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Ronda Fuori Tendopoli.

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con Koichi, Hayame

22:13 Hayame:
  [Radice di Mangrovia] La ragazza se ne sta seduta su di una alta e robusta radice che risale dall'acqua e compie un arco distorto. Indossa degli abiti comuni, una casacca scura più grande di almeno un paio di taglie, e dei pantaloni aderenti che arrivano fino al ginocchio. Ai piedi non porta nulla: un paio di sandali sono poggiati ordinatamente vicino a lei, uno accanto all'altro. I lunghi capelli magenta sono legati in una coda alta, che ondeggia stancamente sotto alle sferzate sporadiche di vento. Lo sguardo fisso sull'acqua scura sotto di sé. Il quarto di luna in cielo le garantisce una visibilità ridotta, ma allo stesso tempo sfrutta la pochezza di luminosità per passare quanto più possibile inosservata. Le gambe dondolano lievemente, sospese nel vuoto, mentre le mani sono poggiate sul legno. Non ha armi con sé, né torce o altri tipi di oggetti. Il respiro è tenue, e l'udito coglie i rumori e i suoni che vengono prodotti dalla natura e dagli animali. La schiena è leggermente curvata in avanti, in una posizione che potrebbe risultare rilassata e di riposo.

22:23 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Non necessita neanche di un semplice sigillo, per incentivare quel processo, a cui si affiderebbe come se fosse semplice ossigeno per il proprio organismo: un tentativo di radunare nel plesso solare l'unione delle due sfere d'energia, da un lato la fisica e dall'altra la psichica. Un connubio che dovrebbe permettere un impasto facilmente accessibile, in un quantitativo di tempo anche decisamente breve, sotto la media di un semplice Genin; in questo modo potrà presto poter sentire quel potere, quella linfa vitale, scorrere prepotentemente nel proprio organismo, rivitalizzando ogni minima fibra muscolare. Intanto non farebbe altro che prendere passo, a poco distante dal perimetro che delimita la tendopoli condivisa dei due villaggi, affacciandosi debolmente verso i primi approcci di vegetazione, quella più selvaggia e meno intaccata dal dominio umano. Si manterrebbe comunque attento all'area circostante, in quel susseguirsi di orme che tentando di incastrarsi con doverosa attenzione, pronto a non attirare su di sé un quantitativo notevole d'attenzione. Lascerebbe che l'intero corpo possa esser velato maggiormente da una lunga cappa nera, che avvolge l'intera presenza, con quel colletto che alto velerebbe anche la parte inferiore del proprio viso. Altro indumento che si può minimamente scorgere è la parte finale del pantalone grigio chiaro, prima che mediante alcuni bendaggi candidi si riuniscono in un paio di calzari scuri, tipici della classe militare. Equipaggiamento presente, seppur concentrato maggiormente nelle proprie tasche, legate in vita, e quella sulla gamba destra, seppur sia tutto abbondantemente velato dal soprabito che raggiungerebbe un livello poco inferiore alle ginocchia di lui. Ancora non s'avvede di quella presenza, di quelle gambe che dondolano nel vuoto, ma dovrebbe essere lo stesso movimento scaturito a risaltare maggiormente la concentrazione del Chuunin. [Chakra On][Equip.Scheda]

22:41 Hayame:
  [Radice di Mangrovia] Non è molto distante dalla tendopoli, ma abbastanza da potersi isolare e poter raccogliere i propri pensieri senza che altre voci possano distrarla. Di certo il luogo che ha scelto per un raccoglimento non è granché comodo in cui muoversi o spostarsi, ma la sua figura snella non è stato un grosso problema passare sotto alle radici o aggirare i tronchi. Gli insetti tipici di quei luoghi sono presenti, e di certo a loro la presenza di lei non è passata in osservata: alcune zanzare le ronzano attorno in attesa di trovare il luogo migliore per poter pungere e cibarsi. E' a causa del pizzicore fastidioso di una di queste che la schiena della ragazza si raddrizza d'improvviso e la mano destra corre all'improvviso a picchiettare l'avambraccio sinistro producendo uno schiocco rumoroso, un suono nettamente distinguibile da quelli già esistenti. <Odiose> sussurra infastidita, mentre le dita della destra si muovono per grattare la parte interessata con l'obiettivo di rimuovere la sensazione di prurito provocata. Subito dopo cerca con lo sguardo i suoi sandali, chiaro segno che ha ormai intenzione di lasciare quella radice, e infatti con movimenti lenti si appresta a recuperarli. Nel frangente si avvicina Koichi, e la ragazza si volta di scatto verso la sua figura non distinguendola ancora bene nel buio. <Padre?> chiede con voce speranzosa, senza mai alzare troppo il tono di essa.

22:50 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Ancora prima di quell'appellativo, sarà lo schiaffo che l'altra convergerà sul proprio braccio ad attirare l'attenzione maschile, permettendo alla suola della gamba destra di strisciare con prepotenza verso il terreno, pronto ad intervenire in maniera piuttosto complessa a quell'affronto, come se fosse oramai prossimo ad un intenso combattimento. Le iridi ambrate che scorrono impetuosamente attorno a sé, provando ad inspessire la propria attenzione verso la fonte di quel suono, di quel disprezzo verbale, per tentare di individuare la sagoma femminile. <Uh?> Emetterebbe quel vocalizzo, breve, con quel debole accento interrogativo, non comprendendo la natura opposta, ma riconciliandosi una volta che avvertirebbe il richiamo. <Mi dispiace, ma non ho figli.> Ammetterebbe, senza vena malinconica, ma piuttosto come un enunciato chiaro e cristallino, provando a porre passo per raggiungere la figlia di Kusa, per potersi permettere una distanza di circa [5 metri] dalla suddetta essenza, provando a studiarla maggiormente, anche se la luminosità scarsa non aiuterebbe facilmente il proprio intento. Potrebbe notare l'identità altrui, solo mediante quella misera distanza, qualcosa che non ostacolerebbe il proprio sguardo, fin troppo concentrato a percepire sagome ulteriori, come se attendesse d'esser caduto vittima di un'imboscata. Piuttosto guardingo, nonostante tutto, minimamente diffidente anche nei confronti della ragazza. <Chi saresti tu?> Domanderebbe, senza peli sulla lingua, mentre le braccia sostano lungo i corrispettivi fianchi, adagiata con morbidezza, seppur siano sempre pronti ad avvicinarsi per eventuali sigilli. Studioso di quel panorama che si estenderebbe. <E come mai saresti qui?> Una seconda domanda, volgendosi in maniera indagatrice, per ottenere risposte che possono placare, seppur in maniera superficiale, il proprio grado di tensione, avvertibile. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:04 Hayame:
  [Radice di Mangrovia] Rimane ferma con la schiena tesa e i sandali in mano, fino a che non riesce ad inquadrare quella figura, a scorgerne le fattezze o a sentirne la voce. Il viso è scoperto, nulla lo nasconde nemmeno parzialmente: gli occhi verdi scrutano nella semioscurità, le labbra sottili che delineano una linea ritta, le orecchie esposte che fanno capolino oltre a due ciocche di capelli che incorniciano il viso. Ma mascella si contrae e la ragazza deglutisce piano quando sente lo stridere della scarpa del ragazzo sul terreno, un graffio sulla terra che le pare quello di un animale che avverte un possibile nemico. La mano sinistra, libera, si stringe a pugno ma non un altro movimento viene compiuto dagli altri arti. Alla frase di lui, indirizza lo sguardo potendo individuare la provenienza di quella voce, confermandole il fatto che non si tratti di suo padre. Una volta che lui ha raggiunto una distanza di 5 metri da lei, può meglio vedere il suo aspetto: squadra velocemente il viso coperto a metà, la cappa che lo copre ma non nota altro, essendo il suo equipaggiamento celato dagli indumenti. <Me lo chiedi come se questo posto fosse tuo> risponde solo dopo che Koichi ha posto anche la seconda domanda. <Se vuoi sapere il mio nome dovrai presentarti prima tu> il tono di voce resta basso, ma una certa irriverenza trapela dalle sue parole. <E non vedo il motivo per cui dovrei dirti perché son qua>.

23:14 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] La sagoma femminile verrebbe delineata molteplici volte, oscillando appena il cranio verso sinistra e verso destra, in un dondolare leggero ed apparentemente infantile, quando ne avvertirebbe le risposte alle proprie domande, lasciando che il torace vada a maggiorare nel suo volume, dato l'inspirazione nasale e, dopo un paio di secondi, un profondo respiro direttamente dalle labbra maschile. La adocchierebbe, con sospetto, ma provando ad intercedere sulla gentilezza e sulla cortesia: <Questo posto non è di mia proprietà, ma è mio compito quello di salvaguardarlo da potenziali nemici.> Un breve respiro, per soggiungere: <Non mi importa che forma avranno.> Il fatto che l'altra sia una fanciulla è totalmente indifferente, considerando invero le intenzioni potenzialmente ostili. <Ad ogni modo, procederemo per gradi.> Raddrizzerebbe ordunque la testa, lasciando che sul proprio viso possa spegnersi qualsiasi minima frattura, ogni espressione, rendendo quella conformazione facciale simile ad una maschera marmorea, con la pelle diafana che ne bagnerebbe, svelandosi come un semplice spettro, seppur accerchiato da quel crine azzurro che ricade docilmente sulla propria schiena. <Il mio nome è Koichi, il tuo signorina?> Domanderebbe, per poi alzare ambedue le braccia: la sinistra andrà ad agganciare l'estremità del colletto alto, per abbassarlo di poco, mentre la destra trafuga da quel foro adibito per la testa un qualcosa: raccoglierebbe la placca metallica, posta come collana, rialzando quanto basta per farle notare l'effige di Kusa, identificandosi ordunque come pedina indiscussa di quel gruppo, a servizio del villaggio. <Ora potresti esser così gentile da dirmi il motivo per cui una ragazza sia qui, a quest'ora?> Hanno sicuramente esordito con il piede sbagliato, ma lui è capace di reprimere il presente e tornare nel passato, per mutare la sorte di quella serata, tentando di acquisire le informazioni volute. Non implementerebbe altro, rimanendo piuttosto attento ad ogni singola mossa, pronto a reagire. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:28 Hayame:
  [Radice di Mangrovia] Con movimenti lenti, si infila i sandali senza distogliere lo sguardo da Koichi, ritirando prima una e poi l'altra gamba. Fa affidamento unicamente sul senso del tatto: le dita sottili accompagnano ciascun sandalo e lo fanno scivolare sul dorso dei piedi, prima uno e dopo l'altro, per poi annodare le stringhe alla cieca, basandosi solo sulla pressione che queste esercitano sulla caviglia. Sopo in seguito poggia la gamba destra sulla radice per iniziare a sollevarsi, movimento eseguito anche dall'altra gamba in modo da garantire stabilità. Ormai in piedi sulla radice, continua a scrutare la figura di lui con espressione ancora incerta e guardinga sul volto. <Capisco, se questo il tuo compito allora...> gli occhi si stringono appena, come se le sue stesse parole non la convincano. <Se fossi mio nemico di certo non vorrei favoreggiamenti solo perché sono una ragazza> risponde al dire di lui sulla forma, appunto, dei nemici. Lo ascolta e poi risponde <Il mio nome è Hayame e io-> interrompe la frase per seguire i movimenti delle mani di lui che vanno a mostrare prima il viso del ragazzo e poi la placca metallica con il simbolo della loro stessa città di origine. Solo allora i tratti del viso si rilassano e si modificano in una espressione stupita <Vieni da Kusa!> il tono anche si fa stupito, e perde qualsiasi connotato di astio e irriverenza. <Sono qui con mio padre e i suoi compagni, non sono sola> specifica.

23:44 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Solleverebbe appena le spalle, in un fremito leggero, incassando la nuca in esse, quando la potrebbe notare impegnata a recuperare le scarpe ed indossarle, senza avere l'intenzione di favorire lo sguardo su quell'operazione, pretendendo invero di mantenere il contatto diretto con la figura maschile, che continua a permanere in quella posa. Fermo ed immobile, totalmente statuario, come se i calzari si fossero oramai ben aderiti al terreno, con lui totalmente perpendicolare e ritto con la schiena. Un soldatino, in attesa che la fanciulla termini di prepararsi, per potersi permettere un primo passo, nel caso, in direzione di lui. <Se fossi mio nemico, non avrei neanche la concezione di preoccuparmi del tuo sesso, invero.> Snocciola la situazione, in un battesimo di parole decisamente più dirette e crude. <Ti starei già attaccando, con il massimo del potenziale, per poterti stroncare ed eliminare.> Cosa che non ha ancora eseguito, in quanto non ha per ora intenzioni ostili, anche se detiene una guardia decisamente alta. Ma alla visione della placca argentata, ben lucida e splendente, quella sensazione di fastidio e di astio si placa notevolmente. <Contribuisco al suo servizio.> Sembrerebbe sottolineare, in quanto non propriamente originario di quelle terre, seppur abbia trascorso gli ultimi anni di carriera, prima di addormentarsi profondamente. <Dove è lui ed i suoi compagni?> Si volterebbe attorno: <Dentro la tendopoli o per la foresta?> Vorrebbe intercettarli in qualche modo, seppur non rilevi al momento nulla. <E' pericoloso aggirarsi a quest'orario qui attorno.> Varrebbe anche per lo Shinobi, ma almeno lui può difendersi egregiamente, nulla di spettacolare. <Ti sei calmata, un po'?> Lo noterebbe d'altronde e farebbe per evidenziarlo, sottolinearlo maggiormente per darle coscienza di quello strato di tranquillità acquisita. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:53 Hayame:
  [Radice di Mangrovia] Compie un paio di piccoli passi sulla radice, giusto quelli che le servono per raggiungere una distanza ideale per saltare giù dalla stessa senza toccare l'acqua scura e stagnante. Le braccia si staccano dai fianchi, e si tendono un po' verso l'esterno per garantire una buona stabilità. Flette dunque le gambe, piega di poco la schiena in avanti per indirizzare il suo salto, e infine si dà lo slancio necessario per lasciarsi alle spalle la radice ed entrare in contatto con la terra: attutisce l'atterraggio con un lieve piegamento delle ginocchia, che raddrizza subito per acquisire una postura ritta davanti al ragazzo. Non si avvicina di più ad egli, mantiene pur sempre una distanza di sicurezza di almeno 3-4 metri. Il fastidio al braccio che era passato in secondo piano, ora pare essersi ripresentato e in modo del tutto spontaneo, la mano destra torna a sfregare l'avambraccio opposto. <Mi fa piacere sentire che c'è chi non sottovaluta una ragazza> inclina di poco il capo lateralmente. <No non sono qui, dovrebbe essere presso la tendopoli. Io son venuta qui da sola> si prende un momento di pausa per deglutire prima di continuare <Loro sono qui come molti altri per dare una mano alla popolazione di Kiri, e io li ho seguiti>. A sentire l'ultima domanda di lui, distoglie lo sguardo diretto da lui, inquadrandolo con la coda dell'occhio <Beh, ora che abbiamo capito di non essere nemici, sì. Credo> il tono della voce che torna un po' affilato, ma con una sfumatura più amichevole.

00:03 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] L'altra andrebbe a sistemarsi correttamente per effettuare quel salto, eseguirlo poco dopo senza particolari difficoltà, raggiungendo il terreno e porsi dinanzi ad egli, ad una distanza ancora decente, che non si possa definire fin troppo confidenziale. Eppure lui è il primo che sembrerebbe vietare quel tentativo, prendendo passo, un paio e non oltre, per raggiungere dunque i [2 metri] dall'altra e poterla così fissare con intensità ed insistenza negli occhi altrui, non avendo timore del colore che potrebbe inghiottirlo. Proverebbe ad esaminarla, a studiare grossolanamente ogni tratto distintivo, dall'aspetto fisico fino ai modi d'agire, a quell'espressione di lei che continua a cambiare, mutare, a seconda della voce che sembrerebbe aiutarlo a comprendere i vari sentimenti d'animo altrui. Dopo averla soppesata e valutata attentamente, potrà accorgersi di quel braccio destro che si avvicinerebbe al gemello, per sfregarlo. <Sei ferita?> Domanderebbe con un filo di voce, anche per il tentativo di avvicinamento, prima di tornare nuovamente fermi. Sembrerebbe curiosare maggiormente, quando intanto ascolterebbe la storia del padre e dei suoi compagni. <Ottimo.> Almeno persone in meno da accudire, a cui far fronte per salvaguardare. <Cosa ne pensi se, passo dopo passo, iniziamo a tornare anche noi verso la tendopoli?> Proverebbe dunque a cercare di convincerla, sfruttando la retorica posseduta, oltre il magnetismo concesso da quella bellezza eterea, non umana. <Non vorremo che tuo padre si preoccupasse e voglia intrufolarsi nella foresta per cercarti.> Dopo diventerebbe decisamente più ostico, dovendo far fronte a più persone, contemporaneamente. <Si, dovresti stare quieta.> Armonizza maggiormente, provando a, seppur senza variare con la distanza, a porsi [alla sinistra di lei] in modo tale che possa affiancarla, correttamente, suggerendole dunque un primordiale intercedere, quello che li avrebbe spinti lungo il percorso di ritorno. [Chakra On][Equip.Scheda]

00:19 Hayame:
  [Limitare Foresta] La posa della ragazza resta flessibile, né rigida né rilassata. Il braccio sinistro lungo il fianco, il destro invece è piegato e la mano permane sull'avambraccio: sotto al palmo avverte una zona circoscritta da cui proviene del calore generato dalla puntura della zanzara. Il braccio destro dunque passa davanti al busto di lei, parallelo al terreno. <No mi ha solo punto un insetto, qua ne è pieno>. Lo lascia avvicinare di un paio di passi e lei torna a inquadrarlo direttamente, potendo notare meglio i suoi lineamenti e il suo vestiario, e lo sguardo si posa nuovamente sulla placca che reca il simbolo della sua città. Si sofferma un po' su quell'oggetto che il ragazzo indossa come collana e pare trarre da esso ispirazione per la domanda che gli pone <Anche tu sei qui per lo stesso motivo?> e gli occhi puntano in quelli di lui, per ricercare sincerità nella sua possibile risposta. Annuisce con poca convinzione alla proposta di lui <Va bene, facciamo ritorno. Ma non perché mio padre potrebbe preoccuparsi: lo sa che non mi allontano> dopo una breve pausa aggiunge <Ma io sono quieta, credimi> gli angoli della bocca si sollevano un poco, delineando un sorrisetto che la dice lunga, quasi fosse una sorta di tacito avvertimento. <Dimmi> inizia a dire, facendosi fiancheggiare e seguendolo eventualmente verso la tendopoli <per possedere quella sarai già un Genin> una domanda retorica la sua. <Io sono ancora aspirante> lo informa.

00:28 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Un paio di cenni col capo, a delineare maggiormente il proprio intento di trasmettere una presa visione, una comprensione di quello che le è accaduto: <In quest'area fortunatamente non dovrebbero esserci animali velenosi.> Dovrebbe ricordarsi della zona, in rispetto all'ultima ronda scandita, qualche giorno addietro: <Nel caso in cui avessi dei sintomi anomali, chiedi di me affinché possa visitarti.> La affiancherebbe dunque. <Lavoro anche nella struttura ospedaliera.> Informerebbe maggiormente, lasciando che la propria scia di sicurezza possa costruirsi maggiormente. Dopotutto è difficile che quei persecutori della vita si avventurino, con facilità, nello spezzarne altre, senza motivi validi per tale atto raccapricciante. <Sono stato incaricato questa sera di controllare il settore qui attorno.> Accetterebbe quello sguardo, misto di curiosità e voglia di ambire ad una verità che non verrà mantenuta, ma bensì sottratta al desiderio di conoscenza femminile. Dunque prenderanno i primi passi, composti in un moto lento e caratterizzato da piccole falcate, in quanto non hanno alcuna intenzione di correre rapidamente verso i confini di maggior sicurezza. <Se t'accadesse qualcosa, sarà responsabilità di chi è di guardia.> Andrebbe a prefissare, con maggior importanza e valore, come a voler far comprendere l'entità di un ipotetico danno, cercando di far sottolineare all'altra il fatto che conti poco se sia lì o poco più dentro la vegetazione selvaggia. <In realtà, ho superato anche il grado di Genin.> Svelerebbe, permettendo di far maggior affidamento su di sé, mentre la placca verrebbe rilasciata ricadere all'interno e coperta nuovamente, mediante il colletto alto. <Uh.> Ne ascolta i fonemi. <Perché vorresti diventarlo? Per tuo padre?> La cosa più evidente, oltre quella banale e scontata. [Chakra On][Equip.Scheda]

00:41 Hayame:
  [Limitare Foresta] Mentre cammina lo sguardo dondola dal terreno su cui poggia i propri passi, e la figura di lui che cammina al suo fianco in modo da non perderlo di vista. La fisicità della ragazza è intuibile solo dalla magrezza delle gambe visibili attraverso la vestibilità aderente del pantalone. La parte superiore del corpo rimane avvolta in un vestiario scuro e largo che non concede di intuirne le forme. <Animali velenosi? Mh> guarda per un istante dietro di sé, laddove ha lasciato la radice su cui si poggiava, e un'espressione di disappunto le invade il volto <Magari era la mia serata fortunata, se faccio rientro con una puntura di zanzara e basta> un leggero sospiro le abbandona le labbra. Lo sguardo torna sul viso di lui <Un guaritore che fa la ronda e che avrebbe avuto sulla coscienza una ragazza se fosse stata morsa da un animale velenoso, o uccisa dai nemici. Potrebbe essere l'inizio di una storia divertente> il tono pare alleggerirsi ancora di più, seppur resti un pizzico pungente. Annuisce col capo quando lui le rivela di aver superato il grado da lei supposto <Buon per te!> e solo nel sentire l'ultima domanda fa un segno di diniego col capo <Più per me stessa. Lui è sempre molto impegnato, e io non voglio continuare a seguirlo passivamente come adesso> rivela facendo spallucce.

00:51 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Il respiro di lui che andrebbe a formularsi con semplicità, quasi come se durante quel percorso stesse cercando di tramutare il proprio impegno fino a renderlo minimo, uno sforzo che andrebbe a minimizzare affinché quel misero corpo non possa avvertire il peso della fatica, soprattutto dopo aver girovagato per molteplici metri, prima di trovare l'altra, senza considerare l'odierno allenamento, effettuato nel pomeriggio. Dopotutto è oramai prossimo a congedarsi da quell'incarico, permettendo così di fare il cambio della guardia con un suo parigrado. <Storia divertente?> Buffo come l'altra sembrerebbe scherzare in quel modo, in maniera così poco terrorizzata dall'idea di esser stata potenzialmente punta da un animale feroce o da uno velenoso. Sembra che la cosa possa passare anche in seconda mano, senza che questo desti la sua preoccupazione in qualche modo. <Ad ogni modo, ero sincero.> Ripeterebbe, ancora una volta: <Se hai segnali anomali, puoi chiedere di me.> Rimarcherebbe la propria disponibilità, dato che ha minime e decenti conoscenze a riguardo, data la sua predisposizione lavorativa. <Oh.> Quasi meravigliato da quella risposta, folgorato da quella risposta che non sembrerebbe attendersi. <Son soddisfatto della risposta.> Rivelerebbe senza alcuna preoccupazione, fin troppo esplicito in effetti. <Sarebbe stato sbagliato perseguire questa strada per qualcun altro, in quanto dovrebbe essere una realtà che dobbiamo abbracciare personalmente, dati i pericoli che ogni momento potremo trovarci, di giorno e di notte, anche quando riposiamo.> Non vuole impaurirla, ma sicuramente il loro mestiere non risulterebbe quello più facile e meno laborioso, in quanto si è sempre impegnati ad addestrarsi, a migliorarsi, per non finire quanto prima sotto terra. Oramai la tendopoli è prossima, vicina ai loro occhi, potendo notare la sagoma di chi è pronto a dargli il cambio, seppur sia ancora distante dal duo in avvicinamento. [Chakra On][Equip.Scheda]

01:02 Hayame:
  [Limitare Foresta] I rumori dell'acqua che scorre lenta, degli insetti e degli animali notturni pian piano si allontanano dal suo udito, che invece percepisce il rumore dei passi dei due, le loro voci e quelle di coloro che popolano la tendopoli anche se in modo più indefinito e ancora confuso. Segue l'andamento di lui, adattandosi ad esso in modo da non precederlo o rimanere indietro. <Ero sarcastica> fa una lieve smorfia storcendo le labbra, <Anche se cerco sempre di restare seria, non mi riesce per troppo a lungo> fa spallucce, non curante del disagio o dell'incomprensione creata. Al sentirsi ripetere quel concetto, si volta ancora di più verso di lui, e gli dice <Ora chi è che dovrebbe stare quieto?> un sorrisetto divertito si dipinge sul volto, che sparisce quasi subito, <Va bene, se ti fa stare più tranquillo ti assicuro che lo farò, ma sono sicura non sia nulla, il prurito è già passato> lo rassicura. <Oh beh, mi fa piacere che almeno qualcuno sia d'accordo con me. Non tutti apprezzano sai? Molti pensano siano scelte dovute: per la famiglia, per la città..> lascia in sospeso la frase e a spallucce. Lo ascolta con attenzione e annuisce <Sono a conoscenza dei pericoli, forse sono proprio questi ad affascinare sai?>.

01:10 Koichi:
  [Radice di Mangrovia.] Aveva comunque compreso l'ironia dietro quel racconto divertente, ma l'altro lo specificherebbe: <Seria?> Ripeterebbe un paio di volte, per masticare quel termine in maniera adeguata. <Perché dovresti mantenerti seria?> Non comprenderebbe facilmente il nesso, mentre gradualmente i propri padiglioni potrebbero percepire i primi suoni concessi dalla tendopoli, le luci che costeggiano l'intero perimetro, per permettere un facile ritorno a chi è perduto nelle sue vicinanze. Un luogo di facile ritrovo soprattutto per i viandanti come l'opposta. <Non sempre serve la serietà, Hayame-san.> Ed è la prima volta che pronuncerebbe quel nome, accarezzandolo con garbo dalle proprie labbra, fornendo una base indefinita di rispetto verso una personalità che almeno non si è dimostrata per niente noiosa, riuscendo invece a scalfire appena quella pigrizia maschile. Ritroverebbe nelle sue ultime battute qualcosa di decente, qualcosa di profondamente serio, se non fosse per il fascino del pericolo che avvicinerebbe l'altra al percorso militare. <Presta attenzione al tuo cammino, cadi ed impara, ma senza morire.> Un vago suggerimento che completerebbe tutto quello che potrebbe concedere quest'oggi, dovendo così raggiungere, senza difficili pretese, l'entrata di quella grande area, per permettersi di rivolgere ultimo sguardo all'altrui identità. <Spero di poterti incontrare nuovamente.> Un augurio, debole e leggero. <Cerca di sopravvivere.> Quanto basta per incidere il suo saluto, con annesso ripiegar del cranio. Nessun movimento della mano, nessun congedo verbale. Basterebbe quello, minimo quanto essenziale, per scomparire poi nell'oscurità delle tende, scivolando elegantemente verso una direzione, dopo essersi assicurato sia il cambio che la salvaguardia della ragazza. [Chakra On][Equip.Scheda][Exit]

01:28 Hayame:
  [Limitare Foresta] Ormai in prossimità della tendopoli, le luci e le voci si fanno più nitidi. Un'aria familiare accoglie la ragazza, e la sensazione di tensione dovuta invece al luogo precedente abbandona definitivamente il suo corpo, che va dunque a rilassarsi nella postura delle spalle. <Perché non ti conoscevo> risponde a quella prima domanda <In un certo senso avverto che quel tipo di temperamento permetta di mantenere un certo distacco con gli sconosciuti. Mentre porre già qualche sorta di ironia aiuti di più a prendere confidenza> gli confida ancora, permettendogli di conoscere il suo pensiero a riguardo. <Hai ragione, non sempre serve> dice voltando gli occhi verso di lui e aggiungendo subito dopo <Koichi-sama> pronunciato con complicità. Si ferma dinanzi a lui quando arriva il momento del congedo, e annuisce alla sua frase sul non morire pronunciando una frase che pare essere stata inculcata alla ragazza <Non bisogna avere fretta di morire, sì> congiunge le mani una nell'altra in una presa morbida. <A presto, ma fa più attenzione tu: io resto qui al campo, sei tu quello che rischia di più immagino> ormai il tono ha perso qualsiasi tendenza ad essere scontroso. China il busto e il capo in segno di saluto, ponendo le braccia lungo i fianchi. Si dilegua tra le tende con calma, dopo aver visto lui allontanarsi.[Exit]

Semplice giocata di conoscenza tra Koichi, durante una ronda del perimetro, e Hayame, Deshi che gironzola da sola nelle prime zone della foresta.