Giocate Registrate

Giocate Disponibili
Calendario
Trame
Giocate Registrate

Uno sguardo, mille parole..

Free

0
0
con Hanabi, Ichirou

22:07 Ichirou:
 Un altro giorno si presenta allo Hyuga, che dopo esser passato al lato oscuro della propria vita, decide di complicarsi ulteriormente la vita andando a camminare nel bel mezzo della Foresta di Mangrovie, il luogo più difficile sulla quale camminare, soprattutto se bendati, infatti per chi ci vedesse bene, potrebbe notare quel povero ragazzo mentre cammina a tentoni in mezzo a quelle stesse radici gigantesche, inciampandovi qualche volta arrabbiandosi anche con se stesso <Che idee che hai Ichirou..la prossima volta magari tagliati i piedi..> si rimprovererebbe di tutto tono, andando a prendersela con il suo stesso cervello, che ultimamente gli sta dando solo pessimi consigli. I suoi occhi sono completamente coperti da quelle cinture in pelle nera, mentre il vento sposta leggermente quel manto platinato che si trova sulla sua testa, quei capelli tinti di bianco con qualche fogliolina incastrata in mezzo ad essi. Siccome il luogo è quello che è, lo Hyuga decide di entrare in possesso del proprio flusso di Chakra, portando la mano destra in posizione davanti al petto ed andando a formare il sigillo della Capra. A questo punto il ragazzo proverebbe ad attivare il proprio flusso di Chakra. Nella sua testa, la solita stanza buia andrebbe a crearsi, all'interno della quale si andrebbero successivamente a formare due piccole sfere di colori diversi. La prima sfera, di una colorazione bluastra, si andrebbe a formare all'altezza della sua fronte e, quasi in contemporanea, tutto intorno ad essa, dei piccolissimi aghi del medesimo colore, prenderebbero posizione, come degli squali intorno ad una balena ferita, andando quindi successivamente ad attaccare quella povera sfera come per nutrirsi di essa, tuttavia, è l'esatto opposto, in quanto la suddetta venendo attaccata per modo di dire, comincia ad ingrandirsi andando a rappresentare l'energia psichica dello Hyuga. La seconda sfera, di un bel colorito scarlatto, si formerebbe all'altezza dell'ombelico del giovane ma a differenza della prima, questa ha un effetto vampiro, infatti assorbe il proprio nutrimento direttamente dai muscoli del ragazzo, raggiungendo la stessa grandezza della prima, in maniera tale da formare l'energia fisica del giovane. A questo punto, lo Hyuga tenterebbe di farle collidere tra loro, unendole e creando quel flusso di Chakra che comincerebbe a scorrere lungo tutti i punti di fuga del ragazzo, che con molta calma andrebbe a riportare la mano destra lungo il fianco gemello. Se il rito fosse stato portato a termine a dovere, lo Hyuga ora sentirebbe tutta la sua energia fluire nel suo corpo, sentendosi più vivo ed in contatto con il circondario, cosa che purtroppo non gli fa evitare rami e radici per ora. [Tentativo attivazione Chakra]

22:29 Hanabi:
  [Radici] Perché lo abbia fatto? Probabilmente se lo sta chiedendo anche lei. Forse aveva bisogno di allontanarsi da quella bolgia infernale di tende e sguardi indiscreti, divenuti insopportabili da quando Kioshi l’ha implicitamente costretta a fare un discorso davanti a tutto il Clan, con tantissimi cari saluti alle sue intenzioni mantenere l’anonimato. Forse, semplicemente, dopo dodici anni di solitudine non è più abituata ad avere contatti umani prolungati. O forse, come al solito, è stata presa dall’ennesimo attacco di impulsività e ha deciso di esplorare quelle terre per lei nuove. In qualsiasi caso, non sembra essere stata una buona idea. Un terreno uscito direttamente dagli scritti sugli inferi, fatto di terreni paludosi, insetti e nodose radici a rendere ostico persino il muoversi. L’espressione sul viso della Pura, ve la lascio immaginare; se già in quei lineamenti gemelli a Sasuke solitamente non v’è altra emozione che una fredda superbia tinta d’un involontario disprezzo, oggi vi è il più totale e snervato disappunto. Il nasino arricciato in una palese stizza, le labbra femminili appena schiuse a lasciar intravedere dei dentini serrati in un accennato ringhio, gli occhi dal taglio sottile, ornati da folte ciglia, assottigliati nel più assoluto fastidio. Si muove piuttosto agilmente, nonostante tutto. Le gambe che in fluidi movimenti la porterebbero a balzare di radice in radice in eleganti spostamenti, la stessa innaturale eleganza che apparteneva a suo Fratello. Le mani a poggiarsi su qualche tronco di tanto in tanto per mantenere una stabilità momentanea, dando allo sguardo grigio la possibilità di analizzare al meglio quello schifo di situazione al fine di muoversi senza troppe complicazioni. Indosso, il consueto mantello da viaggio è stato sostituito prontamente – e non per sua scelta – da un haori nero riportante il ventaglio uchiha al centro delle scapole in una pregiata decorazione. Haori che non avrebbe le maniche infilate, pensi solamente poggiato sulle spalle a mo’ di mantello cosi che queste ultime svolazzino sui fianchi della Uchiha ad ogni spostamento. Al di sotto una semplice maglietta nera con scollo a V riempito da una trama in rete aderisce al fisico snello ed allenato, ormai fiorito nelle sue forme. Infine dei pantaloni ninja, interrotti da porta kunai e shuriken su entrambe le cosce, sono infilati nei consueti calzari ninja < Che posto del cazzo- > le dita sottili ad intrecciarsi nervosamente i capelli corvini, smuovendoli in quelle ciocche scalate e irregolari che come di consueto le tagliano il musino fatta eccezione per una piccola e corta coda bassa alla base della nuca che raccoglierebbe solo le ciocche più lunghe. Ancora non si avvede di Ichirou, per quanto il fato vorrebbe che il cammino prossimo della Pura incontri proprio quello dello Hyuga non appena gli ultimi alberi lasceranno libero il campo visivo. {Chakra ON}

22:51 Ichirou:
 Recuperando qualche passo perso in mezzo a quelle radici, lo Hyuga cerca per bene di capire in che zona si trovi dell'Isola, anche se un'idea già se l'è fatta con tutti i grovigli di legno e flora che ha già incontrato, infatti il suo volto, anche se parzialmente, assumerebbe una piccola smorfia di disprezzo, sia verso quel luogo che verso se stesso. Data la sua cecità, i suoi sensi nuovamente vengono amplificati, il suo olfatto riesce a percepire gli odori della flora che lo circonda, le fronde umide degli alberi e soprattutto l'odore del legno bagnato dall'umidità che da quella stessa nebbia, il suo udito riesce ora a percepire il rumore del vento, che si sposta tra le foglie e che smuove i suoi nivei capelli e soprattutto i suoi vestiti. Questa sera infatti, data la temperatura umida ed elevata, indossa una casacca nera con colletto alto, che va a coprire il proprio coprifronte legato intorno al collo e coprendo una parte del proprio mento, priva di maniche in modo da avere le braccia libere, andando a mettere in mostra parte di quella sua muscolatura definita dai vari allenamenti sostenuti nel tempo. Alle mani vi sono i guanti ninja, rinforzati sui dorsali dalle solite placche metalliche. Le sue leve inferiori vengono fasciate da un paio di pantaloni larghi e comodi, anch'essi neri, che nascondono le fasciature bianche che trattengono gli schinieri a protezione degli stinchi. Ai piedi i soliti sandali ninja, mentre sul fianco destro, la solita tasca porta oggetti. Il suo udito percepisce immediatamente la voce femminile di qualcuno, che apparentemente si sta lamentando del luogo in cui si trova, le sue mani a questo punto, rapide, arriverebbero a posizionarsi davanti al petto, a formare il sigillo della Tigre, in questo modo, lo Hyuga tenterebbe di attivare la propria innata, infatti comincerebbe a far fluire il proprio flusso di Chakra verso l'alto, in direzione delle proprie orbite, andando a fare una leggera pressione proprio dietro i bulbi oculari del ragazzo, che così facendo, andrebbe ad ingrossare le vene intorno ad essi, ma date le cinture, non sarebbero visibili a nessuno. Se ciò fosse andato a buon fine, il ragazzo non direbbe nulla, nemmeno il nome della propria innata come solito fare, in questo modo potrebbe tranquillamente andare a notare dove la donna sia diretta, notando che effettivamente si stia dirigendo verso la di lui posizione, quindi a questo punto andrebbe a render nota la sua presenza <C'è qualcuno..?> la sua è una domanda retorica ovviamente, ma solo per lui, dato che la vede perfettamente mentre salta da una radice all'altra. Le sue mani, prontamente e rapidamente, sciolgono il sigillo, mentre la destra si farebbe strada in mezzo ai suoi capelli, tirandoli indietro e togliendosi qualche fogliolina da essi, attendendo che ella si palesi di fronte a lui. [Chakra on: 19/20][Tentativo attivazione Byakugan liv. I]

23:08 Hanabi:
  [Radici] “E’ tutta colpa di Ekazu” figuriamoci se darà mai la colpa a se stessa “Chiaramente colpa di Ekazu” una nuova radice a venir saltata, l’haori a frusciarle elegantemente sulle spalle. Del resto tutto è iniziato perché non riusciva a trovare il suo migliore amico per l’accampamento. Che poi sia finita in quel posto maledetto dagli Dei di totale testa sua, è un dettaglio che ovviamente andremo a tralasciare. Un salto, un altro, le ciocche corvine a solleticarle quei lineamenti tanto androgeni quando condannati allo stesso oscuro fascino che apparteneva al fu Kokukage, quando ecco che una voce improvvisa anticipa di un istante l’apparizione di una figura nel proprio campo visivo < ! > un sobbalzo interiore del tutto celato dietro quell’espressione altezzosa vagamente interdetta, i movimenti che si arrestano di colpo con un soffice movimento dell’haori. Le labbra appena schiuse gli occhi sottili che subito andrebbero a studiare l’altrui figura; non lo aveva percepito. MALE. Distratta. La fronte ad aggrottarsi impercettibilmente in quell’auto cazziarsi. Lo sguardo soppeserebbe ogni dettaglio prima di rispondere: i suoi capelli bianchi, le bende sugli occhi. Il vestiario scuro, la muscolatura allenata. Il viso si solleva leggermente, le ciocche corvine a tagliarle il viso < Non mi sembri nel posto adatto alle tue condizioni > sentenzia con un leggero distacco, il solito tono basso e vellutato, femminile seppur ben lontano dalle consuete vocine squillanti. Uno, due, altri secondi ad osservarlo; non ha la benchè minima idea dell’innata del genin < .. che ci fai qua? > una domanda che di interrogativo avrebbe poco, il volto che verrebbe inclinato leggermente verso destra, studiandolo. {Chakra ON}

23:33 Ichirou:
 La presenza della donna si palesa ora dinnanzi a lui, i suoi occhi cominciano a studiare il Chakra della stessa, di quella sconosciuta, che ora viene guardata attentamente dallo stesso Hyuga, i suoi occhi non si fissano più sui punti di fuga della sconosciuta, lentamente infatti la sua figura prenderebbe colore, i suoi capelli corvini, lo sguardo sottile e tagliente, un viso assolutamente riconosciuto dal ragazza, tuttavia non vuole avere nulla a che fare con tale somiglianza, è ovvio che non si tratti di quella persona, anche perché, in teoria, quest'ultimo dovrebbe essere morto da un bel po' di anni, forse anche prima che lui nascesse. Ora che il suo sguardo si è concesso un alleggerimento delle proprie potenzialità, ed aver studiato i suoi lineamenti, un lieve sorriso verrebbe posto sul suo stesso viso, che nonostante quella piccola smorfia, rimane impassibile al suo arrivo, andando lentamente a rilasciare la sua calda voce <Perché, dov'è che mi trovo..?> andrebbe a chiedere a quella stessa donna che pone quell'argomento <Anche se penso di averne una certa idea, date le..cose che mi hanno fatto inciampare fino ad adesso..> la mano destra si porrebbe ora dietro la sua stessa nuca in segno di un minimo accenno di imbarazzo verso la nuova conoscenza. La domanda arriva rapida alle sue orecchie, una domanda più che lecita data la sua cecità, apparente almeno, quindi con tutta calma andrebbe a distendere le mani, ponendole una domanda di risposta <Potresti darmi una mano..? Vorrei sedermi..> andrebbe a fare un paio di passi in sua direzione, passi incerti, deve comunque mantenere la sua parte, mentre le sue leve superiori andrebbero a muoversi nell'aere completamente a caso <Penso di essermi solo prolungato in una passeggiata all'interno delle tenebre..non è molto saggio lo so...> un'affermazione un po' stupida anche per lui. Nel caso in cui gli fosse concessa una mano da parte della di lei persona, lo Hyuga andrebbe a chiederle <Lei invece che ci fa da queste parti..?> le da del lei? Sì, è eccessivamente educato e soprattutto formale con chi non conosce, nonostante l'esordio della sua apatia <Mi chiamo Ichirou comunque..mi scuso per il disturbo che potrebbe arrecare la mia situazione..> andrebbe a dire in sua direzione, il tono è pacato e gentile, forse un po' troppo, vedremo come reagirà. [Chakra on: 18/20][Byakugan liv. I]

00:07 Hanabi:
  [Radici] Ci casca? Si, ci casca. Con tutte le scarpe. Al di la del fatto che non aveva ancora avuto modo di studiare l’innata Hyuga tantomeno di confrontarcisi e scoprirne le potenzialità, una persona bendata, per una mente spudoratamente orgogliosa e saccente come quella di Hanabi, è semplicemente una persona bendata. E se non esterna immediatamente un potenziale pericolo non merita la propria prudenza – poi ci si chiede perché abbia preso più botte lei che i sacchi da allenamento ai laboratori -. Non ha la più pallida idea di come lo Hyuga, sotto quelle bende, possa potenzialmente vederla anche meglio di come si vedrebbe lei. Non ha idea del di lui potenziale. Di conseguenza, superati quei primi secondi di sorpresa per la di lui apparizione, andrebbe immediatamente a rilassarsi. Mantiene lo sguardo fiero su di lui, gli occhietti sottili a scrutarlo. “Perché, dove mi trovo?” le sopracciglia si sollevano appena, lievemente scettiche per l’assurdità di quella situazione per quanto il volto altezzoso mai si sbilancia nelle espressioni < Foresta delle Mangrovie > andrebbe a rispondere alla sua domanda sbrigativamente <un posto di merda, con alberi di merda, insetti di merda, e radici di merda> il solito fiorellino Hanabi, educata come ti hanno sempre imposto nel Clan. Prega solo che quel Genin non sia di Kiri – come se le cambiasse effettivamente qualcosa - < … non stento a crederlo > un lieve cinismo al di lui racconto sulle “cose” che lo hanno fatto inciampare. Ma ecco che egli le chiederebbe aiuto; lo avrebbe fatto da sola? Probabilmente. In fondo, molto infondo, Hanabi non è cattiva. Ma con quella richiesta lo Hyuga le ha risparmiato una parte che avrebbe volentieri fatto a meno di mostrare < mh- > un mugolio di assenso, dunque con un balzo fluido ed elegante andrebbe a tentare di raggiungere l’altezza di Ichirou, alla di lui sinistra. Un lieve “ciaf” dei calzari ad impattare sul terreno paludoso, le gambe che fluide vanno a distendersi dopo aver attutito l’impatto. Dunque, qualora egli glielo permettesse, tenterebbe di distendere il braccio destro parallelamente al terreno e dunque ripiegarlo cosi da porgere il gomito e avambraccio al Genin in una sorta di maniglia a cui appigliarsi, esattamente dinnanzi alle sue mani protese cosi che possa trovarlo con facilità < reggiti > un ordine? Sembrerebbe, da quel tono autoritario e glaciale che la contraddistingue. Eppure qua dalle quinte sappiamo bene che in fondo non è altro che un assicurarsi che l’altro effettivamente non si accoppi. Qualora egli si aggrappasse al proprio braccio, tenterebbe dunque di condurlo lungo quel labirinto di radici tentando di fargli evitare il peggio. Il passo risulterà rallentato rispetto al suo consueto andamento, quasi un’implicita clemenza celata dietro quell’involontario e costante disprezzo < Passeggiata? > ripeterebbe le di lui parole, gli occhietti grigi che cercherebbero una radice abbastanza grande da poter sostenere lo Hyuga a sedersi. Uno schiocco della lingua di dissenso < Anche soltanto spostarti da solo in queste condizioni è un’enorme stronzata > commenta, continuando a guidarlo. Lui le da del “lei”, e lei non ci fa troppo caso. Del resto è abituata alle insopportabili moine e celebrazioni all’interno del Clan < Io- > esita, le iridi ad individuare una radice idonea allo Hyuga < volevo studiare il territorio > che enorme cazzata. Tu, che ti lanci in battaglia senza il minimo piano, che studi il territorio. Ammetti piuttosto che hai fatto una scelta sbagliata – MAI < Hanabi Uchiha > risponde a quella presentazione con nome e cognome, solenne in quel marcare le proprie origini. Cosa è cambiato Hanabi? Un tempo ripudiavi le tue origini. Lo sguardo si abbassa un secondo, un veloce battito di ciglia. Non è il momento di rifletterci < Puoi sedere qua > sentenzia, tentando con una cautela inusuale per la pura di indirizzare i movimenti di Ichirou affinche possa sedersi senza eventuali incidenti, le mani pronte a sostenerlo < Piuttosto > continua, il visino che assorto seguirebbe i di lui movimenti < Come ti sei ridotto cosi? > un minimo di tatto Hanabi, che magari ci è nato? Figuriamoci. {Chakra ON}

00:42 Ichirou:
 Mentre lei staziona di fronte a lui, quest'ultimo arriverebbe ad accennare un minimo sorrisetto, quasi contento di aver incontrato qualcuno, non gli importa che il suo carattere sia così rigido, ne che il suo sguardo sia così tagliente, gli importa solo che in quella sua oscurità, in quella totale tenebra che lo accompagna, abbia trovato qualcuno con la quale passare del tempo, già ultimamente la sua mente non è molto in regola, soprattutto per la sua insonnia, che ancora non lo abbandona nonostante il buio costante che lo accompagna inesorabile. La di lei risposta arriva celere, quasi come se l'avesse seccata quella stessa domanda, ma il suo commento è qualcosa di impagabile per lo Hyuga stesso, che andrebbe a lasciar correre fuori dalle sue labbra una piccola risata, che viene accompagnata da una semplice frase <Mi piace la tua visuale del mondo..> quel piccolo sorriso permane sul suo calmo volto pallido. Quando la donna gli intima di appoggiarsi a lei, la sua mano destra impatta delicatamente sul suo gomito, non stringe affatto, il suo tocco rimane leggero sul suo braccio, lasciandosi accompagnare, notando però quella sua nota di disprezzo nella voce, che va immediatamente a criticare il suo operato e le sue decisioni, comprensibile, quindi leggermente imbarazzato, andrebbe a risponderle con calma <Capisco perfettamente il suo diniego..> andrebbe ad affermare verso il di lei volto <Però la mia situazione è un po' particolare..> ammetterebbe, lasciandosi guidare verso quella stessa radice che i suoi occhi vanno a notare con estrema facilità. La sua innata, a questo punto, non gli serve più, quindi senza l'ausilio delle mani, andrebbe lentamente a far ritornare il proprio Chakra nell'intero corpo, il flusso ricomincerebbe a scorrere lungo tutto il suo corpo, non solo sui suoi stessi occhi, la pressione viene rilasciata e le vene si sgonfierebbero senza dar alcun segno del suddetto rigonfiamento, e mentre le parole altrui si fanno strada nel suo udito, persino il suo stesso nome, completo e pieno della sua pesantezza, una Uchiha, la seconda che conosce <E' un vero piacere fare la tua conoscenza..ti ringrazio per l'aiuto..è un problema se ti do del tu..?> la sua voce rimane melliflua nel suo dire, mentre posa il suo sedere su quella stessa radice trovata da lei <Ti prego, siedi con me..> una semplice richiesta le verrebbe fatta dallo Hyuga, che tenterebbe di fare spazio su quella seduta. I suoi dubbi prendono il sopravvento, infatti quella sua domanda arriva quasi subito, ma in fondo gli sembra una brava persona per ora, l'ha aiutato a sedersi in fin dei conti, senza esitazioni, quindi decide di darle una spiegazione reale <Questa..è un sorta di punizione auto indotta..> ammetterebbe alla volta della Uchiha stessa <Mi sono accecato per poter domare l'oscurità che risiede dentro di me..ho privato i miei occhi della vista per poter accrescere le mie più profonde conoscenze ed il mio potere soprattutto..> il tono dello Hyuga diventa un po' cupo a questo punto, ma il suo volto non perde assolutamente quel piccolo sorriso, rimanendo in silenzio poco dopo la sua stessa risposta. [Chakra on]

01:17 Hanabi:
  [Radici] Il tocco di lui è delicato, lo percepisce. Alcuna forza nella di lui presa, quasi lo specchio dei suoi modi cosi apparentemente gentili e formali. La stranisce? .. No. Soltanto un naturale rilassarsi dinnanzi ad una palese - o apparente? - altrui innocenza. Alcun timore in lei, alcun senso di allerta; probabilmente se Ichirou avesse intenzioni diverse a quest’ora potrebbe tranquillamente rischiarsi un genjutsu in faccia o un kunai dietro al collo. Ma lei è così, lo è sempre stata. Incosciente ed impulsiva. Orgogliosa fino alla propria rovina. E questo suo Fratello se lo ricorderà bene. Lo Hyuga si siede lasciando la presa e lei continua ad ascoltarlo mantenendo lo sguardo su di lui; ne studia quelle fitte bende, i capelli bianchi, i bei lineamenti intravisibili nonostante l’esclusione indotta dalle cinghie. Di nuovo torna sul di lui fisico allenato, sulla sua muscolatura delineata dagli abiti smanicati. Che sia un ninja? Sicuramente non è un civile totalmente sprovveduto considerata la corportatura < Particolare? > ripete la sua ultima parola senza eccessivo entusiasmo, vagamente scettica seppur mai sbilanciata in quell’intrinseco distacco innato. Quasi il mondo dovesse costantemente rispondere ai propri voleri, quasi il solo presenziare dovesse essere considerato un dono, per quanto quell’apparenza non ricalchi a pieno i pensieri della Pura; un involontario specchio di suo Fratello, una condanna a cui anni addietro ha provato a sottrarsi tentando di sfigurarsi ogni qualvolta incontrava uno specchio. È un problema se ti do del tu?” < No, nessun problema > concisa, di nuovo. Lui la invita a sedersi accanto a lui. Lei, resta momentaneamente interdetta; non era certo lì per fare conversazione, in realtà non doveva essere lì e basta. Già di suo non è che sia proprio entusiasta nei rapporti umani figuriamoci nei contatti ravvicinati. Esita, il nasino ad arricciarsi leggermente in una leggera indecisione, un angolo delle labbra a tendersi appena in una smorfia involontariamente strafottente. Eppure, senza dire nulla, ecco che fa per avvicinarsi a quello stesso sedile dove il Genin avrebbe trovato riposo. Un implicito acconsentire. Farebbe dunque per piegarsi e poggiarsi sulle umide radici alla destra di Ichirou, l’haori a frusciare morbidamente sulle proprie spalle in un ipnotico danzare dei pregiati tessuti. Le gambe leggermente divaricate, tutt’altro che composta nonostante le proprie movenze rimandino un’innata ed ereditata eleganza; un gomito a poggiarsi sul proprio ginocchio, la schiena appena sporta in avanti. Non lo guarda ora; gli occhi dal taglio affilato si sposterebbero verso il terreno senza osservarlo realmente, le ciocche corvine scalate a solleticarle il nasino. Ed ecco che egli parla. Una sincerità improvvisa, disarmante. Subito si ridesta, la fronte aggrottata, il visino che tornerebbe su di lui un misto tra l’interdetto ed il sospettoso. Insomma, non se lo aspettava da un individuo apparentemente così pacato < Privato della- > si blocca, l’espressione accigliata, confusa < cosa intendi per privato della vista? Sono bende mediche? > del resto non può sapere se egli si sia effettivamente accecato permanentemente e quelle cinghie siano le medicazioni dell’incidente o se siano solo una momentanea occlusione. Resta il fatto che ora lo Hyuga ha l’attenzione della Uchiha. E non è poco. Sarà che “domare l’oscurità” non è un tema a lei ignoto. Sarà che per farlo ha dovuto abbandonare tutto ciò che aveva sparendo per 12 anni. Sarà che lei, da sola, non ci è riuscita. <… Cosa speri di ottenere Ichirou? > diretta. Non un giro di parole < Come speri che questo castigo possa aiutarti a domare la tua.. > un attimo di esitazione < .. oscurità? > non domanda il perché gliene stia parlando, tantomeno sembra porsi il problema. Risponde come se a quel discorso ci fossero arrivati a step, come se fosse naturale. Il tono è serio, cupo, nonostante quel costante gelo. {Chakra ON}

02:00 Ichirou:
 Capisce perfettamente i suoi dubbi, nessuno sano di mente si priverebbe volontariamente della propria vista, lui invece pensa che sia una cosa normalissima, affrontare i propri demoni semplicemente mantenendo gli occhi chiusi, un genio del male insomma. Va comunque ad ascoltare le sue parole, andando a volgere il suo sguardo in direzione altrui, le sue labbra si schiuderebbero lentamente, andando a sorriderle per poi cominciare lentamente a parlare <Chi come me ha paura di se stesso, la vista che possiedo potrebbe essere vittima del mercato nero..> andrebbe a ricordare le parole della cacciatrice, e soprattutto di Mekura stessa, che dopo la strigliata che gli è stata fatta in quello stesso luogo, non se ne dimenticherà facilmente. Accetta quella sua richiesta, la donna si siede accanto a lui e si lascia dare del tu dallo Hyuga, ma le domande continuano, la cosa più educata da fare è rispondere quindi, con tutta calma porterebbe le mani dietro la testa, andando lentamente a slacciare quelle stesse cinture di pelle, lisce al tocco <Nel vero senso della parola..ovviamente non in maniera drastica..> le cinture vengono tolte dallo stesso Hyuga, che con tutta calma le andrebbe a legare intorno al suo braccio destro, aprendo gli stessi occhi perlacei e volgendoli sul di lei volto <Ho solo messo queste cinture per poter vivere nell'ombra più buia..> i suoi occhi comincerebbero a studiare il suo volto, nessun commento riguardo la sua somiglianza, non è rilevante per lo Hyuga <Chi ha un'innata visiva, spesso è soggetto ad assalti portati dai mercanti del mercato nero..> andrebbe a dire soffermandosi sui suoi di occhi <Tu sei una Uchiha, quindi dovresti sapere di cosa parlo..> affermerebbe alla volta della donna, che in questo momento gli fa quella domanda, interessandosi, apparentemente, alle decisioni del ragazzo, che ponendo la mano sinistra sulle proprie cinture strette intorno al muscolo destro, dicendo <Spero di ottenere conoscenza, potere..voglio domare le mie più profonde paure..> quella sua pausa lo fa voltare verso di lei di nuovo, rispondendole con sincerità <Quale modo migliore se non quello di viaggiare in mezzo alle tenebre per poter entrare in contatto con esse..> un leggero sorriso viene donato alla donna, che ora viene osservata, le lascia la parola educatamente. [Chakra on]

21:52 Hanabi:
  [Radici] Le gambe divaricate, i gomiti poggiati sulle proprie ginocchia; la schiena ancora sporta in avanti, eppure gli occhi, assottigliati per la momentanea attenzione, si mantengono fissi sullo Hyuga. Ne segue attentamente i movimenti, ascoltando le sue parole; lo osserva sciogliersi le cinghie dagli occhi, liberandosi quindi i lineamenti da quell’ingombro. E finalmente, può vedere i suoi lineamenti. Finalmente, può vedere i suoi occhi, quando vengono da lui riaperti. Occhi familiari alla pura, un ricordo lontano del suo viaggio a Konoha e di quello Hyuga, Daiko che assieme a Furaya la aiutarono a entrare di nascosto nei quartieri Uchiha, anche quando i confini tra Konoha ed Oto erano ancora interdetti. Inclina appena il viso, curiosa per quanto mai in quella gelida espressione si sbilancia emozione alcuna; una maschera di orgoglio e superbia, su cui come effimere luci passano bagliori emotivi. E’ sicuramente un bel ninja, per quanto questo dettaglio non sia rilevante per Pura – almeno consciamente - . Ciò che invece è rilevante, sono le di lui parole. “Vittima del mercato nero” “Tu sei una Uchiha, quindi dovresti sapere di cosa parlo” indietreggia appena con il viso, leggermente accigliata. La fronte ad aggrottarsi, le labbra schiuse in un involontario dissenso < Chi non è in grado di proteggere la propria innata, probabilmente non la merita > sentenzia cupa, il tono vellutato a scandire quelle dure parole con macabra fierezza. Ma ecco che Ichirou continua nella sua spiegazione, entrando nel dettaglio di quella scelta. Gli occhi della Pura che si alternando per qualche secondo tra il suo viso e le bende ora legate al suo braccio. Tace al di lui terminare, lo sguardo a posarsi su un punto indefinito del terreno, riflessiva. “Quale modo migliore se non quello di viaggiare in mezzo alle tenebre per poter entrare in contatto con esse…” <…> Lei ci è entrata in contatto con le tenebre, ma non ha saputo gestirle. Dodici anni fa, la sua intera vita era pervasa da quelle tenebre. E lei, non seppe controllarle < Sei sicuro di quello che fai? > non lo guarda ancora, il tono parzialmente interrogativo in quel non sbilanciarsi mai <… sei certo di essere in grado di domarle quelle tenebre, una volta incontrate? > ed ecco che di nuovo il viso della Uchiha torna a cercare lo sguardo dello Hyuga. E stavolta, la propria espressione sarà diversa: nulla di palese, nulla di urlato. Eppure, un tenue velo di malinconia andrà a tingerle il volto, per un occhio attento < sei certo che una volta tra esse, non saranno loro a domare te? > domanda infine, un tenue vento a smuoverle le ciocche corvine dinnanzi all’androgino volto. {Chakra ON}

22:27 Ichirou:
 La nebbia continua a circondare i due ninja, probabilmente, se lo Hyuga attivasse la propria innata, riuscirebbe a notare la differenza che c'è tra i due, oltre al fatto che non avrebbe alcun problema a notare se qualcuno si stia avvicinando alla loro posizione, dato che il discorso intrapreso, sì gli è stato inculcato come se fosse stata una lezione di vita, ma non si può mai sapere di notte e di questi tempi quali individui possano aggirarsi per le terre ninja. Osserva il suo viso, ne nota i cambiamenti, le sue sopracciglia leggermente aggrottate, un lieve increspamento della fronte e soprattutto il di lei indietreggiare appena, la cosa lo stupisce appena, ma più che stupirlo, gli mette qualche dubbio. La ascolta parlare, quelle sue parole risuonano critiche all'interno della sua testa, testa che al momento sembra vuota, non riesce a distogliere lo sguardo dal suo volto, il fatto che non vede per la maggior parte del tempo gli provoca una sorta di mancanza verso i volti umani, ma deve dire qualcosa, non può rimanere li ad guardare i suoi lineamenti come un pazzo <Probabilmente hai ragione..io in fatti non ne sono in grado..> il suo sguardo in questo momento passerebbe al terreno, più precisamente ad un sassolino sprofondato in mezzo al fango e alla terra umida <Ho appena iniziato il mio viaggio e non ho fatto altro che commettere errori su errori..quindi non credo di meritarmi questo dono..ma non ho nemmeno intenzione di perderlo..per questo mi sto allenando e mi sono privato della vista..metaforicamente parlando si intende..> nel sentirla nuovamente parlare, il volto andrebbe portato nuovamente in sua direzione, questa volta però, gli viene posta una domanda <..?> lei non volge il viso verso di lui, la cosa gli fa storcere un po' il naso, il capo si inclinerebbe per tentare di guardarla negli occhi. Quella stessa domanda gli viene riposta ma in chiave differente, più eloquente, la capisce meglio ora che è stata formulata, il suo viso si alza verso di lui, il suo sguardo è diverso questa volta, qualcosa è cambiato, sembra essere preoccupata, o forse ricorda qualcosa che lui non è tenuto a sapere, non farà domanda in ogni caso, non si permetterebbe mai, quindi si limiterebbe a tentare di rispondere nel miglior modo possibile <Assolutamente no..> la cosa più stupida che potesse mai sentenziare <Mi sto lasciando lentamente trasportare dal destino..la mia decisione è stata presa, è definitiva..non posso tentennare ne avere ripensamenti di alcun genere..> andrebbe ad ammettere in sua direzione, le sue sopracciglia andrebbero ad abbozzare un espressione quasi triste, ma con un lieve sorriso, quasi sofferente <Non ho alcuna certezza..molti dubbi..e se questo mi porterà a venir inghiottito dalle mie stesse tenebre..> il vento ora smuove qualche foglia tra i suoi capelli, mentre i suoi occhi osserverebbero un futuro invisibile scorrere davanti a se, vuoto e privo di vita, dove solo lui e suoi pensieri sarebbero presenti, nulla intorno a se, solo morte e dolore, ma questo è solo quello che pensa lui, quindi continuerebbe dicendole <Beh, farò di tutto purché non succeda..> quel lieve sorriso malinconico permane sul suo volto, mentre il silenzio ora, chiude quella sua sentenza, lasciando di nuovo a lei la parola, desideroso di sapere cosa ne pensi lei a riguardo. [Chakra on]

22:57 Hanabi:
  [Radici] Gli occhi grigi, decorati dal quel taglio sottile e pregno del maledetto fascino ereditato da suo fratello per nessun motivo ora sembrano abbandonare il volto dello Hyuga; ne seguirebbe ogni espressione, ogni sentimento a trasparire sui lineamenti, ogni minima variazione in quel di lui ascoltarla e dunque parlare “io infatti non ne sono in grado”. Si acciglia appena, il viso a venir leggermente inclinato. Non sopporta chi ostenta la propria debolezza; qualcuno direbbe che è una forma di umiltà, di maturità nel saper riconoscere i propri limiti. E probabilmente è cosi per Ichirou. Ma non per Hanabi. Lei non ha mai saputo ammettere le proprie debolezze, lei non ha mai saputo fare un passo indietro “..non ho nemmeno intenzione di perderlo… Per questo mi sto allenando” < NON DEVI perderlo. Non hai una scelta > severa, dura, tremendamente diretta. Il fuoco che non conosce mezze misure ma che cristallino crepita in tutta la sua purezza <Questo fottuto mondo non regala favori a nessuno. Non gliene fotterà mai un cazzo se tu sarai stanco, stremato o provato dagli eventi. Ti attaccherà lo stesso, e lo farà proprio in quel momento > perché si sta infiammando così? Perché spreca tutto quel fiato per un ragazzo che a malapena conosce? < TU sarai sempre e solo l’unico artefice dei tuoi errori, e colui che dovrà rimediare. Il tuo corpo, la tua forza, le tue uniche possibilità. > le ciocche corvine a intervallarle lo sguardo, le maniche dell’haori sulle spalle ad ondeggiare pigramente smosse dal vento < Non hai una scelta, Ichirou. > si ripete, gli occhi grigi che cercherebbero di piantarsi in quelli di lui con un’insolita intensità. Dunque riabbassa lo sguardo, fissando con distacco il terreno fangoso < … Non ce l’hai. > una pausa. Impossibile decifrare a chi stia parlando ora. Tace per qualche istante, ma ecco che la conversazione va avanti. Ecco che Ichirou mostra la sua determinazione, la sua scelta, il suo cammino. Chiude gli occhi per qualche istante la Pura, saggiando quelle parole; la fronte si contrae appena assimilando ogni singola sillaba. E al di lui terminare, riapre gli occhi < Se tentennerai… > le gambe a distendersi, portandola in posizione eretta. Quasi non riuscisse a stare ferma, quasi un’antica irrequietudine la portasse a non rimanere in stasi ora < quelle ti inghiottiranno. > il busto a ruotare verso di lui, muovendo un passo di circostanza, solenne < Verrai corrotto lentamente, scivolerai in un oblio da cui non sarà più possibile emergere. E nessuna mano protesa potrà salvarti. > gli occhi della Pura mai abbandonerebbero il viso dello Hyuga. Perché si sta esponendo cosi? Cos’ha di importante quel ragazzo? Niente... probabilmente. Ma è quello che avrebbe voluto dire a sé stessa, dodici anni fa < … Fai attenzione a quello che fai. > un monito, dura nel tono eppure oltre quello sguardo superbo e glaciale, ci sarebbe ora altro. Un passato fatto di urla e morte, delirio e degenero < Potrebbe non esserci un ritorno. > e dunque tace. In piedi, immobile, le braccia abbandonate lungo i fianchi e lo sguardo che insistente scruterebbe i di lui lineamenti. {Chakra ON}

23:45 Ichirou:
 All'improvviso, viene ripreso severamente dalla donna, si sente quasi in colpa per averle dato modo di scaldarsi, in fondo gli sembra una brava persona, ma da come parla, sembra capire che anche lei ha passato degli eventi drammatici, sicuramente più di quanti ne abbia passati lui si intende, pensa di averlo capito dal modo in cui lei si stia relazionando con lui, nonostante lo abbia appena conosciuto, sembra preoccuparsi in qualche modo per lui, a modo suo ovvio, però gli da quell'impressione. La lascia dunque parlare, lascia che sfoghi magari quell'accenno di rabbia che lui stesso crede di aver creato in lei, ancora una volta, viene stregato dalle sue parole, da come vengano pronunciate e dai suoi stessi movimenti mentre sentenzia in sua direzione, la osserva, la studia, il suo volto ormai gli è impresso in testa, le sue sopracciglia si aggrottano appena mentre lei finisce la sua prima frase, un dire che smuove qualcosa dentro di lui, come se lo motivasse ma allo stesso tempo lo facesse sentire inutile come in passato, quindi distogliendo lo sguardo da lei per qualche secondo, risponderebbe con calma, non lascia che le sue emozioni escano, anche se non sarebbe male <Ci sto provando..ma cosa potrei mai fare..sono solo un dannato Genin che va in giro come un idiota privandosi della propria vista per un capriccio..> andrebbe ad ammettere <Sto cercando in tutti i modi di migliorare me stesso, allenandomi e studiando..ma sembra che non sia mai abbastanza..> La guarda questa volta, mentre pronuncia quella negazione "Non hai una scelta.." quella stessa frase rimbomba più volte dentro la sua testa, che lentamente viene portata verso l'alto, a cercare qualche foglia in mezzo alla nebbia ed al buio della zona, il concetto viene ribadito, e mentre ciò accade, lo sguardo di lei si abbassa, la cosa attira ovviamente la sua attenzione, vorrebbe domandarle qualcosa, ma non sa se sia una buona idea, non vorrebbe impicciarsi degli affari suoi, ma solo sapere come ha fatto lei a sopravvivere, anche se forse è un discorso che non vuole sentire davvero, per testardaggine o per non far soffrire lei, però, non è dato saperlo. Ella continua a parlare, continua il discorso cominciato dallo Hyuga stesso, dice delle cose vere, sensate, forse è la prima che stia parlando così schiettamente col ragazzo stesso, la guarda alzarsi, quasi come se fosse un riflesso incondizionato, si alzerebbe insieme a lei, come se la Uchiha stessa gli abbia trasmesso una qualche sorta di tensione, non era mai successo ad uno come Ichirou, sempre calmo ed analitico, farsi prendere dal momento è una cosa nuova per lui, tuttavia, il suo sguardo si posa malinconicamente sul di lei volto per l'ennesima volta, portandolo a rispondere a quelle sue ultime affermazioni <Lo so perfettamente..ma ormai non mi posso più tirare indietro..> ha cominciato da solo e finirà da solo è quello che gli sta venendo detto dalla donna, ma il concetto allo Hyuga, è lungi dall'esser sconosciuto <Ho passato tutta la vita in solitudine..se ciò dovesse accadere, almeno non ferirò nessuno lungo la strada..> certo ci sarebbero Sango e la sua stessa Maestra, Mekura, ma in fondo, lui di legami effettivi non ne ha mai avuti e non è mai riuscito a crearne, mentre i suoi occhi perlacei si incatenano ai cinerei altrui, il silenzio ne fa nuovamente da padrone fino a quando non viene posta una domanda alla donna <L'hai mai vista..?> la vera oscurità si intende, spera solo sia chiaro alla donna, a questo punto non gli resta che attendere la sua risposta, andando ad incrociare le braccia al petto e non distaccando le iridi da quelle altrui. [Chakra on]

00:28 Hanabi:
  [Radici] E’ incredibile come il fuoco della Pura possa attecchire su qualsiasi terreno; è incredibile come nonostante tutto, nonostante abbia trascorso anni di esilio per contenere la portata di quelle fiamme, queste riescano a contagiare anche le anime più pacate. Ichirou, una delle persone più gentili e calme che ha avuto modo di incontrare. Un gentile sorriso sulle di lui labbra, malinconico o triste a volte, ma pur sempre sereno nella sua essenza. Lo stesso Ichirou che ora, come persino il legno più saldo reagirebbe alle fiamme, sembra essere stato coinvolto in quell’ardore. Egli si alza, uno specchio di lei, travolto da quell’impeto che nonostante tutto mai si mostra palesemente nei modi di fare della Pura, perennemente distaccati e superbi esteriormente, ma che eppure, come il calore delle fiamme, può essere percepito. “Ma sembra che non sia mai abbastanza” < Non è mai abbasta. Non lo sarà mai. > muove alcuni passi tentando di portarsi frontale allo Hyuga, a circa un metro di distanza da lui < Cosa credi che tutti i Kage sono nati tali? Probabilmente un patetico denshi guardandoti proverebbe paura > solleva i palmi leggermente, esplicativa < sarai un idiota solamente quando smetterai di farti il culo per non provare paura, ma diventare chi invece la incute. > le sue stesse parole a riecheggiarle nell’animo. Un rintocco interiore, un tasto che forse non doveva affrontare. Quante volte ha provato paura? …Oltre l’immaginazione. Quante volte atterrita ostentava una sicurezza inesistente davanti a qualcuno che l’avrebbe comunque annientata sotto ogni aspetto possibile, nella più totale umiliazione? Veloci immagini dei laboratori Uchiha, Cloni che scappano dinnanzi alla propria perdita di controllo, Ekazu a tentare di contenerla. E’ davvero un obbiettivo valido diventare chi incute paura? Gli occhi si annebbiano per un solo istante, gli occhi grigi a cercare risposte inesistenti nella nebbia attorno a se. Muoverebbe dunque un passo, eleganti le sue movenze seppur corrotte da un’ombra costante. Ichirou continua, e lei, dandogli il profilo, assorbe quelle parole. “Non ferirò nessuno lungo la strada” il sangue di Ekazu sulle proprie mani, la sua gola sfregiata. Il corpo di Eiji ad affievolirsi tra le proprie braccia, coperte del suo sangue. Fiamme nere a divampare nei laboratori, innocenti ad urlare implorandola di tornare in se. Chiude gli occhi per un istante, strizzandoli appena < La solitudine può illuderti di cambiare qualcosa > la voce è ferma, fredda, eppure sarebbe tinta di qualcosa di diverso ora < … ti illude di avere il controllo, non avendo nessuno da ferire. > riapre gli occhi, lo sguardo si abbassa sul terreno senza realmente guardarlo < … Poi ti riavvicini, convinto di essere pronto. > il viso si volta verso Ichirou, fissandolo intensamente <… ma non puoi sapere se lo sarai davvero. > e dunque, calerebbe il silenzio. Ma poi, quella domanda. Tace, immobile. Ogni muscolo sembra bloccarsi. Lo sguardo che appena incrinato si mantiene sullo Hyuga, impossibile definire cosa le stia passando per la testa. Dovrebbe rispondergli? E perché mai. Dovrebbe forse rimetterlo al suo posto, ammonendolo. Ma qualcosa di quel ragazzo per lei sconosciuto, la smuove. Saranno i suoi modi, sarà che è estraneo a tutto ciò che l’ha sempre circondata. Sarà che non ha nessun rimando al suo passato, divenendo per lei involontariamente uno specchio davanti al quale porsi domande. Dopo lunghi istanti di silenzio, le labbra sottili andrebbero a schiudersi liberando nuovamente quel timbro oscuro e vellutato nelle sue cupe note atone < … Vorrei non averlo fatto. > le parole a riecheggiare nel silenzio. Farebbe dunque per voltarsi dando le spalle al suo interlocutore, lenti passi ad anticipare le sue intenzioni di congedarsi. Cupo il proprio sguardo, cosi come la propria espressione. Ma all’improvviso arresterebbe il passo < … Hai bisogno di una mano per il rientro? > chiede senza voltarsi, fredda apparentemente, eppure lo starebbe aspettando. Eppure ha pensato alle sue condizioni prima di andarsene. E dunque qualora egli acconsentisse, farebbe per aspettarlo ed eventualmente guidarlo se volesse rimettersi le bende, riportandolo ovunque egli abbia bisogno di tornare. E chissà in che direzioni andranno i loro discorsi, o chissà che non restino silenti fino alla meta. Solo il fato potrà rispondere. Se invece lo Hyuga negasse, la Uchiha si appresterebbe a continuare il suo incedere, sparendo così nella nebbia di quei luoghi in direzione della sua tenda. A volte il destino può creare davvero singolari incontri. {//END} {Chakra ON}

01:16 Ichirou:
 Le sue paure vengono tranquillamente confermate dalla Uchiha stessa, che rivela al ragazzo, quanto effettivamente, ogni singolo sforzo che arriverà a fare, non sarà mai abbastanza, la guarda mentre si allontana appena dalla sua posizione, ma in un certo senso, si sente sempre motivato nell'ascoltare quel suo dire, un lieve sorriso verrebbe in aiuto al volto inespressivo dello Hyuga stesso, che non stacca le iridi dalla presenza della Uchiha <Hai indubbiamente ragione..> sul fatto che sia un idiota senza dubbio <Non smetterò mai di farmi il culo, non mi sarebbe mai nemmeno passato per l'anticamera del cervello..> ammetterebbe sciogliendo il groviglio creato dalle sue braccia al petto. Continua ad osservarla, non riesce a capire a cosa sta pensando, vede solo il suo atteggiamento lentamente cambiare, sembra essere in una lotta interiore, anche se è un po' la sensazione che gli ha dato sin dall'inizio, chissà cosa ha passato e quante ne ha passate soprattutto. La ascolta ora, mentre asserisce a quella solitudine, a quanto dice lei, sembra essere una lama a doppio taglio, non lascia nulla da parte, assimila ogni sua informazione, la guarda mentre le sue iridi si incatenano alle proprie, si sente quasi intimorito da quel quel suo intenso sguardo fulminante, non verrebbe proferita risposta a quelle sue affermazioni però, si limita a riceverle come se fossero un lascito. Nota come le sue movenze cambino drasticamente, il suo corpo improvvisamente si irrigidisce, i suoi occhi assumono uno strano presagio all'interno dell'animo del ragazzo, non riesce bene a capire se abbia detto qualcosa di sbagliato o se semplicemente si sia ricordata di qualcosa che non avrebbe voluto ricordare, ma quella sua risposta arriva, quasi in una sorta di bisbiglio, come se non volesse rispondere davvero, alchè, avvicinandosi a lei di appena un paio di passi, andrebbe a scusarsi con lei <Perdonami..non volevo risvegliare un brutto ricordo..> la osserva mentre si allontana lentamente, il suo sguardo assumerebbe una certa tristezza, ma lei si ferma, non si volta, ma gli fa quella proposta, un leggero sorriso si pone sul suo volto triste, allungando il passo raggiungerebbe la sua posizione, posizionandosi nuovamente le cinture intorno agli occhi stessi <Accetto volentieri..e vorrei che non dicessi a nessuno che in realtà ci vedo..> vuole comunque mantenere quella maschera. Una volta raggiunta la posizione della donna, lo Hyuga posizionerebbe la mano sulla sua spalla, ammesso che gli venga concesso dalla Uchiha, per poi incamminarsi con lei, ovunque ella sia diretta, per poi magari distaccarsi da lei, una volta raggiunta la destinazione, probabilmente non parleranno molto, ma a volte, il silenzio racconta più di mille parole, o nel caso dello Hyuga, uno sguardo. [END]

Mentre Ichirou si ritrova per sbaglio nella foresta di mangrovie, una figura si palesa alla volta dello Hyuga, si tratta di Hanabi, una Uchiha che pare avere una grande somiglianza con Sasuke. Ad un certo punto, Ichirou decide di privarsi delle sue cinture, rendendo partecipe la stessa Uchiha di cosa lo Hyuga abbia intenzione di fare con quelle stesse, la cosa sfocia in una sorta di lezione di vita, partita da un semplice sguardo che i due si sono lanciati, metaforicamente parlando ovviamente..