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con Kioku, Sango

23:54 Kioku:
  [Monti Ardenti] Notte buia e profonda, una nuova luna volge i propri favori alle tenebre, illuminando come può ciocche di terra o in questo caso di rocce. Questa notte i passi e i movimenti del Rikudo Sennin lo avrebbero portato direttamente lì, sulle famose catene montuose del paese del Fuoco, i rinomati monti ardenti, il perché è molto semplice e comprensibile, del resto lui stesso ancora può percepire attraverso i propri sensi ninja sviluppati che una battaglia vi si è svolta in tale loco. Come se non bastasse, lui in qualche modo era lì, se non con il proprio corpo, mentalmente, venuto a conoscenza della battaglia che infuriava contro questo apparente Dio degli Otsutsuki, conscio inoltre che tra i presenti vi fosse proprio lei, il suo piccolo origami. I motivi del perché non si è mostrato ne è mai realmente intervenuto sono molteplici ma tra i tanti, l’accettare che lui in primis come anche lei del resto mal gestirebbero il non potersi sentire liberi di agire anche se ciò vuol dire mettere a rischio la propria vita, di questo lo stesso Seiun ne ha fatto spese molte volte compresa la seconda più importante motivazione, sono ninja, i ninja muoiono e per tanto la morte è qualcosa che va accettata a prescindere. Tanti sono i pensieri che accompagnerebbero questa notte i lunghi passi del Sannin leggendario, ad aggiungersi a questi precedenti vi sarebbero anche l’esito stesso dello scontro, come sia finito e cosa altro sia accaduto, ormai arrivato da qualche minuto nel loco evidenziato, mentre il cervello comincerebbe ad elaborare domande e risposte, le iridi dai cerchi concentrici saetterebbero sul terreno alla ricerca di informazioni da analizzare così da poter trarre deduzione e risposte. In parte questo è uno dei migliori passatempi del Rikudo Sennin, come se fosse una sorta d’investigatore, analizzare prove, far elaborare al proprio cervello teorie e quant’altro, tutto volto ad ingannare tempo e soprattutto dimostrare, probabilmente a sé stesso dato che è l’unico presente, quanto sia superiore il proprio intelletto. SI soffermerebbe per alcuni minuti su di una roccia, posandovisi sopra e osservando un luogo d’impatto di due ninjutsu sembrerebbe con diverse forme e sagome dipinti sul terreno roccioso mutato, la schiena libera di muoversi, le gambe, la destra, a penzoloni, la sinistra divaricata in modo da potercisi appoggiare con il braccio sinistro e di conseguenza il proprio mento, quasi annoiato in parte come se volesse poter rivivere quel combattimento ma prendervi parte, così, giusto per passatempo, magari trovare un avversario che gli ricordi cosa voglia dire essere vivo o rischiare la morte. L a lunga criniera nera fluttuare in balia del vento che di tanto in tanto si presenta a tratti anche in maniera molto forse, ma nulla che infastidisca Akendo, ancora appollaiato come un piccolo gufetto su quella roccia, nessun manto oscuro a coprirlo, una semplice tunica che ormai porta con se quando non deve fare strani spostamenti o apparizioni, incurante delle temperature su quei monti, un pantalone di un tessuto molto anonimo e normale a coprire i propri arti inferiori. Osserva quell’impatto, ne saggia l’aria ancora densa di chakra e ninjutsu, gli elementi utilizzati che permeano quel luogo, quasi elettrizzano le iridi del Rikudo Sennin, intento a comprendere qualcosa di più su ciò che è accaduto. [chakra on] [rinnegan off]

00:12 Sango:
 Ritornare un ennesima volta in quel loco sembra essere una tortura immane per la rossa, i cui ricordi della battaglia ancora vibrano tra le corde della propria mente a rimembrarle la propria debolezza. Lei, insieme ad Hanae e alla kage avevano avuto modo di saggiare in pieno il potere del dio, di colpirlo, renderlo ancor più debole e portargli via quell'albero che ha trascinato via tante delle proprie forze, eppure arrivati a quel punto, quando tutto sembrava ormai conclusosi, quando ormai quella guerra sembrava esser agli sgoccioli e finita ormai, eccoli quei dannati ninja. Come se potesse definirli ninja. Quell'onta non l'avrebbe mai salvati dalla loro inettitudine, per quanto ne sapeva avrebbero dovuto semplicemente posizionare dei sigilli in contemporanea mentre lei rischiava la propria vita per poterli lasciar fare. NOn sono riusciti nemmeno in uno di quegli atti così semplici tanto da esser ancora di più vergognosi. Eppure lei non era li per l'alleanza in se, non per combattere quella guerra troppo lunga per nome di Kusa, era li perchè ha desiderato mettersi infine alla prova. Comprendere i tangibili limiti del proprio potere . Eccola dunque, ammantata di nero, quelle nuvole rosse che danzano coi propri movimenti, quella lenta corsa verso il punto impreciso del grande fosso creatosi per merito dell'ultimo attacco del dio, lo stesso che sono riusciti a fermare con delle protezioni e riattaccarlo prima di correre via..correre. Scappare. Il senso è quello. Non ha potuto fare altro se non sentire la propria forza scivolare via e lontano, e riacciuffarla all'ultimo, ma poca vergogna le rimane dentro per quell'atto quando vivere è la cosa più importante. Il capo è rivolto li, verso il basso a denotare la potenza stessa che si era lanciata contro di lei, a vedere i segni di quella battaglia e la mancanza adesso del grande albero, e la dove quei genin, chunin e perfino un jonin si sono dati da fare per far fallire tutto. Sa qualche nome, le voci che circolano, l'onta della vergogna che li seguirà ovunque, e la rabbia della rossa che si infiamma di nuovo. Quei lunghi capelli legati in quella coda ondeggiano come quelli del riduko sennin, una figura ancora nascosta ai propri occhi anche quando alzerebbe infine lo sguardo, e le mani strette in quei pugni a farle male alla carne stessa. Non sa che potrebbe trovarsi li anche lui, anche se considerando la sua indole curiosa non dovrebbe poi esser una tale sorpresa nel ritrovarselo nelle vicinanze. Così che il capo andrebbe a sollevarsi, iridi a guardarsi intorno a se, il corpo che si muove lento , sconfitto , nel provare a sondare quel loco..e forse..probabilmente, noterebbe un movimento di lunghi capelli neri con quella luna che li illumina. E allora andrebbe a fermarsi, l'espressione neutra, stanca, anche se un piccolo calore andrebbe a formarsi dentro il proprio petto. E' lui. Non ha bisogno di chiamarlo per farsi notare, occhi come quelli non avrebbero perso di vista un singolo movimento su quel campo di battaglia. [chakra on][vesti Akatsuki]

00:50 Kioku:
  [Monti Ardenti] Osserva da quell’angolazione, ancora raggomitolato come un micio su di una superficie, i vari punti della battaglia, ove le tecniche ninja hanno lasciato il segno, ove prima vi era una roccia o spuntoni e ora non vi è altro che polvere. Le palpebre lentamente chiudersi, la mente viaggiare a quel momento, con i pochi elementi a disposizione e la mappatura della zona, cercherebbe di farsi chiarezza, come a voler ricreare nella propria mente il combattimento, lentamente da quel che era una piccola macchia, nella sua mente si formerebbero delle sagome, quattro per la precisione, tre da un lato a giudicare dai numerosi segni sulla terra e una solamente a contrapporsi a loro, facile dedurre quindi che l’unico solitario tra questi fosse proprio il Dio degli Otsutsuki eppure qualcosa gli sfugge, qualcosa sfugge alla mente del Rikudo Sennin, non ha ancora abbastanza elementi per comprendere cosa ma in tutta quella azione caotica, quel combattimento, quella foga manca un elemento, qualcosa di imponente sembrerebbe dati i vari segni sul terreno ma oltre non riuscirebbe ad andare, come del resto lo svolgimento stesso, non avendo elementi e non potendo basarsi sui segni per dedurre le tecniche utilizzate, il chakra residuo presente non basterebbe e forse solo volendosi applicare veramente potrebbe riuscire a risalire agli elementi utilizzati associati alle tecniche o i solchi presenti. Non è qualcosa che andrà a fare adesso, non per il momento, le palpebre rialzarsi e all’unisono volgere le proprie iridi verso un minimo di rumore, uno spostamento di quel che par essere una presenza, non ci vorrebbe molto prima che la presenza stessa si palesi, le vesti Akatsuki e la rossa chioma ormai inconfondibili donerebbero a quella vista un sorriso abbozzato sul volto del Seiun, riconoscendo in quella presenza Sango Ishiba, il suo origami, ma non si muoverebbe di un millimetro dalla sua posizione. Un respiro profondo prima di spostare lievemente il capo, pur rimanendo in quella strana posizione felina prima di vociare in direzione d’ella < La notte non è meno meravigliosa del giorno, non è meno divina; di notte risplendono luminose le stelle, e si hanno rivelazioni che il giorno ignora> andrebbe a vociare citando uno dei suoi tanti pensieri e versi che probabilmente avrà riportato da qualche parte su quelle malridotte pagine presenti in uno dei covi, dove lei stessa è riuscita a scorgere qualcosa <cosa ti porta qui mio piccolo Origami> andando così a chiamarla seppur non con il suo nome, ormai spera sia chiaro che quel nomignolo nasconde ben più del semplice vezzeggiativo affettuoso. Osserverebbe dunque le movenze d’ella qualora volesse venirgli incontro, seguendo ogni movimento con le proprie violacee iridi per poi così d’un tratto schiudere nuovamente le proprie labbra, voglioso di chiacchierare come raramente accade, citando un altro dei suoi versetti partoriti dalla propria mente < tu che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?> un riferimento non solo a quella notte ma a se stesso, a loro più recenti incontri, come quello sotto al pioggia la prima volta e anche l’ultima volta che si sono incontrati, questa notte non vi sarà pioggia a coprire i loro corpi ma la luna splende come non mai è d’illumina i segreti più oscuri. [chakra on] [Rinnegan off]

01:09 Sango:
 Sarà la /sua/ voce a rompere quel silenzio, a tessere una trama soave e sottile, elegante dai colori scuri ma anche brillanti come quella stessa luna, come il proprio rosso crine, come il suo sguardo violaceo. Parole soavi che non scuotono la notte ma che ben vi si accompagnano < la notte è il mio momento preferito..tutto sembra magico con una luna e delle stelle . Una notte che porta consiglio > lievi le parole sfarfallano verso lui mentre il corpo inconsciamente si porta in avanti, verso di lui . Quel suo piccolo vezzeggiativo, sa che significa qualcosa di più per l'uomo, così bravo con le parole eppure non capace di esprimere quel che sono i suoi sentimenti . Non sarà lei a ridurre il tutto a una mera questione di parole, non adesso quando non vi è nemmeno bisogno di dirlo. Un piccolo trillo nel cuore lo riempie . Avanzerebbe verso di lui, cercando di raggiungerlo alla sua postazione avvicinandosi senza alcun timore < i miei pensieri sono sempre verso di te..mio Akendo > sussurra quelle parole che solo egli potrà ascoltare, sono solo per lui, ciò che prova , il pensiero che ha sempre lui come protagonista più di se stessa . Il corpo che naturalmente andrebbe verso di lui, abbassandosi nel caso per poterlo raggiungere in altezza , la voce che diviene solo un lieve sussurro < occhi guardatelo per l'ultima volta > le iridi che si incrocerebbero con le sue < braccia prendete il vostro ultimo abbraccio > la destra che lentamente si muoverebbe verso di lui, verso il suo collo per accarezzarlo con la punta delle dita < e voi labbra..voi che siete la porta del respiro..suggellate con un leale bacio un contratto con la morte che tutto rapisce > lentamente ancora si avvicinerebbe in quell'oscurità al suo volto, le labbra alla ricerca di quella altrui per donare un piccolo lieve bacio, le palpebre che tremano assaporandolo infine < è forse questo amore? > una domanda che non ha bisogno di una risposta, non la desidera veramente. Cosa si può definire amore? Quella non è altro che una poesia letta tanto tempo prima, qualcosa che le rimase impresso dentro ma a cui non era mai riuscita a dare significato prima di allora, e anche in questo momento , quale potrebbe esser il suo significato profondo? Morire per l'altra persona? Lentamente andrebbe a riprender il proprio posto, scostandosi quel tanto che basta per poter mantenere una certa distanza con le labbra altrui < son venuta qui perchè non riesco a dormire. Quella battaglia la rivivo ancora e mi sento..impotente > confessa senza guardarlo adesso, lo sguardo di nuovo catturato da quel fosso enorme, dalla terra ribaltata e trasformata in semplice sabbia fine , il ricordo di come la debolezza fece parte di se < ho danzato con la morte..eppure dopo tutti gli sforzi ed esser riuscita a sopravvivere, tutto è fallito per colpa di un gruppo di ninja che non hanno saputo fare il loro semplice compito. Ho rischiato la mia vita anche per loro..> il volto che ritorna a lui < non lo meritavano affatto > parole dure e rabbiose quelle che sfuggono a quelle morbide labbra < e tu perchè sei qui? > curiosa anche nello scoprire cosa ha portato il possessore del rinnegan ad allontanarsi da Oto per inoltrarsi nella terra del fuoco. [chakra on][vesti akatsuki]

01:34 Kioku:
  [Monti Ardenti] La osserva avvicinarsi a se e nel contempo ne osserva le movenze, le labbra muoversi e quella voce fluire verso di se, raggiungerlo ed inebriare la propria mente, lo sguardo fisso su di lei, mentre concentrato ascolta il di lei dire, fino a quei versetti, quelle parole in rima baciata che lo colpiscono, soave la sua voce lo cinge e di quelle parole se ne crogiola, così come le labbra stesse che ricambierebbero a quel desiderio, portandosi anche ad alzarsi quel tanto che basta per rendere il tutto molto più semplici, abbandonando quindi quella posizione feline e raggomitolata su se stesso, del resto sarebbe stato anche buffo continuare a parlare così, certe postura le lascerà per altri momenti di tranquillità o riflessione. Un sospiro viene lasciato al vento, lo sguardo portarsi nuovamente su di lei, su quelle labbra <sono delle bellissime parole> belle quanto difficili da comprendere anche per lui, d’altronde sentimenti come questi soprattutto per uno come Akendo sono ben più difficili da comprendere che per qualsiasi altro umano, il senso di tali parole a volte si perde e a volte si confonde in una dettagliata spiegazione che ben si discosta probabilmente dal reale senso di quei versetti. Portatosi in una posizione più eretta e consona, rimarrebbe comunque appoggiato a quella roccia, seguendo il di lei sguardo verso quel grosso cratere, novelle parole da lei proverrebbero e per tanto la sua mente ne verrebbe catturata, incuriosito anche da quelle parole, intervenendo unicamente come affiancamento al di lei discorso <dunque era verso, immaginavo ci fossi anche te qui quel giorno> in un certo qual senso lo sapeva e allo stesso modo li stava osservando, non di certo spettatore come vorrebbe, in prima fila o sarebbe intervenuto, questo è certo, ma non direbbe nulla di più lasciando ch’ella possa continuare con il proprio vociare. Le parole continuano a fluire così come il flusso di pensieri che li circondano, in un certo qual modo il fatto ch’ella si sia messa così in gioco, danzando con la morte, come lei stessa dice, lo riempie di orgoglio sotto diversi aspetti e solo al termine di quelle frasi Akendo prenderebbe parola anche solo per farle presente ciò che pensa <non pensare a coloro che hanno fallito, ciò che hai fatto non è stato per loro, non hai messo in pericolo la tua vita per loro, lo hai fatto per te> sentenzierebbe quasi ma il suo tono è caldo ed accomodante, quasi rilassante <hai voluto danzare con la morte e sei sopravvissuta che sia per te motivo di orgoglio> breve pausa prima di concludere <come lo è per me del resto> già per il solo fatto che sia sopravvissuta e che siano riusciti a respingerlo è orgoglioso di lei e dei suoi incredibili passi avanti che è riuscita a fare, i miglioramenti ed il sentiero intrapreso, qualcosa che va anche ben oltre quello che forse si aspettava da lei lo stesso Rikudo Sennin. Prenderebbe tempo, lasciando che il silenzio e i rumori del vento e della montagna fungano da scenario, prima di vociare nuovamente, lasciando che le labbra si schiudano e novelle parole possano scorrere come torrente in piena <sono venuto fin qui per comprendere meglio chi fosse questo Dio così “pericoloso”> marcando quasi in maniera sarcastica quell’ultima parola, del resto lui stesso si considera un Kami quindi perché mai dovrebbe temere una persona del genere? Probabilmente Sango non ha mai potuto scorgere bene questo suo lato e forse non arriverà mai il momento giusto per comprendere appieno ma lo stesso Akendo Seiun pecca di arroganza, superficialità e soprattutto superbia contro chi pensa sia più debole di lui, il che vuol dire nella totalità dei ninja presenti e vivi di fatto <ma del resto ora io mi chiedo perché non chiedere proprio a te che eri presenti> va bene giocare ma la sua curiosità è padrona e per quanto fare il piccolo detective ninja gli occupi una buona parte della giornata come hobby e giochino, ora si arriverebbero alle cose più serie. Lo sguardo è fisso nelle di lei iridi, la posizione rimane immutata ma ultime parole accompagnerebbero quella domanda, enfatizzando il tutto <vorrei capire cosa sia accaduto e perché parli di fallimento? Cosa è accaduto, mi sembra che lui non vi sia più> se non altro di certo non lo percepisce, così come non percepisce più quel sentore di pericolo che in quest’ultimo periodo aleggiava su tutte le terre ninja. [chakra on] [Rinnegan off]

01:55 Sango:
 Bellissime parole a cui entrambi cercano un significato da darle, eppure son così lontane da loro mentre loro sono talmente vicini da toccarsi, vivi. < si ero li > la destra che indica lentamente quel punto ove la distruzione s'era fermata grazia alla propria arte combinata con quella di Hanae stesso. Li dove la distruzione s'era fermata immediatamente e assorbita. Ascolta quelle parole e un lieve sorriso si mostra sul proprio volto < mi conosci bene > le iridi che si riportano su quel viso, tanto simile a quello di Madara stesso, eppure tanto diverso per colei che riesce a cogliere l'animo di colui che altro non è che Akendo Seiun < l'ho fatto per mettermi alla prova.. sono stata tanto vicina a morire eppure se ci ripenso non sento altro che una grande scarica di vita > quel giorno ha sentito finalmente il valore della propria vita, qualcosa a cui aggrapparsi con le unghie e con i denti < essere così vicina alla morte è stato illuminante > un sussurro che andrà a spegnersi velocemente, per lasciare che sia lui adesso a parlare, ne osserva le movenze, la voce e il suo tono, la lieve arroganza che si mostra alle sue parole . Prende qualche attimo di tempo ancora , lasciando che il breve silenzio vada a interporsi tra loro due prima di iniziare il proprio racconto < ci eravamo divisi in due gruppi. Io , Furaya e Hanae avevamo il compito di tenere impegnato il dio..non ha funzionato nessun attacco elementare, riusciva ad assorbire tutto quanto e rigettarcelo addosso. Inoltre dietro di lui vi era un enorme albero Akendo > ritorna di nuovo a lui, si legge la preoccupazione nei propri occhi < il nostro chakra è stato costantemente risucchiato, eravamo agli sgoccioli ma in quel momento sarebbe dovuto toccare ad altri ninja che si muovevano intorno a noi, non troppo vicino ne troppo lontani > le iridi che si stringono lievemente di nuovo , le unghie che affondano di nuovo nei palmi < dovevano solo posizionare dei sigilli intorno a lui contemporaneamente, mentre noi lo tenevamo occupato..eppure non ci sono riusciti. Una missione tanto semplice quanto stupida..eppure pensare che li in mezzo a fallire c'è stata la capo clan degli Hyuga, Mekura mi fa render conto di essere una capo clan migliore > il sorriso che si forma su quelle labbra è decisamente poco dolce, malato quasi, pieno di arroganza meritata < Non è riuscita a portare a termine qualcosa di tanto semplice > il disprezzo che si libra fuori dal proprio animo, ma comunque felice che nessun Ishiba oltre a lei fosse presente, non avrebbe sopportato un fallimento da parte loro < ho saputo anche che li in mezzo vi era un Seiun.. un certo Katsu > non sa ancora bene che tipo di rapporto l'altro abbia col proprio clan, col suo ricordo almeno. < era di lui anche che ti volevo parlare > annuncia senza fermarsi troppo, i pensieri che si accumulano ulteriormente mettendole pesi in più sulle proprie spalle < mi ha raccontato che un tempo il clan Sejun. quando ancora Ame era in vita, venne attaccato e decimato dai clan del suono > una notizia a cui lei non riesce a credere, non vi erano mai state conseguenze per un simile atto. Un villaggio intero avrebbe dichiarato guerra ad un attacco simile < tu hai memoria di questo? > sicura che l'uomo avrebbe potuto illuminarla infine sulla questione < e..Akendo > la voce che si fa più seria adesso, lo sguardo che si illumina di un oscuro fuoco , qualcosa di desiderato e profondo, qualcosa che sembra volerle bruciare l'anima < sono disposta a divenire più forte. Ho sacrificato tanto eppure ancora non basta. Le evocazioni non mi hanno dato quello che immaginavo > eccola di nuovo, quella muta richiesta al riduko sennin, una richiesta di comprensione, di sapere se vi altro da apprendere per poter arrivare oltre il limite imposto da un semplice allenamento, e sa che l'unico che potrà mostrarle la via sarà proprio lui, dopotutto è come se fosse sua allieva sotto tanti diversi aspetti. [chakra on][ vesti akatsuki]