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con Ekazu, Kimi, Itsuki

16:07 Kimi:
 Sente l’aria intorno a sé come se fosse cambiata, ciò che rispira ha un sapore del tutto diverso, finalmente ci sono riusciti, sono pronti per dare il via a quella rivoluzione, potrà tornare ad essere davvero ciò per cui è nata, libera da ogni catena e limitazione, libera da ciò in cui lei stessa si era rinchiusa e pronta a camminare al fianco di Nemurimasen in quel nuovo mondo di incertezze. Il suo volto trasuda decisione e sicurezza, gli occhi di due differenti colori sono puntati all’orizzonte davanti a lei, incapaci quasi di osservare ciò che le sta davvero intorno, il mento è alto, le spalle ritte una postura che trasuda quel senso di potere che sente scorrere in lei, non si tratta semplicemente del chakra attivo nel suo corpo ma bensì della consapevolezza di essere destinata a cambiare la terra su cui sta camminando ora, grazie al compagno ora è più sicura che mai. Come si potrebbe mai pensare di fermare un emissario dell’oltretomba ed una forza portante? Nessuna nuvola, oltre a quelle che lei stessa sogna, si addensano sul suo futuro, finalmente libera. Spunta dalla foresta della morte, si muove al fianco di Itsuki pronta ad organizzare quella prima grande riunione, pronta a fondare ufficialmente il crepuscolo, pronta a calare il sole e sorgere la notte. L’espressione su quel volto così bianco da poter appartenere più facilmente ad un cadavere è seria, l’occhio sinistro e dal colore caldo contrasta non solo con l’espressione gelida ma anche con l’iride destra di un azzurro così chiaro da poter essere tranquillamente scambiata per puro ghiaccio, labbra sottili e rosee a donarle un aspetto lievemente più delicato, il tutto racchiuso da una frangetta nera e regolare che le taglia la fronte donando ai suoi zigomi un aspetto ancor più affilato, non ci sono tenere rotondità ma più che altro linee e spigoli decisi, quello è il volto di una donna, di qualcuno che se anche mai avesse avuto una fanciullezza ormai l’ha dimenticata da tempo. I capelli sono neri come la pece, lisci le ricadono lungo la schiena nuda fermandosi poco sotto le scapole, anch’essi presentano un taglio netto e regolare, la pelle è priva di qualsivoglia cicatrice al momento, quei segni rimangono vanto solo della sua parte Goryo. Lo sguardo scendendo potrà notare non solo quel collo affusolato e anche abbastanza lungo ma soprattutto lo spuntare delle clavicole, una magrezza non più troppo pronunciata ma comunque ancora presente, appena denutrita. Il seno è coperto da un piccolo top in cuoio, profondo scollo a vi che le scende sul petto generoso, all’altezza della bocca dello stomaco il cuoio si riunisce andando così a decretare la sua linea di demarcazione finale, il top è molto scuro, praticamente nero e lascia completamente nudo l’addome, le spalle e le braccia. Avanza senza guardare il compagno lasciando che le gambe si mostrino fuoriuscendo dai due immensi spacchi ai lati di quella gonna leggera e composta da strati di velo nero sovrapposti, un obi sulle anche a cui è anche legato un piccolo portaoggetti con le solite boccette di veleno e i tonici per il chakra e per le ferite, insomma non gira armata fino ai denti ma almeno il minimo per non morire subito in caso di spiacevoli incontri. I suoi piedi sono protetti da un paio di sandali ninja neri che le si chiudono a metà polpaccio circa, non c’è spazio per i tacchi, non ne è mai stata il tipo [chk on]

16:30 Itsuki:
  [Bosco > Promontorio] Proseguono i giorni in quello svolgersi proficuo, in quel stringere legami e rapporti che porteranno al compimento di quel loro progetto, di quell'incontrarsi quella notte in quella che sarebbe potuta essere una semplice ed irriverente passeggiata, lì tra le tende dell'Alleanza, finendo poi invece per diventar il giorno che ha sancito il rovesciare prossimo di quel mondo, il tirar di un nuovo vento che giungerà indomabile e vigoroso, spazzando via quella sensazione di guerra passiva, fredda, che tiene tutti con il fiato alla gola, non c'è dubbio, ma risulta così noiosa in quello svolgersi di eventi piuttosto... Noioso. Nessuna grande guerra, nessuna battaglia con centinaia di Ninja, dov'è il sangue versato a fiumi, l'odio che trasuda dai corpi dei combattenti tanto da riversarsi nel terreno, maledicendo la landa che è stata spettatrice e palco della loro battaglia, dove sono i tumulti e le insidie che fanno vivere chi non è pronto a morire nel terrore? Un sospiro, ma è uno di quelli di speranza, o meglio di positivo guardar al futuro, quello che con relativa fretta, al girar di ogni ingranaggio, all'incastrarsi di altri meccanismi, starebbe orchestrando il suonare una malevola melodia, dove loro sono l'orchestra, ed il mondo intero il pubblico che dovrà ammirare con gaudio o perire, tutto dipende da dove vorranno schierarsi, gli ignari, inconsapevoli di quello che verrà. Soddisfatto, con l'espressione sul viso fiera e e quasi sempre meno annoiata, prosegue con le mani dietro la schiena in quel star al passo con la Doku, placido in viso seppur l'onore di quell'essere un'agente del Caos non lo abbandona mai, velato lo sguardo, quasi felino, rosso come il sangue agognato fisso innanzi a lui, mentre indosso ha chiaramente il solito, inconfondibile completo, uno degli infiniti che possiede, sostanzialmente: giacca nera, pantaloni neri, tessuto ineccepibile ma comunque dai colori neutri, cravatta scura e camicia bianca, il tutto corredato dalle scarpe comode e mai prive di un taglio elegante, anch'esse nere, ed i guanti che indossa, indubbiamente del color dell'ebano, così come i capelli, ridotti a quella solita chioma posta a mo di coda di cavallo, terribilmente lunga quasi da andar oltre le ginocchia < Ah, ora che ci penso.. > direbbe lì per l' ricordandosi del suo incontro di ieri, spezzando il silenzio che spesso viene a crearsi in concomitanza dei Kimi, non particolarmente eloquente, tanto che bisognerebbe ringraziare l'essersi sbloccato di Itsuki, o sarebbe stato soltanto il silenzio a dominare quel camminare per il bosco < Conosci un certo Rio? Della Foglia? L'ho reincontrato ieri dopo qualche giorno ed ad un'enigmatico proporgli di rendersi utile alla causa... Ha detto che una donna lo aveva già messo al corrente.. > farebbe una breve pausa volgendo lo sguardo di lato soltanto ora, posandolo sul viso di lei, continuando con quel passo impeccabile e preciso, meccanico ma elegante allo stesso tempo, continuando poi con un tono più serio < Ho dedotto che fossi tu, la donna in questione, perchè se così non fosse.. Potremmo avere qualcuno che tenta di metterci i bastoni tra le ruote.. > direbbe lasciando però decadere quello stesso dire con sufficienza, è andato per esclusione e non ha particolari informazioni di altri individui atti a tessere quella trama malevola, rivoluzionaria. Attenderebbe con lo sguardo sul viso candido di lei, continuando lì al suo fianco con solo i passi e qualche sussurro della fauna a decorare l'area, mentre da dentro Eiji andrebbe sospirando <{ Non smetterò mai di trovar affascinante questo bosco, il nome lo trovo amabilmente azzeccato. }> e gli occhi suoi introspettivi si perdono in quell'ammirare tutt'intorno a loro, mentre il Goryo non si smuove e attende il dire della Special, con indosso qualche tonico e poco altro, nulla di particolare insomma, il minimo indispensabile. { Ck on }

16:30 Ekazu:
  [Bosco - Promontorio] Seduto, all’ombra della sempre più rada vegetazione che delimita il Bosco della Morte dal Promontorio, rimane in silenzio. Il respiro è accennato appena. Lento, rilassato. Le gambe sono incrociate, le mani poggiano sulle ginocchia, il capo, coperto dal crine corvino tagliato ai lati da una rasatura netta, punta l’erbetta mista a fango del sottobosco. Gli occhi, diversi tra loro, per ora sono chiusi. Inspira, ed espira. Il torso ad accompagnare. Si gonfia e si contrae, per nulla ostacolato dall’armatura che ha indosso. Rossastra nelle placche. Appena graffiata. Al di sotto di essa, un completo nero a coprirgli il fisico asciutto, decisamente minuto per un ninja del suo livello. I pochi spiragli di luce a contornarne i lineamenti affilati, ma cadaverici. Le palpebre, ancora chiuse, sono immerse in profonde occhiaie, in netto contrasto col pallido della carnagione. E’ rilassato. La sola aria del Suono gli fa questo effetto. Il solo essere lì, a qualche km da Lei pare averlo rasserenato. Tuttavia, le domande nate dopo l’incontro con Kurona ancora lo tartassano. E paradossalmente, quel silenzio e quella tranquillità, altro non farebbero che aumentarne l’efficacia. Suonano come urla nella sua testa. Ma cerca, per ora, di ignorarle. Il marchio, posto sul lato sinistro, tra collo e spalla, pare essersi addormentato, cullato dal lontano e ovattato infrangersi delle onde sulle rocce. < va bene.. > le palpebre si sollevano, mostrando il sinistro celeste ed il destro nero. Il mento si solleva, così come lo sguardo. E all’unisono, anche lui si alzerebbe. Alle spalle, a qualche decina di metri, lo strapiombo. Un ultima fugace occhiata all’orizzonte azzurro del mare, per poi tornare ad immergersi nella vegetazione. E camminerebbe, nascosto dall’ombra, in direzione del Suono. Se non fosse che, un secondo ed un terzo avanzare, si alternerebbe ai suoi di passi. Due sagome, apparentemente due donne. Una sembra riconoscerla, l’altra no. Ovviamente, non ricorda del fugace incontro al matrimonio. Si fermerebbe dunque. Lo sguardo li segue. Il capo anche, ruotandosi lentamente. E se i due continuerebbero ad avanzare verso il promontorio, inizierebbe ad incamminarsi anche lui verso di loro. [ ch: on ]

16:49 Kimi:
 Annuisce verso Itsuki lasciandolo però poi libero di parlare senza interromperlo prima. Continuano la loro avanzata mentre nella sua testa il mondo appare sempre come più piccolo ed indifeso, ogni volta che le leve si spostano in avanti questa è la sua sensazione, avanza quindi con il nuovo compagno, alleati sicuramente ma anche una presenza che non reputa insopportabile anzi, non ha alcun problema a passare del tempo con lui e questo è senza alcun dubbio un piccolo miracolo <oh sì il Kokketsu> replica lei <l’ho testato un paio di volte, è ancora ingenuo ma trovo come te che potrebbe rivelarsi utile un giorno, per ora ha il compito di scoprire quante forze Konoha ha fatto rientrare> replica mettendolo a parte di quel mezzo piano partorito solo nella sua testa. Non riesce nemmeno a pensare di prendersela con il genin se non le ha ancora dato informazioni, insomma lei è letteralmente scappata da Kiri per correre in aiuto di Nemurimasen. Ma continua con quel logo cammino che ben presto li porta a raggiungere quella figura. Lo osserva qualche istante, abbassa il mento così da poter portare su di lui la sua attenzione, un sorriso sorge sul volto: divertita. Lo osserva silenziosa qualche istante andando ad arrestare la sua camminata, interrompendosi così che possa restare effettivamente ad una distanza agevole per qualche eventuale conversazione <ti ho colpito così tanto da spingerti a seguirmi?> domanda quindi in direzione di Ekazu Uchiha <a giudicare dalla tua fama non avrei mai creduto potesse avvenire> continua sorridendo, non si spiega quella strana coincidenza. Parla sicura di sé, la voce è fredda e distaccata ma si vede come quelle non siano solo stupide battutine ma vere e proprie considerazioni. Andrebbe solo a questo punto a voltarsi verso Itsuki, per quanto con la coda dell’occhio non si permetta di distrarsi da Ekazu, un nome che le ha dato accesso a qualche informazione in più, una fama antica ma non sparita, abbastanza insomma per non farla agire in maniera troppo sconsiderata considerandolo probabilmente più forte di lei. Quindi non è che si mostri in qualche modo sottomessa, no si limita a stare pronta in qualsiasi caso <anche lui potrebbe esserci d’aiuto> lo aveva già intuito durante il loro ultimo incontro, l’aveva tentato prima di vederlo allontanarsi, un vero peccato aver dovuto troncare la conversazione prima di giungere davvero al punto della questione eppure ora il destino sembra averle fornito una seconda occasione. Le mani restano lungo i suoi fianchi, non si abbassa per ora, si limita ad osservarlo [chk on]

17:14 Itsuki:
  [Promontorio] Le orecchie son tese in direzione di lei, scostando le rosse quando inizia la risposta da parte sua, per andar ad accendersi una sigaretta che vien portata tra le labbra, pacchetto che vien risposto solo più tardi assieme all'accendino, un lieve clangore metallico, poi la dritta rimane nella tasca e la sinistra invece scosta la sigaretta afferrandola tra indice e medio, permettendo l'aspirare di quel primo lungo tiro, atto a far accende bene il tondino ardente in punta, una boccata generosa ed il fumo andrebbe poi scivolando fuori al rimarcare le iniziali parole di ella < Ah.. Un Kokketsu.. > direbbe, ritrovando nella sua mente, a causa del sangue nero, un collegamento diretto con il pensiero di Kurona, più o meno fisso nella sua mente, ma allegato a quel dubbio che negli ultimi giorni ha spesso lasciato da parte, socchiudendo ora gli occhi in quel voler far di nuovo lo stesso, accantonare le preoccupazioni e dunque annuire riguardo a quel piano, come a voler dare una conferma dell'effettiva utilità da parte del ragazzo della Foglia, incentivata da quel che gli avrebbe intimato Kimi, sicuramente con uno dei suoi persuasivi modi, tutto fuorchè delicati. Lentamente la conosce sempre meglio, la rispetta ed allo stesso tempo, per quanto sia all'oscuro del di lei passato, non gli dispiace conoscerla poco per volta, avvicinarsi a quella figura come se fosse un collega di lavoro, facendo ora spallucce concedendosi quel soffermarsi, distogliendo le rosse che erano tornare su di lei, intento a proseguire con le parole, se non fosse che la figura dell'Uchiha si palesa poco distante da loro, fermandolo quindi per concedergli una rapida e lunga occhiata, mantenendo quindi ora le rubine su di lui, aggiungendo dopo la sarcastica domanda della Doku <
Quello che hai colpito, dev'essere il ragazzo di ieri, aveva un certo baluginio d'amore negli occhi. >
ah, insomma Kimi, ma che gli fai a questi ragazzi? Spensierato è in quel dire che non brama risposta alcuna, come un dire di contorno di due figure che si completano, un pò come lo stereotipo dello sbirro buono e sbirro cattivo, se non fosse che il buono, non è nessuno dei due, in quel caso. Fama, lineamenti precisi, i capelli scuri, gli occhi bicromi e soprattutto quella cicatrice, lì dove gli occhi cadono sulla gola dell'uomo, andando istintivamente ad assottigliare lo sguardo mantenendolo in quel misto di perplessità e curiosità proprio sulla pelle rovinata, non comprendendo il perchè di quel preciso impulso, di quel voler saper di più riguardo a quel segno preciso, netto, concedendosi un lungo tiro della sigaretta, di nuovo, lento e preciso, fili grigi che si levano verso l'altro perdendosi tra le fronde scure del paesaggio amabilmente cupo che li circonda, sentendo l'altro da dentro, ricordandosi di quel loro adocchiarlo da media distanza alla festa <{ Allora.. L'altra volta.. }> e l direbbe tra di loro due, riecheggiando nella mente del Goryo, il quale ribatte <{ Mi pare lo avessimo già intravisto alla festa.. }> e perplesso continuerebbe fissandosi sulla cicatrice, andando poi sul suo volto, analizzandolo in quel tentar di far scorrere gli anni all'indietro, in quel ricercare nell'ossessione sviluppata nei confronti del fu Principe, andando a scorgere una sfocata somiglianza giovanile nei confronti di quel viso, accigliando ancora di più la sua espressione, volgendo il capo di lato, è difficile riconoscere qualcuno di così famoso dopo anni, non ha immagini e ricordi precisi dell'altro nella sua testa, solo una sensazione ben poco comprensibile di familiarità. Non è solito tirare a caso, probabilmente il nome del moro, gli potrebbe dare motivo di spingersi oltre, ma non ora, non ancora. Torna con gli occhi in direzione di lei, senza saper effettivamente chi abbia davanti, immaginandolo solo, con una fervida convinzione che andrebbe facendo sì che un brivido gli percorra la schiena < Ah, un'altro potenziale candidato? Allora il fato ci è propizio.. > sì insomma, non è così difficile incontrare persone cattive o malvagie, ma degli esteti in grado di partecipare al loro piano di Caos rivoluzionare, di rovina controllata, di distruzione nei limiti, non è una cosa da tutti i giorni, bisogna esserne degni, e per quanto si fiderebbe della velenosa, lo sguardo torna su di lui, curioso, come se avesse il nome sulla punta della lingua, osservandolo nuovamente mentre quella sigaretta lascia danzare il fumo accanto al viso, con un'espressione che ancora, lentamente, diventa accigliata. { Ck on }

17:31 Ekazu:
  [Bosco - Promontorio] Dunque, farebbe col ridurre le distanze con entrambi. Risultano ora chiari, nitidi. Lei, di sicuro, la conosce. O meglio, giusto qualche tempo addietro, l’incontro casuale tra i due introdusse la Doku all’Uchiha. Ma nient’altro saprebbe di lei. Ne nome, ne ideali, nulla. L’altro, invece, rimane estraneo. Gli occhietti, quasi fuori fuoco per quanto immobili, si riportano sulla Doku, accompagnando le parole di lei. Quasi le regalerebbe un sorrisino divertito, se solo potesse. Ma nulla, rimane impassibile. Impietrito. < uh uh > schiude appena le labbra, liberando un suono metallico, completamente atono. Fama? Non ci crede. Troppo tempo in cui il suo nome non compare in battaglia. Troppo tempo è passato dall’ultima volta in cui quegli Occhi Rossi hanno visto cadere Ninja sotto il nome di Oto, degli Uchiha e di Lei. Le braccia che penzolavano lungo i fianchi si allargherebbero, entrambi i palmi, coperti da semplice tessuto nero, guarderebbero verso l’altro e con un che di plateale, ma in netto, nettissimo contrasto con quel che sono il viso, la voce, gli occhi.. < questa è casa mia.. siete miei ospiti.. > non sa della Doku, e dunque della provenienza da Oto. Ancora meno sa del Goryo – se solo sapesse -. E dunque li accoglie in quella penombra, quasi come se il Sole stesso rinunciasse a portare Luce pura su quelle terre. Solamente qualche attimo durerebbe quella finta e teatrale accoglienza.. Tutto ritornerebbe normale. Le braccia quasi crollano, cedono su ste stesse, ritornando a peso morto sui fianchi. Le placche dell’armatura, eccitate da quei movimenti bruschi, surreali, a suonare con ticchettii sordi. E nel dire e nell’accogliere i due, ovviamente lo Sconosciuto cattura la sua attenzione. Niente in particolare. Ma lo sta osservando. Attimi di silenzio in cui, ora, ricambierebbe il tutto. Gli occhi a fissarsi in quelli dell’altro. Non vi è tensione. Non capisce il loro dire. Candidato a cosa? Fa morire il discorso, per ora. < dimmi > direbbe al Goryo. Di solito è lui che osserva, analizza. Ritrovarsi, così dal nulla, con le posizioni invertite lo rende curioso, non infastidito. Lo interessa, e anzi. Quasi lo diverte. [ chk: on ]

17:46 Kimi:
 La conversazione scorre quasi piacevole, si potrebbe anche pensare a degli amici che si fanno una scampagnata, certo se non si trattassero di due che ben presto andranno a mostrare al mondo il loro vero potere, andranno a portarsi un passo più avanti verso il crollo assoluto di ogni finta morale, di ogni finta morale improntata a cose inutili come la pace e la tranquillità. Osserva Itsuki appena perplessa a quelle sue prime parole, come se davvero non fosse in grado di comprendere. Istanti in cui la sua attenzione è completamente improntata a quelle parole, come potrebbe mai essersi guadagnata un simile sentimento? Infondo gli ha solo leccato la guancia. Ecco quindi che un pensiero scatta, gli eventi si collegano nella sua testa <ah> un mormorio appena <sarà divertente allora> prosegue senza dare però troppo peso agli eventuali sentimenti del Kokketsu, una pedina interessante ma sacrificabile esattamente come chiunque altro, i suoi obiettivi sono di importanza maggiore rispetto a dei sentimenti. La mente non sfiora nemmeno come potrebbe reagire Nemurimasen in merito, meglio potremmo dire considerando che l’ultimo che si è avvicinato così a lei ha perso scimmia e braccio. Ma passiamo oltre. Il capo torna quindi a muoversi, movimenti lenti e assolutamente controllati mentre osserva quel ragazzo, di lui sa poco è vero ma sicuramente ha più informazioni rispetto al loro primo incontro <casa tua?> ora andrebbe a scostare gli occhi che gelidamente andrebbero a puntare in direzione di Oto, silente fissa quel punto lasciando che alla sua mente tornino i ricordi di un tempo ormai fin troppo lontana <ho sempre preferito il lago nero> replica senza quindi donargli altri sguardi, la sua mente è presa e occupata in altro, non conosce davvero il legame di nessuno dei presenti con quel villaggio, nemmeno il suo potrebbe dire di comprenderlo davvero <ma immagino non si possa dire che questa sia mai stata casa mia> aggiunge più come se stesse parlando con sé stessa, distaccata momentaneamente, sbatte le palpebre dopo queste parole e cancella semplicemente tutto. Le gambe vanno a flettersi, il tessuto della gonna che come al solito si compatta tra di esse nascondendo ciò che è necessario ma lasciando ben in vista gran parte delle cosce. I glutei si poggiano delicatamente sui suoi stessi talloni che per via della posizione verrebbero alzati e staccati dal terreno. In questo momento torna a voltarsi verso l’Uchiha, gli occhi freddi che tornano in sua direzione <oh sì> la risposta però è tutta per Itsuki come se Ekazu non fosse nemmeno presente, riprende quel discorso <ho intravisto in lui qualcosa di interessante> effettivamente è solo da quello che nasce il suo desiderio. Dopo il primo incontro ha sentito il bisogno di conoscerlo, di comprenderlo meglio e al contempo di averlo intorno, la voglia di avvelenarlo risale in lei esattamente come l’altra volta, eppure l’innata per ora resta soffocata in lei, cerca di controllarsi imponendosi solo di lasciar solo al suo sangue la tossicità, non la richiama ancora. Si trattiene per il solo gusto di rendere il tutto più interessante, alla fine tutta quella curiosità nei confronti dell’Uchiha potrebbe anche dipendere dal semplice non averlo mai davvero toccato [chk on]

17:57 Itsuki:
  [Promontorio] Atono, il il moro dinnanzi a loro suona minimo ed indispensabile in quel vago cenno d'assenso, quasi potrebbe ricordargli il vecchio se stesso, che quasi faceva fatica ad elargire parole verso il prossimo, mentre l'altra personalità, oh, quella è sempre stata un'altra cosa, un riprodurre con precisione quel che era il Kaguraaza, un viverre attraverso la trasposizione del proprio essere, riportata nei minimi dettagli dentro il Goryo, seppur priva di ricordi precisi e puntigliosi, rendendo il tutto quasi un tesoro da riscoprire per volta, dall'ossessionato Itsuki. Allarga le braccia, teatrale, rivela che Oto è casa sua, andando a restringere il campo riguardo al chi possa e non possa essere quel silente figuro. La bramosia è forte, freme quasi dal volere sapere di più ed avere conferma riguardo a quello che forse è una parte fondamentale dei ricordi di quell'altro, una serie di supposizioni e teorie, che senza nemmeno troppa calma, lo spingerebbe ad un seguente dire, quasi gli scivoli fuori dalla bocca, gli vien strappato dalle labbra < Io pure sono di Oto e.. Lo era anche il tuo Sensei, il Principe, non è vero? >sembra quasi uno sguardo di sfida, forte di una convinzione quasi ferrea avrebbe omesso la seconda frase, se non fosse dedito al rischio ed all'impulso che lo smuove, un'impeto preciso che lo porterebbe ad allungare il proprio periodo finendo con quella domanda più retorica che altro, come a voler gettare un sasso in un lago, per vedere le vibrazioni che inevitabilmente si ricreano lungo la superficie <{ Oh, allora hai capito.. }> direbbe l'altro, notando il fare ardito e quasi sfrontato del Moro, mentre oramai la certezza è sempre maggiore in lui, sono passati anni, sì, ma il nome dell'Uchiha, per quanto lontano dalle luci del mondo nei tempi recenti, è celebre ed indubbiamente distinguibile da quello di molti altri Shinobi, sentendo dentro di lui quel sapore di quando si è convinti e sicuri riguardo una cosa, senza però ancora volerlo rivelare, tenendo il nocciolo per sè, la verità, un qualcosa che andrebbe misurata con un contagocce, in questo caso. Ma non vi sono solo loro due, c'è anche la Doku chiaramente, quella sulla quale posa lo sguardo e muove un gesto vago, in direzione della mora, con la mano che regge la sigaretta, disegnando una figura imprecisa nell'aria < Suppongo di sì.. > è il primo dire riguardo al Kokketsu, un vago ridacchiare che vien serrato tra le labbra chiuse, per poi continuare riguardo quel vago cenno verso la velenosa < anche lei è di Oto, un'allegro ritrovo, non c'è che dire. > si insomma, si fà per dire, visto che lì in quel posto, l'aria è tesa e nessuno è veramente riconducibile ad aggettivi felici e gioiosi, anzi, tutt'altro. Ma lei precisa bene che quella non è casa sua, non lo è mai stata o non l'ha mai considerata tale, un'altro scorcio rivelato della Mora, un rivolgersi a se stessa che però non nega il fatto che comunque, tecnicamente parlando è comunque di Oto, un dire quindi corretto quello del Goryo, che svanisce nel nulla, riportando lo sguardo sul ragazzo, in quell'osservarlo, quasi in una gara a chi si starebbe scrutando maggiormente, tentando di carpire il più possibile dell'altro, osservandolo in quel rinnovato fumare, solito tira, aspira, butta fuori, ripeti < Mh.. Mi fido del tuo occhi critico, Kimi, ma per quanto ne sò, è un fido sostenitore della Yakushi. > pronuncia quell'ultimo cognome quasi con disprezzo, assottigliando lo sguardo in quel far diventare le rubine lame, vuole forse pungolarlo o metterlo alla prova, essendo lui a conoscenza del piano dell'Uchiha, quello stesso che avrebbe pure dovuto incontrare la Doku, o del quale comunque dovrebbe essere informata. Sarà in grado di soprassedere al suo onore e rispetto nei confronti della Kokukage? Di metter da parte subordinazione e sentimenti, per far sì che tutto possa volgere a favore del Crepuscolo, diventando parte integrante di quello che verrà? Chissà, se non altro, Eiji stesso da dentro si divertirebbe in quel veder lui mettere alla prova l'altro, un'espressione quasi beffarda sul volto del ragazzo, che disprezza la donna al comando come un qualcuno che avrebbe preso il posto - mai però reclamato - che sarebbe dovuto essere del Kagurakaza. Supremazia e superbia, brutte bestie.

18:19 Ekazu:
  [Bosco - Promontorio] Aaah, il Lago Nero. E’ stato uno dei luoghi che più di tutti, quand’era ancora alle prime armi, lo hanno formato come Shinobi e come Uchiha. Lì ha imparato diverse tecniche. Lì ha imparato che i Genjutsu, se appresi e posseduti nella loro interezza, nella loro arte, possono essere letali. Insomma, sono i pensieri che a tutti, chi più o chi meno, nascono e muoiono in qualche secondo ma che basterebbero a riportare una vena nostalgica al tutto. Peccato che guardandolo in viso, nulla si direbbe. < .. il Lago Nero è la mia piscina > aggiunge, mentre starebbe fissando morbosamente il Goryo, in una sfida di sguardi che si protrae. E se per lui, lo scambio di sguardo risulterebbe la priorità, tra gli altri due ben altre situazioni stanno nascendo.. in cui, a quanto pare, anche l’Uchiha è coinvolto. Ma ecco che arrivano quelle parole. Improvvise, inaspettate. Le pupille nere, minuscole, si restringono. Quasi una fitta a scuoterle. Le parole di lui. < si > risponde. La destra nuovamente si solleva. L’indice va ad agganciarsi ad un lembo del colletto nero che copre parzialmente la cicatrice alla giugulare. Cicatrice che, al solo pensiero, ancora brucia. < è ancora qui il Principe.. > la testolina si inclina leggermente, il dito tira giù il colletto, la parte del collo a mostrarsi nuda. Cicatrice e parte del Marchio. Una combo perfetta. La prima, quella che fu la rottura, lo spezzarsi del suo primo e vero Legame. Non doveva farlo. E solo i Kami sanno che basterebbe pensare un minimo più del necessario a quei momenti, al suo urlo, alla Maschera frantumata, ad Hanabi scomparsa, che il suo sguardo muterebbe in un roteante Sharingan. Pronto, vivo più che mai. Il secondo.. il Marchio. In questi momenti, di apparente pace attorno a lui, è stato fin troppo presente sulla bocca degli altri. Il Marchio. Il SUO Marchio. Lei. Ed infatti, con un tempismo invidiabile, le successive parole del Goryo subito si ricollegano ai suoi pensieri. Il collo è ancora scoperto. < uuh.. è un problema… > è una domanda, ma gli altri non potranno percepirla come tale. Paradossalmente, solo Eiji conoscendolo potrà aiutare il Goryo. < gli occhi di Kunimitsu-sama sono ovunque.. > per quanto le parole di Kurona, come un virus, si siano instillate nella mente dell’Uchiha, lui è ancora Ekazu. E la Yakushi, di occhi, ne ha un paio proprio lì. Di fronte a loro. La destra lascia andare il colletto. Il tessuto, stropicciato e mal ridotto, torna a nascondere il simbolo di sottomissione. < vi ascolto comunque.. > aggiunge, sbiascicando [ chk: on ]

18:41 Kimi:
 Supposizione corretta quella di Itsuki a cui però decide di non dare ulteriore seguito, Oto resta nei sui pensieri ma non è nulla più della casa in cui è stata sbattuta quando l’oltretomba l’ha incaricata, nulla di più di un luogo in cui è stata insultata, sminuita, maltrattata e in un certo senso formata. Impossibile contare il numero di torture più o meno volontarie che le sono stata inferte, persino il suo concepimento non è stato altro se non una punizione. Passa oltre quindi ascoltando la conversazione che prosegue senza però comprendere davvero il filo del discorso, cosa c’entra ora Kunimitsu? La domanda resta inespressa nella sua mente, subito distratta da Ekazu e dal mostrare quella cicatrice. La mano destra vorrebbe allungarsi lentamente, uno sguardo in sua direzione più d’avvertimento che una richiesta di permesso con l’indice puntato verso la sua pelle ma ancora distante. Lo fissa attende qualche attimo paziente e poi andrebbe a riprendere il movimento, sempre che nessuno provi a fermarla, se fosse riuscita quindi andrebbe a toccarla <una cicatrice> il polpastrello che esita su di essa. Non è la volontà di avvelenarlo ora a prendere il sopravvento, non vuole semplicemente mostrare quella sua parte Doku quanto mostrare una parte di sé <bella> replicherebbe semplicemente lasciando ora che l’altro possa effettivamente tornare a coprirsi, la mano che si stacca dalla pelle altrui ma resta esitante molto vicina, a qualche millimetro dal tessuto che ora lo copre. Forse avrebbe cose più serie da dire, argomenti più interessanti da trattare eppure c’è altro che l’ha attirata. Come spiegare il caos se non mostrandolo? La sua concentrazione si rivolge immediatamente al suo flusso di chakra, andrebbe a deviarlo come sempre abituata a fare solo che questa volta vorrebbe portarlo verso il solco centrale, nella sua stessa mente. Andrebbe quindi a lasciare che il chakra si raduni in esso, lo riempie come un fiume ponto a rompere gli argini, carica in modo che effettivamente la sua innata Goryo possa venir richiamata. Se fosse riuscita quindi tutti i presenti potrebbero notare il suo corpo mutare, i capelli che vanno a schiarirsi perdendo quel nero pece e diventano un lilla chiaro, quasi azzurro un colore privo di vita, privo di volere. L’occhio sinistro muta, la sclera va a tingersi di nero così come le labbra che assumo lo stesso colore, simbolo di una ferita che mai davvero si rimarinerà per lei, il nero delle bruciature, labbra che non dovrebbe nemmeno più possedere. Il resto della pelle, beh quella ora da sola potrebbe rappresentare la sua storia, un libro che si mostra. Tutta la pelle va a riempirsi di piccole cicatrici appena più scure della sua pelle candida, più o meno grandi ma praticamente immutate, sono però alcune che possono attirare maggiormente l’occhio. Prima che il collo abbia il suo inizio, tra le clavicole c’è un segno rossastro da bruciatura, una testa di lupo che scura svetta sul suo petto, similmente sul seno sopra al posto in cui si potrebbe credere si trovi il suo cuore c’è una scarnificazione dai contorni imprecisi, abbastanza grande però da permettere la facile lettura di “K-21”, amore eterno che nonostante il suo abbandono non lascerà mai completamente il suo cuore, non c’è più Katsumi è vero ma le è rimasto Nemurimasen. Solo Itsuki, per via della posizione, potrà notare due sgeni rossastri, due tagli imprecisi all’altezza di entrambi i reni, le ferite appaiono come fresche, segnate da quel rossore tipico dell’infiammazione. Ekazu invece se vorrà potrà notare, sempre a causa della loro posizione, la grossa linea che le attraversa il ventre, da poco sotto la bocca dello stomaco fin sotto alla sua gonna, un taglio nerro e deciso, abbastanza spesso, proprio i segni sui reni appare rossastro, quasi fresco. Lì dove hanno osato asportarle la figlia dall’utero, lì dove è stata violata profondamente lasciando che le venisse rubato ciò che di più importante e suo potesse possedere: una bambina. Troppo piccola per sopravvivere da sola, lei che ancora viveva dentro al suo corpo che avrebbe dovuto proteggerla. Lo sguardo però non muta, pur rivelandosi non cambia <perché vivere tutta la vita fedele a qualcuno che potrebbe spezzarti invece di conquistare il tuo posto?> domanda risvolta ad entrambi per quanto quelle parole siano solo un riferimento al suo passato, riferimento che è consapevole nessuno dei presenti potrà davvero cogliere. La mano vorrebbe ora alzarsi, passare dal collo di Ekazu fino al mento come a volerlo accarezzare, vicina sì ma ancora abbastanza lontana per non andare ad utilizzare davvero quell’innata. Quello è il corpo di colei che avrebbero voluto tutti vedere morta, quelli sono i segni di qualcuno sopravvissuto solo per poter colpire ancora più forte <riprenditi il mondo con noi> una piccola pausa mentre vorrebbe sporgere appena il busto in avanti, verso l’Uchiha. Non porta più rancore a quel clan, si è lasciata il dolore e il suo odio alle spalle <Ekazu> sussurra quindi in sua direzione, impugna il nome che se si trattasse di un’arma, come se gli stesse puntando un coltello alla gola. Ci avrà visto giusto? Non resta che scoprirlo [chk 92/95][miasma 3 stadio]

18:59 Itsuki:
  [Promontorio] Il lago, uno dei più bei posti di tutto il Suono, suggestivo, personale, cupo, tetro. Un sospiro in quel ripensare a quel luogo, più la nostalgia dell'altro che vien espressa che quella di Itsuki, il quale ha vissuto sì ad Oto sino al sorgere della guerra civile, ma mai si sarebbe affezionato come il Kagurakaza in tutto quell'insieme di luoghi, di posti mirabolanti, di quel comporre di un'atmosfera unica ed inimitabile. Certo però che il suo viso andrebbe piegandosi appena di lato, un'espressione nella quale si palesa un che di confuso, in quel dire che potrebbe risultare comico se fosse stato detto da qualcun'altro, ma non traspare simpatia alcuna da parte dell'Uchiha, anzi a voler essere più precisi, non traspare proprio nulla, per quanto le parole sia degne di un fido Otiano. Ma quello che gli interessa, quello che andrebbe a stuzzicare ancora di più quella sua curiosità, quel bisogno di sapere, vedrebbe di sgranare gli occhi al sentir di quel monosillabo d'assenso, secco, distante, seppur il gesto che ne sussegue, andrebbe a concedergli un'ulteriore susseguirsi di emozioni, una conferma che la persona in questione è quella che crede essere ora ne è fermamente convinto ed il suo dire di seguito andrebbe a far scorrere u'altro brivido lungo la schiena del Goryo, mentre da dentro mormora con un fare affranto, amaro, rivolto a quel fisco e tangibile taglio netto con il passato <{ Mh.. Certe cose, è quasi meglio non ricordarle. }> direbbe, fermamente convinto di quel che è ma non altrettanto fornito dei propri ricordi una pecca di quel sigillo, che però dovrebbe indirizzare e fortificare quella stessa ossessione, rendendo vagamente più agevole il comprendere dove e nei confronti di chi cercare, se voglia perfezionare e rendere completa quella personalità di Eiji. Ridacchia, il dire di lui quasi azzeccato, quasi un bisogno di rispondere proprio come avrebbe intenzione di fare, con parole precise e per nulla lasciate al caso, concedendosi un turo della sigaretta, avvolgendo quelle parole che escono intorno al fumo dolciastro, mellifluo si solleva verso il cielo così come si tinge il suo viso di un'espressione dallo stesso aggettivo con il quale l'argenteo fumoso svanisce tra le fronde < E se ti dicessi che non se ne è mai andato? > di nuovo è un sentirsi cavar fuori le parole di bocca dalla bramosia, da quel voler di più, scoprire cose che non sà ancora sul suo salvatore, andando poi però ad appellarsi a quello stesso <{ Troppo diretto? }> e la risposta è rapida e ben pronta, seppur accompagnato dallo sbuffo divertito di un'accenno di risata <{ Forse. }> ma il tutto decade così in fretta nell'attesa di una risposta da parte di lui. Il complimento che segue l'avvinarsi della Doku, lo porterebbe a dover spiegare, a volerlo fare, senza preoccuparsi della questione riguardo al non cogliere il perchè del nominare Kunimitsu, una Ninja per la quale l'Uchiha ha versato sangue, accettando quel marchio, di certo non passato inosservato agli occhi rossi del Goryo, che però spiega riguardo alla lesione della pelle rimarginatasi da tempo < Non è una cicatrice qualunque.. Lui lo conosce abbastanza bene, è indubbiamente forte ma a tratti... Instabile. > direbbe passando con lo sguardo rosso da lei a lui in quell'ultimo precisare della parola, in quel esser un vuoto guscio di Ekazu, che pare privo di tutto e ricolmo di niente, ma in grado di spezzarsi in preda alle emozioni più grandi, a modo suo, così un pò come si confà ai veri Uchiha, ricchi di traumi, cresciuti e resi più forti dagli stessi. Lo Sharingan si palesa, forse un richiamar involontario, indomito e mosso dalle emozioni stesse, mentre, per la prima volta, dopo aver scostato gli occhi da quegli occhi rossi di lui, avrebbe anche modo di notare l a trasformazione di lei, che attivando l'innata si ritrova quindi a mutare visibilmente, i capelli che si schiariscono come fanno i suoi, diventando quasi lilla, i segni che le compaiono sul corpo, le labbra come gli occhi si tingono di nero, le bruciature, i segni, le ferite. Sembra un'altra, ma il fascino con la quale la osserva in quel mutare così drasticamente, è lo stesso come quello nel veder sfoderare un'asso nella manica, riconoscendo quella che indubbiamente sembra proprio essere un'innata Goryo, deducendo che non è solo una Doku, a quanto pare, ma anche qualcuno dal sangue nero pure lei < Spezzarti o spezzarsi, dipende quale delle due cose possa avvenire per prima. > un dire vago ed impreciso, misterioso ma che non suona neanche come una minaccia, per quanto lui possa sapere il preciso compiersi degli eventi che verrà, andando poi a sentire quel nome di lei che conferma tutto quello sospettato, quello di cui già era praticamente certo, nel mentre che pure lui si avvicina al ragazzo, fumando prima di muoversi, pochi brevi passi e poi vorrebbe porgere la dritta che si solleva rimane davanti a lui che ha la Doku al suo fianco, ed esige < La mano, ragazzo. > insolito come quello più piccolo sia lui, per quanto l'altro da dentro possa aver chiaro quel desiderio di contatto, visto che dopotutto è uno dei minuziosi meccanismi di quel sigillo, un qualcosa che potrebbe dargli brevi scorci di memorie passate, indizi sui quali basarsi, piccole tracce da seguire. Se lui acconsentirà o meno, poco importa, dovrebbe bastargli toccarlo, senza una volontà da parte dell'altro, ma il tutto lo emoziona e lo rende titubante, davanti a quel poter accrescere la sua conoscenza nei confronti dell'altro dentro di sè, che osserva tutto con indubbio fascino, rapito dallo svolgersi degli eventi. L'innata? No, lui no, nel suo caso c'è da avvisare, prima di lasciar uscire Eiji. {Ck on}

19:40 Ekazu:
  [Promontorio] Di nuovo. Un incontro che all’apparenza poteva essere una semplice chiacchierata, prima di ritornare nei pressi delle Mura, chiuse, del Suono si sta trasformando in ben altro. Tra i tre l’aria che si respira sembra essere tutt’altro che distesa. Ma c’era d’aspettarselo. Il trio viene da Oto. Terra che, per stessa definizione, fa della condanna e del potere il proprio vanto. Ed eccoli attivarsi, in movimenti lenti ma precisi. Entrambi i compagni. La Doku si avvicina. Lo Sharingan, quasi fosse eccitato dall’avvicinarsi di lei, inizia a ruotare. Di traverso, volgerebbe lo sguardo verso di lei. I Tomoee in un turbine disegnano una nera circonferenza sullo sfondo Cremisi. Si lascia toccare, per ora. Ma quegli occhi, mai si discostano dalla donna, osservandone la trasformazione. Mutano i tratti, la carnagione, il colore dei capelli. Dal nulla. Che intenzioni ha? Il dito è ancora lì, a pochi millimetri da lui. Lentamente, il musetto calerebbe proprio in direzione della falange. Osserva, e analizza la distanza ora ridotta al minimo. Si, sono effettivamente pochi millimetri a dividerli. Se deve attaccare, deve farlo quanto prima. Non conosce i poteri di lei. Non sa quanto pericolosa e potente possa essere, ma per lui questo non è mai stato un ostacolo. Se è degna del Suo rispetto, lo scoprirà eventualmente sulla propria pelle. Come ha sempre fatto. Passa qualche secondo, intanto che lei ultima l’attivazione dell’innata. Dal dito, la testolina si risolleva, riportando lo Sharingan a perdersi nuovamente negli occhi di lei, attivo e pronto ad attacare. Un pensiero gli basterebbe, e la situazione potrebbe degenerare. Intanto il Goryo accenna a quella che potrebbe effettivamente essere una rivelazione scioccante. Ne percepisce il dire. < mi fai arrossire.. > riguardo a cosa? All’essere forte, o riguardo alla sua instabilità? Ma poi ripensa in un secondo momento. ‘’Lui’’? Lui chi. < chi sei.. > per un attimo, lo Sharingan si sposta sul Goryo, solamente a fargli intendere che ora è con lui che parla. < lui chi > ‘’ e se ti dicessi che non se ne è mai andato? ‘’ < è morto.. > lo da per certo < fosse vivo lo avrei saputo.. > e probabilmente non starebbe qui, sul Promontorio di Oto. Ed ora i passi di lui, a far da sottofondo alle parole di lei. Non capisce. Parole che suonano tremendamente familiari < oh.. capisco.. > calmo, piatto in viso. La bocca a malapena si schiude nel farfugliare le parole. Gli occhi però appaiono vivi, vogliosi. < .. vi muovete a turni. Prima lei, ora voi.. > è una coincidenza? < io ho già il mio posto.. > il Suono? No, il mondo. Quel mondo a cui la stessa, poco dopo fa riferimento. < .. vado dove voglio, faccio ciò che voglio.. > a che condizioni, Ekazu? < .. potrei persino rendere questo, finora piacevole, incontro qualcosa di molto diverso.. > aggiunge < e non vi mentirò, l’idea non sembra poi tanto male.. > ancora sbiascica, mentre sposta ora lo sguardo sul Goryo e sulla mano protesa verso di lui < chi siete > e ovviamente, neanche ci penserebbe a toccarlo. Rimane li. [ Sharingan III tomoee ]

19:54 Kimi:
 Curiosità e desiderio che si sommano in lei, più lui la osserva, più le tomoe si muovono nei suoi occhi più lei si sente più lontana dal controllo che mai ha davvero avuto su sé stessa. Sorride quindi mentre le parole di lui vengono giustamente percepite come minacce, non si farà mai sottomettere con calma. Sorride quindi mentre silente tornerebbe a cercare di riportare il controllo sul suo chakra, si è mostrata certo ma non è solo questo. Non è mai stata solo Doku, così come non è mai stata solo Goryo, non c’è definizione che possa davvero sentire come sua se non quella legata alla morte, perché di fatti la sua vita è legata strettamente solo alla fine della stessa, ogni suo passo mosso con quel solo, singolo obiettivo. Non si muove volutamente in coordinazione con Itsuki ma i suoi movimenti la fanno sentire con le spalle coperte, una sicurezza che per questo la spinge a spostare il flusso di chakra verso le sue ghiandole salivari, lì dove il veleno viene normalmente prodotto. Silente e ancora con quella mano vicina alla pelle di lui. Si concentra così che il chakra vada a bagnarsi nel veleno prima di tornare a circolare nel suo corpo, la seconda innata che viene richiamata <potrei fare la stessa cosa> dichiara semplicemente esitando ancora a poca distanza. Quanto vorrebbe vedere quel volto contorcersi per effetto delle sue innate combinate, quando le sarebbe facile al momento? Troppo ed è per questo che andrebbe a sorridere lievemente, gli occhi restano gelidi <io chi sono> il tono è interrogativo, come se non fosse ancora disposta a rispondere. Nello stesso momento la sua mano andrebbe a muoversi, pochi i centimetri a dividerli eppure non si fa prendere dalla fretta del momento, proprio come poco prima lei cercherebbe di rendersi il meno minacciosa possibile in quel gesto, consapevole non solo del suo potere ma anche di quanto possa aiutarla venir sottovalutata. Le nere labbra restano tese mentre quelle dita vorrebbero andare a donare solamente la pelle del ragazzo. Una carezza proprio come suggeriva la posizione della mano, l’indice l’unico ad impattare davvero con la pelle scoperta, una striscia quella che dovrebbe poter sentire e che si dovrebbe visualizzare. Infatti con quel singolo tocco non si limiterebbe a passare a lui il chakra avvelenato, il veleno tossico ma insieme vorrebbe lasciare che parte del chakra del ragazzo vada a consumarsi, sulla pelle per questo dovrebbe manifestarsi una macchia violacea proprio l’indice sta passando <la morte> replica lei semplicemente <e sarebbe il caso che tutti tornassero a ricordarlo> il sorriso è scomparso, o con lei o contro. Non c’è via di mezzo, non vede possibilità che preveda la tranquilla convivenza di entrambi, che sia lei a tornare all’ade o lui ad unirsi al suo progetto non cambia davvero, non sarà un Uchiha a sovrastarla, per quanto Ekazu sia interessante ai suoi occhi ora più che mai è convinta del suo gesto. La fama parla ma lei non teme di non esserne all’altezza. Vorrebbe solo continuare ad osservarlo, se fosse riuscita, per godersi l’effetto del suo tocco, per leggere in lui. Il vero modo per conoscere davvero chi si ha davanti è osservarlo mentre viene avvelenato [chk 87/95][PV: 98/100][miasma 3 stadio][arte del veleno liv 3-tossico]

20:15 Itsuki:
  [Promontorio] Al fianco quindi della sua compagna più teatrale ed ora diversa dal solito, quasi in quel mutare che tranquillamente comprende l'umore e altre varie sfumature, che cambiano all'attivarsi dell'innata, più giocosa con quel suo modo di fare, in un certo senso, lasciandola fare in quel tentare il ragazzo con le note del male che risuonano accompagnando la di lei voce. Lui permane lì sul posto, guardandolo dritto negli occhi in quello Sharingan che andrebbe roteando e ruotando per seguire il di lei movimento, mentre lui sospira, vagamente deluso in quel voler pretendere un contatto, lasciando trasportare dall'eccitazione senza valutare l'effettiva tensione della situazione, lì dove l'aria è quasi tangibile, palpabile, una morsa che rendere tutto teso, lasciando cadere quella mano che però si posta dietro al bacino, serrata appena, ritta e composta come tutta la sua posa, mentre fuma, non troppo distante da lui, osservandolo ancora in viso, voltandosi però di lato per smuovere qualche asso nel riportarsi poco più in là, sogghignando al quel suo dir di farlo diventar rosso, proseguendo verso il di lui dire con un dondolare della testa appena ciondolante, insicuro, sul rivelarsi o meno, viste le parole stesse dello Shinobi del Suono, che è plausibile possa sentirsi minacciato < Hai ragione, ma solo per metà. > direbbe riguardo al considerare Eiji vivo o morto, senza chiaramente specificare in quel volerlo lasciare proseguire, volgendosi appena di lato in quel riflettere ed interrogarsi, chiedendosi se sai giusto pretendere con contatto forzato piuttosto che ottenere qualcosa perchè se lo meriti, qualche traccia sulla personalità dell'altro, quasi come se dovesse ponderare in che maniera appropriarsi di qualcosa di tanto prezioso, uno sbloccare di figure o immagini che saranno, che potrebbero dar nuove linee guida in quel suo ossessionato perfezionare della personalità dell'altro, che da dentro, non mette pressione alcuna a sua volta <{ Ha chiesto chi siamo, l'hai sentito.. E forse è meglio rispondere prima che faccia qualcosa di poco divertente con quegli occhi. }> annuisce in quell'estranearsi dal mondo Itsuki, volto di profilo rispetto ad Ekazu, distante un paio di metri, rispondendo ad alta voce, un mormorio che esula da quel loro canale mentale privato < Dopotutto, l'ha chiesto lui. > e fandrebbe sollevando le spalle, riabbassando invece lo sguardo che si era perso in alto tra le chiome scure del bosco, lasciando che un'altro tiro della sigaretta vada perdendosi verso le suddette cupe. Si volta dunque, lasciando prima il tempo a lei di continuare con il suo teatrino di poche parole, senza perderla d'occhio nel suo fare, volgendosi nuovamente verso di loro, ma rimanendo comunque a dovuta distanza, pensando ai frammenti frastagliati di ricordi che potrebbe potenzialmente ottenere, laddove dovrebbe bastare un semplice contatto, sempre che il sigillo funzioni a dovere. La osserva in quel danzar da sola ora, più distante, in quel ricordarsi che per quanto possa voler fare qualcosa di pericoloso lui, lei è gia in procinto di farlo, ben oltre allo spazio necessario per fare danni con quel suo semplice tocco, infida si concede quei brevi periodi ben scanditi tra di loro, piegando il viso di lato in quel di lei proclamarsi la morte, e lui ridacchia, ma non un riso di scherno è più uno di quei modi di fare per dar sostegno al fare di un compagno, quasi come a precisare che non è il caso di contraddirla ne quello di fare mosse avventate, probabilmente perchè vi sono ben pochi centimetri a separare il Ninja da quel brutto quarto d'ora, o meglio, c'erano la mano sinistra va schiudendosi pure reggendo la sigaretta, aprendosi verso l'esterno appena assieme al braccio, piegando appena la testa verso destra, avendo ora sul viso un sorriso misto tra il divertito e il malefico, sempre al primo posto quando si tratta di veder qualcuno soffrire, lui che quel veleno l'ha provato, sa cosa significa, ma è tempo di riavvicinarsi, ora che probabilmente in preda al veleno che verrà, l'Uchiha dovrebbe dimostrarsi meno pericoloso, seppur permane cauto, enunciando con un tono solenne ma che sussegue solo ad un sospiro, seccato quasi nel voler spiegare, sentendosi però in dovere < Ed io sono il Caos. > con l'espressione che diventa più cupa e seria, rimane solo un velato ghigno con solo le labbra appena dischiuse < Ma dato che hai chiesto chi siamo, mi sento in dovere di aggiungere che sono il lascito vivente di Eiji stesso. > si sofferma così, guardandolo con le rosse che non si vogliono distogliere dalle tomoe, quasi una sfida, un voler reggere il confronto nonostante rischia un'illusione in tempo zero, finendo poi però ad arrendersi ad un roteare delle iridi, sdrammatizzando il tutto quasi facendo crollare la scena, un pò meno preciso e sano quando si tratta di dolore, avvelenamenti, sottomissioni e cose simili < Sì sì, lo so... È complicato, > direbbe con la dritta che rimane dietro la schiena, tornataci qualche secondo fà, mentre la mano con la sigaretta si muove confusa andando come a descrivere due o tre storti cerchietti verso l'alto, definiti dallo stesso fumo storto. Insomma, Itsuki e Kimi sono pericolosi insieme e non poco, ma il fatto di Eiji, per quanto possa essere incomprensibile e ben poco chiaro per lui, sta all'Uchiha accettarlo o no, se crederci o meno. Lui alla fine, ha solo risposto alla sua domanda. {Ck on}

21:10 Ekazu:
 Ora come ora, la minaccia principale è la ragazza. La stessa ragazza che, ovviamente, se provocata mostra tutta la sua natura. Un miasma di morte e veleno a condensarsi nelle ghiandole salivari. Il chakra velenoso a fluire nel corpo di lei, per poi concentrarsi sulla mano di lei. Si materializza in quel fugace tocco. Ancora lei ad avvicinarsi. Una carezza, un dolceamaro sfiorarsi. Un senso di bruciore, per ora sopportabile, che non annuncia niente di positivo. Il Chakra ribolle. Gli occhi si infiammano. Ma, paradossalmente, agli occhi dei due rimarrebbe calmo. Impassibile. Passivo, subirebbe in pieno la carezza della Doku senza opporre minimamente resistenza. Fisica. In volto un appena accennato schiudersi delle labbra mostra i denti che si serrano. ‘’ io sono la morte ‘’. La macchia violacea è ben visibile su di lui. Ma ora non importa. Anni di guerre e combattimenti lo hanno reso capace di sopportare questo, e ben altro. Ma non questo resterebbe li, immobile. A casa sua. Il mondo esterno sparisce. Lo Sharingan ruota, per assestarsi fisso su di lei. Le pupille a ridursi in un puntino nero in un mare di sangue. Le palpebre leggermente calate quasi lo dividono. <ma guarda un po’.. > bisbiglia, con la mano di lei ancora vicinissimo a lui, tant’è che quasi potrà avvertire il soffio delle parole appena udibili. E nell’esatto momento in cui lei, fiera, annuncia la morte, un’onda di Chakra verrebbe incanalata e reindirizzata verso Kimi. Dovesse raggiungerla, immediatamente i 3 sensi della vista, del tatto e dell’udito verrebbero intaccati. ‘’ .. tutti tornassero a ricordarlo ‘’ appena finirebbe di parlare, intaccata dal Genjutsu, vedrebbe Ekazu accusare, continuare a digrignare dal dolore per via del tocco della Doku. Niente di anomalo per quanto lo riguarda, sia nei movimenti che nell’espressione. Ma di fianco a lei, all’improvviso potrà percepire qualcosa di strano. L’illusione, infatti, intaccherebbe da prima l’udito della giovane. Qualsiasi suono, proveniente dal piano reale, non l’avrebbe raggiunta. Ma solamente improvvisi lamenti, un quasi strozzarsi del suo compagno Itsuki dovrebbe catturarne l’attenzione. Proprio il Goryo, infatti, inizierebbe ad accasciarsi al suolo. La manipolazione visiva farebbe in modo che lo veda soffrire a terra, ansimare. <[n-non respiro..]> potrà sentire mentre l’altro, a terra, inizierà a sputare sangue. Se fosse caduta nell’Illusione, infatti, potrà vederlo a terra morente, agonizzante. <[non respiro]> chiederebbe aiuto, mentre lo sconvolgimento del tatto combinato al visivo farebbe in modo che Kimi veda Itsuki avvicinarsi a lei a gattoni, strisciando a terra con le ginocchia. Le unghie di lui ad afferrare le cosce nude di lei, finendo a contatto inevitabilmente con l’innata. < [tu sei morte ..] > gli farebbe inoltre dire, mentre il viso rivolto verso di lei, dunque sollevato, inizierebbe a corrodersi, sciogliersi mostrando quello che è un teschio marchiato da innumerevoli cicatrici. Mentre una voce, precisamente quella di Ekazu, sembrebbe risuonare direttamente nella sua mente < siamo a casa mia .. > Tutto questo nel Genjutsu. Nel piano reale, il giovane, se tutto fosse andato per il verso giusto, muoverebbe qualche passo verso Itsuki, così da liberarsi dalla ‘’morsa’’ dalla Doku, senza tuttavia mai perdere il contatto visivo dalla stessa. Essa, infatti, una volta libera dall’illusione, dovrebbe ritrovarsi con l’Uchiha non più a pochi millimetri ma qualche metro sul suo lato. E il Genjutsu andrebbe avanti, chissà per quanto, se non fosse per le parole del giovane. Lascito vivente di Eiji? Inevitabilmente, gli occhi abbandonano Kimi, interrompendo l’afflusso di chakra e dunque l’illusione. Lascito? Non sa cosa vuol dire. < Eiji non aveva figli.. > potrà forse sembrare buffo agli occhi di lui, ma ora è serio. Fin troppo. [ Sharingan III tomoee ] [ Illusione dei 3 Sensi: Udito, Vista, Tatto ] [ Costo Attivazione: 10, Mantenimento Innata: 2 ]

21:34 Kimi:
 Il mondo attorno a lei muta senza che nemmeno lei possa accorgersene, vorrebbe dire di stupirsi della cosa ma inizialmente resta anche ad osservare quello spettacolo, inconsapevole di quel che è successo. Lamenti che raggiungono le sue orecchie, quasi spera provengano da Ekazu, lo sguardo è su di lui che vorrebbe posarsi per primo, solo il tempo di accorgersi che non è quella la fonte del rumore che vorrebbe semplicemente voltarsi. La situazione cambia velocemente, si modifica e non è tanto ciò che vede ad intaccarne l’umore, per quanto Itsuki possa starle simpatico non ha problemi a veder morire la gente, è solo la consapevolezza d’essere finita nuovamente in un genjutsu. Odio che monta in lei per questo motivo, ancora una volta qualcuno cerca di imporsi sulla sua mente. Per questo motivo proprio come qualche giorno prima lei andrebbe a spostare le mani per cercare di andare a formare il sigillo necessario della capra. Se fosse riuscita andrebbe semplicemente a spostare tutto i suoi sentimenti verso il controllo del chakra, proprio come rabbia e odio stanno avendo la meglio nella sua mente così allo stesso modo lascerebbe che scuotano la sua forza vitale, se riuscisse quindi starebbe sfruttando l’instabilità di quei sentimenti per muovere con prepotenza il chakra rendendo anche il suo flusso instabile. Questo dovrebbe permetterle di andare a contrastare l’ondata di chakra di Ekazu che l’ha coperta <tuo?> replicherebbe se fosse riuscita ad uscire dal genjustu, è un peccato che di Itsuki ora non le importi più molto e non solo per causa del genjustu che non è davvero riuscita a sconvolgerla ma anche perché a questo punto è una specie di questione personale, il gesto dell’altro viene letto come un imporsi con violenza su di lei. Non esiterebbe ulteriormente quindi a procedere, nonostante la presenza dell’alleato. Tornerebbe a concentrarsi sul suo chakra che ora andrebbe a spostarsi verso i polmoni, un profondo respiro quello che vorrebbe semplicemente andare a prendere un profondo respiro. All’interno dei suoi polmoni quindi ora l’aria andrebbe a mischiarsi con il chakra velenoso, vaporizzando quindi il veleno andrebbe poi a sbuffare fuori il tutto, questo dovrebbe permetterle di far calare la nebbia nei cinque metri di raggio intorno a lei <ne tu ne io possediamo nulla> replica in sua direzione, consapevole del pericolo a cui sta sottoponendo anche Itsuki <possiamo continuare fino a quando uno dei due non avrà la peggio> aggiunge ancora andando ad osservare l’alleato, la visibilità dovrebbe essere ridotta ad entrambi <Itsuki avvicinati per esserne immune> la voce suona abbastanza alta per poter venir identificata da entrambi <anche tu Ekazu se vuoi smetterla con questo scontro insensato> aggiunge quindi, intorno a lei aria tossica, basterebbe l’antidoto per renderli entrambi immuni dal suo veleno per il resto della giornata, eppure lascerebbe la scelta ai due. La voce risulta ancora fredda distaccata mentre starebbe compiendo lo sforzo maggiore della sua vita nel non perdere completamente la ragione a causa di quell’attacco, non si arrende eppure non esagera, non vuole la lotta per quanto le sue azioni dicano tutto il contrario[chk 87/95][PV: 73/100][miasma 3 stadio][rilascio illusorio+nebbia doku]

22:00 Itsuki:
  [Promontorio] Prevedibile il voler annullare la distanza tra il di lei tocco e la pelle altrui, così come allo stesso tempo sarebbe più che giustificato rispondere con un'illusione da parte dell'altro. Lui rimane lì, nel mezzo, andando a spostare lo sguardo dalla macchia violacea di una delle due innate di Medusa, spostando poi i propri rossi verso quelli dell'Uchiha che mirano ora alla sua compagna, non potendo percepire il Genjutsu, non essendo diretto a lui, rimanendo lì in quel portar avanti il consumare della sigaretta, curioso riguardo un'eventuale subire di un qualsivoglia effetto da parte di Kimi, nel caso il presupporre del Genjutsu si faccia realtà, non potendo scorgere nemmeno una virgola di quello che lei dovrebbe vedere, confidando nel fatto che lei non abbia di certo bisogno del suo aiuto per liberarsi dall'illusione più o meno palese, secondo le condizioni dalle quali viene sviluppata, un teatrino che avrebbe potuto trovare indubbiamente divertente e simpatico, per quanto l'occhio a giudicare sia macabro e perverso, rimanendo immobile in quel presunto di lei cader vittima dell'illusione. Ma a quanto pare lei risulta bel allenata a riguardo, essendo stata vittima più volte di quelle pratiche ingannevoli ed inibenti, venendone fuori adirata, ritornando alla realtà finendo comunque vittima di uno dei possibili intenti dell'Uchiha, ovvero quella di farle perdere la calma. Insomma, poteva non essere la migliore delle soluzioni, ma almeno, qualche effetto l'ha sortito il moro, con quell'illusione. Ed in tutto ciò lui li osserva, sentendo il dire di Ekazu, quella conferma, lasciandosi trasportare da tutto l'insieme di quell'aria tesa, la sofferenza a venire, quei tentativi di farsi del male a vicenda velati e sottili, messaggi d'avvertimento, segnali e cenni di pericolo, inspira a pieni polmoni quella stessa atmosfera danneggiata dalle emozioni non propriamente positive, inebriandosi prima di rispondere < Chiaramente, non ne ha avuto il tempo ma.. Esistono molti modi diversi per rimaner aggrappati a questo triste mondo. > e lascia lì quell'altro indizio, più un dire enigmatico ed imprecisato in realtà, che andrebbe ad alimentare il dubbio dentro l'Uchiha, presumibilmente parlando, per poi venir improvvisamente attirato dal fare della Doku. Le iridi rosse vanno spostandosi sul viso di ella, la quale adirata e senza alcuna particolare intenzione incline al riflettere saggiamente, forse una sua prerogativa, eccola che priva di remora alcuna andrebbe rilasciando quella che sarebbe un'aria velenosa, la vede spandersi nell'aria e all'improvviso il fumo di quei due tiri di sigaretta si perdono venendo sovrastati dal miasma, tanto che lui avrebbe tempo giusto di accorgersi del tutto e concedersi un gettarla a terra prima che quel vapore velenoso lo raggiunga, con un breve < Oh, credo che questa non mi serva più. > e lascia cadere lì dov'è la sigaretta, mentre Eiji andrebbe commentando da dentro <{ Mi sà che non gli piacciono i Genjutsu. }> trovando Itsuki che annuisce ed avrebbe iniziato già a trattenere il fiato, immobile, volendo smuoversi per scansarsi ed abbandonare l'area circostante, ricevendo però quel consiglio da parte di lei, avvicinandosi cone larghi passi in sua direzione, mettendosi al suo fianco, con la coda d'ebano che lo raggiunge un'istante dopo, tanto che è lunga < Impulsiva e diretta come al solito. > direbbe lui con un fare che che di ridente, due note scandite in gola di un presunto ridere, prima di andare dunque a spostare lo sguardo su di Ekazu, percependo che persino lei ha chiaro il fatto che lo scontro sia insensato, ma a quanto pare trattenersi è più dura del previsto < Tu hai qualcosa di prezioso, scorci di un passato di cui cerco i minuziosi dettagli, ma preferirò guadagnarmelo, che prenderlo come ho provato a far prima, pretendendolo. > una breve pausa, quelle sarebbe le ultime parole del momento che rivolge all'Uchiha, tornando poi quindi nei confronti della velenosa, in dubbio riguardo al fatto sul riuscire o meno a placarla, vedendo perlomeno di provarci, di armarsi di un filo di pazienza a e di cautela, nel rivolgersi a lei con semplicità e pura logica < Kimi.. Da morto non ci servirebbe a niente. > è un dire che volge più all'intimargli di togliere un'attimo il piede dall'acceleratore, non tanto atto a constatare l'ovvio, continuando < Lo hai messo in guardia, credo che possa bastare. > e se è lui stesso in quel voler sedare dolori e sofferenze, che riesce momentaneamente a lasciar da parte il suo lato sanguinoso e dedito al dolore e alla distruzione, allora vuol dire che forse, in un certo senso, vuole provare allo stesso modo a salvare lo Shinobi delle illusioni, quasi come se fosse un dover ripagare il passato nei suoi confronti, del risaputo abbandono di Eiji del Villaggio, e di tutti gli annessi, dei quali ancora a volte il Kagurakaza si pente, senza però rimpiangere le sue scelte. Una via di mezzo strana, un voler riavere indietro sprazzi di ricordi e il voler meritarseli in quel tentar di riavvicinare quella figura verso l'altra personalità, che ora tace, forse in preda alla nostalgia, forse curioso in quel morboso osservare dello svolgersi degli eventi, presumendo che per oggi possa bastare così, mostrarsi sarebbe la potenziale goccia in grado di far traboccare il vaso. {ck on}

22:32 Ekazu:
 Ed infatti, ora sarebbe vicino ad Itsuki. Le attenzioni, dedicate in prima parte alla Doku, verrebbero riposte su di lui. Il legame del giovane con Eiji non puo’ essere frutto di un caso, o un bluff. Fin troppi dettagli lo riconducono, in qualche modo, a lui. Vuole saperne di più. Non sa che è successo. Non è il figlio, non è direttamente sangue del suo sangue, eppure sono li, entrambi. Ovviamente non consapevole di Eiji spettatore, più o meno passivo, del tutto. E di nuovo, se solo sapesse. E proprio quando lo sguardo, ora totalmente distaccato dall’altra, starebbe ora scrutando i suoi movimenti, ecco la voce di lei. Intravede le mani col mezzo sigillo. Il genjutsu verrebbe quasi subito sciolto. Con la coda degli occhi, nascosti dal ciondolare ipnotico dei ciuffetti neri, si porta su di lei. < bentornata.. > metallico nel suo dire, completamente privo di ogni parvenza di umanità. E quando, con ancora lo Sharingan puntato su di lei, noterebbe quei movimenti così poco naturali, quell’immagazzinare aria per poi espellerla < non vuoi proprio finirla.. > bisbiglia tra se e se, forse solo Itsuki potrà sentire le sue parole. E proprio quest’ultimo, a donargli ancora qualche indizio. Frammenti, piccoli tasselli di un quadro generale che l’Uchiha ancora, per ora, non puo’ capire. Non dice nulla, tuttavia quelle parole lo scuotono. Colpiscono in pieno un lato che, per anni, è rimasto nascosto nell’ombra di un animo che il Sensei così ben conosce. M, qualche attimo, ed il trio viene circondato da una fitta nebbia. Uno sbuffare di lei, e poi una cortina tossica ad avvolgerli. Tossisce. La destra, guantata di nero, a coprire la bocca in un che di involontario. Ora sta perdendo la pazienza. Ha tentato di allontanarsi da lei. Di far scemare il conflitto. Cosi troppe cose, in così troppo poco tempo. Le dita affondano nei palmi. La schiena si drizza. Tesa. Intanto, il bruciore di prima su una piccola porzione di pelle dilaga su tutto il corpo. Itsuki, così si chiama, si avvicina a lei. Lui farebbe lo stesso. La testa, tuttavia, punterebbe il terreno. I passi si alternano lenti. Precisi. Quasi fosse una marcia solenne. Il rumore delle placche dell’armatura ad accompagnare l’affondare dei calzari ninja sul terreno umidiccio. Non sta bene. I pugni ancora a stringersi, facendo stridere la pelle dei guanti. In viso, l’ombra; completamente nascosto dalle ciocche corvine. Solo il rosso dello Sharingan. E l’appena accennata comparsa di fiamme nere sul lato sinistro. Il Marchio, sul lato sinistro del collo, quasi parebbe di attivarsi. Pulsa. Non sta bene. Il sigillo non verrebbe completamente rotto. Quelli sul volto e sul corpo dell’Uchiha sarebbero solamente i segni premonitori di ciò che potrebbe accadere. Itsuki lo aveva ben identificato. Instabile. E seppur mai avrebbe usato quel marchio senza il benestare di Kunimitsu, ora.. beh, ora è diverso. Le fiamme nere ne adornano i lineamenti, comunque piatti in espressione ma affilati, fondendosi con gli abiti neri e con il crine scuro. Nessun potere sarebbe ancora attivato del marchio, ma è al limite. Una volta giunto nelle vicinanze di Kimi, li dove l’altra avrebbe chiesto di raggiungerlo, solleverebbe il capo, mostrandosi in volto. Lo Sharingan si immerge nello sguardo di lei. < calmati.. > ora la situazione è inversa, è lui che tenterebbe di ridurre al minimo le distanze < io non ho problemi.. > risuona atono, lì, mentre attende una risposta dall’altra.

22:47 Kimi:
 Entrambi le si avvicinano a quel richiamo quella richiesta, l’odio per essere stata incastrata in quell’illusione svanisce piano anche grazie alle parole di Itsuki, lo ha messo alla prova proprio come voleva, ha avuto una reazione che per quanto detesti provare sulla sua pelle le è piaciuta, questo è ciò che stava cercando lui in qualche modo si è rivelato davvero interessante ed è solo quella consapevolezza che la riconduce alla calma. La nebbia intorno a loro permane avendola lei creata per restare ma non ha alcuna importanza <lasciate che vi salvi> ed è dopo queste parole che tornerebbe verso il suo chakra, proprio come quando richiama l’innata lo porterebbe all’interno delle ghiandole salivarli, lì lo utilizzerebbe come un filtro così da andare a sintetizzare l’antidoto che successivamente viene portato verso la sua bocca, il gusto amato lo percepisce lei stessa sulla lingua. Il primo a cui vorrebbe pensare è Itsuki, non parla a causa dell’antidoto sulla sua stessa bocca vorrebbe avvicinarlo senza spaventarlo, motivo per cui l’innata Goryo torna ad assopirsi nel suo corpo, tutto in lei torna semplicemente alla normalità, niente più cicatrici in vista. Il volto andrebbe a sporgersi verso quello del ragazzo mentre la mano destra vorrebbe solo andare prendere il mento tra indice e pollice così da convincerlo a stare immobile. Priva di veri sentimenti quindi andrebbe ad appoggiare le labbra sulle sue, soffierebbe quindi lasciando che parte dell’antidoto da lei sintetizzato vada a filtrare nella bocca altrui rendendolo quindi immune al veleno tossico appena respirato. Ora si volterebbe verso Ekazu, lei può vederlo e dopo le sue parole il passo si vorrebbe portare in sua direzione, l’obiettivo è sempre e solo lo stesso. Metà antidoto dovrebbe averlo soffiato all’interno della bocca di Itsuki quindi ora il rimanete vorrebbe venir somministrato all’’Uchiha. Agisce con la stessa decisa delicatezza, si avvicina e porta la mano sul mento di lui, non si muove velocemente così da non risultare troppo minacciosa. Ad ogni modo se le fosse possibile sporgerebbe il busto in sua direzione così da andare a poggiare le labbra anche su quelle di Ekazu, un bacio anche nel suo caso che vorrebbe di fatto solo permetterle di soffiare nella sua bocca il resto dell’antidoto. Se ci fosse riuscita quindi entrambi ora dovrebbero percepire come il veleno non sta più facendo effetto su di loro <ingoiatelo è l’antidoto> si sente quasi in dovere di chiarire, come a spiegare quel gesto, il famoso bacio della morte no? Ad ogni modo dopo tutto questo, sempre immersa in quella nebbia, si limiterebbe a fare un passo indietro per poterli osservare entrambi <sarai al nostro fianco?> aggiunge solo alla fine, dopo aver deglutito quel poco che era rimasto nella sua stessa bocca. Attende una risposta, fredda e nuovamente distaccata, immersa nel suo stesso veleno a cui loro ora dovrebbero risultare immuni[chk 73/95][PV: 88/100][miasma 3 stadio][arte del veleno liv 3][antidoto][prima ho fatto bordello con i tag, questi dovrebbero essere i conti giusti]

23:14 Itsuki:
  [Promontorio > ?] Permangono dunque avvolti in quell'alone velenoso, vicini a lei quanto basta per l'antidoto o comunque il modo in questione per diventare immuni allo stesso veleno da lei creato, con quel soffio venereo. Lui si è avvicinato come avrebbe fatto il Goryo, ritrovandosi quindi lì poco distante da lei a sua volta, riuscendo in un qualche modo, con quelle parole atone a sedare quantomeno la cosa, che lentamente sfocia in un clima vagamente più rilassato, ma solo di una virgola, relativamente impercettibile quella presunta sensazione di distensione dei nervi, che permangono tesi come corde di violino, mentre entrambi dentro a quel corpo permangono in silenzio, facendo saettare quel doppio paio di sguardi da uno all'altra, il primo soddisfatto di quel suo accenno di potenza, quella dimostrazione di quei particolari rossi occhi, lei allo stesso tempo soddisfatta in quell'aver messo alla prova quanto basta l'altro, ritrovando dunque l'intento di confermare quel suo voler salvarli, senza andar ad immaginare il come, ne lui ne Eiji, che quella notte il veleno l'hanno accettato e sofferto volontariamente, smaltendolo in minuti di agonia, mentre ora cosa sarà, delle pasticche tipo tonici? Beh, non proprio. Dopo la creazione del veleno filtrato tramite le ghiandole tipiche dei Doku, andrebbe poi quindi raccogliendolo tra le labbra, avvicinandosi in quel gesto che lì per lì coglie alla sprovvista lo stesso Moro < Oh..? > istintivamente si sposta di un mezzo centimetro indietro, lui che non ha mai avuto alcuna simile vicinanza con nessun'altra se non che con la sua candida Dea, al quale per ora fortunatamente non corre il pensiero, risultando lì tra il colto di sorpresa ed un sottile, ben mascherato, imbarazzo, in quello sfiorarlo appena, vedendola poi voltarsi verso l'Uchiha. Lui è lì che porta la mancina, l'indice ed il medio di preciso su quelle labbra, che un'istante prima di quel gesto vengono sfiorate da un rapido passaggio laterale della punta della lingua, quasi a voler sentire un sapore di quel qualcosa, la diversità che possa instillarsi anche nei sentimenti, quegli sconosciuti che ancora fatica a comprendere, senza provare nessuna remota sorta di infatuazione, solo un chè di insolito, portando quelle due dita che han sfiorato le sottili, a contato con il pollice, sfregando delicatamente, osservando quel suo stesso fare, posando poi lo sguardo su di Ekazu, laddove la cosa risulterebbe diversa, in un'intenzionale sporgersi in avanti di Kimi che vedrebbe di posare direttamente le proprie labbra, seppur delicatamente, su quelle dell'altro, qualche centimetro in più per quel contatto, concedendo un sollevarsi del sopracciglio divertito di quel sogghignante Chunin che andrebbe questa volta a dirlo ad alta voce, decisamente ironico e sarcastico, riprendendo una frase già saltata fuori in precedenza, seppur non comunicata < Oh Kimi, ma cosa combini a questi ragazzi? > e riporta la mancina dietro alla schiena a venir afferrata per il polso dalla desta, tornando il solito di sempre, quella via di mezzo tra la follia e l'eleganza, il risultar scenico e plateale e il sembrar tanto composto da sembrar un'automa impeccabile, in grado di soffrire di qualche bug, in presenza di sangue da versare ed affini, rifacendosi più serio, anche nel tono < Avanti Ekazu, so che sei abbastanza furbo da saper qual'è il lato giusto dal quale schierarsi.. > lo dice con un cenno di pigrizia e un fare scontato, come se dovesse anche risultar praticamente inutile metterlo in guardia, facendo poi leva con un voltarsi, scostando poi il viso di lato per guardarlo ed inquadrarlo quanto più possibile con la coda dell'occhio < Sarai anche curioso di sapere qualcosa in più riguardo le parole del sottoscritto.. > direbbe come ultimo accenno di quel suo aver a che far con lui in maniera direttamente indiretta, sospirando poi per andar ad osservare le luci che oramai tendono al Crepuscolo, volgendo la propria attenzione nei confronti della velenosa, tornata alle sue solite sembianze < Andiamo? > domanderebbe attendendo una sua risposta, senza proferire ulteriormente sino ad un successivo allontanarsi al fianco della Special, sollevando la mancina senza manco voltarsi in una sorta di angolo retto del braccio sinistro verso l'esterno, un cenno regale ma non troppo vistoso, in quel salutare poco più che accennato < A presto Ekazu, la prossima volta te lo farò incontrare, se farai il bravo.. > non che debba essere un premio, quel che dice in lontananza, è più un voler evitare di incappare nella forza e nei poteri dell'altro, visto che ora il potere di quell'Uchiha è ben superiore e quel segno maledetto non è di certo passato inosservato. Avanti, quindi, verso un'altro giorno, diretti verso l'andare a posare quel figurativo muro sul quale si tinge di ogni scuro e cupo colore l'affresco del Crepuscolo, quello che crescerà tanto alto da sovrastare l'alba, sino ad avvolgere con la propria ombra tutte le terre Ninja {End}

23:33 Ekazu:
 E a quanto pare, almeno questa volta, i 3 prenderebbero una scelta saggia. Il loro scontro non avrebbe portato a nulla di buono. Solamente energie sprecate inutilmente per un fine sostanzialmente nullo. E sia Kimi che Ekazu se ne avvedono. Lei finalmente sintetizza l’antidoto. Lo Sharingan, ancora attivo, segue i movimenti di lei ora più che mai, forse sospettoso di qualche mossa improvvisa. Intanto, le cicatrici sul fisico tornerebbero ad essere invisibili, tutto pare nuovamente ‘’normale’’. Anche in lui, le fiamme, scemano. Il nero scuro si impallidisce fino a confondersi con la pelle, mentre le fiamme stesse si ritirano all’origine di tutto, appena sotto il collo. Afferra l’altro, e lo bacia. Lui, non opporrebbe resistenza. Stessa cosa farebbe con l’Uchiha. Si lascerebbe baciare. Le labbra rimangono immobili. Non accoglie nessun impulso da parte di lei, anche perché non solo il bacio non nasconderebbe nessuna malizia, ma fino a letteralmente cinque secondi prima avevano rischiato di farsi realmente male. Deglutisce, sperando che l’antidoto sia effettivamente tale, visto la nebbia ancora presente. Anche lo Sharingan sparirebbe. Gli occhi tornerebbero al loro colore. La schiena si rilassa. Le mani, ora distese, tornerebbero nelle tasche del completo nero sotto l’armatura. < non avevi qualche pillola.. > torna ora il ‘’classico‘’ Ekazu; un Ekazu che seppur per poco, la Doku ha conosciuto giorni addietro. Ascolta il dire del Goryo. Viene catturato da quell’ultima sua promessa. Non dice nulla. Lascia che i due prendano la loro strada. In direzione opposta alla loro, tornerebbe in quell’angolino da dove è sbucato. L’erbetta, di per se rada, ancora presenta il solco lasciato. Entrambe le leve inferiori cedono, collassano su ste stesse. Nella discesa, si incrocerebbero con maestria, facendo adagiare il sedere dell’Uchiha al suolo, in un impatto sordo. Le placche dell’Armatura, disordinate, si poggiano a terra. Un ultima, fugace, occhiata ai due. < non so niente di loro.. > sbiascica tra se e se.. < l’altro poi, con Eiji.. > il mento punta in basso, quasi appoggiandosi al suo stesso petto, lo sguardo si perde nel fango. ‘’ Se farai il bravo te lo farò incontrare’’. Che sia questa, per ora, l’unica motivazione sensata che riesce a dare a quell’incontro fin troppo surreale? Non conosce nulla del loro ‘’gruppo’’. Nessun ideale, nessuna motivazione. Solamente quelle promesse. Riprendersi il mondo, e l’incontro con Eiji. Chissà che queste due cose non siano collegate.. Rimarrà lì, forse tutta la notte. A qualche metro, la nebbia della Doku. I suoi occhi si spengono, le palpebre calano e torna così a confondersi con la vegetazione nera del Bosco. // END

non ho molte parole.
IL BORDELLO.