Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Baciami sto fungo

Free

0
0
con Saneatsu, Izayoi

16:03 Izayoi:
  [Chiosco Ichiraku] Ultimi passi, ancora un paio di svoltare di angoli di quella ridente cittadina per poi trovarsi proprio dove vorrebbe essere. Una tappa come minimo settimanale, un qualcosa di semplicemente intramontabile per chi della Foglia, quel chiosco che semplicemente vive da probabilmente quando la stessa Konoha è stata fondata, tradizione inaffondabile ed in grado di allietare qualsiasi spirito con la leccornia prediletta di probabilmente ogni Shinobi del Paese del Fuoco, tranne Yosai, a lui non piace il ramen ma è un qualcosa di talmente inspiegabile nella testa della Koshirae che si trova semplicemente costretta a scuotere lievemente la testolina rosa, andando a palesarsi lì oltre le tendine tipiche del posticino < Buon pomeriggio Ichiraku-san. > direbbe in quel chinare il capo garbata mentre vedrebbe di prendere posto su uno degli sgabelli, forse l'essere limitato e privato di quel posto lo rende ancora più magico, seppur sembra che effettivamente non ci sia nessuno oltre a lei. Per ora. Ordinerebbe un classico shoyu ramen dopo che il saluto è stato ricambiato dallo sgargiante e sorridente, instancabile (e forse immortale) Ichiraku, che avrebbe fatto vagamente arrossire la ragazza in quell'andare a rifilargli un complimento di quelli che si fanno così in maniera spassionata, dicendo che è lieto di avere una bella bambina come lei nel suo piccolo chiosco, portando lei a volgere gli occhi lilla di lato, relativamente in imbarazzo, per quanto possa sentirsi una donna fatta e finita dopotutto è pure sempre una ragazzina di soli diciassette anni, manco maggiorenne < Non... Sono una bambina... > direbbe lei in quel gonfiare appena la guancia destra per poi lasciar sfuggire un flebile sbuffo, rimanendo lì con le mani in grembo, con indosso chiaramente il solito vestiario, la maglia di un kimono candido, maniche staccate rosse e bianche rette a loro volta da lunghi guanti scuri, nessun orpello sulla chioma di ciliegio che dietro di lei ondeggia appena smossa da una lievissima e distante brezza tiepida di quel Villaggio, sandali chiusi e Takemikazuchi chiaramente infilata nell'obi spesso dei due colori neutri a cingerle la vita. Per il resto, attende semplicemente lasciando che la sua attenzione vaghi per le pareti lignee e perdendosi nei minuziosi dettagli del posto, con gli odori e le fragranze degli ingredienti che vanno a solleticarle l'olfatto, pochi altri istanti mentre la ciotola vien dunque poggiata sul bancone con un lieve suono sordo, lui che gli augura buon appetito, lei stessa che andrebbe volgendo un sorriso cordiale ed un ringraziare sempre con un cenno del capo vagamente riconducibile ad un'inchino, afferra le bacchette estraendole dalla carta che le contiene e dopo averle separate tra di loro con un secco schiocco ligneo ed esprimersi poi con quella classica affermazione prettamente nipponica alla quale ci si rifà quando si sta per andare a gustarsi un pasto, un tributo ed un ringraziamento per il cuoco stesso, rigorosamente elegante e cordiale, tranquilla nel suo essere da sola, serena.

16:08 Saneatsu:
 Ha proprio voglia di ramen. Insomma un qualsiasi Konohano che si rispetti deve andare a mangiare al chiosco no? E’ una regola non scritta del suo appartenere a quel villaggio. Per questo motivo quindi lui oggi è uscito dal suo appartamento, si è vestito e ora sta camminando in direzione del produttore di cibo più famoso di tutta Konoha. Cammina tranquillo e sicuro di sé, soliti abiti da samurai indosso, un completo azzurro chiaro ovvi, pantaloni larghi, spada al fianco destro e una casacca lasciata quasi slacciata per far intravedere parte di quel petto muscoloso e chiaro. Il volto è affilato e i capelli, ancora umidi, sono stati lasciati sciolti, per una volta, andando così a poggiarsi appena sulle scapole e le spalle. Ciuffi ribelli sulla fronte e sugli zigomi. Tra le labbra una sigaretta mezza consumata che esala il suo fumo grigio verso l’alto poggiata verso il lato destro, mani nelle tasche e via di atteggiamento da figo della situazione. Il passo è abbastanza lento, pretenzioso in un certo senso mentre si avvicina silenzioso. Le sue erano intenzioni abbastanza raccomandabili, non è interessato ad andare a “caccia” solo a mangiare e per quanto non avrebbe rifiutato una compagnia femminile di certo non era questo il motivo della sua uscita, eppure una certa ragazzina ha deciso di mettersi tra lui e il suo scopo primario. Non può non riconoscerla mentre si avvicina silenzioso, soprattutto dopo aver udito le parole a quel complimento. Parole che viaggiano nel vento e che non avrebbero alcun significato perché persino difficili da distinguere eppure è la voce a catturarlo. Un sorriso che si allunga su quel volto mentre la destra va semplicemente a buttare la sigaretta a terra. Senza nemmeno scostare le tendine andrebbe ad abbassare il capo e la schiena in avanti, quel tanto che basta per ficcare il naso all’interno del posto, quel tanto che gli serve per cercare di arrivare a sfiorare con il suo volto la guancia destra di Izayoi. Silenzioso vorrebbe muoversi, lentamente andrebbe ad avvicinarsi lasciando che lei possa accorgersi della sua presenza non tanto per via della vicinanza anche con il corpo, piegato in quella maniera infatti anche il petto andrebbe a sfiorare la schiena della ragazza sullo sgabello <lo stesso per me> sussurra quasi, riferendosi al cuoco in quel chiosco ovviamente. La voce vorrebbe risultare suadente, come se stesse sussurrando ad un’amante lodandone la bellezza. Capelli umidi che quindi cadrebbero appena in avanti così che lei possa sentirne l’odore mentre lui permane in quella posizione qualche attimo, senza voltarsi ad osservarla [chk on]

16:34 Izayoi:
  [Chiosco Ichiraku] E dunque, che problema dovrebbe mai essere in un semplice volersi concedere una ciotola di Ramen per merenda? Nessuno, a meno che il problema non sia effettivamente rappresentato in carne ed ossa da un qualcuno ben preciso, una semplice voglia di quello stesso piatto tipico di Konoha, nessun appuntamento specifico tra i due, per quanto effettivamente pur non ammettendoselo siamo ben certi del fatto che la Genin sarebbe più che lieta di avere effettivamente la possibilità di concedersi un'appuntamento assieme al Senpai. Eppure, per ora permane tranquilla e rilassata, spensierata in quel mettere da parte il proprio dovere come spada del Clan ed allo stesso tempo come Anbu, un'iniziare della settimana senza doveri e problemi, gesti semplici quotidiani e abitudini che potrebbe andar sempre più scemando in quel diventar una Kunoichi ogni giorno più abile di quello precedente. Non disdegna quel chioschetto nonostante l'essere un qualcosa di minimo e povero, lei è aristocratica ed elegante ma non necessariamente abituata al lusso, ordinata e precisa tanto come quello stesso localino nel quale ogni cosa sembra nel posto giusto, ogni centimetro è curato nei minimi dettagli e non vi sarebbe neanche una singola cosa fuori posto, anche se la sua attenzione ora è rivolta del tutta su quella superficie dal colore di bronzo, qualche macchiolina d'olio, il profumo degli ingredienti a salire grazie a quel vapore bollente che solletica anche le papille gustative, un brevissimo andar con la punta della lingua a passare tra le labbra, li di mezzo, in un pregustare già quel nugolo di spaghetti che avrebbe tirato su con le bacchette, osservando appunto i i noodles umidi e lucidi dall'effetto del brodo, gli occhi quasi brillano ad una visione simile, deve esserci qualcosa che causa dipendenza in quella ricetta. Soffia un paio di volte, è un soffiar pacato e mai fuori luogo, nulla di grezzo proviene da quella figura che si abbandona alla semplicità della sua adolescenza andando quindi a tentare di godersi quel primo boccone come se nulla fosse, in quella placida calma ed il sorriso perenne dello sgargiante proprietario, come se avesse bisogno di vedere la faccia estasiata dei clienti ogni volta grazie al suo cibo, seppur è automaticamente già certo del risultato, come sempre, è quasi il momento della verità, se non fosse per il giungere improvviso, appunto, di Saneatsu. E lì' è tutto un cedere < Ah! > un sussulto sullo sgabello, un brivido che risale dall'osso sacro andando a smuoverla in quell'improvviso andar a lasciar che un vocalizzo di sorpresa la colga appunto di soprassalto così come il giungere di lui, silente e predatore, gli si para al fianco della guancia e quindi automaticamente in prossimità dell'orecchio, andando a lasciar che quindi una folgore smuova il corpicino relativamente maturo della Koshirae, mentre gli spaghetti chiaramente subiscono quel venir colta di soppiatto, scivolando giù per le lignee posate che erano in orizzontale, ora piegate da quell'improvviso giungere del Chunin riconosciuto chiaramente dal tono di voce, tanto che il nodo di pasta vedrebbe di ricadere nel brodo da quei suoi quindici o venti centimetri di altezza. Ed ovviamente, a quello stesso fremito, non potrebbe che aggiungersi anche un coincidere del brodo stesso, bollente come chi gli sta li di fianco (...) lei che nel frattempo avrebbe voltato il viso, con un filo di lentezza nell'essere già certa di chi avrebbe lì, poco distante dal proprio volto, no anzi, scosta solo lo sguardo e la testa si ruota del minimo indispensabile, giusto un paio di gradi, sono le lilla di lato ad inchiodarsi sul profilo di lui < E io che credevo di poter godermi del Ramen in pace... > direbbe lei, non di certo infastidita, anzi, è che non lo ammette, fa la finta sostenuta in quell'andar poi appunto ad accorgersi di quel calore che percepisce sulla coscia sinistra, lì dove le calze lunghe ovviamente non ci sono e la pelle quasi stride dal bollore che non aveva percepito, lei che soltanto adesso si concede un'altro brevissimo sussulto, andando a ringraziare il fatto di non essersi perlomeno sporcata come una bambina che ha detto di non essere, portando l'indice della dritta proprio sulla piccola macchiolina di brodo, finendo poi chiaramente per portare quello stesso indice tra le labbra rosee, ne troppo sottili ne troppo carnose. Sciocca, incauta, tentatrice.

16:51 Saneatsu:
 Ottiene quello che vuole. Una piccola espressione di sorpresa da parte della ragazza, il sorriso che di conseguenza nasce nuovamente su quel volto. Lo sguardo quasi d’intesa con il proprietario del chiosco che non può fare a meno di notare quella scenetta. La osserva per tutto il tempo con la coda dell’occhio evitando di essere il primo a girarsi, la percepisce così vicina ed inutile che in lui il desiderio di averla ancora più attaccata al suo corpo e con molti meno vestiti di mezzo, provi a soffocarsi insomma è quello che in automatico succede e che alla fin fine si è anche andato a cercare. La percepisce girarsi in sua direzione ed è proprio mentre coglie questo movimento che andrebbe ad imitarla così da finire per sfiorarle le labbra, occhi chiari che vanno a posarsi in quelli di lei, attratto e senza la minima intenzione di nascondere la lussuria nel suo sguardo, entrare nella sua mente ora non è per nulla difficile ma è meglio starne fuori per evitare traumi vari. Ovviamente, chissà poi quanto ingenuamente, ogni singolo gesto di Izayoi sembra studiato per farlo divertire, per permettergli di giocare. La guarda quindi imbarazzarsi, usare le parole per allontanarlo senza poi di fatto fare altro per riuscirci, come combattuta e pervasa dal desiderio esattamente come lui. Lui che dovrebbe conoscerla molto più a fondo ora, che dovrebbe evitare di prendersi gioco della ragazza, sa che per il bene stesso della sua copertura dovrebbe allontanarsi dalla giovane genin, non può scontrarsi apertamente con il clan ma al contempo ogni volta che il suo pensiero torna al corpo nudo dell’altra, superando la lussuria, una crescente rabbia nasce in lui. Trova ingiusto quello che le hanno fatto, profondamente sbagliato è per lui ciò che gli è stato mostrato e raccontato eppure quello era Kiku, non lui ed è per questo che deve sforzarsi di non pensarci, sforzarsi di comportarsi come il solito farfallone. Andrebbe quindi ad intercettare con la sua mano il dito della ragazza, vorrebbe solo richiudere sul polso di Izayoi il suo stesso arto, andando così a bloccarne i movimenti, se fosse quindi riuscito fin qui vorrebbe intervenire andando lui stesso a leccare, da quel polpastrello, la goccia di ramen con cui si è sporcata. Ancora silente vorrebbe solo lasciare che la lingua passi sul candido dito, andando a saggiarne dolcemente la pelle, senza morderla. Se fosse riuscito a questo punto scioglierebbe la presa per poi accomodarsi sullo sgabello accanto a lei, giusto in tempo perché anche la sua ciotola giunga a compimento e venga poggiata sul bancone <forse è meglio se chiedi un bavaglino> replica quindi andando a donarle un’ultima occhiata divertita, le iridi che però poi scorrono lungo il collo d’ella, verso il busto. Non si adombrano solo perché è abituato a mentire ma nel suo cuore nasce una voglia di vendetta, non che reputi l’altra una sua proprietà o qualcosa da non osare ferire solo che non trova la giustizia di quell’atto. Sempre più simile alla spada è lui il giudice morale e ciò che pensa le sia stato fatto è da punire [chk on]

17:11 Izayoi:
  [Chiosco Ichiraku] No, vabbè. Cioè lei avrebbe semplicemente voluto togliersi quel goccio di brodo dal dito senza il minimo intendo lussurioso, ma deve essere il fatto di essere vicino a lui, così tanto vicino da poter sentire il profumo dei capelli e il suo respiro, le labbra a sfiorar le proprie, quelle del tentatore che ha d'innanzi a sè il quale decisamente più languido e malizioso riesce ad afferrare il polso della Genin e poi, apriti cielo < C-cosa.. > ed è un formicolio lungo tutto il corpo ed un'avvampare che sale proprio dal busto fino al cervello, gli addominali si contraggono e sente come farfalle roventi nello stomaco, i muscoli si tendono ma allo stesso tempo tutto và poi ammorbidendosi, un contrarsi del corpo così come l'espressione che inizialmente si fregia di un misto di confusione, nervosismo e indignazione seppur tutto sfuma in fretta in quello sciogliersi, come se fosse un marshmallow rosa che viene gettato in una tazza di cioccolata bollente, cede come se fosse una candela in preda ad una fiamma sin troppo grande, cola quasi su quello sgabello e potrebbe liquefarsi sul volto, mentre anche la stessa espressione si ammorbidisce. si aggiunge rosso al rosso che già vi era in viso e lo sguardo si assottiglia in un diventar languido mentre istintivamente il labbro inferiore cede al venir rapito dai canini sinistri di sopra < Ahn.. ♥ > cos'è quel vocalizzo di puro piacere? Cosa DIAMINE sta facendo? Perchè è tutto così sbagliato nella sua testa, a causa degli insegnamenti della Casata, ma allo stesso tempo così bello? Cos'è quel tepore malizioso che gli scaturisce dal profondo? Sono quasi vertigini, ma riesce a ritirar quell'indice in un modo o nell'altro, seppur quella tentennante lentezza con la quale lo fà andrebbe come a sfiorare quella labbra di lui, a disegnarle venendo via con il fare di una mezzaluna, svegliandosi da quell'ipnosi al sentire delle parole dell'altro, passando a quel meccanismo di difesa iracondo e furioso, che la rende semplicemente ancora più carina e meno credibile < S-smettila di trattarmi come una ragazzina! Non sono la tua bambola, Senpai... > ed è un'intrinseco intendere che non può muoverla come vuole, non può giocare con lei per poi romperla e lasciarla in disparte come un giocattolo dimenticato, è fragile ed incapace di gestire situazioni simili, senza contare la questione dell'essersi infatuata di quello stesso individua anche sotto altre elitari spoglie. Avrebbe ritirato chiaramente la mano con fare repentino, quelle prime parole ad esclamare in sua direzione, paonazza, per poi andare a fissare nuovamente la superficie bronzea del brodo nella ciotola, scura, ancora qualche filo di vapore ad uscire per quanto stia inevitabilmente raffreddandosi, vuole rifugiarsi in quel Ramen e sparire lì dentro, affondarvici se possibile, soprattutto dopo quando per un'istante alzerebbe lo sguardo in direzione del cuoco proprietario che la osserva, con un ghigno sbeffeggiante sulla faccia, come se stesse facendogli capire che c'è poco da fare, è cotta di Saneatsu e si vede lontano un miglio, seppur lei non realizza quella malizia bonaria nel viso di Ichiraku < ... > e quindi tace ritornando dopo un brevissimo sussulto a tentare di riprendere le bachette, a ricomporsi, intingendole per andare a pescare qualche spaghetto, in rigoroso silenzio, senza più muovere lo sguardo da quel rimestare casualmente tra gli ingredienti. Se non lo guardo, è come se non ci fosse, posso resistere. A-ah, certo.

17:33 Saneatsu:
 Neppure lui, corruttore di anime puri, si sarebbe mai aspettato una simile reazione, un’espressione a lui palese. Socchiude appena le labbra in sua direzione, incurvate sì in un sorriso ma lasciando che anche la sorpresa vada a mostrarsi su quel volto, cosa diamine sta facendo? Non se lo aspettava di certo ma non è che questo la renda ai suoi occhi meno divertente. La lascia agire, l’ascolta ma soprattutto la osserva con intensità lasciando che l’altra possa intuire come i vestiti al momento per lui rappresentino solo un fastidioso ostacolo. La sua mano sale a scostare appena i capelli dietro l’orecchio andando ad imitarla infine, l’occhiolino scoccato velocemente in direzione del bancone e poi gli occhi che si sposano sul ramen <oh sono convinto che vorresti essere accarezzata proprio come una bambola> ammette lui come dal nulla, volendola interrompere nel palese tentativo di ignorarlo. Lo sguardo che resta sul proprio cibo mentre i funghi vengono semplicemente presi con le bacchette, un modo strano per iniziare a mangiare il ramen ma davvero qualcuno potrebbe dirgli qualcosa? Non la osserva mentre il fungo va verso le sue labbra, passa sull’inferiore mentre si gode la sensazione di calore. Apre appena la bocca andando quindi a prendere davvero quel primo boccone, si fa i fatti suoi o almeno questo è ciò che pare. Mangia e si gusta quel piatto senza andare a distrarla nuovamente, come sempre la provoca, le chiede attenzioni e non ricambia. I capelli pian piano si stanno asciugando lasciando che solo l’odore di pulito e dei prodotti che utilizza possano richiamare la doccia appena fatta da lui. Mangia con calma estrema senza degnarla davvero di uno sguardo, come se lei non fosse più lui, come se tutto il mondo si fosse ridotto al ramen che ha davanti. Con la visione periferica però sta continuando ad accertarsi della presenza dell’altra, sta continuando a tenerla sotto osservazione quel tanto che gli permette di osservare le reazioni. Nuovamente le bacchette si tuffano nel ramen, uguale a quello di Izayoi e ne estraggono un fungo. Lo tiene ben stretto mentre aspetta che il brodo caldo sgoccioli attentamente, nuovamente va a portarlo verso la sua stessa bocca, soffia con attenzione csì che non sia bollente e poi lo allunga verso la rosata, in sua direzione le bacchette ma non lo sguardo, una specie di offerta portata con assoluta nonchalance e che lo vede impegnato a dare attenzioni solo al cibo. Lascia che il fungo resti lì sospeso, un modo come un altro per capire quanto sia già sua, quanto tirare a corda e quanto invece attendere. Lei deve desiderarlo, quasi soffrire in quella sensazione prima di poterlo avere [chk on]

18:00 Izayoi:
  [Chiosco Ichiraku] Contegno Izayoi, contegno. Lo cercherebbe nel profondo di quel ramen, incominciando quindi a mangiare dopo lunghi istanti nei quali non sente nessuno sguardo di lui a lambirne la carnagione rosata, ed è insolito e controproducente il tutto, come la stuzzica per poi andare a far come se nulla fosse e mangiarsi quel piatto tra un fungo ed uno spaghetto, esattamente come se si fossero appena salutati con un semplice ciao. Prima mi sconvolge, poi non mi degna di uno sguardo. Lo punzecchia un paio di volte pur volendo resistere a quello spostarsi dello sguardo lilla, magnetizzato in direzione del Chunin, ma abbastanza ferreo per far sì che appunto qualche boccone di quella ricetta venga mangiato in pace, anche lai tra chashu, nori e funghi, preferendo sempre prendere più condimento che pasta, dopo il primo neutro boccone solitamente liscio. Starebbe mandando giù appunto il suo ultimo fungo shiitake assieme ad un'altro segmento di annodati spaghetti, quando il suonar di un deglutire spezzato, un rischiar di andar praticamente a far andar tutto di traverso, la bloccano, manda giù a forza strizzando gli occhi mentre di nuovo la piatta linea orizzontale delle sue spalle viene scossa da un fremito. Ma lo fa apposta lui? Sì. Lei però non è ancora avvezza a quel sentimento, non riesce a tradurlo e decifrarlo a dovere, può solo farsi sormontare dal tutto e credere che quello di Saneatsu sia un provocarlo senza ne arte ne parte, al quale lei stessa non riesce a sottostare, non vorrebbe, seppur è come un premere sul tasto di spegnimento del cervello, ogni volta che i avviene un qualcosa di malizioso < Devi smetterla, Senpai, non sono un giocattolo per quanto perfetta ed affilata... > si sofferma in quella'andar a lasciar che il rossore che era sfumato dagli zigomi ritorni, anche se molto più lieve e sfumato, si fà forza in quell'andare a stringere le bacchette immerse nel brodo, a toccare il fondo, tesa in quel semplice essere umana, tentare di esprimere i proprio sentimenti amorosi repressi nel tempo per perseguire in maniera robotica la via della spada < Anche una spada può avere dei sentimenti. > il tono è un pò più sommesso ma allo stesso tempo più dolce del solito, più vulnerabile praticamente, si starebbe cercando di aprire e di confidarsi praticamente seppur è a metà tra il volontario e l'involontario, mentre lui invece andrebbe a porgergli quel fungo, lei nota il movimento con la coda dell'occhio destandosi dal suo perdersi nel proprio riflesso roseo in quel bronzeo specchio < Mh? > volge ordunque la testolina in direzione di lui, e lo osserva, invitante e tentatore, mentre lei i funghi li ha già finiti, effettivamente. Ma vuole resistere, vuole appellarsi al proprio contegno e cercare di reggere a quel confronto, vedendo quindi di porgli un'espressione un pò più severa, mentre Ichiraku non esiste nemmeno più e lei, lei vuole iniziare a stringerlo nella sua tela, provare a fargli capire che sta giocando con un sentimento fino troppo acerbo che rischia di sfociare in qualcosa di ingestibile, una piccola diciassettenne ardente di gelosia potrebbe essere un problema per le abitudini del Chunin e soprattutto, nemmeno lei stessa se ne può rendere ancora conto < E' un voler costruire un'importante ricordo, o un'altro scherzo dei tuoi? > e lo guarda con gli occhi appena socchiusi, come a voler saggiare una risposta, lei stessa giudice della pace e della giustizia. E se dovrebbe cercarla in ogni cosa, perchè non dovrebbe volerla ritrovare anche in amore?

18:16 Saneatsu:
 Piccola Izayoi, con le sue parole forse senza nemmeno accorgersi cada con tutti i piedi nella tela che lui stava cucendo attorno a loro, la trappola preparata ormai da giorni, da incontri continui e provocazioni senza fine. Si esprime ed apre il suo cuore lasciando che a lui si palesi la vulnerabilità della ragazza, una parte di lei che però ha già avuto modo di scorgere nelle prigioni Anbu. Tace quindi limitandosi a sorridere, quel suo modo di essere la rende senza alcun dubbio ancora più divertente. Il suo non è amore e probabilmente non lo sarà mai, segnato da quelle prese in giro continuo e quel desiderio di giustizia che lo spinge solo a voler rimettere le cose a posto con il suo passato, ha tante rivincite da prendersi ed in un certo senso anche con lei, la bambina migliore, la più dotata e abile a differenza di lui: il bambino brutto, stupido ed incapace che era <le spade non sono giocattoli> replica quindi <ma ci si può divertire> prosegue su quella similitudine dicendo di fatto tutto e nulla. Sarebbe mentire ammettere che di quella ragazza non gli interessi minimamente, si è quasi abituato ad averla intorno e per ora è una cosa che gradisce ma al contempo non è pronto a legarsi così come se dovesse spezzarle il cuore non si riterrà responsabile, lo lascia trasparire dalle sue parole. Non sta giocando con lei, è seriamente interessato a portarsela a letto così come ad istruirla e renderla un ninja migliore ma al contempo è ben poco catturato dall’idea di ridursi a lei, sa che si annoierebbe che non è fatto per amare o almeno non per amare una sola. Prova affetto nei suoi confronti, se ne è accorto quando l’ha fatta svenire, in quel frangente si è mosso spinto da un sentimento caldo nel suo petto, voleva davvero aiutarla e prendersene cura, si accorge di essersi affezionato a lei ogni volta che ripensa ai segni sul suo corpo ma tutto questo per quanto caldo e profondo non riesce a definirlo amore, che non sappia la definizione di amore o che sia solo un affetto fraterno non lo sappiamo. Sorride in direzione di lei ora andando a volartisi, si tende appena con il busto così da avvicinarle il fungo alle labbra, socchiude lui stesso appena la bocca <le risposte devi prendertele Bambolina> replica quindi, non le dirà perché lo sta facendo, perché sta tendendo ora quel fungo, le informazioni vanno guadagnate. Così si estende quell’attimo come i sentimenti in lui vanno a mischiarsi, lussuria e bramosia da una parte, sincero affetto dall’altra ed infine il menefreghismo per il domani, il dopo. Accecato lui in quella visione godereccia della vita, importa in qui e ora, importa godersela adesso senza riflettere troppo a lungo sul futuro, non guarda al cuore ma a qualcosa di, per lui più importante, il piacere. Questo ciò che lo muove ed esprime attraverso gli occhi, così come sta privando lei di un contatto fisico c’è da dire che sta facendo lo stesso, pochi i centimetri a separarli e sa che probabilmente se iniziasse a spogliarla qui e ora lei non farebbe poi tanta resistenza eppure permane fermo sul suo sedile, appena sbilanciato in sua direzione e con quel fungo ancora sospeso [chk on ]

18:57 Izayoi:
 Buffo come lei stessa è convinta di poterlo far suo, di poter tessere una tela che in realtà è nulla rispetto al tranello amoroso e malizioso che quello gli rifila volta per volta. Lei stessa, automa dedita soltanto alla spada e a tutto quello che concerne, l'essere ligia e composta sempre e comunque, si sente oramai in diritto di cedere, di andare a vivere quel di cui è stata privata sino ad ora, un sentimento sconosciuto al quale non riesce e sembra che non voglia nemmeno resistere, per quanto indubbiamente sarà doloroso, vuole caderci con tutta se stessa in quel baratro, poi se sarà oblio o dolore, è tutto da vedersi. Fuma quella testolina rosa, è ben più bollente dell'acqua sempre pronta ad accogliere gli spaghetti di un'Ichiraku che oramai è tornato al proprio da fare lasciando quelle due metà al loro gioco di attrazioni e repulsioni, quel volersi e respingersi, inconscia chiaramente la Genin della questione dei segni sul proprio corpo, di quell'ideogramma marchiato a fuoco sulla pelle della Koshirae, lì tra le scapole nude che l'altra volta il Chuni ha avuto modo di adocchiare, servite come su un piatto d'argento < A giocare con le spade, si finisce per tagliarsi.. > e sembra un dire che lascia l in sospeso, mentre il suo sguardo cade proprio in direzione di Takemikazuchi che lì giace al suo fianco, quasi sentendosi osservata dalla spada stessa in quel voler lasciarsi sopraffare dai sentimenti, ritirando poi le lilla in uno scostarsi rapido come se stesse distogliendosi dal giudice che è la sua stessa spada, abbandonando il lato appunto giusto, puro ed inviolabile, mettendo da parte i propri insormontabili valori per cedere a quel bellissimo demone al suo fianco che la tenta di continuo, andando ad infrangere, tocco dopo tocco, la barriera meccanica di quella ragazza. Starebbe fissando un punto impreciso del bancone, mentre oramai il proprio brodo è freddo e poca roba giace sul fondo, oramai del tutto inebriata da quello stesso liquido scuro e salato, così come lei risulta inondata di quel sentimento, una diga sul punto di cedere, lui che si volta, la invita con quelle parole a cogliere l'attimo, probabilmente, o la invita a giocare, non è chiaro nella testa della conturbata rosata, ma ha preso una decisione, sembra quasi un voler sguainare la propria arma e passare all'attacco, uno stringersi dell'espressione che si prova a fare più determinata e seria, la mano libera dalle bacchette, la dritta si stringe in un pugnetto che arde di convinzione lì all'altezza del seno, mentre la mancina lascia le bacchette e lei stessa farebbe per voltarsi, tenendo però tutt'ora lo sguardo basso. Solleva poi le iridi dopo un'attimo di esitazione e le incrocia nelle sue, si alza in piedi in quell'andar comunque a non essere troppo distante in termini di altezza, azzerando invece la vicinanza con un mezzo passo, schiudendo la dritta per andar appena a scansare la mano di lui che regge il fungo, delicatamente, intrufolandosi in quello spazio privato del candido sollevando la sinistra per cercare di portarla sul viso di lui, la voce a tentar di farsi più languida ma allo stesso tempo ferrea, è un cedere in un pizzico di malizia che nemmeno le appartiene < Allora mi prenderò qualcosa di più di una risposta.. > e socchiudendo gli occhi, in un'ispirare che si spezza a metà in quel ridurre sempre di più i centimetri tra i loro visi, vedrebbe di andar con un timido ed inseperto gesto rettilineo a poggiar le labbra su quelle del Senpai. Un bacio secco, senza particolari movenze, un semplice posare delle labbra forse mosso anche da un filo di incapace irruenza, boccioli appena schiusi e gli occhi che si strizzerebbero involontariamente un pò più di prima in quel voler evitare di guardare, terribilmente imbarazzata mallo stesso tempo intenta a scolpire quel suo primo bacio nella memoria. L'ha fatto. E qualunque gioco o movimento di lui, per quanto poco ne sarebbe in grado, probabilmente lo seguirebbe senza però esagerare ritirandosi poi lentamente in un lasciar che la mancina scivoli portandosi sul ginocchio dell'altro, la dritta a poggiarsi sopra alla gemella, lo sguardo di lato a guardare all'esterno, incapace di resistere, la lingua che appena passa tra le labbra per sentire il sapore speziato di quello stesso bacio < Se dovessi tagliarmi... Cerca solo di non farmi sanguinar troppo. > è un tentativo di mettere le mani avanti? Di volerlo mettere in guardia? Di chiedergli in quella metaforica maniera, riprendendo il dire iniziale, di non farla soffrire? Sarà difficile, ma almeno lei ci prova, ed inoltre è da apprezzare l'intraprendenza, indubbiamente. Poi, qual'ora non avvenisse nient'altro di particolare, si scosterebbe portando le mani ad intrecciarsi in grembo, non ha ancora il coraggio di guardarlo in faccia e dunque lo sguardo cade letteralmente a terra, mentre in tutto ci vorrebbe tentare di svagare, di nuovo più che rossa in viso - chiaramente - cercando un qualsiasi argomento che esuli il contesto < A... Quando il rito di Clan? > si sofferma un'attimo prolungando quella prima vocale, poi armandosi nuovamente di coraggio, tornerebbe a guardarlo negli occhi, nonostante la fatica ed il cuore che batte all'impazzata da quando è avvenuto quel preciso contatto, sembra che a momenti possa saltar fuori dalla cassa toracica, gli rimbomba nella testa.

19:14 Saneatsu:
 Un gioco il loro in cui a volte pare cedere quel potere, un suo essere il tiratore dei fili di cui per ora si convince, si vede come il tentatore e colui che ha il coltello dalla parte del manico e chissà se resterà sempre così. La ragazza ancora una volta fa qualcosa di inaspettato, si alza andando a scostare quel fungo e avvicinandosi a lui, sorride malizioso gustandosi il tocco della mano di lei, la desidera ed è ovvio che sia così anche per l’altra eppure non è un gioco così semplice da gestire. Lei si espone mentre lui pare accettarla come se non aspettasse altro che prenderla e farla sua e proprio quando la vede chiudere gli occhi si limiterebbe a spostare, ancora una volta, le bacchette così da lasciare che il cibo diventi la barriera a protezione delle sue labbra, lascia che il primo bacio venga dato solo ad un fungo <non ho dimenticato lo schiaffo> replica lui, vendicativo? A quanto pare parecchio. La osserva comunque, qualche istante di silenzio per poi andare semplicemente ad infilarsi in bocca, finalmente, quel boccone. Sorride mentre mastica e torna a dedicarsi al suo cibo senza darle troppa attenzione ora, lo sguardo è verso il ramen, anche il suo ormai freddo. Le bacchette tornano quindi nella ciotola e poi successivamente nella sua bocca, un muoversi meccanico mentre un ultimo sguardo viene rivolto alla genin. Solo quello e null’altro che cibo, non è ancora giunto il momento per lui <sto organizzando> replica quindi, dopo che lei stessa ha cambiato argomento <ti sussurrerò la data> avevamo detto che era finita? Il braccio ora vorrebbe scattare così da andare a cingerle i fianchi e tirarla appena a sé, farla avvicinare. Si è negato al bacio è vero ma non al contatto fisico. Il volto torna verso di lei <magari questa notte?> sorride ricominciando quel suo essere malizioso e fare continui rimandi a quello che avrebbe davvero voglia di farle, oh Izayoi te ne puoi accorgere anche tu di quanto sia stato difficile per lui respingere quel contatto. Il braccio vorrebbe essere cinto intorno alle anche, il sangue che pulsa e lo riscalda, sa di star esagerando e sa anche che si prenderà il secondo schiaffo eppure gli è così difficile smetterla [chk on ]

19:42 Izayoi:
 Pensava quindi che sarebbe stato finalmente il primo fatidico bacio? Che avrebbe potuto ambire a quel tanto decantato gesto che segna l'animo di chiunque in maniera indelebile? Sì, ne era convinta, ma a quanto pare, per quanto i funghi siano un'elemento fondamentale di quella ricetta, non si sarebbe di certo aspettata di percepire quello come sapore, tra tutti. Che sia suggestione? No, è veramente un fungo quello che si ritrova lì poco distante dalle labbra quando si scosta indietro riaprendo lo sguardo- seppur non guardando in direzione del viso di lui risulterebbe solo infinitamente perplessa e confusa e quel che è detto è detto ma l'indignazione permane dentro di lei, l'essere stata raggirata in maniera affettuosa e vendicativa. Quindi, tutto decade, quella sua convinzione di averlo baciato sfuma andando a collegare il tutto in maniera più precisa al suo dirgli che no n ha dimenticato quello schiaffo, lei va a ritroso ed è un ripercorrere della propria memoria sino al giorno nel quale si sarebbero incontrati per la prima volta al Dojo, quando ha ottenuto la propria spada finendo allo stesso tempo vittima di quel sentimento, di quel corpo di lui, dei modi di fare maliziosi. Ora però, rito di clan o meno, avrebbe realizzato il tutto in quel di lei realizzare di aver trovato un fungo e non di certo le labbra di lui, ed il rossore sul viso sfuma andando a far sì che vada mischiandosi ad un che di rabbioso e furente, stringe i pugnetti delle braccia che si portano lungo i fianchi e si guarda intorno, percepisce appena anche quel suo stesso volersi essere trattenuto, che lo abbia fatto appunto per giocare lo lei? Probabile, ma di certo la ragazza non lo trova divertente ed in quell'essersi aperta a lui si sente chiaramente ora vagamente tradita, come se non fosse stata presa sul serio, pesterebbe quasi un piedino a terra se non fosse per il suo contegno, nonostante il digrignare dei denti, le lilla che saettano in direzione della ciotola di lui che mangia come se nulla fosse, trattenendosi a stento dal volergliela rovesciare in testa, seppur chiaramente non si abbandonerebbe mai ad un testo tanto grezzo, nonostante quell'affettuoso astio dentro di lei sia tangibile, l'espressione contratta in un chè di nervoso < E te ne meriteresti un'altro! Stupido Saneatsu Senpai! > direbbe lei in quello stesso andar a sollevare la mancina e schiuderla ora per lasciarla poi subito dopo lì sospesa, senza avvicinarsi nemmeno di un'altro centimetro a lui, uno sgranar dello sguardo che ammorbidisce appena quell'espressione realizzando che starebbe solo facendo il suo gioco, volendo evitare comunque un gesto disdicevole che già si è concessa l'altra volta, per quanto flebile ed effimero < I-io... > porta entrambi i pugnetti sotto al viso in un tremolare appena in quel sentirsi sul punto di esplodere, le nocche rivolte verso di lui, stringe così forte che quasi vorrebbe soffocare quel proprio imbarazzo < T-Ti detesto!! > direbbe lei alzando il tono e concedendosi quel semplice esclamare secco e conciso con un tono comunque più esagerato del solito, ma che chiaramente esprimere tutt'altro che un detestarlo, aggiungendo poi dopo un'incrociare delle braccia per andare a concedersi quel solito sbuffetto iracondo e nervoso che soltanto quando ha a che fare con lui - o quando quel lui specifico vien citato - si concede < Umpf! Che la notte ti porti consiglio, altro che rito. > volge la testolina di lato alzando il mento in quello sbuffo taurino che ha un che di delizioso, le ciocche di ciliegio a seguirla, per poi voltarsi altrettanto furente con il povero Ichiraku, nonostante quella sua furia amorosa la renda solo più adorabile < Offre questo screanzato! > e detto fatto, accennando chiaramente al Chunin, si volta così come è arrivata, non proprio, andandosene si con la pancia piena ma il cuore vuoto, o forse che trabocca di sentimenti, chi lo sà, è tutto un roseo ed imprevedibile caos quello insito in lei, sta all'altro districare quel groviglio, o forse ingarbugliarlo solo di più. {end <3}

20:41 Saneatsu:
 Furente e se possibile anche più carina ai suoi occhi. Lo diverte vederla così e di certo non lo nasconde, la lascia sfogare, che parli e faccia ben comprendere quanto quella rabbia sia dovuta solo al rifiuto di baciarla, non nasconde l’espressione soddisfatta. Alza lo sguardo e poggia le bacchette quel tanto che basta per assistere a quelle sue adorabili espressioni, sì perché di adorabile si tratta <fallo> la provoca quasi in riferimento allo schiaffo, si espone e addirittura andrebbe a tendere il volto così da andare a farsi schiaffeggiare. Quel gesto però non arriva ed è per questo che si rimette a mangiare lascia quindi che esca di scena <ci vediamo!> esclama solo mentre torna al suo cibo. Non è tipo da inseguire una donna, specie una che reputa già sua, che ha dimostrato d’essere ormai completamente vittima dei suoi modi di fare. L’occhiolino oltre al bancone <massì posso offrirgliela> replica mentre andrebbe a cercare i ryo necessari nella tasca destra. Li poggia poi sul bancone tornando quindi a godersi quello spuntino che si è ormai tramutato in cena. Solo come era il piano da principio con una sola compagnia davanti a lui <ormai è mia, tornerà da me> sicurezza nella voce mentre parla al proprietario di quel chiosco e continua a mangiare. I capelli ormai asciutti scivolano davanti al volto mentre si piega in avanti così da concludere il pasto. Una volta finito si alzerà per poi andare a farsi un giretto, deve effettivamente organizzare quell’incontro rituale e per far questo oltre a convocare il maggior numero possibile di appartenenti al clan deve anche riuscire a rientrare in contatto con quel primo genin a cui ha affidato una spada, non sarà semplice ma non ha nemmeno troppa fretta [end ]

Prova prova non so nemmeno se sto postando quella giusta.

Comunque Izayoi si dichiara ma poi bacia un fungo. Intanto Saneatsu si ricorda di dover organizzare un rituale