Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Sono con te

Free

0
0
con Furaya, Mekura

21:22 Furaya:
 Lo Hyuuga segnale è stato attivato per poter avvisare la Capo Clan Hyuuga e incontrarsi con quest'ultima al Porto col Faro. E' accaduto che anche con Yukio vi si vedessero lì anziché alle rispettive tende, sembra quasi una coincidenza assurda. I di lei passi l'hanno ormai condotta in prossimità della spiaggia, neanche tanto lontana dal faro che si erge in tutta la sua splendida magnificenza. Gli abiti indossati dalla fanciulla son colorati e leggeri. La parte superiore è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Con sé, ha anche un contenitore in legno ben chiuso da un piccolo gancetto, nel quale è posto qualcosa di fondamentale e che deve finire nelle mani di Mekura nella maniera più celere e sicura possibile. Nessun altro può tenerlo se non lei. [Chk ON]

21:27 Mekura:
 Nebbia My friend, nebbia come non ci fosse un domani e ormai sarebbe giusto adoperare quanti più sinonimi per la nebbia e sono numerosi: La bruma notturna offre uno spettrale oscurità, la luce del faro a malapena filtra ed il suono del faro fuso alla risacca del mare risuona nell'aria densa e umida e così anche all'interno del suo corpo può sentire come una mano ossuta che tocca lasciandovi all'interno un freddo spettro che le scatena un brivido. Mantello blu scuro addosso, cappuccio alzato e camminata rapida. Al di sotto di questo porta gli abiti formali da capoclan. La giacca bianca le arriva corta di vita, arrivando sotto il seno e curvando dietro la schiena abbassandosi di poco mentre le maniche lunghe similari a quelle di un kimono scendono lunghe sulle braccia coprendo le mani permettendo a queste di uscire attraverso dei tagli laterali. SOtto le maniche si trovano dei manicotti neri che si legano attraverso un anello agli anulari di entrambe le mani. Sotto tale giacca bianca, si trova un completo di pelle nera che scivola sulla sua figura come la pelle di un serpente con le parti in rilievo sulle ginocchia, con un pattern che simula delle scaglie appuntite. degli stivaletti neri le coprono i piedi e la caviglia mentre il simbolo del clan appare, ricamato e vittorioso sulla schiena, ma non troppo grande in ogni caso, circondato dal simbolo di un serpente bianco che si morde la coda componendo un cerchio perfetto. Il collo è decorato dal bordo dorato della giacca e dal colletto del completo di pelle sotto questo. Si dirige verso il faro nella pesante foschia peggiorata dalla umidità del mare e la mancanza di vento. Percorre il sentiero che l'avrebbe portata da Furaya, la quale la stava aspettando, e una volta individuata la donna si abbasserebbe il cappuccio <Furaya, sono qui> la voce le esce esageratamente roca, tanto che si costringe a dare un colpo di tosse, coperto con la mano destra, per rischiarare la gola <ah, dicevo, eccomi qui> [ch on]

21:35 Furaya:
 Torniamo ad esser possibilmente serie, per quanto ciò sia fattibile. C'è un bell'argomento da affrontare! Forse due. L'unico problema è che non sa come iniziare il discorso, non è riuscita ad inventarsi nulla che possa essere utile al contesto e a fargliela prendere un minimo bene. Inspira profondamente, mentre gli occhi glissano alla ricerca della figura di Mekura. Una volta inquadrata, avendone potuto sentire la voce, aggrotta appena le sopracciglia avvicinandosi in sua direzione. <Va... tutto bene?> Le chiede, deglutendo e non sapendo tutt'ora come iniziare il discorso. Ci ha provato ad inventarsi qualcosa, ma come le spieghi che non sei stata capace di difendere neppure il tuo unico allievo (all'epoca) e che ne hai rinvenuto soltanto l'occhio, senza sapere se sia ancora vivo o se abbia finito di camminar su queste terre? E tutto per colpa d'una dannata missione finita male. Sembra essere passata un'infinità di tempo, eppure è tutto così recente da farla sentire stanca. Le spalle stesse le pesano sulla gravosità delle proprie mansioni e di quel che deve sopportare giorno dopo giorno. <Avevo bisogno di parlarti> Solo che... appunto, come fai? Come fai a dirle che sei un'incapace, che il tuo ruolo e la tua promessa non contano nulla se non riesci ancora a proteggere chi ami? Eh? <ma camminiamo, per favore.> Deve sfogare quella nevrosi che sente crescere dentro di sé, non riuscirebbe a star ferma un istante di più. Quindi, qualora l'esito sia positivo, prenderebbe semplicemente a camminare al di lei fianco oppure resterebbe ferma, nel caso in cui non abbia acconsentito. Infilerebbe la mano nella tasca porta oggetti, tirando fuori il famoso cofanetto poc'anzi menzionato e che contiene l'occhio di Norita Hyuuga, perlaceo, spento ma immerso in un liquido che ne mantiene la consistenza e non gli permette di deteriorarsi. <Io> Abbassa lo sguardo sull'oggetto di tanta paura. <questa volta non so davvero cosa dire> Cosa potresti dire, bambina? Pentirti e lamentarti di quanto tu sia inutile? Oh, no. Lo hai detto troppe volte, sarebbe reiterato e privo di fiducia alcuna. <prendi un respiro profondo ed aprilo.> No, non è un regalo e dall'espressione, oltre che dal tono, della donna potrà rendersene facilmente conto. Siamo in pista, bamina, è ora di ballare. [Chk ON]

21:57 Mekura:
 Scuote il capo e le mani <non è nulla ho preso un po' di freddo a quanto pare> continua a sgranchirsi la gola effettivamente continuando a sentirsela un poco roca, ma il peggio sembra che se la stia passando L'hokage. Lei annuisce sentendo quello che le chiede e sopratutto la richiesta. Si metterebbe al fianco della donna e pacatamente si metterebbe a camminare con un passo lento. Rimane in sielnzio sentendo la tensione e solleva un sopracciglio quando questa le porge il cofanetto. Rimane interdetta, a fissarla senza battere ciglio ma non cerca subito di afferrare quell'oggetto e quando ci prova si ritrae un secondo sentendo l'avvertimento che Furaya le dona. La fissa di nuovo e alla fine porge la sua attezione verso il cofanetto. Mekura lo afferra con entrambe le mani, toglie la sicura e con la sinistra tiene il coperchio rallentando il ritmo della camminata fino a fermarsi completamente. Solleva il mento, prende un lungo respiro, teso e alza il coperchio. Il cervello non lo percepisce subito, l'occhio, per lei in un primo momento sembra solo un oggetto dentro un contenitore liquido, poi la consapevolezza la colpisce con violenza. Si ricorda quando hanno parlato della possibilità che quell'occhio fosse di Norita, Mekura ad ogni modo sa da quale cranio è stato strappato. Rimane piantata, come una statua inespressiva mentre fissa l'occhio morto e spento mentre questo la fissa a sua volta, si specchia in quell'abisso bianco e ripensa non solo a Norita, ma anche a Hiashi, alla quale in genin assomigliava fisicamente molto. Non trema neppure, neppure vuole rompere quel silenzio Alla fine chiude il cofanetto e lo assicura, con cura in modo da non danneggiare l'occhio. Per un attimo scruta il vuoto di fronte a se, lasciandosi cullare dal suono delle onde e poi torna a camminare. <quindi?> afferma con un tono stoico, cinico magari <è di chi penso che sia?> chiede per avere una conferma, una speranza, che i suoi pensieri siano mal riposti, ma..sapete il detto no? tra due possibilità quella più semplice di solito è quella corretta. Non può dire che non fosse pronta da quanto è stato rapito Norita. [ch on]

22:16 Furaya:
 Muove appena il capo, un tacito annuire alla sua risposta in merito alla salute. Non si sente in dovere d'aggiungere altro, poiché la situazione e l'attenzione glissano rapidamente sul contenuto di quel cofanetto. Un lungo sospiro precede ciò che deve dire e, con la coda dell'occhio, tiene sotto controllo i movimenti della fanciulla. Il proprio passo rallenta in concomitanza con quello altrui, sino a fermarsi del tutto nell'esatto istante in cui l'arresta anche la Hyuuga. Non sa cos'altro dire. Esattamente, infatti, cosa ci sarebbe da dire? <Non sappiamo se sia ancora vivo o morto> Comincia col dire, fievole il tono, appena percettibile. Gli occhi della Nara volgono dabbasso sulla sabbia, le orecchie captano il dolce ondular delle onde che si infrangono a riva. Mentalmente, si isola nel proprio dolore. <ma ho una pista da seguire assieme a Yukio> Le rivela, non essendo un vero e proprio segreto di stato, senonché scelga per bene le persone alle quali dirlo. E si fida ciecamente di Mekura, conoscendola da ormai diverso tempo. <quindi, voglio andare a riprendermi il mio allievo, che abbia ancor o meno un alito di vita in corpo.> E' restia a volerglielo lasciare, vuole riportarlo a Konoha. Non è riuscita a proteggerlo e questo la logora dentro come ogni scelta sbagliata commessa da quando respira. Si lega alle persone, ma nel mondo in cui vivono è naturale ch'esse muoiano. Dovrebbe averci fatto il callo, ma ogni volta è un pezzo del proprio essere che viene distrutto e che, inesorabilmente, affonda assieme alla sua umanità. <Appartiene a Norita Hyuuga. L'ho fatto analizzare all'ospedale di Konoha.> Da un medico eccentrico, probabilmente fuori di zucca, ma non è questo l'importante adesso quanto esattamente quel che Mekura potrebbe dirle. S'aspetta urla, attende anche una sgridata in piena regola. Probabilmente, in cuor suo, è l'unica che si sente veramente di meritare in questo momento: non è riuscita a proteggere un suo Allievo e ostenta la sua intenzione di proteggere il Villaggio. Ha bisogno di qualcuno che possa dirglielo in faccia, con naturalissimo cinismo. [Chk ON]

22:34 Mekura:
 QUando sente quella frase di risposta Mekura ha un brivido, una reazione umana: scuote la testa, chiude gli occhi e preso un momento si ricomporrebbe, non c'era bisogno d'aggiungere altro. Rimane ad ascoltarla in silenzio, la lascia finire. Allunga il passo e si porta di fronte a lei per affrontarla. RImane a fissarla in silenzio, seria, stoica, non fiata neppure. Poi allunga la mano destra e la poggerebbe sulla sua spalla. Aspetta che questa la guardi, in faccia. Non parla subito ma alla fine si esprime <se tu vai a riprendere Norita vengo anche io> è una richiesta lapidaria quella della Hyuuga, <e anche quella ragazza, Chikia, la compagna di Norita, andiamo a prendere anche lei> non esprime nessun giudizio verso Furaya e perché dovrebbe? non è lei che ha fallito la missione, non è lei che ha stretto un patto con un sociopatico con fenomenali poteri cosmici, non è lei che ha approfittato di un alleato per scatenare un conflitto internazionale tra due nazioni. <c'è ancora la speranza di portarli a casa> non specifica se vivi o morti. Ora rimane li, a controllare cosa avrebbe fatto la Nara, la quale, sembra più in conflitto con se stessa, più di quanto Mekura sia in conflitto con la Hokage. Abbassa la mano, sempre ammesso che le avrebbe permesso di toccarla. [ch on]

22:54 Furaya:
 Lo sguardo resta ancor basso, ma si farebbe forza per rialzarlo e far sì che possa finalmente guardarla. Orgoglio e coraggio mischiati in un unico essere che non ha mai piegato il capo innanzi ai suoi nemici. Ma è costretta a farlo, a chiedere perdono nei confronti di chi merita d'averlo. Sente l'altrui mano poggiarsi sulla spalla. Anziché ricevere una ripicca, una sgridata, riceve un appoggio. Sia mai che dica di non essere fortunata! <Certo che lo vado a riprendere> Sbarra appena gli occhi, si morde la lingua prima di poter aggiungere dell'altro al contesto. <e intendo riprendermi anche Chiha> La corregge nella pronuncia di quel nome, ma è chiaro che stiano alludendo alla stessa persona. Inspira profondamente, calmando i battiti cardiaci accelerati per via della situazione incresciosa e del nervosismo solito che l'accompagna. Deve diventare più forte. Non basta ciò che le scorre nelle vene. Non le basta essere il capo del Villaggio. Per farlo, però, non ricercherà il potere come ha fatto suo padre. Non lo ruberà a nessun altro, vuole che nasca da sé, che sia lei stessa a trovare il punto massimo da poter raggiungere. <non voglio permettere che restino ancora nelle mani sbagliate.> Spiega, stringendo forte le dita e serrando i pugni. <Ora che Hotsuma è fuori gioco, possiamo agire molto più indisturbate. Bisogna soltanto comprendere da che parte stanno gli Spadaccini della Nebbia.> Commenta, passandosi or una mano tra i capelli, cercando di controllare sia il flusso delle emozioni che il resto. <Grazie.> Per qualsiasi cosa, per non averla sgridata, per averle dato un appoggio, per essere lì ogni volta che ne ha bisogno. <Io> Si schiarisce la voce, cercandola nei meandri della sua gola. <voglio recarmi anche dai Custodi. Ho già perso un mio Allievo, non voglio perdere anche un pezzo del mio cuore.> Gli occhi sarebbero ormai ben rivolti in quelli perlacei altrui. <Dobbiamo sigillare ciò che Saisashi ha dentro di sé.> Il secondo passo è proprio questo. Manca il terzo ed ultimo. Ma andiamo per gradi! [Chk ON]

23:22 Mekura:
 Mekura annuisce anche al suo errore nel aver pronunciato quel nome. Piega la testa e la osserva rimanendo perfettamente concorde con quello che dice la rosa. Quando poi sente che la ringrazia Mekura scuote il capo <no, grazie a te> guarda di nuovo verso il contenitore: era una magra consolazione, ma almeno il nemico ha un byakugan in meno da usare contro l'alleanza. <Furaya, lo so che pensi che sia colpa tua. Ti si vede in faccia> commenta la donna andando a spiegare il suo pensiero <..e non posso dire di non capire il perché pensi questo: ti senti responsabile per un tuo allievo, perché sei l'Hokage e perché sei una brava persona> Afferma la Hyuuga guardandola senza battere ciglio. No, non avrebbe fatto come hanno fatto con lei, non l'avrebbe relegata ad un fantoccio per la sua rabbia, non è arrabbiata con lei...è la guerra il problema, é il Dio il problema, sono quelli come Hotsuma il problema. <e sei un buon leader, un di quelli che il villaggio ha bisogno più che mai, non dubitare di questo> Guarda di nuovo il cofanetto accarezzandolo <da parte mia...anche io avrò molto da fare per proteggere il clan, questo è la dimostrazione che se dovrò dimostrarmi degna, dovrò pensare anche a questo e che non è più tempo di belle parole, ma fatti> Stringe le labbra in una smorfia indurita per poi tornare nel discorso principale. <va bene, come facciamo a rendere palesi le loro intenzioni? degli spadaccini> chiede la donna sempre attenta a sentire quello che ha da dire Furaya, in particolare l'ultimo importantissima parte: Saisashi. Annuisce lentamente prendendo un'altro respiro pesante. <ok, non si può togliere quella cosa quindi?> quella cosa nella testa del suo ex allievo.Il discorso sta diventando sempre più teso e pieno di eventi che potrebbero andare malissimo, forse di più che male se non stanno attente. [ch on]

23:58 Furaya:
 La sta ringraziando. Lei va lì per chiedere una palese ramanzina, per una sonora sgridata... e Mekura la ringrazia. Sospira pesantemente, lasciando calar or le spalle dapprima contratte. <Ma io ho bisogno che mi si venga detto che ho sbagliato> Pronuncia, sorpresa dalle parole della donna che, anziché darle contro, le dà addirittura manforte; come farebbe un'amica, una sorella, qualcuno che la conosce tanto bene da sapere qual è la sua reazione istintiva. <perché io so di averlo fatto.> Sa di aver sbagliato. <Ho sbagliato da quando ho promesso a Kiri un aiuto che, dopo poco tempo, non meritava affatto> Prosegue nel suo esternar dei fatti, carichi d'emozioni discordanti. <perché, se non fosse stato per Kiri, a quest'ora Norita non sarebbe tra le grinfie dei nemici.> Dal momento che gli stessi Spadaccini della Nebbia sono da definire esattamente tali al momento, a meno che non abbiano cambiato fazione tutt'a un tratto. <Allo stesso modo, ho sbagliato quando ho permesso al Mizukage, al Demone Rosso e al Finto Dio d'attaccare Konoha sotto il MIO naso> Porta la mano a contatto col petto, stringendo la presa sulle vesti indossate che coprono la nivea pelle sottostante. <quando per mano delle mie scelte son morte altrettante persone.> Che magari non c'entravano niente con la guerra che voleva portare l'Oboro, però restando vittime della stessa volenti o nolenti. Cerca di trovare quella pace che sta perdendo man mano, interiormente, pur non riuscendovi nell'immediato e rischiando di crollare. Non lo farà, ovvio, ma v'è talmente vicina da sentire il baratro inghiottirla ancora una volta. Non può permettersi di tornare indietro e mandare in malora tutto quel che ha fatto per cercare di essere la persona ch'è oggi. Ha lottato contro se stessa, contro chiunque le si mettesse contro soltanto per i propri obiettivi, risultando essere sempre la solita egoista di sempre coi sensi di colpa che la raggiungevano solo in seguito, in agguato sempre dietro l'angolo. <Quindi no, non dirmi che sono un buon leader e non dirmi che sono una brava persona perché sono esattamente l'opposto.> E' bello essere il nemico di se stessa? Quanto male può farti avere sulle spalle tutto il dolore del Villaggio, senza poter però pensare al proprio? Eri consapevole fin dall'inizio di ciò a cui andavi in contro, forse non è questo il ruolo che s'addice ad una debole come te. <Sei adatta al ruolo che ricopri, hai esperienza nei problemi del Clan.> Il che vorrebbe sembrare una battuta, ma col senno di poi non lo sembra affatto. Si passa una mano sulla fronte, spostando qualche ciocca rosea. Deve riuscire a diventare più forte di quanto lo sia adesso se vuole davvero proteggere chi ama e chi le sta affianco. <Ho un informatore che potrebbe aiutarci a capire da che parte stanno adesso.> La vecchia che hanno posto come nuovo Mizukage. Il discorso successivo, vertente su Saisashi, fa sì che l'espressione si incupisca di nuovo. <Non so neppure cosa sia, Mekura. Quindi, penso che sigillarlo potrebbe essere una soluzione utile mentre cerchiamo di capire cos'è. Quanto meno, potrebbe non arrecargli ulteriore danno.> Si spera, certo. [Chk ON]

00:39 Mekura:
 Quando sente quelle parole le riconosce tutte, rimane in silenzio ad ascoltarle impassibile vedendo di fronte a se quello che ha affrontato a sua volta ed il nemico di sempre: se stessi. <con il senno del poi sono tutti bravi a dare le colpe agli altri, bisogna dare il massimo con quello che si ha nel tempo in cui si vive> spiega la donna con molta calma. <ma ti sei risposta da sola Furaya: è colpa di Kiri se si sono dimostrati ineffidabili ed hanno tradito la fiducia altrui, è colpa di del Mizukage se il nostro villaggio è stato attaccato, è colpa del demone rosso per la sua stessa crudeltà> Non c'è biasimo nelle sue parole, ma solo comprensione <se pensi che ci sia una tua colpa dovresti guardare a chi ha tirato il sasso per primo> prende una leggera pausa guardando il contenitore e poi di nuovo l'hokage. <si Furaya, le nostre scelte uccidono, possono uccidere i nemici e possono uccidere gli alleati, questa è la guerra, ma crogiolarsi nel proprio dolore non ti aiuterà a riportarli indietro, come sarebbe assolutamente inutile per me far partire una guerra personale andando a bruciare Kiri partendo dalle fondamenta> sospira <non da sola per lo meno. Oppure iniziare a sbraitare e piangere sul mio fazzoletto di seta. Non servirà a nulla, ne a me, ne a te, ne a Norita> Solleva il mento guardandola di nuovo seriamente, questa volta severamente <tu non sei un buon leader quando smetti di esserlo, quando ti convinci che non lo sei> spiega la donna ritrovandosi quasi a fare da maestro in quella circostanza strana <e se pensi di sapere dove hai sbagliato, non hai bisogno che venga a dirtelo gente come me> afferma quasi con un tono autoironico mentre ci pensa <io, ti dirò se c'è qualcosa di sbagliato nel caso tu non te ne rendessi conto, cosa che sto facendo: Avrai peccato di ingenuità forse (con il senno del poi), ma sei stata in grado di salvare molte persone e questo lo fai da sempre. non ti dirò che non ci saranno conseguenze, ce ne sono sempre in base alle nostre scelte, l'unico modo che hai per ripagare il debito con questi morti, per vendicarli è lasciarti indietro questa afflizione e continuare a guidare il tuo popolo. Non ti senti un buon leader? impara il meglio dai tuoi nemici e amici, fai tutto quello che è in tuo potere, ma non farti abbattere da questo bisogno di giudizio e punizione> a quel punto si lascia scappare un sorriso amaro ma ironico <per quello esiste il sadomaso...lo trovo....spiritualmente liberatorio> prende un velcoe respiro e alzerebbe la voce, squillante, come per saltare sopra la sua stessa parentesi che ha aperto <oh bhe, non posso che darti ragione> le viene da ridere comprendendo il tono della risposta. Ma l'argomento ritorna a Saisashi, annuisce, c'è poco che può dire. La sua faccia è preoccupata, ma poi guarda Furaya e si trattiene. <faremo di necessità virtù> [ch on]

01:02 Furaya:
 Il ragionamento di Mekura non fa una piega. Il problema di Furaya resta sempre lo stesso. Quando compie errori -e ne compie spesso- si crogiola poi nel proprio dolore come se non conoscesse altro. Ha bisogno di sentirsi ferita, costantemente in colpa per quel che ha fatto. Eppure, bambina, le mani sporche di sangue le hai da sempre. Così come da sempre proteggi il Villaggio e il suo popolo. Sei stata addestrata in questo, Ryota non ha mai avuto dubbi che ne fossi capace, altrimenti non t'avrebbe insegnato a combattere fin dalla giovane età, no? Ha reputato tu fossi degna di molti aspetti, uno dei quali è stato diventare Decimo Hokage al posto suo. Quindi, riprendi in mano questa dannata vita, rivoltala se necessario, ma affliggerti non riporterà indietro nessuno. Non riporterà indietro Kurako, Daiko, Shusui, Norita, nessuno di loro. Non un civile perso in questa guerra sarà ricondotto a camminar su queste terre. <Sono io ad accusare me stessa dei miei fallimenti> Non sono gli altri a dirglielo, il che l'ha condotta proprio a chiedere a Mekura di sottolinearglielo, di farle notare l'errore pur avendolo già dedotto lei. <e se ricopro il ruolo di Hokage non posso permettermi né d'aver paura> Un argomento che ha già affrontato con qualcun altro. <né di sbagliare.> Allo stesso tempo, le hanno anche detto che risulta essere egoista nel suo vedere la pace come unico baluardo da raggiungere, come se fosse questione di vita o di morte; perché se obblighi qualcuno a sottostar sotto qualcos'altro, beh, avrai esattamente un'altra guerra. <Gente come te?> Aggrotta le sopracciglia, piega le braccia al petto e stringe salda una presa sul bicipite con la destrorsa. Vi affonda le unghie perché sentire dolore è meglio che niente. Riuscire a percepire delle emozioni è per lei un vanto quando si viene addestrati per non provarne affatto. <Tu sei quella persona che vorrei nuovamente al mio fianco come Consigliere di Konoha> Ed ora gliene ha data proprio vera prova, inducendola a capire che pentirsi e frustrarsi da soli è quanto di peggio possa accadere a qualcuno. <non sei una qualunque.> E non lo sarà mai. Il loro legame supera il Villaggio ed è talmente radicato in profondità da non poter venire estirpato. Si fida di Mekura ed è piuttosto palese, altrimenti non avrebbe esternato tanto, assieme al complesso di inferiorità che sente su di sé, che grava ancor più sulle spalle fino a farla piegare in due. <...> Annuisce, si morde il labbro inferiore. I suoi consigli le son senza dubbio serviti e si lascia sfuggire una debole risata. <Non siamo ancora arrivati a quei livelli.> Riferendosi al sadomaso ed includendo nel contesto Saisashi, scrollando appena le spalle per cercare di smorzare la tensione accumulatasi. <Se c'è una cosa che ho capito è che non intendo perdere anche lui> Rotea lo sguardo verso il mare prima di riportarlo su di lei, vivido della solita fiamma orgogliosa che la contraddistingue. <e farò tutto ciò che è in mio potere fare per salvarlo da se stesso.> Punto. A Saisashi tiene più della sua stessa vita, or che è tornato non gli permetterà di sparire di nuovo e lo aiuterà al massimo delle proprie capacità. [Chk ON]

01:22 Mekura:
 Mugugna sentendola parlare, non incrocia le braccia perché significa muovere troppo il contenuto del cofanetto. <forse, in un mondo ideale è così, ma forse la domanda che dovresti porti è: se nel caso l'Hokage sbagliasse, cosa dovrebbe fare per risolvere la situazione?> era l'unico modo per spiegarle cosa volesse dirle, facendola pensare, facendola reagire attivamente lasciandosi indietro il concetto di quello che si dovrebbe o non si dovrebbe fare o essere. <e sono una persona che sbaglia e sbaglia tanto> commenta la donna senza ironizzare, il passato di Mekura parla da se <sei sicura di volermi come consigliere?> l'idea di deludere qualcuno come Furaya perché incapace o perché non vede nella giusta prospettiva la lascia con dei forti dubbi. Ma è anche vero che, dopo tutto questo discorso motivazionale che ha fatto sarebbe un poco ipocrita cadere nelle stesse paure di Furaya. <ma per ora, un passo alla volta: devo tornare viva da una missione, dobbiamo tornare vive da una guerra, ma, ad ogni modo, ti ringrazio per la considerazione> Riguardo al sado Mekura continua a ridacchiare <Shibari? è molto rilassante, trovo che il senso di impotenza abbia un effetto cullante in certe situazioni> e questa parla, come se avesse una certa esperienza al riguardo. Su Saisashi c'è poco da dire: neanche lei lo vuole perdere, sopratutto per tutto il male che ha fatto involontariamente a questo non essendoci per lui. QUesta volta, lo aiuterà, costi quel che costi. <sono con te Furaya, in questo ed in altro> [ch on]

02:07 Furaya:
 Cosa dovrebbe fare per risolvere la situazione? Piangersi addosso? Autoflagellarsi? Ovviamente nessuna delle due. La risposta la conosce, ma ammetterla a se stessa è difficile tanto quanto ammettere d'aver sbagliato. La domanda non merita necessariamente una risposta e lei stessa non si reputa degna nel dargliene. Si limita ad annuire, ancora una volta, alle di lei parole reputandole idonee oltre che veritiere, tale da farle aprire finalmente gli occhi su quel che deve fare. <Grazie.> Aggiunge di rimando, consapevole che aveva bisogno d'un confronto con qualcuno che poteva capirla e che ha dimostrato di tenerci a lei. Son poche le persone che riescono a starle affianco, talmente poche da poterle contare sulle dita d'una mano. <Sono sicurissima della mia scelta> Così come Mekura è convinta che averla come Hokage e come Leader sia una scelta saggia e coerente. <e non mi rimangerò la parola.> Le mostra un tiepido sorriso or che riesce finalmente ad esternarlo come si deve, il che rende anche il suo sguardo un po' meno languido e malinconico. <La mia non era una considerazione, ti sto chiedendo di tornar ad essere una dei Consiglieri.> Pronuncia con far serio, non volendo ammettere repliche ma pur essendo concorde nel voler aspettare la fine di tutta questa faccenda per consolidare il suo ruolo. Ci sarà tempo per riprendere in mano quel che si possiede e quel che si vuole, di questo n'è altrettanto certa. <Shibari?> Non lo conosce ma si interesserà ben presto. Potrebbero provare nuove frontiere, eppure non è il momento per parlarne. E' bene proseguire oltre. La donna asserisce di essere dalla sua parte, in questo ed in altro, la qual cosa non può che portarla a sorridere maggiormente. Sono alleate in queste tremende battaglie, nel desiderio di rivalsa. E resterà in sua compagnia fintantoché sarà necessario, prima d'accompagnarla alla tenda e dileguarsi a sua volta. Anche questo piccolo passo è stato compiuto. [END]

Incontratasi con Mekura, le porge il Byakugan di Norita tra sensi di colpa e la necessità di sentirsi dire che ha sbagliato. Da qui, il discorso glissa su Saisashi e sul suo ruolo di Consigliera.