Preludio
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Giocata dal 04/05/2020 21:14 al 05/05/2020 02:07 nella chat "Luogo Sconosciuto"
[->Tenda Fufu] Ha finalmente preso una decisione, ha capito cosa vuole fare e cosa è giusto che faccia ed è per questo motivo che si sta dirigendo verso la tenda dell’Hokage. Non ha mai avuto il piacere e l’onore di incontrarla dal vivo, ciò che sai su di lei dipende strettamente dalla fama che la donna ha eppure nonostante l’importanza del momento, nonostante la solennità che dovrebbe comportare incontrare il decimo lui non è per nulla agitato o in tensione, anzi è una serata come tante altre, il solo aver preso una decisione gli basta per placare gli animi e muoversi con passo disinvolto verso quella tenda. Si è preparato al meglio, come d’altro fa tutti i giorni ed ha preso la saggia decisione di non fumare sigarette nel lasso di tempo da quando si è cambiato a quando sarà finito tutto per la sola ragione di non presentarsi tutto puzzolente, anzi è profumato di pulito al momento. Per quanto non voglia mai darlo a vedere fa attenzione ai dettagli ed è per questo che il suo corpo ha un odore fresco, come la brezza di montagna, leggero eppure riconoscibile ed apprezzabile, nulla che possa urtare l’olfatto altrui. I capelli bianchi sono stati raccolti in un codino dietro alla nuca, tipico dei samurai come lui, cura le apparenze persino andando a far cadere solo un paio di ciuffi chiari intorno al volto così da andare ad incorniciarlo e farlo apparire magro e affilato, gli zigomi ben delineati e al contempo non eccessivi. Avanza fiero e distinto con quei suoi occhi azzurri e che si muovono quel tanto che basta per non inciampare e rischiare di sporcarsi. Giunto in prossimità della tenda arresta la camminata, non ha davanti una porta a cui bussare cosa che lo mette inizialmente in difficoltà, tace quindi qualche secondo prima di alzare lo sguardo davanti a lui, sul candore dell’ingresso <Judai è permesso?> il tono di voce è delicato, maschile certo ma non per questo troppo profondo, un seduttore diventato tale solo grazie alla genetica eppure il suo modo di parlare è studiato, vuole piacere alle persone, soprattutto in questi casi. Il Chunin in caso di risposta affermativa si limiterebbe ad alzare la candida mano destra e scostare il tessuto così da poter iniziare ad entrare. Un passo viene portato rivelandosi finalmente alla sua interlocutrice, un Hakama di un colore blu scuro sulle gambe, la cintura è ben stretta in vita e ad essa è attaccata la katana dalla fodera nera nel cui legno è stato inciso un dragone. Linee semplici le sue eppure eleganti, quella gonna-pantalone tipica stretta intorno alle caviglie e larga sulle gambe esalta la sua figura longilinea e ben allenata, non più un bambino più Akimichi che altro. Sopra a quei pantaloni indossa un Haori chiaro, panna più che bianco anche se è difficile poterlo definire con quell’oscurità notturna o le luci artificiali, sicuramente si comprende come è stata lasciata morbida e per questo appena aperta a poter mostrare, per occhi curiosi e allenati, il petto con i muscoli ben definiti <Saneatsu Koshirae al suo servizio> si presenta appena tutta la figura è entrata all’interno del luogo, nel farlo le braccia vanno ad irrigidirsi lungo i fianchi e poi si abbassa in avanti, la schiena resta ritta, le spalle serrate, muove la parte superiore come un blocco unico, tende i muscoli. China quindi anche il capo aspettando ad osservarla per ora, così impone l’etichetta che gli hanno insegnato sin da piccolo, che poi decida arbitrariamente quando usarla sono altri discorsi. Ad ogni modo per ora si presenta come un samurai ben educato, i cui valori sono stati inculcati con potenza nella mente, nulla suggerisce l’ombra di quel carattere forgiato dai bulli Conoscete quelle giornate infinite, dove il lavoro vi sommerge e vi impone di restare anche ben oltre l'orario consentito? Ecco. Questa è la vita dell'Hokage. Non ha ancora avuto il benestare per poter buttarsi sul futon assieme ad un polletto geloso, per cui è seduta ancor dietro la scrivania con delle scartoffie davanti. La maggior parte d'esse sono resoconti delle missioni passate, cosicché possa analizzarle e valutarle attentamente. Finché non viene interrotta, quantomeno, riesce spesso a lavorare piuttosto alacremente. Sono mansioni che svolgeva anche quand'era semplicemente una Consigliera. Eppure sembrano passati anni, lunghi anni. Indossa uno yukata corto di color nero, avente il simbolo del Clan posto dietro la schiena, in grigio, ben visibile. Sul pettorale sinistro, vi è in piccolo il simbolo cremisi della Foglia. È stretto in vita da una fascia grigiastra, la quale sostiene e stringe l'abito per evitare che si apra. Le maniche sono larghe, punterellate da petali rosei che emulano quelli dei ciliegi in fiore. Dabbasso, vi è un paio di sandali Ninja scuri collegati a degli schinieri metallici che giungono sin sotto le rispettive ginocchia. Al fianco mancino, inserite tra la fascia che tiene chiuso l'abito, vi son le due katane dalle quali si separa difficilmente. Attorno alla coscia mancina, v'è una tasca porta kunai e shuriken con degli oggetti non dissimili; sul gluteo dal lato opposto, infine, v'è posta una tasca porta oggetti con altrettanti tonici, fuda ed altri aggeggi possibilmente utili nella vita di tutti i giorni. Il collo è circondato da una fascia rossa ed una collana con il ciondolo del clan Uchiha. Tutto nella norma. Coprifronte tra i capelli chiari, i quali sciolti le adornano il pallido viso e si poggiano delicatamente sulle spalle. Ha un sottile filo di trucco, da brava donnina qual è diventata e le varie cicatrici non sono visibili, se non una piccola ed infima sulla coscia. Allo stesso modo, anche eventuali tatuaggi sono nascosti dalle larghe maniche e dal resto del tessuto che ne copre l'esile ma atletico fisico. Due guardie all'ingresso scrutano il figuro che avanza nei pressi della tenda della donna. "Dovrebbe depositare le armi", gli rivolge atono una delle due, aspettando che gli venga data qualsiasi arma in suo possesso. Ammesso lo faccia, ovvio. Nel frattempo, dall'interno, la Nara s'è ovviamente resa conto dell'arrivo del bell'imbusto -fortuna vuole che non abbia un sigillo dell'empatia con qualcuno- che scruta con rinnovato interesse. Sicuramente, le scartoffie non hanno più una valenza adesso, aspetteranno ben volentieri. <Oh, un Koshirae. Deduco che chiederti di lasciare l'arma sia opinabile.> La Capo Clan, infatti, fece di tutto, al loro incontro, pur di trascinarsela dietro. Rivolge un cenno d'assenso alle due guardie cosicché egli possa entrare nella tenda della donna che, invero, si rivela essere modesta. Scaffali smontabili in legno sulla sinistra con rotoli e tomi di vario genere, una scrivania centrale dove ella siede con due sedie poste innanzi per permettere ai visitatori di sedersi. Una tendina chiude il retro della tenda dov'è solita... beh, dormire. <Cosa posso fare per te?> Gli indica una sedia, cheta. [Chakra ON] [Tenda Fufu] Fortuna che qualcuno ha deciso di intercedere per lui, dovrebbe domandarsi cosa ha combinato la sua capoclan ma evita di farlo, non sarebbe carino ridere così di qualcuno di cui non dovrebbe assolutamente mettere in dubbio autorità o serietà. Osserva il simpatico figuro che lo vorrebbe disarmato ma non vuole rivelarsi minaccioso, solo rialzar il busto così da smetterla con quell’inchino e a lui dedica uno solo sguardo pieno di dignitoso orgoglio. Le parole dell’Hokage fortunatamente giungono a sedare quella che sarebbe stata una bella guerra di teste dure. Il volto ora andrebbe a direzionarsi verso la visione della donna, celestiale non c’è che dire e per quanto una parte di lui vorrebbe ammaliarla con il suo fascino, illuderla e poi abbandonarla sa perfettamente quanto poco saggio sia farlo con quella precisa donna. Sorride gentile in sua direzione <vi ringrazio> riconoscente il tono e lo sguardo chiaro che vanno in direzione di Furaya mentre supera anche le guardie, come a voler ringraziare anche loro per quel avergli permesso di varcare la soglia. Un paio di passi all’interno del luogo prima di fermarsi ad una consona distanza dalla scrivania della donna, lontano per poter cogliere cosa davvero ci sia scritto sulle scartoffie e troppo concentrato per condersi l’errore di far indugiare gli occhi sulle cosce della donna o sul suo seno, da bravo ragazzo fissa il volto della donna, seppur senza volerle mancare di rispetto e quindi senza cercare in maniera diretta lo sguardo d’ella pur restando a tiro il suo, non evita né si fissa, sceglie la pratica e decisamente più faticosa via di mezzo <sono qui per comunicarle la mia intenzione di recarmi a Konoha> va subito al dunque, immagina non sia saggio farle perdere tempo <credo di poter essere più utile al villaggio lì ed è mia precisa intenzione dimostrarle che può contare sui membri del mio clan> e con queste parole nuovamente andrebbe ad irrigidire il busto per permettersi un piccolo inchino, questa volta piega la schiena di circa quarantacinque gradi, non di più non trattandosi di un saluto ufficiale e formare. Durante questo atto di dimostrazione d’onore e cortesia le gambe vengono avvicinate, le braccia lasciate lunghe e rigide accanto a suo corpo, le mani aperte, non c’è muscolo che non stia tendendo e controllando in quel gesto. Fulmineo si muove, dimostrando l’abilità in simili situazioni, il volto ora nuovamente serio, gli occhi però rimangono estremamente accesi, pieni di vita e di un desiderio così lontano da non essere facile da identificare, potrebbe essere sia il volersi far valere difendendo Konoha così come il semplice volersi far qualcuno Gli occhi azzurri della Nara son ormai prede del ragazzo appena giunto. Gli permette -per rispetto, avendo avuto a che fare con la Capo Clan altrui- di accedere con la spada. Vige comunque pur sempre la regola di non farne uso là dentro se non in situazioni eccezionali. Chiaramente, ciò sarebbe un suicidio per chiunque provasse a minacciare la donna, contando la presenza delle due guardie all'esterno della tenda. Ammesso poi si riesca a competere con la forza di chi si cerca d'affrontare. Ma queste sono soltanto possibili avvenimenti, niente di veramente certo e che, per questo motivo, devono essere lasciate in disparte, in un angolo inutilizzate. Sorpresa dalla sua ammissione, lascia che lo sguardo scivoli sui lineamenti del viso altrui e scenda pian piano, prima di risalire nuovamente. <Sono contenta di sentirti dire queste parole, Saneatsu.> Lo chiama per nome, che carina. Il fascino del ragazzo è invidiabile, senza dubbio, ed è fortunata a non avere la scimmia urlatrice nei dintorni. Potrebbe pensare d'essere di nuovo in combutta con qualche altro spadaccino. Sembra una condanna, ormai, peggio di quella che spetta a tutti coloro che si innamorano della Nara o che quest'ultima sceglie d'avere accanto. Bella merda le maledizioni, eh? <Come annunciato, non ci sarà nessuna ripercussione se deciderai di prestare servizio a Konoha. Anzi, non nego d'aver bisogno di gente che possa difendere il Villaggio e supervisionare i lavori di costruzione.> Rivela, essendo quanto più ovvio ed avendone parlato anche con altri Ninja desiderosi di tornare alla propria terra e casa, anziché restare ad aiutare un Villaggio e dei Ninja che per loro non hanno mai fatto niente se non metterli ulteriormente in pericolo. Lo vede inchinarsi e, a sua volta, le vien da piegar appena il capo in assenso a quanto da egli fatto. <Ho idea di credere, però, che tu non sia qui soltanto per questo, giusto?> Ne chiede conferma, anche perché sarebbe potuto partire anche senza chiederle permesso alcuno, avendo ovviamente lasciato carta bianca a chiunque volesse prendere questa decisione e non quella di restare ad aiutare l'Alleanza. <Inoltre, come vi siete trovati a Konoha? Siete riusciti ad insediarvi bene?> S'informa, non avendo avuto più contatti con la donna a capo dei Koshirae, interessandosi ovviamente a tutti coloro che ha giurato di proteggere, di qualsiasi clan essi siano e a prescindere dal motivo per il quale hanno scelto di tornare a difendere la propria casa, vecchia o nuova che sia. [ Chakra ON ] [Tenda Fufu] Continua con quel suo modo di guardarla, attento a memorizzarne forme e dettagli senza mai scadere nel maleducato, lascia che lo sguardo resti principalmente sul viso della donna, sei mai abbassarsi seppur sia umano e quindi sfrutti la visione periferica per cogliere quanti più dettagli possibili. Ora che è tornato ad alzarsi la mano sinistra si poggia rilassata sull’elsa nera, non utilizza quindi la mano con cui combatte, lascia comunque che il movimento sia prevedibile e per questo cerca di ridurre al minimo il rischio d’essere visto come minaccioso. Il palmo si poggia lasciando che l’elsa prema al suo centro, il gomito viene piegato e la dita ricadono delicate sul tessuto nero che copre l’impugnatura, è una posizione tipica di chi come lui è abituato al peso della katana, la usa quasi come appoggio mentre la mano destra andrebbe ad infilarsi con il pollice all’interno della cintura, così da lasciare che siano i pantaloni a reggere il peso delle sue leve superiori <il motivo principale era questo Judai> il rispetto prima di tutto da parte sua. Risponde solo quando interrogato, parla durante i silenzi della donna attendendo pacato che sia lei con il suo atteggiamento ad accordargli il permesso di schiudere le labbra sottili e chiare <ma ha ragione non era il solo> continua con quel suo discorso, la voce è soave si muove nell’aria con maestria e delicatezza seppur basti guardarlo per capire che non si ha davanti un uomo dalla poca fermezza o di poco polso <volevo sincerarmi che concordasse con la mia scelta ed assicurarmi che sappia di potersi fidare di me, sin da quando sono stato accolto nel villaggio ho messo il bene dello stesso davanti a qualsiasi altra cosa> parla con fermezza ed è schietto, non sembra far giri di parole troppo complicati per quanto continua a trattarla con il rispetto e il riguardo che si merita, poi che nella sua mente ci siano scene ben differenti non importa, non lo sta facendo trapelare lui, è fissato sul suo obiettivo e non si permette di uscire dal tracciato, forse anche grazie all’influenza della spada su di lui <Sono stato mandato qui dal clan subito dopo il nostro> auna piccola pausa durante la quale sembra interessato più che altro a cercare le parole giuste da dire <insediamento> non sembra troppo soddisfatto della ripetizione delle parole dell’Hokage, in un certo senso sembra di marcarle di rispetto ma non ha proprio trovato altro <ma da quel che so le sono tutti immensamente grati e si sento accettati e parte della comunità> continua quindi, non ha notizie certe, sta immaginando e più che altro sta descrivendo la situazione che più potrebbe convincerla delle sue buone intenzioni, sa perfettamente di non potersi considerare un membro fidato di Konoha, troppo poco il tempo dal suo arrivo per arrogarsi un simile diritto per questo cerca di compiacerla descrivendo la miglior situazione auspicabile per il clan tutto <le siamo tutti debitori per questo> conclude il discorso con le parole che sono più che altro tipiche dei suoi genitori o di altri membri, che certo non uscirebbero facilmente dalle sue labbra, il debito è una catena che impedisce a chiunque di perseguire la propria giustizia, ma non può far altro, deve comportarsi bene Il movimento che compie ad altezza della spada viene ovviamente percepito dalla donna che, con un rapido guizzo, ne seguirebbe i movimenti. Accertatasi che di minaccioso non abbia proprio niente, fa sì che torni ad osservare il ragazzo con rinnovato interesse. Gli rivolge un sorrisetto di circostanza, annuendo alla sua principale affermazione. Il motivo -principale- era senza dubbio quello d'avvisarla che intende tornare a Konoha; una scelta che lei condivide e che, come ha ben lasciato intendere, è circoscritta esclusivamente ad una decisione diretta di chi vuole metterla in pratica. Agita la dritta nell'aere, invitandolo a parlare e a dirle tutto quel che ha bisogno di sapere. <Sentiti libero di dirmi ciò che ti passa per la testa.> E' sempre stata piuttosto disponibile e gentile con tutti coloro che le si sono presentati sull'uscio, per cui sarebbe senza dubbio fuori luogo ed incoerente non esserlo anche con lui. Accavalla la leva inferior manca sulla specular opposta, stando ben comoda sulla propria sedia. Egli non par desideroso di prendere posto, ma evita di ricordarglielo una seconda volta. L'educazione implica anche di non essere invadente né di insistere, evidentemente preferisce restare in piedi. E chi è lei per obiettare? <Dammi anche del tu, non preoccuparti.> Vuole far sì che si senta a suo agio, un modo di relazionarsi con le persone che si porta dietro già da quand'era soltanto una Consigliera di Konoha. <La vostra Capo Clan mi disse che ogni suo clannato ha scelto di servire il villaggio volontariamente, privo di imposizione alcuna. Sono davvero contenta di avervi sotto il nostro nome e nel nostro Villaggio. Samurai fieri come voi ne son rimasti davvero pochi.> Con questo, non intende dire che qualunque altro Samurai sia un pesce lesso o chissà che. Lei pure è un'abile utilizzatrice d'armi bianche, ma da qui a considerarsi un Samurai od una figura importante nell'uso delle stesse ne passa d'acqua sotto i ponti. <Non ho davvero fatto nulla ed anzi sono dispiaciuta per esservi dovuti trovare fin da subito immersi in una battaglia che, ad oggi, non è ancora conclusa.> Ammette senza termini, con un malcelato velo di fastidio e malinconia. Gli anni di pace son durati troppo poco e sono ormai un lontano ricordo. Le mani le si sono macchiate di nuovo, la pace non può essere condotta e mantenuta soltanto tramite le parole. Molti Ninja, nell'ultimo periodo, glielo hanno fatto capire. L'importante è soltanto proteggere se stessi e il Villaggio, adesso. La pace verrà poi. [Chakra ON] [Tenda Fufu] Il discorso tra loro va avanti mentre lui rispettoso resta in piedi, mai vorrebbe ritenersi così a suo agio da accomodare le non regali chiappe su qualcosa. Accoglie con piacere e stupore quell’invito a cambiare il tono del discorso, proprio come si diceva in giro la donna si mostra subito gentile e amichevole, non ha nulla a che vedere con il rigore dei piani alti a cui è stato abituato sin da piccolo <come le compiace> replicherebbe seriamente prima di capire la gaffe appena fatta, un sorriso gentile e divertito compare sul volto mentre il capo va a flettersi in avanti appena, chiede silenziosamente scusa prima di rialzare lo sguardo <ti compiace> sussurra quasi in sua direzione, un soffio di voce quella correzione, che giunge con un tono quasi roco, involontariamente sensuale se vogliamo credere alla sua finta innocenza ecco. Attende qualche istante nell’osservare le reazioni della donna prima di permettersi effettivamente di riprendere il discorso <volevo sapere se posso essere utile al villaggio anche in altri modi> all’inizio sembra quasi indeciso, forse per via del cambio di registro, controlla con attenzione ogni parola vien rivolta verso l’Hokage come a voler evitare altri errori dettati dall’abitudine <o anche solo a te Judai> replica, cosa voglia sottintendere forse non è così semplice da individuare ma non è certo così stolto da fare un simile passo falso come delle palesi avances, probabilmente il riferimento va colto nel confronto con le figure fuori dalla tenda: guardie <vorrei poter innalzare il nome di Koshirae e di Konoha> una piccola bugia, fortuna che il naso non cresce davvero. Non gli interessa davvero l’onore altrui è il suo che vuole innalzare, il suo nome che vuole portare alla luce, far conoscere così che tutti quei maledetti bulletti ora sappiano chi è diventato importante, una specie di rivalsa per un’infanzia decisamente molto meno semplice di quella che potremmo immaginare. Flette appena la schiena in avanti comunque ai complimenti rispetto al suo clan, ancora una volta per semplice ego personale anche se maschera il tutto con un controllo invidiabile, si muove come un modesto quasi imbarazzato per i complimenti che non ritiene di meritare personalmente <ci riempie d’orgoglio sapere che hai questa considerazione per noi> sotto sotto forse sta usando il plurale maiestatis, però parla sempre come interposta persona, sempre a rappresentare terzi, mai per sé stesso anche se a guardare dentro il suo cuore si può notare un piccolo, goffo e bruttissimo Saneatsu saltellare pieno di gioia per quel commento, qualcuno che non l’ha conosciuto da piccolo lo sta apprezzando, anche se più che altro le parole della donna sono rivolte al suo clan. Il Koshirae accetta la richiesta della donna, ossia d'omettere tanti giri di parole e dialogare tra di loro come se non fosse la prima volta che s'incontrano. La Nara è sempre stata così, cerca di essere al livello di tutti, di esser persino amichevole con chiunque, eccetto con chi sceglie di attaccare il Villaggio od uccidere per scopi malvagi. In quel caso, spesso e volentieri, le parole sono superflue quanto inutili e si ha la necessità di passare alle mani... o alle armi. Non è questo il caso. Il ragazzo, anzi, si dimostra ligio al dovere e alle regole che gli sono state imposte sia dal Clan che dal Villaggio. Un mondo privo di regole non funzionerebbe ed è per questo che vi sono delle persone al comando, capaci di gestire il fardello. Utile in altri modi. Ci sarebbero molti modi in cui un ragazzo aitante e giovane come lui potrebbe tornare utile, ma scaccia qualsiasi pensiero possa anche soltanto andare in conflitto con la natura del loro incontro. <Personalmente parlando, non credo tu possa fare molto altro se non seguire strettamente la tua decisione di tornare al villaggio.> Ma lei non è così stupida, appartiene comunque ad un Clan che, per fama, s'è sempre dimostrato molto intelligente. D'esso, hanno fatto parte molti medici e scienziati, nonché il famoso Shikamaru Nara e Khalux Nara, padre di Azrael. Tre figure famosissime e che hanno dato comunque lustro ed orgoglio al Clan, se non fosse per quella dannata -pecora nera- di Ryota che, per quanto fosse un malvagio traditore, ha comunque reso nota la sua famigerata intelligenza nell'ambito di pianificazione e distruzione. <E lì dare una mano.> Aggiunge al contesto precedente, resasi conto che potrebbe sminuirlo senza volerlo affatto. <Tuttavia, le Squadre Speciali non smettono mai di cercare nuovi membri idonei che possano difendere strenuamente Konoha e i suoi confini.> Chiaramente, ciò che viene pronunciato nella tenda è strettamente confidenziale e le guardie all'esterno ne sono ben consapevoli, tanto da diventare sordi se la situazione lo richiedesse. Ad ogni modo, il di lei tono non è abbastanza alto per esser sentita fin da fuori, cosicché possa parlare tranquillamente col ragazzo senza nessun problema di sorta ed evitando orecchie indiscrete nei dintorni. Gli rivolge un sorrisetto genuino in risposta alle ultime parole pronunciate, annuendo appena con il capo. Il discorso ha preso una piega interessante e vuole adesso capire se vi ha centrato il punto, abbastanza da poter concludere nel migliore dei modi questo presunto accordo. [Chakra ON] [Tenda Fufu] Ne ascolta le parole, orgoglioso sì e pronto alla vanagloria come ci si può aspettare ma non così debole da sentirsi sminuito davvero dalle parole della donna a cui inizialmente replica con un sorriso gentile, come a volerla rassicurare, per far capire quanto sia difficile scalfire quell’orgogliosa armatura che sin da piccolo indossa, sa benissimo cosa voglia dire venir preso in giro, venir ridotto alla palla di ciccia che si è, essere identificato come quello non abbastanza, un generale non abbastanza che comprendere intelligente, forza o bellezza, non le basta quella frase per sentirsi catapultato giù da quella specie di piedistallo su la cui autostima si regge, no tutto ciò che ha avuto l’ha guadagnato con estrema fatica. Ecco il motivo per cui resta ritto esattamente dov’era senza dimostrare d’aver accusato alcun colpo <se tu mi ritieni meritevole> lascia cadere questa frase, abbassa il tono di voce così da non farsi udire, imitando il fare della donna. Lui resta immobile, il corpo non ha avuto il minimo spasmo da quando ha poggiato le braccia a spada e cintura, non c’è stato il bisogno di cambiare posizione e nemmeno la voglia di fumare seppur inizi ora a bussare nella sua mente, è inutile indugiare e trattenersi oltre, i suoi istinti potrebbero prendere il sopravvento <sarei onorato di un tale compito> continua ancora con la voce abbastanza bassa, oh sicuramente poter far parte di forze speciali non aumenterebbe il suo potere pubblicamente ma gli darebbe accesso ad una quantità di informazioni e conoscenze che potrebbero pur sempre tornare utili, sì certo potrà anche difendere Konoha ma diciamo che non è tanto quell’idea ad allettarlo. Lo stuzzica la velata proposta dell’Hokage, lo prende in contropiede e gli solletica l’animo, si immagina in quelle vesti, sicuramente non stonerebbe anzi potrebbe aumentare ancora di più il suo fascino e per quanto la segretezza sia importante beh non è costretto a rivelarsi per rendersi ammaliante <questa notte stessa partirò alla volta di Konoha> forse è per il discorso toccato fin ora, forse è il coraggio ritrovato per quella proposta, l’idea di essere considerato in qualche modo meritevole agli occhi della donna, forse ancora è la gentilezza con cui lo sta trattando ma dentro di sé sente il coraggio di pronunciare le seguenti parole <se non sono richiesto altrove> non approfondisce, così come non si rivela volgare, lascia che sia lei, qualora volesse, ad intendere ciò che davvero significava la sua frase, potrà comunque essere letta anche come un’offerta sincera ed innocente di una spada, insomma non è detto che siano tutti pervertiti come lui. In ogni caso quella bella donna rappresenterebbe una gran bella tacca tra le sue conquiste Oh, caro Saneatsu. Non sarà certo la donna a mettere la prova la debole carne della quale è composto il suo corpo né la fragile mente nascosta nel cranio. C'è chi sarà adeguato a scoprire se lui sarà meritevole o meno del ruolo che potrebbe ricoprire. Le reazioni, la possibilità di far parte delle Forze Speciali del Villaggio o l'incapacità d'adempiere al ruolo in questione potranno essere stabilite soltanto dal Generale Anbu o da un delegato. Sa bene come funzionano le cose all'interno, essendone stata al comando prima di cedere il ruolo per diventare il Decimo Hokage. <Non sarò io a doverti ritenere tale.> Non direttamente, per quanto ne sarà sicuramente informata come l'ingresso d'un piccolo Senjuu nelle Forze Speciali che, in quanto a resistenza e orgoglioso, ne ha da vendere. Saneatsu sarà dello stesso parere, dello stesso avviso? Non è dato saperlo. Tuttavia, avrà il tempo necessario in seguito per poterlo ampiamente fare e staremo tutti a vedere come se la caverà. <Puoi tornare a Konoha con effetto immediato. Ma non ti anticipo nulla. Quando meno te l'aspetti, sarai condotto alla tua prova.> Nel caso di altri Anbu, solitamente, vengono prelevati dalle loro abitazioni nella fase dormiente, sfruttando anche qualche utilizzatore d'arti illusorie che possa permettere una normale prelievo prima di rischi. Dopodiché, condotto dove si deve, l'interessato viene sottoposto alle normali procedure per comprendere se sia o meno capace d'adempiere a quel ruolo, essendo esso molto particolare e segreto, non scevro di rischi. L'ultima frase da lui pronunciata, in effetti, l'accende. Apre appena gli occhi per la sorpresa, ma trattiene qualsivoglia istinto o anche sol l'esternarsi di emozioni differenti da quelle basilari. Il pensierino ce l'avrebbe anche fatto -chi non lo farebbe con uno del genere- ma è dannatamente presa da una scimmia urlante che, a breve, potrebbe anche decidere di tornare alla tenda. <Oh, beh, potresti partire anche con la luce del sole. Non ci impiegheresti molto ad arrivare.> Non è un invito a restare lì per la notte, non oserebbe mai, bensì cerca di arginare quella sua affermazione in modo gentile e delicato, essendo essa stessa particolare. C'è feeling. E' innegabile che sarà contenta d'averlo tra le file delle Forze Speciali se passa correttamente il test imposto dal Generale. E beh. [Chakra ON] [Tenda Fufu] Annuisce quindi alle sue parole, una prova, sicuramente vivrà nell’ansia fino al momento, lui ha sempre fallito le prove per non parlare poi degli esami e questa volta non ha nemmeno idea di quale possa essere il corretto metodo per prepararsi, allenarsi è allenato non tempo confronti fisici, non fintanto che avrà la spada al suo fianco ma per il resto? Un po’ di domande ora assalgono la sua mente per quanto il volto resti limpido e sereno, non c’è traccia d’ansia o di incertezza in quegli occhi azzurri. Ascolta infine quella frase, sorride adesso decisamente più ammiccante <immagino seguirò il tuo consiglio Judai> replica semplicemente, non è tipo da farsi un problema del rifiuto o di smettere di provarci per sempre, insomma se alla donna andrà è ben convinto che sappia dove trovarlo e se anche così non dovesse essere non si porrà grossi problemi nel continuare con la sua vita, sa di essere bello ma il fascino va esercitato nel tempo, non è uno scatto. L’unico problema è che le maratone lo annoia generalmente. Le mani si staccano dalla cintura e dall’elsa per andare nuovamente lungo i fianchi, il busto si irrigidisce e proprio come quando è entrato ora va a compiere un perfetto inchino da manuale <con il tuo permesso io andrei a riposarmi> aggiunge a questo punto, ancora testa china e schiena parallela al terreno. Solo quando lei deciderà di accordargli quel “permesso” allora andrà a raddrizzarsi per andarsene, da domani ricomincia la vita da combattente, non più spettatore in una guerra non sua e che ha sentito solamente ma vero protagonista della difesa e della ricostruzione di un villaggio verso il quale non si sente debitore ma che nel cuore vuole proteggere, ora è a sua casa, avrà una nuova vita in quel luogo ed è inutile nasconderselo ha proprio una gran voglia di combattere nel nome della foglia [end?] Il samurai sceglie di seguire il consiglio della Hokage, la quale gli ha appunto proposto di partire alla volta di Konoha e tentare un esame -qualsiasi esso sia- per poter entrare nelle Forze Speciali. <...> Muove il capo in un cenno affermativo, dunque rifiutando qualsiasi possibile situazione imbarazzante con il Koshirae. <Buonanotte, va pure.> Si inchina a sua volta, piegando appena il capo in avanti per salutarlo come si deve. Lo seguirà andare via, tirando un sospiro di sollievo. Non è stato niente di veramente difficoltoso e, finalmente, può tornare a riposare come davvero vorrebbe fare. Concluso il tutto, non dovrà effettivamente far nient'altro che raccogliere le ultime cose rimaste in sospeso, sistemarle come si deve e preoccuparsi soltanto d'un possibile sonno ristoratore in compagnia della scimmia urlante che, ad ogni modo, al momento sembra essere ancora fuori dai radar. Il tutto, per quanto particolare e tinteggiato da un feeling niente male, s'è concluso nel migliore dei modi per entrambi e potrebbe trovarsi, ben presto, con un nuovo Anbu tra le fila. [END]