Giocata dal 12/05/2020 22:58 al 13/05/2020 05:44 nella chat "Bosco"
Fato introduttivo in arrivo
Immediatamente hai deciso di inseguire le tue ambizioni, facendoti guidare da una coscienziosa ciecità alla ricerca del tanto agognato Demone Rosso. Ben sai che singolarmente potresti non avere ancora raggiunto la capacità di affrontarlo, ma tutto di te cerca quel confronto, e per altro..Non sei solo. A seguito del tuo incontro con l'artiglio del clan Inuzuka, un certo Kawaki Inuzuka, vi state entrambi dirigendo alla massima velocità possibile per seguire le tracce del Demone rosso. Il cane del tuo attuale accompagnatore fa da guida a entrambi, seguendo più e più scie d'odore che richiamano quelle della stoffa rinvenuta. L'Inuzuka sulla quarantine ha uno sguardo serio che difficilmente nascoste l'ebrezza causata da una sana caccia, indossa ancora la stessa pettorina nera con sotto una semplice t-shirt del pomeriggio in cui l'hai incontrato la prima volta. "Il Demone Rosso è un infame mukenin. " Commenta improvvisamente, in un momento di pausa nel quale il cane tenta d'orientarsi meglio per scovare gli odori ricercati. Il paesaggio attorno a voi è abbastanza statico, composto da una moltitudine di vecchi alberi che s'alternano a percorsi sterrati su cui son riportati i segni delle svariate carovane che ogni giorno passano per trasportare merci e persone. Negli orari notturni è raro che qualsiasi entità decida di attraversa il luogo: sia perché è molto facile perdersi e sia per l'ovvio e affermato problema del banditismo che nel mondo ninja è più che indebellabile. Finché esisterà un sistema tanto centralizzato e basato sul sacrificio di voi ninja *pedine*, ci sarà sempre qualcuno che cercherà invece una libertà diversa, o qualche metodo per guadagnare facilmente ciò che vuole. La brutalità spesso è il metodo migliore ed il più facile; ma il problema della persona che stai cercando..è che non è mossa nè da desiderio di libertà nè di finanze personali. E' un demone, come dice il soprannome, e soddisfa completamente quei criteri liberandosi da ogni attaccamento morale e materiale in nome di ciò che semplicemente lo aggrada. Kawaki torna a parlare dopo qualche secondo. "Ti aiuteremo se la situazione s'aggraverà, che tu abbia o meno il coprifronte quello è un nemico di tutti. Ma come pensi di affrontarlo?" Ti domanda, e nell'arco di diversi secondi, tempo abbondantemente utile per rispondere, si sentirà un basso abbaio del cane. Non ha mai abbaiato ad ora e questo evento mette subito in allarme il padrone, cui narici s'allargheranno per respirare l'aria circostante. "Siamo vicini.." abbassa il tono, riducendolo ad un sussurro e indicandoti con l'indice sinistro la direzione dalla quale sembra provenire l'odore. Più avanti potrai già intravedere una radura, con ovvia mancanza d'alberi, nonché uno piccolo ruscello. Fai ciò che pensi sia giusto. { Il tuo chakra è già attivo } { Il centro della radura è a 50 metri di distanza } { no limiti di tempo per ora }
Non c’è solo l’oscuro, tremendo occhio del fato a vigilare su di te questa notte. C’è anche quello argentato e spalancato della luna. Tonda e luminosa, gioca a nascondino tra le nubi e disegna il mondo intorno a te. E come ti disegna il fato stasera? Ti disegna libero, nel tuo territorio prediletto e presente a te stesso. Oh kami! Esiste una sensazione migliore? Le narici si dilatano inalando l’aria selvatica e pungente. Le labbra sottili si stendono disegnando una mezza luna di sangue sul tuo volto, un ghigno divertito. Sei a caccia finalmente! Finalmente cacciatore. Questo sei. Schiudi l’arcata dentale per lasciare che la lingua bagni le labbra, come una bestia pregusti quel pasto di libertà. E le conseguenze? Che si fottano le conseguenze. È tardi ormai per pensarci. Calzari ninja ben chiusi. Calcano il sottobosco. In essi s’immergono fasce da combattimento cremisi che e saldano l’articolazione della caviglia, avvolgendola dalle dita dei piedi fino al polpaccio squadrato e prendendo nelle loro spire la stoffa dell’ampio, nero pantalone d’un kimono che avvolge nelle sue ampie volute le gambe robuste e tornite. Un obi nero, non tanto spesso, avvolge la vita che par sottile rispetto alle ampie spalle. Ad esso, dietro la schiena, sopra ai glutei, è agganciato un porta oggetti. C’è il minimo indispensabile in realtà. Di certo non porti armi. Quelle le hai nei loro foderi di pelle e sono il prolungamento delle spalle. A coprire il torso, più simile al tronco d’un albero che di umana persona, una canotta nera in tessuto tecnico aderente come una seconda pelle ai muscoli che guizzano e si contorcono ad ogni movimento. Una vecchia toppa vi è cucita all’altezza del cuore. Un pugno stilizzato nero su sfondo grigio. Vecchie reminescenze. Le spalle stondate e le braccia scolpite sono libere dal tessuto, lasciando alla luce della luna il piacere di tessere i suoi giochi di luce e ombra tra le forme sinuose dei muscoli che tirano la pelle tatuata. Ben separate sono le braccia dal torso, per via dello spessore dei dorsali. Il collo taurino sostiene il volto affilato nascosto parzialmente dall’oscurità, decorato dalle cicatrici ormai note e impreziosito dagli occhi del color dell’oceano che stasera brillano ferali come zaffiri nella notte. Capelli lasciati a giocare col vento. Ti muovi con l’agilità che gli allenamenti ti hanno dato, ma sei cosciente che probabilmente entrambi i tuoi compagni di caccia ti devono aspettare. Sei rapido, ma non così rapido. Quello sguardo tempestoso e scintillante si sposta per osservare l’uomo al tuo fianco. <mh> Un cenno di assenso, o di dissenso? Non ti interessa. Hai acquisito ogni genere di definizione del tuo genitore, che sia l’altro ad intendere ciò che vuole da quel mugugno. Ti fermi con loro in quel momento di pausa, con gli occhi che saettano senza sosta in tutte le direzioni. Sei ansioso di riprendere. Per la prima volta il tuo petto si alza e si abbassa calmo e cadenzato, sicuro. Ascolti la domanda dell’altro <Ti ringrazio ancora, Kawaki-sama> non lo fa per te, lo sai, ma è qualcuno che si è prestato ad aiutarti. Questo conta. Ma rispondi. Come lo affronterai? <che situazione troveremo? Sarà solo? Quale sarà il contesto nel quale lo troveremo?> chiedi di rimando <è difficile pensare una strategia senza sapere queste cose. Posso solo dire che nelle retrovie sono inutile> Sei lucido. Non parli per voglia di affrontarlo da solo. Sei grato che ci sia qualcuno con te stanotte. Qualcuno che ami cacciare quanto te. <Inoltre c’è una grossa probabilità che voi riusciate ad trovare lui molto prima che lui riesca ad trovare noi. Mantenendo il vantaggio della sorpresa potrei fornirvi il diversivo ideale> Non ce lo metti il fatto che in questi casi il diversivo di solito fa una brutta fine? Questa è una cosa che riguarda te e il tuo obbiettivo. Solo adesso cerchi gli occhi ghiacciati dell’artiglio. In attesa che si riprenda <Quanto vicini? In che direzione?> trepidante. Ovviamente non è pensabile che tua abbia cominciato questa caccia senza la tua energia. Avresti quindi portato la mano sinistra al plesso solare con le dita disegnate nel sigillo della capra. Avresti cercato te stesso, focalizzandoti prima sulla tua mente, scavando a fondo per cercare ciò che da origine ai tuoi pensieri, ai tuoi sentimenti, alle tue emozioni, cercando l’energia psichica. Se l’avessi trovata l’avresti quindi spinta in forma sferica al plesso solare. Ti saresti concentrato quindi sul tuo fisico. Su ciò che per mette al tuo sangue di scorrere, ai tuoi muscoli di contrarsi, al tuo cuore di battere, cercando l’energia fisica che avresti quindi spinto affianco alla prima per poi innescare il movimento rotatorio dell’una nell’altra, dell’altra nell’una, tentando di impastarle per generare il violento chakra che avresti spinto nel suo sistema circolatorio. Ancora un fremito. Attendi [Tentativo di impasto del chakra ¾][Equip: Tonico chakra x10 Tonico salute x1 Tonico speciale del chakra x1 Tonico speciale salute x1 Fumogeni x5][SE chakra 15/15]Hai già incontrato questa caccia innumerevoli volte nei tuoi sogni. Appartieni a questo ambiente come se tu stesso non fossi che una creatura formata dalle mani del Bosco. E' un territorio estremamente familiare, ed uno dei più adatti ad una caccia. Il tuo viso è determinato e serio, ma forse quella estrema chiarezza e lucidità che caratterizza i tuoi pensieri e parole non è che la prova dell'estremo modo in cui il tuo spirito è stato più volte calpestato. Ciò che è rimasto non è che un lascito dello Yosai ribelle, di quel ragazzo che pensava d'essere stato esiliato e messo contro un mondo nei confronti del quale è stato diffidente. Adesso le cose sono cambiate, perché non diffidi più di nulla e non ti affidi mai completamente a nessuno. Poco dopo il tuo ringraziamento verso l'Inuzuka ti ritroverai ad arricciare istintivamente il naso, a seguito dell'impatto di una prima goccia d'acqua. Le nuvole già minacciosamente si muovevano, coprendo il cielo, e finalmente la pioggia si presenta su tutto e tutti. Kawaki sbatte la lingua sul palato, visibilmente infastidito da questo cambio di programma e facendo un cenno anche al suo cane perché tutti vi fermiate per un momento. Il superiore della foglia continua ad annusare l'aria ed annuisce ancor più serio di quanto non fosse fin'ora. Kawaki fa per dire qualcosa ma subito viene interrotto da un nuovo abbaio del suo grosso cane, che sembra ancor più in allarme. Il segugio sembra quasi girare in cerchio, fiutando più e più volte in ogni direzione. L'artiglio lo osserva e nuovamente odora l'aria; potrai notare le sue pupille dilatarsi appena, un ingrandirsi a malapena percettibile che può farti intuire che qualcosa sia..strano. "Yosai..non siamo in vantaggio secondo me.." Dice Kawaki, guardandosi in uno stato d'evidente minaccia attorno a sè, alla cupa realizzazione d'essere in qualche modo stato tratto in inganno da qualcosa. "Il suo odore è debole in alcuni luoghi, ma è ovunque!" Non serve che sia lui a specificarti cosa vuol dire, perché ben realizzerai che questo può solo significare che vi trovate già nel mezzo del territorio nemico. Potrebbe voler dire che non ha lasciato erroneamente dei lasciti della propria figura, in effetti sarebbe stato strano per un mukenin sfuggito per anni all'autorità. Non avete inseguito un criminale, siete entrati in un territorio da lui governato. Dalla radura precedentemente indicata dall'Inuzuka, può essere udito un enorme tonfo sul terreno, tanto dal far tremare appena la terra sotto i vostri piedi e dal far cadere ogni goccia di pioggia bloccata tra le foglie d'ogni albero. Kawaki improvvisamente si fa silenzioso, facendoti un cenno col capo. "Siamo ancora in grado di andarcene." Raccogli ogni pensiero e agisci, o torna con la coda tra le gambe a Konoha, con la possibilità di vedere la prossima Alba. {Il centro della radura, da cui è provenuto il suono, si trova a 50 metri da te } { a 20 metri da te la vegetazione si fa meno folta ed inizia la radura }
Eccole li. Gocce di pioggia che renderebbero pesante l’animo di chiunque, mentre invece sprigionano quanto di più selvaggio e legato alla terra ci sia intorno a te e dentro di te. Odori, sapori, fruscii, e un altro brivido lungo la schiena. Scalpita il tuo animo. Splendida coppa distrutta e ricamata con l’oro al punto da avere ormai solo polvere di ceramica nella struttura e puro splendore all’esterno. Contenente un mare indomabile che si riflette nei tuoi occhi. Brami che quel cane dia il verdetto, la direzione da seguire. T’arresti con loro, certo. Non puoi fare diversamente, ma tutto di te brama per proseguire. Osservi le sue pupille ghiacciate dilatarsi, osservi quello schiocco di labbra. Quelle parole t’investono ma sono incapaci di procurarti sorpresa o paura. Osservi quello stato d’animo assottigliando le iridi, immobile, dall’alto lo osservi, forte di una nobiltà che ancora devi guadagnarti sul campo ma che natura ti ha conferito. Sembri interessato a cogliere l’emozione dietro quelle manifestazioni corporali. Come se volessi toccare la vera essenza di ciò che si trova in quell’animo da cacciatore che l’Inuzuka manifesta. La sua seconda frase ti disegna un nuovo affilato sorriso sul volto roccioso <non siamo gli unici cacciatori a caccia stanotte> Commenti allertando anche tu i sensi. Non sarai mai abile come loro a percepire, ma quel tonfo lo senti e come. Chiunque lo sentiresti. Serri i muscoli della mascella che ti rendono il viso più squadrato, anche le mani si stringono in pugni. Un bagliore animale percuote quel blu agitato. Un’esplosione d’adrenalina accompagna quel tonfo. Le parole dell’Inuzuka arrivano lontane e di schianto gli pianti lo sguardo addosso <Vai se credi, o resta e nasconditi. Potrò darti la possibilità di fuggire o di sferrare un unico attacco sicuro al mio segnale. A te la scelta, Kawaki.> perdi anche la capacità di portare rispetto. Di fatto lo hai affrancato da qualsiasi obbligo, come hai fatto con Konoha e con i tuoi affetti. È la tua battaglia, a lui scegliere se farne parte o meno. Tu ti limiti a tentare di flettere le leve inferiori, caricandole come molle, per poi scattare alla massima velocità verso il punto dove è arrivato quel tonfo. Un sorriso tagliente sul volto, mentre nella mente s’affastellano e s’accalcano ricordi e sensazioni, coordinati ad arte da una sinfonia che percepisci sempre più chiara, a farti da colonna sonora, gli archi, le percussioni, i fiati, le voci. Qualcosa di infernale che hai imparato a capire. È una voglia che non sazierai mai, una sensazione che non smetterai mai di cercare. Uccidi o vieni ucciso. Quanta arte in questo? Quanta bellezza? Tenteresti di divorare il terreno alla massima velocità, rallentando il passo solo quando gli alberi si fanno più radi, per entrare al passo, lasciando che sia la pioggia ad annunciarti, o il bagliore d’un tuono a far vedere la tua figura avanzare e liberarsi dall’oscurità degli alberi sempre meno radi. Gigante fra tutti, tranne che davanti al tuo obbiettivo. E lo cerchi, emergendo senza paura di farti vedere. Sai che lui ti ha percepito. E se non fosse lui? Sarebbe in ogni caso inutile per te nasconderti. Non sei fatto per questo. Arresteresti il tuo incedere solo al limitare della radura osservando ciò che l’occhio del fato ti propone [Tentativo di spostamento verso la radura] [Equip: Tonico chakra x10 Tonico salute x1 Tonico speciale del chakra x1 Tonico speciale salute x1 Fumogeni x5][Chakra:15/15]Finalmente ti riveli, folle cacciatore. Dopo aver provato per tempo incalcolabile e distorto il piacere della caccia, dopo aver abbandonato ogni desiderio d'essere ferito - accettando persino di uccidere ciò che più ti è caro - sei definitivamente pronto ad un nuovo incontro con il tanto atteso Demone Rosso. Sei diventato indubbiamente più forte di prima, ma non parlo semplicemente del tuo corpo..Quello è il meno dei tuoi progressi. Con la pioggia che batte su di te potrai ben ricordarti per istinto di quando hai trascinato disperatamente tuo padre con lo scopo di raggiungere l'accampamento di Kiri. Sei stato la prima vittima della Guerra e se oggi cadrai sarai probabilmente una delle ultime. Non è terribilmente ironico? Nato dal sangue, reso uomo dal sangue...Distrutto dal sangue. Non puoi più vivere se non vedendo il suo riflesso, dedicando ogni scintilla della tua volontà in lui e per lui, giacche sei ormai diventato un suo simile, un cacciatore. La vostra voce interiore si fa sempre più simile, tanto che potresti non rendertene conto se un giorno guardandoti allo specchio tornerai a vedere il tuo, di riflesso. Respirate sotto lo stesso cielo, e finché questo avverrà non potrai mai placcarti. " ...Sciocco.." Pronuncia queste parole Kawaki, assistendo al tuo scatto in direzione dell'occhio del ciclone, realizzando che non sei mosso soltanto da cieca ambizione, ma anche da un istinto autodistruttivo. Non è più importante che l'Inuzuka sia presente o meno, non hai neanche il desiderio di conoscere questa informazione per il momento, vuoi soltanto raggiungere la tappa successiva, vuoi evolvere..o forse morire. Per molti potresti esser diventato un guscio vuoto di sentimenti negativi, ma sotto la giusta lente potresti apparire più realizzato che mai, più vivo di quanto non fossi mai stato. Qualsiasi tua rabbia provata in precedenza, persino i sentimenti dell'esilio...Non valgono nulla di fronte a ciò che hai provato nell'ultimo mese. Impallidiscono dinnanzi al Grande Drago Rosso. Raggiungi in un battito di ciglia la radura, e subito potrai analizzare la realtà di fronte ai tuoi occhi, contemporaneamente ad un secondo grande battito del terreno. Già sapevi chi li stava producendo, ma ora potrai avvalerti anche del perché. Il grande piede scalzo del Demone Rosso schiaccia sulla fredda roccia il corpo esanime di un uomo vestito con una tuta nera. A terra è presente, in mille pezzi, una maschera che potrai ricondurre agli ANBU. Attorno a lui, un secondo corpo è già a terra, probabilmente la risultante dell'impatto poc'anzi avvenuto. I grandi occhi rossi di tuo padre s'alzano lentamente, impattando dritto su di te. Il suo sorriso s'allarga distorcendo ogni muscolo facciale per dar vita al sorriso più grottesco che tu abbia mai visto. Il petto è nudo e alla vita son stretti un paio di pantaloni di grande taglia che gli coprono le gambe fino ai piedi, questi ultimi scalzi. Ogni cosa, in lui, è l'apice dell'ambizione. Ed ogni Taijutser nel suo profondo sognerebbe d'avere quel corpo. Quella macchina da combattimento che ha preso i limiti dell'umano e ne ha fatto oggetto di scherzo. Non è neanche chakra, il suo. La pioggia impatta sul suo corpo ed immediatamente genera fumi vaporosi, che infestano quasi per intero la sua figura. "Yo." Ti saluta, tirando fuori la lingua e passandola sul labbro inferiore e superiore, inumidendolo. Muove un paio di passi avanti, superando quei due cadaveri di ANBU, e potrai percepire la sua aura più intensamente che mai. La roccia sotto il suo peso s'incrina, lasciando un'impronta indelebile. "Y o s a i. " Ancora sorridente, si china in terra e afferra un Kunai a tre punte, di cui una è spezzata. Si passa l'arma tra i denti, mentre la gemella viene portata in tasca. "C'è puzza di cane bagnato." allarga le narici, di dimensioni sovrumane - come tutto di lui, del resto. { Quest per yosai} { no limite di tempo } { distanza: 15 metri }
OST aggiornata.
Non c’è solo il brivido della caccia, la musica della morte e un’atmosfera perfetta. Percepisci anche qualcos’altro. Ma cosa? Una sordida, subdola sensazione di invidia. Un solo tonfo ha fatto tremare l’animo di un Inuzuka esperto. Da cosa deriva tanto potere, la possibilità di instillare tanta paura anche solo con l’odore? Lo brami quel potere. Lo nasconderai sempre a te stesso ma brami la capacità di suscitare tutto questo. È per questo che ce l’hai tanto con le emozioni che ti suscita quell’uomo. Perché ti accomunano agli altri. Ti fanno sentire uguale a loro. E tu brami d’esser altro da loro. Brami di più. Hai temprato così tanto te stesso da esser diventato immune ai segnali che ti avvisano che qualcosa sta andando terribilmente storto, che non puoi assicurare niente a nessuno, men che meno la possibilità di colpire un bersaglio come un Mukenin di quel livello. Ma l’Inuzuka l’avrà capito. Sarà andato a chiamare i rinforzi, sarà tornato a casa. Oppure è abbastanza folle da esser rimasto in zona. È giusto che tu non lo sappia, come non deve saperlo chi ti ha generato. In questo modo non potrà scoprire la menzogna nei tuoi occhi. Non ti interessa che ci sia o no. Sei pronto al tuo fato, qualunque esso sia, uscirai da lì come qualcosa di migliore di ciò che sei. Ma migliore in che senso? Da quando hai smesso di spaccare ogni specchio che trovavi per l’istinto di uccidere il tuo riflesso, lui? Da quando hai smesso di anche di coprirli o di abbassarli? Da quando quel tuo riflesso distorto dal dono di uno sconosciuto è diventato il tuo sprone? Quando ti sei reso conto che quel riflesso si è fuso con il tuo volto nel quadro che hai ammirato nel genjutsu che ricevesti tempo fa? è tutta una questione di routine. Hai spezzato ogni osso del tuo corpo per prepararti a lui, e lui ha spezzato ogni fibra della tua anima per prepararti al medesimo fato. Emergi dalla radura tenendo lo sguardo blu, illuminato da una luce buia che viene dritta dal profondo della tua anima vuota, o piena di ciò che non splende. Ci hai messo il tempo di uno scatto ad inserire gli ultimi tasselli, Da tuo padre all’attacco a Konoha, Dall’assassinio di tua madre alla consegna del tuo coprifronte fino a quei brandelli di stoffa e a quella puzza di cane bagnato. La voce di tuo padre ti vibra dentro. Scatenandoti ondate d’adrenalina in corpo. Adrenalina che si traduce in una miriade di sfaccettature, ma non terrore quello non più sei troppo cresciuto per provare quel tipo di paura che ti paralizza. Sai controllarti, per ora. E per quanto quel ghigno rallenti il tuo passo, inizi a percorrere passo dopo passo il percorso della natura, dando a lui il profilo sinistro ma tenendo ambo gli occhi su di lui, pronto a qualsiasi evenienza <A k u m a> lo chiami, la voce baritona risuona nell’aria, non hai niente di paragonabile a lui, ma inizi a sentire il chakra agitarsi violento lo senti risalire il collo taurino e addensarsi nel cranio, li dove c’è la prima porta. Inizi a sentire i capelli viziati dall’energia elettrostatica, ancora qualcosa di appena visibile. Niente di paragonabile a lui. Alzi il mento per guardarlo, l’unico al mondo. Ascolti la sua voce infernale, continuando a camminare, sottile il sorriso ti riga di nuovo le guance <Certo che c’è, mi serviva per seguire le tue briciole, *Padre*> la mascella si contrae e senti gli archi pervaderti in un lungo acuto che ti porta a inspirare, gonfiando il petto imponente, solo dopo aver compiuto più o meno centottanta gradi di fermi, girandoti frontale a lui <Hai chiamato> non è una domanda. Non c’è dubbio nel tono. Eri sicuro che l’attacco a Konoha non era rivolto a Konoha né a tua madre. Era il suo modo di chiamarti. Allarghi dunque le braccia scolpite, fissando quegli occhi rossi che ormai vedi ovunque, quasi faticando a capire se è un sogno, se è uno specchio o se è la realtà. <Eccomi> No, lo sai bene che è la realtà, lo grida il puzzo di quei corpi smembrati, lo grida la tua serenità nell’essere riuscito a vivere il tuo richiamo da solo senza coinvolgere altri in quella folle richiesta di autodistruzione. Conscio che la tua attenzione non andrà mai da nessun’altra parte, se non all’uomo che hai di fronte <Com’è stato dover scendere a compromessi con un kage incapace di gestire il suo villaggio e un esaltato convinto di essere dio?> C’è un velo di curiosità nella voce. È l’unica cosa che ti è sfuggita di quel disegno. Non lo facevi tipo da scendere a compromessi.[Chakra On]E' vero. Quel corpo, con un singolo soffio, esalterebbe il più umile e pacato dei taijutser. Se non vuoi essere dalla parte di chi sogna, devi afferrare con le tue mani la vera essenza di quel potere per raggiungere realmente l'essere virtuoso. Non hai la possibilità di fermarti, nè ora nè mai. Sei salito su una giostra che non potrà terminare se non con un rovinoso incidente. Quante vite, ha già mietuto con i suoi soli pugni? Quanti nomi dei ninja caduti sono iscritti su qualche eroica colonna a causa sua? Dovunque si trovi il vestigio delle grandi guerre sarà sempre rintracciabile una traccia da lui lasciata, un frammento della brutale bellezza usata dalla sua figura eletta per trasfigurare l'aspetto del mondo secondo un concetto superiore. Il Demone Rosso si guarda per un momento attorno, senza ruotare il collo ma spostando soltanto gli occhi da un lato all'altro, rimanendo immobile come se volesse evidenziare a te il suo esser perfetto e marmoreo. Ti invita alla cupidigia, ad una smodata avidità ed ebbrità di potere; ti spinge utilizzando quei tratti che conosce tanto bene..Certamente perché anche a lui appartenuti. La vostra somiglianza è già immensa, forse il tono, forse il modo di comportarvi. O forse sei tu che stai lentamente abbandonando il tuo bozzolo, cedendo ai sussurri che hai percepito dal mondo esterno. E affacciandoti alla realtà hai deciso di imitare inconsciamente ciò che di più virtuoso ti si è parato davanti. Quell'evento ti da una scarica d'adrenalina, ma non basterebbe mai da sola. La sola presenza di tuo padre è per te una potenza risvegliatrice, della quale diventerai man mano più consapevole. La pioggia batte sempre più ferocemente e nella tua mente la dolce melodia diventa un requiem che fa rabbrividire e drizzare ogni parte del corpo e dell'animo. Il più semplice dei dialoghi rivela la tua nuova identità, la parte più vera dello spirito tuo. Lasciando il coprifronte hai deciso di non caricarti di nessuna responsabilità ulteriore, e questo ti permette forse d'aver spirito leggero, di non aver paura d'esser attaccato e ucciso. Perché forse, ti risparmierebbe un sacco di problemi. Il potere in te è come l'intelletto: risplende a misura delle verità scoperte. Finalmente, la realtà. La mano precedentemente infilata in tasca fa uscire e cadere a terra un pezzo di tessuto simile a quello che possiedi, ecco il modo in cui vi ha guidati tanto lontani, dove nessuno può aiutarti se non chi già è presente. Se solo ci fosse stata Mekura, forse le cose sarebbero andate diversamente. "Devi ringraziare tua madre per questo." Abbassa gli occhi sul tessuto caduto in terra, schiacciandolo con il tallone del piede sinistro e strisciandolo sulla roccia, in un atto carico di simboli. Le braccia son larghe ma basse, le dita son ben larghe l'una dall'altra me s'evidenzia che non è rilassato. "Silenzio. Se non riesci neanche a percepire le mosche che ti ronzano attorno, non meriti risposte. " I suoi occhi si spostano sugli ANBU, svelandoti il motivo per cui erano lì. Non stavano cercando il Demone Rosso, ma sorvegliando te. Adesso puoi capire perché persino un artiglio del clan inuzuka ha sentito la paura? E' istinto primitivo per l'uomo piegarsi a una potenza superiore, far meno ad una sfida che non può essere vinta. Improvvisamente, il vapore attorno a tuo padre viene coperto da qualcosa di nuovo. Un'aura rossa fuoriesce dal suo corpo, segno che ha ALMENO attivato la porta della ferita. Ed immediatamente a seguire le sue labbra si spalancano, ed urla. " Y O S A I " La voce scandisce ogni lettera e il solo vibrare delle corde vocali è abbastanza dal far tremare tutto e dal renderti ora sordo, lasciando un fastidioso fischio all'udito. Ma non è questo che ti affliggerà a te. Pronunciando il tuo nome, ti ha toccato direttamente nello spirito. Non è qua per parlare, ma con quell'urlo ha comunicato mille cose. Ha sfiorato la tua anima e ti obbliga adesso a superare OGNI tuo singolo limite. Il tuo chakra reagisce immediatamente a quel richiamo, non potrai farne a meno, ed immediatamente il tuo corpo verrà avvolto da un'aura verdastra, portando all'apertura della porta del riposo. L'energia ti circonda ma c'è qualcosa di più grande ancora della sola porta. Sarà l'adrenalina, sarà quel richiamo all'anima primitiva, ma ora devi combattere. { No limite tempo } { distanza: 15 metri } { Porta del riposo aperta SENZA turnazione pagata } { La tua agilità, mente e forza sono attualmente AUMENTATE di 20 punti. } { Sei assordato }
Eccola l’abilità di tuo padre. È l’unico che riesce a manipolare le tue emozioni così bene. Non è paura quella che vuole generare in te stavolta. Sei al livello successivo. Stai premendo contro il tuo bozzolo quando la melodia del tuo requiem d’improvviso lascia il posto alle percussioni. Lo senti chiaro un martello picchiare due volte sulla tua anima. O è il tuo cuore che ha perso un battito? Non puoi dirlo, di colpo lo sguardo tempestoso si poggia con quel tessuto, accompagnato a quelle parole. Ancora la madre, filo rosso delle loro conversazioni. È solo il dubbio che lui ti instilla che genera in te un’ondata di adrenalina tale da farti formicolare ogni centimetro della pelle. Mentre la pupilla s’allarga e la mascella s’irrigidisce. Hai seguito i resti di tua madre? L’hai fatto d’avvero? Senti gli argini del tuo oceano in tempesta gemere e incrinarsi. Perché l’Inuzuka non te l’ha detto? L’avrebbe riconosciuto… o è passato troppo tempo? Di nuovo il poderoso della tua orchestra manca un battito, e torni presente a te stesso. Non puoi distrarti. A nessun altro se non a lui deve andare la tua attenzione, o morirai senza accorgertene. Lo sguardo lo sposti sui corpi spezzati da lui. Furaya non ha mai smesso di proteggerti. E a nulla è valso. Sei di nuovo da solo con lui. Non hai nemmeno tempo di pensarci, osservi quell’aura rossa. La conosci bene. L’hai già vista, lo sguardo si sgrana di nuovo prima di ricevere l’onda d’urto di quell’urlo. L’ululato del capo branco. E cosa è costretto a fare il giovane maschio desideroso di quel posto, quado il capobranco chiama? Rispondere, inarchi indietro la schiena possente, serrando ogni fascio muscolare che ti compone. Vene vengon spinte contro la pelle, autostrade di sangue rovente, mentre quell’urlo frantuma i tuoi argini, e le porte che fino ad ora sei stato in grado di sbloccare. Apri ambo le porte, schiudendo le labbra e spingendo all’indietro il mento. Mentre la giugulare s’ingrossa nello sforzo di urlare con tutta la forza che hai in corpo, mentre il blu dei tuoi occhi viene invaso dalla bianca sclera, unica padrona del tuo sguardo, e il fumo verde t’invade, fuoriuscendo da ogni parte di te. È un urlo potente, che emula senza raggiungere, ma che brama con ogni stilla di se. È un urlo che tu non puoi sentire se non ovattato perché viene da dentro. Non te lo fai ripetere, null’altro esiste ormai se non quell’urlo che ti rimbomba dento e la tua orchestra che suona furiosa. È arrivato il momento. E sia quel che sia. E la ragiona lascia spazio all’istinto. E con questo tenteresti di spingere una modesta quantità di chakra dal plesso solare alle spalle e quindi giù alle mani, sguainando le tue armi. Scatteresti dunque verso il tuo obbiettivo, alla massima velocità. Lasceresti scattare le leve inferiori come molle, scattando verso di lui e fermandoti solo a distanza d’ingaggio per tentare di aprire l’anca verso destra innescando una rotazione della spina dorsale con conseguente apertura della spalla stondata nella medesima direzione, il braccio che la seguirebbe, venendo caricato all’indietro per poi venir sparato in avanti, mirando al volto di lui. Un colpo inferto senza raziocinio. Morirai dimostrandogli che non è invulnerabile, se è questo il destino. Ci metti tutta la forza che hai nello srotolare quella catena cinetica. [Tentativo di Totsukegi (pugno al volto) 2/4][Combattimento senz’armi (+10 danni)][Apertura della porta dell’apertura e del riposo: -8PV][Se Chakra: 13/15][Equip: lo stesso]Non c'è più alcun suono percepibile. La valanga di pensieri che precedentemente stavano invadendo il tuo palazzo mentale sembrano completamente disperdersi sotto il vigoroso urlo del Demone Rosso, che ti smuove e t'agita con lo scopo ultimo di destare una parte della tua vera essenza. In questo processo di metamorfosi, come Kafka, ti riscopri in una dimensione differente e immediatamente t'adatti alla circostanza, con il solo desiderio di andare avanti. Saranno tutte le persone che inconsciamente ti sei lasciato alle spalle a domandarsi se questa tua metamorfosi non vada arrestata in qualche modo. Ma è possibile, arrivati tanto lontani? La risposta la sappiamo, tutti quanti. Del dolore ti forza a stringere i denti, rivelandoli e mostrando un'espressione che tanto assomiglia a quella del tuo sfidante. Ma il dolore? Non è tanto percettibile, in effetti. Non è che una nube vaga che ti circonda e tenta inutilmente d'opprimerti. Le anime dei defunti a te vicine potrebbero essere lì nei tuoi ricordi, ah. Se soltanto quell'angoscia profonda nel tuo animo potesse diventare energia, quanto saresti forte? Lui lo sa. E tu sai e senti che è ben conscio di questo potenziale. Ogni suo movimento è l'emanazione della vita, e si lascia sempre alle spalle una scia residua caratteristica di chi possiede movimenti troppo veloci per essere seguito con occhio umano. Un supplizio indicibile, il tuo. E scattando in avanti, in quell'impeto d'immensa vitalità, miri al suo volto e riesci a colpirlo in pieno. Anche se è più corretto dire che si lascia colpire, come se volesse testare i tuoi progressi. Ma no. Non ti sta trattando come un bimbo, non sottovaluta quei colpi. Sta misurando la forza di un avversario nel modo più virile possibile: assorbendo il danno. Impattando su di lui il tuo pugno genera un'onda d'aria che viene emanata la dove la tua forza è stata proiettata, inudibile ma visibile a causa dei capelli smossi del Demone Rosso. La sua mascella si sposta, venendo deviata lateralmente e portando tuo Padre a tenere appena aperta la bocca, incapace di fare altrimenti. Ma sorride. Oh, se sorride. E probabilmente lo stai facendo anche tu, ben conscio della risposta che sta per giungere: Un suo pugno, identico. Puoi osservare a malapena quel movimento, veloce oltre ogni limite da te osservabile. Individui appena il momento nel quale vien caricato, ed istantaneamente la tua mandibola viene dislocata e fratturata. Il colpo stesso impattando su di te ti getterà violentemente a terra, causando una grande frattura nella roccia ai vostri piedi. Il dolore è immenso, così come i tuoi sensi vengono completamente scombussolati in un istante dall'impatto pericolosamente vicino al cervello. { - 25 punti vita } Lui urla qualcosa, ma non puoi sentirlo. Le mani si congiungono come in preghiera ed entrambe vengono alzate sopra la sua testa, tentando poi di farle cadere a martello sulla tua figura a terra. C'è qualcosa di diverso da prima, e ben puoi accorgerti che...inizi ad esser capace di seguire quei movimenti. I tuoi sensi si potenziano sotto la sua infusione superiore. { Distanza: ingaggio. Hai 1/4 per schivare il secondo colpo, sei a terra. Alzarti dopo la schivata non consumerà turnazione, nel caso. } { Porta del riposo attiva. La tua Agilità, mente, forza E RESistenza sono adesso aumentate in TOTALE di 40 punti. } { 1/4 schivata - resto del turno libero }
È solo musica deliziosa che nasconde il tuo cuore che batte all’impazzata dalla gioia, dalla rabbia, dalla paura, dall’adrenalina, dalla percezione della potenza che il tuo corpo emana. Tutto insieme. Vita, percepisci l’impatto ma non sorridi subito. Perché lo conosci. Tu sei lui. Hai capito che non ha voluto schivare. Non ti interessa il motivo. Non ti interroghi sul perché. Sai che l’hai colpito perché lui l’ha voluto. Sgrani lo sguardo quando osservi il suo colpo caricarsi e partire. Non puoi schivarlo. E allora perché ti sorprendi? È la paura di ricevere quel colpo? No. Un ghigno coglie la tua bocca prima che venga distrutta. Puoi vederlo. Nei ricordi mentre il suo pugno s’avvicina hai la scena di quel lampo scarlatto sparire e riapparire, sulla scogliera di Kiri, ecco perché quel ghigno, ma poi per un attimo il buio. Un fischio assordante alle orecchie, un “crack” che sembra provenire dal cervello, dalla tua stessa anima, e un’esplosione di dolore. Ti ritrovi scaraventato a terra e d’istinto tenti di rovesciare sulla schiena hai le labbra schiuse, non senti la lingua e intorno a te tutto fischia. Hai la percezione di vedere baleni di luce davanti ai tuoi occhi, li chiudi un attimo per poi riaprirli, percependo giusto in tempo lo spostamento d’aria del colpo che sta arrivando. Tenteresti semplicemente di far pesa sul terreno con le unghie e i palmi delle mani e con i piedi per graffiarlo via di lato, tentando uno scarto verso il fianco opposto rispetto a quello dove si trova il demone rosso, giusto quello che basta per far passare quell’enorme martello umano e farlo abbattere sul terreno. Ogni movimento ti genera fatica. Ma anche in questo tuo padre ti ha aiutato. Hai spezzato ogni osso del tuo corpo per lui, hai spezzato gli alberi con le tue mani e hai distrutto le tue mani con gli alberi, fino a fare del dolore una presenza costante nella tua vita, nei tuoi allenamenti. E adesso cerchi di tramutarlo in forza, di spingerlo negli arti inferiori insieme all’energia e al chakra, insieme al ricordo degli occhi di tuo padre che esplodono, insieme all’immagine di tua madre distrutta, insieme al riflesso che vedi ogni volta nello specchio. Percepisci il fumo del chakra aumentare, senti i muscoli tirare al punto che sei sicuro che prima o poi lacereranno la pelle per uscire, senti la pelle formicolare d’energia. Nuove sensazioni che ti inebriano, ubriacandoti. Qualora tutto fosse andato a buon fine saresti ancora carponi sulle mani e sui piedi osservando quell’impatto immane quando tenteresti di nuovo di scattare. Sei a distanza ravvicinata, molto meno dei quindici metri precedenti. Tenteresti di coprire di chakra il tuo ginocchio sinistro per poi esplodere di nuovo in uno scatto che vorrebbe portarti schiacciare con il piede destro le mani giunte di tuo padre, mentre con ambo le mani tenteresti di stringere i rossi capelli all’altezza della nuca, caricando indietro il ginocchio sinistro per poi farlo scattare con tutta la forza che il tuo corpo, il tuo chakra e il tuo dolore ti consentono, mirando di nuovo, a colpire lo stesso punto. Il volto. Di quel demone <A V A N T I!> urli. Non sei sicuro nemmeno si capisca, dalla bocca perdi sangue e saliva senza controllo, ti fa male qualsiasi tentativo di muoverla ma lo fai uguale. E ridi. Puoi vederlo. Ridi con ogni fibra di te, gorgogliando e sputando. Rabbioso e vivo come mai. È una guerra di logoramento. Chi ne uscirà più logorato?[Equip: lo stesso] [Tentativo di Totsukegi (Ginocchiata al volto) + Combattimento senz’armi (+10 punti danno)][Conoscenza del dolore][Porte aperte: -8 pv][SE chakra: 11/15] edit[1/4 Tentativo schivata][2/4 Tentativo di Totsukegi (Ginocchiata al volto) + Combattimento senz’armi (+10 punti danno)][Conoscenza del dolore][Porte aperte: -8 pv][SE chakra: 11/15]Maestosa riunione e scambio di colpi. Guardando la cosa dall'alto, non siete mai stati molto bravi ed esprimere i vostri sentimenti utilizzando le parole. O gli sguardi. Gli occhi tendono a dire troppo, o troppo poco. Le parole tendono a non dire nulla, quando c'è bisogno di dimostrare qualcosa. E la prova che i vostri spiriti hanno un'affinità superiore risiede in quella stropicciata e brutale risata che caratterizza entrambi i vostri volti, che vanno sempre più macchiandosi di sangue, sudore e fango. Eccolo il linguaggio supremo, la prova inconfondibile che appartenete alla stessa specie. Da quando hai smesso di pensare in nome della liberazione dello spirito non senti più la gogna dell'oppressione tenerti immobile. Anzi; mentre il tuo corpo si autodistrugge e rigenera per superare ogni limite, potrai ben accorgerti che i colpi subiti fanno sempre meno male. Non sei semplicemente ebbro, ma molto di più: sei te stesso. Nessuno osso spezzato negli allenamenti può rimpiazzare l'impatto delle nocche di tuo padre sulla tua pelle. E nessun nemico troppo fragile ti darà mai la stessa soddisfazione. Il tuo udito inizia a tornare come un rimbombo mortale, ausiliandoti nel momento in cui schivi per la prima volta l'attacco del Demone Rosso, che avrebbe facilmente messo un punto finale alla situazione. Diventando improvvisamente tanto veloce, forte e resistente prendi di sorpresa l'avversario ,una piacevole sorpresa che può esser vista in quello sguardo carico di gioia nel momento in cui, afferrandolo per i capelli, fai impattare il tuo ginocchio sul suo viso, ben percependo un caratteristico 'crack' e potendo assistere poi al suo naso che sanguina, indubbiamente rotto. "ECCOTI--" terminando di pronunciare quelle parole, nel massimo momento di piacere, assisterai ad un Kunai che ad una velocità media impatta sulle carni del fianco di tuo padre, perforandole appena ed incastrandosi. " . . . " Il suo sguardo si fa cupo ed una penombra cala sul viso. Non è arrabbiato perché è stato colpito. E' arrabbiato perché è stato interrotto nel vostro momento di massimo bagliore. Potrai assistere ad uno spettacolo della natura, letteralmente: un'enorme quantità di chakra si raggruppa evidente nelle gambe del tuo genitore. Tutto di te urla l'evidente pericolo di quella mossa che esula dalla forza brutta per toccare l'arte del taijutsu, quella sfera delle arti marziali che sfrutta più attivamente il chakra. I suoi muscoli si gonfiano ancor di più ad una velocità superiore scatta a 20 metri di distanza, lasciando un grande fosso assieme agli altri da voi causati. Lo riesci a seguire con gli occhi, e ben vedi che al termine di quello scatto afferra per una zampa il cane dell'Inuzuka, lì presente affianco al proprietario. Ciò che fa è letteralmente alzare il cane per la zampa anteriore, agitandolo per aria come se fosse un nunchaku e facendolo battere su ogni proprio muscolo, passando dal petto alla schiena e lasciandolo infine cadere a terra: dopo un guaire iniziale, non si muove più. Quell'enorme bestia è stata trattata come una pulce, ed immediatamente potrai sentire un terribile urlo di dolore dall'Inuzuka che t'ha scortato fin qua: Kawaki. E' un urlo immondo, che esula dal dolore fisico. Ecco cosa succede a chi interrompe il Demone Rosso. Come seconda azione, calcia allo stomaco l'Artiglio, lanciandolo di numerosi metri verso di te. E' a terra, sputando sangue e con le mani allo stomaco; con occhi iniettati di sangue e dolore. Intanto, tuo padre si da un colpo sotto al mento, sistemandosi la mascella. "Cento codardi non sono diversi da un codardo. Sei migliorato, Yosai. " sputa a terra, una palla di saliva colorata di rosso a causa tua. Con tono estremamente annoiato dall'evolversi delle circostanze, ti da un compito. "Uccidilo. Ti ha visto ridere." { Distanza dall'inuzuka: 5 metri. Distanza dal demone rosso: 20 metri } { Agilità, mente, forza E RESistenza sono adesso aumentate in TOTALE di 50 punti. }
<GRRRRRAHAHAHA> una risata profonda che proviene da un ringhio esalato direttamente dalla pienezza della tua anima cupa. <…> una risata che però viene interrotta. Ora si, tuo e tuo padre siete lo specchio l’uno dell’altro. T’adombri esattamente come lui. Spostando lo sguardo e ringhiando animalesco con la bocca ancora semichiusa. Due animali interrotti. Percepisci feroce l’istinto di attaccare chiunque sia stato, ma è la preparazione all’attacco del tuo avversario che ti fa allargare lo sguardo e scostarti da lui quel tanto che basta per non essere in traiettoria. Quello a cui osservi è impressionante. Hai osservato la maestosità di quel cane dal primo momento che lo hai visto. Eppure… Eppure il sordo richiamo evocato dal Demone Rosso non svanirà solo grazie ad un’interruzione. Approfitteresti di quel momento di lontananza dallo scontro per colpirti violentemente la mandibola dalla parte opposta a quella colpita. Dovresti avvertire una nuova ondata di dolore quando l’articolazione viene ristabilita al suo posto con un sordo “crack”. Sarà fratturata, ma almeno potrai chiudere la bocca e provare a deglutire il tuo stesso sangue. Ormai il calore che senti dal dolore ti pervade e ne godi. Un’istante dopo ti atterra l’Inuzika davanti. Ma tu non lo guardi. Hai modo di ascoltare le parole di tuo padre come una profonda eco gutturale in mezzo al ronzio che segna che i tuoi timpani stanno tornando a percepire qualcosa. Ascolti quell’ordine e ti raddrizzi, in tutta la tua altezza cammini verso l’Inuzuka. Non lo guardi ancora, tuttavia. Il tuo sguardo senza pupilla ne iride, solo bianca sclera, è rimasto su tuo padre. È camminando che capisci la differenza tra voi due. Hai capito ciò che gli invidi, l’hai capito subito. Ma adesso inizi a capire cosa potrebbe far di te un guerriero migliore. Un Demone migliore. È qualcosa che sta esattamente tra natura e cultura. Tra ciò che sei e ciò che sei stato educato ad essere. Tra ciò che lui ti ha trasmesso geneticamente e ciò che l’Aquila Nera ti ha trasmesso metodicamente. Quella di tuo padre è pura luce solare. La sua follia omicida illumina tutto senza scopo apparente. Tu sei la luce del sole attraverso il riflesso di una lente d’ingrandimento. Una luce concentrata. Un obbiettivo che può scatenare un incendio. Non è ceca violenza la tua. Non ti faresti problemi ad attentare alla vita dell’Inuzuka se si fosse frapposto. Ma lui è li inerme. Non significa niente per te. Le mosce che hai intorno non è vero che non sei stato in grado di percepirle, semplicemente non lasci che ti distraggano. Questo è l’Inuzuka per te adesso. Una mosca nel vostro incontro privato. Fletti di nuovo le gambe caricandole come molle di chakra, odio e rabbia <Silenzio. Se non riesci ad ignorare le mosche che ti ronzano intorno non meriti risposta> Ringhi. Parli male e questo ti rende ancor più animale di prima. Tenteresti quindi uno scatto liberando contro il terreno l’energia sprigionata dalle gambe. Percepisci ogni fibra muscolare esplodere di energia eppure ne brami altra e altra ancora. Hai fame di quel potere, completamente inebriato da questo. Dovresti passare ad una distanza infima dall’Inuzuka nel tuo scatto. Non gli dedichi un briciolo di attenzione. Ogni fibra del tuo corpo ti porta contro il tuo obbiettivo. Ti fermeresti di nuovo a distanza d’impatto da lui, piantando la destra in terra, flettendola e compiendo un salto con la forza adeguata da far arrivare l’altra gamba, la sinistra, all’altezza del pugnale ancora conficcato nel suo fianco, qualora non l’avesse estratto. Il tentativo è quello di sparare la leva inferiore sinistra ad impattare contro il manico del Kunai, aggiungendo alla forza della perforazione e del taglio, tutta la forza di cui sei capace con un colpo dei tuoi, tentando di spingere quell’arma più all’interno possibile. Ringhi stavolta, a bocca chiusa e sentendone dolore, dolore che riversi in quell’offensiva <A F F R O N T A M I !!!> Non gli permetterai di distogliere lo sguardo, di non portarti il rispetto che ti meriti.[Equip: lo stesso] [Ultimi 2/4 Tentativo Totsukegi (Calcio circolare al fianco)][Porte aperte: -8pv][se Chakra: 10/15]Adesso i vostri ruoli son diventati confusi. T'enunci luce focalizzata e questo è evidente dalle tue scelte, ma la lente d'ingrandimento da te usata è piena di crepe. La luce emessa è per altro ben più brutale e concentrata, qualcosa capace di renderti più di un demone quando la situazione lo richiede. Eppure, non siete semplicemente un riflesso uno dell'altro. Siete un'entità simile sottoposta ad una serie di esperienze differenti, potevate essere identici ma ormai è troppo tardi. Ciò che stai diventando potrebbe essere migliore o peggiore, dipendentemente da quale significato decidiamo di attribuire alla parola. Lo scontro evolve al suo livello finale. Anche al tuo attuale livello di potenza, i danni che hai subito ed i danni subiti dal Demone Rosso son notevolmente differenti. Essere stato in grado di farlo sanguinare però non basta, ti trascini alle spalle un orgoglio da guerriero che portato all'estremo ti rende ferale. Senti tutto ciò che ti è dovuto e lo esigi, tentando quel brutale calcio che vorrebbe colpire il kunai lanciato precedentemente dall'Inuzuka. Il Demone sussulta fortemente, ma non perché è stato colpito: l'aura attorno a lui raggiunge un livello superiore, venendo avvolto da un alone verde che dovrebbe essere per la tua esperienza la porta della visione. Una volta ancora lascia che ti avvicini a lui per poi creare un divario ancora più grande. Intercetta il tuo attacco afferrando tempestivamente la tua caviglia, ad una distanza di appena un centimetro dall'arma attaccata al suo fianco. Troppo velocemente fa calare il pugno appena sopra il tuo ginocchio, con una forza tale dal generare un grottesco suono ed un dolore non mai provato [-15pv ] Ed eccoti lì, adesso lasciato da ogni presa e piegato in terra o in equilibrio su un solo arto. Le ferite si cumulano ed iniziano a farsi sentire. L'aver superato più del doppio i tuoi limiti ti porta in questo momento di minima tensione ad avvertire il peso degli sforzi effettuati. "Non sei pronto per combattermi mortalmente. E non avverrà certamente in un boschetto del cazzo. " Ambizioso, gettando l'ombra su qualcosa di futuro. Uno scontro, in un luogo ben più importante, forse sotto gli occhi dell'intero mondo. Eppure, è ovvio che per te esista solo il presente, specialmente in un momento tanto importante. Hai davanti non solo un genitore, ma la tua più grande nemesi e contemporaneamente una delle uniche persone che davvero può capirti. "Se vuoi proprio tornare alla Foglia e non essere rinchiuso dovrai fare dei sacrifici. Se vuoi diventare forte dovrai fare dei sacrifici. Se vuoi sconfiggermi dovrai dare tutto." Non sposta lo sguardo, ma si rimuove il kunai e lo getta silenziosamente a terra, rivolgendo poi lo sguardo all'Inuzuka alle tue spalle. Eppure, indietreggia. Nel climax di tutto si fa meno allo scontro e non farà più fatica ad evitare ogni tuo attacco, qualora ne portassi ulteriori. Sta sparendo, di nuovo. E se i tuoi pugni non possono più raggiungerlo forse potresti ricorrere a ciò che fin'ora era stato oppresso: la voce. { Distanza dall'inuzuka: 5 metri. Mente, agilità, forza e resistenza -20 }
Ti sei lasciato ingolosire. Ancora una volta hai ceduto al suo trabocchetto. Ancora una volta hai lasciato fosse lui a pilotarti in quel combattimento che per lui è stato poco più di quello sostenuto l’ultima volta. Ed è così che ti senti. Esattamente come il genin che aveva appena preso il coprifronte e scopriva le sue vere origini. Cala la scure sul tuo ginocchio come tu l’avevi fatta calare sul ginocchio di tuo padre. Bisogna sempre colpire alle gambe. Rovini a terra, occhi spalancati, chakra che fuma vivo e ruggisce imperioso dentro di te. Eppure un dolore cocente sale dal ginocchio. Ti mozza il fiato. Non hai la forza neppure di urlare, Lasci quella gamba anestetizzata e dolorante mentre punti il ginocchio buono e i gomiti. Afferri la terra con le mani, digrignando i denti. Senti le lacrime evaporare via. Non è il dolore. È la frustrazione della sconfitta. Non sei pronto. Non sei abbastanza. Di nuovo. Ancora. È qualcosa che ti spezza dentro. Tenti di alzarti almeno sulle ginocchia sfruttando l’addome. Sei ormai allo stremo delle forze eppure continui a sentire quel brivido inebriante che ti spinge a combattere ancora, a dare ancora di più. Ogni muscolo del tuo corpo lo senti bruciare e sfibrarsi, mentre le sue parole ti distruggono dall’interno, di nuovo. E ancora una volta una promessa. <FERMO!> sembra un ordine? Sembra una supplica? La verità sta nel mezzo < Mi lascerai con un altro cadavere da portare in spalla!?> Uno? Ci sono due anbu e un cane ninja da seppellire e un Inuzuka in balia degli eventi. Con sforzo cerchi di issarti sfruttando la gamba buona. Mentre lo sguardo di sola sclera si volta per la prima volta sull’artiglio. Lo scruti senza scrutarlo. Lo guardi senza occhi. Potrebbe fare in modo che tu non veda mai più la luce. È l’unico testimone di quello scontro. Come ti alleni dietro le sbarre? Come ci arrivi al tuo obbiettivo? Hai mai ucciso qualcuno che non sia nella tua mente? Che non fosse una copia del dio che infesta Kiri? No. Questa è la triste verità. Cerchi di nuovo l’ineluttabile figura di tuo padre <è questo che hai in mente?>. Percepisci il dolore squassare ogni parte del tuo corpo. E a questo s’accompagna la frustrazione alla quale t’abbandoni. Volti di nuovo il capo verso l’Inuzuka e a lui decidi di avvicinarti. Perche diavolo ti ha seguito? Maledizione. Sei pronto davvero? Dovresti aver lentamente bruciato la distanza con l’artiglio. Privato del suo compagno ninja. A lui dirigi la vuota sclera[Chakra: 10/15][Porte aperte][Equip. Lo stesso]Eccoti che inizi a perdere pezzi. Il percorso è difficile, e rinascere non è mai facile. Quando le cose non vanno come avrebbero dovuto, inoltre, è facile perdere il controllo. Come incolparti? Ti ritrovi un'altra volta nella stessa situazione di quando, prendendo il copfrifronte, affrontasti il tuo padre adottivo. Solo che la prospettiva è distorta, un po' come il tuo riflesso. Il fiore di ciò che eri fino a poco fa perde petali e sfiorisce, lasciando spazio a ciò che potresti diventare domani..Se ci arriverai, ovviamente. Il tuo strisciare ed urlare riescono alla fine a far fermare davvero il Demone Rosso. Dandoti le spalle, con le mani alle tasche dei larghi pantaloni, si fa immobile. E rimane così ascoltando ciò che dici. L'aura che lo circondava sfuma rivelando la sua forma più semplice ed involuta. Il vostro scontro l'ha lasciato sporco, ma per quello ci sono gli innumerevoli ruscelli presenti un po' ad ogni radura. Al terminare delle ultime tue domande, si volta lentamente, rivolgendoti uno sguardo che manca del suo solito esser divertito e pronto allo scontro. "Smetti di cercarmi, e smetterai di soffrire. Cosa vuoi da me? Vendetta per i tuoi genitori? Dovrai andare ancora più a fondo. Cosa pensi di ottenere piangendo dall'Hokage? Troverai di nuovo le mie tracce e la prossima volta chi sarà, a morire?" Finalmente torna a mostrare il suo sorriso, rivelando apertamente il mostro che è. Continua a portargli sacrifici e lui continuerà a darti l'ebrezza della battaglia. Ma sii pronto, perché la via è buia e la follia è ormai dietro l'angolo. Sei già nelle sabbie mobili, fino al collo, ma ancora ci sono delle vie di uscita. La morte, ad esempio; o l'abbandono completo delle tue ambizioni e del tuo spirito. Sei solo. Tu, e l'Inuzuka ferito ma incapace a morire da solo. Fai una scelta. { Fine fato } {posto dopo la tua}
Rimani con lo sguardo sull’Inuzuka mentre le parole di tuo padre ti appesantiscono come macigni. Ogni momento che consenti al tuo chakra di fluire violento in quel modo senti le forze abbandonarti un po' di più. D’improvviso fatichi a mantenere la schiena dritta. Come se quella sfilza di domande fossero in realtà colpi sui reni. Eppure l’espressione che l’altro non può vedere è pura rabbia a dipingerti i connotati del viso. Schiudi le labbra con sforzo e dolore, per colpa della condizione della mandibola <tu> gli rispondi all’ultima domanda. Ma come rispondere a tutte le altre? Quanto a fondo dovrai ancora scavare prima di accorgerti che grattando il fondo? Tenere le porte aperte sta diventando insostenibile e è difficile dire se ad essere ridotta peggio sia la tua psiche o il tuo fisico. Come spesso capita ormai. Eppure un moto di ribellione all’ineluttabilità di tuo padre s’avventa su di te. Il giorno in cui ucciderai davvero sarà per scelta. Perché bramerai la morte della tua preda, non sarà certo per paura delle conseguenze o perché qualcuno te lo impone. Che follia sia, se follia deve essere. Pieghi la gamba buona, tentando di schiaffare una manata sul petto dell’Inuzuka, afferrandone la pettorina. Per tentare di sollevarlo almeno quel tanto che basta da permetterti di camminare trascinandolo come un sacco. Tenteresti dunque di muovere i primi passi, mentre richiudi il chakra nel suo sistema circolatorio. Hai lasciato i tuoi sacrifici sul campo anche oggi e anche oggi hai ricevuto le tue promesse in cambio. Lo rivedrai, e prima o poi lo affronterai a morte in un degno scenario. Questa volta le promesse ricevute non fanno paura come le prime. Sai che puoi farti trovare pronto. Ad aleggiare su tutto però, è l’ombra della morte. Saprai affrontarla <Svelerò il tuo disegno. A modo mio> Dovessi metterci tutta la vita entrerai nella testa di quell’individuo, fosse anche solo spaccandola contro una roccia per giocare con il cervello. Una promessa a te stesso più che a lui. Ancora una volta non ti curi dell’Inuzuka al quale hai deciso di salvare la vita. Zoppichi vistosamente. E quando il chakra smette di fluire violento hai la netta percezione di trovarti in un mare di colla con il tuo corpo completamente incendiato. Quanto durerai prima di svenire?[End]