Riconoscersi
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Giocata di Clan
Giocata del 28/05/2020 dalle 19:23 alle 21:57 nella chat "Montagne delle Serpi"
Terminato il viaggio in locomotiva e raggiunto il villaggio dell'Erba, s'è separato dalla Doku e s'è avviato celermente in direzione del Paese del Suono. Sfruttando carovane di mercanti ed eventualmente la propria semplice agilità è facile raggiungere i luoghi desiderati. Nel lungo intermezzo ,ha avuto modo di terminare ed inviare l'ennesima missiva: questa volta rivolta al capoclan Uchiha, Kioshi. Il motivo per cui ha precedentemente viaggiato a Keimusho non è semplicemente per intrattenimento, ha tenuto sotto controllo la situazione dalla distanza e valutato approssimativamente entrate e uscite generali dalla prigione. Un dato utile per preparare un attacco perfetto, riducendo sotto lo zero la possibilità di fallire. Si sofferma di tanto in tanto in quel suo incessante muoversi , osservando e soffermandosi sulla forma delle cose che più potrebbero passare sotto i radar: da un qualsiasi ruscello ad una quercia forte di decine - se non centinaia - d'anni d'esistenza. L'ombrello in carta di riso rimane tenuto nella mano sinistra e lo protegge dalla pioggia che incessantemente cala, intanto, riflette e si muove. La sua missiva a Kibou dovrebbe ormai essere giunta e se quanto ha scritto è stato abbastanza da suscitare curiosità non è sbagliato assumere che l'Hokage si trovi in questo momento nei pressi del Monte dei Volti. E' scortese farlo attendere, ma se anche fosse necessario deviare la propria traiettoria prima o poi avrà modo d'incontrarlo. "oh." sussulta, ricordandosi di qualcosa di molto importante. La mano libera scivola nella larga manica dell'Haori e afferra una pergamena bianca stretta da nastro nero. Ecco cosa stava dimenticando, la missiva giunta dalla nuova padrona delle Geishe. La seta nera viene tirata e lasciata cadere a terra, ed il messaggio viene finalmente letto. 'Cos'è questo macigno che mi avete lasciato? Sento un fastidio che non conosco. Vorrei alleggerirmene,ma non riesco. Vorrei comprenderlo, ed anche in quello fallisco. Non riesco a venir a cercarla, mio signore. Ma sa' lei spiegarmi, cosa sto sentendo?' Gli occhi si soffermano sulla calligrafia, e l'indice della mancina si ritrova a scivolare istintivamente sui kanji perfettamente allineati che gli son stati presentati da Ren. "Brava ragazza." Soddisfatto, sorride, ripassando quanto è stato scritto per poi tornare a muoversi. In quella missiva è perfettamente riassunto uno dei grandi elementi cardini dell'organizzazione Crepuscolo; no, non qualcosa di scritto- Ma i modi. Kurona, evidentemente, l'ha danneggiata. Quei ricordi sono un peso immenso per una mente non preparata, così come dev'esserlo ogni cosa che adesso potrà vedere in nuova luce. E nonostante si trovasse sommersa da queste grandi difficoltà, ha comunque preso il tempo necessario a scrivere elegantemente la missiva. Più che abitudine. Non c'è tremolio nè sbavature. { chakra on } { fuuda, ombrello etc} Prosegue con la spiegazione di quelle sue ultime parole. Un pensiero riflessivo dato un po' a sè stesso ed in parte al Sei code, un'occasione come tante altre di rivelare la propria natura. "La bellezza è più importante della sofferenza." Sussurra l'Insonne, annuendo appena col capo e guardandosi attorno, alla ricerca di qualcosa. Quanto ha appena pronunciato è uno dei suoi ideali più profondi ed è bello sapere che in una forma o nell'altra v'è risonanza con quell'entità appena incontrata. Gli è naturale però arricciare il naso, sapendo che lei non 'può venir a cercarla'; è una constatazione che trova molto presuntuosa considerando lo status di oggetto che ha deciso d'accettare. Ma non importa, non se la prenderà per così poco. "..." Finalmente, intravede ciò che cercava: una grossa insenatura rocciosa coincidente con quella usata durante uno dei suoi primi dialoghi con la Lumaca. Un luogo solitario e pacifico, nel quale potersi tranquillamente soffermare per pulire i sandali ninja e contemporaneamente raccogliere le nuove idee. "La aiuterai a comprendersi?" Dal nulla, giunge la curiosa domanda del Sei code, che ha assistito in silenzio alla richiesta della precedente 'serva' di Hanabutsuji. Rimane appena sorpreso Nemurimasen, tanto dal fermarsi e mettersi la mano sinistra alla base del collo, dove è presente il cerchio nero che lo caratterizza come jinchuuriki di Saiken. Muove qualche passo e raggiunge una roccia precedentemente puntata, sedendosi al di sopra e facendo cadere al terreno i sandali. Si mette comodo e riflette per qualche secondo, prima di rispondere. "Il lutto è un processo individuale." La completa e profonda contemplazione della vita e della morte, il comprenderle tramite grandi analisi il significato. Potrebbe essere meglio per la figura della Seimei far finta che la missiva non sia mai giunta, un'amara bugia che la lascerà persa e disorientata nei suoi pensieri. Pensando alla sola efficienza, questa sarebbe certamente la mossa corretta da fare, e sarebbe inoltre ciò che lui avrebbe fatto, eppure.. "Non puoi trattare tutti come tratteresti te stesso." Quelle parole son disarmanti per l'Insonne, tanto dal portarlo al dilatarsi appena percettibile delle pupille e all'aggrottarsi della fronte. Trattare tutti come tratterebbe sè stesso? E' quello che fa? Forse non completamente, ma in questo caso, sta effettivamente imponendo la propria ideologia sul corso della vita di Ren, shinobi che ora più che mai ha bisogno di una guida. Esser persi e vagare nell'oscurità non sempre si conclude nel diventare ascetici. { chakra on } Le gambe vengono sollevate e portate vicino al petto, per poi essere incrociate per metterlo quanto più comodamente possibile sopra la roccia. L'ombrello viene abbassato e lasciato cadere poco gentilmente a terra, e la missiva inviata dalla Seimei viene finalmente presa con entrambe le mani e posta di fronte agli occhi. Rianalizza ogni parola e pondera contemporaneamente quanto gli è stato detto dal Sei code. Potrebbe anche scriverle, in effetti. Spingersi oltre quel che normalmente farebbe e allungare una mano verso un altro essere umano. Forse è questo ciò che gli serve per poter davvero apprezzare le parole pronunciate dal Rokubi, comprendere il profondo significato che si cela dietro le parole 'La vita è vita'. Comprendere a pieno e riflettere sulla possibilità che ogni elemento del creato non possa essere qualificato dalla quantità di chakra posseduta. Gli è naturale rispettare il forte; ma perché rispettare un debole? Perché dovrebbe effettivamente fare un cenno rispettoso a qualsiasi entità troppo fragile per poter sopportare anche soltanto un proprio - attualmente - debole genjutsu? Gli occhi scivolano istintivamente su un fiore che s'affaccia all'esterno della cavern: un sigillo di Salomone. Dopotutto, anche un elemento simile è vivo. Perché dunque si cura di camminare negli sterrati e di calpestare il meno possibile queste specie? E' lampante la risposta, che rivela semplicemente uno dei valori che ha sempre messo su un piedistallo: la bellezza. Un fiore è bello, nella fioritura e nello sfiorire. Schiacciarlo sarebbe terribilmente malvagio ed ingiustificato. E' una forma di crudeltà fine a sè stessa. "La vita è vita." Ripete quelle parole, quasi come si trattasse d'un mantra che adesso straripa in ogni suo senso. Odora la vita e respira la vita. Vede e osserva la vita. E' libero di schiacciare il fiore e non sarebbe neanche sbagliato, perché naturalmente possibile; ma non lo fa perché intravede un valore speciale. Eppure, non c'è chakra ma bensì energia naturale in quell'entità. Quante cose meritano d'essere valutate? Inspira quell'umida caverna, quel sentore terroso che caratterizza le prime mattine. Le pupille si dilatano e riscopre in qualche modo il valore della sola bellezza. Ai propri occhi è più suggestiva un'immagine che la distruzione derivata da un grande potere. In effetti, non valuta le cose semplicemente dal loro potere distruttivo. Anzi, la distruzione in eccesso diventa per lui qualcosa da estirpare. Se qualcuno avesse il potere di schiacciare il Sigillo di Salomone e lo facesse, lo fisserebbe poco differentemente da come osserverebbe della spazzatura. { Chakra on } { fuuda etc etc } Un esteta. Forse il più grande di tutte le terre ninja. Il proprio animo viene suggestionato dalla sola comprensione di esser profondamente sensibile alla bellezza e all'arte che possono provenire da qualcosa di artificiale o naturale. Fino ad ora aveva capito il *come*, ma non propriamente il *perchè* si sentisse un tutt'uno col mondo. Perché egli stesso, ha cercato un corpo puro al fine d'esser sublime, letteralmente 'altissimo', più elevato di ogni cosa. Un immortale col potere d'un demone è in qualche modo elevato a forza della Natura, ma questo non è che un requisito minimo per sentirsi in qualche modo una parte di tutto e tutto allo stesso tempo. Questa sua ricerca è contemporaneamente estetica e filosofica. Ed è perfettamente ovvio che ora come non mai s'apra alla mutevolezza. Come potrebbe mai coordinare il Crepuscolo senza donar a questo degli ideali NON dogmatici capaci d'essere incontrastabili? Non può essere dogmatico. Il dogma appartiene a chi porta con sè una verità assoluta. Non esiste discussione con un dogmatico, esiste soltanto il conflitto. Il Dogma è collegabile a tutto ciò che può esser definito in qualche modo aspro ed acerbo. Se non sei disposto a cambiare sei costretto a spezzarti. E se è scopo di qualcuno non esser mutevole ad ogni cosa è allora giusto che avvenga un lungo percorso d'introspezione e ricerca del vero Io, motivo per il quale è qua, presso le Montagne delle Serpi, in un certo senso in reclusione. "Insonne" Rokubi crea un lungo spazio di silenzio, quasi come volesse esordire con un frammento fondamentale. Il loro rapporto è definitivamente salito di livello; e questo lo deve soltanto all'adattabilità, alla propria capacità di non rilegarsi ad un dogma per mutare. Da quando il Sei code è stato sigillato in lui s'è avviato un percorso di introspezione immenso, che può essere riassunto nell'umanizzazione e razionalizzazione del sè. "Chissà che io possa donarti quel legame.." Inizia a pronunciare parole già ben note. Parole che son state pronunciate mentre quel figuro era in procinto a perdere i sensi e a tutti gli effetti morire. Parole che vengono interrotte ed in realtà portate avanti dalla stessa figura di Nemurimasen. "..che serve al tuo cuore per essere più umano." Lentamente chiude gli occhi, ritrovandosi a sorridere per istinto alla realizzazione che spiritualmente non ha mai avuto l'occasione di splendere tanto. Eppure, nonostante riconosca alla compagna di esser riuscita ad evolvere i suoi pensieri, non può essere negato come il contrario sia avvenuto. I suoi desideri erano ritenuti oscuri, ma forse è corretto dire che adesso più che mai appaiono straripanti di significato. Lui, nella ricerca di realizzazione, le sta mostrando il mondo. { chakra on } { fuuda etc etc} La realtà. Ed assieme la stanno analizzando con gli occhi di chi è stato a lungo isolato. Lui, dentro la scatola di una coscienza. Il Demone a lungo dentro un'urna, da lunghe generazioni in qualche modo ristretta a scelte incondizionate. Non è stata una semplice casualità il trovarsi, è stato un desiderio reciproco. "Con la bijuu dama ho compreso la necessità di trovare diversi mezzi di scontro." Pronuncia queste parole ed intanto riversa la propria mente su ricordi antichi e recenti. Ha incontrato parecchi evocatori lungo il proprio percorso, forse il primo di loro è stato un antico compagno...Kurako Senjuu. La sua fame è stata anche la causa della sua caduta. Non ha mai davvero conciliato sè stesso con nulla ed alla fine ha accettato di dover andare incontro al grande scontro con Kokketsu Yukio, anch'egli evocatore. Kimi è stata forse la prima figura a poter vedere conciliata con la natura, con quelle farfalle in cui ancora fatica a riconoscere alcun valore. "Hai capito il peso derivante dal poter essere carnefice." Le parole del Rokubi riassumono con efficacia quanto è accaduto dopo aver effettuato la caccia che lo ha condotto ad una mietitura d'anime notevole. L'Immortale annuisce, e contemporaneamente inspira e gonfia enormemente la cassa toracica. Gli occhi si chiudono lentamente mentre una mano simbolica viene allungata in direzione del sigillo del Rokubi con lo scopo d'afferrarne con gentilezza rinnovata l'essenza. Un flusso di chakra ancora violento e duro al controllo che gli attornia la pelle e la brucia, seppur la naturale rigenerazione la rinnovi costantemente. La possessione a due code, che al suo apparire copre quanto basta il corpo dal celare il momento di metamorfosi che porta l'anima a rivelarsi nella sua forma più naturale. Più alto, più simile a ciò che è davvero, con un paio d'occhiali che istintivamente e sistematicamente vengono spinti contro il naso. Si proietta nella sua stessa coscienza rimanendo in questo stato, ed in un'illusione coscienziosa ripercorre frammenti dei propri ricordi, assieme al Sei code. Assieme camminano sul tetto della magione Uchiha, anzi, è più corretto che levitano appena all'infuori di essa, osservando da esterni lo scontro avvenuto tra Katsumi e L'Insonne contro Arima Uchiha. Assiste alla scena di evocazione di Edo, Oda ed Ade, un serpente gigante a tre teste. Ripassa i sigilli effettuati da Arima in quel processo, ma non ci si sofferma realmente. Riascolta le loro parole. Accennano al non essere stati evocati da anni. A Manda, l'infame evocazione appartenuta ad Orochimaru e al defunto Sasuke Uchiha. "Di natura superba." Commenta Rokubi, con la sua voce che s'espande nella scena come un eco che non distrae in alcun modo quel 'replay'. Desta però l'attenzione dell'Insonne. "Anche Maestosi. Ero molto concentrato su Arima; ma erano divertenti da ascoltare." Commenta riferendosi al momento in cui hanno chiesto ad Arima 'dove diavolo ci hai portati'. E' un vantaggio l'esser già stato conosciuto da uno dei vertici del gruppo. { Chakra on } { possessione a due code on } Il ricordo analizzato da entrambi va sfumando improvvisamente nel momento in cui l'Immortale nel suo vecchio corpo ha fatto perdere i sensi all'evocazione. Non è più importante quel che succede dopo per i propri fini. Per un momento si trova in uno spazio vuoto proiettato dalla coscienza, una scatola che aspetta d'essere riempita di qualche nuovo ricordo da analizzare. La scelta è...incredibilmente vasta. Infinitamente, forse. Ma restringendo il campo di ricerca a quanto gli interessa ha qualche ricordo da analizzare. Oto, una quantità d'anni passati indefinita. All'Alba della guerra civile dei serpenti sbucarono dal nulla ed iniziarono ad attaccare il Lago Nero; è lì che salvò in un che di impetuoso Kimi. Ed è quell'evento che ha causato il loro vero riconciliarsi. Le serpi son sbucate da ogni dove, uscendo dalla foresta e dai pressi del lago. Inoltre, sono state una costante quasi per tutta la situazione della guerra civile. Si proietta persino al covo del clan Yakushi, che attaccò in compagnia di Kurako per eliminare delle forze ribelli a Kunimitsu. Sfruttò l'occasione per ricercare qualche informazione sulle evocazioni ed era a malapena un Chunin. I risultati furono triviali, ma in ogni caso qualsiasi piccolo frammento d'informazione potrebbe alla fine diventare utile per il futuro. Probabilmente la Kokukage ha altre importanti informazioni e indubbiamente un collegamento, se non ai serpenti giganti..a quelli bianchi. Ma non è in alcun modo nei suoi interessi ripresentarsi a lei se non con lo scopo di rovesciarne completamente il ruolo nella società shinobi. La scena potrebbe mutare ad alcuni dei lunghissimi ricordi del passato di Akendo Seiun. Usa ogni risorsa e alla fine si sofferma sul recente ricordo del proprio studio dell'anagrafe del villaggio dell'Erba. Ha avuto accesso alle informazioni di ogni shinobi e le ha usate per ricercare il corpo attualmente usato, nel processo dovrebbe aver trovato informazioni persino su Arima - considerando che è stato un ninja di Kusa come tutto il clan. Una serie di extra e proprie esperienze che infine gli possono dare una certa consapevolezza. "Indubbiamente devo stare ad Oto." pronuncia, riaprendo gli occhi nella realtà e saltando dalla roccia su cui era seduto per affacciarvi sul Lago nero a svariate centinaia di metri sotto la propria posizione - che ricordo essere una delle tante insenature nella montagna delle Serpi. "Devo mandare una missiva a Kimi..." Indubbiamente per aggiornarla, e contemporaneamente, fissando la missiva della Seimei. "Anche a Ren." E' la propria strada verso la vera saggezza. { chakra on } { end}