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con Furaya, Koichi

21:59 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] Al limitare del plesso cittadino, distanziando da quelle residenze, da quelle vie, potendo percorrere una delle strade battute presenti, quella che trascinerebbe il corpo maschile verso il versante Ovest, in prossimità del porto del villaggio, se non fosse per le mura ancora da superare, che funziona da maggior impedimento in caso in cui la flotta Kiriana dovesse ritirarsi a causa di un attacco in corso. Silenzioso, mentre le braccia oscillano debolmente lungo quel moto, quell'intercedere continuo, formato da piccoli passi. Orme che si forgiano sul terreno, con particolare lentezza, come se non avesse nient'altro che eseguire, niente da curare, se non l'ambiente circostante, su cui affiora le propri iridi ambrate. Lineamenti facciali rilassati e quieti, prodotto di una noia incredibile che lo sta consumando gradualmente, che lo sta torturando già da qualche settimana, lasciando quasi rimpiangere quel sonno lungo e profondo, dietro cui è stato rinchiuso in quest'ultimi anni. Lascerebbe che il vestiario possa velarsi da quella lunga cappa color pece, con annesso colletto alto, che fascia la parte inferiore di quel viso, inglobando anche il collo che funge da portatore per la placca metallica, quella raffigurante la propria carriera militare, al servizio di Kusagakure no Sato. Oltre quel soprabito, lungo poco oltre le ginocchia, potrà essere facilmente individuato un pantalone nero che comunica direttamente con i sandali, mediante un paio di candide fasciature lungo la caviglia. <Uh.> Sfiora con quel respiro, mentre proverebbe a concentrarsi rapidamente per poter evocare le energie fisiche e quelle psichiche all'interno del plesso solare, in un composto che ben presto andrà a formarsi, con l'atto ultimo di mescolarsi, amalgamarsi al punto tale da ottenere una nuova linfa, qualcosa capace di rivitalizzare il proprio organismo e le proprie capacità motorie. Come olio, si infiltra in quel motore oramai datato, mentre sembrerebbe vagabondare in quelle terre, campestri ed appena selvagge, con una nebbia che abbraccia chiunque volga in sua direzione, rendendo più arduo il riconoscimento facciale; probabilmente è per ciò che s'affiderebbe maggiormente al proprio udito, per poter assicurarsi una quanto migliore salvaguardia personale. [Chakra On][Equip.Scheda]

22:15 Furaya:
 Esce dalle mura dalle quali Kiri è cinta, sentendosi quasi un peso in meno addosso oltre che qualche occhio. Può finalmente tirare un sospiro di sollievo, spostandosi fuori da esse per addentrarsi nella foresta delle mangrovie dove soggiorna l'accampamento dei due Villaggi. Indossa uno yukata corto di color nero, avente il simbolo del Clan posto dietro la schiena, in grigio, ben visibile. Sul pettorale sinistro, vi è in piccolo il simbolo cremisi della Foglia. È stretto in vita da una fascia grigiastra, la quale sostiene e stringe l'abito per evitare che si apra. Le maniche sono larghe e, sparsi sul tessuto, vi sono dei petali rosei che emulano quelli dei ciliegi in fiore. Dabbasso, vi è un paio di sandali Ninja scuri collegati a degli schinieri metallici che giungono sin sotto le rispettive ginocchia. Al fianco mancino, inserite tra la fascia che tiene chiuso l'abito, vi son le due katane dalle quali si separa difficilmente. Attorno alla coscia mancina, v'è una tasca porta kunai e shuriken con degli oggetti non dissimili; sul gluteo dal lato opposto, infine, v'è posta una tasca porta oggetti con altrettanti tonici, fuda ed altri aggeggi possibilmente utili nella vita di tutti i giorni. Il collo è circondato da una fascia rossa ed una collana con il ciondolo del clan Uchiha. Tutto nella norma. Coprifronte tra i capelli chiari, i quali sciolti le adornano il pallido viso e si poggiano delicatamente sulle spalle. Ha un sottile filo di trucco, da brava donnina qual è diventata e le varie cicatrici non sono visibili, se non una piccola ed infima sulla coscia. Allo stesso modo, anche eventuali tatuaggi sono nascosti dalle larghe maniche e dal resto del tessuto che ne copre l'esile ma atletico fisico. Ancor non dovrebbe riuscire a notare la figura del Goryo, non ponendo grande attenzione ai dintorni e preoccupandosi soltanto d'avanzare per potersi dirigere alla propria tenda. Ha sicuramente del lavoro arretrato da portare a termine, tanto vale sbrigarsi e concluderlo così da avere il resto della serata libero. [Chk ON]

22:24 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] In quella sequenza di passi, la solitudine dovrebbe abbracciarlo, dovrebbe rendergli la giusta forza per protrarsi in avanti, in una scansione ritmica di passi. Energia inerziale che lo spingerebbe a proseguire, incessante, fin quando non avverte un suono semplice di una cavalcata rapida, alle proprie spalle. <Mh?> Mugugna appena, con quell'accento interrogativo ad assottigliarsi, permettendo al cranio di ripiegare verso destra, potendo osservare con la coda dell'occhio destro una figura dietro di sé in netto avvicinamento, ad una velocità decisamente più sostenuta della propria, come se avesse una certa fretta, nel muoversi, nel raggiungere l'esterno ed indirizzarsi probabilmente verso la tendopoli, oramai riunificate in un unico perimetro. Luogo comune, uno spazio che permette ad entrambi i popoli di incontrarsi con maggiore facilità. <Oh.> Cercherebbe di aguzzare lo sguardo, abbassando appena la palpebra e non totalmente, provando a fendere oltre la nebbia presente, per poter rimirare la sagoma umanoide. Le vesti, quel coprifronte e lo stesso volto sono le prime immagini che cercherebbe di catturare, aspettandosi che l'altra lo raggiunga quasi, seguendola col cranio, finché non si pone all'interno della propria area di verbo. <Hai...> Esordirebbe, neanche preoccupandosi del cospetto altrui. <Un volto conosciuto.> Dopotutto poverino è stato elargito da poco in quella vita e riposto in modo tale da sostenere il proprio compito, ma non gli hanno comunicato proprio tutto. <Eppure non riesco a ricordare.> Ammetterebbe, corrucciando appena la fronte in quella mancanza, cercando di collegare quanti più elementi possibili: probabilmente avrà anche udito il suo nome, ma il collegare aspetto fisico con quella nomina ancora gli è stata negata come possibilità. <Anche tu verso la tendopoli?> Un invito implicito a farsi compagnia, durante quel tragitto, se l'altra rallentasse appena il passo, quanto basta, da non renderlo più faticoso di ciò che è già. [Chakra On][Equip.Scheda]

22:38 Furaya:
 L'avanzare della donna procede, avendo comunque una meta ben fissa in mente che deve premurarsi di raggiungere nel minor tempo possibile. Non per questo corre, sia chiaro. Vuol godersi quel barlume di libertà che è riuscita a ritagliarsi. Durante questo suo avanzare, una figura e la voce di quest'ultima dovrebbero attirarne l'attenzione. Piega un sopracciglio, dubbiosa a riguardo, arrestando il proprio moto a non molta distanza dal ragazzo, pur tenendosi ad una metratura tale da poter avere libertà di movimento. Scruta con attenzione il figuro che le si è parso davanti, certa di non averlo mai visto prima d'ora. <Il tuo non lo è per me, mi spiace.> Non è ironia né arroganza quella che proviene dalla voce della donna, bensì un dispiacere nel non poterlo davvero riconoscere. <Ci conosciamo?> Il problema dell'essere un Ninja leggendario porta solitamente a questi problemi: tutti conoscono lei, ma a sua volta non può essere del medesimo avviso. Condurrebbe le braccia a piegarsi sotto al petto, stringendosi in esse ed aspettando una possibile risposta da parte del Goryo che per primo le ha rivolto la parola, attirandone l'attenzione. <Sì, sto tornando alla mia tenda. Ma deduco tu non sia un Ninja di Konoha.> E' difficile che qualcuno del Villaggio non la riconosca, eccetto Saisashi ma sol perché questi era privo della memoria quando lo ha incontrato qualche settimana fa. Potrebbe anche trattarsi d'un Ninja di Kiri, ma perché dovrebbe menzionare la tendopoli altrimenti? Quindi, presume sia ovvio che si tratti di un Kusano fatto e finito e che, per questo motivo oltre a quelli citati, lei non riesca a ricordarne tratti caratteristici o se anche abbiano avuto un incontro precedente a quest'ultimo. Invero, qualora fosse avvenuto, con la memoria che ha ottenuto, sempre più ferrea, dovrebbe ricordarsene a prescindere. La nebbia, chiaramente, non è mai un ottimo aiuto in questi casi, specialmente quando la sera sta ormai volgendo al buio più totale e la via è parzialmente illuminata. [Chk On]

22:47 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] La luce presente è decisamente poca, se non fosse per quei raggi lunari che, come frecce d'argento, solcano in maniera sporadica il territorio lì, permettendo alla pelle diafana del ragazzo di risaltare qualche volta, di lasciarsi libera di esser notata, ben accerchiato da quel crine azzurro che sfiora la propria schiena. <Non volevo disturbarti.> Cranio che oscillerebbe un paio di volte a destra ed a sinistra, a marcare con maggior importanza quell'elemento. <Non mi aspetto che qualcuno possa ricordarsi di qualcuno che è stato così dimenticato dalla realtà.> Un debole tono di dispiacere si infiltra in quel vociare lento, ma principalmente pacato. Una rassegnazione che ha oramai intrapreso ed accettato correttamente. <Sono stato distante dall'ambiente, per qualche anno, dunque rilevo ancora poche informazioni a riguardo.> Però la fama dell'Hokage dovrebbe averlo almeno percepito, seppur in maniera vaga ed indiretta. <Il mio nome è Koichi e tu saresti...?> Inclinerebbe appena la nuca verso sinistra, di una decina di gradi, non comprendendo il fatto che si sta rivolgendo, esente di quei formalismi, ad una delle personalità di maggior spicco nel continente intero. Rimane silente qualche secondo, per tentare così di affiancarla, di portarsi alla [sinistra] di lei, ad una distanza di circa [3 metri], invogliandola col braccio mancino a perseguire, in una passeggiata quieta e libera. <Ottima deduzione.> Ammetterebbe, con un debole cenno del capo, in senso positivo. Dunque la mano destra andrebbe ad esser attinta, contratta, affinché possa arrivare nella zona del colletto ed abbassarlo debolmente, quanto basta, per lasciar che possa evidenziare la placca presente, a rigor di maggior conferma. Non solo di Kusa, ma anche uno Shinobi. <Mi sapresti indicare cosa sia accaduto in quest'ultimi tempi, a questo mondo?> Proprio una domanda leggera, misera ed appena superficiale. Ma vuole risposte, esige una conoscenza che non può pretendere da tutti. Cercherebbe così di studiarla, di apprendere ogni suo movimento, con quella postura autoritaria che si riesce ad avvertire. Una puzza che dovrebbe riuscire a cogliere, adeguatamente. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:05 Furaya:
 Il proprio passo viene adeguato a quello altrui, permettendogli dunque di camminarle di fianco. Accorta, poiché non lo conosce e non riesce a fidarsi del primo che incontra, causa traumi e pessime conoscenze del passato, non gli toglie gli occhi di dosso. <Non mi hai disturbata.> In effetti, non lo ha fatto. Bisogna soltanto vedere se, col corso del tempo, questa sua presenza possa o meno divenire effettivamente un disturbo. Si stringe nelle spalle, squadrandolo dalla testa ai piedi per cercare di capire se abbia con sé almeno il coprifronte o qualunque cosa possa essere un marchio di riconoscimento, un'appartenenza a qualcosa o a qualche Villaggio così da confermare i pensieri della Nara. <Dimenticato?> Le viene spontaneo chiedere, un quesito che vorrebbe ricevere risposte ma che, al tempo stesso, non lo obbliga comunque. Certo, lui ha però tirato fuori il discorso, per cui è anche naturale che le farebbe piacere ricevere una risposta adeguata. <Non sei riuscito ad avere un rapporto dettagliato della situazione da qualche tuo compagno o dal tuo Kage?> Cerca di indagare a modo proprio, ficcanasando dove e quando può, pur di ricevere e riuscire a trovare le informazioni delle quali ha bisogno. D'altronde, non è illogico che non si fidi di chi non ha mai visto né conosciuto e che, appunto, sembrava quasi aspettarla fuori dalle mura di Kiri. Paranoia? Non sarebbe neppure fuori dal comune per le sue condizioni psicologiche. <Furaya Nara, Decimo Hokage della Foglia.> Presentazione formale, quella che quasi sempre rivolge quando deve prendere parte ad una riunione o ad un summit, per tal motivo lo sciorina fuori senza pensarci come se fosse una frase computerizzata, pronta per esser usata quando serve e senza apporvi sostanziale modifiche. D'altro canto, tenerglielo nascosto sarebbe altresì fuori luogo, poiché il suo volto è abbastanza conosciuto in tutte le terre Ninja e dell'Alleanza. Scruta or finalmente il suo coprifronte, sentendosi alleggerita d'un altro peso. Non deve preoccuparsi necessariamente del ragazzo che ha di fronte. <Da quanti anni sei sparito? Sono successe un bel po' di cose, ma credo tu sia almeno informato dei motivi che ti hanno portato a Kiri.> Insomma, è un Ninja di Kusa. L'Hasukage lo avrà senza dubbio informato per averlo convocato su quell'isola immersa nella nebbia. [Chk On]

23:15 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] Almeno ha la fortuna di non esser stato motivo di disturbo nell'allentare il passo altrui, permettendole di adeguarsi invero al proprio intercedere, probabilmente più lento di quello adoperato fino a poco fa dalla Nara. <Dimenticato.> Conferma la teoria dapprima presentata. <Credo che con la vita che noi eseguiamo, non sia così difficile dimenticarsi di persone che improvvisamente si allontanano dal fulcro e si isola totalmente dai contatti esterni.> Dopotutto la loro vita è sempre legata ad un filo, fin troppo sottile. <Ho fin troppi volti trascritti nella mia mente che da un giorno all'altro non ho trovato mai più.> Scomparsi, morti, chi potrebbe osar dire? <Io sono uno di quelli che è tornato dopo tanto tempo.> Si lascia pregustare da quella presentazione, da quello che potrebbe risultare un'accezione migliore per la propria persona. <Ho avuto modo di dialogare anche con Yukio-sama.> Non lo esclude, perché farlo, in quanto il membro di maggior spicco nel proprio territorio, quando il passo viene appena tentennato alla presentazione opposta. La mano destra che si innalza per sfiorare il torace, nella zona cardiaca, mentre il busto si ripiega in avanti, non cosciente di come debba comportarsi con una figura di tale calibro. Dopotutto lei non è come l'Hasukage, decisamente poco avvezzo a questi concetti di formalismi. <Non credevo che questa sera mi sarei permesso di scortare l'Hokage in persona verso la sua tenda.> Sbufferebbe appena dal naso, accentuando un debole sorriso, ripiegando le labbra, ma senza mostrare la dentatura candida, come la neve. <Circa tre o quattro anni, in linea di massima.> Non ha mai calcolato esattamente il lasso di tempo in cui è scomparso. <Con l'Hasukage ho potuto argomentare di molto, ma a volte si possono ottenere altre versioni, altre sfumature, che lui non ha identificato.> La varietà del genere umano dopotutto è stupenda, capace di percepire lo stesso evento in due maniere differenti. <Son cosciente dello stato d'emergenza, ovviamente, ma vorrei comprendere qualcosa in più.> Un paio di secondi di silenzio: <Preferisci che ti dia del lei, che stia più distante od altri vincoli simili?> Dopotutto meglio chiedere, per giusta correttezza, prima di innescare una lotta intera all'alleanza. [Chakra On][Equip.Scheda]

23:36 Furaya:
 Sì, beh, il significato del termine lo conosce piuttosto bene. Intendeva invogliarlo ad aprirsi maggiormente, avendo lanciato il sasso. Non può certo permettersi di ritrarre la mano or ch'è stato visto. <Dipende da quali legami avevi prima di abbandonare queste terre.> Vi replica, stringendosi nelle spalle. Non la pensa allo stesso modo e le vien da pensare proprio alla scimmia gelosa che ospita nella propria tenda. Anch'egli aveva lasciato il villaggio tanto tempo prima, ma tornandovi ha comunque ritrovato gente che lo conosceva e che lo sta aiutando con la perdita della memoria. Sono sicuramente due casi diversi, eppure ciò non toglie che non riesca a pensarla al suo stesso modo. <E' pur vero che, con la vita che facciamo, molte di queste persone la loro l'hanno perso in battaglia.> Riporta per un attimo lo sguardo a terra, in segno di lutto e di costernazione per coloro che sul campo di battaglia hanno trovato la morte, anziché riportare a casa la pace e la pelle. Ogni battaglia si distingue per il numero dei morti e per la riuscita o meno di quest'ultima, per cui nessuno di loro viene comunque dimenticato davvero. <Sono sicura, quindi, che lui abbia potuto dirti tutto ciò di cui avevi bisogno.> Aggiunge, non essendo lei il capo villaggio di Kusa ed essendo abbastanza estranea ai modi di governare di Yukio, tra l'altro sicuramente diversi dai propri. <Oh beh, posso sempre a fare meno della scorta.> Se solo ci fosse Jushan a sentirla, si sarebbe già presa una sonora sgridata. Il ragazzo, suo braccio destro, è uno degli elementi fondamentali della vita della Nara. L'aiuta ogni qualvolta ve n'è la necessità, le fa persino da consulente o da stilista. <Davvero.> Gli sorride. La sua non vuole essere un'accusa nei suoi confronti od un modo per cacciarlo via, ma soltanto un modo per fargli comprendere che non è necessario. Certo, non lo rifiuta. La strada da fare è comunque sempre quella, pertanto conscia che potrebbero tranquillamente avanzare assieme e senza problema alcuno che non derivi da uno dei due. <Quindi, ti sei allontanato dal Villaggio nel periodo di pace dopo la rivolta di Kusa?> Ricorda che v'era stata qualcosa del genere, ma potrebbe facilmente aver frainteso e aver saltato qualche data. Anche lei non è perfetta nella storia degli altri Villaggi, mentre su quella di Konoha è senza dubbio preparatissima. <Beh, allo stato attuale delle cose, c'è un finto Dio che vuole risucchiare il Chakra dei Ninja. A sua detta, gli appartiene. Fin qui ci sei, no?> Piega il capo di lato, lanciandogli una breve occhiata con far tranquillo, apparentemente. <Puoi chiamarmi anche solo Furaya.> Come al solito. [Chk On]

23:52 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] Mugugnerebbe appena, nell'atto di riflettere adeguatamente a quella domanda, come se cercasse qualcosa nel proprio subconscio, qualcosa legato al proprio passato. <Sono stato rinchiuso in un sonno abbastanza profondo, dunque alcuni ricordi li ho debolmente sbiaditi.> Accennerebbe, iniziando a pensare più duramente. <Vero, molte persone muoiono per un motivo valido, ma bensì ci siano altre che invece scelgono una strada sbagliata.> Solleverebbe appena le spalle, incassando la nuca in esse. <Credo che poco prima del mio allontanamento, una sola persona proveniente da Konoha posso ricordare del suo nome.> Un respiro, debole, mentre la osserverebbe. <Dovrebbe essere Saisashi, che ha combattuto e vinto un vecchio torneo.> Ricorderebbe quello, per via del festeggiamento che alla fine il duo ha avuto modo di intraprendere, alle terme del villaggio d'ella. <E' ancora vivo lui?> Quasi come se fosse pronto a ricevere un esito negativo, oppure un semplice domandar chi sia. Dopotutto era soltanto uno dei tanti, mica altro. <D'altro canto, se sei diventata Kage, dovrai avere a tua disposizione una potenza tale da non avere difficoltà con un semplice Nukenin.> Qualcosa di abbastanza ovvio, dovrebbe comprenderlo da solo. Intanto continuano il loro procedere, con quel sentiero che si ripiega solo d'un paio di svolte, mentre superano paesaggi e varie case distanti, avvolte da quel paesaggio decisamente più naturale, quasi intaccato dal tocco dell'uomo. <Si, quella la ricordo.> La rivolta a Kusa dovrebbe ancora averla a propria disposizione nella memoria. Poi avverte nuovamente di questa figura particolarmente potente che dichiara di avere il diritto sul chakra. <Che stramba figura.> A fior di labbra, uscirebbe in maniera spontanea. E quando l'altra pronuncia il proprio nome, che il capo andrà a rivolgersi verso di lei. Uno sguardo dritto, intenso, per ricercare le pupille opposte: <Posso chiederti perché tu sia diventata una Kunoichi?> E' una domanda decisamente abitudinaria che compie alle prime leve di quella scala gerarchica, ma ora è in presenza di una delle ultime, in quei gradini così decisamente alti, ancora distanti dal proprio. Potrebbe nascondersi una risposta davvero lampante. <Era il tuo sogno divenire Hokage?> Incoraggia nel raccontare, nello spogliarsi di quelle vesti e scendere nell'umanità. [Chakra On][Equip.Scheda]

00:16 Furaya:
 Sceglie di non approfondire troppo la questione. Per come ne parla lui, potrebbe addirittura essere una metafora. Che sia stato in coma? Tutto potrebbe essere, in effetti. Tre anni o quattro sono tanti e non è l'unico ad essere tornato dopo un lungo periodo di tempo. <Comprendo.> In merito ai ricordi sbiaditi, tornando a fissare la strada di fronte a sé, percorrendola per poter raggiungere l'accampamento. <Coloro che scelgono una strada sbagliata, lo fanno altrettanto consapevoli dei rischi. In fondo, l'hanno scelta di loro spontanea volontà.> Si stringe nelle spalle, non potendo far e dire molto in merito a scelte d'altre persone, poiché ognuna d'esse ha una motivazione dietro per aver compiuto le proprie scelte. <Chi?> Chiede in un primo momento, curiosa di sapere se sia possibile aiutarlo in qualche modo. Peccato che il sorriso le si smorzi sul viso nel momento stesso in cui pronuncia il nome di Saisashi. <Oh beh, sì. E' vivissimo.> Certo che lo è, come potrebbe non esserlo? Non osa neppur pensarci ad un'eventualità del genere. <Ti riferisci al torneo dei Villaggi?> Quanto tempo è passato? Sicuramente un'eternità. Ci ha combattuto persino lei, trovandosi poi con una cicatrice alla gola che, qualora il colpo fosse affondato maggiormente, avrebbe senza dubbio decretato la sua morte per dissanguamento. Fortunatamente, non è andata così. <E' qui a Kiri, al momento.> Aggiunge in sua direzione, riferendosi ancor alla scimmia urlatrice menzionata dall'altro. <Vuoi forse dire che sei un Mukenin?> Lo scruta con la coda dell'occhio, volendo soltanto metterlo alla prova per via delle parole pronunciate poc'anzi. Sorride appena, proseguendo nel proprio avanzare per cercare di raggiungere quanto prima quell'accampamento e la sua tanto agognata tenda. <Molto tempo dopo la rivolta, c'è stata la chiamata del Mizukage per farci raggiungere Kiri.> Si fa pensierosa. <Poi, insomma, è stato un periodo florido e di pace prima della comparsa del finto Dio.> Pronuncia in sua direzione, sicura di non potergli dir poi molto altro in merito, non essendo appunto accaduto niente che debba venire menzionato. Oggi, son tutti in vena di farle delle domande relative alla sfera privata. Prima, in compagnia di Shinuja, l'è stato chiesto cosa significasse per lei essere Hokage o Capo Clan. Ora, invece, dal Goryo giungono delle domande relative alla sua carriera da Kunoichi e il sogno nel cassetto. <Non c'è un motivo preciso. Mi avevano addestrata alla vita da Ninja fin da bambina, per cui ho pensato che quest'ultimo dovesse essere per forza il mio desiderio. Devo ammettere d'averci messo anche del mio.> Rivela, stringendosi nelle spalle e tenendo, per il momento, lo sguardo basso. <Non era strettamente il mio sogno, però credo che tutti da bambini sognano di diventare un Kage.> Sicuramente soltanto quelli di Konoha che vivono nel lusso e nella pace, pur venendo attaccati la stragrande maggioranza delle volte da entità e figuri che vogliono minare proprio quest'ultima. <Ho fatto una promessa ad una persona.> Ha giurato di diventarlo ad un singolo individuo. <Tu, invece, a cosa aspiri?> Gli rivolge un quesito, interessata. [Chakra ON]

00:34 Koichi:
  [Pressi Mura Ovest.] Alla scoperta dell'uomo ancora vivo, allargherebbe appena le palpebre, non credendo fino in fondo alle parole avverse, come se fossero frutto di una bugia. <Ah vero?> Deve sottolinearlo, almeno una volta, per poter credere effettivamente a tutto ciò. <Si, l'ho incontrato dopo la sua vincita.> Sembra proferire in direzione della ragazza, per poi smorzare ben presto l'entusiasmo. <Ma son quasi sicuro che non si ricorderà di me.> Anche dopo aver riversato il Chuunin in un pessimo scherzo, una truffa ben idealizzata ed anche conseguita correttamente, che ha visto il genetista dover scappare da alcune fanciulle. Maledetto il sublime. <No, non credo di potermi definire così.> Enuncia con chiarezza, volendo far scivolare ogni sorta di dubbio da quella provocazione, da quel titolo che non sembrerebbe rispecchiarsi totalmente nella propria essenza. <Capisco.> Un respiro, leggero. <Dunque semplice inerzia di un addestramento d'infanzia, ove poi hai immesso anche il tuo impegno.> Come se avesse avuto una spinta iniziale, quella che ogni padre darebbe alla figlia sulla bicicletta, prima che possa ingranare la prima marcia e poter imprimere una propria forza su quei pedali. L'importante però è non cader da quella bici, altrimenti si potrebbe fare molto male. <Mi piacerebbe scoprire molto più della persona che sei, che in voce di Hokage.> Probabilmente un pensiero abbastanza comune di ogni civile, mentre la tendopoli è sempre più vicina, oramai prossima al loro intercedere. <Comunque se avessi bisogno di qualcuno capace a risanare le vostre ferite, potreste considerare il sottoscritto.> Non è un predestinato alle cure mediche, ma sicuramente è ben capace di stabilizzare le ferite di entità abbastanza moderate, avendo poi scelto ed ambito ad un altro ramo, più particolare ed interessante. <Io?> Non si aspettava che la domanda potesse esser rivolta. <Dopo essersi trovato in una realtà così differente da quando mi son addormentato, spero di poter trovare qualcosa che possa destare poco più la mia noia.> Incauto, forse. <Dopotutto son arrivato qui e ho fatto solo tante ronde, nulla di.... particolare ed avvincente.> Il brio che sembrerebbe proprio mancare, in tutto ciò. Qualcosa che possa permetterlo di ritenersi vivo, in maniera assoluta. E così continueranno per altre decine di metri, prima che le strade possano dividersi, cordialmente e con un semplice ringraziamento, per la compagnia dell'altra. [Chakra On][Equip.Scheda][EXIT]

01:04 Furaya:
 <Chi può dirlo?> Risponde alla sua domanda inespressa, non potendo certo rivelargli dell'impossibilità dell'altro di ricordare. Potrebbe anche risvegliarne qualche ricordo, ma al tempo stesso non può affatto esserne certa. Svicola, dunque, dal discorso preferendo tener per sé una notizia del genere. Non conosce il Chunin, non abbastanza da potersi fidare. <Meglio così.> Meno Mukenin da prendere a calci nel sedere, specialmente se teniamo conto della presenza del Demone Rosso a piede libero che, alleatosi col finto Dio e col Mizukage, ha partecipato all'attacco a Konoha. <A lungo andare, ho scoperto che era comunque la mia vocazione.> Ha fatto tanto per avanzare nella gerarchia, scalando la vetta coi suoi tempi. Non è certo stata una scheggia, ma l'importante è esserci riuscita. Conta soltanto dov'è adesso e ciò che deve compiere per riuscire nei propri intenti, i quali son senza dubbio voltati alla presunzione di poter portare la pace. Prima o dopo. Qualche chiacchierata le ha fatto comprendere che si comporta lei stessa da egoista e tiranna, volendo a tutti i costi far prevalere la pace su chi, molto probabilmente, neppure la vuole. Auspica ancora a portarla, senza alcun dubbio, ma con meno presunzione. <Ah sì?> Non sa affatto come prendere quella richiesta di voler scoprire di più sulla giovane Hokage, tant'è che distoglie lo sguardo. Lascia correre, preoccupandosi degli argomenti successivi più che altro. <Ti ringrazio. Se ce ne sarà bisogno, te lo farò sapere.> Non crede sia necessario poiché anche Konoha ha i suoi medici. Tuttavia, trovarselo dalla sua parte, favorevole all'unione dei due Villaggi tanto da concederle un aiuto, non è affatto un male. <Comprendo, avrai sicuramente la tua rivalsa prima o poi.> Conclude in questo modo e con un piccolo quanto innocente sorriso, prima di dileguarsi anch'essa dalla zona in questione. Lo saluta con un rapido cenno, prendendo una strada diversa da quella altrui proprio per poter tornare alla propria tenda e dalla scimmia urlatrice(?). [END]

Ennesimo incontro casuale fuori dalle mura di Kiri. Koichi sceglie d'accompagnarla fino all'accampamento, scambiandosi idee e pareri.