sfortunata più in là, si volta di scatto in direzione del Corvetto che si ritroverebbe colto alla sprovvista in quella vicinanza, lo sguardo che si era nel frattempo ammansito e placato tornando verso il solito nulla si fà appena più affilato e velato da un tocco di malizia, una pennellata accennata ed il tono che si fà appena più bruciante, pungente, mentre i fili grigi rimangono lì a qualche spanna dal viso, un ghigno velato che è solo un'inarcarsi degli angoli delle labbra < Oh..? Altrimenti? > e non si sottrae minimamente da quella vicinanza, anzi, in quel suo domandare non evita di certo di metterci un che di sfida, la stuzzica e quasi la sfida a veder dell'altro <{ Cos'hai intenzione di fare? Non provocarla. }> è il dire appena brusco di un già inviperito Eiji dalla questione citata in precedenza riguardo i modi di fare di Hanabi, non vuole suonar imperativo ed esageratamente severo in quel suo ammonire il Moro che invece, quasi poco dopo le stesse parole che risuonano nella sua testa, forse in un cedere a quei suoi modi di fare caotici ed imprevedibili, rapito probabilmente lì per lì dall'insieme di tutti i piccoli elementi della situazione, quasi si concede un buffo voler cedere a sua volta. La scomodità dell'infierire sulla Uchiha in ginocchio, l'aver visto i modi di fare bruschi ed impetuosi abbelliti da quel tocco di freddezza di Hanabi, il vedere l'espressione sminuita e falsamente orgogliosa sui lineamenti doloranti dell'altra figura, l'avere Eiji che da dentro quasi lo istiga in quel classico modo di fare di Itsuki di opporsi ad un qualsivoglia divieto per il puro gusto di farlo, noncurante delle conseguenze e dello svilupparsi consecutivo degli eventi. Schioccano lievissimamente le labbra, un suono percepibile solo a causa della distanza scarsa, la lingua si posa appena sull'interno delle labbra che si schiudono poco dopo mentre in maniera infinitamente lenta e prolissa lui sembra praticamente avvicinarsi, andando verso le labbra di lei, cercando di ridurre a zero quei centimetri < Attenta che da così vicino mi vien quasi voglia di assagg-! . . . Oh. > son le parole che si è concesso di far colare come fosse un miele color nero pece a colargli dalle labbra, un fare languido che appartiene probabilmente più all'altro, a cui starebbe sempre di più avvicinandosi, piuttosto che a se stesso <{ ITSUKI! }> è stato l'esclamare però dii quell'altra entità, di Eiji stesso che da dentro ha urlato a gran voce il nome del ragazzo, un rimbombare nella sua testa che lo riporta alla realtà, destandolo da quella sorta di oscura ipnosi dovuta dal connubio degli elementi che compongono il contesto, riconoscendo che probabilmente si era lasciato un pò troppo trasportare. Si soffermerebbe ordunque, salvo eventuali scansarsi di lei, a qualche millimetro dalle labbra della Mora, dovrebbero poter sentire l'uno il respiro dell'altro, per un'istante, ma con un ergere della schiena che lo riporta dritto, ne scappando di fretta ne allontanandosi con un lento tentare, torna ad una debita distanza dalla Uchiha facendo un mezzo passo indietro, percependo ancora l'astio e il volere del fu Pricnipe che quasi lo costringe a quel mezzo passo indietro atto a portare uno scarso metro tra i due <{ Che modi. }> direbbe tramite il loro legame mentale Itsuki rivolgendosi al fu jinchuuriki, il quale con un ringhio sommesso che apre e chiude il periodo, và minacciandolo <{ Ringrazia che conviviamo nello stesso corpo o /g i u r o/ che ti avrei già ucciso. }> sì, insomma, una situazione che non è di certo rose e fiori, anzi, tutt'altro. {ck on}

20:31 Hanabi:
  [Promontorio | Spiazzo sbruciacchiato] Le urla della povera Chunin come unico e macabro sfondo sonoro di quel cupo teatrino. Piange di dolore, piange di impotenza, ignara di quanto la artefice della sua ferita sia in grado di capirla più di chiunque altro, e forse proprio per questo appare ora così distaccata da quell’azione compiuta, al punto di non degnarla più di alcuno sguardo. Quasi la Pura fosse diventata ciò che ha subito, perdendo progressivamente qualsiasi empatia. Non è sempre stata così; in realtà non lo è ancora. Non è che un sovrapporsi di due immagini differenti che tentano di allinearsi in un caotico distorcersi della stessa sagoma: suo fratello e Lei. Un costante conflitto a imperversare in quella provata mente, fin quando quelle due sagome non divengono una sola per un veloce istante, come poco fa, trovando una momentanea pace. Pace? Oh, dipende dai punti di vista. Il vero problema in realtà è la frequenza di quei momenti, apparentemente in crescita. Cosa succederebbe se quella sovrapposizione divenisse stasi? … Forse è meglio non saperlo. Torniamo piuttosto alla Chunin: dopo vari singhiozzi, vacillante andrebbe a rialzarsi. La destra a premere con forza sulla ferita alla spalla sinistra, il volto sfigurato in una smorfia di rabbia e dolore <{TU… TU SEI PAZZA!!}> la vocina a riecheggiare per il promontorio, profonde lacrime a solcarle il volto. Un passo incerto ad arretrare verso il bosco dal quale era venuta. Hanabi ruota appena il viso a tre quarti in un infastidito concederle ulteriore attenzione senza nemmeno guardarla. <{ L-LA PAGHERAI. NON LA PASSER-}> la glaciale voce della Pura ad interrompere il suo dire senza doversi imporre nel tono < … Vuoi morire? > Un timbro raggelante, una distaccata calma fuori luogo. La ragazzina sembra aver perso il respiro, il viso pallido le labbra schiuse <{TSK-}> Un gemito di mal celato dolore, rabbia e paura, ed ecco che zoppicante sparirebbe nel folto del Bosco della Morte, probabilmente diretta all’Accampamento Uchiha. Farà rapporto? Oh… Sicuramente. Questo è anche solo considerato dalla Special? La sua attenzione di nuovo su Itsuki sembra rispondere da sé. Sono vicini, dannatamente vicini. Una distanza più che confidenziale ma che per la pura non avrebbe alcun significato, se non quello di ostentare la propria sicurezza; quasi non temesse la di lui prossimità, quasi il mondo le appartenesse e lui non fosse che nel suo spazio. Gli occhi grigi inchioderebbero quelli cremisi del moro, fondendosi in essi: uno sguardo letale, che freddo sembrerebbe celare l’inferno stesso. Egli si morde le labbra – la player muore – la stuzzica, la provoca con quei modi strafottenti e maliziosi. Non si rende conto forse il moro di cosa stia istigando. Non considera quanto a trattenere la Special fin’ora non siano state che le di lui sembianze lontane da quelle del Principe e quella futile distrazione della Chunin. Non considera quanto la sola esistenza di Eiji all’interno di Itsuki porti la situazione sul filo di un precarissimo rasoio. E oh, Eiji non sa, Eiji non ricorda cosa significhi il Raiton per la Pura. Non ha idea di quale macabro presagio sia vedere quei fulmini bluastri sfrigolare tra le sue dita. Ed ecco la voce di Itsuki “Oh..? Altrimenti?” il suo timbro di sfida, le di lui labbra ad incurvarsi. Trema. Un fremito lungo la schiena, una scarica di adrenalina. La sta sfidando. Lui. L’involucro di Eiji Kagurakaza, la sta sfidando < … > non riesce a crederci < .. mpf- > un sussulto della schiena, un accenno di risata simile ad un singhiozzo sconnesso. Le labbra sottili si incurvano pericolosamente, le sopracciglia a sollevarsi in un’espressione incredula < …. Altrimenti? > Ripete le di lui parole a ridicolizzarle con l’ironia, quasi il suono stesso di esse risultasse assurdo per la Pura. E farebbe un passo in avanti, prima ancora che Itsuki tenti di avvicinarsi con il viso. I petti che andrebbero a impattare in quella differenza di altezza e parziale nudità di lei, un palese venire sotto all’avversario. Vicini, vicinissimi, i dentini della Pura che verrebbero scoperti in un ringhio feroce, i nasi quasi a sfiorarsi. Ma ecco che lui osa: un movimento imprevisto, fuori luogo. La distanza tra le proprie labbra e quelle di lui a ridursi pericolosamente. Quel tono di voce, quel sussurro malizioso. Una tremenda, TERRIBILE FAMILIARITA’. I respiri a incrociarsi, le labbra che quasi si sfiorano, lo stomaco della Pura a contrarsi in qualcosa di malsano. E non è che un attimo. Le azioni avvengono in contemporanea: Itsuki sembra bloccarsi, facendo per indietreggiare sotto il volere di Eiji che purtroppo lei non può sentire. Ed è in quello stesso momento che il fuoco in lei esploderebbe incontrollato, alimentato da un odio che solamente gli Uchiha possono conoscere. Il chakra katon risvegliarsi in lei quasi una bottiglia di benzina che cade in frantumi su un fiammifero, sostituendo la raggelante calma del Raiton precedente a dimostrazione della totale instabilità della Special. Tenterebbe di allungare la mano verso il collo di Itsuki al massimo della velocità, andando a stringergli la gola. Quindi in un unico movimento, andrebbe a tentare di sbatterlo terra cosi da portarlo violentemente ad una posizione supina. Il proprio corpo seguirebbe quel movimento senza mai mollare la presa, cosi che infine dovrebbe trovarsi a carponi su di lui. La destra attorno al suo collo, la sinistra piantata accanto al suo viso. Se tutto fosse andato per il meglio, andrebbe ora ad avvicinare di nuovo il proprio viso a quello di lui, le ciocche corvine che vinte dalla gravità penzolerebbero verso il volto del Goryo < Sai… > sibilerebbe tornando a quella pericolosissima vicinanza pregna di minaccia <… Continuo a chiedermi perché cazzo non vi abbia ancora ucciso… > ringhiante, la schiena chinata su di lui con fare predatorio, le ginocchia in terra. Si prenderebbe una pausa, gli occhi grigi che andrebbero a contemplare i di lui lineamenti con un leggero inclinare il capo, i dentini a venir scoperti <… Hai voglia di assaggiare… ah? > porterebbe il mento in avanti quasi a costringerlo con esso ad alzare il proprio, mentre andrebbe a convogliare il chakra katon verso gli tsubo della mano che se tutto fosse andato per il meglio ora lo tratterrebbe per il collo < … Potrei soddisfarti facilmente > Itsuki dovrebbe percepire un progressivo e rapido aumento di calore sulle dita della Pura. Calore che andrebbe a crescere divenendo via via sempre più doloroso senza però ancora manifestare le vere e proprie fiamme. Un sorriso, un leggero spostamento d’aria sulle labbra del Goryo. Il calore aumenta, tenui fiamme appena visibili sulle sue dita < … Ma sembra che al tuo fottuto principe non piaccia… > la lingua a schioccare sul palato < … e non ti nego che la cosa potrebbe stimolarmi. > freme, un fremito di rabbia mista a sadismo. Uno, due secondi che se tutto fosse andato per il meglio avrebbero comportato delle leggere ustioni con vesciche al collo del Goryo, dunque le fiamme andrebbero a ritirarsi <… Quindi… > mollerebbe il di lui collo, fissandolo negli occhi < … Sta al tuo posto, ragazzino > aiuto. {Pugno incandescente: USO PARZIALE | Taijutsu: 30 | Ninjutsu: 125 | Agilità 80} {Chakra ON: 43 / 85}

21:46 Itsuki:
  [Radura] Abbandonati tutti e tre al loro da fare, la Chunin è oramai un ricordo già abbastanza distante dal contesto nel quale si trovano, tutto fuorchè cronache rosa visto lo svolgersi degli eventi che si susseguono rapidamente tra di loro infrangendo qualsiasi possibile normale continuazione di quel loro incontro. La mano di lei viene portata rapidamente portata all'altezza del collo di lui il quale senza troppa fatica vien ghermito dalla di lei morsa, o se è forse un lasciarsi ghermire spontaneamente nonostante la dritta sbuca fuori dalla tasca ed istintivamente si porta altezza del posto di lei, ne la ostacola ne la smuove, stringe quanto basta probabilmente per fargli intendere che può reagire quando vuole, solo che non ha intenzione di farlo. Perchè? Perchè così è più divertente, ed a proposito di divertimento ecco che appunto la stessa pura potrà sentire quelle tre note di una risata che riecheggia tra le di lui corde vocali risultando come un lieve riverbero tra il palmo e le di lei dita, non pone resistenza alcuna, semplicemente stringe sul polso e solleva la testa quanto basta per andare a far impattare il proprio busto sul suolo, il fiato si spezza per un solo istante ma non è nulla di grave, un contraccolpo che avrebbe potuto smorzare tramite il vento ma insomma.. C'è a chi la violenza non dispiace, che sia sugli altri o che su se stessi e no, non si tratta di masochismo quanto più il fatto che apprezza l'impeto di lei unito a quei suoi modi di fare bruschi. E lei gli parla, ma lì per lì lui starebbe ancora pensando al modo freddo e glaciale con il quale lei ha liquidato la Chunin che oramai claudicante si sarebbe allontanata dal luogo, due parole che riecheggiano nella sua mente in quel preciso modo raggelante che lei stessa le ha pronunciate, tornando lui alla realtà solo qualche attimo dopo il suo aspro e crudele verboo < Mpf. > riflette pure lo scherno il Chunin sprezzante e per nulla preoccupato dalla situazione in sè -a anzi - il tono è giusto un filo costretto dalla presa ma per il resto è un velo d'eccitazione a smuovere quelle parole e quell'iniziale vocalizzo altezzoso < Ha! Hai ragione per metà, lui l'hai già ucciso, ma se uccidi me... Sai che noia? > direbbe lui senza voler andare a puntare tanto in alto con le parole visto che lo stesso ribollire da dentro di Eiji inizierebbe a scottare tanto quanto quello stesso tocco di lei che và alzando la temperatura nella stretta costringendo lui a sopportare con un semplice strizzarsi appena del profilo degli occhi, respirare diventerà un filo più complicato per la sensazione bollente ed opprimente ma non dovrebbe essere nulla di impossibile <{ Non costringermi a prendere il sopravvento, è l'ultimo avvertimento. > e la penultima parola viene marcata pesantemente da quel tono del Kagurakaza che si sforza per mantenersi composto nonostante dei veri e propri ringhi ferini facciano da sottofondo a quelle breve pause tra una parola e l'altra, ma Eiji stesso sà che starebbe solo alimentando la fiamma del gusto di Itsuki che si diverte in maniera sfacciata, capace di ridere anche in faccia alla morte quel folle sadico Corvetto, convincendo il fu Principe del fatto che di lì a poco probabilmente dovrà forzare l'attivazione dell'innata e l'imporsi sulla personalità dell'altro <{ Sto solo giocando, suvvia. }> ed è forse questa la cosa che fà adirare ancora di più il fu Jinchuuriki che dall'interno sta letteralmente riversando quell'ira in ogni singola fibra e cellula del Goryo, che deve sopportare quella sensazione che lo sormonta assieme allo scottare sempre di più della stretta della Pura < Uh... Quasi mi fai paura... > ma come risulta vagamente canzonatorio la prima sillaba che è un puro vocalizzo seguito poi da quello scivolare in un tono canzonatorio, un'inanellarsi al dire imminente che si ricollega chiaramente a quella sospensione di poco fà < .. Scherzo ovviamente. > e la lingua finisce appena preda della chiostra di denti spuntando giusto per donargli un'espressione diabolicamente giocosa, snuda le perle bianche in quel sorridere mefistofelico volendo gettare ancora più benzina sul fuoco che già gli starebbe opprimendo la trachea assieme alla modesta forza della Special che appunto infiammerebbe ancora di più la situazione così come quell'incandescenza che si ripercuote sulla pelle del Goryo < Ngh- > è fastidioso sì, ma non batte ciglio ne tenta di divincolarsi, resiste e sopporta quasi in un considerare tutto ciò parte del gioco malato che hanno instaurato così su due piedi, roba da poco, ma in grado di scivolare dalle mani di entrambi senza troppi problemi. Troppe variabili e dissonanze di due caratteri fondamentalmente simili ma sostanzialmente diversi. Seppur sarebbero le parole di Hanabi stessa, accortasi di quell'indietreggiare non del tutto naturale, quasi tirato il ventiduenne in quello scostarsi da lei per poi finire a terra sotto allo scatto di lei, bloccato dalle ginocchia della donna che lo tengono inchiodato sul posto <{ Basta così, ho sentito abbastanza. }> ed è l'ultimo riecheggiare nella mente di entrambi, Eiji che probabilmente ne aprofitta proprio di quell'istante minimo di cedimento a causa delle fiamme da parte di itsuki, convogliando rapidamente il Chakra nella fenditura al centro dei due emisferi del cervello, irrorando la spaccatura di Chakra per poi andare ad attivare anche solo il primo stadio, forse non mostrare i lineamenti più riconducibili a se stesso potrà evitare il peggio, ma non si lascerà certo infangare nell'onore, ne da Hanabi ne da Itsui, orgoglioso come pochi se non più di tutti i presenti < Oh, parli del diavolo.. > avrebbe giusto il tempo di dire Itsuki mentre i capelli si tingono di bianco in maniera abbastanza rapida e sbrigativa, le iridi che da rosse si fanno viola senza la solita teatralità, il tono è più caldo e capace di esprimere le emozioni, in questo caso astio e rabbia sono ciò che chiaramente smuovono quel tono, mentre la mano di lei vien tolta e la stessa presa di Eiji si smuove brusca dal polso di lei andando a tentare di afferrarla per il bavero avvicinandola a sè, l'espressione è chiaramente la sua, non ci sono i lineamenti ma chiaramente a quel soffiante modo di innervosirsi mancherebbero soltanto i canini affilati di Matatabi, nonostante il ringhio sommesso ci sia comunque < Io sono qui, di nuovo in questo mondo di merda anche per te e se dovrò resuscitarmi pur di ammazzare questo ragazzino come chiunque si metta in mezzo, stai pur certa che lo farò. > le violacee pregne di determinazione mentre la mancina starebbe stritolando quella sigaretta che oramai si è bella che spezzata e martoriata sotto alla stretta di lui, mentre Itsuki da dentro sospira e pone un paio di cenni d'assenso nei confronti di Eiji al quale comunque ha mancato di rispetto <{ Sì, sì, lo so.. Ho esagerato. }> direbbe il moro da dentro sollevando le spalle e le mani venendo momentaneamente ignorato dall'altro nobile che invece vuole puntare le ametiste nelle grigie di lei, senza più perderle. Non la bacia, non ci prova, permane sul posto e vuole fargli intendere quella sua convinzione < Lui sta al suo posto così come sarebbe dovuto rimanere quel bastardo di tuo fratello. > ed i ricordi di lei li ha recuperati, quelli inerenti a lei per essere precisi, ricordando anche di quel suo sfogo e della confessione tremenda, forse ricominciando in minima parte a collegare la questione del Raiton, nonostante l'unico che in tutto ciò non ha una propria idea riguardo il loro discorso è proprio Itsuki. Ah, chiaramente l'innata non è stata attivata tanto per far scena o per far uscire Eiji, il sangue violaceo verrebbe smosso dal chakra in direzione del collo e lì inizierebbe come a bollire sotto la pelle uscendo appena in piccole chiazze scure composte da bollicine, compaiono e scompaiono venendo riassorbite dalla pelle in quel processo atto a far sparire la bruciatura e le vesciche dovute alla scottatura < Non costringermi a diventare cattivo Hanabi, sai anche tu che so esserlo anche nei tuoi stessi confronti. > e sì, insomma. Aiuto sul serio. { Ck on Goryo I -1 -1 - Effusio }

22:59 Hanabi:
  [Promontorio | Spiazzo sbruciacchiato] Itsuki si lascia atterrare, forse per mancanza di forze sufficienti, forse per gioco. Già, un gioco malato insolitamente familiare, un volersi uccidere tinto di una surreale malizia da parte di chi starebbe tentando di uccidere. Che sia più forte di lei? Che stia “giocando”? Un nuovo brivido lungo la schiena, una nauseante sensazione di deja vu. Lui la sfida con lo sguardo, soffre appena ma non ostenta il dolore. Sorride, snuda quei dentini in un ghigno provocatorio FIN TROPPO SIMILE a quello di un'altra persona. Una persona che MAI vorrebbe rivedere in alcuno. Il labbro superiore si solleva maggiormente al suo “sai che noia?” in quel ringhio silenzioso < … hai così tanta voglia di scoprirlo? > vicini, dannatamente vicini. Eppure nulla, NIENTE ci sarebbe di romantico. Un predatore che studia la propria preda valutando se azzannare. Vuole ucciderlo. Vuole schiacciarlo, sopprimere quel dannato sorriso. Ribolle, lo stomaco a contorcersi. Allora perché non lo ammazza? Cosa diavolo la sta fermando dall’attivare nuovamente il katon? … Quella voce. La stessa che serafica e maliziosa, al loro ultimo incontro le suggeriva di lasciarsi andare sfruttando quel potere elementale che tanto reprime. Ucciderlo equivarrebbe a lasciarsi andare a quella maledetta voce. Ucciderlo equivarrebbe a seguire il volere di suo Fratello che scalpita in lei. “ Uh… Mi fai quasi paura… Scherzo ovviamente” la mano ancora sul suo collo avrebbe un leggerissimo spasmo. Un impulso a stringere, a rilasciare le fiamme alla loro massima potenza. Calmati Hanabi. Non cedere. Non ora. Chiude un istante gli occhietti < .. mpf > un nuovo sussulto, un singhiozzo di una tetra risata vagamente isterica. Espira, gli occhietti che verrebbero riaperti in un che di esaurito. Che sta succedendo? Ha il controllo o lo sta perdendo? < … Cazzo… > un lievissimo cenno di diniego con il capo, incredula, le labbra che si incurverebbero in un sorrisino isterico < ... Sembra proprio che dovrò bruciarti quella fottuta lingua > pericolosa, letale. Il chakra katon a ribollire di nuovo in lei, pronto a venire convogliato in qualcosa di potenzialmente molto più pericoloso di una mano incandescente. È incredibile dove Itsuki la stia portando, con quelle parole. Assurdo come possa guidarla verso quella ripida scala pronta a discendere verso il più puro caos; lo stesso verso il quale, parallelamente, tenta di spingerla suo Fratello. Il calore sale, l’atmosfera sembra infuocarsi più della Special stessa, quando ecco che all’improvviso, tutto sembrerà congelarsi. La frase di Itsuki ad anticipare la mutazione: i capelli ebano del Goryo a mutare in quel fin troppo noto candore. I suoi occhi a variare colore. Sa bene cosa significhi; ricorda fin troppo bene COSA comporti quella variazione dei connotati. Il fuoco si gela momentaneamente, così come la propria espressione. Il cuore sembra fermarsi, incapace di sopportare quello che starebbe per avvenire. No, non ce la può fare. Non vuole, NON PUO’ RIVEDERLO. Non ha il diritto di essere lì, soprattutto a quella minima distanza da lei. Un istante di totale paralisi: il Principe le prende il polso, riuscendo tranquillamente nell’azione a causa dello sconvolgimento momentaneo della Pura che da un momento all’altro si aspetterebbe il volto di Eiji. Volto che FORTUNATAMENTE non sembra apparire. La prenderebbe pericolosamente per le fasce – vista l’assenza di un bavero – e con uno strattone ecco che i due visi si incontrerebbero di nuovo. A pochissimi centimetri quegli sguardi di fondono di nuovo, dopo dodici anni. E sarà proprio l’assenza dei lineamenti del Principe a darle l’occasione di mantenere un barlume di lucidità senza cadere istantaneamente nell’ira. Lui parla, usa un linguaggio forte, che non gli apparteneva. Linguaggio che Hanabi sa fin troppo bene quanto sia sintomo di uno stato emotivo particolare. Lei storce il naso, decisamente furente rispetto alla focosa ironia precedente. L’espressione si fa cupa, aggressiva, gli occhi a riempirsi di un odio viscerale volto a soffocare il dolore < Tsk > ringhia stizzita a quella frase, la destra che tenterebbe con un brusco e violento scatto di scacciare via la mano di lui che la tratterrebbe. “Lui sta al suo posto come sarebbe dovuto rimanere quel bastardo di tuo fratello.” BUM. Quelle parole a riecheggiare come un macigno in un pozzo. Suo fratello. Il sogno. Eiji in terra tra le sue braccia. Le parole di Sasuke a insinuarsi come serpenti dentro di lei. Il corpo a tremare leggermente, la tensione a propagarsi in ogni muscolo <…Oh… E cosa avrebbe dovuto fare, quel Bastardo di mio Fratello…? > ringhia, sibilando quelle parole a quella vicinanza che resta claustrofobica. Le mani poggiate in terra ai lati del volto di Eiji, le corte ciocche a dondolarle sul viso <… Farsi da parte e abbandonarmi come un fottuto cane come hai fatto tu? > puro veleno in quelle parole, puro dolore celato dietro all’ira. Finalmente sta parlando. Finalmente quel vaso si è aperto. Che sia un bene o un male? Lo sanno solo i Kami < … Quantomeno lui è stato coerente. > lo sguardo è sottile, la voce trema, i canini snudati. “Non costringermi a diventare cattivo Hanabi, sai anche tu che so esserlo anche nei tuoi stessi confronti.” È troppo. Il tremore cresce assieme alla rabbia, all’odio al dolore. I ricordi come lame a tagliarle il petto: la di lui freddezza, quello sguardo crudele. Il rapirla, il mostrarsi distaccato. “O con me o contro di me” il proprio tentativo di togliersi la vita. Lo sguardo che si abbassa per un istante. Non per timore, ma per qualcosa di decisamente più pericoloso < …. E cosa vorresti fare?... > il tono è cupo, strafottente, vibrante di quella tensione ormai incontrollabile. I muscoli del collo a segnarsi, cosi come quelli del nudo corpo <… Rapirmi? Combattermi? Spingermi a pensare di non essere altro che una copia spiccicata di mio Fratello e di meritare solo la morte? …. > rialza lo sguardo, gli occhi pregni di un odio indescrivibile < Avresti dovuto risparmiarti qualcosa dodici anni fa per godere dell’effetto sorpresa ora, EIJI > il suo nome a venir pronunciato forse per la prima volta dopo lo shock iniziale. Gli occhi grigi a inchiodarsi in quelli violacei del principe in un’insana sfida. Aria ragazzi, ho bisogno di aria.{Chakra ON: 43 / 85}

00:19 Itsuki:
 GIà, molti di quei suoi cenni e gesti non possono far altro che ricondurre proprio alla figura di Sasuke stesso che sembra quasi rivivere dentro di lei in alcuni tratti caratteristici che fortunatamente sfuggono perlopiù dati i frammenti mancanti riguardo la Tana degli Eredi, lei sogghigna e snuda i canini in un'espressione ferina andando ad imporsi in maniera ostentata su quell'impulso che da dentro gli urla a gran voce di ucciderlo, di ucciderli entrambi e di lasciare il corpo lì, abbandonando tutto al passato probabilmente, lì dove Eiji sarebbe dovuto rimanere, forse. Eppure, Hanabi, non ti rendi conto di quanto sia divertente tutto ciò? Non senti l'adrenalina scorrerti nelle vene senza fare nessun Jutsu sul serio? Insomma... Capisci ora perchè /Lui/ si divertiva così tanto? Dopotutto, sei tu quella che sembra stia reggendo il coltello dalla parte del manico, sei tu quella che ha preso l'iniziativa e che ti trovi a cavalcioni su di loro due. Insomma, non è roba che ci concerne, piuttosto, Itsuki da dentro non cessa con i propri modi di fare cogliendo quel dire di lei che era sopraggiunto poco prima dello scambio di personalità, quel bruciargli la lingue che lì per lì risulta anche interessante, tanto da doverlo esprimere ad alta voce, che poi si fà per dire, visto che si sentono solo loro due, fortunatamente <{ Curioso, avrei voluto sapere in che modo ci avrebbe bruc- . . . }> ma si sofferma appunto quanto le voci di un digrignante Eiji lo zittisce sempre rispondendo tramite quel canale privato <{ Z i t t o. }> e un non troppo offeso o demoralizzato Itsuki và troncando la breve discussione con un paio di semplici mugolii d'assenso <{ Mh, mh.. }> ha capito, ma è recidivo il ragazzo. Ma oramai è il Kagurakaza appunto ad aver preso il sopravvento e appunto quel suo non voler ricorrere allo stadio dell'Hijutsu che lo rende ben più simile al suo precedente corpo riesce a mantenere Hanabi mite, perlomeno sotto quel punto di vista, mentre tutto il resto chiaramente è un'enorme fuoco che arde, quasi riluce negli occhi grigi di lei rendendoli ardenti di un'odio probabilmente in grado di essere sopportato solo da quel suo sangue maledetto. Ed il ringhiare di lei dopo quel cenno scostante costringe lui a mantenere un'espressione a metà la la determinazione ed il risultare arcigno, sono animi simili ma decisamente contrastanti quelli di lui e di lei e per quanto andassero d'accordo, quando si giungeva a dei litigi, insomma, diciamo che la parola ''litigio'' stessa è praticamente al pari di un'eufemismo, nel loro caso. LA lascia parlare, lascia che lei discorra sino ad arrivare alla questione della coerenza di quel parente degenere, è un deglutire amaro quello di Eiji e nonostante l'espressione rimanga sull'adirato andante, un velo lucido sembra appena andare a posarsi sugli occhi violacei, ma non desiste, non ancora, mantiene un contegno lui nonostante le parole che ella gli ha rifilato, come ad intingere uno stiletto nel veleno più nocivo di tutti, lo feriscono, è un pugnalare nelle viscere e rimestare con la stessa lama per andare a mescolare il liquido venefico assieme all'amara bile, quasi gli risale in gola in quel soffrire, a testa alta nonostante sia a terra, letteralmente e non solo a livello d'umore < Avrebbe... > mormora inizialmente contenendosi, stringendo la dritta da lei scansata poc'anzi in un cenno di volersi trattenere a tutti i costi, probabilmente strappando pure diversi ciuffi d'erba tra bruciati ed integri < Avrebbe dovuto pensare a che cazzo ti ha fatto! Saresti dovuta rimanere quella di sempre! > la voce è rotta appena dalla rabbia e dalla tristezza, in quel vedere altro nelle sue espressioni, nel suo tono, nei modi di fare, un'oscurità che la tinge indubbiamente di un'altro fascino oltre che a rovinare le di lui memorie di quella che era la Pura e che forse oramai non sarà più, seppur lui sembra intento a combattere fino allo stremo, quasi voglia riprendere da quando se ne sia andato, quasi possa riparare a quei dodici anni ed anche a ciò che ha fatto prima della propria dipartita. Ah, ci vorrebbe un miracolo, ma se è un miracolo che dovrà compiere, allora così sarà. La sinistra scatta in concomitanza con lo scendere di una lacrima dall'occhio destro a rigargli lo zigomo, vuole afferrargli il viso con quel gesto ma la presa non è esageratamente brusca, giusto l'impeto del moto ma la presa vuol'essere quanto più docile possibile e di certo non ardente come quella della Uchiha < GUARDATI HANABI! Guardati bene perchè io non ti riconosco più! > ed il suo intento, in quel lasciare che la voce si spezzi ancor di più, sarebbe quello di tenere le di lei iridi grigiastre nelle proprie violacee, quasi potrà specchiarsi meglio negli occhi lucidi e sofferenti di lui che comunque non nascondo una rabbia bruciante tanto quanto quella di lei. Dov'è la sua Hanabi? Cosa gli ha fatto? Lui così come... Quell'altro. E no, non è Itsuki l'altro di cui parliamo poichè il Goryo da dentro tace in maniera rispettosa e non ha più intenzione di mettere alla prova la pazienza di Eiji quest'oggi, lasciando pienamente spazio ai due di risolvere quella loro diatriba che sicuramente non avrà modo di concludersi in maniera lieta, data la tensione nell'aria che và soltanto ad alimentarsi ancor di più, sente quel suo tono ed i micro spasmi della di lei corporatura allenata che tutt'ora sovrasta quella del Principe. Ancora per poco però, perchè dopo che lei avrà terminato chiamandolo per nome, lui sgranerebbe di colpo gli occhi in quel venir colto di sorpresa in tutto il suo astio per la situazione generale, la dritta lascerebbe il ciuffo d'erba che oramai ha preso la forma di un'unico filo a forma dell'interno di un pugno (?) tanta la forza con la quale stava stringendo, rapida le destrorsa vorrebbe raggiungere nuovamente le di lei fasce mentre la mancina scivolerebbe verso il basso in quel raggiungere l'alleata e quindi scostare appena la Mora dalla propria figura per smuoverne appena il baricentro e quindi seguirla con il busto in quella sospingerla, facendo forza sule proprie anche per forzare la posizione e così far ruotare il bacino aiutandosi con uno scaraventare lei di lato sempre mediante la stretta dei guanti neri, un rotolare verso destra atto a cambiare la posizione nella quale stavano, lui sopra e lei sotto, il tono che si fà gelido come il ghiaccio più tagliente di sempre. L'avrà sentito forse una o due volte nella sua vita, lei, così, le pupille non sono necessariamente ridotte a puntini nei ma sono comunque più ristrette del solito, lo sguardo è a metà tra il perso e quella sua nobile determinazione, le lacrime non esistono più e la guancia destra si è già asciugata, ciocche bianche scendono a far cadere in penombra il viso di entrambi, lui che si avvicina di nuovo pericolosamente e quasi potrebbero veramente baciarsi, basta un soffio, ma non è quello il suo intento < Posso sempre annichilirti. > insomma, se l'Uchiha voleva una sorpresa, eccoci qui non propriamente bella ma allo stesso tempo è forse la promessa d'amore più minacciosamente bella che possa esistere < Ed allora sarebbe " O con mee, o con me. " ... > senza alcuna via di uscita, senza alcuna possibile opzione alternativa, capace di essere uno degli esseri più freddi e spietati al mondo se serve, dopotutto, non era di certo diventato idoneo al suo ruolo mai voluto di Capo Villaggio di Oto con un'animo buono e gentile < Non costringermi a privarti di tutto ciò che ti circonda diventando la tua unica scelta. > direbbe con quello che è poco più di un sussurro e con un'espressione in viso che ha un che di ossessionato ed indubbiamente un'alone non propriamente positivo, nonostante ci sia stata come una dolcezza di fondo, nel tono con il quale ha elargito quelle parole. Ma la cosa che risulta più insolita e probabilmente poco avvezza al momento, sarebbe quel suo sorridere in maniera spontanea ed effettivamente amorevole ora, un'espressione bonaria che quasi a lei potrebbe ricordare quelle che gli rivolgeva un tempo, quasi un tornare indietro dalla follia ossessiva del momento riconcedendosi quel puro, vero e proprio sentimento d'amore nei confronti della Pura, lei alla quale tenterebbe di sfiorare il naso con la punta del proprio un paio di movimenti carezzevoli nel mentre che un paio note argentine della sua risata si perdono in gola per poi tentare di baciarla sulla fronte, un bacio secco ed affettuoso che poi lo porterebbe ad alzarsi quanto basta per poter inquadrare al meglio il suo viso e l'erba di sfondo < Ti amo Hanabi, sul serio. > se è una minaccia o una promessa, una confessione, non è dato saperlo, dato che sembra aver perso lì per lì una buona dose del suo contegno, il Principe, che ora sorride in una via di mezzo tra l'adorabile ed il diabolico, tenendo le ametiste su di lei, maniacale < Sarà meglio che vada. > direbbe per poi tentare di sollevarsi e di andar dunque a ricomporsi sistemando la propria cravatta per così stringere il nodo e sistemarsi con qualche pacca delicata di vestiti dalle pieghe, scostandosi dalla figura di lei di qualche passo per poi piegare la testa a destra ed a sinistra < A presto Hanabi e perdonami, anche io dopotutto ho sempre avuto un che di ardente, non trovi? > direbbe con un'ultimo sorriso mefistofelico per poi, eventualmente, allontanarsi verso le montagne delle Serpi, sperando che forse, in quel di lei dover metabolizzare il tutto, abbia modo di allontanarsi altezzoso senza alcun impedimento, mani dietro la schiena e portamento regale, silenzio < Ah, e ricordati per quando riguarda Yukianesa, mi farebbe indubbiamente piacere... > dice oramai a metri di distanza dopo aver sollevato la pigra dritta che stava salutando dietro di sè con un che di vago ed elegante al tempo stesso, come se stesse proponendo un'amabile crociera. Sì insomma, forse è meglio che si allontanino onde evitare disastri ma.. Chissà. {SE END // DECEDO}

01:49 Hanabi:
  [Promontorio | Spiazzo sbruciacchiato] Itsuki all’interno di Eiji sembra ormai costretto a tacere; quel dannatissimo ragazzo dai capelli d’ebano che senza conoscerla più di quanto gli archivi di Oto raccontassero, è riuscito a far risuonare delle corde che solamente gli eventi più oscuri erano riusciti a pizzicare. Mefistofeliche parole pregne di una ricerca del caos l’hanno raggiunta con una semplicità che solamente altre due persone nella vita della Pura avevano eguagliato, in un’involontaria manipolazione di quella precaria psiche; che sia l’inizio di una pericolosissima conoscenza? Che sia stata messa in tavola la scacchiera di un malsano gioco a cui solamente suo Fratello finora aspirava a renderla partecipe? Non ci sarà dato saperlo. Non oggi almeno, non in questa situazione. Le parole fendono l’aria come gelide lame smosse dal fuoco stesso che brucia negli animi di quegli ex amanti separati da un crudele destino; e solo il Clan Uchiha può capire cosa significhi rendere il più puro degli amori il più profondo e lacerante odio. Trema, la rabbia a scorrerle nelle vene come elettricità, ogni muscolo è scolpito, segnato da quella tensione indescrivibile tanto quanto lo sguardo della Pura, che insistente, quasi potesse bruciare con le sole iridi sarebbe puntato sul volto del Principe. Un volto che sembra subire le proprie parole, mostrando un sentimento reale, spontaneo a differenza di quello glaciale di Itsuki. E no, non nota quel filo d’erba devastato dal nervosismo, noterà solamente i suoi occhi. Ed ecco quelle parole. “Avrebbe dovuto pensare a che cazzo ti ha fatto! Saresti dovuta rimanere quella di sempre!” una lancia a trafiggerla da parte a parte. Perde il respiro dinnanzi a quell’evidenza, a quelle parole che persino Ekazu non si è mai permesso di dirle. Una consapevolezza che non ha mai voluto prendere. Le mani sinistra di lui a raggiungerle il viso approfittando di quella momentanea stasi della Special “GUARDATI HANABI! Perché io non ti riconosco più” vuoto. L’evidenza più assoluta. Una lacrima a sciupare il di lui volto, che PER GRAZIA DEI KAMI non ricorderà quello del Principe se non per i modi, evitando la totale catastrofe dei sentimenti. Lei si riconosce? No. Non è stato forse per quel motivo che ha deciso di sparire dal mondo ninja per dodici anni? Non è stato proprio perché aveva perso il controllo di sé che ha abbandonato tutto ciò che aveva per isolarsi in un luogo remoto lontana persino da Ekazu? Ha ragione. Sa benissimo che ha ragione. Quella ferita e lacerata parte di sé ancora pura, pulsa sofferente nel ricordare la propria esistenza nel corrotto animo della Uchiha. Eppure, quell’ombra è ancora lì, ad oscurarle il cuore. Quel secondo aspetto di una sé stessa quanto più simile a suo Fratello, non lascerà certo il posto a quel barlume di luce così facilmente. Il viso della Pura è sconvolto, fisso su quello di Eiji. Uno, due secondi. È vero, è cambiata. Ma non è forse così che è sopravvissuta? Non è stato forse grazie a quel suo “lasciarsi andare” a quel lato che tanto stanno criticando che è riuscita a superare tutto lo schifo che la vita le ha riservato? Il viso di Hanabi cambia: quell’espressione ferita, sconvolta andrebbe progressivamente a sfumare, incupendosi. Un velo di oscurità a scurirle le iridi, un perverso cinismo a tingerle l’amaro sorriso < …Se non fosse stato per LUI > sibila, la destra che tenterebbe di prendere con forza la di lui sinistra poggiata sulla propria guancia per il polso, stringendolo con forza < … Sarei rimasta la ragazzina debole incapace di rialzarsi dalle coltellate che i pezzi di merda come voi non hanno mai mancato di piantarmi alle spalle > sta. Difendendo. Sasuke. Per la prima volta in ventotto anni di vita, sta implicitamente giustificando le atrocità commesse da suo Fratello < … Dovresti ringraziarlo > con uno scatto allontanerebbe la di lui mano presa bruscamente, mollandola. Un sorrisino pericolosamente malsano a distenderle leggermente gli angoli delle labbra < … Se non fosse stato per lui, di me non sarebbe rimasto un CAZZO. > altro che “quella di sempre”. Oh Kami, cosa diavolo le sta succedendo. Ma ecco che nello scambio successivo di parole, tutto sembra cambiare; ma più di ogni altra cosa, quello che cambierà è lo sguardo del Principe. Poche volte potrà ricordare di aver visto un viso del genere, in quelle pupille strette, raggelanti. Un brivido lungo la schiena, ma non ha il tempo di avvedersene. Un movimento inaspettato, il baricentro che le viene spostato bruscamente. Scivolerebbe in terra, la schiena ad impattare in un leggero tonfo contro il terreno carbonizzato dai propri precedenti allenamenti < NGH- > l’aria a fuoriuscire dai dentini scoperti e contratti, gli occhietti che al seguito dell’impatto verrebbero riaperti rapidamente, trovandosi dannatamente vicina al volto del Principe. Lo stomaco si contorce, la nausea ad avvelenarle le sensazioni. Ringhia a quella vicinanza, non la tollera, non la sopporta. Ma ecco quelle parole. Parole assurde, improvvise, stonate su quella che era la figura gentile del principe. Parole che una dopo l’altra scivolerebbero come gelide lame sulla sua anima. Ma quello che forse più la gelerebbe, è quel modo di fare. Quella freddezza tinta di un’affettuosa dolcezza, quel gelo macchiato di un amore malsano. Un brivido a scorrerle lungo la spina dorsale, una tremenda sensazione di Deja-vu. Annichilirla. Privarla di tutto ciò che la circonda. O lui o nessun’altro. I suoi amici a morire trafitti dalla spada di suo fratello. Lei, inginocchiata davanti a lui, il viso sfigurato da lacrime di odio. Catene ai suoi polsi, stanze chiuse. Claustrofobia. Senso di sicurezza. Odio. Protezione. “Ti amo Hanabi, sul serio” il principe si alza. Uno, due secondi gli occhi che verrebbero chiusi ad anticipare un pericolosissimo incurvarsi delle labbra < mppffhahaah…> deboli sussulti di una risata malsana a percuoterle il petto < hahahahHAHAHAAHAH > sussulti che sembrano crescere raggiungendo delle note demoniache. Una risata isterica, rotta, la risata di una mente che non sembra essere in grado di capacitarsi di quanto stia avvenendo, ponendo davanti a sé una difesa di quasi incoscienza < HAHAHAHAHAHAHAHAHAah…. Oh…. Eiji > gli occhietti verrebbero riaperti, il viso sollevato a contemplare il cielo ormai stellato in un che di delirante < Accomodati nell’ombra del mio amato Fratellone > il tono oscilla in un’ilarità isterica che non le appartiene, quasi stesse indossando una maschera. Una pausa, i palmi si poggerebbero in terra, il busto a venir rialzato facendo leva su questi ultimi < Devo forse ricordarti quanto non sia servito ad un cazzo? Quanto ora il la sua carcassa marcisca sottoterra e nonostante mi “amasse” > simula le virgolette facendo quasi il verso a quella parola, ridicolizzandola, mentre con un fluido movimento andrebbe ad alzarsi < e fosse la mia unica scelta, non sia mai riuscito ad avermi davvero? > un movimento disinteressato a spolverarsi i pantaloni < … Ci ha provato, ed è morto. > all’improvviso sembra tornare seria, lo sguardo scuro che andrebbe a posarsi su di lui, inchiodandolo < …Anche tu dovresti avere una certa familiarità con la morte, Eiji.> una palese minaccia. Il viso ad inclinarsi leggermente verso sinistra cosi che le ciocche corvine le taglino lo sguardo. Uno due secondi. Dunque senza rispondere al saluto del principe farebbe per dargli le spalle, muovendosi senza fretta verso il bosco della morte. {SE END} {Chakra ON: 43 / 85}

Io non...

Cioè sì.

Non ci si è regolati insomma.

Classiche cose da dintorni di Oto.

Appunto solo per lo spunto riguardo all'eventuale andare a prendere Yukianesa in futuro, per il resto...

monkaS ?