Per Medusa.
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Giocata del 19/05/2020 dalle 15:50 alle 22:19 nella chat "Spiaggia"
Lontano dalla sua amata dimora. Da quella Foresta ormai adibita a ‘casa’. Quest’oggi il suo momento post – ronda lo passa lontano dalle Mangrovie. Si trova già sul manto sabbioso della spiaggia con quella nebbia rarefatta avvolgente a disturbare il campo visivo. Ormai quasi non la nota, frutto dell’abitudine instauratasi. Lo scandire del tempo è dato dal semplice susseguirsi di giorno e notte senza rendersi conto di quanto ne sia passato effettivamente, di quale sia l’orario, troppo indaffarato a svolgere gli ordini imposti dai suoi superiori, seppure la maggior parte è trascorso nella sua stessa testa nel ricordo di quei brevi attimi passati con l’amata Doku. Ed è proprio quello che sta facendo ora. Avanza, silenzioso, con ambedue le mani riposte penzolanti vicino al busto, mosse da quell’intercedere delle leve inferiori. Le pupille sono dilatate, con le palpebre ben larghe a delineare il suo essere sovrappensiero. Nella sua mente si trova sull’Isola Nera, in quell’incontro di pochi giorni fa con Medusa. Rivive il tempo dilatato, il suo profumo, la sua voce nel vano tentativo di ricreare un nuovo momento con lei. Fittizio, non reale. Quanto vorrebbe trovarsi lì, proprio per questo la testa si scuote in un segno di negazione. Afflitto da come sia costretto a vivere nell’immaginazione per passare quanto più tempo possibile con la Doku. E’ un ragazzo particolare il Kokketsu, uno di quelli che mette ben poco a freno i sentimenti quando ne riesce a provare qualcuno. Proprio per questo, ora infatuatosi di lei non può che passare la maggior parte delle sue giornate nella sua stessa testa, ad immaginare ciò che non potrà mai avvenire. Torniamo così di nuovo a quella parola. ‘Afflitto’. Questa sensazione si palesa in volto da un piccolo sbuffo < pfff .. > richiamandosi automaticamente nel mondo reale. Cammina sul bagnasciuga della spiaggia con le orme dei sandali lasciate sulla sabbia per qualche attimo prima che il costante moto ondoso del mare non ne cancelli l’esistenza. Il Kokketsu indossa una tuta completamente nera, costituita da una maglia a maniche lunghe atta a coprire le copiose cicatrici sugl’avambracci. I pantaloni, si stringono alla vita tramite una cinta a cui si aggancia la tasca porta oggetti posteriormente ed il coprifronte penzolante di fronte all’anca destra legato tramite un semplice nodo. A metà di ogni coscia vi sono le tasche porta kunai shuriken, tenute dal loro stesso cinturino. Non un disegno, nessun dettaglio presente sul vestiario che lo ricopre. Quel nero contrata visivamente la pallidissima carnagione da vampiro. Il sangue nero pulsante risalta nelle giugulari e nelle altre vene superficiali. Macabra visione per i più, essendo la sua corporatura alquanto esile e il suo colorito più appartenente ad un morto che un essere umano vivo e vegeto. Immancabili, gli occhiali da vista trasparenti albergano interponendosi tra il campo visivo e le iridi castane. [Equip. coscia SX: Kunai (x2); Fumogeno (x2); Carta bomba(x4); | Equip. coscia DX: Fuuda libero (x2); Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1); | Tasca portaoggetti:; Tonico recupero Chakra speciale (x1); Tonico curativo speciale (x1); | Avambraccio SX: Fuuda (x1) con tronchetto da sostituzione(x1) su cui incollate 2 carte bomba (x2) già attive;] Passi lenti quelli della Nara, costrettasi ad uscire dalla tenda per fare due passi. Non ha ancora ricevuto alcuna notizia da Saisashi, se non un certo messaggio misterioso senza il mittente. Si lascia andare ad un ennesimo sospiro con l'aggrottarsi delle sopracciglia. Non vuole ancora ricorrere né al Sigillo dell'Empatia né ad Irraka, il quale le riderebbe sicuramente in faccia -orgoglioso com'è- se gli dicesse che deve cercare un uomo ch'è scappato da lei. Ne riderebbe chiunque. E' strano che la Kage faccia paura a qualcuno, solitamente viene perlopiù sottovalutata per via del suo animo buono e gentile. Ma vabbé, passiamo oltre! Non dà particolare peso alle differenti figure che passeggiano a loro volta sulla spiaggia, sperando che nessuna di queste ne disturbi il camminare. La donna ha dovuto optare per un abito più leggero e differente dal solito yukata che indossava. La parte superiore è formata da un tessuto rosso acceso simil kimono, con una chiusura a V sul petto che lascia sì intravedere la pelle e lo scorcio, ma evitando di sembrare provocante. Non ne trova il bisogno. I lembi sottostanti son infilati in una gonnella con una fascia elastica che ne copre la vita, d'una tonalità scura tendente al grigiastro. Le giunge sin ad altezza delle ginocchia, dotata di piccole frange che non ne limitano i movimenti. Sulle spalle, inoltre, di seta fine, v'è un haori bianco con delle maniche larghe e giungenti sin alla chiusura del gomito; dietro la schiena, ad altezza delle scapole, vi è raffigurato sia il simbolo del Villaggio della Foglia in rossiccio e quello del Clan Nara in nero subito sotto. I bordi delle maniche son circondate anch'esse di rosso, mentre è lasciato aperto sul davanti. Tramite un cinturone, vi son agganciate le due katane dalle quali difficilmente si separa, poste precisamente sul fianco sinistro. Attorno alla coscia destrorsa, v'è una tasca Porta Kunai e Shuriken con oggetti non dissimili da questi ultimi al suo interno. Sul gluteo sinistro, infine, porta anche una Tasca contenente degli oggetti utili quali tonici -sia di recupero chakra che coagulanti- e Fuda di differente genere. Avendo le braccia scoperte, sgombre persino dei vambracci metallici che solitamente userebbe nelle battaglie o nelle missioni alle quali prende parte, son visibili delle sottili cicatrici frastagliate e poste più o meno su gran parte di esse. Son talmente parte di sé che non se ne cruccia oltre. Attorno al collo, troviamo anche una fascia cremisi ed una collana recante il ventaglio degli Uchiha, sempre in bella mostra; tra i lunghi ciuffi rosei, tenuti sciolti, capeggia invece il coprifronte di Konoha. Gli occhi color del ghiaccio vagano lungo la sabbia, cercando probabilmente qualche ricordo: una conchiglia, un bracciale perduto oppure il mero ricordo di come fosse essere felice. [Chk On] Visibilmente annoiato il passo del Genin. Il suo perpetuo percuotere il manto sabbioso è alquanto flebile, permettendogli di avanzare con piccolissimi passi. La mano destra viene alzata portandola sull’asta dell’occhiale, nello stesso lato. Indice e pollice la fissano andando a scuotere l’intera montatura come a voler riposizionare in miglior modo quell’oggetto. Subito dopo il mento si alza e con lui tutto il capo. Lo sguardo viene portato al suo fronte non puntando più in basso. Potrebbe facilmente avvedersi di una sagoma, non di più . Dannata nebbia. Richiamatosi ormai nel mondo reale non farebbe altro che direzionare quelle flebili falcate verso quella direzione. Ad ogni falcata la distanza tra i due s’abbrevierebbe e ben presto dovrebbe divenir visibile al Kokketsu il vestiario e soprattutto le fattezze dell’altra. < mh ? > Il capo s’allunga, spinto in avanti dalla colonna cervicale che si rettilineizza. Aggrotta lievemente la fronte come a non voler credere ai suoi occhi. E’ un tipo strambo il Genin ma così tanto da avere le allucinazioni ? In realtà, sì . Nei giorni scorsi ha passato diverse ore fantasticando su quest’incontro, proprio dopo la richiesta della sua amata Medusa. Di quella strategia che potrebbero metter in atto per iniziare a mettere in moto eventuali azioni del Crepuscolo, ed appunto, di come il Kokketsu avrebbe dovuto al più presto dovuto incontrare l’Hokage. Sgrana gli occhi, quindi, come a voler accertarsi che quella figura non sia frutto delle sue abitudinarie allucinazioni da pillole del Rasetsu. < Fu – fu .. raya .. > la testa si inclina verso la spalla destra < - sama ? .. > la voce è spezzata dall’incredulità. Non tanto per l’averla incontrata ma per quanto sia lui stesso impreparato a tale incontro. Ha necessità infatti di utilizzare una buona strategia per raggiungere un primo passo verso il suo obiettivo. Le labbra rimarrebbero schiuse, con il mento che penzola sorretto dalla muscolatura masseterina < mi aspettavo di incontrare chiunque, meno che lei sulla spiaggia .. HIHI .. > sghignazza in quella stridente risata ormai divenuta più un tic .. La testa verrebbe inclinata, proprio per porgere un segno di rispetto verso l’altra. Non è la prima volta che la incontra, ma la prima in cui ha una conversazione a quattr’occhi. La mano destra verrebbe subito alzata come a voler sorreggere gli occhiali da una eventuale caduto dovuta alla posizione intrapresa. Quell’inchino durerebbe ben poco, prima di riportarsi in stazione eretta. Il volto è visibilmente agitato, all’altra sarebbe piuttosto palese. Seppure la motivazione di quell’agitazione è ben lontana da una genuina eccitazione per quell’incontro. Ed ora ? Beh il Kokketsu, non può tirarsi indietro. Quell’incontro di cui necessitava sta avvenendo ed è lì proprio ora. Starà a lui saper sfruttare al meglio quell’occasione. No ? Come potrebbe deludere la sua amata Doku? Mille le domande, mille motivazioni che palesano quella smorfia di preoccupazione sul volto, ma tutte ben lontane da quel rispetto che molti nutrono verso la Judai Hokage. [Equip: lo stesso] La solita dannata nebbia non permette una completa visuale dei dintorni, pur trattandosi di ninja esperti come lei. E' costretta a socchiudere le palpebre, volendo meglio affinare i sensi e accertarsi che non vada a sbattere contro nessuno. Soltanto giunti a pochi metri, infatti, potrà rendersi conto della presenza d'un Ninja di Konoha molto particolare. Non lo conosce né la sua fama le permette di capire chi sia, tuttavia piega appena il capo di lato con espressione interrogativa e dubbia. <Salve anche a te.> Lo saluta di rimando, per quanto quello altrui non sia passabile di saluto alcuno considerando come ne abbia pronunciato soltanto il nome. Arresta il proprio passo, ponendosi or ad egli frontale costretta a tener gli occhi un poco sollevati data la differenza d'altezza. Non mostra ancor nessun sorriso, bensì appare molto neutra e anche abbastanza seria. Non ha motivo per sorridere, adesso. Colui che le aveva promesso di restare e mantenere fede alla promessa fattale di farla sorridere s'è allontanato da lei per timore. Ogni giorno, ogni momento in cui questo pensiero si insinua nei propri fa sì che le giunga una sfilettata al cuore e alla bocca dello stomaco. Cerca di scacciare quel pensiero, vuole che svanisca. Non può convivere sempre con delle ferite, deve fare in modo ch'esse vengano chiuse in una scatola mentale tale da non farle uscire mai più. Per superare quella di Ryota, alla fin fine, ha agito quasi nello stesso modo seppur ci siano voluti anni per uscire da quella incresciosa situazione. <Beh, cerco anch'io modi per sfuggire alla mia routine quotidiana.> Ammette, stringendosi appena nelle spalle e mostrando un primo quanto debole accenno di sorriso nei suoi confronti. Giudicare dalle prime apparenze lo ha sempre reputato sbagliato, pertanto scruta Rio per cercare di capir qualcosa in più su di lui. Probabilmente, soltanto affrontare questo nuovo incontro la porterà avanti nella conoscenza. <Certo, sembra però una presa in giro se ogni volta che esco dalla tenda mi ritrovo immersa nella nebbia.> Lascia persino fuoriuscire una piccola risata di contorno, ma niente più di questo. [Chk On] Ormai in stazione eretta al fronte dell’Hokage. La scruta, stando ben attento a non sembrare troppo invasivo e penetrante con quello sguardo. Alquanto insolito per lui, visto che spesso non si preoccupa delle reazioni altrui. Ma questo è una situazione speciale, no ? Sta bene attento a controllare ogni sua smorfia, come a voler contenere quel suo carattere eccentrico e così particolare. La ascolta rivolgere il suo saluto di responso < oh .. sisisi , giusto .. > come non detto, non resiste, non riesce a mascherare il suo carattere. Ben notabile da come ripeta spesso le stesse parole, ma soprattutto da come le braccia e mani vengono alzate in quel suo tipico gesticolare accompagnante le parole proferite .. Annuisce, celermente, affiancando quelle ripetute affermazioni < .. sono Rio .. Kokketsu .. mi s – scusi .. > di nuovo il capo viene abbassato in un altro inchino .. con il braccio sinistro largo e lontano dal busto mentre il destro si porterebbe flesso al fronte della pancia. Teatrale, come sempre. La posizione viene mantenuta per poco tempo, tornando eretto e con le braccia al fianco del busto. Ne segue il discorso con la bocca socchiusa, cercando nel mentre di studiare un modo per intraprendere e volgere la conversazione nella prospettiva necessaria < immersa .. dalla nebbia .. HIHIHIHI .. > scoppia di nuovo in una stridente risata. Acutissima, per molti fastidiosa. Sarebbe molto più prolungata del solito, proprio a sottolineare involontariamente quell’agitazione del momento, nonostante non sia finta. D’altronde basta ben poco per farlo ridere, anzi, molto spesso ride anche senza un reale motivo. < beh posso solo immaginare quanto lavoro abbia da fare Furaya-sama .. ma fa bene a sfuggire alla sua routine ogni tanto .. sennò poi invecchia prima .. > le mani si muovono davanti il viso in quel suo gesticolare, concludendo con gli occhi che si fessurizzano per un attimo, immaginando l’altra per un attimo piena di rughe < HIHIHI > di nuovo sghignazzerebbe solo al pensiero . La mano destra si porta immediata davanti la bocca come a volerla mascherare, seppure sarebbe fin troppo sonora da bloccare con quel semplice gesto. Non intende offenderla, ma il ridere è parte integrante di ogni suo discorso, ben presto potrà comprenderlo anche l’Hokage in persona. Attenderebbe qualche attimo prima di scostare la mano destra da davanti le labbra . E’ completamente in panne in questo momento. Cerca in certo senso di mantenere la conversazione viva nonostante in ogni momento morto la sua testa elabori una qualche strategia così da poter avanzare quel discorso nella direzione desiderata. Analizza, ragiona, poi ride e parla e viceversa. Indaffarato in troppe cose, quest’aspetto potrebbe palesarsi all’Hokage in quel suo essere impacciato. A suo favore, senza dubbio, il carattere particolare che lo contraddistingue. Quella risata, quei discorsi senza senso, quel modo di fare non propriamente consueto. Per ora è in panne, preso alla sprovvista da quell'incontro improvviso. [Equip: lo stesso] A sua volta, non si smuove dalla precedente posizione, bensì resta frontale all'individuo che si presenta poi come Rio. <Kokketsu?> Non ha mai conosciuto nessun altro all'infuori di Yukio che facesse parte di quel Clan. Non ne conosce le grandi doti, avendo potuto però vedere direttamente in battaglia, quand'era soltanto una Chunin inesperta, uno tsunami di sangue spazzare via i nemici di Suna. <Non sei un Ninja al servizio dell'Hasukage da quel che posso notare.> Ne indica il coprifronte sul fianco, penzolante ma comunque indossato a suo modo. Lei lo ha sempre indossato sulla sommità del capo, tra i capelli rosei e legato dietro la nuca. Ognuno, alla fin fine, lo porta a modo proprio. <Oh, non c'è bisogno di scusarsi, Rio!> Esclama, mostrando invece un sorriso allargatosi da un lato all'altro, mostrando appena la fine e bianca dentatura. L'altrui risata le mette un certo senso di inquietudine, ma dopo aver avuto a che fare con Yukio non si sorprende del fatto che altri membri del Clan di quest'ultimo abbiano delle attitudini particolari, oppure che ridano in maniera assai sguaiata. E non ha conosciuto la punta di diamante della follia in casa di Kokketsu, meno male! <Già. Non vedo l'ora di poter tornare a Konoha.> In carne ed ossa, avendovi mandato una copia palese ed identica di lei fatta esclusivamente di Chakra. E se la copia fosse quella davanti a Rio? Sarebbe assurdamente difficile capirne la differenza. Si passa una mano tra i capelli, scostandone qualche ciocca per evitare che ne ricadano innanzi al volto. Del resto, non si sposta poi molto dalla posizione assunta, poggiando però l'arto sinistro sulle rispettive else delle katane che porta sul fianco corrispondente, lasciando la mano poi a penzoloni vero il basso. Non è affatto una posa minacciosa, anzi è piuttosto rilassata in quel che si può vedere di lei, la quale però non lasciare trasparire chissà quali emozioni al momento. Gli occhi sono rattristati, per quanto cerchi in tutti i modi di non darlo a vedere: ha dei pensieri, molti dei quali ne affollano il cerebro e sono legati ad una dannata scimmia gelosa. La normalità non fa per lei, non potrebbe mai permetterle una vita agiata come invece vorrebbe davvero avere. <Esatto, ho proprio bisogno di un po' di svago ogni tanto.> Ammette con un altro piccolo sorrisetto a far capolino sul tondo visetto. <Tu, invece? Perché sei qui sulla spiaggia?> Una domanda come un'altra alla fine, cercando di sondare il terreno e comprendere meglio l'animo dell'oscuro figuro di fronte. [Chk On] Come lei ben nota il coprifronte è indossato. Non nel consueto modo, ma pur sempre con lui. Lo porta non a rappresentazione di quel legame tanto odiato con il Paese del Fuoco, bensì per la convenienza in terra d’Alleanza. D’altronde aggirarsi senza non sarebbe una buona idea, diciamocelo. < oh, sì Kokketsu .. lunga storia Furaya – sama .. > in realtà non saprebbe neanche come spiegarle la sua trasformazione e trovare il modo di spiegarle quella sua ossessionata ricerca del Potere .. Cerca di sviare infatti < comunque no, sono al suo completo servizio Hokage .. > il dito indice sinistro volgendosi verso di lei mentre la mano destra afferra il coprifronte rendendolo completamente visibile all’altra. Qualche attimo prima di mollarlo e lasciare penzolare sorretto da quel nodo. Le iridi castane rimangono posate su di lei a notarne ogni smorfia, non può capire cosa l’affligge ed in realtà neanche si rende conto del suo apparente stato d’animo troppo indaffarato a stare ben attento alle parole che pronuncia. D’altronde potrebbe dire qualcosa di molto stupido o qualcosa che sveli il suo animo nero, cupo, tetro e completamente appartenente al crepuscolo. < oh sì .. come la capisco Furaya – sama .. ne parlavo l’altro giorno con Sakir-kun .. quando lei ci ha dato la possibilità di restare qui o tornare ho avuto un periodo di indecisione. . > inumidisce le labbra per poi raggruppare della saliva nella bocca e buttarla giù oltre l’epiglottide, ingogliandola nel tentativo di inumidire la faringe completamente secca dalla continua sudorazione del Kokketsu < c – a – s - a .. è pur sempre casa .. > un tono basso e spezzato, dovuto proprio alla secchezza della sua gola. Quanta menzogna in quelle parole ? Quant’è sfacciato a dire questa cosa di fronte a lei ? Ma è pazzo ed ora non intende tirarsi indietro nel momento di occasione creatasi .. < vede .. ho appena finito il mio turno di ronda ed ero venuto qui ad allenarmi .. ma sto perdendo gli stimoli sa ? .. > replica così da non monopolizzare il discorso. Fa spallucce alzando le mani verso il cielo con gl'avambracci semiflessi all'altezza del gomito. Cerca di creare uno spiraglio, un punto di luce che possa a sfruttare a suo favore in quel discorso. Ma quanto è in difficoltà? Troppo . Non avrebbe mai pensato che tale incontro lo avrebbe messo così duramente alla prova. < Le va di camminare un po’ ? > il dito indice si volge verso la destra dell’Hokage indicandole, appunto, quale direzione potrebbero intraprendere. Qualora lei accetti, muoverebbe le leve inferiori verso quella direzione affiancandola. Sarebbe, inoltre, un modo per non fronteggiarla e non avere quel suo sguardo puntato addosso. Un modo per far scendere l’agitazione di quel momento così provante per il Genin. La sudorazione di quel pallido corpo aumenterebbe vistosamente. Messo alla prova in modo psicologico, però lui non demoderà e sapete perchè ? Beh, per Medusa, farebbe questo e molto altro. [Equip: lo stesso] Lunga storia. Yukio dovrà spiegare così tante cose che ha ormai perso l'inizio della lista che servirebbe esporgli. Per fortuna, sa bene che può disquisire con sua maestà quando appena è disponibile, pertanto non si preoccupa granché in merito al beccarlo. Se sol si nascondesse, saprebbe anche dove andarlo a cercare. L'accampamento è ormai diventato un connubio tra quello di Konoha e di Kusa, quindi ha avuto modo di ispezionarlo e di visitarlo ormai parecchie volte, sia di giorno che di notte, imprimendosi nella mente le differenti tende e assicurandosi una visione chiara di esso. In questo modo, ha potuto spedire i lupi a circumnavigare il perimetro e allontanandosi da esso soltanto per immettersi nella foresta, agendo come un branco assieme a lei che, pur non essendone capo branco, ha fatto molto per farsi accettare da Fenrir e dagli altri suoi lupi quando giunse il momento. <E' una storia che vorrei conoscere, Rio. Ma comprendo che potrei essere la persona meno incline a cui raccontarlo. Dunque, rispetterò qualunque tua decisione.> In breve, glielo sta chiedendo indirettamente di scoprire le carte, anche perché finirebbe comunque con lo scoprirlo prima o poi minacciando Yukio. D'altro canto, lui l'ha aiutata nell'apprendimento della Dislocazione con sigillo così come la possibilità di unire gli accampamenti. Ma anche lei, a sua volta, ha dovuto chiudere spesso un occhio sugli atti commessi, uno dei quali -tanto famoso- la morte di Kurako Senjuu per sua mano. Abbassa per un attimo lo sguardo, comprendendo quell'indecisione, la stessa che lei ha avuto nel doverla dare totalmente in mano ai ragazzi e ai Ninja. <Tuttavia, sei rimasto qui.> Riporta le iridi azzurre sul viso del giovane, gesticolando appena con la destrorsa che s'alza in aere e si muove leggiadra. <Potrà pur voler dire qualcosa, non trovi?> Lo invita, nuovamente in maniera indiretta, a comprendere la sottile domanda che si cela dietro quest'ultima. Perché è rimasto se reputa Konoha come una casa? Perché non è tornato indietro come, invece, hanno scelto di fare gli altri prima e dopo di lui? Porre sempre le medesime domande la farebbe tornare nella routine quotidiana già troppe volte affrontata, per questa ragione cerca metodi differenti per entrare nella psiche delle persone, per conoscerle e scoprire di loro qualcosa in più di quel che vede. <Gli stimoli? Siamo perennemente in battaglia, anche se ultimamente la situazione pare essersi stazionata.> Ferma da quando ha ucciso il Mizukage e ha tolto un braccio potente ed armato dalle viscide e deplorevoli mani del finto Dio. Ma non è finita e questo dovrebbe saperlo anche Rio. <Dobbiamo terminare quest'affronto, ma per farlo bisogna scoprire dove il nemico si nasconde.> Aggiunge, stringendo appena le spalle ma non per questo facendo credere che di ciò non le importi. Tutt'altro. La sua mente è sempre volta alla risoluzione dei problemi che affliggono il mondo, specialmente se quella minaccia ha osato sfiorare Konoha. <Certamente.> E gli darebbe modo di muoversi per primo, cosicché possa affiancarlo. [Chk On] Si iniziano a muovere su quella spiaggia. Il Genin si posiziona alla sinistra dell’Hokage volgendo lo sguardo al suo fronte, assicurandosi di non aver sempre sotto controllo ogni smorfia fatta e facendo un notevole sospiro di sollievo. Idealmente . Le leve inferiori s’alternano in quella cadenzata camminata con il coprifronte che inizia a dondolare per forza d’inerzia producendo un lieve suono metallico < ma certo Furaya-sama .. non vedo perché non dovrei raccontarglielo .. > sibila sincero e secco. D’altronde deve pure aprirsi con lei, un minimo < vede un giorno ho incontrato un tipo nella Foresta e sono entrato a contatto con il suo sangue. Così ho risvegliato la capacità tipica di ogni Kokketsu. La capacità di controllare il mio sangue .. più o meno .. > vago nella descrizione, bensì cerca di dare una risposta abbastanza soddisfacente all’Hokage. Le braccia nel frattempo si muovono in quel gesticolare perpetuo, ad enfatizzare ogni sua parola. L’ascolta quindi parlare di quella loro casa, comune, con cui però hanno due approcci così lontani l’uno dall’altro. La segue in quell’analisi, annuendo al suo dire < certo .. ma sa .. sono abbastanza testardo, ho giurato di concludere il mio compito come Shinobi qui, prima di rientrare a Konoha .. > sibila sempre stando ben attendo alle parole proferite con estrema calda. Anche ora, dopo aver sibilato quel suo dire andrebbe a deglutire la sua stessa saliva nel tentativo di inumidire la gola secca. Conseguenza delle continue bugie che sta proferendo in presenza del massimo esponente del suo villaggio. < ooh , si certo gli stimoli nella battaglia lì avrò sempre, però parlo più della mia capacità di migliorarmi .. quando mi alleno ho la sensazione di non migliorare .. > la voce si farebbe più bassa, quasi malinconica cercando di trasparire preoccupazione. In maniera forzata, ovviamente. Lo sguardo si perde al suo fronte mentre continua < mi alleno sempre solo, faccio sempre gli stessi esercizi, sempre le stesse tecniche, sempre gli stessi metodi .. > il volto, solo ora, ruota verso quello dell’Hokage puntando le iridi castane verso di lei . La rotazione sarebbe guidata dalla contrazione della muscolatura cervicale < non potrebbe consigliarmi qualche nuovo metodo, qualche nuovo stimolo ? > di colpo quel suo pronunciare sarebbe più veloce, deciso.. serio. E’ arrivato finalmente al momento caldo del discorso, la muscolatura del viso sarebbe controllata al massimo, forse fin troppo apparendo tirato in volto. Il passo sarebbe ancora vivo, adeguato alla velocità dell’Hokage così da spalleggiarla in quella camminata. < e crede che manchi molto per scovarlo .. ? > domanda, ora ritornando al discorso sul dio. Non che gli interessi a pieno, però sta ben attento a non apparire così distaccato dalle problematiche quotidiane che li affliggono. [Equip: lo stesso] Il di lei passo si equiparerebbe a quello del Kokketsu, facendo sì che possano avanzare in sincrono sulla sabbia dorata della spiaggia di Kiri. Non può mai pensare al doppio fine del ragazzo, troppo sicura del fatto che tra i konohani non possano esistere simili atteggiamenti né pensieri nefasti. Il Baluardo della Pace va difeso e si ha bisogno di gente capace di farlo, con analogo pensiero votato esclusivamente al fine ultimo. In Izayoi specialmente e ancor prima in Ryuka, ha proprio potuto vedere quest'orgoglio, la fiamma del Fuoco che arde viva anche nella nuova generazione od in parte d'essa. Ma già vederne una fiammella è qualcosa, vuol dire che potrà accrescere man mano e col tempo, ammesso posseggano una valida guida. Sembra soddisfatta dal racconto di Rio, tanto da limitarsi inizialmente a muover il capo per annuirvi. <Si tratta d'una innata particolare, in effetti.> Potrebbe non dover per forza seguire una linea di discendenza, se teniamo conto della descrizione e del racconto appena fatta da Rio. Non che questo interessi davvero alla donna, sia chiaro, le sue intenzioni e le sue attenzioni sono sempre rivolte ad un unico imperativo: la dannatissima Pace che vuole instaurare, ma non per questo costringere. Passa oltre, quindi, non volendo investigare oltre su quel che è accaduto poiché non è di suo particolare interesse. <Sono contenta di sentirtelo dire.> Perché dubitare? Non potrebbe intuire da un simile concerto di parole che si tratti, in realtà, delle più pure menzogne. <Qualsiasi decisione presa sarebbe stata per me la migliore. Non potevo permettere che una mia decisione gravasse su chiunque. Come hai detto anche tu prima, "casa"> E quivi si stringe nelle spalle appena, continuando a spostar il pié manco innanzi al gemello nel suo peregrinare. <è casa.> Conclude il suo proferire con un luminoso sorriso che nasconde gli occhi malinconici della Nara. Quando può. Sono ormai tornati ad essere perenni sul di lei volto, nonostante cerchi di non pensare a lungo a ciò che la sta distruggendo dall'interno. <Non voglio essere invadente, ma hai provato a chiedere aiuto all'Hasukage? In fondo, possedendo la sua stessa innata, dovrebbe essere tranquillamente in grado d'aiutarti. In questo modo, avresti degli stimoli oltre ad una valida guida. Oppure, ancora, potresti chiedere a quell'uomo che hai incontrato e che ti ha fatto dono dell'innata.> Ragiona apertamente, senza peli sulla lingua, dandogli modo di comprendere come poter fare per avvantaggiarsi, per migliorare e per trovare gli stimoli che sembra non possedere oltre. <Allenarsi da solo è fondamentalmente sbagliato. Finché si è soltanto agli inizi, finché si vuole soltanto apprendere qualcosa, da soli è un metodo corretto. Tuttavia, allenarsi con qualcun altro, specialmente se del proprio livello o della propria stessa età, a volte può essere il metodo migliore. In questo modo, capiresti i tuoi reali punti di forza e di debolezza che, da solo, ti potrebbero sfuggire.> Gli spiega da brava Sensei. D'altronde, ha sotto di sé due Genin della Foglia che deve istruire, quindi questo suo lato non è mai totalmente assente ed anzi, appena può, cerca di sfruttare i propri insegnamenti per darne agli altri. <No, non credo.> E' una mezza verità, ma affatto una bugia. [Chk On] Proseguono in quell’avanzata con il capo del Genin che ruota portando il volto verso l’Hokage per poi riportarlo verso la direzione intrapresa, ritmicamente. Il discorso si inoltra, ben sorretto da genuine credenze per entrambi, seppure alquanto antitetiche. < oooh sisisisi .. > di nuovo oscilla nella sua eccintricità annuendo ripetutamente e riproponendo quelle ripetizioni nelle parole < è mooolto particolare come innata.. > replica semplicemente con un ghigno in volto. < beh s – i .. > si spezza la voce all’udire come lei citi le stesse parole usate dal Kokketsu poco fa. Quell’accezione di ‘casa’ riferitasi a Konoha. La gola si secca di nuovo lasciando quell’agglomerato di saliva appeso a metà faringe. Il respiro si ferma per un attimo con il diaframma che si blocca a metà strada < si , casa . > inumidisce rapido le labbra schiudendole di nuovo < infatti ho molto apprezzato la possibilità di scelta .. si vede come lei ha un animo molto gentile .. > lecchino !! (?) . Però va detto, coglie la palla al balzo, non è da tutti i governatori dare la possibilità al popolo di scegliere il proprio destino, e l’Hokage ha saputo lasciare carta bianca senza volersi imporsi. Lo apprezza, in realtà, nonostante non lo ammetterebbe mai. Neanche sotto tortura. < mh ? > l’attira in quel nuovo discorso riguardante l’Hasukage .. non ha tutti i torti analizzando con superba perspicacia la richiesta di consiglio dello stesso Genin < non ha tutti i torti Furaya – sama .. ma so che l’Hasukage ha già diversi allievi .. a questo punto dovrei ricercare il tipo della foresta ma non so quanto migliorerei .. > sincero, per la prima volta . D’altronde diciamolo a Zio Rasetsu deve tutto, persino la sua stessa vita, però cosa potrebbe uscire da allenamenti condotti da quel matto (?) e poi, con Rio, un altro che non ha tutte le rotelle a proprio posto.. < HIHIHI .. > scoppia in una risata delle sue all’immaginarsi un possibile allenamento condotto dallo Zio. No, opzione assolutamente SCARTATA!! < è proprio questo il punto .. sa? non ho metodo, non ho compagni di allenamento .. > .. di colpo s’arresta nella marcia. Le leve inferiori si poggiano con i sandali all’altezza delle spalle conficcandosi nella sabbia. Si blocca sul posto portando la mano destra sul nasello dell’occhiale e spingendolo indietro. La lingua si muove dentro il cavo orale schioccando delle parole molto indecise. Scandite. < avrei bisogno di consigli come questi ogni volta che mi alleno Furaya-sama .. non è che avrebbe tempo per insegnare ad un povero Genin quanto ritenga possibile insegnargli ? .. > lenta e molto rauca la parlata. Visibilmente agitato, quasi balbuziente. Ha avuto il coraggio di chiederglielo finalmente. Si è spinto così oltre solo per la richiesta di Medusa.. ormai lo sappiamo. Alza solo ora lo sguardo puntandolo tramite l’interposizione degli occhiali verso di lei. Ha semplicemente colto il momento del discorso. L’Hokage si è dimostrata un’ottima Sensei con quel semplice consiglio ed il Kokketsu ha preso la palla al balzo. Uno spiraglio, una luce, di quelle ricercate fin dalla prima parola proferita in quella conversazione. [Equip: lo stesso] Lento e ben cadenzato è l'avanzare, mentre proseguono anche nel disquisire. Il discorso dell'innata è destinato a decadere, non riuscendo a trovare altre domande inerenti che abbiano una validità od un motivo per nascere. Ne conferma soltanto le parole, anche lei ha potuto vedere molte innate particolari oltre che devastanti. <Ti ringrazio.> E china appena il capo innanzi a quel suo complimento, se tale possa venire definito, mostrando altresì un piccolo sorriso. Che lecchino eclatante, non c'è veramente che dire! <So che l'Hasukage ha già due allievi, ma è comunque un Capo Clan. Volente o nolente, è costretto in qualche modo a darti l'aiuto del quale necessiti in primo luogo.> Commenta, lei persino potrebbe fargli da portavoce, cercare di convincere il ragazzo a potersi porre nei di lui riguardi. Il tipo nella foresta fa presagire che non sia nessuno di particolare o che, in qualche modo, non è affatto preposto ad un ruolo di Sensei. Se solo sapessi, cara Hokage, diresti la stessa ed identica cosa. Un incontro tra i due è impensabile, due linee di pensiero diametralmente opposte. A sua volta, è costretta dal di lui fare a fermare il passo, ponendosi al di lui fianco e scrutandone attentamente le intenzioni, oltre allo sguardo. <Nessun compagno?> Aggrotta le sopracciglia verso il centro della fronte, rimembrando però come da bambina, da Genin, lei stessa non abbia mai potuto avere grandi amici per un'infanzia che l'è stata strappata. Quindi, non è impensabile che anche lui non ne abbia, specialmente nel clima di guerra in cui si trovano. <Facciamo così> Perché tutti vogliono farsi allenare da lei? Non bastavano Ryuka e Izayoi? Perché la gente vuole averla affianco o come Sensei? Non hanno paura della morte che su di loro potrebbe incombere? Non riesce davvero a capacitarsi di ciò. Quindi, prende un profondo respiro e inizia a sciorinare fuori quel che deve essere detto. <tu vai da Yukio, in primis> Glielo sta consigliando fin dall'inizio. <chiedigli di darti qualche insegnamento sull'innata. Te lo deve> Altrimenti, sarà lei pronta a farglielo ottenere. E' piuttosto pretenziosa quanto ci si mette. <e serve a te per capire come meglio utilizzare la tua innata. A discapito dei miei due allievi, dei quali conosco almeno le capacità, la tua innata è a me fin troppo estranea. Soltanto con le belle parole non si fanno i fatti.> Cerca di dargli un altro insegnamento, mentre gli occhi restano focalizzati sul viso altrui. Non si discosta poi molto, restandogli piuttosto affiancata ma voltandosi appena il necessario per averlo di fronte. <Quando avrai fatto ciò, ne riparleremo. Non ti sto dicendo di no, ma se vuoi tu stesso che io ti insegni qualcosa, vorrei che dapprima tu facessi ciò che è giusto per te.> Da brava -appunto- Sensei. Elargisce consigli e reputa che questo iter sia il più corretto possibile. Gli lascerà decidere, ma vorrebbe davvero molto che segua quanto da lei professato. Rio è ad un passo dalla meta... Rifiutare potrebbe voler dire non raggiungerla mai; assecondarla -beh- potrebbe far contenta la sua Medusa. Infine, in base alla risposta dell'altro, dovrà comunque congedarsi per tornare alla propria tenda. Anche questa nuova conoscenza è stata portata a termine, trovando delle valide risposte e delle nuove proposte. [end] Fermo sul posto ad attendere una risposta dell’Hokage. Il tempo si dilata andando a scandirsi in maniera completamente differente nella sua testa. Infatti è arrivato al momento cruciale di quel discorso e la sua proposta è stata fatta. La osserva, con il battito cardiaco ch’aumenta sincronizzato al respiro. Le labbra si schiudono parzialmente e la testa si inclina verso la spalla sinistra . < ha ragione . > sentenzia alla proposta di parlare prima con l’Hasukage. Ma magari fosse facile, gli ha recapitato una missiva da ormai tre settimane ed ancora attende una convocazione. E’ inoltre a conoscenza dello stretto rapporto tra i due Kage, quindi dopo tale proposta sarà costretto a recarsi realmente dal suo familiare altrimenti desterà sospetti inevitabili alla Nara. Quest’ultima, inoltre, analizza l’opzione con tutta la sua saggezza. Effettivamente l’innata comune con l’Hasukage fa si che sia necessario tentare con lui prima come sensei. Un piccolo punto debole della sua proposta.. ma che comunque ha sortito l’effetto di avvicinarlo un minimo a lei < ci andrò Furaya – sama . La ringrazio di questo suo consiglio .. > sibila , secco. Quasi deluso . < spero comunque di poter usufruire anche in futuro della sua compagnia e di altri suoi consigli .. sayonara Furaya – sama > la saluta, vedendola allontanarsi. Il Genin rimarrebbe ancora lì, in spiaggia a contemplare il mare e rilassare i nervi tesi da quell’incontro inaspettato. Non è andato come sperava, senza dubbio, però gli ha permesso di avvicinarsi un minimo a lei e di poterne fare la sua conoscenza. Si è messo alla prova quest’oggi con un test psicologico tra i più difficili mai fatti. Conversare per raggiungere un primo obiettivo, pronunciando così tante bugie in così poco tempo. Quasi sente la stanchezza nel suo corpo, frutto di tutte quelle calorie brucia per l’energie mentali. Soltanto il continuo ondeggiare del mare potrebbe rifocillare le sue forze, in quella cadenza ritmata. Guardalo Medusa, cosa è diventato. Chi è diventato. Dove si è spinto e chissà fino a che punto si spingerà solo per i tuoi voleri. La forza dell’infatuazione, di chi manipola un manipolatore. Un altro passo per il crepuscolo viene portato avanti, con il Kokketsu spinto da quella fiamma nera, oscura e buia, verso quegl’obiettivi personali intersecati con ideali puri come l’amore stesso. Bipolare, antitetico, come lo stesso Rio Kokketsu. [Equip: lo stesso] x [End]