Giocata dal 03/05/2020 18:33 al 04/05/2020 00:46 nella chat "Ponte Naruto"
Nebbia. Come è giusto che sia. In quello che è l’accesso principale al paese, quell’isola accoglie chiunque manifestandosi con la miglior versione di se. Nebbia che ricopre come un gelido sudario qualsiasi cosa sia nell’intorno. E dove sei tu in quel complesso scenario che è il ponte Naruto? Sei poco oltre i bastioni d’ingresso al ponte. Si sul ponte, ad una ventina di metri dalla porta spalancata, sei al limitare del lastricato della struttura, a contatto con la balaustra che ti impedisce di cadere di sotto. Ormai lo sanno anche i sassi che tu hai un modo tutto tuo di mostrare il dolore. Ora ti ergi come una silenziosa montagna sull’acqua sotto di te. La osservi con lo sguardo, senza vederla. Anche perché c’è ben poco da vedere. Una massa grigio scura capace solo di produrre un rumore costante quando si infrange contro i pilastri del ponte. Nient’altro. E cosa potrebbe osservare, quindi, chi decidesse di osservarti da fuori? Potrà notarti comparire molto prima del resto, dalla nebbia, troppo alto, troppo grosso per rimanere celato. Le gambe tornite e spesse coperte dall’ampio pantalone di un chimono infilato nelle fasce da combattimento cremisi cheti proteggono la caviglia da sotto al polpaccio fino nei calzari ninja ad avvolgere i piedi. La solita canotta nera a fungere da seconda pelle ai muscoli che tirano la pelle fin quasi a volerla squarciare. Spalle stondate e braccia definite lasciate all’aria, le medesime fasciature avvolgono anche l’avambraccio, da sotto il gomito fino alla prima falange delle dita, celando i sinuosi motivi pittoreschi dell’immenso tatuaggio che ti ricopre la schiena, le braccia, il petto. Restano lungo i fianchi le braccia, ben separate dal corpo dallo spessore dell’ampia schiena. Il collo taurino sostiene il solito volto affilato, sfregiato dalle solite cicatrici, decorato dai soliti, profondi occhi blu. I capelli son lasciati sciolti. Il normale gigante sfregiato apparirebbe a chi lo osservasse, ma ora veniamo ai dettagli inconsueti. Nessun coprifronte a far da cintura, e un nuovo taglio di capelli, tagliati quasi ad arrivare alla pelle ai lati del cranio, tenuti della lunghezza media sulla parte superiore, lasciati fluenti fino alle scapole dietro la schiena. Un taglio che rende l’intera figura più rude e violenta. Violento come il chakra che scorre nel suo sistema circolatorio. L’hai impastato, ovvio. Lo tieni sempre impastato. Hai portato la mano sinistra al plesso solare nel sigillo della mezza capra. Ti sei quindi concentrato su te stesso, immaginando prima l’origine delle tue emozioni, dei tuoi pensieri, dei tuoi sentimenti, individuando l’energia psichica. Una volta portata al plesso quella, ti sei concentrato sull’origine della forza nei tuoi muscoli, del tuo sangue che fluisce, del tuo cuore che batte, trovando l’energia fisica e portandola accanto alla prima. Hai successivamente innescato il moto circolatorio delle due sfere, fondendole e generando la tua energia. E cosa ci fai, gigante sfregiato, al ponte più famoso dell’isola? Semplice, Aspetti Tenshi Senjuu. Le hai fatto recapitare un messaggio sbrigativo e scritto male. Non lo fai mai con lei, se hai da parlarle la cerchi in ospedale, la cerchi nell’accampamento, la cerchi dappertutto e alla fine la trovi. Ma non oggi. Oggi hai chiesto a lei di raggiungerti e la aspetti. Lo sguardo perso nell’acqua davanti a te.[Attivazione del chakra][Chakra On] Nebbia. Nebbia che copre tutto. Nebbia che avvolge i corpi. Nebbia che avvolge le membra. Nebbia che avvolge la mente. Un vuoto grigio tra i suoi pensieri. Risale a qualche giorno fa, quel pezzo che le manca. E' come se fosse una giornata non vissuta appieno. Ricorda di essere andata al Gran porto dell'Acqua per svolgere una missione. Ricorda di essersi lasciata prendere dal panico. E poi, il nulla. Si è ritrovata su una passerella di legno, probabilmente costruita da lei stessa. Ed i pensieri volano veloci, cercando di capire cosa fosse successo. Ma nulla. Adesso, si trova sul Ponte Naruto, ad osservare il mare e le sue onde. Onde che si increspano e si distruggono, una dopo l'altra. Un po' come la sua vita. Che va avanti, nonostante tutto. Perché qualcuno, per lei, c'è stato. Perché qualcuno l'ha spronata a continuare a vivere. Un leggero vento fresco, primaverile, le scompiglia delicatamente i lunghi capelli rosa, lasciati cadere liberamente sulle spalle. Il coprifronte nero, che riporta il simbolo di Konoha, è legato al capo, a mo' di fascia. Indossa un top nero, a maniche lunghe, e corto, che lascia intravedere una parte del ventre. Niente è disegnato su di esso, il colore è semplicemente monotinta. Dei pantaloni da tuta larghi verde smeraldo, le coprono quella parte del ventre fino all'ombelico e nascondono anche le sue esili gambe. Essi si stringono all'altezza delle caviglie con degli elastici bianchi. Alla coscia destra sono legate delle fasce elastiche bianche che reggono il portakunai nero. Ai piedi ha delle scarpe di tela nere, consumate e logore. Al polso destro, come sempre, tiene legato il bracciale rosso che le ha regalato Onosuke. Nessun altro particolare contraddistingue la sua figura minuta. E, prima di compiere qualche altro passo lungo il ponte, porterebbe le mani al petto, congiungendole e formando il sigillo della Capra. A questo punto, immaginerebbe due sfere: una rossa, l'altra blu. La prima, quella rossa, in corrispondenza della fronte, rappresenterebbe la forza spirituale. La seconda, quella blu, nei pressi del ventre, simboleggerebbe la forza fisica. Comincerebbe a far ruotare le due sfere, dapprima sul loro stesso asse, per poi spingerle, l'una verso l'altra, nel petto. Qui proverebbe ad unire le due sfere, formandone una sola: quella del Chakra. Se il richiamo fosse andato a buon fine, sentirebbe una grande forza invadere ogni singola cellula del proprio corpo. E continua a camminare, lasciandosi cullare dalla brezza primaverile. Perché si trova lì? Semplicemente, Yosai le aveva fatto recapitare un messaggio in cui le diceva di incontrarsi. Strano, da parte sua, non andare a cercarla direttamente. Non ne comprende il motivo. E questo l'aveva messa in ansia. Ma d'altronde, la sua ansia è sempre lì, pronta ad invaderla da un momento all'altro. Ed ecco, davanti a lei, ergersi la figura dell'Akimichi, poggiato sulla balaustra. Intento a guardare giù. A guardare quelle onde che si infrangono continuamente, senza fine. E lei, anche se non è mai stata molto empatica, coglie dei particolari che le fanno capire che c'è qualcosa che non va. Perché lo sguardo di lui è perso. E perché non tiene legato alla vita il suo coprifronte. E lei si avvicina a lui, fermandosi a circa un metro. E s'appoggia alla sponda del ponte, al suo fianco, puntando anche lei gli occhi su quell'acqua. < Yosai... sono qui > esclamerebbe, alla fine. [Tentativo richiamo del Chakra][Chakra 30/30][equip: 3xshuriken - 3xkunai -1xcarta bomba] È la voce della piccola rosata a riportarti nel mondo dei vivi. Sbatti un paio di volte le palpebre gonfiando il petto in un gran respiro, come se dovessi compensare il fatto di aver dimenticato il meccanico gesto del respiro di nuovo. Sei sovrappensiero in questi giorni, non c’è da negarlo. Sbatti un paio di volte le palpebre e lentamente ti volti, rivelando il terzo elemento di novità. Due profondi aloni scuri intorno agli occhi. Notti agitate, evidentemente. Le regali un sorriso sottile. Sei contento di vederla, indubbiamente. Ti volgi completamente frontale a lei, osservandola avvicinarsi. Una ragazza decisamente rinnovata rispetto al vostro ultimo incontro. Lei è fiorita, tu sei appassito <grazie per essere venuta, Tenshi-chan> è ovvio, te lo saresti aspettato, di vederla comparire, ma non avresti mai potuto darlo per certo, in fondo le cose da fare sono tante. Ti volteresti di alti novanta gradi fino a dare completamente le spalle alla balaustra e appoggiartici pesante coi glutei <volevo fare due chiacchiere con te> la voce è profonda, senza una particolare accezione per ora. Quasi fredda <ne sono successe parecchie in questo periodo e…a te devo una spiegazione di persona> poche sono le persone con cui ti sei degnato di perdere tempo a spiegarti. E lei deve essere una di quelle <avrai sentito parlare dell’attacco a Konoha, no? Del Demone Rosso> alle ultime due parole la voce ti diventa il sibilo di un serpente. Ma devi dare per scontate delle cose, e fin ora stai partendo dalle notizie presenti nel messaggio che Furaya ha diramato nell’accampamento. Hai un tono di voce atto a farti sentire da lei, ma senza dubbio non è squillante ne alto. Non ce n’è bisogno e probabilmente per eccesso di prudenza preferisci mantenere un certo contegno a parlare di certe cose fuori dall’unico posto sicuro di quella maledetta isola: l’accampamento di Konoha. Aspetti un cenno di assenso della rosata per poter continuare, mentre istintivamente pieghi gli avambracci per incrociarli sopra al petto definito, facendo cigolare le fasciature sulle braccia che tirano sotto lo sforzo dei muscoli. [Chakra On] Le mani stringono la balaustra, mentre Yosai si volta verso di lei. E, guardando quel volto, le mani stringono con violenza quel cemento freddo. Due occhiaie contornano i suoi occhi spenti. Segno del fatto che il suo sonno non è tranquillo. O, addirittura, potrebbe non aver dormito proprio. < Non c'è bisogno che mi ringrazi >. Perché lei per lui è pronta a fare di tutto. Lascerebbe ogni cosa pur di seguirlo. Pur di ascoltarlo. Pur di essergli d'aiuto. Lui ed Onosuke sono le uniche persone più strette che le sono rimaste. Perché non ha notizie di Norita da settimane. E non sa più cosa pensare. Per questo, proprio per questo, deve proteggere quei due. Altrimenti, potrebbe crollare di nuovo. Perché ha bisogno di loro per andare avanti. Perché quell'ansia è sempre pronta, è sempre lì, a minacciarla. Egli si siede sulla balaustra e lei ne segue i movimenti fluidi. < Certo, dimmi tutto > risponderebbe alle sue prime parole, per poi continuare ad ascoltare il suo discorso. Che spiegazione le deve? Perché sente fermamente che non va tutto poi così bene? Cosa è successo in quelle settimane in cui i due non si sono visti? E l'ansia cresce. Le stringe il cuore. E' convinta fermamente che ci sia qualcosa che non va. Perché, altrimenti, non le avrebbe fatto recapitare un messaggio. Perché, altrimenti, indosserebbe il suo coprifronte. Perché, altrimenti, quelle occhiaie non solcherebbero il suo viso. < Sì, ne ho sentito parlare all'accampamento >. Gli occhi cerulei, veloci, cercano quelli di lui, per cercare di carpire anche una sola emozione. Una semplice emozione che le faccia capire che lui, dentro, è ancora vivo. < C-cosa è successo, Yosai? >. Il tono di lei non è un sussurro, anzi. E' alto, noncurante del luogo in cui i due si trovino. E' pervaso di panico. Di ansia. Di terrore. Perché quel Demone Rosso di cui parla, è lo stesso uomo che ha ucciso il padre di lui. E lo ha fatto davanti a quegli occhi color oceano. Quegli occhi che, da quel giorno, si sono spenti. [Chakra on][equip lo stesso] Nebbia. Compagna fedele del Villaggio di Kiri dalla quale prende il nome. Il ponte è lungo centinaia di metri ed unisce l'isola ad un piccolo borgo, tale Uzu no Kuni. La sua larghezza raggiunge la decina in metratura, per cui potrebbe anche esser pieno di gente che vi cammina al di sopra, ma non causerebbe problema alcuno ai due occupanti odierni. Fortunatamente per loro -o forse no?- quest'oggi non v'è neanche molta gente. Probabilmente, son disseminati in altri punti del Ponte Naruto, dedicato proprio allo storico figuro, lasciando i due liberissimi di vedersi, incontrarsi e chiacchierare. Certo, ammesso non vi sia niente che possa limitare loro proprio la discussione. La nebbia accerchia tutto il Ponte, compresi quindi Yosai Akimichi e Tenshi Senjuu. A distanze ravvicinate, potranno ovviamente rendersi conto della reciproca presenza come per altro è già accaduto, tuttavia potrebbero non essere davvero tanto soli come si proclamava in precedenza. Tutt'attorno al duo è ben poco visibile: superati i cinque metri, la zona è troppo coperta per permettere una visuale migliore. Fin qui, non vi sarebbe proprio niente di anormale, una normale serata su d'un ponte tanto famoso quanto storico per via dell'uccisione d'un membro piuttosto importante della storia Ninja. D'un tratto... una folata di vento. Non smuove alcunché, soltanto qualche ciuffo della Senjuu sulla sinistra del capo. Potranno avvertire -compreso Yosai- una presenza nei dintorni ma non riuscirebbero, in un primo momento, a capirne la provenienza o l'esatta ubicazione di quest'ultima. E ora cosa diamine succede, vi chiederete. Scopritelo, no? [ Quest - GO! ]
La osservi, quasi si assottiglia lo sguardo quando posi quegli occhi blu in quelli cerulei di lei. Non sono gli stessi occhi di quando lei ti ha trovato sconvolto per tuo padre. È passato più tempo, e soprattutto sei diverso tu. Non sei più disposto a farti annichilire in quel modo. Restano vivi gli occhi, lucidi e vispi. Predatori quasi. Hai avuto modo di ragionare sulla questione, anche grazie a chi ti ha dato la notizia, che ti ha permesso lo sfogo. Chiudi lentamente le palpebre, tuttavia. Non sarà mai facile per te parlarne. Ma l’hai chiamata lì per quello. Hai passato il tempo a cercare le parole. Ora è il caso di pronunciarle <beh, in quell’attacco…> schiudi piano le palpebre, girando il capo di tre quarti in modo da poterla vedere <è rimasta coinvolta anche…> non è l’incertezza a bloccarti questa volta. Sei un ninja. Certe cose non ti sfuggono. Lo sguardo s’allarga. La stanchezza e la difficoltà nel trovare le parole svanisce. L’argomento viene accantonato. Non sarà questo il giorno. Non il momento, in ogni caso. Ti scambi solo uno sguardo con la Senjuu. Siete ormai una squadra affiatata. Con nessun altro hai fatto più missioni che con lei. velocemente tenteresti di puntare i piedi e staccarti dalla balaustra, issandoti in tutta la tua altezza. Un cenno con il capo alla Senjuu, tentando di farsi seguire. Non è sicuro restare al margine del ponte. Sarebbe utile guadagnare almeno la terra ferma ma per ora, per quanto ne sapete, potreste finire in bocca a qualsiasi cosa tu stia percependo. Ammesso che sia una cosa negativa. Per ora, solo occhi aperti e guarda alta. Qualora fossi riuscito a guadagnare il centro del ponte, semplicemente tenteresti di espandere verso ciò che ti circonda i tuoi sensi e il tuo chakra, in maniera consapevole, attenta, accorta a percepire qualsiasi segno, movimento, scricchiolio, odore, percezione. <cos’è?> un mormorio appena, indirizzato alla rosata. Non ti discosteresti troppo da lei. è il ninja medico della situazione, oltre che una ninjutser. È per questo che siete così affiatati, ma sai che lei è l’elemento da proteggere. Con lei in grado di curare è meno probabile che tu finisca col crepare, questo è. [1/4 Spostamento dalla balaustra del ponte verso il centro][1/4 tentativo di percezione della presenza][Chakra: 15/15] Gli occhi cerulei puntati contro quelli di lui. E scorge qualcosa. Lo vede. Lo sente che lui è vivo. Lo sente che non è come l'ultima volta. Lui è lì, con lei. Non è da un'altra parte. Lo sguardo è vispo, segno che le sue emozioni non lo hanno abbandonato. Comincia il suo discorso, ma qualcosa lo porta ad interromperlo. Una folata di vento, scompiglia i capelli della rosata. Una folata strana, che porta i due a sgranare gli sguardi, che si cercano, ancora una volta. Quel vento, poi, la porterebbe a guardarsi intorno. Il cuore stretto da una morsa d'ansia. Sente qualcosa. O qualcuno. Una presenza, lì in mezzo alla nebbia. Ma non vede nulla. Perché, in quel luogo, la nebbia è troppo fitta. Lì, la nebbia regna sovrana. L'Akimichi le fa segno con il capo. Ormai, sono abituati a lavorare in squadra. Ormai, riescono a capirsi fino in fondo. E lì, in quel luogo, c'è decisamente qualcosa che non va. E lei allungherebbe il passo, seguendo, silenziosamente, Yosai, in mezzo alla nebbia. Sta esattamente dietro di lui. Avanza, fino ad eliminare completamente la distanza tra i loro corpi. Ciò che farebbe è appoggiare la propria schiena contro quella di lui. Lei gli guarderà sempre le spalle. E, mentre lui cercherebbe di percepire qualche presenza estranea, lei porterebbe le mani al petto, congiungendole. Esse si muoverebbero veloci, andando a formare il sigillo del Serpente. Ciò che vuole fare è attivare la propria innata. Immaginerebbe due sfere: una forte e dura, nei pressi del suo polso destro, che simboleggia il Doton, l'altra fluida e fresca, vicino al polso sinistro, che simboleggia il Suiton. Farebbe ruotare queste due sfere, spingendole con forza l'una verso l'altra. Non appena esse si toccherebbero, si unirebbero in un vortice veloce e creerebbero un nuovo elemento, fluido ma allo stesso tempo duro: il Mokuton. Se tutto fosse andato a buon fine, la sua innata sarebbe pronta a qualsiasi evenienza. Scioglierebbe così il sigillo del serpente, guardando con occhi sgranati la nebbia davanti a lei. < Percepisci qualcosa? > chiederebbe a quello che ormai è diventato suo fratello. [1/4 spostamento - 2/4 tentativo attivazione innata - 1/4 osservazione][Chakra 29/30][equip lo stesso] Una folata di vento potrebbe non voler dire assolutamente niente. Una possibile presenza nei dintorni, però, potrebbe star a significare la presenza di qualche nemico. Data la situazione in quel di Kiri, non sarebbe neppure veramente fuori luogo. Concentriamoci sulle mosse dei nostri due protagonisti, partendo dall'Akimichi che sceglie di muoversi e spostarsi dalla balaustra vicino alla quale si trovava sino a poc'anzi. Si troverebbe, adesso, a seguito dello spostamento attuato, a cinque metri dalla sua precedente posizione, quindi al centro esatto del ponte. Mossa saggia? Non è dato saperlo, non ancora. Anche la Senjuu lo segue, spingendosi al suo fianco. La percezione della presenza -attuata da entrambi- non porterà a niente perché non potranno sentire... niente. Ciò che hanno nelle loro immediate vicinanze, non è niente che abbia del Chakra attivo in sé. La ragazza, inoltre, attiva l'innata Mokuton per -prevenzione- ma come prevedi ciò che -non- vedi? Pur spostandosi, quella presenza che avvertono si duplica ma non sparisce. Nel bel mezzo della nebbia, ciò che hanno cercato di prevedere e percepire appare loro come un quadro astratto, qualcosa d'inesistente. Nella nebbia che s'addossa a loro come se volesse chiuderli in uno stretto abbraccio, possono intravedere due figure: quella di sinistra è più bassa dell'altra che le sta di fianco ed indossa una maschera bianca che, per il momento, non riusciranno ad adocchiare come si deve. Chi può mai essere? Rispetto a Yosai, ovviamente, son entrambe piuttosto basse però soltanto la figura di sinistra supera di poco l'altezza di Tenshi. Si trovano ambedue dall'altro lato della balaustra, ad ulteriori cinque metri dal loro attuale fermo. <Chi avete perduto in questa vita?> Chiede la prima voce, appena più dolce e gentile. <Chi volete essere in questa vita?> Pronuncia la seconda, più baritona e maschile. Nella dritta, stringe un'enorme spada nera. Possono intravederla, il volto d'entrambi ancor nascosto dalla nebbia bianca, quasi palpabile. Possono decidere se rispondere alle domande loro poste oppure agire diversamente, tenendo conto di quanto scoperto con la percezione della presenza, rivelatasi fallace. Dunque, dov'è l'inghippo? Sogno o son desto? [ Quest - GO! ]
Assottiglia lo sguardo, il gigante sfregiato, lasciando saettare lo sguardo in ogni direzione possibile. Niente perviene ai suoi sensi anche se migliorati dalla percezione della presenza. Una volta raggiunto il centro del ponte resterebbe fermo intento a guardarsi intorno. Da quella distanza le presenze sembrano diventate due, ma ancora non riesce a capire di cosa o chi si tratti e da dove si trovino esattamente. Mentre quella nebbia sembra farsi fitta e avvolgerli sempre più stretti, come un gelido sudario mortifero, come un cappio al collo. Inizierebbe quasi a percepire l’assenza di ossigeno, se non fosse ovviamente solo un riflesso incondizionato. Di colpo, proprio davanti a se, dal lato opposto del ponte, due figure sembrano quasi comporsi nella nebbia. Emanazioni dirette di quella demoniaca forza della natura che tanto è odiata dall’Akimichi. Assottiglierebbe lo sguardo. Sono loro a farsi sentire ben presto. Una voce più femminea, l’altra più maschile. Ne cercherebbe i contorni poi i dettagli. La maschera, e soprattutto ne apprezzerebbe le voci. Non sfugge nemmeno lo spadone tenuto dalla figura più maschile <si dice che i ninja della nebbia siano chiamati così perché capaci di sfruttarla come arma d’attacco> mormorerebbe senza nascondere il fastidio per quel sudario sempre più appiccicato alla sua pelle, <si dice anche che alla base della costruzione di questo ponte ci sia stato un’incontro tra due ninja della nebbia di cui uno con una grossa spada e dei ninja di Konoha tra cui chi ha dato il nome a questo ponte.> Sono ormai leggende che risalgono quasi alle fondamenta del villaggio per lui, ignorante. Soprattutto che mal ricorda, se non nei tratti principali. Quasi curioso di vederli, abbozzerebbe un unico passo in avanti, curioso, ma comunque sul chi va là. Non ha ancora risposto alle loro domande, tuttavia <la lista si sta facendo insopportabilmente lunga> di persone perse. Una situazione che sta iniziando a sopportare a mala pena. Non risponde subito alla seconda domanda. Troppo complicato spiegare le proprie aspirazioni. Troppo per ora. Resteresti in attesa, in guardia, pronto a reagire, senza diminuire quella che è la distanza di sicurezza minima.[chakra on] Non capisce. La nebbia è troppo fitta per vedere ciò che li circonda in modo chiaro. La percezione della presenza non ha portato a grandi risultati, dato che lì, a parte loro, non vi è nessuno con il chakra attivo. Eppure, davanti a loro, si delineano due figure. Una più bassa, la quale indossa una maschera bianca, l'altra più altra. Quest'ultima, impugna un'enorme spada nera. Questo è tutto ciò che possono vedere i due. Perché non sono riusciti a percepirli? Possibile che non abbiano il chakra attivo? Quelle domande che vengono poste ai due, da parte degli sconosciuti, sono come il canto delle sirene. Tentano la rosata, che va alla ricerca delle proprie risposte. Chi avete perduto in questa vita? Se stessa. E Norita. Non può ancora dire che sia morto, perché non ne ha la certezza. Ma non sa dove sia finito. Non ha sue notizie da qualche settimana, ormai. Gli incisivi superiori mordono con forza il labbro inferiore. Adesso, l'ansia si mescola con la tristezza. La tristezza per non aver fatto abbastanza per lui. Per non essere ancora andata a cercarlo. Per non aver indagato. Per essersi semplicemente chiusa in se stessa. Chi volete essere in questa vita? Lei non lo sa. Non lo ha mai saputo. Il suo obiettivo era quello di proteggere e salvare gli altri. Ma non c'era mai riuscita. Qual è il suo obiettivo adesso? Non ne ha idea. Semplicemente, vuole che la guerra finisca. E non vuole perdere nessun altro, di questo ne è sicura. Respira. A fondo. Controlla il suo battito cardiaco, evitando di farsi pervadere dal panico. Cos'è quella maschera bianca? Possibile si tratti di un ANBU? Purtroppo però, non vede ancora nessun segno distintivo. Ancora nessun coprifronte si palesa davanti agli occhi della genin. E mentre Yosai sembrerebbe voler discutere con loro, lei domanderebbe semplicemente < Chi siete? > Pensa. Pensa. E ritorna a chiedersi perché non li abbiano percepiti precedentemente. Possibile che si tratti di... illusioni? Beh, tanto vale provarci. Se si trattasse di illusioni, potrà capire l'inganno. Se non si trattasse di illusioni, la situazione diventerebbe più complicata. Le mani verrebbero portate al petto e congiunte, a formare il sigillo della Capra. Immaginerebbe il proprio corpo come un contenitore pieno d'acqua, fino all'orlo. Un vortice nascerebbe dentro di esso. Un vortice che gira, un flusso costante e spaventoso, che smuove tutto, senza sosta. Ciò che sta cercando di fare è agitare il proprio Chakra, così da contrastare un eventuale chakra nemico. [1/4 osservazione - 3/4 tentativo rilascio illusorio][Innata on][Chakra 25/30][equip lo stesso] Le due figure nella nebbia, qualora si avvicinino loro o meno, si renderebbero finalmente visibili. Sulla sinistra, potranno vedere una figura minuta, vestita d'un kimono blu e bianco sorretto in vita da una fascia marroncina. Di sotto, v'è un pantalone in tessuto leggero e un paio di sandali ninja. Sul volto, pende metà d'una maschera Anbu danneggiata e logorata dal tempo, sporca di sangue. Metà del viso è visibile, pallido, apparentemente molto pulito e liscio se non fosse per una striatura di sangue che le scende dal labbro inferiore. La maschera è ovviamente danneggiata, piena di crepe anche nella parte ancor integra, avente il simbolo di Kiri sulla fronte -quel che n'è rimasto- e l'occhio scuro, visibile, pare perso nel vuoto. I capelli castani son raccolti dietro il capo e sol due ciuffi ne adornano il pallido ovale. Le braccia giacciono davanti al proprio corpo, inermi, come se fosse stata colpito alla bocca dello stomaco e sia appena flessa in avanti. La figura che stanzia alla sua destra, invece, priva d'alcuna maschera, porta il volto bendato sin sopra la punta del naso seppur le bende siano macchiate di sangue, ormai rappreso da parecchio, forse troppo tempo. Il coprifronte è legato su un lato del capo, portando la placchetta metallica a coprire l'altro lato. Qualora vi facessero attenzione, potrebbero anche lì notare i simboletti del Villaggio d'appartenenza: Kiri. Egli porta un pantalone scuro, sfilacciato e insanguinato su d'una gamba, ed un corpetto tipico dei Chunin di color marroncino chiaro, anch'esso sporco di sangue in molteplici punti. Il braccio destro che sorregge l'enorme spada è bendato anch'esso, mentre il sinistro pende lungo il relativo fianco, immobile. "Plic"...le dita lasciano scivolare delle gocce di sangue ancor fresco, strano se teniamo conto di quelle ormai rapprese sul corpetto e sulle bende. <Non siamo qui per fare del male, ora non più.> Sussurra quello che riconosceranno -se le nozioni di storia non vi hanno abbandonato- come Haku. <Ero designato per fare del male, ora non più.> La voce roca e cavernosa è quella del Demone della Nebbia Insanguinata: Zabuza. La fedele lama che porta con sé ha falciato innumerevoli vite. Potrebbero saperlo, potrebbero riconoscerli: sono due leggende di quel Ponte, esattamente come detto da Yosai. Haku si rivolge ancora all'Akimichi, il quale risponde alla prima domanda che gli viene rivolta dalla dolce voce fanciullesca del Ninja. <Se ti permettessi di dire un'ultima cosa al tuo caro defunto, cosa saresti disposto a perdere?> Schiude appena le labbra soltanto per esporre l'ennesimo quesito. <Sai, anch'io sono stato ucciso.> Un fatto innegabile per chi possa ricordarlo. Che siano loro troppo giovani? Inutile aggiungere che il Rilascio illusorio di Tenshi non cambierà assolutamente -niente- di ciò che ambedue riescono a vedere adesso. <Quanti anni sono trascorsi per non riconoscerci?> Zabuza si rivolge ad Haku a cui sempre è stato legato. <Allora, ragazzina, chi vuoi essere in questa vita? A cosa sei disposta a rinunciare per diventare ciò in cui credi?> Le parla nuovamente, focalizzando le iridi scure e girando appena il capo alla di lei volta. Cosa sceglieranno di fare? Apparentemente... vogliono soltanto parlare. [ Primo Spettro: https://i.pinimg.com/564x/c8/60/3b/c8603bf42ca771f6d34ffbfad3938377.jpg || Secondo Spettro: https://i.pinimg.com/564x/f1/b0/50/f1b0500914c6a17be027931eb624b8c9.jpg ][ Questo - GO! ]
Le due figure si avvicinano, non di distanza, non solo. Prendono forma. Prendono corpo nella testa e negli occhi del gigante sfregiato. Leggende che camminano. Ma non come Yukio, o Azrael, non come i ninja leggendari. È storia quella. L’hi sentita dall’anziana Akimichi da giovane, ne è sicuro. Ha immaginato quel combattimento tante volte nella sua vita di adolescente. Ovviamente era sempre Zabuza nei tuoi sogni, e combatteva con tutta la rabbia che avevi in corpo fino a svegliarsi, e allora correva fuori a prendere a pugni gli alberi fino a farsi sanguinare le nocche. Cos’è cambiato adesso che è diventato un gigante inferiore a nessuno come corporatura? Niente, quando la rabbia lo assale, picchia ancora qualcosa fino a farsi sanguinare le nocche. Ma è lo spettro di Haku a rivolgergli la parola. Lentamente sposterebbe lo sguardo blu intenso verso quella figura. Perché sentirsi rassicurato da quell’ammissione? Come fare a capire dicendo la verità? Forse perché son guerrieri e ai guerrieri l’Akimichi ha sempre conferito un’innaturale fiducia? Forse è semplicemente inconscio e inspiegabile. Istintivamente resterebbe sulle sue il gigante sfregiato, quasi accennando ad indietreggiare, senza però realmente farlo. Tutto questo solo finchè le parole non fossero davvero giunte alle sue orecchie. Lo sguardo si sarebbe allargato, fino a sgranarsi dalla sorpresa. Le viscere si sarebbero torte costringendo i muscoli dell’addome a contrarsi e tutta la figura ad incassarsi leggermente in avanti, come se avesse ricevuto un cazzotto in pieno stomaco. Istintivamente adesso sbilancerebbe il corpo in avanti compierebbe un passo quasi esitante, percependo i polmoni bisognosi d’aria ma il torace inabilitato ad allargarsi. Ancora un passo verso quello spettro, tentando di arrivargli alla distanza di un braccio teso. Sono movimenti prevedibili per adesso, ma l’Akimichi è visibilmente scolvolto. Tenterebbe di allungare il suo braccio destro, tatuato e fasciato dall’avambraccio in su. Un gesto che sembra quasi una carezza <togli la maschera, quando parli dei miei defunti, spettro dei ghiacci> mormoreresti trafitto, tentando di toccare quella maschera. Mezzi respiri con le labbra sottili, pallide e schiuse. Cerca aria l’Akimichi <se avessi questo potere ti darei in cambio ciò che ho di più caro. L’arma più potente che ho. L’unica cosa dalla quale non mi separerei mai. Sarei nulla senza quella… ma te la cederei se davvero fossi in grado di farmi parlare con…> s’arresta. Per impedire che nella voce baritona e profonda si senta l’incrinazione del pianto <*Mia Madre*> un sibilo spinto verso lo spettro, mentre tenta ancora di osservare quel viso leggendario e gentile. [Chakra On] Cos'è quello? Un sogno forse? Sicuramente, non si tratta di un'illusione. Altrimenti, il rilascio illusorio avrebbe mostrato la realtà dei fatti. Che, praticamente, è proprio quella che hanno davanti. Adesso gli occhi cerulei, veloci, si poggiano su quelle figure, di cui finalmente riesce a distinguerne i lineamenti. Una maschera bianca, spaccata, lascia intravedere un viso minuto e pallido. Dalle labbra della figura scivola un rivolo di sangue. Il suo corpo è coperto da un kimono blu e bianco. E vede il suo corpifronte: Kiri. Lo riconosce. Riconosce quella prima figura. Si tratta di Haku, colui che è morto anni ed anni prima su quello stesso ponte. Adesso gli occhi si spostano sull'altra figura accanto a lui. Il volto è parzialmente coperto da bende e la spada è una delle famose spade dei sette spadaccini della Nebbia. Non ci sono dubbi: quello è sicuramente Zabusa, anch'egli morto su quello stesso ponte. Che siano spettri? Esistono davvero i fantasmi? Un passo indietro, incerto, mentre si rende conto, forse, di ciò che sta accadendo. Non crede ai propri occhi. Il respiro si fa affannoso. Il cuore comincia a martellare nel petto. Cosa sta succedendo esattamente su quel ponte? Si sente tesa, vorrebbe scappare e dimenticarsi di quegli spettri. Perché si sono palesati proprio davanti a loro due? Non basta già l'inferno che hanno vissuto? Perché gettare altra carne al fuoco? Se un dio esiste, allora, probabilmente, ce l'ha con loro. Però, qualcosa la spinge a fidarsi delle loro parole. Perché, forse, è stato semplicemente il destino a volere quell'incontro. < Io non so chi voglio essere > esclamerebbe, alla fine. Non lo ha mai saputo. Forse, chi le sta intorno, sa meglio di lei quale potrebbe essere il suo futuro. Norita ed Onosuke le ripetono spesso che lei un giorno diventerà Hokage. Ma la genin non ha mai dato importanza a quelle parole. Non ci ha mai creduto. Forse perché non ha molta fiducia in sé stessa. O forse perché la strada è ancora troppo lunga. Ma diventare Hokage, sicuramente, non è tra i suoi obiettivi attuali. < So solo che voglio proteggere le persone che amo. E per loro farei di tutto, anche a costo della mia stessa vita > e, lasciandosi trasportare dalla situazione, rivela il suo unico obiettivo. Non un grande obiettivo, di certo, ma è tutto ciò che la spinge ad andare avanti. A continuare a vivere quella vita, a volte troppo dolorosa da sopportare. Ma poi, le parole dell'Akimichi le fanno capire che la vita di lui è molto più dolorosa di quella di lei. Perché, probabilmente, ciò che voleva dirle, quella sera, era che sua madre è morta. Le sente quelle parole quasi spezzate dal pianto. Le arrivano come una lama, dritte al cuore. E lei non può fare altro che sgranare gli occhi e spostarli sul gigante spezzato. [Innata on][Chakra 24/30][equip lo stesso] Haku piega la testa da un lato, mostra l'ombra d'un sorriso innocente nei riguardi del gigante. Lo vede avvicinarsi, ma non fa proprio -niente- per arrestare il moto del ragazzo. Solleva soltanto lo sguardo per la differenza d'altezza quando lo avrà a distanza d'ingaggio. Le labbra increspate non mutano forma, bensì s'aprono per parlare di nuovo in sua direzione. <Sei disposto a darmi la tua -umanità- se soltanto io te la chiedessi?> Gli permette d'avvicinarsi al volto, abbastanza da fargli sfiorare la maschera. Oggetto che, sfiorato appena, inizia semplicemente a disgregarsi come polvere. Svolazza nell'aere circostante, liberando il lato del volto che dapprima era coperto. Si sgretola come se fosse talmente fragile da non poter esser neppure sfiorato. Lascia or libera la reale faccia di Haku che, per quanto la prima forte fosse quasi naturale, ha qualcosa di spaventoso. Un'orbita vuota, un volto ormai reso cenere dal tempo passato, ossa della morte sopraggiunta in contrapposizione alla vita ancor esistente. <Sono parte della nebbia ed essa è parte di me.> Gli sussurra ancora, inerme, immobile, utilizzando soltanto le labbra per parlare. Non avrebbe dovuto toccarlo, non si sarebbe dovuto avvicinare, probabilmente. Beh... Poco male. Ha di fronte -qualcuno- che potrebbe, se soltanto volesse, condurlo dove le anime giacciono poiché è da lì che egli proviene. Zabuza, invece, si rivolge direttamente alla fanciulla, ignorando per il momento i discorsi che vengono scambiati tra Haku e Yosai. <Lui è morto per difendere chi amava...> Lancia un'occhiata malinconica alla volta del fedele compagno. <...perché colui che ha protetto non poteva difenderlo a sua volta.> La loro storia la conoscono gran parte dei ninja, specialmente i kiriani che su quel ponte vi passano ogni giorno, se non comunque molto spesso. <Saresti, quindi, pronta a sacrificare -anima e corpo- per proteggere chi ami? Sei abbastanza forte per dirlo con tanta leggerezza?> Zabuza è serio, duro nelle parole che le rivolge, non volendole fare nessuno sconto. E' quasi sorpreso nel sentirglielo dire, ma non è neppure convinto del tutto. Sono lì per risvegliare le loro paure più profonde, i desideri più arditi. Eppure... è probabile che persino i due ragazzi non sappiano bene come agire innanzi a tutto ciò. E come potrebbero? Hanno davanti agli occhi spiriti di ninja morti secoli or sono che, in una notte di nebbia, si son loro presentati per mostrarsi. Smuove l'enorme spadone che ha dietro la schiena, brandito dalla destrorsa, puntandolo in direzione della fanciulla che, rispetto all'Akimichi, è rimasta indietro a circa cinque metri dall'uomo. A tre metri, la punta della zanbato. D'un tratto, potrebbe vederla muoversi, dirigersi verso il fianco di Yosai stesso. <Siete -amici- no? Moriresti per lui?> Scegli Tenshi, scegli. Yosai, invece, potrebbe rendersi conto con la coda dell'occhio e solo in un secondo momento della zanbato che vien mossa, ma in quel momento le braccia di Haku si isserebbero di scatto, serrando con forza quelle dell'Akimichi. <Saresti pronto tu stesso a -morire- per raggiungerla?> E' il teschio nero, ora, sito dall'altro lato del volto dell'essere, a dialogare con lui. [ Quest - GO! ]
Lo sguardo blu profondo dell’Akimichi non si scosta dalla figura che ha davanti, ancora perfetta nella sua fittizia apparente perfezione. Pallido volto della storia prestato al presente per sconvolgere, come se ce ne fosse bisogno, di nuovo, l’animo del gigante. Troppo fresco il trauma, troppo viva la ferita per non cedere ad un semplice accenno di proposta. È in questi momenti che i Ninja mostrano la loro vulnerabilità e il loro bisogno di legami. Ma l’Akimichi ha deciso di camminare da solo. È questo che avrebbe voluto avere il tempo di dire a quella sorella non di sangue che hai di fianco. Che ha deciso di camminare da solo, per il momento. Eppure il destino ha deciso di infliggergli il prezzo di quella scelta troppo presto. Sono flash velocissimi, quelli che balenano davanti allo sguardo del gigante sfregiato. Immagini. Cosa vuol dire cedere la propria umanità? Vuol dire privarsi della capacità di provare sentimenti. Privarsi della capacità di avere legami. Essere condotti solo dalla volontà di azione e dal mero istinto. Ma non è già così? Non sono già queste le emozioni che lo muovono? Domande, non risposte. E di nuovo la ragione vien soppressa <Ti darei la mia umanità se mi permettessi…> è così infine. Il cuore ha parlato. Si priverebbe della possibilità di creare un qualsiasi legame in vita per poter dire alla madre ciò che gli è stato impedito di dirle. Non è una scelta leggera. Una sola lacrima riga il volto roccioso del gigante. I muscoli della mascella son stretti tra loro. I denti stridono fino a far male. Ma ha risposto, infine. Tutti i tuoi legami per un ultimo incontro. Eppure quella scelta non è terminata. Un moto di paura e ribrezzo lo coglierebbe impreparato nell’osservare la vera faccia del demone al quale ha appena rivelato cosa è disposto a sacrificare. Eccolo il vero volto di quella nebbia. Non farebbe in tempo ad osservarlo prima di vedere qualcosa di grosso fendere l’aria al suo fianco. Tenterebbe di flettere le gambe scolpite ma ecco farsi avanti lo spettro ad afferrarlo. Una nuova proposta. E stavolta la risposta è chiara, mentre l’espressione del gigante muta in rabbia <No, spettro dei ghiacci. Io morirò dopo di *lui*> Si lascerà andare all’oscuro mietitore, si, ma non adesso. Non prima di aver compiuto il suo scopo. Digrignerebbe i denti quindi in un ringhio tentando con rabbia di proiettare con forza le mani in avanti verso lo spettro stesso. Non di tirarsi indietro rispetto a lui. Il tentativo? Riuscire ad afferrarne gli indumenti all’altezza del petto, o qualsiasi altra cosa riesca ad afferrare. Qualora solo qualora fosse riuscito tenterebbe semplicemente di compiere un passo in avanti, avvitando contemporaneamente il busto verso destra. Tentando, se necessario, di sollevare di peso lo spettro. La risultante dovrebbe essere una sorta di invertimento delle posizioni. Non ha intenzione di liberarsi, ha intenzione di fare in modo che qualora la Zanbato continuasse ineluttabile il proprio movimento, si trovasse si a colpire l’Akimichi, ma solo dopo aver colpito lo spettro di Aku. Sarà così forte il loro legame, anche dopo la morte? Una scommessa col destino.[Chakra On] Haku si è ormai concentrato su Yosai, mentre l'interlocutore della rosata è Zabusa. Chi l'avrebbe mai detto che, un giorno, avrebbe incontrato uno degli spadaccini più potenti della storia? Ancora, quello le sembra un sogno. Quelle figure davanti a lei sono fantasmi del passato. Eppure sembrano vere, in carne ed ossa. E li tentano, con ogni parola. Con ogni domanda. Haku è morto per difendere Zabusa, la persona che più al mondo amava. Osserva la scena, mentre quella maschera si sgretola al tocco dell'Akimichi. Cioè che vede dopo, la porta a tentennare. Un brivido le percorre la spina dorsale, mentre gli occhi cerulei si concentrano su quell'orbita vuota. E poi la sua attenzione viene nuovamente attratta dalle parole dello spadaccino. Sì, quelle figure sono proprio delle sirene. Le mani tremanti vengono strette in due pugni. Non può permettersi di avere paura. Perché accanto a lei c'è una delle persone più importanti della sua vita. Le unghie penetrano la carne. E quel nuovo dolore placa la sua ansia. Risveglia il suo spirito combattivo. Quello non è un sogno. Quella è la realtà. < Io non so se sono forte >. Non lo sa, ma gli altri credono che lei lo sia. E quelle cicatrici sul ventre di Onosuke, quelle ferite che lei stessa gli ha inferto, testimoniano che lei è migliorata con il tempo. Ma non abbastanza, dato che, dopo più di tre anni, è ancora una semplice genin. < Ma sono sicura di essere pronta a sacrificarmi >. Sì, lo farebbe, se Onosuke o Yosai fossero in pericolo. Sono le persone più importanti della sua vita. Preferirebbe morire, piuttosto che condurre un'esistenza senza di loro. Tanto vale sacrificarsi per loro. Perché, dopo la scomparsa di Norita, se anche uno dei due morisse, lei crollerebbe. E, a quel punto, nessuno più riuscirebbe a tirarla fuori dal suo buio. E, di colpo, egli smuoverebbe la sua spada in direzione di Yosai. Pronto a colpirlo sul ventre. Uno sguardo veloce le fa notare che l'Akimichi ha le braccia bloccate da Haku. E lei corre. Parte, in uno scatto, senza nemmeno pensarci, accorciando quella poca distanza che li divide. Le ritorna in mente il giorno in cui si sono incontrati. D'altronde, il destino non ha mai voluto loro bene. Perché quello stesso giorno, a Chumoku, sono stati attaccati dal dio. E poi, i loro incontri successivi sono stati un susseguirsi di spiacevoli eventi. Questo li ha resi più forti. Tutto questo ha rafforzato il loro legame. Tutto questo li ha resi fratelli, legati insieme da una corda spessa, che non si può spezzare. < Io... > esclama, con decisione e tono alto, mentre raggiungerebbe Yosai, affiancandolo esattamente nella posizione in cui l'arma sta per colpirlo. Intanto l'Akimichi proverebbe a scambiarsi di posto con Haku. Ma nell'eventualità in cui non ci riuscisse, lei sarebbe lì, a fare da scudo. I piedi ben piantati a terra. Gli occhi puntati sulla lama. < ...Sono pronta... > le braccia si tenderebbero davanti a sé, i palmi aperti, pronti ad accogliere un nuovo dolore. < ...a morire per mio fratello! > urlerebbe, arrabbiata. Perché è rabbia tutto ciò che prova in quel momento. E, se la spada continuasse a seguire quella traiettoria, lei sarebbe pronta a ricevere il colpo sulle proprie mani, che cercherebbero di stringere, in quel caso, la lama, anche se invano. Anche se quello le costasse la vita. Anche se quello fosse un suicidio. Lei è pronta ad offrirsi, in cambio della vita del fratello. [1/4 spostamento verso Yosai - 1/4 tentativo bloccaggio della lama con mani - 2/4 morte (?)][Chakra 23/30][equip lo stesso] Vengono compiute delle scelte da quando nasciamo a quando la vita fluisce via dal nostro corpo. Questa nottata in mezzo alla nebbia non n'è esente, tanto da costringere due non tanto -semplici- Genin a prendere delle nuove decisioni. Yosai potrebbe rivedere la madre, morta per mano del Demone Rosso. E' così vicino da poterla quasi vedere, nuovamente sorridente che lo osserva con gioia. Ma si frappone la ferrea volontà di opporsi a chi quella morte l'ha causata. Finché -lui- non sarà morto, l'Akimichi non potrà lasciare queste terre con sollievo. Finché il -Demone Rosso- non sarà nient'altro che un brutto ricordo, non può permettersi di ritrovare sua madre. Al termine di ciò, quando non avrà nient'altro da perdere, potrebbe finalmente decidere di andare da lei; ma non ora. Non oggi. Nel momento in cui cerca di frapporre Haku al proprio posto, Tenshi si avvicina loro in una folle corsa dettata dalla -sua- decisione. Se Yosai ha promesso di non morire, Tenshi giura l'opposto pur di difendere le persone a cui vuole bene. In barba ad ogni scommessa, per quanto forte non riesca a sentirsi, or potrà vantarsi d'aver il cuore d'una leonessa. Non si ferma innanzi a niente e, consapevole che quella zanbato potrebbe tranciarla a metà se soltanto adoperata con abbastanza forza, lei vi si lancia contro lo stesso. Comprendete il -coraggio- e l'ardore della nuova generazione? In un incontro speciale, dove passato e presente s'incontrano, i Ninja di oggi ribaltano la situazione venutasi a creare nel bel mezzo della nebbia, su quel famoso Ponte Naruto. Non appena Yosai prova anche solo a sfiorare Haku, quest'ultimo si dissolve assieme al teschio parlante. <Lei ti aspetterà.> Parlando a nome della madre mentre lo stesso Haku non farà altro se non tornare ad essere parte della nebbia. L'Akimichi ha preso la sua decisione, pertanto l'essere etereo non ha più motivo di restare lì e di rendersi visibile al duo. Zabuza, brandendo ancor la sua fedelissima spada, fenderebbe l'etere e giungerebbe alla meta or coperta dalla figura di Tenshi. Ma... un istante, qualche altro attimo di silenzio ed anche quell'enorme arma sparirà nella nebbia, così com'è apparsa. <Almeno tu hai fatto la cosa giusta.> Qualora aprisse gli occhi, potrà notare una goccia, una lacrima scendere dal viso graffiato del Demone della Nebbia, sparendo assieme al resto dell'evanescente figura. Nessuno dei due si farà del male né ne hanno fatto ad altri. La nebbia, al tempo stesso, sparirà. Il mare sotto di loro è placido, assolutamente tranquillo come il riflesso di Luna che tutto ha osservato in religioso silenzio. [ END <3 ]
Non c’è esitazione, non c’è timore, non c’è niente in quegli occhi se non una rabbia ardente guidata dall’odio più puro che esista. Ma un’emozione così pura da spingere il gigante buono a fare le sue scelte si dissolve lentamente nel notare che quel fantasma torna a dissolversi nella nebbia dalla quale è stato generato. Si perché la rabbia non è per lui. C’è un solo destinatario di quel sentimento <dille che presto sarò da lei, ti prego> un mormorio tenteresti di spingere verso quel teschio marcescente. Un’ultima preghiera verso il mondo dell’aldilà. Eppure non è sfuggito a quegli occhi blu, e quelle orecchie fini il dire di sua sorella che tra l’altro dovrebbe anche essersi posta di fianco a lui. Si volterebbe dunque, il gigante sfregiato, in tempo per salutare con lo sguardo l’altro spettro della storia, lo spadaccino Zabuza. Quanto hanno imparato, lui e la senjuu, da un semplice incontro. Nuove consapevolezze ardono in ciascuno di loro. L’Akimichi ha capito l’intensità del suo desiderio, ma ora osserva con rinnovato sguardo la Senjuu, li frapposta, a proteggerlo dal niente. La osserva. Cosa sarebbe successo se quei due spettri avessero attaccato davvero? Lui avrebbe anteposto il suo desiderio personale al bene della sorella? Sarebbe stato davvero questo, alla fine? Così semplice? Di semplice non c’è niente, se non la felicità di avere vicino una persona come la rosata. Allungherebbe una mano verso la spalla di lei, tentando di poggiarcela sopra, pesante come ogni tocco del gigante. Sgridarla perché sentire un proprio affetto andare a morire per sé è una cosa agghiacciante, o essere fiero per la determinazione mostrata dalla Senjuu? Beh in questo caso non ci sono dubbi <hai trovato la tua forza> un filo diretto con il loro ultimo incontro. La voce è calma, il sorriso è affettuoso, con una vena di orgoglio a decorarlo <Non credo ci sia davvero qualcuno in grado di fermarti> le mormorerebbe poco dopo. Lo terrà per se, il magone di non aver pensato a difenderla, la battaglia dell’Akimichi era su altri fronti. <Ti accompagno all’accampamento...?> quasi una proposta, una proposta rivelatrice. Lui non ci si fermerà, ma ha comunque bisogno di parlarne. E s’avvierebbe con lei [END] Tutto ciò che lei vede in quel momento è quella lama. Quella lama che corre veloce verso di lei. Quella lama che sembra quasi tagliare l'aria. Quella lama che sancisce, forse, la fine di un'adolescente. E, proprio quando essa sta per abbattersi contro le sue mani, svanisce nel nulla. Alza lo sguardo, la rosata, puntandolo contro la figura di Zabusa. Delle parole, poi una lacrima che scivola giù dal suo volto. Per una volta, lei ha fatto la scelta giusta. Per una volta, è stata utile. Per una volta, ha dimostrato a se stessa di essere forte. Di non essere più una debole. E quell'evento segna la fine della sua debolezza. E l'inizio di una nuova Tenshi Senjuu. Rinnovata nell'animo. Forte. Sicura. Decisa come non lo è mai stata prima d'ora. Perché lei e Yosai sono così. Dovunque vadano, portano sempre guai e distruzione. Ma, ogni volta, ne escono più forti, senza rendersene nemmeno conto. Potranno crollare, è vero. Ma ci saranno sempre l'uno per l'altra. Come due fratelli pronti a sostenersi ogni attimo della propria vita. E le gambe, a quel punto cedono, lasciando che il suo esile corpo s'accasci a terra, mentre l'adrenalina scivola via. Si volta, adesso, verso l'Akimichi. Haku sembra essere scomparso insieme a Zabusa. Sono tornati nell'eternità della storia, insieme. Compagni di vita e compagni di morte. Un po' come i due genin. Sente che quella corda si stringe sempre di più attorno a loro. E si rafforza, giorno dopo giorno. Adesso, la mano di lui si poggia sulla sua spalla. < Sì, Yosai, l'ho trovata >. La sua forza sono Yosai ed Onosuke. Non potrebbe mai lasciare che lui si allontani da lei. Entrambi hanno bisogno l'uno dell'altra. Lei, senza di lui, non potrebbe continuare a vivere. Se lui andasse via, non lasciandole nessuna speranza di ritorno, a lei non resterebbe altro che Onosuke. Solo lui. E preferirebbe morire, piuttosto che vivere la propria vita a metà. Senza un pezzo mancante. Lei ancora non conosce le intenzioni dell'amico, ma gli farebbe una richiesta. Una richiesta che serve a tenerla in vita. < Non abbandonarmi >. E si rialzerebbe, facendosi aiutare da lui. < Sì, torniamo all'accampamento >. E, con lui, tornerebbe indietro. Quella sera, non la dimenticherà mai. [END]