Sussurri malvagi, crogiolante neutralità.
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Giocata dal 05/05/2020 22:47 al 06/05/2020 01:09 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Accampamento] Mezza luna stagliatasi alta nel cielo oramai da qualche ora, pallida osserva in quel suo mezzo spicchio tutta la tendopoli dall'alto, senza che nessuno sfugga al suo silente osservar nella volta stellata, lì dove le stesse stelle risultano offuscate dalla nebbia permanente, mentre il nostro Chunin permane poggiato ad un'albero lungo il sentiero principale che collega tutti gli accampamenti dei villaggi tra di loro, semplicemente intento a prendere aria, godendosi una sigaretta all'aria aperta senza che quel flebile dubbio smetta di tormentarlo, per quanto minimo ed impercettibile sia, lontano nella sua mente, visto che il semplice vedere Kurona appena affaticata, è sì fonte di preoccupazione, ma mai sufficiente a concedergli di immaginarsi il peggio che verrà. Distolto comunque quanto basta dal proprio solito voler bramare il male, la sofferenza altrui ed il Caos in generale, spento appena nell'animo da quel lieve tormentarsi, ma mai demotivato, con la sigaretta retta tra indice e medio della dritta, accesa qualche istante fà, mentre indossa il solito completo ed i capelli sono legati in una coda altra come al solito che pende al suo fianco, evitando di star di mezzo tra la sua schiena e la corteccia, mentre lo sguardo è fisso verso il terreno, rosso come il sangue, la mente che tenta di discostarsi andando a pensare ad altro, mormorando tra sè e sè, risultando sempre in un confrontarsi con l'altra personalità al suo interno < Mh, mi chiedo quando l'Uchiha avrà intenzione di attuare il suo piano. > ci prova a distrarsi, sì, mentre un fruscio di una fresca aria notturna gli smuove appena i vestiti, solito inmpeccabile completo nero, camicia bianca e cravatta dello stesso color del primo, le scarpe sono comode e pratiche ma allo stesso tempo eleganti, incroociate l'una davanti all'altra, mentre la mancin permane nella tasca, e l'Eiji dentro gli risponde <{ Spero presto, ti vedo sottotono in questi giorni. }> ed è un dire che potrebbe risultare velatamente preoccupato, per quanto sia solo un dire lieve ed impreciso, non realmente interessato in quel suo risultar vagamene confuso, perplesso, visto che non sarebbe tutt'ora convinto della cosa, anzi, tutt'altro < Mh, sarà.. > appunto è la sua risposta che allo stesso modo risulta noncurante, le spalle vengono smosse appena mentre gli occhi non si smuovono da quella zolla di terra battuta dall'infinito camminar degli Shinobi in guerra, quella guerra che è solo un pensiero distante e mai concreto nella sua testa, qualcosa che volgerà a loro favore, ma per ora solo un chè di contorno, tutt'ora inutile, mentre un secondo tiro vien tratto dalla sigaretta, le guance che si assottigliano appena, così come gli occhi, il fumo vien inalato ed poi smorzato dai polmoni che in quel riespandersi vanno a liberare il grigiastro vapore, con quello che pare uno sbuffo, niente di più, e niente di meno. Silenzio, nonostante la presenza della gente nei dintorni, per lui non esistono. {Ck on} Lento è l'intercedere tra quelle tende, ma lo sguardo mai abbandona la Luna alta nel cielo, Bastarda, continua ad osservar le debolezze umane nascosta dietro ad una fitta coltre di nebbia. Perchè fuggi dai nostri sguardi, privar l'animo dei sogni è forse una crudeltà poichè, assieme ad essi, vien strappata via anche la speranza di cui il cuore si nutre, la bramosia di una soluzione dinanzi ad una situazione che attanaglia lo stomaco fino a logorarlo, rinunciare alla tranquillità di una serata riscaldata nell'abbraccio di chi si ama, senza che quei pensieri maligni di muovano perpetui nella mente come fiamme danzanti di un meraviglioso focolare scoppiettante. Fruscii emanati da ogni passo compiuto sul suolo, vien calpestato il terreno la cui erba è stata dilagnata dai continui passaggi di gente accampata, cani il cui collo è incatenato là dove vi è pericolo, fanno la guardia da brave bestie senza comprenderne probabilmente neanche i motivi, ad attendere la gogna che lascerà riversare il loro sangue pulsante al di fuori delle vene. Odore acre intrappolato nelle narici, tuona il ricordo di quel tabacco sentito fumar solo da un'uomo il cui Caos è riuscito ad instillarsi nello spirito, un giorno giunto forse troppo presto per far si che il cambiamento sia compiuto, il destino non può essere così crudele, così infame da spezzar le gambe affinchè la luce venga storpiata dalle tenebre di una notte maledetta <Goryo..> sussurra quasi a fil di voce ritrovandosi ad incrociar con le bianche la sua visione, cremisi colme d'odio, di rancore, rappresentazione dell'inferno sceso in terra e nascosto dietro lineamenti appetibili, ma d'altronde, si sa, il Diavolo è uno degli Angeli più belli seppur sia marcio dentro <ci incontriamo di nuovo> procede nel macinar la distanza per arrestar le movenze a circa [4 metri] dall'altro, braccia incrociate contro il petto prospero, una protezione inconscia servita a cercar quella pace turbata come solo una goccia di pioggia riesce con la superficie immobile di un lago. Hitomu si fida di lei, ma perchè, allora, permane indelebile il terrore di cedere in pensieri peccaminosi ed in azioni deplorevoli che solo il Maligno riesce a scatenare? Inspira profondamente, viene regolato il battito cardiaco, si rallenta, un'orologio in procinto d'arrestarsi per immortalare e dissociare un pezzo di vita vissuto, una parentesi che, seppur breve, viene scritta su un foglio ancor troppo bianco per essere definito un libro. Si presenta come una donna minuta dai lunghi e setosi capelli corvini, epidermide pallida, una bambola di porcellana sul quale il tempo non è ancora riuscito a provocar alcun segno, spezzata dal candore delle labbra carnose e le gote rosate. Iridi ghiaccio, così bianchi da parer vitrei, innalzano il nome del Clan Hyuga al quale, ancora, ne ignora la probabile discendenza, bellezza mozzafiato quella della purezza, non è vero? Corpo sinuoso, curve morbide e fasciate in un fine cheongsam nero in velluto privo di maniche e spalline, la gonna possiede due spacchi profondi laterali che scoprono le cosce ad ogni falcata, su una di esse - la sinistra - è presente una cinghia in cuoio su cui è riposto un pugnale nell'apposito fodero. Braccia e dita sono adornati da meravigliosi gioielli, essi tintinnano ad ogni spostamento, anche quando, per istinto, trascina una ciocca del crine ad intrappolarsi dietro l'orecchio [Accampamento] Ironico, come in quel suo voler distanziarsi dalla sua Dea e voler quindi tentar di levarsi di dosso quel filo di dubbio, pecca, spreca il tempo che potrebbero passare assieme in quel voler rimaner da solo, in quel tentar di riassettare le idee nella propria testa, cercando di mettere il cervello di nuovo sui giusti binari, senza riuscir a trovar una via che proceda del tutto dritta, liscia, senza ostacolo alcuno, ritrovando ogni tanto quel pertugio, quel fastidio, quell'anticchia malmessa che andrebbe a far sì che di nuovo torni a dubitare di se stesso e di quel suo stesso minuscolo timore. Non può essere una semplice influenza a debilitar qualcuno così tanto, ma come già abbiamo detto, per quanto questo sottile dubitar non riesce toglierselo di dosso, allo stesso tempo non immaginerebbe mai il peggio, non andrebbe a pensar che sia qualcosa di ben più grave, anzi, ora come ora il suo pensiero volge in direzione di quel che era, quel che fu prima di quella notte che lo cambiò restituendogli un riscattarsi sul proprio passato, ma maledicendolo anche con quelli che ora non potrebbe che confermare l'ostacolo che credeva fossero, sin dal principio: i sentimenti. Ah, non era forse più bello vivere come un'automa, privo di qualsivoglia emozione o particolare inflessione dell'animo, con un cuore di pietra incapace di esser scalfito da qualsivoglia persona o evento? Sì, forse sarebbe stato meglio così, ma non avrebbe potuto tener dentro di sè tutto ancora per lungo tempo, prima o poi sarebbe esploso comunque, in un modo o nell'altro, tanto vale che sia stato l'assassinio della Madre, il suo più grande scopo di vendetta venuto a realizzarsi, a restituirgli quello che aveva perduto nella sua prigionia. Eppure, ora, non è più certo di esser a suo agio con amore, odio, tristezza, felicità e tutti gli annessi. Ma non può tornare indietro, non può di certo finir per distaccarsi da colei che ama e non può di certo lasciarsi soggiogare più del dovuto, non ci sono ne se ne ma che devono reggere in confronto al suo scopo, al suo obiettivo, al suo dovere in quel mondo come agente del caso, no, assottiglia dunque lo sguardo e quelle color del sangue vanno assumendo un tratto più deciso, basta cedere ai sentimenti, per quanto non sia in grado di gestirli tutt'ora come si deve, deve riprendere in mano se stesso e metter da parte quello che non sarebbe altro che un banale e minimo dubbio, andando a porre un tiro più lungo del solito da quella sigaretta, lasciando che poi il fumo venga liberato da un'espirar che lo costringe a scivolar fuori dalle narici, date le labbra serrate, così come la mandibola e le bianche perle nascoste che cozzano tra di loro in quel lieve digrignare <{ Esatto, è questo l'Itsuki che conosco. }> direbbe l'altor da dentro, mettendoci sempre il suo zampino, volendo tentar di soggiogarlo in quel suo concedergli di vivere e diventare chiunque egli voglia, a patto che venga rispettato il loro accordo, cercando sempre quindi di apportare minuscole correzioni con il proprio tono ed i suoi precisi modi di fare, maledettamente riconducibili ad Eiji stesso, quell'entità che da dentro gli parla e non lo abbandona quasi mai, plagiandolo e sostenendolo in questo raro momento di dubbio, senza poter mai risultar effettivamente solo, il Goryo, lì dove sarebbe proprio il suo cognome a venir proferito da una femmnile voce, che lo desta in quel suo ritrovar fermezza e determinazione, in quel suo allontanare pessimismo e malumore, sollevando quindi, con quel ridestarsi dal proprio introverso riflettere, il viso in direzione dell'ignara Hyuga < Ah, sei tu Fumie.. Sono giorni che non ci vediamo.. > direbbe lui con un tono che inizialmente pare distratto, ma poi si fa più languido e mellifluo, ricordando quel ritrovarla al ritorno dal compiersi della propria vendetta, dal soddisfare del proprio destino, quasi abbandonandosi nel vedere in lei un bocciolo malcelato di un male che potrebbe sbocciare, una neutralità propensa a rimaner nel mezzo, un qualcosa a cui basterebbe una lieve spinta, per allinearla da un lato o dall'altro, e di certo, la sua non sarebbe una spinta propensa al bene, anzi, tutt'altro < Dimmi.. Sei ancora intenta a rimaner nel mezzo...? Bene.. Male.. Cos'hai scelto in questi giorni che non ci siamo visti? > va dritto al sodo, domanda con indubbia curiosità in quel voltarsi verso di lei e andar con la spalla destra a poggiarsi al tronco dell'albero, continuando a regger la sigaretta entre la mancina rimane lì in tasca ai pantaloni, la gamba sinistra permane dritta a sorreggerlo mentre la destra si porta dietro all'altra, flettendosi per lasciar che sia solo la punta della scarpa destra a puntar a terra, piegandosi quanto basta per fornire il resto dell'appoggio, quasi sembrando uno di quei bulli divertiti che attendono solo che quel qualcuno, la preda di turno, faccia il passo falso tanto atteso per divertirsi, intento, quasi come se fosse una sfida personale, a vederla macchiarsi di peccato, a volerla veder versare sangue, conscio del di lei non esser priva di un malevolo velo, un'istinto represso, come quella sua stessa pulsione per il sangue che l'altra volta l'ha scosso in un brivido, intendo forse a veder il liquido rosso riflettersi nei suoi vacui e bianchi occhi, forse un simbolo di una purezza indomita, un qualcosa che vorrebbe vederlo intorbidirsi, macchiarsi delle tinte scure del male, quasi ritrovando una stilla di personale piacere, in quel voler instillare perfidia e malessere nell'animo altrui. { Ck on }
Giocata dal 06/05/2020 22:04 al 07/05/2020 00:54 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Bordo sentiero] Ironico, come in quel suo voler distanziarsi dalla sua Dea e voler quindi tentar di levarsi di dosso quel filo di dubbio, pecca, spreca il tempo che potrebbero passare assieme in quel voler rimaner da solo, in quel tentar di riassettare le idee nella propria testa, cercando di mettere il cervello di nuovo sui giusti binari, senza riuscir a trovar una via che proceda del tutto dritta, liscia, senza ostacolo alcuno, ritrovando ogni tanto quel pertugio, quel fastidio, quell'anticchia malmessa che andrebbe a far sì che di nuovo torni a dubitare di se stesso e di quel suo stesso minuscolo timore. Non può essere una semplice influenza a debilitar qualcuno così tanto, ma come già abbiamo detto, per quanto questo sottile dubitar non riesce toglierselo di dosso, allo stesso tempo non immaginerebbe mai il peggio, non andrebbe a pensar che sia qualcosa di ben più grave, anzi, ora come ora il suo pensiero volge in direzione di quel che era, quel che fu prima di quella notte che lo cambiò restituendogli un riscattarsi sul proprio passato, ma maledicendolo anche con quelli che ora non potrebbe che confermare l'ostacolo che credeva fossero, sin dal principio: i sentimenti. Ah, non era forse più bello vivere come un'automa, privo di qualsivoglia emozione o particolare inflessione dell'animo, con un cuore di pietra incapace di esser scalfito da qualsivoglia persona o evento? Sì, forse sarebbe stato meglio così, ma non avrebbe potuto tener dentro di sè tutto ancora per lungo tempo, prima o poi sarebbe esploso comunque, in un modo o nell'altro, tanto vale che sia stato l'assassinio della Madre, il suo più grande scopo di vendetta venuto a realizzarsi, a restituirgli quello che aveva perduto nella sua prigionia. Eppure, ora, non è più certo di esser a suo agio con amore, odio, tristezza, felicità e tutti gli annessi. Ma non può tornare indietro, non può di certo finir per distaccarsi da colei che ama e non può di certo lasciarsi soggiogare più del dovuto, non ci sono ne se ne ma che devono reggere in confronto al suo scopo, al suo obiettivo, al suo dovere in quel mondo come agente del caso, no, assottiglia dunque lo sguardo e quelle color del sangue vanno assumendo un tratto più deciso, basta cedere ai sentimenti, per quanto non sia in grado di gestirli tutt'ora come si deve, deve riprendere in mano se stesso e metter da parte quello che non sarebbe altro che un banale e minimo dubbio, andando a porre un tiro più lungo del solito da quella sigaretta, lasciando che poi il fumo venga liberato da un'espirar che lo costringe a scivolar fuori dalle narici, date le labbra serrate, così come la mandibola e le bianche perle nascoste che cozzano tra di loro in quel lieve digrignare <{ Esatto, è questo l'Itsuki che conosco. }> direbbe l'altor da dentro, mettendoci sempre il suo zampino, volendo tentar di soggiogarlo in quel suo concedergli di vivere e diventare chiunque egli voglia, a patto che venga rispettato il loro accordo, cercando sempre quindi di apportare minuscole correzioni con il proprio tono ed i suoi precisi modi di fare, maledettamente riconducibili ad Eiji stesso, quell'entità che da dentro gli parla e non lo abbandona quasi mai, plagiandolo e sostenendolo in questo raro momento di dubbio, senza poter mai risultar effettivamente solo, il Goryo, lì dove sarebbe proprio il suo cognome a venir proferito da una femmnile voce, che lo desta in quel suo ritrovar fermezza e determinazione, in quel suo allontanare pessimismo e malumore, sollevando quindi, con quel ridestarsi dal proprio introverso riflettere, il viso in direzione dell'ignara Hyuga < Ah, sei tu Fumie.. Sono giorni che non ci vediamo.. > direbbe lui con un tono che inizialmente pare distratto, ma poi si fa più languido e mellifluo, ricordando quel ritrovarla al ritorno dal compiersi della propria vendetta, dal soddisfare del proprio destino, quasi abbandonandosi nel vedere in lei un bocciolo malcelato di un male che potrebbe sbocciare, una neutralità propensa a rimaner nel mezzo, un qualcosa a cui basterebbe una lieve spinta, per allinearla da un lato o dall'altro, e di certo, la sua non sarebbe una spinta propensa al bene, anzi, tutt'altro < Dimmi.. Sei ancora intenta a rimaner nel mezzo...? Bene.. Male.. Cos'hai scelto in questi giorni che non ci siamo visti? > va dritto al sodo, domanda con indubbia curiosità in quel voltarsi verso di lei e andar con la spalla destra a poggiarsi al tronco dell'albero, continuando a regger la sigaretta entre la mancina rimane lì in tasca ai pantaloni, la gamba sinistra permane dritta a sorreggerlo mentre la destra si porta dietro all'altra, flettendosi per lasciar che sia solo la punta della scarpa destra a puntar a terra, piegandosi quanto basta per fornire il resto dell'appoggio, quasi sembrando uno di quei bulli divertiti che attendono solo che quel qualcuno, la preda di turno, faccia il passo falso tanto atteso per divertirsi, intento, quasi come se fosse una sfida personale, a vederla macchiarsi di peccato, a volerla veder versare sangue, conscio del di lei non esser priva di un malevolo velo, un'istinto represso, come quella sua stessa pulsione per il sangue che l'altra volta l'ha scosso in un brivido, intendo forse a veder il liquido rosso riflettersi nei suoi vacui e bianchi occhi, forse un simbolo di una purezza indomita, un qualcosa che vorrebbe vederlo intorbidirsi, macchiarsi delle tinte scure del male, quasi ritrovando una virgola di personale piacere, in quel voler instillare perfidia e malessere nell'animo altrui. { Ck on } La neutralità è un dono per pochi, lascia permanere sul filo dell'incertezza, fa impazzire chi incrocia il suo cammino poichè il Mondo è formato in schiere, bianco o nero, ripudiando dunque le molteplici sfumature che un'animo può assumere. Perchè mai limitarsi a perseguire una via quando, dinanzi alle situazioni, si può cambiar volto, adeguandosi affinchè la sopravvivenza s'eregga alla follia pura, stolti, ancora credere di potervi imporre sulle menti altrui? Leggero il sorriso sulle labbra, abbandona la timidezza per lasciar emergere l'arroganza di chi, dinanzi al Caos, non prova ne paura, ne godimento <Imaggino avrai avuto da fare, odiare tutti non è certamente uno dei mestieri più semplici> canzonatoria in quella sfida rilanciata come uno schiaffo morale, braccia che raggiungono il petto prospero, esso si rigonfia data la pressione esercitata dagli avambracci <non ti annoi?> che domanda sciocca. S'aspetta risposte come perdizione di anime, l'ammirar la vita spegnersi negli occhi delle vitteme, di ambire a cullarsi tra le urla disperate degli innocenti, tutti clichè ascoltati come una cassetta alla radio, in netta contrapposizione con le solite bagianate dei buonisti, dei devoti al popolo ed alla pace. Tacito è lo sbuffo sgattaiolato tramite le narici, lento è l'intercedere sinuoso che la lascerebbe raggiungere un tronco d'albero affinchè possa fronteggiarlo senza mai distogliere le bianche dalla sua figura, ennesima domanda pronta a far ruotar le orbite verso gli astri notturni <da quando un'indole si decide? E se fosse possibile...mi elargisci i criteri di valutazione?> un giorno ci si sveglia e si decide di combattere per una fazione? No, non può essere solo questo. Ognuno di loro, nello spirito, possiede una macchia che, in base all'esperienza passata, si ingrandisce affinchè possano poi divenir più nitidi, e non semplici sbavature di grafite su una superficie, tuttavia, qualora non vi fossero ricordi per un'amnesia che ha cancellato la sua esistenza, come dovrebbe essere considerato un foglio vuoto? <Ho avuto la possibilità di colloquiare con te, con i due Hokage...eppure in entrambi i casi ho denotato puro e semplice egoismo, utopie di sogni perverversi che non rispecchiano il volere collettivo> la loro visione, ognuna diversa dall'altra, da Itsuki, a Hitomu, a Furaya, ma gli ultimi due risultano essere assai diversi seppur combattenti sotto la stessa bandiera. Ed allora, si chiama bene e male oppure semplice egocentrismo? Cosa li differenzia se, in entrambi i casi, sono pronti ad ammazzare per i propri ideali trascinandosi dunque a pari livello? <tu non mi hai messo dinanzi ad un bivio, hai semplicemente sottolineato il tuo punto di vista che, a mio parere non è sbagliato o differente da chi osanna la Pace> non vi è il senso di Libertà assoluta, non s'accoglie l'arbitrio e la tolleranza, bramosia solo di potere nel plasmare il Pianeta a loro immagine e somiglianza. Che noia. [Bordo sentiero] S'accomoda dunque addosso a quell'albero, con la spalla destra a sostenerlo addosso alla corteccia, mentre l'avambraccio rimane sul ventre, un'angolo retto che va intersecandosi con il braccio sinistro che invece permane più ottuso a reggere la sigaretta più o meno all'altezza del viso, lasciando che sottili fili fumosi passino innnanzi ai lineamenti delicati e affusolati, mentre la ragazza và dunque canzonandolo in quel presumere quel suo considerarsi un profeta stesso del Caos un semplice ridursi a odiare tutti, quasi un capriccio, ignara del fatto che dopotutto, lei stessa potrebbe divertirsi più di quanto immagini nel suo poter dar retta ad un lato più cupo, oscuro, di lasciar che l'ammaliante canto del diavolo vada pizzicando le giuste corde dell'animo intonando una melodia che lentamente, nota dopo nota, renda tutto più meravigliosamente malvagio. Ma per lui vi è di più, uno scopo da perseguire, una causa alla quale dedicarsi, negli alleati assieme ai quali diffondere quell'ordinato Caos nella loro mente, una visione più grande e troppo remota dalle comprensioni della giovane Deshi, inconscia di quel che verrà, del destino che porterà il Crepuscolo a sollevarsi sulle terre Ninja, ancora aggrappata a quel restare di mezzo senza propendere particolarmente ne da un lato, ne dall'altro. Che noia. Ma prima, un lieve sbuffo che da seguito ad un vago ridacchiare pigro riguardo quel suo primo dire < Odiare tutti...? E che senso avrebbe? L'odio cieco consuma ed offusca la ragione. > il tono è secco e conciso, non dà molto spazio a quel su dire che tenta di cogliere del sarcasmo, una paio di lievi cenni di negazione, mentre la sigaretta vien portata alla labbra e gli occhi si socchiudono appena in quel sentirsi domandare se si annoia, ponendo un'espressione di sufficienza che lo porterebbe a sollevare le sopracciglia così come il labbro inferiore, un'espressione sì definita ma poco profonda, il minimo indispensabile proprio come ad intendere un che di noncurante, così in viso come nel tono < Ultimamente sì, sono giorni che non uccido o vedo soffrire nessuno.. L'ultima missione si è compiuta senza alcun spargimento di sangue, purtroppo. > e nel mentre che le parole scivolano fuori dalle labbra allo stesso modo il fumo andrebbe perdendosi verso l'alto, mentre lei prosegue con il suo avvicinarsi ad un albero non troppo distante, lui che la segue con le rosse senza scostarle dalle sue bianche, quasi soffermandosi potrebbe riflettersi in quelle perle chiare, questionando il Goryo < Mh? Suppongo saranno successi determinati eventi, avrai incontrato persone e cose simili... Ogni avvenimento nella vita può inclinare la bilancia, da un lato o dall'altro.. > e solleva appena le spalle assottigliando lo sguardo in quel vederla fregiarsi di quell'inutile domandare, quasi volesse mascherare la possibilità di dedicarsi ad un'ascoltare del proprio lato negativo con una falsa maschera di ignoranza. Non ha uno scopo, non ha alcun intento particolare, un motivo, qualcosa per la quale schierarsi e combattere? Preferisce rimanere nel mezzo? La cosa di certo non entusiasma il Moro che rimane in silenzio così come l'altra personalità dentro di lui, lasciando che la sigaretta vada continuando in quel lieve e lento consumarsi, con quella lieve brezza che concede quel minimo di combustione e smuove appena la coda d'ebano di Itsuki, che al sentire del nominare dei Kage della Foglia, non potrebbe far altro che concedersi un'espressione di scherno, forse anche un pizzico di sdegno, sentendo nominare due dei maggiori esponenti della pace conosciuti nelle terre Ninja, famosi per la loro indole propensa a mantenere un saldo equilibrio nel mondo < Tsk.. Hai incontrato i tiranni della pace e nemmeno verso di loro sei riuscita a trovare un qualsivoglia simpatizzare riguardo i loro ideali..? > il tono è misero così come l'aggettivo che riferirebbe a quella sua possibilità che ha avuto nel parlare con gli Hokage, quasi considerandola quasi sfortunata in quell'aver indubbiamente sentito boriose e speranzose parole di pace < Ora sei tu che hai aggiunto altra noia alla noia. > e con un che di deluso andrebbe voltandosi indietro, portando le spalle a poggiarsi sull'albero e le due braccia a divenir conserte tra di loro, con la sigaretta che continua a svettar tra indice e medio e gli occhi vermigli che si puntano verso il cielo perennemente offuscato di Kiri <{ Mh , Hokage, non penso ci sarei mai andato d'accordo. }> ed una gamba rimane un pò più piegata dell'altra distesa che mantiene il peso premuto sul tronco, mentre volgendo ora lo sguardo di lato e concedendo una variazione d'angolo di un paio di gradi anche al viso stesso, continua < Dunque tu preferisci la pace o l'ostilità? Parli di volere collettivo ma chi ti dice di sapere cosa provano le masse? > sono fandonie alle sue orecchie di chi non vuole prendere parte, di chi non ha avuto ancora abbastanza eventi nel corso della propria vita per dedicarsi ad un lato o da un'altr, le parole di qualcuno che non vuole prendere posizione, scansarsi dalle responsabilità delle proprie scelte e rimaner di mezzo. Quasi gli tocca, ad Itsuki, tentar di correggere quella pura neutralità, come a voler correggere un difetto che vede nella ragazza, magari considerabile errato in quel suo veder la cosa come un'errore, ma la sua indole non può far altro a riguardo. {ck on} L'oppressore è schiavo quanto l'oppresso, perchè chi priva gli altri della Libertà è prigioniero dell'odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono entrambi derubati della loro umanità. <Per me è sempre stato un mistero perchè gli uomini si sentano onorati quando impongono delle umiliazioni a propri simili> i leader che non agiscono facendo leva sul dialogo, ma insistono a imporre le loro decisioni, non guidano un popolo, lo manipolano. Essi non liberano, nè sono liberati, questo scatena la rabbia di chi si rifiuta di rispecchiarsi in un'utopia non comune per i propri occhi, come se tutti desiderassero davvero la Pace o il Caos, ecco, forse Lei fa parte di quella piccola cerchia di persone al quale, l'urticaria, li attanaglia dinanzi ad una scelta così idiota. Apatia è quella presentata sul volto Angelico, colorato da un lieve rossore sulle gote e la punta del naso, perchè mai ridursi a dover pendere da un lato, una creatura può racchiudere in se il bene ed il male, equilibrandoli affinchè dinanzi ad una situazione riesca ad attingere da entrambe senza mai sfociare in massacri <che senso ha veder soffrire qualcuno?> inarca un sopracciglio permanendo in quella posa statuaria, non ne comprende il senso, che giovamento riesce a donare all'animo la disperazione se non un cercare di colmare qualche vuoto del passato, un rivivere inconsciamente l'ingiustizia subita, lasciando che siano gli altri ad accusarla, non è forse un cane che si morde la coda? Si flettono le ginocchia lasciando ricader le natiche formose al suolo, distoglie lo sguardo da quello cremisi preferendo l'Astro serale offuscato dalla coltre di Nebbia <gli incontri possono mutare il proprio spirito certo...oppure confermare la presa di posizione nel non voler intraprendere nessuno dei due percorsi prestabiliti> c'è sempre un'altra via, non tutti sono incatenati. Sfarfallano le ciglia, incredula a ciò che le orecchie captano dalla bocca altrui <non devo simpatizzare il pensiero di nessuno, lo accolgo, lo accetto, ma non riesco a trovare una completezza che mi soddisfi> solleva le spalle con sufficienza, apri la mente, allarga i tuoi orizzonti Goryo oppure, vivi in solo quel quarto di mondo ignorando la complessità di un arcobaleno dalle mille sfaccettature <io non so cosa provano le masse, tuttavia, i portatori di Pace hanno la presunzione di sapere cosa sia meglio per loro. Al contrario, anche voi, in qualche modo, riuscite ad essere contraddittori con voi stessi> schiocca la lingua contro il palato, la scelta di non approfondire è conscia poichè diviene ora meditamonda a tal punto da zittirsi per svariati istanti, solo il frusciare delle fronde carezzate dal vento riuscirà ad interrompere tale frastuono di due individui che non riescono a comunicare, come se ci fosse un'interferenza pronta a disturbar la linea di una possibile connessione empatica. <Come ho già detto, io mi batterò per far assaporare a queste terre cosa sia la ribellione, i diversi pronti a ghermire le redini di un potere bramato da tutti ma incontrollabile se non si vive una completezza interiore> caparbio è lo sguardo ora rilanciato, dov'è finita la Femmina confusa che assaggiava il tuo sangue sul ponte? Eppure, nonostante tutto, ancora lo desidera [Bordo sentiero] Ognuno è schiavo del proprio obiettivo, sta semplicemente nel fatto di essere coscienti nella scelta del suddetto, è il risultar offuscato ed impreciso di quello della fanciulla che lo lascia indisposto < È un modo per imporsi sul prossimo. > giusto o sbagliato che sia, il più delle volte per lui è necessario e se a lei suonerà come un mistero, sarà il non averlo sperimentato in maniera estrema, il non poter comprendere fino in fondo l'ebrezza nel calpestare l'animo altrui tramite la sofferenza, lo strappargli i cari, i conflitti, i tradimenti. Non si tratta di rubare la merenda e fare un dispetto al compagno di Accademia, Fumie. Pigro è il polso che in quella lenta torsione avvicina dunque il filtro di cotone alle labbra, senza mai risultar scalfito dalle parole dell'altra, quasi come se stesse un libro privo di uno stile particolare, dalla rilegatura anonima, uno sforzarsi a volersi opporre al destino, come se in questo mondo ci fosse la possibilità di rimaner neutri in maniera permanente e che nessuno possa essere in grado di giudicare le nostre azioni giuste o sbagliate, visto che dopotutto, per quanto l'opinione personale conti è impossibile sfuggire a quella della gente. E se non ci si vuole schierare per prendere una posizione agli occhi degli altri, allora si è liberi di marcire in balia di un convincersi di non essere ne carne ne pesce, ne nero ne bianco, ne luce ne ombra, solo una via di mezzo, una banale e noiosa linea retta che non si distorce ne in una direzione e nemmeno nell'altra < Che senso ha vederlo gioire? > risponde a sua volta domandando, mentre il fumo vien lasciato spirare dal semplice esalar del respiro, andando a considerare il fatto che dopotutto a suo avviso, gioia e felicità non possono far altro che portare ad un mondo noioso, annegato nella pace, ed è compito di chi si definisce in grado di fregiarsi di un libero arbitrio, di elevarsi come soggiogatore, istigatore, distrutto, o persino un sabotatore; quello di mantenere vivi i tumulti, i dissapori e le discrepanze. Altrimenti, ah, che mondo noioso sarebbe. Alla fine, non avrebbe intenzione di alimentare la fiamma della sofferenza che già lambisce da sempre questo mondo, e convincerà chiunque tramite il dolore, se sarà necessario, per metter ad ardere qualcosa in più, in quel metaforico bruciare malvagio < Non era quello che intendevo, cerchi di analizzare un qualcosa che è insito in tutti gli esseri viventi, l'oscurità si cela nel profondo di ogni cuore, ma non puoi comprenderla appieno sino a quando non la sperimenti. > gli dice quando la vede appena in quel vago sgranar dei bianchi occhi, con le ciglia che sfarfallano in preda alla perplessità, mentre lui mantiene un'espressione piatta, lasciandola proseguire in quel parlar di presunzione e contraddizioni, il che è tutto un degno di rispetto ed a tratti potenzialmente condivisibile, ma non nel caso del Goryo, che finalmente potrebbe andar a concedersi un'accenno di ideale della ragazza, che sembra citar l'orgoglio di una ribellione, di un qualcosa di utopico che non sembra comunque entusiasmarlo più di tanto, dato un vago baluginio di un qualcosa che poteva sembrar interesse che fuma in fretta così come il fimo che vien aspirato e ricacciato fuori al tiro seguente al proprio dire, quasi in un sospiro in quel risultar vagamente annoiato nei confronti del dire della mora, per quanto rispetti i suoi pensieri, cosa potrebbe fare per convincerla a dipingere un qualcosa in più, sulla tela di questo mondo, con i colori del male? Forse deve dar tempo al tempo, è inutile forzare un qualcuno che pare voler comprendere senza però tentar di aprirsi ed abbracciare quella scintilla di male della quale il Chunin è convinto, così come è convinto dell'esistenza di quel barlume, insito nell'animo di chiunque < Haha.. Ribellione? ..Tu? E contro cosa vorresti ribellarti? E soprattutto.. Con quale forza? > e la guarda dall'alto in basso, per quanto possibile in quel percorrerla nella figura, senza vedere ne un coprifronte ne alcun segno di un particolare potere, di un detenere un qualcosa per cambiar le sorti secondo il proprio volere, mediante l'uso del potere presumendo che più che essere diventata una semplice Genin, non è che possa aver adempito a tanto in questi giorni, schernendola quasi con quel ridacchiar impossibile da esser trattenuto, continuando poi dopo il dire dell'altro da dentro <{ Potrebbe ribellarsi contro la vita così da ottenere una rapida morte, o insomma, questo mi pare sia il massimo, ad un ipotetico valutare delle sue capacità. }> ma magari si sbagliano, per quanto sarebbero lieti di farla vacillare da quel suo volersi porre contro forze sconosciute ancor prima di averle fronteggiate, nell'addossarsi una parola pesante, forse sin troppo per le spalle di un'allieva, come quella della ribellione. {ck on}
Giocata dal 07/05/2020 21:52 al 08/05/2020 02:17 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[Bordo Sentiero] [Bordo sentiero] Ognuno è schiavo del proprio obiettivo, sta semplicemente nel fatto di essere coscienti nella scelta del suddetto, è il risultar offuscato ed impreciso di quello della fanciulla che lo lascia indisposto < È un modo per imporsi sul prossimo. > giusto o sbagliato che sia, il più delle volte per lui è necessario e se a lei suonerà come un mistero, sarà il non averlo sperimentato in maniera estrema, il non poter comprendere fino in fondo l'ebrezza nel calpestare l'animo altrui tramite la sofferenza, lo strappargli i cari, i conflitti, i tradimenti. Non si tratta di rubare la merenda e fare un dispetto al compagno di Accademia, Fumie. Pigro è il polso che in quella lenta torsione avvicina dunque il filtro di cotone alle labbra, senza mai risultar scalfito dalle parole dell'altra, quasi come se stesse un libro privo di uno stile particolare, dalla rilegatura anonima, uno sforzarsi a volersi opporre al destino, come se in questo mondo ci fosse la possibilità di rimaner neutri in maniera permanente e che nessuno possa essere in grado di giudicare le nostre azioni giuste o sbagliate, visto che dopotutto, per quanto l'opinione personale conti è impossibile sfuggire a quella della gente. E se non ci si vuole schierare per prendere una posizione agli occhi degli altri, allora si è liberi di marcire in balia di un convincersi di non essere ne carne ne pesce, ne nero ne bianco, ne luce ne ombra, solo una via di mezzo, una banale e noiosa linea retta che non si distorce ne in una direzione e nemmeno nell'altra < Che senso ha vederlo gioire? > risponde a sua volta domandando, mentre il fumo vien lasciato spirare dal semplice esalar del respiro, andando a considerare il fatto che dopotutto a suo avviso, gioia e felicità non possono far altro che portare ad un mondo noioso, annegato nella pace, ed è compito di chi si definisce in grado di fregiarsi di un libero arbitrio, di elevarsi come soggiogatore, istigatore, distrutto, o persino un sabotatore; quello di mantenere vivi i tumulti, i dissapori e le discrepanze. Altrimenti, ah, che mondo noioso sarebbe. Alla fine, non avrebbe intenzione di alimentare la fiamma della sofferenza che già lambisce da sempre questo mondo, e convincerà chiunque tramite il dolore, se sarà necessario, per metter ad ardere qualcosa in più, in quel metaforico bruciare malvagio < Non era quello che intendevo, cerchi di analizzare un qualcosa che è insito in tutti gli esseri viventi, l'oscurità si cela nel profondo di ogni cuore, ma non puoi comprenderla appieno sino a quando non la sperimenti. > gli dice quando la vede appena in quel vago sgranar dei bianchi occhi, con le ciglia che sfarfallano in preda alla perplessità, mentre lui mantiene un'espressione piatta, lasciandola proseguire in quel parlar di presunzione e contraddizioni, il che è tutto un degno di rispetto ed a tratti potenzialmente condivisibile, ma non nel caso del Goryo, che finalmente potrebbe andar a concedersi un'accenno di ideale della ragazza, che sembra citar l'orgoglio di una ribellione, di un qualcosa di utopico che non sembra comunque entusiasmarlo più di tanto, dato un vago baluginio di un qualcosa che poteva sembrar interesse che fuma in fretta così come il fimo che vien aspirato e ricacciato fuori al tiro seguente al proprio dire, quasi in un sospiro in quel risultar vagamente annoiato nei confronti del dire della mora, per quanto rispetti i suoi pensieri, cosa potrebbe fare per convincerla a dipingere un qualcosa in più, sulla tela di questo mondo, con i colori del male? Forse deve dar tempo al tempo, è inutile forzare un qualcuno che pare voler comprendere senza però tentar di aprirsi ed abbracciare quella scintilla di male della quale il Chunin è convinto, così come è convinto dell'esistenza di quel barlume, insito nell'animo di chiunque < Haha.. Ribellione? ..Tu? E contro cosa vorresti ribellarti? E soprattutto.. Con quale forza? > e la guarda dall'alto in basso, per quanto possibile in quel percorrerla nella figura, senza vedere ne un coprifronte ne alcun segno di un particolare potere, di un detenere un qualcosa per cambiar le sorti secondo il proprio volere, mediante l'uso del potere presumendo che più che essere diventata una semplice Genin, non è che possa aver adempito a tanto in questi giorni, schernendola quasi con quel ridacchiar impossibile da esser trattenuto, continuando poi dopo il dire dell'altro da dentro <{ Potrebbe ribellarsi contro la vita così da ottenere una rapida morte, o insomma, questo mi pare sia il massimo, ad un ipotetico valutare delle sue capacità. }> ma magari si sbagliano, per quanto sarebbero lieti di farla vacillare da quel suo volersi porre contro forze sconosciute ancor prima di averle fronteggiate, nell'addossarsi una parola pesante come quella della ribellione, forse sin troppo per le spalle di un'allieva, {ck on} Iridi bianche che, lentamente, si sollevano verso il cielo notturno, ed è il silenzio che dona come risposta alle prime affermazioni di Itsuki, ignorando dunque di sana pianta quell'arroganza ricambiatole, perchè mai infastidirsi, in fin dei conti, questo è un mero scambio di ideali seppur non condivisi fino in fondo. E' vero, in ogni creatura sono presenti entrambi i cardini sul quale, il Mondo, s'è sempre diviso, cosa è il bene senza il male? Non si conoscerebbe la bellezza della pioggia senza prima aver provato sulla propria pelle quanto sia scottante l'aridità di un deserto, come si potrebbe godere della luce del sole se non si è passati prima tra le tenebre fredde e desolate. Ciò che non comprendono è quanto, in realtà, entrambi questi volti facciano parte di un'unica moneta, non importa quale strada sceglierai di percorrere, contribuirai nell'equilibrio sul quale s'eregge la Legge dell'esistenza, un'universo perfettamente bilanciato, un fascino che le farebbe accarezzar le labbra da un lieve sorriso, sapore dolce, enfatizzato dalla leggera brezza pronta a smuovere la folta chioma corvina, ondeggia come l'onda di un mare in procinto d'entrar nella tempesta. Inspira profondamente permettendo al fumo acre della sigaretta di attraversare i polmoni, mescolata alla purezza emanata dalle piante che, ora, li circondano <è la stessa domanda che mi hanno posto le tue controparti. Ciò che non comprendi, è quanto io accetti le vostre spiegazioni senza impormi sui vostri ideali> perchè un libro diverso dai soliti non può risultare interessante tanto quanto uno dalla copertina bianca o nera, il grigio con le sue sfumature permette la visione della completezza, nessuna voragine da colmare seppur, nell'animo, sita un'unica domanda rivolta al proprio passato, all'appartenenza nel quale è venuta in vita, nascosta da un'amnesia ingiustificata al momento, eppure, ne avverte il peso come un macigno nello stomaco. Lì, seduta ai piedi di un'albero, finalmente tornerebbe ad osservare l'uomo sito dinanzi a se, ne cattura ogni dettaglio, dall'espressione assente, alla sfrontatezza, ed infine, i cremisi nel quale si perse sul ponte, ancora riesce a ricordar il sapore del ferreo sangue altrui. Eccitante. Sublime. Non lo rinnega, lo accoglie metabolizzando quel sentimento che viene inglobato per costruir il suo futuro <nessuno potrà mai comprendere a pieno ciò che spinge le fazioni a schierarsi, tuttavia, ignoriamo quanto queste ci vengano sbattute in faccia ogni giorno...> mancina allungata verso i ciuffi d'erba <carnivori ed erbivori...ma ignoriamo l'esistenza degli onnivori, esseri che riescono a nutrirsi di entrambe le cose senza aver la necessità di minimizzare la propria dieta ed orientarla forzatamente da una parte o dall'altra> cosa c'è di male nel sentirti esattamente così, nell'accettare la rabbia e l'assassinio, la gioia e l'amore verso una persona. Ereggiti, apri la mente, allarga i tuoi orizzonti <Al momento non ho forza, hai ragione...> schiocca la lingua contro il palato coadiuviando il capo ripiegato lateralmente <ma chi dice che, per ora, io ne abbia bisogno?> e l'arto che torturava i ciuffi verdi verrebbe portato sul corpo sinuoso, dita pronte a tracciare un moto ascensionale che lascia sfiorar ogni curva femminile, non vi è malizia, bensì, un sottolineare i propri indumenti <nessun coprifronte...nessun segno che svetta affinchè tu possa catalogarmi come alleata o nemica. Non ti rende confuso?> sbattono le palpebre, una punta di sadismo in quel gioco mentale che mira a portar in confusione Goryo <potrei, in realtà, nascondere una potenza che potrebbe far saltare i tuoi interessi, oppure aver consolidato rapporti con piani decisamente più alti del mio apparente Denshi...o magari essere solo un'insetto insignificante pronto ad essere ancora plasmato> non soffermarti sulle apparenze, gli occhi si fermano davanti ai muri, il cuore li trapassa scovando finalmente ciò che si cela dietro una costrizione <Magari un giorno chissà...sarò proprio io a schiacciarti sotto la mia suola o a camminar al tuo fianco> mille sono le possibilità aperte, ed altre ancora si aprono dinanzi a chi non è legato alla moralità imposta da una società capitalista. Drizza le gambe per tornar eretta, si avvicina macinando la distanza, canino sprofondato nel labbro inferiore, così tanto da penetrar la carne e permettere ad un rivolo di liquido scarlatto di macchiar il mento fino a gocciolar al suolo. Bruciore ma, al tempo stesso, impulso di una perversione già presentata all'altro, come un'eco rindondate, arresta il passo a pochi centimetri di distanza, nuca tirata indietro quanto basta per sopperire alla differenza d'altezza, non noti in quel bianco quanti colori possano essere dipinti senza che questi di uniscano casualmente? [Bordo Sentiero] Arroganza, supremazia, sdegno, non è di suo interesse li preciso rivolgersi a lei, non ha intenzione di incaponirsi più di tanto nei confronti di chi si ostina a rimaner nel mezzo, le parole non servono a nulla e sembra gli scivolino addosso come se una grigia patina, quasi metaforicamente riconducibile alla nebbia, faccia da velo protettore all'animo di lei, che pare saldamente fisso nel mezzo, portando Itsuki quasi ad un desiderio personale, una sfida nel voler togliere quel fastidio nel non vederla propendere precisamente ne da una parte ne dall'altra, due facce di una stessa moneta, sì, ma lui vuole che lei scelga una delle due, anzi, intende passare alle azioni, se sarà necessario, pur di volgerla dalla parte del male < Non ti sei mai imposta perchè non hai mai avuto il motivo per farlo, è semplice. > e con quel cenno vago e confuso della mano che regge la sigaretta lascerebbe decadere la futilità della cosa lì in quel momento, continuando in quell'osservarla nei bianchi occhi, occhi vuoti ed inconfondibili che però rappresentano ancora un mistero per quanto riguardo Fumie. Lui è quasi indubbio del fatto che quegli occhi si rifanno alla famosa e tanto decantata innata del Byakugan, ma perchè lei sembra non accennarlo manco per sbaglio? Ignora il fatto della di lei amnesia, anche perchè potrebbe assecondarlo direttamente ad un qualcosa di spiacevole, ad un possibile punto a favore nel male, un riconfermare di avere un motivo per il quale esista quel suo tratto insito oscuro, visto che dopotutto, non si perde la memoria in seguito ad eventi felici, no? Ma tralasciamo, chiaramente non potendo il Goryo saper nulla a riguardo, la lascia proseguire mentre andrebbe nuovamente fumando dalle sigaretta per poi portare lo sguardo sul fumo che scorre verso l'alto uscendo come una massa vaporosa che si perde poco più sù < Se ti dessi uno scopo, se ti mettessi alla prova, credi di avere la forza per importi? O non ne saresti capace? > il tono è un tono di sfida, un qualcosa che suona come a volerla istigare, ad offrirgli una possibilità di dare un'assaggio al delizioso male, quasi sperando che non potrà più farne poi a meno, sempre se si dimostrerà all'altezza. Deve pensarci però, ora come ora non avrebbe in mente nulla di particolare, non gli và di improvvisare, metodico ed ossessionato da cose simili e dall'estetismo del Caos che potrebbe riversare in lei, andando a glissare riguardo le motivazioni che spingono gli uni e gli altri a prendere delle parti specifiche, assieme o contro , a lui non importa, finchè ci sarà fiducia tra di loro che porteranno la luce a calare, prospereranno forti, portatore di rivoluzionaria rovina, perseguendo il loro scopo. Una convinzione ferrea, inamovibile l'ardore che brucia già per i loro scopi, tanto che quasi nel pensarci in quei precisi momenti in cui lei tenterebbe di parlar di esseri in grado di porsi nel mezzo senza ripercussioni, non potrebbe far altro che voltarsi ed inclinare il capo, sgranando appena gli occhi, affascinato da quel dire riguardo il poter evitare di forzarsi da una parte o dall'altra, quasi incredulo del fatto che lei si ostenti di voler rimaner nel mezzo di quell'allinearsi < Sei troppo metodica, di certo ostinata, ma io voglio pormi da un lato specifico e seminar discordia, non c'è nulla di male nemmeno nel prendere una parte.. > e ritornando con il viso in avanti, poggia la testa all'albero mandando quindi le rosse a puntar la volta stellata coperta dal manto nebbioso, aggiungendo con un'ammaliante sospiro sognatore < Ti assicuro però, che il male è più affascinante. > e per quello che avranno intenzione di fare, per quel che verrà, non potrebbe di certo immaginare qualcosa di meno elettrizzante, un piccolo brivido nella schiena che andrebbe poi sfociando in quello che è un voltarsi di nuovo facendo perno sulla spalla destra, volgendosi nei confronti della Deshi quando và tentando di voler gettar confusione nella mente del Kagurakaza, ottenendo un'espressione inizialmente velata da un che di vago ed impreciso, mutando al seguito del suo discorrere con le parole in un'espressione divertita, incredulo di nuovo ma questa volta quasi al punto di aver sentito in dire sin troppo irrilevante, comico, tanto da porsi in maniera negativa con quella risata che segue dopo, portando la mano destra verso l'alto sulla fronte in quello scuotere appena la testa in cenno di diniego, per poi gettar indietro il capo e quindi lasciar che una sonora, perfida e schernente risata, andrebbe nei confronti di lei < Hahahaha! Ma non mi dire.! Hai fatto amicizia con un qualcuno della foglia nel tuo incontrare gli Hokage, ti sei fatta un'amichetto forte? Hahaha.. Oh ragazza.. > direbbe lui lasciando stare le corde vocali in quel malefico ridacchiar truculento, riportando un'espressione su di lei più maliziosa e ancora di sfida di prima, qualche istante precedente al di lei alzarsi < ..Arrivi tardi. > direbbe poi concludendo il dire in sospeso di poc'anzi, non facendogli intendere di preciso il suo dire, alludendo semplicemente a gruppetto di individui non propriamente raccomandabili che starebbero tirando su, giusto per voler essere sminuitivi a riguardo <{ È carina quando fà la voce grossa. }> direbbe Eiji da dentro, in quel ridacchiar appena ricevendo un mugolio d'assenso duplice tramite il loro legame mentale da parte del Chunin, che poi continua invece nei confronti della ragazza < Ma io preferisco l'esserino insignificante, ma un insetto è brutto, non ti si addice.. > onesto in quel riportar l'espressione appena più posata, senza voler risultar lungimirante con quel voler elargire un vago complimento, seppur quel velo di malizia e malessere non svanirebbe dal proprio viso < Non ti auguro la prima delle opzioni, ma se vuoi posso portarti a spasso a fare cose... indecenti. > e no, prima che andiate a pensare male il suo è un semplice e sarcastico dire rivolto a quella lei che si avvicina e si lascia sfuggire quella pressione sul labbro, in quella voler invitare in un qualche voler procacciare di sofferenza e male, che si tratti di ingannare qualcuno, portare un tradimento, uccidere qualcuno per un fine superiore utile al Caos... No, intende tutto meno che malizia, per quanto vorrebbe suonar suadente e tentare con il suo tono e con il suo preciso dire, lasciandola avvicinarsi, riflettendo le rosse in quelli vacui di lei < Quegli occhi hanno bisogno di macchiarsi di sangue. > e potrebbe vederli completi quasi in un leggero avvicinarsi, mai oltre ai centimetri di troppo, china appena il busto in quel voler riempire quasi con il riflesso grandangolare delle rubine sue, le perle di lei, quasi a voler tingerle appunto del rosso che decanta, un lieve filtro lucido. { Ck on } Ed ancora permane dinanzi all'altrui figura, ne ammira ogni dettaglio con modesto intereste, lingua che, famelica, raccoglie il rivolo di sangue colato sul labbro inferiore, carnoso, pulsante, come quella ferita che ancora non vuole rimarginarsi <può darsi... come potrei impormi se del mio passato non conosco nulla> rivela placida, alla stregua di un sussurro ammaliatore come la sua voce, talmente carezzevole che parrebbe una sirena che, con il suo canto, è pronta ad attrarre, lasciati dunque andare in quell'abbraccio che trascina nell'abisso di un mare più profondo di quelle chiare iridi che nasconodo una discendenza nobile. Un solo passo indietro viene effettuato affinchè, l'intero corpo, rotei per donar le spalle, esattamente come un predatore che non ha il timore d'esser attaccato, s'allontana lasciando danzar quelle anche Lussuriose, meravigliosi i glutei che si rigonfiano sotto quella veste dal pelo raso, dov'è l'innocenza che la sua bellezza esalta in quei lineamenti dolci, affusolati, giovanili quanto l'età dimostrata. Mani che accarezzano l'epidermide delle braccia avverse, tracciano ripetutamente percorsi con i soli polastrelli, riso che risale la gola, smorzato dallo schiocco contro il palato <cosa sarebbe, una specie di prova?> cranio rivolto in tralice verso di Lui, inarca un sopracciglio prima si sollevar le spalle con sufficenza <te l'ho detto che accetto entrambi i lati, se vuoi mostrarmi, sono ben lieta di apprendere il tuo punto di vista> non disdegna il Male, ma non è intenzionata perseguirlo, tuttavia, brama la comprenzione, la conoscenza di mondi ancora inesplorati. Quanto può essere dolce il Diavolo, sotto mentite spoglie, riesce a far della menzogna la più bella veste mai indossata <non critico il tuo voler scegliere una schiera...piuttosto sembri infastidito dalla mia pura neutralità> sorriso che lascia svelare il canino più lungo della norma umana, perfetto e scintillante, come se non esistesse nulla che riesca a deturpare un quadro apparentemente idilliaco. Scosta la lunga chioma lateralmente, inconsapevole di mostrar quel retro del collo sul quale si staglia una cicatrice rossiccia, come se, una lama, avesse scavato nella carne imprimendo per sempre un segno, ormai, indelebile <tutto è affascinante, dipende da come ti poni all'approccio> se ripudi non potrai mai scoprirne i vantaggi, Sango glielo ha insegnato, non è detto che chi ha peccato non possa risultare attraente. Non sembra scaturir emozioni l'atteggiamento mostratole da quel sottolineare le alleanze che, lentamente, iniziano a formarsi tra i vari componenti della foglia <amichetto? Può darsi...posso essere qualunque cosa per quanto mi riguarda...> come accennato precedentemente, potrebbe essere un'assassina, o una vittima, sarà divertente scoprirlo con l'avanzare inesorabile del tempo. Arrivar tardi, tentenna il capo <non è mai tardi per gli eterni> ed un'altro pensiero viene donato a Ryuuma, creatura della notte, un giorno assaporerà anche lei l'immortalità oppure, finirà tra i vermi sotto il terreno, il futuro non è mai certo. Tornano a specchiarsi le innevate, esse si macchiano di cremisi dinanzi a Itsuki, come uno specchio, cambiano in base a chi desidera immergersi all'interno, dall'azzurro oceano, alle fiamme dell'inferno [Bordo Sentiero] Una carta scoperta per uno, un'altra carta scoperta per l'altro, lei gli rivela dunque di non essere a conoscenza del proprio passato, di non aver forse un motivo per imporsi, per restituire al mondo la sofferenza che potrebbe o meno aver vissuto negli anni precedenti, concedendo dunque a Itsuki una vaga possibilità di poter comprendere quel non volersi sporgere da nessuno dei due lati, dopotutto, se non si hanno chiare nemmeno le proprie origini, se il proprio passato risulta offuscato, gli ideali sono più deboli de solito, privi di una particolare forma, sfuggenti ed imprecisi, evanescenti < Oh.. Scommetto che quando avrai modo di ricordare, sarà dolore, quello che riscoprirai... > una certezza, una scommessa velata che mette lì come un gingillo di poco conto al centro di un tavolo d'azzardo immaginario, concedendosi quell'ultimo tiro della sigaretta per poi lasciar che lo sguardo scenda a seguir quella sigaretta, che finisce a terra sollevando dei fili grigi dal mezzo di quei verdeggianti filamenti, finendo per venir soppresso dalla punta della scarpa destra poco dopo , portando ordunque le mani in tasca ai pantaloni rimanendo poggiato l'i all'albero, ristabilendosi poi dritto, facendo dondolare il capo un paio di volte a sinistra ed un'altro a testa, in un andar a sottolineare il suo dine, ne giusto ne sbagliato, seppur vorrebbe precisarlo con un tono più puntiglioso, conciso < Un'esperimento.. Ma vedremo a tempo debito. > dice volgendo lo sguardo di lato fissandolo in un punto a caso, come nel seguire quella questione che al momento svanisce, si defila e lascia spazio al successivo dire della presunta Hyuga, andando a parlare onestamente riguardo a quel suo palpabile infastidirsi < Esatto.. È come avere davanti un bel fiore: coglierlo egoisticamente e annegarlo nelle acque del male, o lasciarlo lì dov'è e concedergli il rischio di divenire ebbro dei benevoli raggi del sole? Mh.. > e lascia il dire al caso poi, così come la sua espressione che è vaga, seppur chiaramente in quel ritornar con le vermiglie sul viso della ragazza, non andrebbe a far intendere nulla di propenso ad eventuali pacifiche e bonarie contaminazioni, nei confronti del grigio fiore privo di sfumature ben più decise. Lo considerasse una sfida uno sfizio personale da togliersi, quello del Goryo, che vien appoggiato dall'altro all'interno <{ È una tela che si sprecherebbe quasi, nel non venir tinta dei colori del Caos. }> osservando quegli occhi assieme allo stesso Itsuki che gli risponde tramite la mente <{ Trovi anche tu, vero? }> un domandar retorico che concede quel rapido scambio di battute prima di tornar sul suo ovvio dire riguardo il fascino, non andando a soppesare più di tanto la questione, ridacchiando di nuovo in quel portar le braccia a farsi conserte, uno vago ghigno delicato si pone sul volto di lui, lo sguardo che si assottiglia come lame roventi delle fiamme del più buio e dimenticato antro del Naraka, andando nuovamente a minare quel suo accennar di prima, dannatamente ilare, spassoso < Eppure, non sei nessuno in grado di stupirmi.. Ma consolati, ti sto concedendo la possibilità di farlo. > non ora, no in questo preciso momento, vorrebbe orchestrare un qualcosa di più elaborato e preciso per lei, ma ancora non conosce abbastanza riguardo quella ragazza dal passato misterioso, enigmatica ma allo stesso tempo risoluta, volendo domandare, curioso < Chi avresti alle spalle, quale sarebbe il tuo asso nella manica, ora come ora? > pungola e stuzzica con quel tono che ha sempre un velo canzonatorio in quel constatare che se fosse stata più di una Deshi avrebbe anche potuto provare a stupirlo a livello pratico, ma non percepisce alcuna reale minaccia da parte della ragazza, tanto che starebbe concedendogli una virgola di quella possibilità a tempo indeterminato di stupirlo, aggiungendo poi con un fare che p come un constatare dell'ovvio, una risposta pronta che quasi non potrebbe trattenere, facendo quel misto classico di vago scuotere della testa misto ad uno scrollar delle spalle, come quando non ci sarebbe nient'altro da dire se non le parole che si considerano le più azzeccate in quel momento, come se scivolassero bollenti al pari della lava, tra le labbra < Il Caos è eterno. > sempre ci saranno tumulti, tradimenti, dissapori, ostilità, divergenze, incomprensioni, fraintendimenti, avidità e chi più ne ha più ne metta. Sempre esisteranno le infinite sfumature, le sottili lingue di fuoco che insieme compongono il rogo insormontabile del male e dello stesso Caos, l'uno la diretta conseguenza dell'altro, se orchestrati in maniera saggia e precisa, al cospetto di quelle luci che poi cedono il passo all'inevitabile notte, che silente porta consiglio e nelle ombre favorisce il sorgere dell'oscurità.{ Ck on } Solleva le spalle con sufficenza, inizia a sfumare l'interesse verso Itsuki, come se l'apatia del primo incontro li a Kiri si fosse dissipata nell'etere, un fumo di sigaretta così forte ed aspro all'inizio fino a sparir verso il cielo notturno <forse...> il dubbio si insinua nelle proprie membra, eppure, anestetizzato è quel cuore che, al momento, batte più forte alla sola presenza di Hitomu al suo fianco. Lo fronteggia adesso, ne ascolta le parole, tuttavia pare non gradire molto il continuo ribadir di concetti che non hanno ne capo e ne coda, s'avvicina ad un cespuglio, là dove un fiore sbuca tra le foglie per salutar la Luna <credi di poter avere il diritto di scegliere per la vita di un'altra creatura?> ammirarne semplicemente la bellezza e contemplarla è così scabroso? Perchè crucciarsi se coglierlo o meno quando, se esiste, vi sarà un motivo che equilibria l'universo stesso. Mancina allungata per accarezzarne i petali, schiocca la lingua contro il palato in segno di negazione <continui a dirmi che devo dimostrarti ed esaltare il mio asso nella manica. Da quando si elargiscono gratuitamente questi segni di riconoscimento?> lancia un'occhiata in tralice verso l'uomo ancora alle sue spalle, sospira profondamente rassettando l'abito <le mie erano solo ipotesi per sottolineare quanto, per te, io possa essere un'incognita che non andrebbe sottovalutata> ed ora la sfida viene rilanciata, uno schiaffo tramite il guanto che vorrebbe colpir la mente <tutto è eterno, non solo il caos> roteano le orbite, questo punto fisso nell'osannare una sola ed unica direzione, come se non fosse uguale a tutte le altre <esso non esisterebbe senza il bene> puntualizza, acida <un'incendio, senza nulla da bruciare, neanche esisterebbe> ne hai mai visto uno nel deserto? <perciò...come il dolore, la rabbia, il rancore, i tradimenti, esisteranno fino alla fine dei secoli, anche l'amore, la tenerezza, l'umiltà continueranno a divampare. Tutto nasce dall'umanità, se fossimo tutte bestie prive di intelletto, probabilmente neanche ci saremmo porsi questo bivio così...> inspira cercando una parola adatta da utilizzare <annichilante> spezza le gambe alla novità, alla sorpresa nel non comprendere le prossime mosse, uno mancato calcolo non vi inginocchierà all'altra fazione, non è una partita a scacchi, quella è più intellettuale, più soddisfacente. Proseguono i passi affinchè l'oscurità inizi ad inglobarla, un'allontanamento repentino affinchè il discorso giunga al termine <ci si vede, Goryo> ed è così che saluta, non un addio, un arrivederci che detterà le sorti dei suo destino [exit] [Bordo sentiero] Se inizierebbe a sfumare l'interesse di lei nei confronti del Chunin, a lui non importa, visto che la considera deludente e priva di una qualsivoglia intenzione di sforzarsi, annoiato ma allo stesso tempo quasi in dovere di persuadere quella neutralità boriosa, apparentemente spensierata, per volgere qualcun'altro tra le fila del male, una potenziale spia per il Crepuscolo che verrà, chi lo sà, fattostà che sei lei si sforzerà tanto in quel voler rimaner nel mezzo, se lei eviterà di affacciarsi con uno sguardo dedito alla comprensione, ostinandosi a mantenersi salda sui propri principi, allora non sarebbe tanto il vederlo come un fallimento, quantopiù una vera e propria perdita di tempo. Sospira, lo fà sonoramente dopo aver permesso ai polmoni di decomprimersi in quell'acculumar di ossigeno che risulta poi in quello sfociar seccato, come se lei, che si atteggia come una tanto in grado di comprendere e metabolizzare, ancora non ha effettivamente compreso la sua metodologia, il suo modo di fare, risultando come un disco rotto incapace di suonare melodie dalle note fornite dall'esperienza, dall'accrescimento personale, dal perseguire di un cammino imposto dalle proprie forze, risultando deluso da quella domanda misera < Se anche non lo avessi, me lo prenderei con la forza. > ovvio, scontato e senza volergli lasciar spazio per aggiungere ulteriori inutili finte comprensioni da parte sua, osservandola in quel avvicinarsi al fiore, quasi una diretta trasposizione della sua metafora, per poi volger invece lo sguardo terra, su una zolla d'erba non propriamente precisa, circondandola con le rosse fissando e non fissando allo stesso tempo quel punto a caso, sollevando le spalle con assoluta sufficienza, come a non denotare nessuna qualsivoglia stilla di impegno da parte di lei < Ti so dando la possibilità di renderti meno noiosa ai miei occhi, ma se non ti interessa, non starò di certo a pregarti.. > che gli dica o meno di quel qualcuno per il quale il di lei cuore batte, è indifferente, sarebbe stato indubbiamente interessante ma dopotutto, la mente tace e l'animo a priori si rifiuta di rivelar con tanta leggerezza i nomi dei cari a chiunque possa rivelarsi una minaccia, in questo gioco dove, in termini di esperienza ed un così detto sesto senso, volendo considerare quelli di entrambi, Itsuki non si sentirebbe mai sminuito, mai in carenza, considerando quel suo fare solo un gigantesco bluff, qualcosa che non regge, non attacca, troppo analitico e calcolatore per premettersi anche solo una virgola di dubbio nei confronti di eventuale pericolosità insita nella Deshi. Se poi lo raccontasse del loro incontro al biondo, quello sarebbe tutto un'altro dire, lì sì, che potrebbe divenire tutto più interessante. Dopotutto, un Kage, che lo sia o che fù, non è altro che l'ombra del Villaggio, rifacendosi al significato della parola in sè, e le ombre, si allungano a dismisura, sotto le luci del Crepuscolo, assottigliandosi sino a svanire. Ah, sembra tornato il solito di sempre, rincuorato dall'aver messo da parte quel presunto dubbio che lo attanaglia da un paio di giorni, almeno per ora, lasciandola proseguire riguardo all'esistenza di uno grazie all'altro, una naturale conseguenza, senza volersi sforzare più di tanto in quel voler tentare di farle comprendere un'affresco sin troppo distopico e distante da un suo concepire l'utopia che diverrà realtà, ignara, dal basso della sua incoscienza < Basta permettere al male di prevalere in maniera nettamente maggiore, non deve semplicemente proliferare ma.. Come tu stessa hai detto, deve annichilire. > scostandosi dunque dall'albero in quel sospingersi per rimettersi dritto, con lo sguardo spento e ridotto a lame che non hanno visto il barlume di sangue da loro sperato, un'accenno di oscurità tremolo che non vuol essere imbracciato, compreso, assaporato, ritrovandosi quasi costretto in quel diniegar convinto con la testa che si scuote in entrambe le direzioni, lentamente e con poco vigore, la coda dondola dietro di lui, mentre lei saluta e lui solleva dunque il mento in un distante cenno giusto abbozzato < Sempre che a furia di diventar noiosa, non svanirai ai miei occhi. > aggiunge quel semplice dire per poi voltarsi, non considerando il parlar con lei una perdita di tempo, tutt'altro, volendo piuttosto ritornar nella tenda a cercar conforto tra le braccia della sua Dea, a lasciarsi cogliere ancora da quel barlume di dubbio personale, abbandonando l'incontro di Fumie al passato, in attesa di un nuovo possibile incontro, in un futuro tentativo di sconvolgerla, di farla cedere, di dimostrargli che, dopotutto, aveva ragione lui, sin dall'inizio. {End}