Confronti
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Giocata del 05/05/2020 dalle 21:44 alle 23:25 nella chat "Quartiere Povero"
E' in mezzo alla nebbia e a quella sensazione di fallimento che lo ha avvolto per quasi tutta la giornata che continua a pensare a dove poterla trovare. Quale tipo di persona chiede di ottenere delle informazioni e poi sparisce? Non la cercherà per sempre, al termine di questa sera, Mat è intenzionato a rinunciare alla voglia di trovarla, abbandonando pure la possibilità di riprovare quella sensazione di calore... Solo il pensiero dona un altro brivido che percorre rapido la schiena del ragazzo, più di quanto abbia fatto quel giorno il bacio sul collo. Se la foresta non è un luogo frequentato dalla donna, non può che essere un posto malfamato, ove anche soggetti alquanto pericolosi non si fanno problemi a mostrarsi per quello che sono. L'ennesima pazzia, sconsigliata a gran voce dall'istinto di sopravvivenza, che l'ha sempre definita una pessima idea... Ma chi ascolta quella voce in tempi di guerra? Forse qualcuno di furbo. Gli stivali alti del ragazzo sono sporchi di fango e melma, stringono i pantaloni a metà stinco, un paio di pantaloni di un colore blu, adatti a compiere qual si voglia movimento, senza rischiare che si strappino. Sulla parte superiore del corpo si trova una felpa nera, munita di cerniera chiusa fino all'ultimo dente; nella mano destra è stretto un quadernetto in cui sono presenti gli appunti presi per lo studio delle tecniche e le conoscenze necessarie a divenire, un giorno, shinobi. Come funziona la mente di una donna quasi instabile? Non si potrebbe dire, dato che per l'appunto adesso si trova quasi inconsapevole nello stesso loco dove ha avuto il primo incontro con Akendo. Un ricordo dolce amaro, di amore passione ma anche molto dolore. Ritorna li ad assaporare il passato, non è che sia stato un ricordo tanto lontano, un mese e poco più da quando si son incontrati..e le loro strade hanno preso un senso comune e diverso insieme. Come era potuto nascere tutto dalla morte? Dalla sua anima quasi distrutta nelle fiamme dell'inferno stesso? Non lo sa..ma il fatto che si trovi li fa comprendere lei come quel loco sia veramente importante. Il cuore stesso batte veloce , le gote leggermente rosee mentre avanza tra quelle viuzze quasi conosciute. Quella sera, lontana dall'accampamento indossa nuovamente le sue vesti, quelle del riduko sannin, il mantello lungo e nero con quelle nuvole di rosso sangue a proteggerla quasi. Lo stesso colore dei capelli, in quanto la notte adesso rende il loro colore più scuro . Avanza, le iridi azzurro verdi che procedono sul loco ad analizzare quello che succede e successe, e anche il locale non sarebbe poi tanto lontano. Il puledro impennato, lo vedrebbe in lontananza, una catapecchia illuminata che sta per crollare su se stessa alla fine, ma prima di vedere e pensare anche solo di andare verso essa, una figura conosciuta ne attira lo sguardo. < oh > sospira e quasi sorride, ricorda ancora il loro primissimo incontro, ma ancora sa che l'altro non sia genin, in quanto special jonin ha molta più visione dei nuovi. Il corpo si muoverebbe silente, accompagnata dalla cappa di morte che porta, cercando di mettersi a 3 metri da lui < vedo che sei ancora vivo > sussurra languida e infida, che bello potersi divertire in quel modo < non è posto questo per chi non sa difendersi > quasi riderebbe, la voce come un campanello di cento voci angeliche, i suoi modi Ishiba che si fanno sentire e vedere, nei modi, nei movimenti ma non nel vestiario. [chakra on][vesti akatsuki] Gli occhi ambrati non vanno in cerca della figura a lui interessata, sicuro che nel caso fosse lei a venirli in contro. Man mano che avanza tenta di fissarsi nella mente alcune pareti, alcune porte e oggetti vari che incontra lungo il cammino per poter avere dei punti di riferimento per il futuro ritorno in direzione dell'accampamento. Una voce, femminile, familiare, ma non quella ricercata, raggiunge le orecchie del ragazzo, obbligandolo a voltare repentino lo sguardo in suo favore: è uno stolto o un folle, ma fino a un certo limite. Gli occhi ambrati studiarono la figura femminile, partendo dal basso, ma riscontrando a malapena delle vesti già viste in qualcuno dei suoi libri, ma ignaro su quali effettivamente siano. Vesti già viste, ma dove? "Non ho trovato una morte abbastanza divertente." Risponde schietta, scrollando le spalle mentre china il capo verso la propria sinistra, rilasciando cadere i capelli nella stessa direzione. "Vi sono vantaggi nel sembrare tanto indifeso, se non mostri paura alle minacce inizi a sembrare anche più pericoloso di chi ti aggredisce." Tenta lui di spiegarsi, ruotando sul tallone sinistro per voltare l'intero corpo in favore della rossa. "Ma con te non funzionerebbe. Sai bene che è un semplice bluff." Ricorda bene la ragazza, è stata proprio lei a spiegargli come impastare il chakra qualche settimana prima, sulla spiaggia in una strana giornata priva di nebbia, a differenza di questa sera. Ne ascolta le parole, quella notte è lui ad esser sua preda e un sorrisetto quasi folle spunterebbe sul volto quasi angelico. Per quanto possa esser angelico il viso di un demonio. Il corpo che si piegherebbe in avanti, il baricentro spostato per portarsi avanti, i sandali neri da ninja che spingerebbe lei e il corpo verso la sua figura al massimo della propria velocità. Proverebbe a portarsi verso di lui, davanti, per poi piegarsi e prenderlo con entrambe le braccia sulla vita, se concesso eh. Ma da li proverebbe con lui avvolto tra le braccia a spiccare un salto verso il tetto dietro di lui. Gli arti che si piegano di più avendo il peso altrui addosso, ma dopo questo cercherebbe di spiccare un salto di 5 metri col suo corpo in braccio per atterrare elegante sul tetto vicino. Li lo lascerebbe andare. < si che è un bluff > riderebbe adesso di quelle parole < ma dunque > andrebbe a sistemarsi i ciuffi di capelli che calano lievi sul volto < cosa fai qua, Maatyse ?> ricorderebbe il suo nome e come l'altro abbia avuto la sua prima lezione con lei < e soprattutto com'è che ancora non sei un genin a tutti gli effetti. Almeno per provare a difenderti, ti basterebbero le lezioni dell'accademia? > forse il primo che incontra a non esser veramente felice di morire come tutti gli altri, pezzi di carne mandati a morire nelle missioni e in una guerra più grande di loro < avrei potuto ucciderti io..> rimembra forse il loro primo incontro? < o magari qualcun altro in questo loco tetro > i tetti delle case spioventi che ormai non sono altro che catapecchie in vita, trame di una Kiri povera e orrida. < come può un villaggio intero permettere tanta povertà?> direbbe adesso , alta nel suo fare, mentre osserva quello che ha intorno con sguardo critico..quasi dolorante..i ricordi che prendon piede nella propria mente e vi si perde dentro, sembrando tanto lontana dal loco in cui starebbero. [chakra on] Non ha tempo di reagire, e anche se lo avesse non la bloccherebbe. "Lo s-" La presa della rossa lo rapisce, regalandogli quella sensazione dell'aria che si infrange sulla schiena e che gli scompiglia i capelli, con un semplice balzo. Gli occhi ambrati vengono nascosti, rapidamente e istintivamente, a tutte quelle informazioni che la sua mente non può gestire. E' solo quando non sente più l'aria colpire il suo corpo che riapre gli occhi, ritrovandosi sul tetto insieme alla rossa. Cosa che non pare turbarlo più di tanto. "Lo so bene che è un bluff." Risponde con tono più alto, quasi ringhiando quando finalmente riesce a fare qualche passo indietro, sopra quel tetto. "sto cercando una ragazza. Medusa, o così a detto di chiamarsi." Forse non dovrebbe esporsi tanto, non sa quale relazione possano avere le due e se fossero rivali potrebbe costargli la vita... Ma il fatto che alla spiaggia lei non lo abbia fatto fuori, gli infonde particolare fiducia, almeno in lei. Cosa che ha provato con pochi. "Le lezioni dell'accademia? Far pensare a qualcuno che ci siano quattro me o potermi trasformare nella loro madre non mi difenderà." Forse un po' troppo crudo in quella risposta, solleva la mano destra per passarla fra i capelli spettinati, nel tentativo di darvi una mezza forma, tirandoli indietro. "Mi avresti già potuto uccidere due volte. Contando solo gli incontri. Poi ci sarebbe ogni istante in cui parliamo ma... penso sia scontato no?" Gli occhi ambrati vanno a studiare il volto della rossa, per strada aveva preso un'espressione alquanto interessante, è un peccato non questa sia già sparita. Lo sguardo della donna pare poi perdersi, mentre la domanda che gli pone è alquanto teorica, di carattere politico... un argomento delicato. "Non lo so." E' secco nel rispondere, voltando lo sguardo nella stessa direzione di lei. "Personalmente aspiro a sapere anche questo. Come può un essere vivente lasciarne morire un altro?" Scrolla appena le spalle, come per far cadere della polvere da queste. "Però è nella razza umana. Nasciamo e uccidiamo fin quando non siamo noi a morire. C'è chi sostiene sia l'ignoranza a creare la guerra e la violenza. Io penso sia la voglia di mantenere delle classi economiche tanto separate da impedire a chi è veramente meritevole di occupare una posizione per favorire chi vuole solo cibarsi di questa." Gli occhi tornano a rivoltarsi verso la donna, questa pare troppo pensierosa al giovane che decide di sollevare la mano sinistra per schioccare più volte le dita. "Hey? Mat chiama rossa omicida. Uccidimi omicida." Lo trasporta senza problemi alla fine, smollandolo in modo poco delicato sul suo posto. Lo ascolta adesso dopo il proprio dire < Medusa...Doku?> riconosce il nome, lo conosce bene, dato che era la donna che ha visto indossare quelle vesti che lei stessa porta < si la conosco, ma l'ho incontrata una sola volta.. perchè la stai cercando? > le iridi che si portano sul suo volto per leggerne le espressioni. < uh questo è vero, sembro come qualcuna che voglia uccidere soltanto > si farebbe beffe di lui mostrando quel sorriso strambo, malato, quasi sadico. Un sorrisetto che non va via adesso . Nemmeno quando l'altro va a parlare, va a esprimere quasi il suo stesso dubbio, e allora andrebbe a star zitta per un tempo che sembra quasi eterno, e solo prima di andar a prender parola andrebbe a sospirare < non è la prima volta > gli occhi che vanno a seguire i profili delle case diroccate< ho visto paesi lasciare dietro di se terra bruciata. Uomini, donne, bambini morti per le strade. Le mie mani e i miei piedi hanno calpestato quel sangue mentre cercavo di vivere ancora, un altro giorno mi dicevo > oh com'è triste quel ricordo, tanti da portare i suoi occhi a chiudersi al mondo, il corpo che viene controllato solo dalle emozioni adesso < come può un villaggio inglobarne un altro? Lasciando che i suoi frutti muoiano, che le sue tradizioni vengano tranciate quasi di netto? Eppure.. > le iridi che lente andrebbero di nuovo a palesarsi sul volto del Kanishiro , dritte e quasi fredde < è nella natura voler sottomettere l'altro, volersi impossessare di qualcosa di non proprio.. voler cancellare quasi il passato > discorsi i propri che probabilmente non verrebbero compresi al meglio dal giovane < ma ci sono stati. Non sai quanto sangue che versa sulle mie mani, quanti amori io abbia perso e le loro vite sono state strappate a questo mondo < è l'avidità adesso a muovere i kage > pronuncia la sua sentenza adesso prima di esser riportata a lui da quello schiocco e da quelle parole. Un moto dentro le si erge, quasi di rabbia e furia, ma il volto rimane impassibile prima di sollevarsi in un sorriso demoniaco < rossa ...omicida?> sussurra avvicinandosi a lui e se fosse concesso molto vicino a lui, tanto che i seni impatterebbero sul suo petto. Sono alti quasi allo stesso modo, solo il ragazzo recupera qualche centimetro < non prendermi mai e dico mai per una lurida omicida di terza classe > la destra che proverebbe a poggiarsi sul suo collo < non permetterti mai più a dire qualcosa del genre > non lei, non colei che desidera ricreare qualcosa invece di distruggerla, colei che crede nella vita dei propri abitanti, quasi se già fosse pronta a divenire un kage. Gli occhi ormai non si staccano da lui, pericolosi e felini in quel modo di fare. [chakra on][vesti akatsuki] E così il rischio è divenuto più probabile, la rossa pare conoscere la ragazza velenosa, ma non pare avere intenzioni offensive in suo favore, o forse non li ha verso di lui, ancora quella ragazza non è chiara agli occhi ambrati di Mat, che va a cercarne sempre una chiave di lettura. "Mi ha chiesto delle informazioni. E poi, mi ha donato una sensazione..." La mano mancina viene sollevata, portata sulla base del proprio collo, in ricordo di ove era stato vittima del veleno. "...E vorrei provarla di nuovo." Forse troppo generico, non gli importa cosa la rossa possa pensare sull'accaduto, se lo chiedesse avrebbe risposte più approfondite. "Non intendo que-..." Si blocca alla risposta che le sta porgendo, osservando quella sua espressione omicida, la stessa avuta per strada... lo sta prendendo in giro? Forse vuole solo incuterli paura, si vede che anche non ha compreso a pieno il giovane. "Mi piaci con quel sorriso sai? Non che tu sia una brutta ragazza in generale, ma ogni volta che lo fai mi incuriosisci sempre di più." Risponde a quella beffa con un ampio sorriso, non è ironico nella risposta, ma sicuramente usa una tonalità di voce vivace quanto alta, segnale di chi non ha problemi a nascondere una, comoda, verità. L'argomento politico rimane il più delicato, la rossa non ha torto, capita spesso di macchiarsi le mani di sangue. Ma loro non possono smettere, non sono loro a poter fermare quel vortice di violenza e di guerra. O almeno non per la loro epoca. Chi vive oggi, può cambiare il domani, gli studi del ragazzo, come il sangue versato dalla Ishiba, avranno conseguenze a breve termine, minime, ma a lungo raggio lasceranno segni molto più grandi nella storia. Come può una nazione inghiottirne una altra e distruggerne le usanze, i costumi e la storia? Non dovrebbe... Mat, per quanto possa mantenere la conversazione accesa, è deciso a sviare discorso, non far ricordare alla rossa il sangue che ha versato o per lo meno non farla sentirla sbagliata per questo. E' rapida e in un istante il ragazzo si trova con la sua mano al collo. "E' questa la differenza fra te un omicida di terza categoria." Prende un profondo respiro, non è facile non mostrarsi terrorizzati, ma ogni minuto passato in vita con lei è un briciolo di coraggio in più. "Il fatto che io sia vivo. Su un tetto, con te, a parlare di politica. Già questo non ti rende tale." Prova a deglutire della saliva, sorreggendo lo sguardo della rossa. "Te hai paura di affezionarti a qualcuno, non è vero?" Non sa neanche lui da dove trova il coraggio di chiederglielo nonostante lei abbia preso un atteggiamento tanto aggressivo, anche se per motivi comprensibili. "Sembra che tu voglia terrorizzare il prossimo per non rischiare di legartici." Non sa effettivamente se la sua supposizione è corretta o meno, ma non può far altro che esporre il suo dubbio per poi porgerle un lieve sorriso. "Non è così? Dimmi se ho sbagliato, potrei prenderla come lezione. Me se avessi azzeccato..." Non lo sa. Può solo supporre. "...Potrei diventare un osso duro da cacciare in tal caso. Te, come Medusa, rischiate di essere delle calamite naturali."
Giocata dal 16/05/2020 21:12 al 17/05/2020 00:28 nella chat "Quartiere Povero"
Strano che quel nome si ripresenti alla donna dopo qualche mese dal loro ultimo incontro, da allora non l'ha più vista, i passi delle due che hanno preso direzioni completamente diverse senza mai farle incontrare di nuovo. Chissà se avverrà nuovamente? < una sensazione? > curiosa di quel dire, il ragazzo dopotutto non sembra molto normale, beh , non che anche lei stessa lo sia con la sua stramba abitudine di spaventare giovani ragazzi. Che poi, perchè incontra sempre ragazzi? Una bella donzella no? Ma la risposta altrui la prende in contro piede, quel sorriso strano che le sente tirare il volto in quel modo molto poco ishiba, che possa davvero piacere a qualcuno < tu > inizia a dire la propria opinione ma all'improvviso si ferma dal dire quel che desiderava < niente > come commentare oltre quel suo dire tanto strano? Il ragazzo ha qualche rotella fuori posto evidentemente, ma chi è lei per farglielo notare. E poi ovviamente oltre al discorso sulla politica che verrebbe semplicemente lasciato cadere, si ritorna sul nomignolo che le ha affibbiato. Rossa Omicida. Per quello avrebbe potuto ucciderlo, il tic all'occhio destro che torna potente in quel momento di nervoso , forse prenderlo a sberle potrebbe essere la giusta punizione, ma prima che possa in effetti trascendere nella sua forma finale, le parole altrui bastano a calmarla. In contro piede. Alcuno che prima di lui abbia saputo pronunciare parole esatte come quelle, alcuno che sia riuscito a comprenderla in quel modo . Il corpo rigido si volta leggermente spostando le proprie iridi verso la notte che li circonda , un sospiro viene lasciato uscire da quelle labbra morbide < sei un buon osservatore > ammette alla fine spostando di nuovo lo sguardo su di lui < non sono un omicida, non prendermi mai per tale. Che io segua la mia condotta è una cosa totalmente diversa > non uccide per il gusto di farlo , ma solo perchè deve farlo < i legami sono terribili , diventano il tuo punto debole in qualsiasi momento. Meno legami hai, più puoi andare avanti . Nessuno che cercherà di fermarti e nessuno che possa usarli contro di te > come potrebbe andare avanti con la paura di poter perdere o peggio, sacrificare persone a cui si è legata? Il suo unico legame è solo col sannin, con la certezza che alcuno avrebbe mai potuto torcergli un capello, ma gli altri? E' partita tranciando proprio il legame con l'Akimichi proprio per quel terrore < un osso duro da cacciare? > il sopracciglio che si solleva immediatamente a sentire quello che sta dicendo, un altro che voglia affezionarsi a lei < oh kami aiutatelo per favore > un invocazione verso coloro che regnano quel mondo < cosa ti sfugge nel comprendere che sono pericolosa come presenza, e che se tu mi stessi vicino potresti lasciarci la pelle? > oh, non ammette che in effetti potrebbe perdere la pelle proprio per mano sua, ritiene che questa non sia necessaria. Un pericolo è pur sempre un pericolo, per se stessa e per gli altri < o sei per caso un masochista? > le iridi tornano su di lui quasi furenti, lo prenderebbe volentieri a schiaffi ma per il momento rimane ferma, attendendo le sue future parole. [chakra on][vesti akatsuki] "Una sensazione." Ripete, non intenzionato a rivelarle la vera motivazione per cui nella sua testa ha spazio per ben poche persone, di cui solo una non le ha causato male fisico. Ritiene che Sango e Medusa abbiano molto in comune, nonostante la seconda abbia palesato la sua carenza di pazienza e l'essere una ragazza dal veleno facile, mentre la prima, la donna dai capelli rossi e il sorriso ammaliante, sembra essere più complessa da stuzzicare, quanto più sveglia. "io?" Chiede incuriosito da quella sua affermazione bloccata sul nascere. "Parla coraggio. Non essere timida." Forse gli puzza la vita a quel giovane, che continua intento a stuzzicarla. La verità delle persone si rivela nel momento in cui la loro tolleranza ha raggiunto il limite, è il miglior momento per conoscere più su di loro. Ed ecco, finalmente, la risposta che cerca. Ha compreso qualcosa veramente di quella donna, non si è trattato di una stupida ed errata supposizione. Le parole di lei sono alquanto chiare: parla di un freno, un punto debole e non ha torto. Un caro è qualcuno che può essere preso di mira per ferirci. Ma vi sono altre varianti. "E se così fosse? Se fossimo carissimi amici, e qualcuno mi strappasse la vita per farvi un torto... Quante possibilità avrebbe di sopravvivere alla tua furia? O se tu avessi la possibilità di salvarmi? Una su cento. Quanto ti impegneresti per non fallire? Con quanta forza e precisione colpiresti? Sempre ipotizzando un forte legame affettivo eh!" E' un esempio quello che Mat tenterebbe di fare, anche se in maniera un poco confusa. "Diventa una lama a doppio taglio. Perché riusciresti a dare il massimo sapendo loro a casa e al sicuro. Ma se fossero in pericolo, non esisterebbe limite in grado di contenerti." Gli occhi ambrati la osservano mentre si volta, concedendo il suo sguardo a quel paesaggio che di positivo ha ben poco. "Quale sarebbe la tua soluzione." Esce completamente dall'argomento, riprendendo il carattere politico, ma in maniera più strategica. "Hai in mente un piano per porre fine alla guerra e rimediare per queste persone? O combatti per una fazione sperando di portare a casa la pelle?" Ha completamente ignorato la domanda della rossa, rivelare il suo masochismo così a gratis non sarebbe producente per lui. Rischierebbe solo di prendere qualche schiaffo e perdere la testa per averne altri. Deve cercare di mantenere una certa compostezza. La domanda viene posta ma non che abbia un reale significato, almeno per la rossa. Giustamente l'altro non continua, che siano affari suoi dopotutto è innegabile e lei non è così curiosa da indagare di più, semmai sarà lui a confessarle se lo desidera < oh beh nulla che penso tu non sappia già, sei strano > il sentire uscire quelle parole con la propria voce pone però l'accento su se stessa, dopotutto cosa definisce come normalità? Un pensiero come un altro che verrebbe scacciato via velocemente, più attenta adesso al dire altrui. Lo ascolta adesso silente, le spalle che lentamente calano verso il basso in un tentativo di rilassarle maggiormente , ma non riesce a non prestare attenzione al dire del konohano stesso. Non è così facile stuzzicarla non conoscendo i suoi punti deboli, dovrà metterci più impegno il bianco < vedi, se così fosse non mi fermerebbe nessuno, darei tutto pur di salvarti la vita > ammette con calma disarmante < ma se allo stesso tempo tu come amico potessi morire e alla fine il tuo corpo finisse tra le mie braccia senza vita, quello sarebbe solo altro dolore e rabbia. Non sono sicura di poterti proteggere da tutto quello che c'è in questo mondo, a fatica riesco a proteggere me stessa > una cosa alquanto logica potrebbe sembrare agli occhi altrui. Dopotutto se si perde qualcuno di veramente importante il dolore e la sofferenza sono una conseguenza di quel legame. E lei stessa è a conoscenza dei propri limiti, se pensa solo a Yukio stesso comprende il divario che vi è tra i due < eppure io non riuscirei ad odiare nessun altro se non me stessa > è li la differenza, lei non combatte, non vive per il dolore verso il mondo o la rabbia stessa < vivo solo per espiare un peccato che mi macchia l'anima, qualcuno è morto per causa mia capisci? So già quello che si prova e me lo porto dietro ogni giorno con me, qui > la mano destra che esce da quel mantello nero, bianca e longilinea a toccarsi con il proprio indice il centro dello sterno < alcune volte sembra una voragine, altre volte un masso. Ma in entrambi i casi ogni peso che aggiungo mi fa scendere sempre più giù > una metafora che usa , forse incomprensibile alle orecchie altrui, ma alla fine del suo cammino non vede altro che l'Ade stesso e i pesi che si porterà addosso in quel momento la faranno sprofondare nel girone più basso di tutti . Il cambio di argomento le fa girare leggermente la testa ma riesce a recuperare il filo del discorso altrui < oh > il sorriso che si ripresenta di nuovo su quel volto < ne l'una ne l'altra direi > non combatte per quelle infime cose, troppo inutili ai propri occhi < io combatto per costruire qualcosa di grande mio caro > la lingua che esce ad umettare le labbra per qualche secondo < e combatto per un singolo sogno su cui ho puntato tutta quanta la mia esistenza > il corpo che si muove lentamente in modo da fargli comprendere le proprie intenzioni. Proverebbe a portarsi vicino al giovane, petto contro petto, i volti nemmeno troppo distanti tra loro data l'altezza che li separa solo di qualche centimetro < e tu per cosa combatti? > un sussurro languido e infimo, di quella sua arte che utilizza con maestria, come una tigre che fa le fusa . [chakra on][vesti akatsuki] Già non la biasimava prima e le parole successiva, che escono dalle labbra della Ishiba, sono solo la conferma di quel suo pensiero. Alla donna piace giocare alla piccola sadica, ma ha un cuore recintato, finalizzato a difendere se stesso. Mat pensa però che questa recinzione le farà da limite, che si costruirà un muro invalicabile per se stessa, impedendole di migliorare. Ma non la biasima. E' un rischio che non lei non vuole correre, quello di perdere altri cari, ma è difficile tenere le persone lontane da se, soprattutto quando incontra soggetti come lui. Tanto legati al dolore da esser disposti a fare da scudo. Sango partla di sensi di colpa, un dolore che gli prende il petto e la fa affondare, portandola sempre più giù. Che sia il senso di fallimento? Non riesce a capirlo bene, ma comprende una parte di quel dolore, non perché provata, ma riesce come a ipotizzarla. Il pensiero lo obbliga a rivolgere lo sguardo verso i propri piedi, accennando poi ad una lieve risata prima che i denti possano afferrare il labbro inferiore, per stringerlo con forza, tanta da arrivare a procurarsi un lieve taglio. "Non si vive per espiare i propri peccati. Penso sia più corretto rimediare, correggendo la propria via." La donna si volta e le si avvicina, ed è quel gesto che gli fa sollevare ancora il viso, osservandola mentre va a posare il suo petto contro il proprio. La differenza di altezza non è poi tanta, e i loro visi sono anche fin troppo vicini per il giovane, che però non pare intenzionato a cedere e ad allontanarsi. "Io? Io combatto per sapere. Voglio sapere ben tanto da non dover più combattere." Pare quasi un controsenso, ma per il giovane ha un senso ben chiaro. Saper tante di quelle cose, da non aver difficoltà nel saper gestire i problemi, trovando soluzioni pacifiche e adatte per tutti. Ma per scoprire quelle soluzioni, deve sapere cosa porta alle liti e alla guerra. "E do per scontato che la mia vita continuerà con questa guerra. Non mi dispiacerebbe però che le generazioni future possano farne a meno." Ed ecco una risposta più classica, pacifista quanto noiosa. "Quindi... Quale sarebbe il tuo sogno?" Mat è un tipo particolare, masochista e testardo, amante di libri ha un forte cadenza strategica e politica... Magari non è semplice da capire, ma con le parole giuste sarebbe possibile assicurarsi la sua fedeltà ed avere qualche consiglio o piano utile per la guerra... Forse ha letto troppi libri per essere un semplice allievo. Il proprio dire così sincero che qualche volta vorrebbe solo tagliarsi la lingua e non parlare mai più. Il dolore sempre li, pronto a riaffiorare quando meno se l'aspetta, mordendo e distruggendo quello che la compone, eppure è ancora in piedi dopotutto. Una solitudine forzata la propria con la consapevolezza di quello che verrebbe a perdere nuovamente . Le parole altrui arrivano pure, riuscendo in qualche modo ad arrivarle al petto. Le ascolta quasi rapita, ma non riesce ad uscire da quel recinto che si è costruita intorno < forse ti darei ragione se non avessi vissuto così tanto nel dolore > un sorriso sprezzante che viene mostrato infine < io vivo per espiare la mia colpa ed è quello che mi porta avanti > se non avesse avuto quello la propria vita sarebbe stata infinitamente vuota. Con quei giochi di potere intrecciati, con il suo patto con il seiun per cominciare, colui che l'ha spinta al sacrificio per poterne rinascere più forte, o quello con l'hasukage stesso , nel proprio desiderio di metter le proprie dita dietro un clan e dietro ad un intero paese. I petti che si incontrano, l'altro potrà sentire la morbidezza del proprio corpo di donna sul suo, i visi vicini ad invader il suo spazio personale < tanto da non dover più combattere > sussurra le parole di nuovo, gustandosele e cercandone un significato intrinseco . Cosa ci potrebbe esser oltre al combattere? Tante cose, troppe cose per riuscire a pensarle tutte insieme in quel momento ,< possano farne a meno? > una lieve risata che sfugge dalle labbra < un utopia bella e buona > il corpo che si stacca lentamente dal suo per metter giusto qualche centimetro di distanza tra di loro < se tu volessi cancellare le guerre allora dovresti cancellare tutti i ninja e l'utilizzo del chakra in primis. Siamo noi la forza dei paesi, coloro che riescono a far pendere l'ago della bilancia da una parte o dall'altra > una verità assoluta. Senza i ninja i paesi non avrebbero avuto quel potere che oggi hanno < e anche in quel caso ci sarebbe sempre un altro modo per poter muovere guerra . Ci saranno sempre guerre in questo mondo finchè esisterà > un ultimo sospiro adesso prima che le palpebre calino lasciando fuori il resto del mondo. Il volto che si solleva e l'aria fresca notturna a lambire la sua pelle < finchè esisteremo tutti noi che ricordiamo sarà sempre così > le iridi che lentamente si mostrano di nuovo al mondo esterno < il mio sogno? > ripete , il cuore che batte sempre più veloce, il calore, un fuoco che le si accende dentro l'animo incendiandola < è riportare in vita un paese ormai morto > sorride di quel sogno, tutto per poterlo realizzare , per riportare Ame alla bellezza di un tempo e il loro nome infine riecheggiare nuovamente in tutte le terre ninja conosciute e con loro anche il proprio. Colei che vi sarebbe riuscita. < sei consapevole che dovrai sacrificare tanto per questo tuo volere? > si riporta a lui, a vederlo in viso, a coglierne espressioni e mutamenti < consapevole che quello che ti si verrà chiesto sarà il massimo sacrificio? > un serpente in quel dire fuoriesce verso di lui, spiragli che la donna cerca di mettergli nel cuore e nell'animo a morderlo e farlo sanguinare, e per quanto siano vere e realistiche, forse l'altro non sarà ancora in grado di comprenderlo. [chakra on][vesti akatsuki] Non ha come ribattere al dire della rossa. Non conosce il suo passato e può solo immaginare il suo dolore, di conseguenza non ha modo di risponderle, di sostenere maggiormente la propria tesi. Sango pare aver capito però cosa intenda, rimanendo sulle sue però per suoi, sicuramente validi, motivi. Poi la donna riprende le sue parole, che non ne abbia trovato un senso? No, perché poi parla di utopia, di come il mondo ninja sia votato alla guerra proprio per l'esistenza dei ninja stessi. Ma per lui è sbagliato. I ninja sono solo come grano su una bilancia, a decidere ove posare il grano, per tenere la bilancia in equilibrio o meno, sono i superiori, quelli che hanno dichiarato guerra. "Non penso sia così" Esclama lui, senza alcun tipo di problema. "Tutto è una reazione a catena di una scelta sbagliata." Ecco una rapida spiegazione. "I ninja, i soldati, non esistono per la guerra, ma per la pace. E' chi comanda che decide se deve esserci o meno la guerra, no? Dando inizio ad un cerchio di odio che è difficile da fermare. Un ninja di Konoha, ne uccide uno di Kiri. La famiglia di questo va in cerca di vendetta, che causa un altra vendetta.. e così via, fin quando uno dei due paesi non ha altro da fare che soccombere e accettare la dominanza dell'altro." Ecco cos'è per lui la guerra. Un'anello di vendetta e odio, che si alimenta da sola. Iniziata da un ordine. "Ogni battaglia chiama la seconda. Un cerchio di odio nato per un motivo al popolo sconosciuto. Com'è iniziata la guerra? Per quale motivo?" Chiede ora alla rossa, intenzionato ad avere una risposta che, nel caso non giunga, verrebbe presa come esempio. "Io non prometto fedeltà al mio paese. Non prometterò fedeltà a nessuno. Sarò a disposizione di chi si mostrerà intenzionato a porre fine alla guerra con meno morti possibili. Senza apparire oppressore del popolo conquistato." Non è intenzionato a svelare la propria idea, quella tattica che ha conquistato la sua mente e gli permette di avere una visione particolare di quella guerra. Forse in grado anche di interromperla e porne fine.. O forse sarà semplicemente spargimento inutile di sangue. E' consapevole di dover sacrificare tanto per quella pace? Si, sa che il rischio è grosso, ma per ora da perdere ha poco. "Non volendo promettere fedeltà ad un paese, avrò da sacrificare ben poco." Ascolta le parole, la convinzione che egli gli mette nel pronunciarle ma non vi si trova in accordo, non completamente almeno < anche io desidero che il sangue del mio villaggio non scenda più a coltivare questa terra > ecco dov'è sorta anche la potenza di Kusa, da sopra le macerie di Ame. Ma questa è una storia che ben pochi riescono a rammentare già nei clan, figurarsi in altri paesi lontani. Sembra esser l'unica a portarne il peso del ricordo doloroso < quello che dici può sembrare corretto, quella è una vendetta. Ma ci sono giochi di potere dietro che vanno oltre i semplici omicidi di una persona, di una famiglia o di un intero clan > la voce che si abbassa, una melodia che si spande nell'aria per raggiungere le orecchie altrui < questa guerra che stiamo combattendo, questo falso dio che stiamo cercando di fermare, si basa su noi shinobi > nessuna ferita inferta, nessuna guerra mossa da vendetta , solo un pazzo che vuole riprendere ciò che crede sia sua < se le nostre abilità non fossero arrivate tanto lontano allora non sarebbero arrivati fino a quel punto lontano, anzi . < sta cercando di riprendersi tutto il potere che gli abbiamo portato via, o almeno, questo è ciò che dice lui > sbuffa lievemente, in effetti potrebbe credere o meno a quelle parole e nulla cambierebbe ugualmente per la loro condizione < il nostro stesso potere è un danno a tutti gli effetti, e più questo è grande, più viene desiderato da altri > oh se solo Akendo avesse messo a disposizione il proprio immenso potere , la propria figura al fianco di un solo e unico villaggio, chissà che guerra che si verrebbe a scatenare . Un potere tanto antico e superiore da destare gli sguardi e il desiderio in altri uomini. < il possesso, l'avidità son quello che fanno si che le guerre possano andare avanti ogni giorno eppure questo mondo non riesce a risollevarsi senza delle figure di spicco che possano portare alto il nome che portiamo sui nostri copri fronte > nonostante anche l'alleanza formata, il legame non è che forzato da poteri superiori. Stanno combattendo una guerra non loro, qualcosa che va oltre il loro puro desiderio. Eppure qualcuno riesce a tirarsene fuori in un modo o in un altro, deve ricordarsi di ringraziare Yukio per quel gesto, per non farla ancora combattere e seguire i propri desideri < ma non lasciarti fermare. Non permettere a nessuno di decidere per te.. e sbagli. Dietro ogni decisione che prenderai ci sarà una conseguenza, un sacrificio da fare > non aggiunge altro, non rivela come il massimo sacrificio sia la propria vita a offerta di un sogno. < non sarò di certo io a fermarti e chiederlo di fare. Sarebbe terribilmente egoistico da parte mia. Dopotutto sono solo una ninja che cerca di portare in vita i morti > una frase ambigua senz'altro, che rivela molto e poco allo stesso tempo. A lui adesso la parola su quello che desidera fare, mentre ella non farebbe altro che stare li, di fronte a lui, a osservarlo in tutti i suoi mutamenti. [chakra on][vesti akatsuki] Molto probabilmente è stato lui a spiegarsi male, poiché le parole della donna, almeno inizialmente, seguono quello che è il suo ragionamento, per lo meno mentale. Non inizia tutto con la vendetta, ma è questa a portare avanti la guerra. Tutto va avanti a causa di una scelta dei superiori, dei più grandi che vogliono qualcosa ma sacrificano vite che non dovrebbero essere in loro possesso. Mat però non controbatte, non è intenzionato a correggere il tiro, sistemare quel problema di incomprensione. Poi vi sono cose che non ha sentito, di cui nessuno gli ha parlato. Una divinità che vuole riavere qualcosa che proclama suo? E allora perché i paesi combattono tra loro piuttosto che unirsi? C'è qualcosa che manca. Forse non è ancora giunto il momento di cercare una possibile fazione da aiutare. Non solo è acerbo lui come shinobi, ancora con poca esperienza e poche capacità, ma in particolare vi sono cose che non gli sono state dette. Scegliere una fazione prima ancora di diventare genin gli darebbe un tragitto, avrebbe modo di crearsi un percorso immaginario per ottimizzare la propria strategia. Ma così è un suicidio. Rischierebbe di dover cambiare fazione prima ancora di aver la possibilità di difendersi. Troppo pericoloso anche per lui. "ogni mia scelta avrà delle conseguenze. Ma non solo su di me." Risponde schietto, dopo aver fatto svanire il proprio sorriso dal volto. Ora è il piede destro a muoversi, portando lentamente la figura del ragazzo dai capelli bianchi verso quello che è il bordo di quel tetto su cui la donna lo ha trasportato come se fosse uno stupido bagaglio. "Forse non ci sono morti a cui sono legato..." E già questa non è una completa verità. Legato troppo alla scomparsa della madre, di cui il clan è ancora un mistero per lui, cosa che non gli va giù. "...O forse ho la testa troppo puntata a caricare tutto su di me. Io sarò lo scudo dei miei cari, a costo della vita. E proverò ad essere la falce di chi si metterà in mezzo ai miei piedi." Si, forse è troppo ottimista visto i suoi precedenti. "Le mie scelte saranno finalizzate a un numero minimo di morti. O almeno il tentativo sarà quello." Con che coraggio sta parlando? Sta dando per scontato di avere la forza per farcela... Ma forse dentro di se sa che è un grande errore, che potrebbe morire da un giorno con l'altro. Ma sembra convinto. Sicuro di poter fare veramente qualcosa. Le parole che le giungono ormai son sempre meno, la notte che prende posto nei loro cuori, nei loro ricordi e dolori. Ecco cosa compone uno shinobi, una storia dietro le spalle che possa portarlo avanti e una strada che si dirama in milioni di possibilità. Eppure ognuno di loro ha la possibilità di intraprendere anche quella più difficile e contorta, ma che donerà la vita più splendente di tutti. Una concessione a chi riesce forse a mettersi di fronte a se stesso e affrontarsi, affrontare i propri dolori e farli propri . < uno scudo > ripete tranquilla, una parola che comprende e non comprende al contempo. L'unica volta in cui ebbe uno scudo fu Ren, morto subito dopo. Da li in poi la sua strada non si era più unita con quella di un altra persona, nessuna che sia stata fatta avanzare tanto da poterle toccare l'anima, forse solo uno vi stava riuscendo ma questa è tutta un altra storia < per quanto non desideri legami non significa che sono priva di sentimenti alcuno > mormora tranquillamente , non che sia un accusa la propria < dunque che i tuoi cari non muoiano mai e che tu non possa provare il dolore della tua anima che si strappa > ecco cosa lo attenderebbe altrimenti. Una vita spaccata, la sua figura non più definita ma fatta in pezzi e per quanti pezzi possa raccogliere non sarà mai completo < è stato ..bello incontrarti > la voce che ritorna seria adesso mentre il sorriso da stronza sadica ricompare sul proprio volto < adesso però devo andare e tu ..dovrai scendere da questa casa da solo > una prima prova per lui che potrebbe fare in un attimo come lei, oppure impiegarci delle ore. Ma ciò non le importa, divertita dalla possibilità di averlo bloccato li su per chissà quanto . < il nostro è un arrivederci > un ultimo sorriso prima di sparire dalla sua vista, velocissima mentre salta sui tetti delle case per proseguire verso una via e una strada lontani dal Kanishiro. [end] Per il giovane è meglio morire per difendere i propri cari che sopravvivere e vivere senza. E' un pensiero alquanto egoistico, ma che per lo meno funziona. Mat annuisce con il capo alle parole della rossa. Si, uno scudo. "Mai detto che tu sia senza sentimenti. Anzi, mi pare di averne sentito qualcuno, no?" Volta ora appena lo sguardo verso la figura della rossa, facendo sorgere ancora un mezzo sorriso sul proprio volto, che verrebbe posto a lei. "Che tu riesca a riportare in vita i morti e che non debba più subire perdite." E' un augurio, come quello che ha fatto lei, consapevole però sono entrambi poco probabili. Rimangono in tempo di guerra. "E' stato bello rivedere quel tuo sorriso, spero di incontrarlo di nuovo." Ammette mentre rotea usando il tallone destro come perno, ruotando in senso antiorario. "E donna." La richiama con quel nome tanto generico. "Se ti vedrò in difficoltà, avrai la responsabilità di tenermi in vita, dopo che avrò incassato qualche colpo al posto tuo." Non sa come andrebbe la cosa. Quel suo folle amore per il dolore spesso gli spegne il cervello, trasformandolo in un altra persona... Se qualcuno gli volesse bene la sopra, probabilmente questa sorta di trasformazione potrebbe salvargli la vita prima che abbia veramente bisogno di lei. Ma se una shinobi come lei fosse messa in difficoltà, quante possibilità potrebbe avere lui? Ora gli occhi ambrati si posano verso la fine del tetto. "Bene. Mi inventerò qualcosa. A presto!" La saluta sicuro di riuscire a ingegnarsi per tornare in strada. "Spero..." Sussurra quell'ultima parola, scuotendo appena il capo prima di accennare ad una risata [End]