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Black souls

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con Tenshi, Rio

15:51 Tenshi:
 Il porto. Quel posto che ha segnato la sua morte. E la sua rinascita. Torna lì spesso, per assaporare ancora quei momenti. Per assaporare quel vortice scuro che aveva visto con i suoi stessi occhi. Per cercare ancora quella figura misteriosa, che le aveva mostrato la bellezza dell'oscurità. Kioshi Uchiha. Vuole trovarlo. Vuole mostrargli ciò che, grazie a lui, è diventata. < Kioshi > ritorna a sussurrare quel nome nel vento, come se fosse qualcosa di inesistente. Come se quello fosse stato un semplice sogno e quella figura non esistesse realmente. Eppure, lei aveva toccato la sua mano. Si ricorda quel tocco lieve, che le ha mostrato la vita. Gli occhi blu notte sono fissi sul mare davanti a lei. E' seduta ai piedi del faro, con la schiena poggiata contro di esso. Come se stesse aspettando che quel ragazzo cada di nuovo dal cielo. I lunghi capelli rosa sono lasciati ricadere liberamente sulle spalle. Essi sono l'unica cosa che la tiene ancora legata, con un sottilissimo filo, al suo passato. Quel passato che, ormai, non conta più nulla. Quel passato che ha bruciato, come se fosse carta. Sul capo, non porta più nessun coprifronte. Ha fatto una scelta. Tagliare i legami. E ciò include anche stroncare il rapporto con il proprio villaggio. Perché Konoha stava per ucciderla. Era il villaggio a comandarla come una pedina. E' stato il villaggio a strapparle via tutto. E adesso non sente più l'appartenenza ad esso. Non vuole più essere mossa da nessuno. Combatterà la guerra per sé. Per migliorarsi, giorno dopo giorno. E per dimostrare al mondo quanto si possa diventare forti da soli. Indossa semplicemente un top nero a maniche lunghe e dei pantaloni larghi, anch'essi neri, che si stringono in vita ed alle caviglie. Sulla coscia destra tiene legate delle fasce elastiche bianche che reggono il portakunai nero. Ai piedi porta delle scarpe di tela nere, logorate dal tempo e dall'uso. Il polso sinistro, al quale di solito teneva legato il bracciale rosso che Onosuke le aveva regalato, quest'oggi è libero. Nessun bracciale lo contorna. Le mani, velocemente, verrebbero portate al petto, congiungendole e formando il sigillo della capra. Immaginerebbe, a quel punto, due sfere: una nera, l'altra viola. La prima, all'altezza della fronte, simboleggerebbe la propria forza spirituale. Da cosa è composta quest'ultima? Semplicemente, dal proprio buio. E' la vera essenza di sé. Quell'essenza che per troppo tempo era stata celata agli occhi altrui ed ai propri. La seconda, all'altezza del ventre, rappresenterebbe la propria forza fisica. Essa è composta da tutti i suoi sforzi. Da tutte le volte in cui si è impegnata al massimo. Dal potere che, poco alla volta, la rosata va acquisendo. E comincerebbe a far roteare le due sfere, dapprima sul loro asse. Poi le spingerebbe, l'una verso l'altra, all'altezza del petto. Qui, in un vortice scuro, cercherebbe di unirle, formando una sola sfera: quella del Chakra. Unica parte di lei che brilla ancora. E, se il richiamo fosse andato a buon fine, quella grande forza invaderebbe ogni sua cellula. E lei ne assaporerebbe la forza. La potenza. Un respiro, prima di sciogliere il sigillo della Capra. Un respiro, prima di abbracciare nuovamente ciò che è diventata. Yami. [Tentativo richiamo del chakra][Chakra 30/30][equip: 3xshuriken - 3xkunai - 1xcarta bomba - 1xfuuda con tronchetto sigillato]

16:04 Rio:
 Luoghi desolati e alquanto tetri. Questi i preferiti del Genin, luoghi ove possa contemplare il suo essere intrinseco, così distante da come appare. Visibilmente è una persona solare o comunque privo di qualsivoglia filtro, in pace con sé stesso e senza freni, ma dentro di lui si nasconde ben altro. Un essere tetro, appunto, proprio come quel luogo. Basterebbe guardare il suo collo, bianco, pallido come tutta la sua pelle ma qui le giugulari lasciano risaltare quella colorazione nera. Il suo stesso sangue. Quel sangue demoniaco di cui gli è stato fatto dono, quel sangue che è il primo passo verso il suo obiettivo perpetuo. Il Potere. Di qualsivoglia tipologia, in qualsiasi forma. D’altronde diciamocelo chiaramente, dopo il dolore patito per l’ottenimento del dono Kokketsu di cosa pensate possa aver paura? Quelle notti insonni ove il sangue nero si è impossessato piano piano del suo sistema circolatorio, spostandosi dentro i lumi vasali come carta vetrata . Un dolore mai provato, di cui oggi ne paga le conseguenze. Conseguenze soltanto positive ai suoi occhi, meno a quelli degl’altri. Appare infatti come un Demone, ma se ne frega, lui è così com’è e non ha intenzione di cambiare. Per l’esattezza appare come un Vampiro, con quella carnagione pallida, più simile ad un corpo morto da giorni che ad un corpo vivo e vegeto. I canini pronunciati e quelle vene superficiali piene di quel sangue, come già detto. Indossa una maglia nera, come i pantaloni. All’altezza delle cosce si trovano due fasciature a cui s’agganciano le tasche porta kunai. Una per coscia. Alla cinta, invece, si lega posteriormente la tasca porta oggetti, mentre penzola di fronte al fianco destro il Coprifronte di Konoha. Non troppo vistoso visto il legame bellicoso ormai instauratosi con il suo villaggio, ma comunque presente per convenienza in quella terra dell’Alleanza. I piedi si muovono nei pressi del Faro, lasciando che i sandali riecheggino nell’eteree ad ogni suo passo. Seppure ben presto tale suono cesserebbe. Le mani si legano nel sigillo caprino al fronte del petto. I suoi muscoli verrebbero spremuti, idealmente, di quel succo che gli permette ogni singola contrazione. Li passerebbe a rassegna ognuno, così da produrre la sua ‘spremuta’ di energie fisiche. Nel mentre nella testa farebbe ruotare una sfera nera. Piena di quegl’ideali e di quegl’obiettivi di cui vuole assicurarsi il raggiungimento. La sua forza di volontà, le sue forza psichiche. Prodotte entrambe le energie le convoglierebbe al plesso solare tentando di richiamare il proprio Chakra. Silenzio per ora in quel luogo, interrotto solamente dall’infrangersi delle onde contro la scogliera in quel perpetuo moto ondoso del mare.
[SE Chakra: ON] x [Equip. coscia SX: Kunai (x2); Fumogeno (x2); Carta bomba(x4); | Equip. coscia DX: Fuuda libero (x2); Pennello e inchiostro | Tasca portaoggetti:; Tonico recupero Chakra (x1); Tonico curativo (x1); Tonico recupero Chakra speciale (x2); Veleno inibente (x1) | Avambraccio SX: Fuuda (x2) con tronchetto da sostituzione(x2) su cui incollate 2 carte bomba (x4) già attive;]

16:27 Tenshi:
 Silenzio è ciò che la circonda. Una solitudine che la fa sentire in pace con se stessa. Non si era mai sentita così sola. Eppure, non si era mai sentita così bene. Perché ha scelto lei di vivere in quel modo. Ha scelto lei di recidere quei legami che aveva formato. E tutto, per un bene superiore. Tutto, per se stessa. Perché non poteva più permettersi di essere una debole. Non poteva più permettersi che quella disperazione la ingoiasse. Non voleva più addosso quella tristezza di cui si era rivestita. Vuole solo stare bene. Vuole solo vivere la vita per come viene. Ed assaporarla. Assaporare ogni attimo di quell'oscurità che, in quel luogo, è diventata il suo manto. Cosa penserebbe adesso di lei Onosuke? Forse, neanche la riconoscerebbe. E a lei andrebbe bene così. Perché non vuole più soffrire per qualcuno. E' vero, era stata lei a lasciarlo andare. Ma non poteva fare altrimenti. E adesso lei, quei sentimenti che provava per lui, li ha spenti. Come se fossero un interruttore. Lei lo ha premuto. E tutto è scivolato via. Tutto si è allontanato da lei, come se non fosse mai esistito. L'unica cosa che desidera adesso è combattere quella guerra. Mietere vittime. Assaporare il piacere di dare e ricevere dolore. Questo è il suo unico obiettivo. Vivere per il piacere di farlo. Non vivere comandata da qualcuno, come una marionetta. Non vivere legata a qualcuno, in catene. Vivere libera. Vivere per sé. Vivere per l'oscurità di cui si è appropriata. Quella è la vera essenza della vita. E lei è sempre alla ricerca dell'adrenalina che potrebbe darle un momento di scontro. Di tensione. Come se vivesse per la guerra. Come se si fosse trasformata in una macchina infernale, che miete vittime, senza distinzioni. Tutto questo, glielo aveva mostrato Kioshi. A lui deve la propria vita. Quella vita nuova e piacevole, di cui si era impadronita la settimana prima, proprio ai piedi di quel faro. D'un tratto, il silenzio viene rotto da dei passi. Il cuore comincia a battere più velocemente, perché nella sua mente è appena apparso il Mangekyo Sharingan. Quegli occhi che l'avevano spinta ad abbracciare il proprio buio. Si volta, andando alla ricerca di quella figura. Ma, neanche stavolta, si tratta dell'Uchiha. Scruta con i suoi occhi blu notte, ridotti a due fessure, il ragazzo che si sta avvicinando al faro. Pelle nivea, vestito completamente di nero. Che si tratti di un'altra anima scura? Piano si alza in piedi, facendo leva sulle esili gambe. E s'avvicinerebbe, se le fosse concesso, con passo lento, verso lo sconosciuto, fermandosi a qualche metro da lui. < Qual è il colore della tua anima? > andrebbe a chiedere, senza preoccuparsi nemmeno di chi sia il ragazzo che ha di fronte. [Chakra on][equip lo stesso]

16:42 Rio:
 Un piccolo e rapido brivido lungo la schiena. Così abitualmente percepisce l’attivazione della sua energia da shinobi. Quel tremito non è altro che il segnale, ben presto il suo chakra percorrerebbe il suo corpo raggiungendo ogni angolo, ogni articolazione dalla più piccola alla più grande. Non fa smorfie, non asserisce nulla, semplicemente il piede destro s’innalza dal terreno dando così nuova vita alla marcia poc’anzi stoppata. I suoi sandali neri rimbombano ad ogni contatto come lo stesso coprifronte il quale spinto dalla forza d’inerzia penzolerebbe producendo un rumore metallico. Neanche se ne accorge il Kokketsu, troppo assorto nei suoi pensieri o forse nel vuoto della mente. Non sembra, infatti, troppo immerso in sé stesso quest’oggi bensì propenso a muovere le leve inferiori senza una meta ben precisa come chi cammina per il semplice gusto di perdere tempo. La noia, questa sempre presente nella sua vita, soprattutto ora che la sua amata è così lontana. Medusa, colei che è riuscita a dare attenzioni per la prima volta ad uno come il Genin. Un tipo strambo, diciamocelo, un tipo che a primo impatto può sembrare ‘anormale’. Basterebbe parlarci un attimo, per rendersene conto. Lei, invece, le ha donato nuova vita, le ha dato un obiettivo, le ha dato un modo di riscattarsi di tutto il male subito. E da così tanto odio, nella testa di uno come il Kokketsu non poteva che nascere amore. Verso la Doku e ciò che incarna nel suo cuore. Fin troppo tempo è passato ormai dal loro ultimo incontro, bensì abbastanza per prendere consapevolezza di quel nuovo sentimento. I sandali sbattono perpetui sul terreno fin quando un rumore simile s’aggiunge . Lo sguardo si alza, andando a scrutare il suo fronte tramite le lenti degl’occhiali posti lì dove devono essere. Fissurizza le palpebre causando un inevitabile aggrottarsi della fronte . Si avvede ben presto di una figura femminile, s’avvicina con passo lento e capelli rosei, di un roseo quasi innaturale. Da come si muove pare proprio che la direzione sia il Vampiro < mh .. > le leve inferiori s’arrestano, lasciando che l’altra lo raggiunga e si fermi a pochi metri da lui . La fronte è ancora aggrottata seppure le palpebre si riaprono completamente potendo ben mettere a fuoco la figura della Senjuu . < mh ? > l’altra sibila quelle parole. La vita non è un gioco, si sa , ma di tante parole proprio quelle vengono proferite verso il Demone ? Nessuna presentazione, solamente quella domanda, secca, senza fronzoli. Il Genin in primo impatto abbassa il mento verso il collo ed inclina il capo verso la spalla destra, come stranito da quel quesito. Un espiro secco uscirebbe dalle narici mentre le labbra si assottigliano ed allargano formando ben presto un sorriso. La pancia si smuove, piena di quell’aria inalata. Sta nascendo una risata dentro di sé, che sta cercando di trattenere. Qualche altro espiro prima di non riuscire più a mantenere quel sorriso senza schiudere le labbra < HIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHIHI .. > una risata, stridula acuta, delle sue tipiche. Non la trattiene, ma come potrebbe? Nella sua testa ciò lo diverte e per questo non può lasciarla morire dentro di sé. Lo divertono troppo quelle parole, proprio per sono state riferite verso di lui. < HIHIHI .. > ancora la lascia andare, con entrambe le mani davanti la pancia come a voler contenere la continua espansione di quest’ultima. < .. me lo chiedi anche .. HIHI > le prime parole sibilano fuori accompagnate da un ghigno quasi sadico, mostrando tutti i canini pronunciati < non lo vedi da qui .. ? > la mandritta si alza, portando l’indice sulla giugulare di sinistra. Ruota il capo verso destra così da renderla ben visibile all’altra . < N – E – R – A .. proprio come il sangue .. HIHI .. > batte due colpi con quell’indici prima di portarlo in direzione dell’altra < e iiiil tuooooo ? .. > allunga le vocali, allargando gl’occhi e mantenendo quel ghigno. Sadico nel profondo, ma realmente divertito ancora da quella domanda. [Chakra: ON] x [Equip: lo stesso]

17:09 Tenshi:
 I suoi passi, dunque, s'arrestano, prima di pronunciare quella domanda. Una domanda semplice, ma strana. Una domanda che, probabilmente, Tenshi non avrebbe mai fatto a nessuno. Non ne avrebbe mai avuto il coraggio, non in quelle condizioni. Ma adesso, Tenshi è morta. Ed ha ceduto il passo a Yami. Non si fa problemi a dire ciò che le passa per la testa. Non più. Non vuole più limitare i propri pensieri. Non vuole più limitare le proprie parole. Non vuole più limitare le sensazioni che può guadagnare dalla vita. La reazione del ragazzo è ancor più strana della domanda appena posta. Ride, come se fosse divertito da quelle parole. Un mezzo sorriso spunta sul volto della genin, osservando la scena. Forse, potrebbe andare d'accordo con quello sconosciuto. Perché la sua domanda, a quanto pare non gli è sembrata poi così strana. Forse, anche troppo naturale. Ed osserva quella vena, pulsante, che viene indicata. La pelle nivea ne lascia trasparire il colore. Nero. Sangue nero. Sangue scuro. Difatti, le successive parole, confermano ciò che la rosata aveva pensato nel vederlo arrivare. Un'anima nera. E torna ad avvicinarsi verso di lui, con passo cadenzato, quasi felpato. Come un felino che ha appena adocchiato una preda succulenta. Le labbra vengono lievemente umettate dalla lingua, per poi lasciare intravedere i canini affilati. < Anche la mia è nera >. Adesso il sorriso comincia a mutare, divenendo sadico, mentre i passi avanzano. Perché tutto ciò che vuole adesso è il piacere della vita. E chissà se quel ragazzo, oggi, riuscirà ad accontentarla. < Sei un tipo interessante > sibilerebbe. Se lui non si fosse allontanato, si fermerebbe a qualche centimetro dalla sua figura. < Come mai la tua anima è nera? >. Adesso è ansiosa di sapere. E' ansiosa di scoprire cosa si nasconda dietro le altre anime come la sua. E' ansiosa di scoprire quel mondo ancora poco esplorato che è l'oscurità. Vuole saperne sempre di più. Vuole che l'oscurità diventi sempre più buia. Così da continuare ad assaporarla giorno per giorno. Senza mai stancarsi. Perché il buio è bellezza. Il buio è piacere. E lei lo ha capito: ognuno lo manifesta come più vuole. [Chakra on][equip lo stesso]

17:30 Rio:
 Un piccolo dolore a livello dell’addome, un fastidio quasi. Dovuto alla risata sonora poc’anzi avuta, talmente tanto divertito da quella domanda che non è riuscito più a controllarla. Di milioni di persone è stata posta proprio a lui, e poi così ? Secca, senza neanche un attimo per metabolizzarla. Nota l’altra avvicinarsi a scrutare la sua giugulare e quella sua pulsazione dovuta alla spinta cardiaca di quel sangue nero. Frutto di un patto con gl’inferi. < oooooo > la osserva mostrare un piccolo sorriso, come se la risposta le sia piaciuta. Raddrizza la testa il Genin riportandola in asse con il collo mentre sibila quelle vocali di stupore anche alla sua risposta . Una ragazza dai capelli rosei, la cui anima è nera, proprio come quella del vampiro < e il tuo sangue inveceee ? > replica la domanda, curioso di sapere di più. L’indice finalmente scosta dall’indicare la figura dell’altra posandosi nella direzione del Kokketsu < i – o . un tipo interessante ? .. > domanda curioso. Non è mai stato definito interessante, al massimo ‘fuori di testa’. Ne rimane dubbioso, aggrottando la fronte e cercando nella sua testa un significato a ciò che le ha appena detto la Senjuu < e .. perché ? > esatto. Perché lo trova interessante? Uno come lui che è sempre stato scansato dal popolo, visto come un pazzo porta rogne in quel villaggio di mangia ramen (?). < fai domande profonde .. sisisi , molto profonde .. HIHI > alza per un attimo lo sguardo andando a cercare in se stesso una risposta. Ma come potrebbe darla ? D’altronde ogni individuo è il frutto di ciò che gli viene fatto del tempo e dunque per poterle rispondere dovrebbe raccontarle la sua storia, dalla sua nascita, alle esclusioni subite fino alla sopraggiunta occasione di vendetta < la mia anima rispecchia come sono stato trattato .. mentre il mio sangue sarà l’arma per ridare tutto indietro .. HIHI > sibila deciso, mentre le pupille sono spalancate, a trapelare quel pizzico di follia nei suoi occhi. Come a voler lasciare uno spiraglio all’altra per farsi guardare dentro. Dentro se stesso, e mostrandole l’oscurità dentro quegl’occhi. La loro vicinanza, ormai dovrebbe essere molto esigua d’altronde < ma alla fine conta convivere con sé stessi .. il passato è il passato .. il futuro .. > le mani si alzano a gesticolare, teatrale come sempre. Muovendole da destra verso sinistra e dall’alto verso il basso e viceversa < .. il futuro .. HIHI .. sarà nero come le nostra anime .. HIHIHI > enfatizza la sua parlata concludendo quella stridula risata, subito sopperita. Pura euforia, pura voglia di far avvolgere questo mondo da quel caos promessogli da Medusa. Or dunque inclina la testa verso destra avvicinandosi ulteriormente al volto dell’altra. Mantenendo il contatto visivo, fisso < non ti chiedo perché la tua anima è nera .. non mi interessa .. ma ti farò un'altra domanda .. > le palpebre si fissurizzano dietro gli occhiali cercando di osservare ogni sua minima smorfia < hai imparato a conviverci ? .. > le mani si allargano mentre sul volto si ripalesa quel ghigno, divertito da tale discorso. [Chakra: ON] x [Equip: lo stesso]

18:03 Tenshi:
 Follia. Follia che gli occhi dello sconosciuto emanano. Perché la vita va presa come viene. E per apprezzarla in ogni sua sfaccettatura si dev'essere folli abbastanza. Altrimenti si muore. Altrimenti si viene uccisi. Una vocale viene fuori dalle labbra altrui, con tono quasi euforico. < Il mio sangue è rosso > guarda gli occhi dello sconosciuto, adesso, a qualche centimetro da lei. < Rosso come il fuoco >. Quel fuoco che la Morte aveva acceso in lei qualche giorno prima. Quel fuoco che aveva assaporato. Che le aveva bruciato le membra, in una sensazione di piacevole calore. Quel fuoco con cui aveva bruciato il proprio passato, come se niente fosse. Perché altrimenti, esso l'avrebbe distrutta. E non poteva permetterselo. Non poteva permettersi di morire in quel modo misero. Da debole. Circondata dai fantasmi e dai sensi di colpa. Doveva fare qualcosa. E Kioshi le aveva semplicemente mostrato la via da intraprendere. Lei si era lasciata guidare. Ed aveva scoperto la vita. Aveva scoperto quanto fosse bello vivere senza preoccupazioni. Quanto fosse bello vivere solo per se stessi. < Se tu non fossi un tipo interessante, non avresti sicuramente risposto alla mia domanda > risponderebbe, così, alle parole incuriosite del ragazzo. Curioso come quella vita, ogni giorno, le faccia incontrare nuove persone come lei. Con un colore da condividere. Il nero. < Non ti piacciono le domande profonde? >. Un altro sorrisino verrebbe rivolto all'interlocutore, mentre egli va alla ricerca della giusta risposta da dare. Forse era davvero una domanda troppo azzardata? Ma che importa ormai? La sua lingua non può fermarla più nessuno. Dirà sempre tutto ciò che le passa per la mente. < Vuoi essere un portatore di morte? > un'altra domanda, ribattendo ciò che lui ha appena detto riguardo al suo passato ed al suo futuro. Portatori di morte. Shinigami. E' questo ciò che sono. Perché il mondo ha un proprio equilibrio. E se vuoi allungarti la vita, devi uccidere. Le pupille altrui fanno trapelare quel pizzico di follia. La follia che serve a vivere quella vita, che, altrimenti, sarebbe troppo noiosa. Come lo era la vita di Tenshi Senjuu. Quando versava quelle lacrime inutili. Quando si disperava per dei legami inutili. Quando voleva venir fuori da quel buio che invece adesso ha fatto suo. E poi, il cambiamento. La purezza era stata cancellata. La sua anima era diventata nera. Come il futuro che la attende. L'interlocutore sembra assai divertito dal discorso e questo la rende ancora più euforica. Parlare di quanto si è neri, parlare della morte. Quello, lo fa stare veramente bene. < Io l'ho semplicemente abbracciata > non sa se questa risposta soddisferà abbastanza la curiosità altrui. Ma questo è ciò che ha fatto lei, proprio lì, in quel luogo, una settimana prima. Ha abbracciato la propria oscurità. Ha abbracciato la propria anima, nera, come la pece, ed è diventata un tutt'uno con essa. [Chakra on][equip lo stesso]

18:22 Rio:
 I loro volti sono così vicini. Come se volessero permettere all’altro di guardare oltre quell’inutile involucro di pelle che li avvolge. Di quegli strati di carne viva che non solo altro che la separazione tra le loro membra e l’esterno. Si fissano negl’occhi, vicini, ben consci che le iridi sono la porta di accesso dentro quel tempio demoniaco che si portano dentro i due. Negl’occhi marroni del Kokketsu traspare indubbiamente follia, pura follia, sadica in parte e genuina nell’altra. Bipolare, come il suo essere, seppur la sua parte più tranquilla è da un bel po’ che non prende il sopravvento. Rassegnata quasi al voler lasciare il controllo a quella priva di freni inibitori e sicuramente l’unica di rivendicare le ingiustizie subite. Le mani sono alte, frutto del suo continuo gesticolare, teatrale come sempre. Ascolta curioso la risposta dell’altra < oooooooh .. il fuuuocoooo .. HIHI > enfatizza la sua risposta notando come l’altra lasci trasparire il suo essere oscuro senza alcun freno. Lo apprezza, perché in un certo qual senso fissando quegl’occhi vede se stesso. Vede oscurità e l’oscurità è ciò che questo mondo avrà a breve. Per mano sua. < eh sisisisisi .. hai proprio ragione, sono intereeessaaantee.. > annuisce ripetutamente muovendo il capo e sottolineando quel suo parlare. Non è mai stato definito in quel modo e se ne compiace, ripetendolo infatti con quel ghigno ormai perpetuo sul suo volto. < sì certo mi piacciono, ma ormai sono stufo .. voglio agire .. non so se mi capisci .. > le mani si alzano larghe così da non toccare l’altra così vicina, ma infermabili continuano il loro gesticolare in ogni direzione < oooooooooooohhhh HIHI .. > euforico, elettrizzato dal discorso le smorfie e ogni parola viene ormai accentuata < oooo si sarò un portatore di morte, un portatore di caos, un portatore di Sangue, perché il sangue è la risposta … HIHI .. > la lingua scivola fuori inarcandosi in alto e posandosi sulla zona mediana del labbro superiore. Qui inizia un movimento circolatorio. Si lecca tutte le labbra al solo pensiero di tutto il sangue che berrà una volta che potrà agire. E di come il suo potere aumenterà, consequenzialmente .. < aaaah .. > sospira lasciando un attimo la lingua fuori dal palato dopo aver inumidito le proprie labbra immaginandosele zuppe di sangue .. Una sua fissa, sadica come il suo essere. < e tu .. > rinfila all’interno del cavo orale la lingua ricercando il miglior contatto visivo con la Senjuu < vorrai essere portatrice di morte o starai a guardare ? .. > domanda di sfida quasi, mentre quelle labbra si schiudono di nuovo lasciando partire l’ennesima risata acuta delle sue < HIHI .. > ride delle sue stesse parole, ma ormai la ragazza dovrebbe aver capito si tratti più di un tic che di una mancanza di rispetto . [Chakra: ON] x [Equip: lo stesso]

18:44 Tenshi:
 Euforia. Piacere. Dolore. Adrenalina. Vita. Morte. Questi sono gli assi portanti, ormai, della vita della genin. La sua anima è stata venduta all'oscurità. Oscurità che si riflette negli occhi altrui. Occhi che si cercano, scuri come le loro anime. Occhi che si studiano, che vorrebbero entrare nella mente altrui. Così diversi, ma così simili. Da quando lei è Yami, tutto è più semplice. La vita, è più semplice. Perfino il rapportarsi con gli altri è più semplice. Se prima non riusciva a mantenere il proprio sguardo fisso su quello del suo interlocutore, adesso, addirittura, quegli occhi sono in grado di sfidare l'altro. Se prima non riusciva a parlare con uno sconosciuto e balbettava, adesso non si fa problemi ad usare la sua lingua tagliente e biforcuta. Senza freni. Libera. Come una farfalla che è appena venuta fuori dal suo bozzolo. Le catene che la tenevano bloccata, lei le ha spezzate con le proprie mani e con i propri denti. E poi le ha bruciate. Di esse, adesso, non rimane più nulla, se non cenere. E l'altro sembra apprezzare l'oscurità che traspare dalle parole di lei. E quegli occhi blu notte si illuminano, si spalancano, euforici. Stavolta, l'adrenalina è arrivata semplicemente con le parole. E con le risa altrui. Il brio della vita, lo sente scorrere dentro le sue vene, consumate qualche giorno prima dal veleno della Morte. Sente ancora quel bruciore che le consuma le cellule. Sente ancora quel fuoco sulla propria pelle. Sente ancora il piacere pervaderle il corpo. < Vuoi... agire? > sussurra in sua direzione, mentre la mano destra, se lui glielo permettesse, verrebbe poggiata sul suo petto. < Vuoi... uccidere? > più enfasi è posta sull'ultima parola, quella più importante, Quella più interessante. L'euforia altrui è palpabile. E a lei, quel discorso, quei movimenti e quelle reazioni, non possono che piacere. Si sente al centro dell'attenzione. Sente che sta donando a qualcuno il piacere delle proprie parole. Ed i movimenti del ragazzo si fanno sempre più evidenti, sempre più pervasi da quel discorso, che altro non è che morte. Perché solo la morte può darti quella scarica di adrenalina di cui si ha bisogno. Adesso, se la propria mano fosse poggiata sul petto altrui, scivolerebbe sui suoi vestiti, fino a risalire sul collo. Ed è qui che la genin vorrebbe fare qualcosa. Ciò che la rosata vorrebbe fare adesso è attivare il proprio Chakra medico. La prima cosa da fare è cercare le due energie che compongono il Chakra ed estrapolare solamente l'energia fisica. Si concentrerebbe sulle proprie cellule, immaginandole come una connessione infinita di parti. In ognuna di esse scorrerebbe un grande flusso chiaro, il Chakra. Esso scorrerebbe velocemente, senza fermarsi mai, in ogni cellula, in ogni connessione, da ogni parte. La parte difficile viene adesso: deve cercare di distinguere le due forze precedentemente unite. Cercherebbe di delineare più chiaramente quel flusso chiaro. All'interno di esso, nonostante il chiarore emanato, noterebbe due colori, lievi: uno rosso, l'altro blu. Immaginerebbe di scavare più a fondo, di essere un tutt'uno con quel grande fiume: ecco che qui distinguerebbe chiaramente i due colori, più vividi adesso. Cercherebbe di tirare fuori parte del filamento di colore blu, ovvero quello che simboleggia la forza fisica. Rinvierebbe la parte della forza fisica prelevata verso la propria mano destra. Tutte le dita, tranne indice e medio, verrebbero piegate. Le due invece rimaste dritte, si unirebbero, con forza. Un alone blu circonderebbe le due dita rimaste dritte. Un alone che ha la forma di una piccola lama. Quel bisturi sarebbe pericolosamente vicino alla giugulare altrui. Ma lei non accennerebbe ad infilarlo nella sua carne. Vorrebbe prima vedere la reazione dell'altro. < Ti sembro una che vuole stare a guardare? > sibilerebbe, perfida e con occhi sgranati. [Chakra 24/30][bisturi di chakra][equip lo stesso]

19:08 Rio:
 L’anima. Ciò che rende ogni essere umano realmente diverso. Al di là dell’esteriorità, dei lineamenti di tutto ciò che è realmente tangibile e per il Kokketsu, superfluo. Lui che è stato sempre allontanato dai luoghi affollati, lui che è il demone nero di cui tutti hanno paura, lui che non ha ‘tutte le rotelle a posto’, ha sembra alimentato la sua anima con questo odio. Ed è il nero il colore acquisito proprio come quel suo sangue. La osserva, ancora, negl’occhi e nota quella sua sicurezza, impassibile allo sguardo del Genin . Gli piace vedere come l’altra non si scomponga ma soprattutto come continui in quel discorso. < o si .. > non dice altro. Secco risponde alla sua seconda domanda. Quasi non la lascia terminare. Appena riuscirebbe ad intuire che quella parole: ‘uccidere’ sta per essere pronunciata lui sibilerebbe quella sillaba assertiva. Ovviamente seguita da una sonora risata delle sue < HIHI .. > subito stroncata. Elettrica nell’aria che circonda i due, come a voler creare un campo magnetico. E se ogni individuo ha il proprio i due ora, sicuramente, ne starebbero creando un terzo, sommatorio vista la loro connessione oscura. Smorza quella risata, notando che l’altra trova il contatto con il suo petto. Quasi distratto dall’eurofia delle sue stesse parole e da quella immancabile risate. Abbassa il mento per un attimo osservandole la mano e vedendo che l’altra va a intingere nelle sue energie da shinobi. Ben presto s’avvedrebbe infatti di quell’alone intorno alla mano. La reazione sarebbe immediata, lo sguardo viene riportato verso l’alto riposandosi sul volto della Senjuu. Non traspare nulla il Genin, non ansia, né agitazione. Quella smorfia permane invariata, anzi ruoterebbe il capo verso la sinistra come a volerle rendere disponibile ancor più quella vena < oh no assolutamente .. e quindi, vuoi uccidermi ? > . Il volto sarebbe ruotato verso sinistra e le mani , già alte per quel suo gesticolare. La mano sinistra viene portata vicino alla bocca e qualora l’altra glielo permettesse sferrerebbe un morso al polso, brandendo un piccolo lembo di pelle con il canino e strattonandolo via. Andrebbe a richiamare il suo chakra elementale. Il suiton che riversato all’interno del sistema circolatorio tenterebbe di legare ogni singola cellula di plasma. Ogni globulo rosso verrebbe inglobato dal suo chakra elementale andando a creare quel legame indissolubile e necessario per il suo controllo. Nel mentre il sangue verrebbe spinto verso la ferita da un richiamo fisiologico e riversandosi all’esterno inizierebbe a fluttuare in quelle gocce nere avvolte di un’aura viola. Prima un coagulo, poi un altro e poi un altro ancora. Diversi coaguli fluttuerebbero fuori dal polso andando a posizionarsi intorno ai due. Quell’aura viola inizierebbe ad aleggiare intorno allo stesso Kokketsu andando ad amplificare il distacco di colori tra la sua pelle pallidissima e quell’alone. Per ultime scenderebbero due lacrime dagl’occhi che solcando le sue guance si fermerebbero alla base del mento. Impossibile sarebbe per l’altra non notarle data la vicinanza dei loro volti. Qualora riuscisse nell’attivazione rimarrebbe ancora fermo con il volto verso la sua sinistra lasciando disponibile all’altra la sua giugulare di destra, mentre un ghigno gli si ridisegnerebbe in viso < sicura di voler uccidere uno che ha l’anima nera proprio come la tua ? .. > il tono sarebbe caldo, basso, senza alcuna punta di preoccupazione. Forse in parte macabro proprio come la figura del Demone con l’innata attiva. [Chakra: ON] x [Equip: lo stesso] [SE Kokketsu LVL1: ON]

19:36 Tenshi:
 Attimi di adrenalina, quelli che i due stanno vivendo insieme. L'aria tesa, che la porta a respirare con più forza, con più decisione, come se stesse assaporando ogni momento di quell'incontro. Occhi che si perdono in quelli folli altrui, cercando di sporgersi oltre quel corpo, guardando l'oscurità dell'anima del suo interlocutore. Tutto ciò, le piace. E le dispiace averlo capito solo adesso. Le dispiace aver trovato il piacere della vita solo da pochi giorni. Avrebbe potuto vivere una vita circondata di adrenalina. E, invece, aveva preferito starsene nel suo bozzolo. Senza venir fuori. Tenshi Senjuu era un'ingenua. Aveva dato la sua vita per gli altri. Non capendo che conta solo la propria, di vita. Poi, l'Uchiha glielo aveva mostrato. Le aveva mostrato come poteva essere il futuro senza preoccupazioni. E, sicuramente, è migliore del passato. Perché in questi giorni ha potuto godersi tutto di quella giostra infernale. Ogni attimo. Ogni euforico momento. La morte. La vita. La risata di lui non fa altro che dare ancor più adrenalina a lei, che ormai è completamente rapita da quel gioco di sguardi e di parole. < Mmm > un semplice mugugno, in risposta alla prima domanda di lui. Vuole ucciderlo? Ne sarebbe capace, sì. Il suo piacere crescerebbe e la invaderebbe, nel vedere la vita che lentamente abbandona il corpo altrui. Uccidendolo, guadagnerebbe una fonte immensa di adrenalina. E, mentre lei pensa a queste cose, lui va a mordersi la mano. E la rosata non intende bloccarlo. Non può far altro che allargare di più il sorriso sadico, nel vedere quel sangue nero fuoriuscire, dopo quel morso masochista. Certo, lei non ha idea di ciò che lui stia per fare, ma quella visione eccita il suo sguardo. E quelle gocce nere inizierebbero a fluttuare, avvolte da un alone viola, in un gioco di colori. Qualcosa di molto interessante sta accadendo, davanti a quegli occhi blu notte. Qualcosa che non aveva mai visto prima d'ora. Ed il sorriso s'allarga ancora, le labbra si schiudono e mostrano quei canini affilati. L'espressione sul suo volto è euforica. L'adrenalina che quel ragazzo le sta dando è moltissima. Non aveva mai incontrato un tipo così folle. Così oscuro. Così interessante. Due strisce nere gli solcherebbero il volto. Adesso è lì che è fisso lo sguardo della rosata. Le labbra ancora schiuse, mentre quel capolavoro è stato appena completato. Non ha paura di ciò che è appena successo. Come d'altronde, neanche l'altro mostra esitazione. < L'ho detto io che tu sei un tipo interessante >. E mentre sta lì a guardare, con occhi che brillano, proverebbe a ritirare il proprio chakra medico. Andrebbe a ricongiungere la forza fisica che era stata espulsa, quel filamento blu, alla forza spirituale. Il bisturi scomparirebbe istantaneamente dalle due dita. E la mano andrebbe semplicemente a poggiarsi sul suo collo. < Potrei ucciderti > sibilerebbe ancora, guardando i suoi occhi < Ma non oggi >. Poche parole, intrise di euforia, che potrebbero far capire all'altro l'interesse della genin nei suoi confronti. [Chakra 24/30][equip lo stesso]

13:28 Rio:
 Ciò che avviene è molto semplice. L’innata si attiva con tutti quei cambiamenti, non per ultimi gli stessi occhi del Kokketsu cambierebbero colorazione abbracciando anch’essi quel viola. Adesso alla Senjuu sarebbe visibile il suo lato più oscuro, il suo essere intrinseco, il frutto del cambiamento, il frutto dell’abbraccio all’oscurità. Il frutto dell’incontro con la morte. Basti pensare che il controllo del suo sangue nero è conseguenza di un patto con l’Inferi. I due continuano con quel gioco di sguardi e di emozioni come se nell’altro ritrovassero la loro stessa follia. Si istigano, si spingono ad andare oltre, sadici e masochisti come sono. Si spronano ad oltrepassare il limite, si chiedono l’un l’altro se sarebbero pronti ad uccidere, come a voler trovare conforto nelle risposte altrui. E perchè ? Perché sono simili, pronti entrambi a commettere crimini solo per l’abbraccio dell’oscurità e a differenza delle credenze, sono i simili ad attrarsi, non gl’opposti. Si crea quell’alchimia di sensazioni, di obiettivi comuni a cui solo due menti connesse sulla stessa frequenza d’onda possono accedere. Essendo il capo ruotato verso la sinistra del Kokketsu, gli occhi mantengono una rotazione opposta così da mantenere il contatto visivo. Occhi che traspaiono desiderio. Desiderio di voler vedere quanto l’altra si voglia spingere oltre per il gusto di provare quell’adrenalina. Quasi la istiga, con lo sguardo a perforare la sua giugulare. Quasi le dice ‘ UCCIDIMI’ con il potere della comunicazione non verbale. La ventilazione aumenta, le labbra si schiudono permettendogli un maggiore afflusso di ossigeno nei polmoni. Inspira ed espira ad una velocità maggiore a quella fisiologica, affannato e con la necessità di reclutare la muscolatura accessoria. Ansima non per angoscia, non per preoccupazione bensì per l’euforia, per l’adrenalina, per quella sensazione così tanto vicina alla morte da poterla definire VITA. Ossimorico, bensì veritiero. Quella respirazione forzata sarebbe contornata in viso da quel perpetuo ghigno proprio a porre l’accento sull’eccitazione del momento. Ed ecco che sente quello spostamento d’aria sotto il suo viso, con la mano della ragazza che arriva a poggiarsi sul collo dell’Akari. Un palpito, un semplice riflesso di chi arriva all’apice della sua eccitazione. Un lungo sospiro fuoriesce proprio quando lo strato superficiale della sua pelle percepirebbe il contatto con la mano altrui. Il suo cuore potrebbe aver saltato qualche battito, fermandosi in quell’apoteosi di sensazioni, a sottolinearlo gli occhi si socchiudono come a voler prendere atto di quella emozione e volerla assaporare in ogni suo gusto, senza tralasciarne nulla. Un attimo, che nella sua testa dura molto più a lungo. Tuttavia non sente dolore, non percepisce la lacerazione della sua pelle, ne il conficcarsi di quel bisturi all’interno della propria carne. < mh ? > riapre le palpebre, abbassando per un solo attimo gli occhi nella ricerca di quella patina di chakra poc’anzi attivata, però ora assente < tz.. > digrigna i denti, ma non in un gesto di stizza, bensì in un amplificazione di quel ghigno. Come a volerle far capire quanto abbia ‘ goduto’ di quell’attimo e di quanto nella sua testa sia stato vicino alla morte. Ancora una volta. Non lo dice, ma tenta di farglielo intendere. Ora, lentamente ruoterebbe il capo riportandolo in asse con la colonna cervicale e non mostrando più la giugulare bensì il suo pieno volto all’altra. < allora .. potrei farlo io ..> Qualora l’altra glielo permettesse, il Kokketsu muoverebbe rapido la mano sinistra ad afferrare il suo polso destro. Sì, proprio quello poggiato sul suo collo. Proverebbe a stroncare quel ritmo lento, quel tempo ormai dilatatosi in quel momento di pura eccitazione con quel veloce movimento. Come a volerla fare sobbalzare. Se riuscisse ad afferrarlo lo stringerebbe quanto basta da farle sentire una presa salda, sicura, ma senza oltrepassare di troppo la soglia del dolore. Il contatto visivo rimarrebbe invariato, fisso negl’occhi cerulei dell’altra. Nel frattempo gli basterebbe un impulso mentale per richiamare quel chakra Suiton con cui ha avvolto il suo sangue nero. Alcune di quelle bolle di sangue fluttuanti si convoglierebbero tra di loro, in quel piccolo spazio presente tra i loro petti. Anche parte del sangue presente sull’avambraccio sinistro del Kokketsu si distaccherebbe, prendendo a muoversi nell’aria ed aumentando il volume di quel coagulo poc’anzi manovrato. Quest’ultimo, sotto un impulso mentale del Genin, inizierebbe a plasmarsi in una forma ben definita. Non troppo lentamente, da una semplice macchia si allungherebbe in un triangolo, sempre più definito. La forma che proverebbe a donargli sarebbe quella di un semplice Pugnale, assente del manico tuttavia. Sarebbe una lama, triangolare edella lunghezza di circa dieci centimetri. Quanto basta per occupare lo spazio tra i loro corpi. La punta sarebbe alquanto affilata ed, ovviamente, rivolta verso il petto della Senjuu. Esattamente subito affianco allo sterno, alla sua sinistra. Proprio dove vi è il cuore. La lama sarebbe già a contatto, percepibile a livello sensoriale dalla ragazza. Quella lama, spingerebbe infatti essendo appoggiata, ma non si conficca, attendendo un secondo impulso mentale del Kokketsu .. < lo senti ? > sibila, sussurrando quasi, con voce calda < .. come avvicinarsi così tanto alla morte, non è che la massima esperienza di vita .. HIHI .. > sadico, pazzo ma fottutamente vero. Quanto ha sofferto per questo potere? Ha visto la morte in faccia prima di poterlo ottenere.. ed è per questo che può permettersi di dire una cosa del genere. [Chakra: 18/20] x [PV:98/100] x [Equip: lo stesso] x [Kokketsu LVL1: ON] x [Creazione Costrutto]

14:01 Tenshi:
 Mai era riuscita a sentirsi così dannatamente simile a qualcuno. Ha trovato il proprio posto nella vita. Ha trovato persone che non hanno paura della morte. Persone pronte a morire, pur di sentire quel grande piacere della vita scorrere in ogni cellula del corpo. Quegli occhi che sembrano comunicarle che quella situazione gli piace. Che ne vorrebbe ancora. Che vorrebbe ancora assaporare quell'adrenalina, come se fosse la droga più potente del mondo. Che vorrebbe che la sua giugulare venisse tagliata da quel bisturi di Chakra. Il sorriso sadico della rosata torna ad allargarsi, inebriata da tutte quelle sensazioni che l'altro le sta donando. Quello è il piacere della vita. Essere così vicini alla morte, non può che darti un piacere incondizionato. Un piacere che ti spinge a volerne sempre di più, di quella vita caduca. Ma le dita di lei, ormai non più circondate da quell'alone blu, si poggiano lentamente dal proprio collo, spezzando quell'aria frizzante che si era appena creata. Come se volesse privare un bambino del proprio giocattolo. Come se gli avesse appena tolto l'oggetto del desiderio. Ed il ghigno altrui s'allarga anch'esso, rivelando quanto gli stia piacendo quel gioco mortale. Quella giostra infernale, che altro non è che l'incontro più alto di due anime nere. Ed alle sue parole, lei si lascia afferrare il polso di quella mano che poco prima sfiorava il suo collo. Una presa salda, come se adesso non potesse più lasciarlo andare. E gli occhi di lei continuano ad illuminarsi, osservando, attenti quella scena, senza lasciarsi sfuggire nessun particolare. < Mostrami cosa sai fare > le parole taglienti e sibilanti, sferzano l'aria che li divide. La sua espressione, euforica, fa presagire che lei sia disposta a tutto, pur di provare il brio della vita. Come qualche giorno prima, sull'Isola Nera. Quando aveva assaggiato il bacio della Morte. Quando quel veleno le stava divorando le carni, lasciandole una sensazione di dolore misto a piacere. Quella è la sensazione che si prova quando la vita abbandona lentamente il tuo corpo. E ti senti così vicino alla morte, ma non puoi che godere di quelle sensazioni. Perché quello è l'apice della vita umana. E poi, il suo sangue nero fluttua nell'aria, danzante, contornando quella sadica scena. La distanza tra i due verrebbe colmata da una lama di pochi centimetri. Una lama puntata contro la pompa vitale della rosata. E quello non può che accendere ancor di più la sua euforia. Quell'adrenalina le scorre più violentemente nelle vene, assaporando l'apice assoluto del piacere. Sensazioni mai provate prima d'ora, che la fanno stare bene con se stessa e con il mondo. Perché non c'è nulla di giusto o sbagliato. Ci sei solo tu e tu solo puoi decidere cosa diventare. Lei ha deciso di diventare Yami. E di godere di tutte le opportunità che la vita ti mette davanti. Non una nota di paura sul suo viso, completamente rapito da quella lama. E adesso gli occhi blu notte si puntano su quelli scuri di lui. < Lo sento sì > un respiro, mentre assapora ogni sensazione che lo sconosciuto le sta donando in quel momento. < Questo è il piacere della vita >. La morte, è il piacere della vita. La pianta dei piedi verrebbe sollevata, fino a stare sulle punte. In quel piccolo movimento, la lama puntata contro il suo petto continuerebbe a premere. E poi, cercherebbe di annullare la distanza tra i loro volti, andando a sfiorare il naso di lui con il proprio. E la lama, se fosse ancora posizionata tra i due, comincerebbe a penetrare quella candida pelle, seppur ancora solo superficialmente. [Chakra 24/30][equip lo stesso]

14:20 Rio:
 Tra salti di battiti e battiti continui, sicuramente i loro cuori ora si dovrebbero essere sincronizzati, in quel ritmo continuo, danzante, pulsante tipico della pompa cardiaca. Per la Senjuu senza dubbio aumenta, eccitata ulteriormente dalla posizione del costrutto mentre il Kokketsu aumenta alla solo visione della reazione di lei. D’altronde diciamocelo, l’adrenalina è forte anche per chi ha in mano la vita altrui. E’ proprio questo, probabilmente, che spinge il Genin a voler abbracciare quel Caos, quell’oscurità . Vuole assicurarsi di provare tale sensazione ogni singolo giorno della sua vita, tenendo in mano la vita di chiunque gli si paleserà di fronte. Ecco perché quella forsennata ricerca del POTERE, così da assicurars il mezzo per giocare con la vita altrui. La osserva, con gli occhi viola ben fissi sui suoi, il volto disegna sempre diverse smorfie, sempre riconducibile ad un ghigno sadico, divertito. Euforico. Quel costrutto, si posa sulla sua carne, poco sopra l’inizio del suo seno spingendo negli strati più superficiali della sua pelle. Non lo guarda il Genin, rimane fisso su di lei. Cerca di percepire la profondità di quell’oggetto dalle semplici smorfie dell’altra. < esatto . > sibila, sottolineando l’esattezza di ciò che proferisce la Senjuu. Muove di poco la testa, annuendo. La mano sinistra rimarrebbe fissa sul polso di lei, andando ad aumentare la stretta. Non vuole farle male, però vuole farle sentire come la ‘ tiene in pugno ‘ come la morsa della Morte sia salda e decisa. Ma ecco che lei si avvicina, sfiorando il suo naso con quello del Kokketsu. Quest’ultimo non si muove. Rimane fermo con il capo, osservandola muoversi in quella piccola rotazione del capo. Il ghigno scompare , di colpo. Non vuole farsi vedere debole, ma i rapporti con l’altro sesso non gli sono mai stati facili. Poi così tanta intimità e vicinanza non l’ha mai avuta seppure la desideri, bensì con un’altra donna. Ritira di poco il capo, pochi millimetri guadagnati dal mento che si abbassa e il collo che si retrae .. < è per questo che viviamo .. affrontare la morte è così eccitante .. > il tono è sempre quello, caldo, suadente < ma immaginati le sensazioni di avere in pugno la vita altrui … > eccolo, di nuovo quel ghigno, sadico al solo pensiero < AAAAAHH .. > un fremito. Un brivido gli percorre la schiena al solo pensiero. Scrolla le spalle in un fisiologico movimento .. ha letteralmente la pelle d’oca. La presa sul polso verrebbe rilasciata di colpo, mentre il costrutto rimarrebbe lì. Conficcato nella candida pelle di lei ma nello strato superficiale della pelle, ma non oltre gli strati muscolari intercostali. Un piccolo rivolo di sangue dovrebbe scendere ora lungo la lama, per poi cadere a terra tra di loro. In piccole gocce attratte dalla gravità. [Chakra: 17/20] x [PV:97/100] x [Equip: lo stesso] x [Kokketsu LVL1: ON]

14:43 Tenshi:
 Euforia è ciò che si sente nell'aria. In quell'aria tesa tra i due folli che affrontano la vita come se fosse un gioco. Un gioco mortale in cui se vinci vivi, se perdi muori. Vivere non è altro che combattere. Combattere per ricavare il piacere che ti provoca uccidere la tua preda. Ed oggi, quelle due anime nere, sono stata l'una la preda dell'altro. Come un pendolo, il quale si tende da un lato, poi dall'altro. Così è stato il loro incontro. Giocare con la vita altrui. Giocare con la propria vita. Quello è il senso di quella giostra infernale. Giocare con il fuoco. Il fuoco che potrebbe anche bruciarti. Ma il calore che potrebbe darti è immenso. Loro sono due fuochi che bruciano il mondo, con i loro oscuri ideali. A chi importa se siano giusti o sbagliati? L'importante è essere soddisfatti della propria vita. E non c'è soddisfazione maggiore del piacere di essere vicini alla morte. Lo sguardo del genin rimane fisso su quello di lei, che continua a brillare, come un fuoco blu. E la carne viene a poco a poco attraversata da quella piccola lama. Del sangue scivola giù. E questo porta la rosata a mordersi il labbro inferiore, come in preda all'attimo di piacere più puro. Ma, proprio quando ella vuol finire la sua opera, il ragazzo allontana da lei il suo viso, come se non volesse andare oltre quel contatto. E lei lo lascia fare, d'altronde le basta già quello che ha ricevuto dallo sconosciuto. < Avrei dovuto scoprire prima quanto può essere piacevole essere ad un passo dalla morte >. Avrebbe vissuto con meno preoccupazioni. Non avrebbe avuto, per tutto quel tempo, paura di morire. O paura di perdere qualcuno di caro. Perché adesso che ha assaporato quella bellezza, i legami non le servono più. Perlomeno, non quelli che si era creata prima di diventare ciò che è adesso. Perché ora ha bisogno di persone tossiche, come lei. Non ha più bisogno di qualcuno che si prenda cura di lei, come se fosse ancora una bambina. Non cercherà più l'aiuto degli altri, perché ha capito che può cavarsela da sola. Vuole soltanto scoprire di più di quel mondo buio in cui ha messo piede. Vuole soltanto conoscere più anime nere, che comprendano, come lei, la bellezza dell'oscurità. < Sia dare che ricevere dolore sono due cose proprio divertenti, sì >. Non nasconde nemmeno la sua parte masochista. Perché non ve n'è bisogno. Perché lui è come lei. Adesso, il suo polso verrebbe lasciato di colpo. Il braccio s'allungherebbe nuovamente verso quella figura e, se lui glielo permettesse, la destrorsa si poggerebbe sulla guancia sinistra di lui. Gocce di sangue continuano a scivolare al suolo. < E' stato un piacere fare la tua conoscenza > un sussurro, prima di andare a leccarsi le labbra. Poi, il braccio tornerebbe lungo il proprio fianco. Se lui non avesse altro da aggiungere, la rosata si volterebbe, dandogli le spalle. < Io sono Yami > solo adesso gli rivelerebbe chi sia. E poi, s'allontanerebbe. [END]

15:02 Rio:
 La vita è un gioco ed è indubbiamente bello divertirsi a giocarci, ma ancor di più dettare le regole. Avere il potere delle decisioni, avere la facoltà di imporre le proprie regole. Proprio per questo ha bisogno di anime nere come la sua, così da raggiungere il suo obiettivo. Raggiungere l’apice della forza per poi far calare il buio della sua anima su tutto il mondo. Quell’aura viola che lo contorna sarebbe alimentata dalla situazione tra i due, da quell’adrenalina, portandola quasi ad ingrandirsi. D’altronde il frutto delle tenebre di cos’altro potrebbe cibarsi se non delle tenebre stesse? Il Kokketsu osserva Yami e sua la decisione, la sua capacità di affrontare l’oscurità e di abbracciarla rivedendo in lei sé stesso. Come in uno specchio. Una sua versione al femminile. L’intimità stessa si fa forte ed è per questo che il Genin si ritrae, mollando tempestivamente la sua mano. Quest’ultima con estrema cautela verrebbe portata sulla sua guancia sinistra. Quest’ultima verrebbe poggiata come a voler cercare il contatto con il palmo. La testa si inclina alla sua sinistra aumentando la superficie di adesione . Socchiude anche un attimo gl’occhi, come a voler godere di quel piccolo attimo di tenerezza. Un gesto inconsueto nella vita del Genin che non ha mai ricevuto così tanto attenzioni e neppure a livello fisico. Ecco però, che l’altra si congeda, proferendo il suo nome con quella lingua che sfugge all’esterno della bocca poco prima . < mh ? > la osserva, facendo scomparire quel ghigno dal volto. Dispiaciuto di come quell’incontro sia giunto al termine, proprio nel suo apice di ‘godimento’. Le labbra vengono portata in basso nei loro angoli di unione palesando una forzata smorfia di tristezza < noooooo .. > sincero . Il rammarico lo pervade, inevitabilmente < Rio . > sibila, vedendola ben presto allontanarsi . Lo sguardo rimarrebbe ancora qualche attimo sulla sua figura squadrandola. Qualche attimo e poi gli occhi violacei si poggerebbe sul costrutto. Ancora lì. Sospeso, nella posizione in cui era prima. Scuote il capo, in segno di negazione. Quanto avrebbe voluto giocare ancora un po’ . La mano sinistra viene portata verso il costrutto con l’indice che s’allunga e le altre dita si raggruppano. Il palmo rivolto verso l’alto e porterebbe quel dito disteso sulla superficie inferiore dell’oggetto. Posandosi nella porzione più vicina a lui lo lascerebbe scivolare fino alla punto intingendo il polpastrello del sangue di Yami. Il dito verrebbe riportato al fronte del viso, in una flessione del braccio. La lingua, inumidita dalle ghiandole salivari si tirerebbe fuori dal cavo orale con le labbra che si schiudono. Il dito, ora, verrebbe introdotto dentro la bocca andando così a succhiare via il sangue della ragazza, ben presto ingoiato .. < aaahhh .. > ne beve il plasma. Ormai un qualcosa di abitudinario per il Kokketsu. Le papille gustative andrebbero ad assaporarlo in ogni sua accezione, come se potesse avere ulteriori informazioni da quel liquido. Rimarrebbe ancora lì a muovere la mandibola e la lingua per qualche momento prima di dirigersi lontano da quel luogo. [Chakra: ON] x [Equip: lo stesso] x [Kokketsu LVL1: ON] x [End]

Un incontro tra due anime nere. Entrambi mostrano interesse verso l'altro, in una giostra mortale.