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con Ren

11:12 Utente anonimo:
  [Dojo Uchiha] Un altro giorno è da poco cominciato in quel di Kusa, ed il giovane Uchiha, non ha perso tempo, svegliandosi di buon mattino, per potersi allenare, e svolgere qualche compito nel suo paese d'origine come ronde e simili. Compiti non proprio di chissà quale divertimento o importanza, ma in fondo è solo un Genin ancora, non può aspettarsi molto altro. Vestito con una maglietta nera attillata, e dei pantaloni altrettanto neri, che ricoprono le sue gambe, e deglis tivaletti di taglio maschile che vannoa ricoprirgli i piedi, lasciandogli scoperte solamente le dita dei piedi, andandoglia coprire però in toto gli stinchi. La maglietta e i pantaloni sono coperti però sino a sotto le ginocchia, da una veste di colore bianco, di pregiata fattura lo si può ben vedere. Quest'ultima presenta un collo alto, e una spaccatura se così vogliamo chiamarla cge va a formare una forma che va a formare una "V", nella quale vi sono attorno sei Tomoee. Quest'ultimo è tenuto chiuso da una fascia nera, che viene stretta attorno alla vita. A quest'ultima vi è allacciata sia il coprifronte, recante il simbolo di Kusa, all'altezza del fianco sinistro, sia la tasca portaoggetti, che è posizionata dietro la scheina, mentre il porta Shuriken e Kunai è allacciato e tenuto all'altezza della coscia destra. I capelli invece, che sono neri e lunghi sono tenuti legati a formar euna coda bassa, da un laccio di tessuto pregiato di colore bianco dietro alla testa, mentre altri due ciuffi saranno tenuti legati, sempre con due lacci del medesimo materiali ai lati della fronte, in modo che non possano dargli fastidio. Gli occhi come tutti gli Uchiha, sono di colore nero, e attorno agli occhi vi è una striscia di colore nero, un contorno che avvolge gli occhi,spesso alcuni millimetri sempre di colore nero, che si distingue bene in quella carnagione rosea, ma tendente al bianco.Non sono Ora il giovane si trova al Dojo Uchiha, dove in fondo a quella sala, ancora vuota, si mette seduto, a gambe incrociate, andando a formare il sigillo della capra con entrambe le mani, riuscendo poi senza sforzo alcuno a focalizzare la sua immagine con entrambi i puntini, quello bianco che rappresenta la forza psichica, che è posizionato sulla fronte, mentre quello rosso che rappresenta la forza fisica che è posizionato tra le due ginocchia. Si concentra in primis su quest'ultimo, lascia che possa assorbire energia e quindi ingrandirsi e rimpirsi tramite i propri muscoli, la propria energia. Più quest'energia viene concentrata nella sfera rossa più questa si espande. Man mano che questo avviene, i muscoli, si irrigidiranno sempre di più, come se avesse dei propri e veri crampi, con l'unica differenza che il dolore non è presente. Quando la sfera rossa sarà arrivata ad essersi espansa al punto massimo ed essere piena, i muscoli che fino a quel momento erano tesi, ritornano a scogliersi, dando una sensazione di forza ma al coltempo di benessere al giovane Shinuja, che ora sposta la concentrazione da questa sfera al pallino bianco, posizionato sulla fronte. Quest'ultimo va a prendere l'energia psichica, e quindi sfrutta le emozioni, i ricordi i pensieri, del giovane che come un turbinio, iniziano a passare nella sua mente e a fargli provare quelle sensazioni che sono decise e nette, anche se aumentano sempre di più il ritmo di come vengono percepite, fino ad una velocità elevata. Proprio inq uesto processo il pallino si trasforma in sfera e viene man mano riempita, finoa quando quel vortice, non andrà man mano a rallentare, sempre di più, sino a quando tuto non torna come prima, e nella mente del giovane ritorna la calma. Ora che ha le due sfere pronte, va a spostarle entrambe, nel centro del corpo, e più esattamente all'altezza della bocca dello stomaco. Una volta che le due sfere andranno in collissione, per un momento si respingeranno a poi andranno a dare il via ad unprocesso di amalgamatura, dove vedrà queste due sfere, incorporarsi l'una con l'altra, fino a quando non ve ne sarà solamente una, ed è quella che andrà a sprigionare il chakra in tutto il corpo del giovane, dandogli una sensazione di potenza e di benessere, che apprezzava sempre. Finito questo processo il giovane, andrà a fare un bel respiro, per poi riaprire gli occhi, e sciogliere il sigillo della capra, rimanendo li seduto ancora un poco, fissando il simbolo Uchiha, dall'altra parte della stanza, in silenzio, cercando di trovare tranquillità e serenità, prima di emttersi e meditare. [Se Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

11:21 Ren:
  [Dojo] Deve esser passato parecchio tempo oramai - quant'è che non si vedono? Ha perso la cognizione del tempo e l'aria aliena a sto mondo, ne coccola la figura eterea. Come quella di uno spettro. Vestita di una camicetta bianca decorata da una catenella dorata lungo il bavaro - richiama orecchini tondi e dorati pendenti dai lobi, associati a staffette di filamenti di seta dei colori del pavone. Un cangiante blu-verde. La camicia bianca, pigramente velata, mostra la silhouette del petto acerbo - tremendamente giovane per il suo grado nella società. Eppure veste bene i panni della special Jonin - i panni di chi agisce senza dover porre principi o domande davanti alle proprie azioni. Il soldato semplice. Portamento affilato, collide con occhi di piombo. Antartica. Ciocche coralline rapite dall'ultima bava di vento lasciandosi alle spalle la sua enorme sagoma opposta e macabra. Se lei è eterea, come un disegno ad acquerelli con un eccesso d'acqua - Pomyu è un disegno noire. Totalmente in contrasto. Si trascina gobbo e ebbro di borbottii che vogliono risultare tali. Vani lamenti su ogni cosa: Questo posto non mi piace, il tempo è umido, mi prude il collo, la testa, le braccia. Le zanzare. Sento puzza. Ma nella testa, quella, ha un ronzio perpetuo che sembra farla avanzare come un automa senz'anima. Passi meccanici. Mani che tengono tra i palmi una succulenta dai fiori violacei. Sandali lignei che si muovono lungo il dojo, guardando un punto poco nitido del suo stesso fondo. /È stata qui. Qui? No, era il Suono. Qui non c'è niente dell'antica malattia Uchiha per il potere. Solo stupide macchie./ S'arresta, gambe affusolate e bianche che sbucano dallo spacco di una gonna terribilmente ordinata, lunga fino alle caviglie. Beige. L'arietta del mattino fa' oscillare il bordo inferiore, mostra la pelle bianca della coscia, del polpaccio sfregiato dalla caviglia, alla giuntura del ginocchio. Cicatrici senza inizio né fine, frastagliate, disordinate. Bianche e rosa. Un sovrapporsi e scontrarsi, vecchie, meno vecchie. "Cosa cerchi, qui, Loto?" Che domanda. Lui -- Lei. L'ombra della bianca o di sé stessa? Le ciglia perennemente in un bilico sonnolento, si sollevano in un fremito atarassico. Neanche si stesse svegliando a forza. Le labbra, come tratti gonfi ed esangui, si schiudono lasciando andare un respiro stanco. Il sigillo dell'Onmyoton sull'occhio sinistro in vista, un triangolo perfettamente centrato alla palpebra mobile e fissa - un equilatero opposto a quello posseduto da Pomyu, alle di lei spalle. Come arriva alle spalle di Shinuja, investita dal rossore dello stendardo della casata Uchiha; il sole riflesso sullo stesso, la colora di un amabile colore - che le si addice tremendamente. I capelli carezzano le spalle, lisci, mentre abbandona sul primo ripiano la pianta e il biglietto al suo interno. < È un dojo sterile. > Finalmente parla. Zuccherina e rauca. Atona. Una voce femminile che arriva dall'altro lato della stanza incorniciandola come un pesce fuor d'acqua. Forse era destino, che non lo trovasse. < Non da' la sensazione d'attesa, questo posto? > [ck on][onmyoton; se ck >65 Pomyu semitrasparente]

11:46 Utente anonimo:
  [Dojo Uchiha] Il Dojo Uchiha, un posto sicuro, un posto da poter chiamare casa. Si così lo reputa il giovane, in fondo, ovunque ci sia un posto dove svetta quel ventaglio, per metà rosso e metà bianco, è un posto familiare, un posto dove potersi sentire come a casa. Fissando proprio quest'ultimo, in lontananza, riflette su quello che signifia essere Uchiha, e sul dove e come lui potrà e dovrà migliorare questo clan, e dove vuole portarlo, perchè un piano in mente già lo ha, ma dovrà aspettare, non è ancora in grado di poterlo attuare, e questo gli da due vantaggi: La riflessione e la pianificazione della cosa, che coincidono bene e riempiono quel senso di immobilità, che altrimenti il giovane proverebbe, e che scatenerebbe in lui un senso di frustazione. {Eppure, sembra così lontano..} pensa, andando a muovere leggermente il alto della bocca destra verso l'alto. {Devo solo continuare ad avanzare..Il raccolto, verrà da se, più o meno} si perchè di semi ne sta seminando, pochi amgari, rispetto a molti altri, ma questo gli da una maggiore possibilità di prendersene cura, e quindi di badare che crescanao sani e forti, come lui, vuole che siano. {Ma prima, devo riuscire ad accrescere il mio potere, il mio ascendente, nel mentre devo imparare ad essere, e poi potrò piegare la mia stessa vita al mio volere, solo allora potrò essere colui che voglio essere, e il Clan Uchiha, allora sarò io stesso, sarà una mia estensione, sarà frutto e figlio della mai volontà, del mio amore, e del mio Odio} Pensieri profondi, mossi da riflessione profonde, che sono figli di sogni e obbiettivi grandi, alti, come quello di voler divenire come colui che è il vero dio degli Shinobi, Madara Uchiha. Ma tutto questo viene interrotto, da passi e parole, che non sono abitudinari in quel Dojo. volge los guardo verso le due figure, rimanendo in silenzio, osservandole. Non le aveva mai viste prime, e a dire il vero, quelle parole lo lasciano un poco infastidito. <Siete nel Dojo Uchiha, portate rispetto per questo luogo> Va a dire, con tono fermo, ma allo stesso tempo gentile, educato e pacato, verso i due che ora osserva, con i suoi occhi neri, andando ad assumere, quella sua espressione neutrale, piatta nel volto che sempre l'accompagnava, costantemente. <Chi siete?> Domanda verso i due <Cosa cercate, in questo luogo?> domanda, ancora verso i due, andando ad alzarsi, mettendosi in posizione retta, andando poi a posizionare le mani dietro la schiena, una sopra l'altra, che poggiano praticamente, sopra la tasca porta aoggetti. Una posizione la sua, elegante, fine, che rispecchia anche il modo di vestire e di porsi del giovane Genin, e che non risulta aggressiva, verso coloro, con i quali, sta ora conversando.[Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}

13:05 Ren:
  [Dojo] Non propriamente sensuale, non propriamente efebica. Le dita ciondolano sul bordo del vasetto di terracotta appena stondato, dove la pianta grassa sembra sbordar tipo glicine in grappoli violacei. Coccola un paio di petali con il pollice e sembra, per qualche frangente, assopirsi in un immagine inesistente agli occhi di chiunque se non se stessa. I fianchi spostano il peso da una gamba all'altra, flette appena il busto a torcersi di qualche centimetro verso la sagoma del piccolo Uchiha. Lo ascolta? A tratti alterni. Ad altri sembra voler devolversi verso un immagine frastagliata che recupera da memorie che non le appartengono, non in prima persona almeno. Le labbra su cui è dipinto un broncio costante, hanno l'imparziale flettersi degli angoli in un sorriso nostalgico. Oto è casa, certo. Non questo luogo. Eppure, con quale fermezza potrebbe definire un luogo casa sua? Con quale onere ed onore? Forse è la sua carne e la sua indole, a portare l'effige del suono - il suo esser flessa a qualcuno e muoversi costantemente nella sua orbita. Ma questi sono discorsi che un piccolo Uchiha non potrebbe capire - infondo infondo, oramai pochi ricordano la tirannia della sopravvivenza. Chi, oltre al Clone Esperto, potrebbe capir il suo chinare il capo a qualcun'altro? I passi sono leggeri, sul posto, mentre immerge il capo in quel ripiano a sentir un profumo leggero, ben poco invadente. Selvatico. < Non è forse irrispettoso la rimembranza di ciò che era e ciò che, inevitabilmente, non è più? > Chi direbbe, davanti ad una magione in declino, che è molto più bella ora? Gli occhi abbassati si volgono al giovane, muovendosi flemmatica in sua direzione. Pomyu, invece, un uomo alto un metro e novanta, rimane sulla parete d'entrata al Dojo. E il sorriso sulle labbra di Ren è tanto atipico da risultare distorto, fuori luogo, esattamente come la mangia anime in questo fallace posto. "Nessuno ha insegnato l'educazione ai cuccioli?" La voce dell'uomo è graffiante, come una stilettata in fronte. E muove gracilmente il petto della Special nella sua avanzata alla volta di quell'enorme effige. Ekazu. Chi sta cercando? Chi altro se non lui. Chi altro, di suo interesse, potrebbe abitare questo luogo d'attesa silente? Nei passi che la vedono avanzare oltre il piccolo, questa, allunga la mano verso quel ventaglio tondo e rovesciato, adagiando il palmo sul muro. < Lascialo in pace, Pomyu. D'altronde, mi piace vedere che qualcuno ancora veste l'orgoglio del proprio clan. È così differente da noi. > I Seimei infatti, son tutt'altro che uniti. < Cercavo un amico. Ekazu. Pensavo fosse qui ma -- mi sono sbagliata. Meditavi? > [Same tag,]

13:30 Utente anonimo:
  [Dojo Uchiha] Gli occhi neri del giovane permangono ancora sulle die figure, il giovane è accompagnato dal suo amico più fidato: Il silenzio. Osserva i due, i loro movimenti, osserva Ren, la sua espressione non cambia, neutra, ma al tempo stesso gentile, rispettosa, un misto si potrebbe dire, un non chiaro risultato di arroganza e buone maniere, che permette però di far uscire le seconde, e tenersi l'arroganza dentro di lui. Che sia del tutto un vantaggio? Non lo sapremo mai. Ma tornando a noi, le parole di Ren, attirano ancora di più le sue attenzioni <Rimembrare ciò che era, non è un obbligo, ma una scelta in certa casi, altre volte è un obbligo> Asserisce <Quello che ès tato non smetterà mai di essere, anche se ora lo percepiamo come diverso, o come assente..> Asserisce, con quella voce bassa, rispettosa <Il non vedere, il non poter toccare non vuol dire che non ci sia più, anche un ricordo per quanto sopito, e dimentica, è sempre li, dentro di noi> In fondo, non può che vederla diversamente lui. Proprio lui, che vuole diventare come il primo degli Uchiha, come il dio degli shinobi, Madara Uchiha. Ma questo pensiero però, viene presto lasciato da parte, sentendo le parole di Pomyu <Siate voi rispettosi di questo luogo, e questo luogo e chi vi è dentro, vi porteranno lo stesso rispetto> Afferma, nel dirlo rimane calmo, ma nell'arnima, ringhia come una bestia famelica. <Ekazu non so dove sia, chi lo sta cercando?> Non sa davvero dove sia Ekazu, ma anche l'avesse saputo non l'avrebbe detto, non a chi nemmeno conosce, in fondo il clan, è la sua priorità, ogni membro fa parte della sua famiglia, Ekazu non è escluso da quest'ultima, anzi. Suo sensei, forse per ora l'unico più degno di nota, più di Kioshi stesso. <Stavo per meditare, ma non credo sia questa, la cosa più importante ora> Asserisce, andando a spostare los guardo verso i due, osservando Pomyu vicino all'entrata del Dojo e ren invece che lo sorpassa, e osserva il loro simbolo, quasi toccandolo. <Per quale motivo, state cercando Ekazu?> Domanda, ancora una volta, in modo diverso, più chiaro, attendendo una risposta, da parte della giovane, che spera potrà arrivare presto.[Chakra On}[inventario: Fuuda con tronchetto+ cartabomba x4 - Bomba Luce x3 - kunai x3 - Tonico Curativo x2 - Tonico recupero Chakra x2 - Fuuda vuoti x4 - fumogeni x5 - Veleno inibente x1 - fuuda con respiratore sigillato x1}