Mute lacrime sotto la pioggia.
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Giocata dal 28/05/2020 21:11 al 29/05/2020 03:00 nella chat "Porto con faro"
[Banchina] Passano i giorni e si susseguono in maniera incessante, un svolgersi degli eventi che non può essere fermato ed un dolore che non vuole essere del tutto metabolizzato. Lo renderà più forte, averlo lì, in quel tentar continuo di tenere a bada la sofferenza dovuta alla propria perdite. Eppure, starebbe tornando più o meno se stesso, insomma, un pezzo ala volta in quel lento progredire nel ripristinare della propria figura, tutt'ora afflitto seppur allo stesso tempo, oramai rassegnato. Nuovi ideali e concezioni della sofferenza lo smuovono e l'assaggiar quell'odio che come nero idromele sembrava riuscir a lenire il dolore che è esploso dentro di lui, sconvolgendogli l'animo e riducendolo ad aggrapparsi a quel sentimento tanto sbagliato, senza voler mai cedere, senza voler annegare e venir trascinato giù come Eiji gli ha sempre detto. Ed in quel suo vagare, in quel suo permanere ancora a Kiri senza senso preciso, con quel continuo girovagare senza meta che quasi sembra un voler camminare sino allo stremo, come se fosse convinto che a furia di macinare quei metri finirà ad un certo punto per perdere per strada il proprio fardello, seppur sarebbe sin troppo comodo, se funzionasse così. Non ha una casa, non ha una meta, ha solo quell'attesa snervante del compiersi dii quel piano che li avvicinerà a quello scopo, probabilmente tra qualche giorno parità per recuperare quel cimelio, ma poco importa del futuro, seppur imminente, visto che ora piove, piove maledettamente e l'attenzione è chiaramente rivolta a quel fenomeno atmosferico odiato almeno tanto quanto la nebbia < L'unica cosa positiva è che quando piove c'è meno nebbia. > direbbe tra sè e sè in quel mormorio che vien accompagnato dal sottofondo dello scroscio dell'acqua che cade, il tichettio sul tessuto dell'ombrello nero aperto sopra alla sua testa, è tornato alla sua vuota tenda solo per recuperarlo ed eventualmente sigillarlo <{ Sì, ma fa schifo lo stesso, è tutto così umido maledizione. }> ribatte allacciandosi alla frase di prima il fu Principe che da dentro ha chiaramente da obiettare nei confronti di Kiri, mentre in quel camminare senza un traguardo, si ritroverebbero al porto. Lo sguardo che era andato verso l'alto, le rosse che osservavano il calare incessante delle gocce ritornando innanzi a sè, mentre l'ombrello che era stato poggiato sulla spalla destra, retto dalla rispettiva mano, torna più dritto in quel coprirlo del tutto, senza lasciare scorci di cielo da guardar con sguardo ancora più spento del solito. Sospira, cammina lungo la banchina, il passo è lento ma risulta comunque più preciso dei giorni scorsi, appare pigro, un movimento che sembra un minimo indispensabile, la mancina in tasca mentre la sua figura, avvolta nel solito completo, scivola in direzione del limitare di quella passerella. Si sofferma, chiaramente rivolto in direzione del mare, più agitato ed indisposto del solito, lo sciabordio delle onde che si infrangono sugli scogli andrebbe a riempirgli la mente in quel concedergli qualche istante di perdizione nei propri ricordi, sentendo quell'aria fredda pungergli il viso, andando a pensare a quel suo dirgli che aveva preso freddo, Lei, che era un semplice influenza. Chiude gli occhi, evita anche solo che si facciano lucidi e scuote semplicemente il capo in quel voler accantonare i pensieri, andando a tirare fuori una sigaretta dalla tasca dopo un'armeggiare per lasciare lì il pacchetto, per poi portarla alla bocca e tornare in cerca di un'accendino. Capelli legati, solito equipaggiamento necessario e poco di più, lo scattare della fiamma, la combustione, il sono metallico dell'accendino. Silenzio. { ck on - eq in scheda e tonici } Come può una fiamma non spegnersi sotto quel torrente sopra di lei? Semplicemente non può, non oggi, non per la donna. Quanto ama quella pioggia purificatrice, una pioggia pesante che toglie via almeno un pò della nebbia che circonda kiri stessa lasciando che l'aria si liberi da tutto quell'odore marino e anche dal sangue. Una nuova pioggia che porterà un nuovo inizio, per lei si, ma anche per molti che hanno preso una decisione importante per la propria strada. Esser un ninja con dei sogni tanto alti da poter sacrificare tutto, ecco cosa li distinguerà dai comuni e meri ninja che calcano questa terra con lento incedere e col sorriso sempre sul viso. Sul volto della special alcun sorriso traspare, lascia che le lacrime di pioggia scorrano sul proprio volto , adesso freddo come l'aria pungente che circonda lei e non solo, anche un Itsuki non troppo lontano ormai. Incede lenta ed inesorabile, in quella sabbia umida che si attacca alla suola dei propri sandali. Non porta nulla con se se non la propria carne e quelle leggere vesti che la contraddistinguono come un capo clan. Lo è davvero? Non completamente, alla fine è riuscita a convincere in parte Kimamura a cederle il posto che le spetta per diritto di sangue. Il kimono l'avvolge nella sua oscurità, un nero profondo contornato da sprazzi d'oro, e dietro la schiena potrebbe vedersi il simbolo della propria casata, una gru di carta. Potrebbe vedersi se i lunghi capelli rossi non fossero lasciati cadere lungo le spalle, adesso zuppi come le vesti dalla pioggia battente che l'ha portata a dirigersi verso uno dei posti che l'hanno segnata in passato. In quel faro ricorda bene cosa decise, chi voler essere , non una semplice ninja rinunciando a quel sentimento pure e denso che provò verso il konohano stesso, scegliendo la tortuosità e l'oscurità della sua vita con Akendo. Adesso è lui il centro dei suoi pensieri, deve esserlo! Perchè mai s'è lasciata coinvolgere e sconvolgere da un semplice genin dagli occhi diamantati? Perchè non ha continuato per quella via? Le labbra morbide che vengono ora torturate dai denti bianchi e felini, mentre le iridi azzurro verdi son rese quasi grigie, tempestose , un riflesso del proprio io interiore, incollate in un mondo davanti a se che poco vede adesso. I sandali affondano lievemente nella sabbia, portandosi finalmente alla vista di colui che un tempo conobbe e desiderò uccidere, o meglio, certamente avrebbe voluto schiaffeggiarlo. Probabilmente sarà lui a vederla per primo, il suo fare distratto le permette di osservarne la figura resa quasi irriconoscibile dalla pioggia che continua a calare sul proprio volto , lacrime che non butta da anni e lascia che sia il cielo ad accompagnarne l'animo stesso. Solo una volta giunta a pochi metri da lui, circa 5 metri, arresta il proprio passo osservandolo come se non lo vedesse realmente, come se in quel momento ella stessa sia nient'altro che un fantasma riesumato solo con la pioggia stessa. Un tonico per il proprio animo ma che porta seco eventi tragici del passato < sei tu > la voce non è molto alta, ma dovrebbe riuscire a farsi sentire dal ragazzo nonostante la pioggia e quelle onde impazzite che schizzano acqua salata fino a loro, sembra una tempesta quasi. Cielo e mare che per una volta si uniscono in quella danza atroce e magnifica. Lo osserva quasi annebbiata, non rimembra quasi il motivo per cui l'altro la fece stizzire e di certo non sarà lei a riesumare quel ricordo vago e indefinito. Attende silente, la pioggia che batte sempre più forte sul proprio capo, i fulmini che in lontananza aprono una voragine nel loco illuminandolo per qualche secondo, e i tuoni che sembrano non disturbarla affatto. [chakra on] [Banchina] Un solo corpo, due entità che si perdono in quel moto delle onde, qualche istante nel quale ognuno riflette sul proprio da farsi, per quanto effettivamente il tutto coincida in quel lungo percorso condiviso in quel patto di notti fà. Fili grigi che danzano intorno al volto dai lineamenti androgini mentre poco più in là starebbe avvicinandosi la Rossa, coperti appena i suoi passi dal frastuono dell'acqua, sia in cielo che in terra, seppur le orecchie si tendono al percepire di una presenza, e tutto nella sua mente sembra tacere, entrambi vengono distolti da quel loro rimuginare sa quelle due secche parole, è una voce riconosciuta di una figura familiare al Goryo, una missione assieme dopo quel teso scambio di ideali, poi ognuno per la propria strada, sino ad oggi, fino ad un nuovo annodarsi dei fili rossi del destino < Mh.. > è un mugolio d'assenso, un che di apprensivo in quel riconoscere la presenza della ishiba dietro di lui, il quale si volta dando ora le spalle all'oceano, lasciando che il maremoto vada cozzando all'infinito su quelle rocce frastagliate ed arcigne alle sue spalle < Oh, qual buon vento.. > e qualche istante di silenzio nell'andare ad osservare quindi la figura della Special, gli occhi che si incollano sul viso chiaro dell'altra, nessuna espressione sul proprio viso che appare semplicemente un pò più smorto del solito <{ Ah, la ragazza delle tigri. }> andrebbe da dentro a ricollegare quell'altra entità, ricevendo in tutta risposta un duplice cenno d'assenso non verbale a risuonar in quel legame mentale loro, lasciando modo al Corvino di dedicare altre parole alla lei lì presente, un tentar di sorreggere una conversazione, quel volersi alienare dal proprio dolore interagendo con gli altri, per quanto sia sociale solo a metà, anzi, forse ancora meno ora come ora, in quel tono roco e ancora più privo di qualsiasi inflessione del solito < Ti aspettavi qualcun'altro...? > e si ricorda solo alla fine di cercare di porre un che di interrogativo in quella frase, quasi rischiando di omettere quel tono in un evitare di risultare dannatamente ed infinitamente piatto quasi sforzandosi. Chissà, allude ad un qualsivoglia possibile appuntamento di Sango con qualcun'altro, ma è un tirare assolutamente a caso al quale segue un'altro tirare, seppur è della sigaretta, scrollando poi pigramente la cenere, con il tocco dell'indice, riportando poi la mano a poco più di una spanna dal viso, senza scostar gli occhi cupi ed affilati dai lineamenti dell'altra. { stessi tag } Osserva il Goryo poco lontano, il vento che sembra volersi portare via la terra stessa, l'acqua che impregna il proprio corpo non smette ancor di scendere nella notte. Ormai la luna nuova sembra la luce che li illumina, insieme a quella lontana di un vecchio faro quasi fatiscente. Piega leggermente il volto osservando il suo fare, il suo volto quasi ristagnante nella sua non espressività, specchio della propria in quel momento. Oh com'è strano, il filo del destino che la fa incontrare qualcuno che come lei ha qualcosa che lo turba nel cuore, qualcosa di profondo e sanguinolento, perfino per quel ragazzo inespressivo . Lo ascolta, riesce a captarne le parole e il tono, non vi è alcun astio nella propria persona ne in quella di lui. La cosa la fa avanzare lentamente, zuppa nei capelli e nella vita ormai, così da potersi portare molto più vicino a lui, almeno a due metri se concesso dalla sua figura con l'ombrello, tanto da poterne vedere finalmente il volto delineato quasi anche attraverso le gocce che distorcono la realtà , la sua visione del mondo adesso resa grottesca . I passi che alla fine si fermano, il peso della donna che la fa affondare un altro po nella sabbia < qualcun altro? > coglie quella domanda presa evidentemente di sorpresa, chi altro sta aspettando se non lui? Ma perchè il goryo stesso dovrebbe saperlo , un assurdità di quel pensiero che viene scacciato in malo modo, velocemente fuori dalla mente < non credo che chi voglia incontrare possa trovarsi qui al momento > sussurra a mezza voce, un riflesso incondizionato del proprio desiderio che la fa parlare ad oltranza su qualcosa di troppo personale < no, stavo solo godendomi la pioggia stessa > potrà sembrare anche una pazza in quel momento ma ben poco la scalfirebbe in un momento del genere. I passi procedono ancora cercando di portarsi più vicina a lui, i lunghi capelli rossi ormai ridotti ad una macchia scura che sembra sangue rappreso < tu stavi aspettando qualcuno? > riformula quella domanda, vedendolo la fuori con quell'ombrello < mi pare che non ti piacesse la pioggia > un richiamo poco velato alla loro ultima conversazione avvenuta fuori dalle mura di Kiri, dove entrambe le personalità si scontrarono. Ed ella fece sfoggio del proprio amore per la pioggia stessa, mentre l'altro.. < non mi aspettavo alcuno in una notte di questa, dove durante un temporale tutti si rannicchiano nel proprio caldo focolare > per chi come lei che non ha più una casa è un discorso strambo, ma le iridi questa notte sono stanche, riempite di una strana dolcezza e di una malinconia che le sfiora l'animo stesso. Si sorprende dopotutto anche del fare altrui , calmo, quasi in attesa di qualcosa, mentre i fulmini decorano la scena poco lontani da loro. Un tempo forse pericoloso, ma per loro che vivono nel perenne sangue cosa può spaventarli alla fine? Forse il cuore stesso, quando lo lasci chiuso in una gabbia e lo vedi lentamente sanguinare perdendo il proprio colore, la propria luce. Rimane li, ferma, in attesa, senza muoversi oltre lasciando che l'altro possa avere la sua intimità anche se ormai lei stessa è entrata nella sua notte solitaria, forse per paura di rimanere sola per una volta, forse per altro, non riesce ancora a comprenderlo, non dopo aver lasciato lo Hyuga da solo sull'isola nera e avendogli girato le spalle in un certo senso. [chakra on] [Banchina] Corrotti entrambi e corrosi dal dolore, non troppo distanti in quel soffrire per i sentimenti, ma tutt'ora ignari l'uno del dolore dell'altro, la diatriba di quel giorno vien messa da parte così come è stata messa da parte per il bene della missione, protrarre e covare astio per un semplice - quanto tedioso - scambio di opinioni, sarebbe sciocco e di utilità alcuna. Lei permane sotto la pioggia, mentre le nuvole sembrano piangere al posto loro e delle luci tonanti le illuminano di tanto in tanto andando a far sì che il rombo dei tuoni vada appropriandosi di quei momenti di silenzio, mentre un'altro tiro della sigaretta vien consumato, prima di rispondere a quelle parole di lei che risultano velate di un che di enigmatico, non è a conoscenza delle relazioni di lei ed effettivamente non ha modo di immaginare di chi possa star cercando, seppur qualcuno, c'è, a giudicare da quelle parole < Mh.. Capisco.. Dovrai cercare meglio, suppongo. > un tono di sufficienza che andrebbe ad essere accompagnato dal sollevarsi breve delle spalle in quel ritrovare nuovamente il filtro della sigaretta che viene portato alle labbra per far sì che di nuovo il fumo venga fatto passare dai polmoni in quel venir processato e poi lasciar che venga rapito dal vento, scivolando fuori dalle labbra di lui che manco si sforza di soffiarlo. Godersi la pioggia, una follia alle orecchie sia del moro all'esterno che dell'altra personalità all'interno, scuote appena il capo in quell'andare a chiudere gli occhi mente Eiji da dentro si concedere pure uno sbuffo accompagnato da un lieve vocalizzo isterico, senza esprimersi personalmente riguardo al prendersi direttamente tutta quell'acqua, un qualcosa di indicibilmente fastidioso, una tortura praticamente per il Kagurakaza che pare come percosso dai brividi in quello scrollare veemente della testa, lì i in quel piano introspettivo nel quale convive assieme ad Itsuki in quel corpo, lasciando spazio a quello appunto all'esterno per rispondere alla ragazza, le parole che iniziano in una semplice maniera ma che andrebbero poi tingendosi di nostalgia < Non so come fai, ma non dovresti prenderti tutta questa pioggia, rischi di... > una breve pausa, infame è il pensiero di prima che si ripresenta come una trappola in quell'andare a venir a galla in quella maniera dirompente, non riesce a sedare quell'andar a rendere la propria frase preda di quel ricordo di Lei, doveva essere una semplice influenza, ed invece era tutta una bugia < Ammalarti. > direbbe lui in quel posar lo sguardo verso terra, lo sguardo che vien appena coperto da qualche ciocca nera, una lieve penombra, una lacrima che scende dall'occhio destro , un sospiro amaro < Non mi aspettavo piovesse di traverso.. > direbbe lui mormorando più tra se e se in quel convincersi che è solo un'errore del sistema, un piccolo momento difettoso, un passo falso ed uno scivolare in quell'arrampicata, quel risalire dalle nere fiamme del dolore per tentare di riappropriarsi di una nuova versione di se stesso, migliore o peggiore che sia, dipende dai punti di vista. La domanda di lei riesce a destarlo quanto basta da quel suo soffocare mentale ed emotivo, lo sguardo si rialza e quella lacrima muta starebbe già asciugandosi sulla carnagione chiara, concedendosi un'espressione che si tinge appena di una consapevolezza triste, colori di malinconia e tristezza, nonostante i lineamenti non si smuovono più di tanto, assieme al tono basterebbero per far intendere quel sorgere del dramma interiore < No, non ho più nessuno da aspettare io. > direbbe in quel tornar a fissare verso terra, perdendosi nell'allungarsi di una pozzanghera che riflette le loro figure, lasciando che la sigaretta venga mangiata un pò dal vengo in quei momenti nel quale non è che non riesce a reggere lo sguardo di lei, è più un non poter far a meno di sfuggire da quel rimaner invischiato tra le catene dei ricordi, volendoli ripercorrere in quel processo che non porta altro che ad un'amaro vuoto subito dopo. Un pò come quando si sviluppa una dipendenza, l'atteggiamento iniziale di quel volersi lasciare alle spalle il proprio trauma < Se avessi un posto dove stare, sarei probabilmente al suo fianco, a giocare con i suoi capelli.. > direbbe perdendosi in un'utopia oramai irraggiungibile, quasi potendo vedere quella scena davanti ad un fuoco, ricrearsi in quella grande pozzanghera < Ma lei non c'è più, ed io non ho nessun posto dove tornare.. > è il tono che a lei si pone, rovinato e rotto come i giorni scorsi, mentre Eiji tace in quel lasciar lui esternare il proprio dolore, seppur non ha intenzione di lasciarlo cadere di nuovo nel baratro della perdizione < Dimmi, Sango.. > direbbe lui ora risollevando lo sguardo, puntandolo nuovamente negli occhi di lei a volerne incrociare le iridi, rimanendo quasi con il fiato sospeso prima di continuare, in quel rendersi conto che per li la risposta è decisamente no, proprio come ha detto poco fà < Tu hai /qualcuno/ da cui tornare? > domanderebbe con quel fare che lascerebbe poco spazi oal caso e che andrebbe a porsi in maniera velata nei confronti di qualcuno che la Rossa ami. Oh come sono vicini i due in quel momento non lo saprebbero mai, troppo orgogliosi forse, troppo distaccati da quella realtà che li circonda, entrambi rifiutandosi di accettarla per com'è, non riuscendo quasi ad andare avanti senza portarsi dietro fardelli sempre più pesanti che stringeranno le loro anime e gettandoli nell'abisso dell'inferno stesso. < non credo che lo troverò qui > la speranza che sfiora il proprio cuore e il volto, una speranza che viene subito spenta. Non è lei ad aspettare, lei è quella che si muove, corre, caccia quasi alle volte , perchè dunque aspettare qualcuno? < si dice che la pioggia cancelli il passato e il dolore.. Si dice che questo basta a lavar via un anima..eppure anche con l'acqua che scivola addosso al mio corpo lo sento ancora più pesante > sussurra, una nuvola calda che sfiora le labbra disperdendosi mentre lentamente le braccia si aprono al cielo , il volto che si solleva quasi atono, di qualcosa che vorrebbe esplodere dentro , una forza che viene messa a tacere a forza dalla giovane donna < una malattia..sarebbe questo quello che dovrei affrontare? Lo farei sempre pur di cancellare tante cose, esser qualcuno di nuovo, di diverso .. lasciare che la mia mente beva il nettare del nulla e affondare nell'utilità del nulla completo > annullarsi completamente, non ricordare, lasciare che per una volta il proprio cuore respiri . Lente le braccia scendono pesanti ai propri fianchi, il volto che viene riportato di fronte al Goryo stesso, osservandolo con mal celata malinconia con quel mezzo sorriso che si concede < eppure non funziona così no? > una domanda retorica la sua , nell'osservarlo , nel notare quella lacrima che scende dal volto del giovane . La vede scendere, un pezzo dell'animo altrui che si palesa di fronte a lei. Forse quell'incontro tra due quasi sconosciuti avrebbe avuto frutti ben più dolci di quanto si possa pensare o credere. Avanza lentamente, non dice alcunché , solo vuole provare a portarsi anche lei sotto quell'ombrello . Se ci fosse riuscita allora potrebbe guardarlo dritto negli occhi , le gocce che continuano a rigarle il volto di quel pianto muto sul volto giovane e bello, un dolore che si esprime solo nello sguardo ..uno sguardo che potrà notare e sentire anche in quello del ragazzo stesso . La loro vita è quella, ninja pronti a sacrificar se stessi ogni giorno, attaccati a quell'ultimo briciolo di vita e di dignità che gli rimane, eppure quando qualcos'altro viene a mancare i pezzi del loro specchio vengono in frantumi . < è triste > sussurra malinconica anche lei, spostando lo sguardo dal suo volto a quella pozzanghera che li riflette, due mostri sotto la pioggia < non avere nessuno da aspettare, ne qualcuno che ti aspetti > i ricordi che prendon piede nella propria memoria, risalgono affollandola, in quella melma di menzogne che s'è raccontata solo per andare avanti. Ne è cosciente eppure perchè negarsi di affondare un altro pò se quello che si prospetta potrebbe esser solo un pò di sollievo. Il volto si risolleva quando il proprio nome viene pronunciato , ritrovandosi ad osservare quelle iridi tempestose e la domanda la lascia col gelo dentro. Da chi dovrebbe ritornare? Chi potrebbe volerla veder ritornare? Quei legami creati sono solo un filo lieve che la tiene attaccata alla terra stessa < io > il nodo che si forma in gola, prende qualche momento prima di parlare ancora, prima che la voce possa strozzarsi e le parole mute morire < no > sussurra infine con dolore. < non ho nessuno che mi ami a tal punto da aspettarmi > una lieve lacrima scende dall'occhio sinistro unendosi alle gemelle che la pioggia le ha donato < non ho nemmeno una casa alla quale far ritorno > eppure una parte di se sente una speranza smuoverle lo stomaco < forse se solo riuscissi ad amarlo veramente, fino alla follia, allora avrei qualcuno da cui tornare .. ma si può amare qualcuno che non conosci completamente? > una domanda che forse non ha bisogno di risposte < ma ho un sogno , quello che mi fa andare avanti è solo quello > per tutto quello che ha fatto, per quello in cui è invischiata, lasciando veramente il suo sacrificio massimo pur di dare un senso a quella patetica vita di dolore < l'hai perduta > un sussurro che si fa lieve, quasi invisibile, nell'apprendere il dolore altrui < anche io lo perdetti tanto tempo fa > un amore diverso senz'altro, un amore fraterno, un amore per una donna, cosa cambia infondo ? Nulla, alla fine è l'amore quello che riesce a distruggere loro, a distruggere le sicurezze guadagnate nel tempo e ad aprire nuove ferite che mal si chiuderanno. [chakra on] [Banchina] Cupa si fà l'aria intorno a loro in quel tingere l'atmosfera di quell'esternarsi del dolore di uno e dell'altro, dei tormenti e dei dubbi che di lì a poco andrebbero a farsi predominanti in quella conversazione che non ci mette molto tempo a macchiarsi della nera fiele del dolore. Due anime addolorate e perse nei propri crucci, assaltate da quei sentimenti che definiscono l'essere umano, quel qualcosa di scomodo ma allo stesso tempo capace di muovere dentro a chiunque un qualcosa, che poi li si voglia ascoltare o meno, se si è in grado di provarli o no, non importa, rimane il fatto che sono un qualcosa di terribilmente potente e privarsene non è la soluzione corretta, bisogna imparare ad accettarli e relegarli, essere in grado di processarli e viverli, pur non lasciandosi condizionare, essere razionali laddove il raziocinio sarebbe sono un prurito fastidioso di contorno < ... > tace a quel suo magro credere di trovarlo lì a Kiri, quel qualcuno che cerca, lascia semplicemente che le parole della cacciatrice si svelino intersecandosi in quel proseguire che và con un chè di adulatorio e caritatevole nei confronti della pioggia. Non è solo un fastidio, per lei è un palliativo e lei stessa che è tanto legata ad Ame non potrebbe non sentirsi affine a quel fenomeno, quel disperarsi nelle nubi che sembra rispecchiare quel loro conflitto interiore, quell'amalgamo di contorte riflessioni amorose < Ci sono tracce di noi che non possono essere lavate via con la pioggia.. Sono i colori che ci definiscono, cupi o allegri che siano, ci distinguono, ci rendono individui a se stanti.. > ritorna in quel suo comporre periodi più complessi ed articolati, un voler andar ad infondere un che di filosofico in quel suo dolore, per cercare di definire meglio se stesso ed allo stesso tempo avvicinarsi a lei, in maniera del tutto dialettale, quasi in un certo senso attirato da quel percepire come una sensazione familiare provenire dai di lei gesti, dal tono, fumando poi nuovamente in quella sigaretta, osservandola in quel rivolgere le proprie parole al cielo che non la smette di piangere su di lei, rendendo quei rossi capelli spesse ciocche scure, ancor più in contrasto con il suo volto < Di cosa ti penti, ordunque? Io vorrei solo essergli stato più vicino, ma non avrei mai immaginato.. > ed il fiato si perde lì andando a svanire con le parole che rimangono a metà tra la gola e la bocca, muoiono lì in quel suo andar a far sì che le labbra si posino nuovamente, in quel toccarsi, dopo averle lasciate schiuse per qualche istante, senza voler andare oltre, senza emettere neanche un sibilo < Il beato oblio del nulla, una soluzione efficace, ma probabilmente troppo codarda, ai nostri occhi. > occhi di guerrieri e di due Ninja che vogliono andare avanti nella loro conquista personale, raggiungere i loro scopi, senza incappare negli svariati modi nei quali il nulla può presentarsi: alcool, droghe, o ancora peggio il nulla eterno, chi, più debole, sceglie di smettere di soffrire mettendo la parola fine sulla propria esistenza, incapace di resistere senza quel qualcosa o qualcuno che prima lo completava. La lascia avvicinarsi, concede alla Special di giungere sotto quell'ombrello e lo smuove appena per far sì che possa coprire entrambi, abbastanza largo da dover evitare complicazioni particolari, scosta appena la sigaretta di lato e percepisce quella tristezza da lei decantata come un pugno nello stomaco < Ancora mi chiedo se avessi preferito non averla mai avuta ad aspettarmi, piuttosto che aver la possibilità di non ritrovarla più al mio ritorno.. > un dubbio che lo attanaglia e che per quanto perfido e crudele possa sembrare, a volte, quando il tutto volge per il peggio, è facile andare a desiderare che fosse andato diversamente, che quel giorno non si fosse fatta quella cosa, percorso quella strada, visitato quel luogo, così che nulla sarebbe successo ed il dolore non avrebbe manco mai avuto motivo di esistere. Già, sarebbe bello e comodo quanto il volersi abbandonare al nulla, ma dopotutto, non sono poi più belli i dolorosi ma meravigliosi ricordi che rimangono da quell'incontro disdegnato? Impossibile scegliere, un continuo cascare sia da un lato che dall'altro, a distanza di istanti, o il trovarsi fermamente nel mezzo. Una sillaba, un'altra, lei no. Suona triste il suo dire ed anche il di lei viso vien rigato da una lacrima in quell'andare ad esternare quella propria condizione, quel suo non aver nessuno a sua volta, un perdersi in quel suo struggersi che non è affatto diverso da quello del Chunin < Non so se essere lieto del fatto che tu sia nelle mie stesse condizioni.. Non è certo una gran cosa.. > direbbe lui in quel tentare di porre un sorriso, per quanto tutto venga smorzato da un'amarezza che lo dipinge solo per metà, una bozza flebile, in quel rammaricato ritrovarsi in presenza di qualcuno che sembra possa capirlo, nonostante essere nelle sue stesse condizioni, non è un qualcosa che augurerebbe al prossimo < Sarà il cuore, con l'aiuto del tempo, a dirtelo.. > una breve pausa, un tiro della sigaretta che ora sa quasi di nero, un sapore che è come un'inchiostro amaro tinto di quel soffrire interiormente < Dipende quanto tu voglia concedergliene. > di tempo, si intende, abbandonandosi poi ad un semplice annuire riguardo al sogno, rivedendo lui il proprio ideale, rischiarando il proprio cammino in quel percorrere le tappe rapidamente, convinto in quell'andare avanti, mentre tutt'ora Eiji tace rispettoso < Mi è stata strappata via, da questo fato crudele che non guarda in faccia nessuno. > allude a quella malattia, poi semplicemente volge lo sguardo in direzione del suo viso, visto che nel mentre si era perso fissandosi sull'infrangersi delle gocce lì sulla banchina, non è una persona propensa ad ascoltare il prossimo o a condividere emozioni, tanto che permane piatto in viso, solo velato da una maggior tristezza e nostaglia ogni istante che passa, volendo chiedere con un'accenno di titubanza riverente < ... Com'è successo? > silente, poi, attenderebbe la risposta alla propria delicata domanda. Lo ascolta silente, con quel lieve sorriso a bearsi di quell'acqua che assapora, che ne compone una parte della propria vita andata ormai in cenere < ma non sarebbe bello? Se accadesse qualcosa che cancellasse tutto il passato? Per riprendere a vivere senza dubbi e senza croci? > una domanda che non troverà risposta perchè non ne ha bisogno. Se , se e se, tanti sono quelli che affollano la sua mente stanca quella notte eppure indugiarvi ancora sarebbe solo un suicidio, un lento portarsi alla stessa morte < mi pento di tante cose che feci in passato, meno sono quelle scelte che ho preso in questa mia nuova vita e forma > una rinascita dovuta al solo scegliere la strada da percorrere, tortuosa, difficile, ma con un obiettivo tanto grande e luminoso da non sostare sui corpi insanguinati che calpesterà . Lascia che il rumore della pioggia possa fare loro da orchestra, in quel suono delicato e tormentato , una melodia che accarezza quelle loro due anime nude di qualsiasi sorriso sprezzante, di qualsiasi corazza che possa proteggerli veramente. Se solo qualcosa fosse stato detto in diverso modo, l'uno avrebbe avuto il potere di distruggere l'altro. < quello che sarebbe potuto accadere è..come strapparsi il cuore a morsi > confessa qualcosa che sente di suo, di intimo , in quel suo fare e quel dire che sente simile al suo, in un reciproco dolore di chi sa cosa voglia dire perdere qualcosa, una speranza, una vita intera che sarebbe potuta andare verso un altra direzione < non sarebbe da ninja > e cosa sono i ninja se non quello? Distrutti, affaticati, dilaniati, eppure sempre li in piedi a dover combattere sempre per qualcosa di più grande, per sogni e desideri che sembrano esser nuvole davanti ai loro occhi, imprendibili e intangibili < sarebbe da codardi , eppure qualche volta essere codardi ci aiuta a capire a cosa teniamo di più > l'ombrello che ormai li protegge, una bolla di acqua che li circonda , che protegge le loro parole e il loro cuore in quel momento che se solo venisse scalfito provocherebbe solo più dolore . Le iridi che non riescono a spostarsi da lui, la voce sottile e delicata, mancando di quel fuoco che si porta dentro. Una fiamma spenta in quella notte , così come la luce del Goryo di fronte a se, annegando entrambi in dei ricordi che non possono cancellare e non vogliono, mentre una lieve speranza forse la coltivano nel loro profondo, quel germoglio che ne uscirà forte < non pentirti dei tuoi ricordi e di quella speranza che avevi > sembra quasi un rimprovero il suo, perchè mai consigliare ad un perfetto sconosciuto quella parte di se? Eppure non si trattiene dal dire qualcosa per lui < vorrei avuto qualcuno che mi ..queste parole, volevo sentirle anche io > una lieve carezza per il proprio animo nel non dimenticare, nel non odiarsi tanto fino a farsi male , fino a cedere tutto per qualcosa di più grande < quello che mi fa andare avanti è un sogno col suo ricordo in me. Per quanto siano irrealizzabili, la gente ama i sogni. Il sogno ci dà forza e ci tormenta, ci fa vivere e ci uccide. E anche se ci abbandona, le sue ceneri rimangono sempre in fondo al cuore... fino alla morte. Se si nasce uomini, si dovrebbe desiderare una simile vita. Una vita da martiri spesa in nome di un dio chiamato "sogno" > decanta lieve quelli parole < ed un sogno rimane nel cuore come lei rimarrà sempre nel tuo > lo spinge a sognare, a divenire grande, a portarsi dentro sempre quel sentimento senza mai perderlo ne lasciarlo annegare nei fiumi di odio e dolore < non siamo gli unici, non saremo gli ultimi > che tremenda e orribile verità quella < tempo? Il mio tempo su questa terra è limitato, ne sono consapevole. Ma non vuol dire che non voglia cedergli tutto quello che ho > anche se i dubbi si infrangono nella sua mente , lei lo desidera, eppure lui chi è? Non riesce a comprenderlo, ne nei pensieri ne nelle parole stesse, sempre enigmatiche, di un cuore nero che poche volte ha visto la luce . Lo ascolta esprimere la sua perdita, poche parole che sanno di tanto < mi dispiace tanto > sussurra ancora, delicata nel suo rammarico comprendendo il peso che l'altro porterà con se per il resto della sua vita, di quante saranno le situazioni e gli avvenimenti che circonderanno la sua vita, egli non la dimenticherà mai. Forse proverà anche a sostituire quell'amore con un altro, ma sicura che nessun altro potrebbe esser tanto potente se anche una sola lacrima è stata versata . La domanda arriva, la tristezza che affonda il suo cuore e il suo viso, ormai non riesce a trattenerla più , le catene che si sciolgono lentamente da quel cuore tenuto sempre a bada < era mio fratello.. un tempo vi era la guerra nel mio villaggio > i secondi passano e le parole sono lente ad uscire e seco il dolore torna prepotente, dilaniante < uscii per cercarlo..morì per proteggermi e ogni giorno rivivo il suo sangue sulle mie mani > gli occhi lucidi che si abbassano a guardare quei palmi nudi e bianchi, ma riesce solo a vederne il rosso vermiglio scorrerle sopra, il rosso del peccato che commise < se solo non fossi uscita sarebbe andato tutto in modo diverso ..ma non sarei adesso quella che sono . Una magra consolazione non credi? Eppure la speranza è tornata a fiorire in me dopo tanto tempo > lento il volto pallido e candido si solleva, le gocce mischiate alle lacrime silenziose che scorrono sul volto < spero che la speranza raggiunga anche il tuo cuore , le tenebre non sono fatte per chi ama > e le sue tenebre che cercano ogni giorno di trascinarla nel baratro della propria anima, le lunghe e nere braccia che vogliono stringerla di più mentre si appiglia all'unica luce che riesce a vedere, senza mai mollare..tranne per quella sera dove quelle braccia la cullano dolcemente. Lascia che le parole adesso si perdano in quel vento e in quella pioggia . [chakra on] [Banchina] Sono come miele troppo grezzo le parole che pendono dalle di lei labbra e lui non può far altro che crogiolarsi in quel'immaginare un cancellare del proprio passato, un'annullare dei suoi tormento, di quel vivere all'oscuro della genitrice folle che lo ha costretto a reprimere i propri sentimenti, per poi ritrovarlo al di lei mieterne la vita, finendo per innamorarsi e soffrire poi in quel modo atroce, consumato dalla perdita della sua amata < Mh. > è un tacito vocalizzo che si perde lì tra le labbra serrate in quel suo flebile annuire, lasciando che quelle stesse parole godano di vita prorpia senza voler aggiungere nulla a quei punti domanda che gli sono stati indirizzati < MI chiedo chi non si penta con il senno di poi, per quanto le nostre storie siano diverse.. > e lascia che tutto venga portato via dal vento di quella burrasca sopra e sotto di loro, un sottofondo che sembra distante in quel collidere dei loro microuniversi costellati da tormenti e sofferenze che macchiano l'animo delle persone riducendoli a tele imbrattate che non hanno più la possibilità di liberarsi di quei colori che lasciano il segno con più o meno violenza. Ogni passata di pennello, un evento, ogni evento, un'aggiungersi di un frammento di quell'immagine che rappresenta ognuno di noi, quel quadro che è la vita, disseminata di imprevisti e casualità, gioie e dolori, pentimenti e realizzazioni. Ed è come se due orchestre si ritrovano di tacito accordo a suonar la stessa melodia, una sinfonia che non esiste ma che riesce a far sì che gil animi di due persone affrante si leghino in quell'abbandonare se stessi, svestirsi delle proprie identità e mescolarsi nelle parole e nel tentare di condividere quei fardelli insostenibili. Tacito rispetto in quel di lei confessare il suo dolore, lo sguardo che và incontrando il suo in quel cercar di risultare empatico, per quanto difficile gli riesca, qualcosa che non si è mai sforzato di essere e che appunto risulta quasi impossibile, nonostante quel trovarsi nelle stesse condizioni, rispetto, niente di più e niente di meno, e poi quell'amaro sorridere, di nuovo tristo in viso nonostante l'espressione voglia tentar di sminuire appunto sorridendo < È la paura a renderci veramente vivi, dopotutto. > la paura di perdere chi ci è caro, di fallire, di non venir ricordati o di chissà quante altre questioni possano andare a scuotere un'individuo in quell'andare a costringerlo, metterlo davanti all'evidenza che ciò a cui teniamo di più al mondo è in pericolo, e si è chiamati a lottare per difenderlo, finendo per perire o diventare infine più forti, nel bene o nel male che le cose vadano. Un sospiro crudo e cupo, spento in quel lasciar che i polmoni vadano comprimendosi in quell'esalar nostalgico ed affranto che andrebbe rispettosamente nei confronti della sua lei scomparsa, gli ha omesso delle verità e lo ha portato a provare anche del rancore nei suoi confronti, ma dopotutto < Non potrei nemmeno volendo, non che non ci abbia provato, ma sarebbe un disonore nei suoi confronti. > onorevole per quanto il tono sia rotto, andando poi subito a rifarsi della di lei frase, parole che avrebbe voluto sentire, per tirare un sospiro di sollievo, per posare quell'ancora straziante incastonata nel cuore, anche solo per un'istante < Credo sia difficile trovare uno specchio nel quale guardarsi, in queste condizioni. > e figurativamente parlando andrebbe ad identificarsi come lo specchio in questione che riflette l'animo di lei, in quell'alludere al fatto che dopotutto è difficile trovare qualcuno che sia in grado di comprenderti senza dover continuamente dire che ti capisce, cascando in un ripetersi falso e di circostanza, non potendo condividere lo stesso tormento. Attimi di silenzio in cui si ricorderebbe di avere una sigaretta alla mano, ha subito qualche goccia ma tutt'ora persiste e vien quindi portata alle labbra per poi venir privata dalla cenere da uno stanco e minimo tocco, come se tutto gli costasse più fatica, fosse più pesante, riflettendo sulle parole di lei per poi rispondergli più riduttivo, conciso riguardo quel profondo pensiero < Dopotutto i sogni ci spingono a realizzarli, è giusto vivere di un sogno ma non bisogna finire per sognar di vivere veramente. > le ambizioni, i traguardi da raggiungere, le intenzioni di stare con una persona, ogni cosa può essere un sogno dalla più misera alla più grande e complessa, ma non bisogna finire per lasciarsi spezzare le gambe da quello stesso sogno, bisogna essere in grado di definirsi abbastanza coscienti da comprendere quanto il proprio sogno sia raggiungibile, sognare è giusto ma sperare nell'impossibile è distruttivo e finire schiacciati dal proprio stesso sogno, non è di certo un bell'epilogo. E lei sì, rimarrà per sempre nel suo cuore, insostituibile nonostante quel che sarà, quel che verrà, se mai un''altra ci sarà, è indifferente, quella persona rimarrà per sempre scolpita indelebile nel suo cuore e nella sua mente, nel dolore e nella gioia < Hai tristemente ragione.. > non augura forse nemmeno al suo nemico di trovarsi così, non avrebbe senso, lasciare qualcuno in balia di una sofferenza simile senza porre fine alla sua vita, quasi un dilemma effettivamente intrigante seppur probabilmente finirebbe per epurarlo , privandolo di ogni dolore liberandolo dalla morte un'intinto dal quale comunque gli è difficile trattenersi. Non c'è spazio per Eiji, avrebbe sicuramente da dire anche lui le proprie cose ma non gli va di immischiarsi in quel discorso dal suo punto di vista, c'è tanto da dire ed il tempo, per quanto immobile, scorre incessante, si perde nei suoi pensieri ed in quel poco del suo passato che ricorda, lasciando ai due modo di condividere i propri dolori < Finchè lo riterrai tempo ben speso, nessuno avrà il diritto di giudicarti. > si è liberi di amare, a patto di saper sopportare le conseguenze, il rapporto di lui e della sua dea era sbagliato sin dal principio e non era nemmeno pronto a lasciare che il mondo gli crollasse addosso, però è successo, tutto è successo così in fretta e l'ha rovinato, ma è giusto permettere al prossimo di dedicarsi con tutti se stessi in qualcuno, bisogna pur provare l'amore più grande almeno una volta, per ottenere quel potere in grado di mutare in odio, rabbia e chissà quanti altri pericolosi sentimenti negativi < Ti.. Ringrazio. > un ringraziare che vuol essere il più onesto possibile in quel di lei reciproco onesto dispiacersi, lei che può comprendere. Giunge poi quindi il racconto di ciò che si è permesso di chiedere, andando a sentire quella storia che và svanendo in brevi periodi ma allo stesso tempo lascerebbe una dolce tristezza nell'aria che lo porterebbe < Non può che dispiacere anche a me.. > sentendo quel di lei tono simile al suo, piange in quel cercare una consolazione, un lato positivo in quella tragedia, lasciando che il fumo di un'altro tiri tenti quasi di metterci sopra una pezza per qualche istante, un'elisir lenitivo che è il silenzio, a volte necessario in determinati momenti, per assaporare e porre rispetto alle parole l'uno dell'altro < Lieto per te.. Io mi ritengo tutt'ora incapace di sperare.. > non se la sente, è troppo presto, non può concedersi di abbandonare l'odio e quel desiderio di sofferenza, è un'agente del Caos, si è ripromesso di esserlo e di perseguire quella strada nonostante qualsiasi cosa fosse successa, assieme al fu Jinchuuriki, in un modo o nell'altro, pur non avendo previsto una simile disfatta un dirottamente simile, continuando ad andare avanti addossandosi quel dolore e trasformandolo in forza < MI dispiace Sango, ma vedo solo buio nel mio futuro.. > direbbe lui, senza precisare oltre a quanto lei già sà dell'essere dedito al Caos, senza approfondire, finendo giusto per concedersi qualche istante nel quale il fumo della sigaretta andrebbe poi accompagnando le sue ultime parole < .. Ed il problema è che mi piace. > sì, amante del male e della sofferenza in tutte le sue forme, desideroso di vedere l'estetismo dell'oscurità in tutte le sue forme, quella insita nel cuore di ognuno, intramontabile, che ha solo bisogno di esser stimolata ed alimentata dalle giuste mani.
Giocata del 17/06/2020 dalle 20:53 alle 23:50 nella chat "Porto con faro"
Le iridi che si perdono per qualche attimo, gocce che macchiano la propria vista, il mondo stesso che sembra distorcersi sotto il proprio sguardo mostrando mostri, anime viandanti che si perdono nell'oscurità stessa senza trovare la luce, oppure non desiderano altro che perdersi in quelle strade oscure. Lei che sempre ha agognato la luce, lui che desidera l'oscuro, due facce della stessa medaglia con solo quel profondo dolore ad unirli quella sera. Chi non si pente del proprio passato? Di scelte avvenute inconsapevolmente e che ora pesano sul loro animo? Eppure indugiarvi non è salutare, ma per quella notte tutto può esser concesso loro. Un momento, un piccolo sprazzo di serenità ove vomitare tutto quanto fuori , tutto quello che li soffoca . Ne rispetta il dolore, come non potrebbe? Di certo molto più empatica di lui, eppur sa che in quel momento non v'è nessun ricordo del loro incontro a quelle mura esterne, non v'è alcuna rabbia nè risentimento, solo un tacito accordo di due che necessitano poter aver un momento per sentirsi deboli e crogiolarsene. Ne sguazza dentro quella melma, le lame che affondano e che la fanno sentire viva < paura..perdita.. mi chiedo alle volte cosa serve creare dei legami per poi vederli crollare col tempo > un'altra verità che sta imparando, lei che s'è sempre tenuta lontano da tutti per paura di sentirsi così debole, sentimenti che mal riesce a gestire e che la fanno sentire debole anche nel corpo . Ne ascolta quelle parole, specchi rotti che riflettono un immagine simile con mille sfumature diverse e quelle parole sul sogno che la portano a fare finalmente un lievissimo sorriso < sognare..il solo farlo mi da speranza, anche se questo non rimarrà altro che un labile sogno > qualcosa di irraggiungibile, che mantiene la sua purezza e grandezza solo perchè non lo si riesce veramente a toccare. In quel momento, quando entrambi avrebbero infine raggiunto il loro sogno quello si sarebbe sporcato di chissà quanto sangue, quanta fatica che avrebbero messo per poi guardarsi indietro e vedere solo una distruzione da far impallidire la candida luce che esso emana. < dici che sia così? > le iridi che si riportano sul suo viso infine, ne riesce a leggere l'animo solo negli occhi < o sarò io a dover divenire giudice di me stessa ? > domande che non saprà forse mai trovare una risposta degna di esser tale < alla fine sono sicura che la risposta giungerà da se > sospira lievemente godendo di quella melodia di acqua e pioggia, nuvole e tempesta che sopra di loro li accompagna . Assapora la stessa aria che la riporta indietro in anni di sofferenza eppur sempre felice, non dimenticherebbe mai quello che fù, non lo vorrebbe mai veramente < la speranza è l'ultima cosa che ci rimane quando tutto svanisce, resta attaccata a noi come un parassita, seppur quando crediamo di averla persa e vorremmo arrenderci..non lo faremo mai > il volto che si tirà su, lo sguardo oltre quell'ombrello che osservano il cielo cupo < Ren mi starà sicuramente guardando in questo momento > sussurra lievemente, inconsapevole del fatto che Kurona stessa sia parte della pioggia, sia parte di Ame. Due anime che li avrebbero osservati, che sarebbero state reincarnate in quella pioggia per annegarli e donargli nuova vita , a lavar quel mondo della stanchezza e della tristezza < non credo importa ciò che vedi > le palpebre che calano lievemente, lo sguardo che si riporta al suo viso < ma quello che vuoi vedere..> forse è quella la risposta per comprendere cosa il loro cuore voglia veramente, cosa vedono nel momento più buio di tutti. E lei cosa vede? [chakra on] L'incessante scandire di un ritmo forsennato della pioggia continua a fare da sottofondo a quelle due tristi figure che hanno oramai deciso di abbandonarsi l'uno ai dolori dell'altro. È un tentare di metabolizzare perdite avvenute in maniere diverse, in tempi diversi e con circostanze differenti tra di loro ma allo stesso tempo in grado di ritrovarsi alla fine lì, oltre quel varco in comune, una condivisione inaspettata di quella stessa sofferenza che mai avrebbe pensato di riversare nei confronti della Ishiba, cercando a suo modo di fungere come una nera spugna, atona ed eloquente più del solito, perso nella sincerità di quei sentimenti che tutt'ora non può comprendere e che può soltanto odiare, li odia maledettamente per farlo soffrire a quel modo e costringerlo a mostrarsi debole. Ma non è forse la forza che ci possono are i sentimenti, quella più pura e potente di tutte? Non lo sà ancora, non è una domanda alla quale lui stesso possa trovare risposta e mentre il ticchettio delle gocce continua imperterrito sulla nera tela dell'ombrello, le lacrime hanno smesso di rigargli il viso, sia a lui che a lei, mischiandosi alla poggia per camuffarsi, tentando di scampare invano all'attenzione di entrambi, specchi del dolore altrui. E sì, vengon messi di parte i dissapori e le incomprensioni, i differenti punti di vista, era soltanto un discutere il loro e per quanto in futuro potranno probabilmente ancora trovarsi in disaccordo ( ... ) effettivamente questa notte è come andare a fare tabula rasa, a cancellare ogni possibile parola o tono diaspro, concedendogli un'avvicinarsi dettato dalla tragedia e dal desiderio di poter esternare quel dilaniante dolore al petto che li attanaglia, li perseguita in maniera morbosa, alla ricerca di qualcuno che possa comprendere e condividere, sopportare insieme a chi soffre. E non è chi è felice a poter prestare ascolto nella giusta maniera a chi soffre così tanto, no, è chi vien consumato dallo stesso liquame acido che si smuove all'interno del cuore, che trabocca di fiele come se fosse un contenitore colmo fino all'orlo, a poter dire effettivamente di capire chi soffre in quel modo atroce. Dopotutto, perdere chi ci è caro, è forse il distaccarsi più doloroso e triste di sempre. Perdere un'oggetto, la casa, i soldi, tutto impallidisce e diventa relativo quando qualcuno che si dava per scontato sino al giorno prima, all'improvviso vien rapito dalla nera signora e vien portato ad attenderti nell'etere < I legami sono forti tanto quanto è forte il dolore che ne deriva dal reciderli.. > ma farebbe una breve pausa, parla più per partito preso che per altro, ha letto infiniti testi e libri, letture di ogni tipo, ma mai sarebbe come sperimentare sulla propria pelle e... Beh, lui lo ha fatto, è durato poco più di un mese, quel suo amore viscerale, ma ha potuto comprendere l'effettiva profondità del legarsi con qualcun'altro, per poi realizzare il significato della perdita. Una lezione troppo crudele ed impartita troppo in fretta, tanto da romperlo come un vaso d'onice. Prosegue il tono andando a rispondere riguardo al sogno, forse un filo severo ma capace di trasporre quel suo modo di pensare solo guardando in faccia la realtà, logico e metodico < Se lo si desidera intensamente, anche un sogno può diventare realtà, dopotutto.. In questo mondo di Ninja non si smette mai di sorprendersi, giusto? > direbbe con un vago ed amaro ridacchiare che si perde tra le labbra serrate. Esiste la resurrezione impura, esistono i genetisti e qualsiasi altra cosa che possa addirittura riportare indietro i morti, con il dovuto impegno, ma la vera domanda da porsi è: i morti vorrebbero però ritornare in vita e ripresentarsi in questo tristo mondo solo per egoismo dei vivi? Per incapacità dii lasciarli andare? Non sono domande che si pone per più di un singolo istante, non avendo modo di trovare risposta alcuna, scuote lievissimamente la testa a scacciare quello tesso ragionare senza volerla coinvolgere nel suo lugubre modo di pensare, proseguendo in direzione di quella risposta che lei crede giungerà da sè, permettendosi di aggiungere un'appunto personale che forse permetterà a quella risposta di conformarsi in una maniera più precisa e personale < Nessuno ti conosce meglio di te stessa, se qualcuno ha il diritto di giudicarti, quella sei tu Sango. > e di lì in poi volge lo sguardo verso il cielo, sembra che la pioggia e le nubi vadano appena diradandosi, mentre la prima si sta lentamente affievolendo. Lei è fradicia ma lui perlomeno non è così bagnato visto l'utilizzo dell'ombrello, forse andare a bere qualcosa di caldo non sarebbe una brutta idea, dovrebbe cambiarsi lei, ma tutto ciò è probabilmente un trauma insito dentro di lui che lo porta a preoccuparsi in maniera passiva al ricordare di quella semplice influenza che /Lei/ gli disse di avere. Quella roba di poco conto che invece era un mascherare del vero male che gliel'ha strappata dalla realtà. Eiji, in tutto ciò tace rispettosamente avendo il proprio amore e dolore al quale pensare, ci manca solo che si aggiunga solo lui all'argomentazione e seriamente potrebbero passare ore ed ore senza finire quello scambio di battute < Eppure, ubriacarsi di speranza non la vedo una soluzione adeguata.. > ed al risuonar sempre più lento delle gocce che cadono sull'ombrello, continua < Forse un giorno, riprenderò a sperare. > un profondo sospiro, non ha mai voluto considerarsi un qualcuno in preda a sognanti speranze, ma allo stesso tempo ha provato l'amore e parte di quei sentimenti positivi che non comprendeva e che ora disdegna per l dolore che gli hanno causato, seppur il nome da lei pronunciato lo stizzisce, lo porta un'attimo a venir percorso da un brivido rabbioso. Suo fratello, aveva lo stesso nome di Lei, quell'altra Lei, l'ancella che gli ha portato l'infausta notizia. La fonte di quel suo affettuoso odio, un contrapporsi folle. Stringe la mano destra sul manico dell'ombrello, le nocchie sbiancano sotto al guanto nero e poi il cielo sembrerebbe smettere di piangere, tanto che la copertura verrebbe tolta, sollevando al contempo lo sguardo per accertarsi del cessare del fenomeno atmosferico, azzeccato nel contesto ma a lungo andare fastidioso , tralasciando quel nome che lo colpisce dentro, tornando rispettoso verso la figura del fratello più piccolo della Ishiba, oramai scomparso < Già, credo che anche la mia Kurona, mi starà guardando da lassù.. > direbbe tornando con lo sguardo color del sangue verso terra, in un punto indefinito tra le loro due figure, richiudendo l'ombrello con l'ausilio di entrambe le mani, voltandosi appena dando il profilo a lei, onde evitare gocce in più o che altro < Mi chiedo se mai si renderà conto del dolore che mi ha causato.. > mentendo, lasciandolo da solo senza dirgli la verità, egoista. Ma la verità avrebbe fatto più male e queste ultime parole erano un mormorio appena udibile, più rivolto a se stesso che al contesto < Allora credo che mi sforzerò di guardare nel buio, un giorno forse, rivedrò la scintilla di una luce che mi salverà. > e poi vorrebbe portare l'ombrello al suo fianco come fosse un bastone ,a puntare terra, mancina in tasca < Dovresti bere qualcosa di caldo.. > dice semplicemente guardandola, senza voler alludere riguardo alla condizione del vestiario umido tanto da risultar pesante al solo sguardo. Ci sarebbe il bar di Yukio, ma quello è un posto folle, per quanto indubbiamente aiuti a lasciare i problemi fuori dalla porta, quell'atmosfera pazza. Ha ragione, tremendamente ragione. Un dolore è equiparabile solo all'intensità con cui si ha amato quella persona, e per loro che tutto hanno dato ..tutto è stato tolto. Lasciando un grande vuoto dentro il loro corpo , un buco di nulla che forse non si sarebbe mai riempito, sostituito da altri interessi, persone, ma mai l'avrebbero dimenticato veramente. < ho paura che diventi realtà, se lo esaudissi, cosa avrei dopo? > un altro sogno? Un altro obiettivo? Tutta la vita ad inseguire qualcosa di lontano per poi rendersi conto che tutto ciò non basta a lei e alla sua sete, a voler sempre di più, ingorda . < un altro sogno..un altra persona.. egoista mi dice la mia coscienza ma non riuscirei mai ad accontentarmi > come potrebbe mai farlo? Accontentarsi solo di una mera inutile vita posta per qualcun altro prima di se stessa. Vuole esser egoista e forse per questo la propria strada l'ha portata verso Akendo, colui di cui non deve temere la morte, l'uccisione stessa, una credenza che un giorno verrà infranta da quella cosa chiamata morte, e lei sarebbe morta lo stesso giorno di lui, consapevole di non poterne vivere senza. < spero che il tuo cuore possa sperare un giorno > una speranza che riempie quell'aria, rendendola più leggera man mano che la pioggia inizia a diradarsi dai loro visi, l'ombrello stesso che viene spostato lasciandole vedere infine quel cielo rischiararsi. Ciclo della vita, ciclo della natura stessa, colei che tutto dona e tutto toglie, ove loro posson provare solo a giocarvi ma alla fine l'unica a cui renderne conto sarà sempre e solo lei. Abbassa gli occhi nel sentire quel nome, un nome che sentii in passato, Kurona. La conobbe un giorno in quella casa, in quel loco di Yukio stesso, ma non è li per chiedere di più su qualcuno che è morto per non intaccarne la memoria. < spero che si renda conto dell'amore che t'ha donato > un pensiero uguale ed opposto, preferisce attaccarsi a quell'idea per poter vivere con più leggerezza nel cuore, un ricordo dolce che impregna il proprio animo < arriverà quando meno te lo aspetti > e che quella che arrivi sia proprio Ren? Nessuno di loro in quel momento avrebbe mai potuto comprenderlo, come l'altro potrebbe trovare qualcosa in più in colei che gli portò quell'infausta notizia, e lei che avrebbe trovato molto di più nel riduko sennin stesso. Le strade che avrebbero intrapreso, simili ma diverse che avrebbe donato loro una scintilla in più per continuare ad ardere in quell'oscurità che avrebbero abbracciato entrambi. < credo di si.. ti va di accompagnarmi? > un invito gentile, rispettoso anche del suo spazio e del suo dolore < ricordi ancora quando ci conoscemmo Itsuki? > ricorda quella notte ove un semplice ragazzo era riuscito a passare tanti anbu per ritrovarsi in un accampamento sconosciuto, lei stesso lo minacciò di morte per poi dargli un posto dove dormire < ho qualcosa da bere ancora nella tenda, vuoi venire? > una tenda che ha lasciato per metà vuota, inconsciamente quel vuoto che sempre le rimane dentro. Con queste ultime parole andrebbe a muoversi lentamente verso quella direzione, con o senza il Goryo, e solo il silenzio uscirà dalla propria figura mentre la mente avrebbe sfarfallato su verso il cielo, verso scenari che mai avrebbe previsto realmente. Con lei ci sarebbe stato il ragazzo o meno, avrebbe provveduto quella notte ad annegare i suoi pensieri nell'alcool stesso. [end] Eppure, i sogni ci spingono ad andare avanti così come i sentimenti e la speranza di vederli un giorno realizzati. O forse è il desiderio di perseguire qualcosa con tutto se stesso, impegnandosi e dandosi da fare per raggiungere una meta inarrivabile, che rimarrà sempre distante e dislocata dalla realtà, costringendoci a dar sempre di più, illudendosi di poterla raggiungere? È un mistero che solo la vita stessa potrà spiegare ai due Shinobi uniti dal muto pianto dei loro animi, silenzio che si intercorre tra le loro parole. È per prima la paura di far diventare un sogno realtà, a venir espressa da lei e lui annuendo non potrebbe far altro che ritrovarsi allo stesso tempo contrario e d'accordo a quell'affermazione visto che un Ninja senza scopo non ha nulla da perseguire, non ha un punto da dover raggiungere, ma allo stesso tempo in quel realizzarsi dei propri scopi, cosa rimarrebbe se non il vuoto? < Forse, il miglior modo è vivere al labile confine tra realtà e sogno.. > già, potrebbe essere una teoria ma allo stesso tempo in quel teorizzare non andrebbe a crogiolarcisi più di tanto, lascerebbe decadere le parole al vento, concedendosi un breve rispettoso silenzio in quel sentire il proseguo delle parole della Rossa < . . . > tacendo in quel definire un'altro sogno, un'altra persona. Forse, Itsuki, hai già trovato chi possa salvarti ma non hai voluto guardare in fondo a quel pozzo plumbeo nella maniera più corretta, hai deciso di ritirati per non voler annegare di nuovo, per non voler soffrire, nonostante lei sia l'unica altra persona al mondo a poterti comprendere, oltre all'Ishiba in questa notte piovosa che oramai si lascia la pioggia alle spalle, donando nuovamente a Kiri quel suo alone di nebbia perpetua. Dopodichè, lo sguardo volgerebbe verso il cielo, scuro e buio, quasi in un cercare lo sguardo rosso tanto simile al suo che era bello tanto quanto violento in quell'esser tinto di sangue, voler cercare i lineamenti candidi e perfetti e quel sorriso capace di fermargli ogni funzione vitale per qualche lungo istante < Già.. Ed io spero di averla amata come nessuno ha fatto prima di me.. > il tono è rotto e distante e si perde tra le onde del mare che placa quella burrasca andando a ridistendersi in un infrangersi di onde più placide e pacate, permettendo poi alle parole della Special di riportarlo alla realtà, uno scatto del capo in sua direzione per collocare le rubine sul suo viso, appena assottigliate, di nuovo a lasciare che il silenzio vada a sospendere il tempo per lunghi istanti, lì tra di loro, mentre inconsciamente il pensiero volgerebbe proprio verso la di lei dagli occhiali dorati e la chioma di corallo. No, non se lo ammetterà mai, non ancora, anche se l'altro rimasto in silenzio sino ad ora, elargisce quelle sue parole <[ Oh.. E se fosse già arrivata? }> ma è un ridacchiare truculento e malefico il suo che vuole agire come uno sdrammatizzare della situazione, mentre a sua volta il Goryo risponderebbe con un chè di furente e scostante, un solo cenno che riecheggia stizzito in quel loro legame mentale <{ Tsk. }> e poi nulla di più ne nulla di meno, un'ultimo concedersi un'occhiata del panorama che si frappone tra la banchina, la spiaggia più in là ed il mare. Un'annuire in risposta prima delle proprie parole, un sorriso amaro a ricordare quei giorni volati così in fretta, di quando si era trovato con le mani della Ishiba al collo e la cosa di cui lui si stava preoccupando di più era la camicia. Bei tempi. Un lieve e sommesso ridacchiare si perderebbe tra le labbra serrate, sono rare note quelle che esprimono un che di effettivamente divertito, ma quelle pochissime volte, se le concede anche lui, privandole della malizia di fondo che sempre gli attribuisce < Già, è stato un conoscersi relativamente teso, non trovi? Buffo pensare che ora siamo qui così.. > a parlare dei propri dolori, a mettere i propri animi a nudo l'uno dinnanzi a l'altor, giudicandosi a vicenda solo per esprimere un giudizio atto a rafforzare il proprio giudizio personale < D'accordo, per questa note credo potrò concedermi qualcosa di corroborante anche io. > per quanto non abbia preso l'acqua che ha preso lei, non potrebbe fare a meno di accettare quella proposta, si sentirebbe come in difetto e dal suo punto di vista sarebbe disonorevole abbandonare la Rossa dopo una simile serata. Avranno modo di condividere altri ricordi, felici o tristi che siano abbandonandosi al piacere dei liquori che riesce sempre a lavar via tutto, se non per sempre, almeno offuscherebbe il dipinto distopico del dolore insito in ognuno di noi, almeno per qualche ora. { END MRNN }