Odor di Sfida?
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Giocata del 14/06/2020 dalle 16:26 alle 22:02 nella chat "Accademia Ninja - Kusa (vecchia)"
[Nel cortile] Uno sbadiglio viene rilasciato dalle labbra dischiuse mentre gli occhi smeraldini osservano con evidente noia il viavai di gente che quella mattina sembra essere più del solito. Lì seduto sui gradoni della biblioteca, Azulon non ha voglia però di fare l'Esame per quel giorno, preferisce invece fare qualcosa di più interessante e nuovo. Nella tranquillità del momento il giovane uomo sente qualcosa strofinarsi sul suo braccio, morbido e gentile, e le iridi verdognole si abbassano su quel felino rossiccio e tigrato che gli sta facendo le fusa. "E tu che vuoi, bel micino?" chiede Masamune, quasi divertito da quell'improvvisa compagnia, la quale miagola compiaciuta per tutta risposta. È in quel momento che il ninja abbastanza sorpreso si accorge che gli ha preso qualcosa, tenendola stretta tra le piccole zanne. Si tratta del piccolo rotolo da lui poggiato sul gradino. "No gatto, questo è mio!" afferma in un calmo rimprovero, cercando di riprendersi l'oggetto in questione, ma il micetto fugge verso il vicolo prima che egli possa acchiapparlo. Ed è molto veloce, tuttavia riesce a tenergli abbastanza bene il passo nonostante la folla da evitare, pur non riuscendo a raggiungerlo davvero. La loro corsa tra le vie di Kusa giunge al termine quando il gatto balza sopra il muretto che segna il confine del cortile dell'Accademia, poggiando il rotolo per un momento e girandosi a guardare il ragazzo con quel suo miagolio quasi derisorio. Lui, in piedi a distanza ravvicinata dall'obiettivo, sorride a sua volta nel fissarlo, di quell'ironia un po' folle e ambigua che gli appartiene, pensando già alla strategia migliore per riprendersi il rotolo, ora che il felino è fermo. [Cortile.] Scivolerebbe in quelle terre, predisponendo una serie di falcate semplici e profonde, mentre il flusso di chakra sarebbe già stato richiamato correttamente e senza alcun ausilio di sigilli, affinché quell'energia possa disporsi all'interno del proprio organismo, rivitalizzandolo e permettendogli di compiere movimenti strabilianti, con la miglior fluidità ed eleganza possibile. Un vestiario piuttosto comunque, caratterizzato da un paio di pantaloni grigi chiari, che avvolgono le leve inferiori, ed una maglia a mezze maniche, totalmente nera, con un debole scollo a v sul petto, senza evidenziare particolarmente quella corporatura apparentemente esile e longilinea, senza concedere difficili punti di vista sulla precaria capacità fisica, sulla forza bruta di cui risulta essere totalmente carente. Eppure possiede un equipaggiamento minimo e spartano, che s'adorna sul proprio corpo, con quelle varie placche e protezioni, lungo gli arti, sia superiori che inferiori; la placca metallica invece non è affatto evidenziata, ma quasi riposta in maniera nascosta e velata, all'interno di qualche tasca. Ne sentirebbe sempre meno il bisogno, la necessità di quel simbolo che non sembrerebbe più appartenere, come una macchia che lentamente sta crollando via dalla superficie, dopo un nuovo getto d'acqua. Lineamenti facciali rilassati, su quel viso circondato dal crine corvino, quelle ciocche ribelli che si incastrano e lasciano evidenziare i rubini presenti. Gemme scarlatte che si incastrano nei bulbi oculari, quando potrà affondare, dopo un debole salto, al di sopra del muretto che circonderebbe il cortile accademico, accanto al gatto ambito dall'altrui presenza, accovacciando le gambe e con la schiena puramente ritta. <Gatto?> Sussurra, notando come l'altro deponga un rotolo, mentre scruta indietro, verso il malcapitato deshi. <E' tuo questo?> Non specifica se il rotolo o l'animale, ma potrebbe ritrovare soluzione a breve. [Chakra On][Equip.Scheda] [Nel cortile] Il chunin avrebbe a sua volta potuto osservare un ragazzo dagli abiti neri, semplici e comodi. Alto e magro, dalle caratteristiche tipiche di un albino: pelle pallida come la luna, capelli color argento, mentre le iridi sono di un verde chiaro e acceso, le stesse che adesso puntano verso il nuovo arrivato, colui che lo interrompe nella sua strategia, proprio quando ha cominciato ad impastare il chakra, visualizzandolo, unendone le due parti e lasciandolo poi scorrere nel suo corpo per amplificare le proprie abilità fisiche e ninja. Volendo apparire ingenuo Azulon sorride all'altro, bonariamente: "Mi ha rubato il rotolo," gli spiega con calma, indicando la bestiola che ora si sta leccando la zampa, muovendo di tanto in tanto la coda. "Stavo giusto per riprendermelo," afferma in seguito, incrociando le mani dinnanzi a sé in modo incurante. [Chakra On] [Cortile.] La mancina mano che si ripone sull'animale, sulla sua testa, per poterlo accarezzare un paio di volte, prima di slittare verso il rotolo e recuperarlo senza alcun problema, in quanto il gatto risulterebbe troppo impegnato nel crogiolarsi in quelle attenzioni fisiche. <E' tuo, quindi.> Denota l'albino, per poterlo quasi soppesare. Lascia scorrere qualche secondo, per poter compiere una valutazione discreta, minuta, per poi schiudere nuovamente le proprie labbra, per poter affermare con cautela, con un picco debole della propria voce, mantenendo la stessa postura fino ad ora assunta, occupata. <Il tuo nome?> Domanderebbe in un primo momento, per poi inclinare con lentezza verso sinistra, in un'angolazione di circa quindici gradi, per poter adocchiare l'avverso sotto un'altra sfumatura, un differente punto di vista. <E saresti un Deshi od un civile?> Non adocchia nessun elemento distintivo, nessuna particolare arma oltremodo o segno che possa farlo presagire come uno Shinobi a tutti gli effetti. <Ah.> Un vocalizzo, debole e leggero. <Puoi chiamarmi Kawaakari.> Oramai ha scelto quel soprannome, quell'attributo, e non farebbe altro che allungare la mole di persone a cui lasciarsi riconoscere sotto quel pronome. Silenziosamente e con movimenti lenti, tenterebbe di sciogliere il peso raccolto sulle proprie gambe, affinché possa distenderle e far sì che siano direttamente i glutei a poggiare sul muretto, mentre le piante dei piedi vanno a raccogliersi sulla superficie verticale, aumentando l'adesione a quest'ultimo, mediante il rilascio costante ed omogeneo di una patina di quella forza nuova, in modo tale da migliorare e risaltare la propria postura e l'equilibrio, affinché non sia mai misero e fragile. Raddrizzerebbe così la testa, pronto a rimanere attento ad ogni reazione d'egli, anche perché non sembrerebbe avanzare notevole fiducia verso gli sconosciuti, in cui l'altro è appena rientrato, in una cerchia così immensa ed indefinita. Ci vorrà tempo prima che possa essere etichettato in maniera differente, a meno che l'altro non riesca a stupire il Chuunin. [Chakra On][Equip.Scheda] [Nel cortile] Solleva ambedue sopracciglia con evidente segno di perplessità, anche se difficilmente sarebbe stato possibile per gli altrui occhi vederlo considerate le ciocche bianche ad oscurare parte dello sguardo. Statuario con le braccia incrociate, immutato nell'espressione, il ragazzo segue con gli occhi la mano dell'altro, che agguanta il rotolo senza alcun problema. Non vuole darglielo, quello, piuttosto gli pone una domanda, non comprendendo il suo ruolo in quel di Kusa.
Ah, che tipo socievole, ovviamente vuole anche il nome. Potrebbe dirglielo, forse, o forse no. "Il mio nome?" Focalizza in ogni dettaglio la figura che ha dinnanzi, comincia a creare attorno a sé una patina di chakra mentre le mani compongono il sigillo necessario a riprodurre la jutsu da lui scelta. "Chi lo sa?" Plasma la forma di tale patina ed ecco che ben presto Azulon non è più Azulon, bensì Kawaakari. Con la stessa sfacciata e baldanzosa bonarietà dell'iwano. "Potrei essere te, Kawakami," sembra quasi si stia prendendo gioco di lui, vista l'ilarità dimostrata. "Il mio nome è Azulon," si presenta a lui mantenendo quell'atteggiamento peculiare, frattanto che gli si avvicina, "e avrai capito da te che non sono un civile," a quest'affermazione, una volta che fosse riuscito a giungergli dinnanzi, avrebbe teso la mano a riprendersi il rotolo, ritrasformandosi solo in quel momento, senza mai togliersi quell'irritante sorriso dalla faccia. [Chakra On] [Cortile.] Lo sguardo cremisi che andrebbe ad impiantarsi in quello opposto, in un contatto duraturo, intenzionato a comprendere maggiormente le dinamiche che si esercitano dinanzi al proprio corpo, con quella voce opposta che verrebbe memorizzata, quasi stesse cercando di implementare ulteriore informazioni a riguardo. Studiarlo in ogni minima sfaccettatura, per poi notare la trasformazione dell'altro, con il conseguente sigillo, lasciando che una cortina di fumo biancastra si evolvi attorno a lui, palesando la fisionomia propria. <Oh curioso.> Suggerirebbe, innanzitutto. <A parte che il mio nome è Kawaakari, però.> Sembrerebbe sottolinearlo, data la storpiatura dell'altro, per poi cercare di adocchiare il resto di quella trasformazione. <Ricordati che quando ti trasformi, devi cercare di copiare quanto più possibile anche i modi d'agire della persona, altrimenti il tuo camuffamento è decisamente povero.> Dunque scruterebbe la richiesta implicita, di quel rotolo. <Mh?> Un debole mugugno, con quell'accento interrogativo, prima di comprendere che stia cercando di puntare al rotolo, lo stesso che la mancina detiene. <Ma dubito che tu sia un esperto, se anche un semplice gatto riesce a rubarti un rotolo.> Provocherebbe, debolmente, prima di lasciare che l'arto sinistro possa compiere una mezza rotazione, con lo scopo di consegnare il mal tolto all'altro, mediante un movimento a parabola, decisamente blando e semplice. Prettamente elementare, per far sì che l'altro non abbia difficoltà. <Azulon, dunque.> Prenderebbe nota, in qualche modo. <Sei un Genin?> Proverebbe ad azzardare, in una seconda ipotesi, cercando di mediare un grado adeguato a quanto analizzato fino ad ora. Perché, per il momento, evita di toccare il pensiero che sia semplicemente uno studente, che ha dalla propria parte una debole e vaga conoscenza delle capacità, delle tecniche, del loro mondo militare. <Sei un Kusano, immagino.> Dopotutto, con il rientro dei villaggi, sarebbe arduo notare un Konohano od un Kiriano, in quel punto. [Chakra On][Equip.Scheda] [Nel cortile] Azulon riprende finalmente il suo rotolo, continuando a studiare con i suoi occhi smeraldini quel peculiare Chunin, affatto indispettito dalla frecciatina di quest'ultimo: "Non avrebbe avuto molto senso, visto che mi sono trasformato di fronte a te, non pensi?" gli chiede, divertito da quel tipo insolito. "E sì, lo ammetto. Questo gatto è proprio bravo," enuncia Masamune, riuscendo ad accarezzare sulla testolina il micio, dopo aver opportunamente messo via il suo rotolo. "Penso che lo terrò con me." Non gli sfuggono le seguenti questioni che l'altro gli pone, lasciando dedurre di lui come di un tipo curioso a sua volta. Curioso come un gatto, per l'appunto. "Presumo di esserlo, un kusano. Anche se ahimè mi tocca dare l'esame," gli risponde mentre giochicchia con il micetto, che con letizia sembra a sua volta compiaciuto da quelle attenzioni. "Cosa mi dici di te, invece?" gli chiede successivamente. [Chakra On] [Cortile.] Ascolta attentamente i fonemi composto dall'avverso, li percepisce mediante i propri padiglioni auricolari e lascerebbe che le informazioni vengono raccolte e trasformate sotto forma di dati, da collocare all'interno della propria mente. Una debole smorfia che si comporrebbe sul proprio viso, come se fosse insoddisfatto dalla risposta elargita, cercando di recuperare il filo così tralasciato: <Non mi preme.> Un respiro leggero. <Se devi eseguire una tecnica, devi essere sempre quanto più vicino alla perfezione.> Come se non transige alcuna sbavatura, soprattutto se si argomentano di conoscenze accademiche, di tecniche così elementari e banali, ma decisamente utili, se apportate con astuzia e furbizia. <Pensi di esserlo?> Non comprenderebbe affatto quella dichiarazione, riuscendo ad innescare un debole movimento, una rotella che sembra formulare un concetto vago di curiosità che viene spinta all'esterno. <In che senso?> Dopotutto quel villaggio avrebbe raccolto sotto la propria ala un quadrato di popolazione decisamente maggiore rispetto ai veri abitanti e cittadini, dunque potrebbe comprendere, ipotizzare, una linea guida, a cui sembrerebbe comunque aggrapparsi, per poter comprendere maggiori elementi, di una storia che improvvisamente desta il proprio interesse, al punto da chiamare una domanda, una maggior conoscenza, come se fosse assetato di un liquido meglio conosciuto come il sapere. <Oh, dunque un deshi.> Riuscirebbe soltanto ora ad accorgersi dell'intera struttura di quella sagoma. <Dunque immagino che tu sappia padroneggiare tutte le capacità minime e necessarie, per fare l'esame.> Non è nulla di pericoloso o difficile, ma sicuramente può intuire il timore ad affrontarlo. <Io?> Domanderebbe, in via retorica, lasciando che la manina mano si possa puntare, con l'indice teso verso la propria persona. <Sono soltanto uno spettro che è tornato qui, nulla di stravagante.> Davvero lo si può condurre in quel modo, svestendo la propria identità in quel modo e così esplicitamente, burrascosa e senza un minimo di tatto? La sensibilità è rasente al nulla. [Chakra On][Equip.Scheda] [Nel cortile] "Esattamente," conferma Azulon l'affermazione in merito alle sue conoscenze, con quella sua ilare espressione, lasciando stare il gatto - il quale se ne sta sdraiato sbadigliando e dondolando la coda a destra e a manca. Torna a concentrarsi su Kawaakari, anzi meglio, compie dei nuovi sigilli e concentra il proprio chakra che manifesta nell'etere, manipolandolo al fine di creare un effetto illusorio alla luce del sole. Avrebbero dunque preso forma di fianco al Deshi due cloni di sé stesso, che avrebbero avvicinato e circondato il Chunin con quieta baldanza, ma senza minaccia. "Uno spettro..." uno, "...affascinante..." dopo l'altro, "...e ti andrebbe di allenarci?" gli chiede il reale Azulon, avvicinandosi di un passo a lui con la stessa giocosa e frivola espressione degli altri due. Tutti fissati in egual modo dal micetto incurante. [Chakra On] [Cortile.] L'attenzione risulta essere decisamente elevata verso la controparte, soprattutto in vista di una nuova composizione di sigilli, che dovrebbe conoscere perfettamente, collegandola in maniera quasi automatica alla tecnica della moltiplicazione del corpo; quella basilare, quella offerta mediante cloni composti da mera illusione e privi di materia. <Uh.> Sembra che l'altro si stia esercitando, in qualche modo, notando come uno dei due cloni, dopo aver proferito, vada a sparire, a scoppiare in un sonoro rumore di nube, una cortina biancastra che dissolverebbe una delle due presenze aggiuntive. <Inserisci più chakra e mantieni costante il flusso.> Una vaga informazione, quando potrà rivolgersi verso quell'ultima domanda. Sembrerebbe pensarci, soppesare effettivamente la proposta: <Potrei.> Umetterebbe appena le labbra, cercando invero di porre le mani sul muretto, i palmi che schiacciano con forza, affinché possa alzarsi e porre i piedi nella posizione precedente, per rialzarsi, erigersi, al di sopra di quel muretto che delimita il cortile dell'accademia ninja di Kusa. <Ma credo che convenga attendere, per ora.> Uno sbuffo debole, leggero. <Almeno fin quando non diventerai Genin.> Un pensiero, semplice e diretto, mentre le braccia tornano ad adagiarsi lungo i corrispettivi fianchi. <Portami il tuo coprifronte come prova della tua prova effettiva, del tuo successo, ed io accetterò la tua sfida.> Senza velo alcuno sulla propria lingua, esternando quel parere, mentre le spalle iniziano vagamente a muoversi, in vari movimenti rotatori, come se stesse cercando di sgranchirsi appena. Cerca di stimolare i muscoli, fin troppo sopiti, dopo tanto tempo rimasto fermo ed immobile in quella posa. Ha necessità effettivamente di sgranchirsi. [Chakra On][Equip.Scheda] [Nel cortile] Gaudio e tripudio, una sfida. La cosa lo elettrizza piacevolmente, ma tale sensazione è inibita dall'idea di dover attendere, mutando ben presto in una quieta motivazione aggiuntiva per la quale prendersi nuovamente il coprifronte.
Concentra ulteriormente il flusso di chakra, salvo poi far sparire volontariamente il clone rimasto. Si dissipa in un puff, una nuvoletta che le iridi feline fissano con rinnovata curiosità, tornando successivamente a guardare i due interloquire. "Una sfida, interessante! Ci rivedremo di certo allora, Kawakami!" afferma lui con un largo sorriso compiaciuto, spostando il peso da una gamba all'altra mentre le mani vengono giunte dietro la schiena e la testa inclinata.[Chakra On] [Cortile.] L'altro dovrà attendere e non solo, dovrà dare dimostrazione di essere sufficientemente abile da poter superare quel primo ingaggio, quel primo gradino, per potersi affermare come Genin del villaggio. Lo soppesa, ancora per qualche secondo, come un mercante dinanzi ad una merce sconosciuta, ancora indefinita, al quale vuole attribuire un determinata merce. Sbuffa solo infine dalle narici, terminando di sgranchire le proprie spalle. <Ottimo, Azulon.> Ne avvertirebbe il fonema, espresso come un sussurro, delicato ma sufficiente ad essere avvertito dalla controparte. Una carezza verbale, una voce che non sembrerebbe tradire una semplice quiete, qualcosa di neutro e senza particolare espansione nei propri sentimenti. <Ed ora...> Riprenderebbe dunque fiato, divaricando appena le gambe, quanto basta per poter affermare con maggior impegno una potenziale preparazione, col baricentro che si abbasserebbe leggermente. <Dovrò andare.> Si congeda, con quelle parole, lasciando che il capo possa inclinarsi in basso e rialzarsi, in un saluto silenzioso, seppur cortese. Attenderà gli ultimi responsi altrui, se ve ne fossero, per poi tentare di sfruttare a pieno il proprio potenziale corporeo, quelle capacità motorie, per muoversi con rapidità, ad una destrezza davvero difficile da poter definire all'altro, data la differenza di percezione. Sarà qualcosa di simile ad un'immagine residua, ad un ologramma che perderà gradualmente consistenza ed opacità, oltre ad una serie rapidissima di passi che sfiorano appena l'orecchio altrui. Non cerca di nascondersi, non cercherebbe di mostrare il proprio potenziale, anzi ignora totalmente quei tratti, quella particolarità, ma invero sembrerebbe avere un impegno altrove, ben ricordato dal firmamento oramai tinto di un blu scuro e di quel cielo che, gradualmente, si lascia irradiare dalla luna e dalle sue figlie, le stelle che rendono migliore quella volta oscura. [Chakra On][Equip.Scheda][Exit] [Nel cortile] Il suo nome sussurrato fa uno strano effetto, troppo ambiguo, ma se di velata minaccia o frecciatina si trattasse, sarebbe solo una delle moltitudini che Azulon si è lasciato scivolare addosso come l'acqua. Non gli manca il saluto, che ricambia con educazione quel cenno, nonostante la frivola quanto strana persona che il Deshi possa essere. "Buona serata allora," dunque prende con gentilezza il gatto, che miagola sorpreso visto che stava riposando, e se lo pone sotto braccio. Evidentemente risulta troppo stanco l'animale per provare a districarsi come dovrebbe, ma il sorriso frivolo di Masamune risulta presto in uno divertito, quando risolleva le iridi color smeraldo - tutt'altro che colme di frivolezza - sul Chunin, osservandone per qualche istante da dietro le ciocche pallide le movenze agili e veloci. Dopodiché comincia ad avviarsi per la sua strada. [Exit]