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{Il Fuoco della Fenice}

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con Rasetsu, Kioshi

18:52 Rasetsu:
 E' un giorno importante. Kouki l'ha mandato da questo tal dei tali col quale ha avuto una piacevole discussione, confluita nella richiesta d'aiuto per togliere di mezzo Kunimitsu. O qualcosa del genere. S'è lasciato convincere, ma in quel frangente ha ascoltato ben poco della discussione. Era concentrato -anzi, per meglio dire distratto- e quindi ha reputato giusto che si recasse da questo Uchiha per poterci parlare direttamente. La tenda dovrebbe essere in quei dintorni, per cui scruta con attenzione il circondario per assicurarsi che non si perda nell'accampamento di Kusa. E' come quando si trovava al Villaggio: rischia di perdersi per quanto gliene frega d'esso. Solitamente, frequentava più che altro i bassi borghi, i quartieri poveri o malmessi dove sono altrettanto soliti nascondersi i tossici o chi deve qualcosa alla Yakuza. Il Tanzaku Gai, poi, era la sua meta preferita dopo il locale Kukoku: passava più tempo lì che altrove, persino nella cattedrale dei Kokketsu. I suoi abiti sono i soliti, tremendamente pittati di nero con un singolo marchio violaceo tra le scapole, al centro di esse. La camicia è sbottonata ad altezza del petto, lasciando un lieve scorcio pallido di esso. Le maniche sono sollevate sin ad altezza del gomito, cosicché siano liberissimi gli avambracci. Alle mani, indossa un paio di guanti in pelle neri che coprono anche le dita. Di sotto, ha un pantalone, ovviamente scuro, sorretto da un cinturone in cuoio al quale ha agganciato una tasca porta oggetti. Al suo interno, è possibile trovare una quantità varia di tonici che spaziano dal recupero Chakra al coagulante, passando per le pasticche da lui stesso creato suddivise in differenti bustine. Un paio di occhiali dalla cremisi montatura sormontato il suo naso aquilino, privi della caratteristica catenina nera che li sorreggeva. Deve soltanto assicurarsi che l'inquilino in questione ci sia, onde evitare d'aver fatto la strada a vuoto ed aver sprecato ovviamente il proprio tempo. <Tal dei tali, ci sei?> Fuori dalla tenda, dovrebbe comunque esser visibile e la sua voce subentrare, fastidiosa ed in attesa d'una risposta. Insomma... non sa chi ha di fronte e partir così sembra proprio la via peggiore. Però, ehi, è Rasetsu. Non lo comando io, lui si muove da solo. [Chakra ON]

19:20 Kioshi:
 Step by step. Passo dopo passo. Tassello su tassello. Questa è la sintesi degli ultimi giorni vissuti dal Capo del Clan Uchiha. Una continua ricerca dei pezzi del puzzle da completare per portare il suo piano a compimento. Kouki, Itsuki e.. ora è in arrivo un altro possibile elemento della squadra. La Yakushi ha contattato il jonin tramite una lettera specificando in essa la volontà che al team si unisse anche un suo uomo di fiducia. Per l'Uchiha, non è un problema. Vuole fidarsi della donna e per questo ha chiesto di incontrare tal persona per avere una chiacchierata generale. Kioshi attende all'interno della sua tenda, annoiato per i minuti che passano inesorabili e sprecati. La schiena è poggiata con la parte superiore del dorso sullo schienale del suo trono, dipinto di un colore uguale alla sabbia. Dietro tale poltrona, può essere intravisto il ventaglio degli Uchiha. Il gomito destro è tenuto sopra un bracciale di esso con la mano che mantiene il viso del jonin. L'indice si allunga fin alla tempia mentre il pollice si incastra sotto la mascella. Le altre dita sono rinchiuse verso il palmo e il viso di Kioshi esprime tutto il suo malcontento attuale. Odia perdere tempo e in questo momento, finchè quella persona non entrerà all'interno, è quel che sta facendo. Il braccio sinistro invece si distende lungo la parte della sedia dedicato ad esso. Il mantello che di solito indossa è lasciato a librarsi libero nell'aria su un appendino. Indossa soltanto una camicia di color grigio scuro con un colletto alla koreana con sopra un gilet di un tessuto molto leggero di un paio di tonalità minori rispetto all'altro, un grigio molto chiaro per intenderci. Nella parte inferiore, indossa un paio di pantaloni di color nero, elastici che seguono la linea della sua gamba terminando a metà tibia. Lo stivale nero copre il resto, senza lasciar intravedere nessun parte della sua pelle. Ad un certo punto, una voce interrompe il silenzio assordante in quel luogo. L'udito dell'uomo si attiva permettendo all'uomo di far il suo ingresso <Prego, Rasetsu> la sua voce si alza cercando di arrivare all'altro. <Ti stavo aspettando> nel momento dell'ingresso dell'altro, lascerà arrivare queste altre parole. Non si muove per ora. Aspetta che lui si avvicini. [chk on]

19:51 Rasetsu:
 Concesso l'ingresso, egli avanza bardato di nero. Si passa la mancina tra i cremisi ciuffi, già scompigliati di loro e per niente pettinati. Una volta all'interno della tenda, posa le iridi smeraldine sulla figura che siede su d'un trono improvvisato. <Manie d'onnipotenza?> Gli esce dalle labbra in maniera talmente naturale da rendersi conto soltanto in un secondo momento d'averlo fatto. Ed essendo tardi, si limita a stringersi nelle spalle come se non avesse detto invece niente di che. Il trono su cui siede, però, gli dà esattamente quell'impressione e non riesce a star zitto di fronte a ciò. Sosta, quindi, frontalmente all'uomo lanciando però delle occhiate sia a destra che a sinistra per adocchiar quel che li circonda. Sposta il peso corporeo sulla leva manca, aspettando che quindi possa prendere parola. <Detto così, fa anche molto stalker.> Ammette, mostrando quel suo classico ghignetto da quattro soldi formato perlopiù da denti affilati e aguzzi. Resta fermo nei di lui pressi, aspettando soltanto che ci si possa addentrare meglio nella questione inerente alla sua convocazione. <Kouki mi ha parlato di te, ma non ho capito esattamente cosa vuoi fare e cosa intendi ottenere.> Sinceramente dubbioso e perplesso, è questo il motivo che l'ha spinto a protendere per un incontro diretto prima di accettare o rifiutare. Chiaramente, nei confronti della Yakushi non ha avuto MODO né MOTIVI per dire di no, sicuramente non ne troverà neanche nei di lui confronti. Attende, alla fin fine, non può davvero far nient'altro innanzi alla figura enigmatica del Capo Clan degli Uchiha. Lo analizza, non fa nient'altro che questo. [Chakra ON]

20:19 Kioshi:
 Ecco che l'uomo fa il suo ingresso nella tenda dell'Uchiha. Le iridi scure, tra cui una nascosta in parte dal lungo ciuffo dei capelli neri che cade sulla fronte, scrutano quella figura cercando di prenderne subito i dettagli. Lo analizza con un rapido sguardo, soprattutto sull'altrui viso. Le prime parole dell'altro sono quasi ironiche, verso quel trono su cui è seduto il jonin. Il volto di Kioshi ruota di un paio di gradi e gli occhi si abbassano guardando quelle forme su cui è seduto. La parte sinistra delle labbra si allungano, in un sorriso più simile ad un ghigno. <Ti piace?> non è mania d'onnipotenza ma soltanto ciò che gli spetta e che vuole prendersi. Per ora è un trono del Clan, successivamente diventerà il trono del Suono. <Le sedie erano scomode. E per il mio Clan voglio solo il meglio> spiega all'uomo fissando ora i suoi occhi neri su quelli dell'altro. Kioshi rimane immobile nell'ascoltar il resto delle parole dell'altro. Attende, osserva e analizza. Le sue labbra tornano in una posizione naturale in quei momenti mostrando un volto cupo, senza palesare troppo i suoi sentimenti e le sue reazioni a quel che l'altro dice. <Kouki, eh? Davvero una donna intrigante> ripete il nome della Yakushi e le dona un aggettivo. Vuol capire quale fiducia lega lei con Rasetsu e dunque attende una reazione in lui osservando il viso dell'uomo. <Partirò dall'inizio, in modo da darti tutti i dettagli di questa missione> il busto vien spinto in avanti tramite una contrazione dell'addome. Gli arti superiori scivolano sui bracciali fino a cadere e posarsi sui quadricipiti. Le mani pendono all'interno dello spazio tra le coscie del jonin mentre il busto è chinato in avanti. La testa, inizialmente rivolta verso il basso, viene innalzata per rivolgere lo sguardo all'altro. <Il mio obiettivo è quello di riportare il mio Clan agli antichi fasti. Per fare ciò, ho deciso di prendere il Villaggio del Suono e toglierlo dalle mani della donna che ora ne ha il potere> spiega la parte iniziale del suo discorso. Ovviamente non è un pazzo, ma ha un buon motivo per aver deciso questo piano. <Il Suono, da quando si è instaurata l'Alleanza, è diventata sempre più l'anello debole di questo patto. Il suo potere è scomparso, il suo pensiero non conta più e nessuno ascolta più quel che il Suono vuole> mette in visibilità tutti i difetti degli ultimi anni della gestione di Kunimitsu. <La colpevole di tutto ciò è la donna che Kouki conosce molto bene.. Visto che ne ha preso il posto nel Clan> conclude quel che ha da dire per ora nella speranza di aver reso chiaro il concetto iniziale. <Sto mettendo insieme un Team composto da membri provenienti dal Villaggio del Suono. Ma tu..> lo osserva ancora un secondo prima di continuare. <Le tue origini non sono di Otogakure, giusto?> domanda ora lui invece. Vuole capire cosa lo spingerebbe ad unirsi a loro. Insomma, qualcuno di un altro Villaggio che combatte per conquistare una terra non sua. Kioshi vuole vederci chiaro. <Per quale motivo ti uniresti a me?> un'unione che sa di alleanza, questo gli chiede l'Uchiha. A lui ora la risposta. [chk on]

22:26 Rasetsu:
 In piedi, fermo innanzi all'Uchiha, ne scruta il trono e il volto. Sono due entità praticamente opposte, laddove da una parte regna la serietà e la coscienza di ciò che si vuole, mentre dall'altra v'è follia pura e il libero arbitrio che gli impone di fare tutto quello che desidera. Punto e basta. <Se devo essere sincero, no.> Non ha mai desiderato molto essere ricco o trovarsi al posto di Yukio per quanto riguarda il Clan. Non ha queste manie e non è mosso dalla necessità di far affermare i Kokketsu che, tra l'altro, posseggono già abbastanza potere. <Anch'io per la mia famiglia vorrei il meglio, ma non arrivo ad ordinare ai Senjuu un trono di legno pregiato per ogni membro. E noi siamo persino pochi all'attivo.> Pone la manca sul cuore, parlando per se stesso ed esponendo ciò che più gli aggrada. Come detto, il Rosso agisce per il tornaconto personale o, se messe in mezzo le persone giuste, come in questo caso, anche grazie a queste ultime. Gli rifila un'occhiataccia in tralice quando afferma che la Yakushi è una donna intrigante, ma per questa volta sceglie di soprassedere, incrociandole braccia al petto ed aspettando che possa esporre tutto quel che ha da dire in merito, prima di farsi idee che siano esse positive o negative. Annuisce di tanto in tanto alle sue spiegazioni circa Kunimitsu, Oto e tutto ciò che ne concerne. <Intendi la Kage di Oto, dunque. Vuoi andare direttamente contro un Kage. Hai però gli uomini necessari a farlo? Perché non siamo stupidi -né tu né io- e stiamo affrontando genere del calibro di Yukio Kokketsu.> Non sa se posseggano la stessa forza, ovvio, però c'è anche da chiarire che occupano lo stesso grado nella scala gerarchica dei Villaggi. Egli, appunto, si riferisce esclusivamente a questo diretto punto di vista. <Sì, Kouki mi ha raccontato d'averne preso il posto.> Conferma, muovendo il capo per annuirvi. <Non sono nativo di Oto, ma Kouki sì. Lei per me farebbe qualsiasi cosa...> E ha fatto davvero di tutto per il Demone. <...e se lei chiede a me un favore, io non glielo nego. Però, riallacciandomi all'affermazione antecedente dove stabilisco che non siamo due stupidi, dovresti immaginare che -seppur sia per lei- io non lo faccia gratuitamente.> Spiega alla di lui volta, sollevando l'angolo destro delle labbra e mostrando una mezzaluna sogghignante. Anche lui vuole vederci chiaro. Non nasconde il legame che lo lega alla Yakushi, non lo reputa opportuno ed è anzi per lui normalissimo esternarlo, affinché tutti lo sappiano. E' andato persino a Konoha, per lei. Konoha! <Voglio proporti un affare.> Conclude, chinandosi sulle ginocchia e poggiando -quasi emulandolo- le rispettive braccia sulle cosce. I talloni ne sfiorerebbero i glutei, assumendo una posa che, teoricamente per lui, appare persino comoda. [Chakra ON]

23:34 Kioshi:
 Le parole di Kioshi arrivano all’udito dell’uomo dai capelli rossi. Rimane fermo in quella posizione sulla poltrona mentre le dita di entrambe le mani si sfiorano tra loro come se le stesse posando sopra i tasti di un pianoforte. Kioshi ascolta la risposta altrui su quel trono lasciando cadere il discorso con una rapida battuta verso di lui <Questione di ambizione, forse..> scrolla leggermente le spalle, senza dare troppo peso neanche alla questione di quella poltrona. In fondo, è il Capo del suo Clan e ci vuole qualcosa che lo attesti in quelle tende tutte così simili tra le loro. Il loro discorso inizia ad entrare nel vivo. Gli occhi neri di Kioshi osservano le reazioni nel viso dell’altro. Rasetsu vuole capire di più di questo piano percependo quanto può essere rischioso mettersi contro il potere di un Kage. I denti dell’Uchiha si muovon strisciando tra loro. Le ossa della mascella delineano maggiormente i loro tratti su quel viso dando a lui un’espressione più seria. <Mi sembri una persona intelligente, Rasetsu, quindi entrerò nei dettagli di questo piano. Il mio obiettivo è quello di formare un team, come avrai capito, che si occuperà direttamente di Kunimitsu> e questo è chiaro sin da prima. Una squadra d’élite che possa avere la meglio sulla Yakushi. <In più, la motivazione che mi spinge a far tutto ciò è palese agli occhi di tutti> nessuno può negare quanto il Suono sia diventato poco rumoroso a livello mondiale. <Per questo voglio che, dietro le quinte, un’altra squadra spinga il Villaggio a vedere la realtà per quella che è. Tutti i membri del mio Clan saranno disposti a farlo..> ogni Uchiha dovrà seguirlo, questa è la volontà di Kioshi e spera che nessuno si opponga. <E spero che Kouki riesca a coinvolgere la sua Casata in questo piano> due dei Clan più importanti del Suono sono già coinvolti in tutto questo diabolico meccanismo che si sta muovendo ormai e sta coinvolgendo sempre più persone. Kioshi ascolta le parole di Rasetsu su quel legame che unisce lui e Kouki. Le labbra si distendono in un riso sinistro. Il jonin non intende aver a che fare con la donna ma se i due sono uniti da un legame forte, saranno spinti nell’aiutarsi sempre. Questo può giocare a suo favore in questo piano. Lui non sembra voler procedere gratis per entrare nella situazione che coinvolge Otogakure. Questo infatti Kioshi sospettava. Non essendo nato nel Villaggio del Suono, non può essere spinto da quel fuoco che nasce dentro quando si vede la propria casa in difficoltà. La testa dell’Uchiha si abbassa e sorride ora, senza nasconderlo. <Sembra che il mondo sia questo, come dall’inizio dei tempi. Dare per avere..> sussurra quelle parole scandite da un tono macabro. La schiena vien raddrizzata. Le braccia rimangono libere nell’aria tra gli adduttori di lui. <Parla. Ti ascolto> poche parole, molto chiare. Se vuole qualcosa in cambio, questo è il momento. Kioshi non è proprio entusiasta ma è conscio che non tutti possono accettare la sua idea senza aver niente in cambio. E, inoltre, vuole fare un favore a Kouki per permetterle di avere fiducia in lui e in ciò che sta facendo. Un primo passo, quindi, verso Rasetsu. [chk on]

00:12 Rasetsu:
 Scuote il capo immantinente alla sua prima affermazione. <Impossibile.> Deglutisce, permanendo poggiato sulle punte dei piedi in una posizione che soltanto uno come lui potrebbe reputare comoda. <Anch'io ambisco a molte cose, ma non per questo mi faccio creare un trono sul quale sedermi ogni volta. Però...> Ci sta rimuginando sopra, vedendosi già al posto di Jinto e seduto sul trono della Yakuza che vuole, che quasi gli spetta di diritto per anni di ligio servizio privo di fastidi e commenti ai danni del capo superiore. Tutto sommato, è stato proprio Jinto a rompere le uova nel paniere con la richiesta di trarre gran parte dei suoi profitti, anziché lasciare che fosse lui a vedersela da solo. Lascia a sua volta decadere la frase, preoccupandosi degli argomenti successivi e di tutto ciò che li circonda: è un discorso piuttosto serio e necessita persino d'essere lucido. <Ti sembro intelligente? Potrei offendermi. Sono uno scienziato, non sono il primo Ninja che raccatti per strada e che si inginocchia al tuo servizio per qualche Ryo.> Fa schioccar la lingua contro gli incisivi, sbuffando sonoramente e infastidito da una frase del genere. In confronto al Capo Clan degli Uchiha, Rasetsu spesso e volentieri non sa cosa sia la serietà. La usa a suo vantaggio e soltanto quando lo desidera o lo reputa davvero opportuno, lui stesso ovvio. <Non credere che io mi metta a dire in giro...> Mimando il tutto con le braccia innalzate verso l'alto. <...che devono ribellarsi alla Kage di Oto. Non sono quel genere di persona, mi occuperei direttamente dell'atto pratico.> Ammette, ossia riferendosi alla battaglia che potrebbe dunque venirsi creare al momento opportuno ed incisivo della faccenda. Il discorso torna a riguardare la Yakushi, innanzi al quale si limita ad annuire. <Se è la Capo Clan, non penso che qualcuno abbia da ridire.> Il Capo è pur sempre una figura di rispetto posta in alto nella famiglia, lo sa persino lui che rispetta praticamente soltanto Yukio, Kouki e una coppia di strampalati Doku, fregandosene altamente di tutto il resto. Non ha neppur torto, in effetti, nel presupporre che Rasetsu non abbia in sé la fiamma viva che lo lega al mondo Ninja o al Villaggio. Non lo legherebbe neppure a Kusa, figurarsi ad Oto. <Un aiuto per un aiuto, è questo ciò che ti chiedo.> Solleva l'indice manco per sottolineare il tutto, da bravo pignolo qual è. <Abbiamo constatato che io verrei ad aiutarti soltanto perché Kouki è invischiata e mi ha chiesto gentilmente di farne parte a mia volta.> Un'offerta che non poteva -davvero, per nessuna ragione- rifiutare, avendolo costretto a letto(?). Dannata serpentella, cresce davvero bene. Si riallaccia ad un quesito. <Quando poi l'avrai tolta di mezzo, intendi prenderne il posto?> E' una domanda lecita tutto sommato, a suo parere. Vuol dire che necessiteranno di qualcun altro che sappia appunto ricoprire bene il ruolo di Kage di Oto. Infine, l'affare più spinoso. <Tu vuoi togliere questa persona dal cazzo perché reputi che non sia degna del ruolo che ricopre. Io ho il medesimo obiettivo, ma non si tratta d'un Kage. Devo togliere di mezzo un figuro che mi sta tra i piedi.> Gli spiega, senza ancor specificare chi o cosa sia all'atto pratico. <Io aiuto ad uccidere questa Kunimitsu o a imprigionarla o a darle ciò che vorrai darle.> Pena capitale, sevizie, non gli interessa. <In cambio, aiutami a togliermi dai piedi il figlio di p*****a che sta rovinando gli affari della mia Famiglia.> Quella vera, la Yakuza. Accetterà? Un favore per un favore, no? [Chakra ON]

00:51 Kioshi:
 E avanza quell’incontro iniziando a toccare i punti che maggiormente sono protagonisti. Poche chiacchiere e dritti al punto, proprio come piace all’Uchiha. La bocca del jonin però inizia a masticare amaro. La lingua si muove, da destra verso sinistra, dentro la cavità orale assaggiando il sapore della parte interna del labbro inferiore. Kioshi manda giù un boccone di saliva ponendo il suo sguardo verso quello dell’altro. Cerca un contatto con quello sguardo. L’Uchiha ascolta quel che l’altro ha da dire nuovamente su quel dannato trono e il jonin prova a far finta di niente lasciando perdere la questione. La frase successiva del Kokketsu, però, smuove l’istinto di lui che non sopporta più quell’atteggiamento da parte dell’uomo. <Senti..> maledetto psicopatico, altro che scienziato. Il corpo si alza così di getto che la poltrona scivola di un metro all’indietro. In un attimo, le gambe si distendono portando in posizione eretta il ragazzo. Ora si avvicina all’uomo riducendo tramite veloci passi quella distanza mantenendo due metri dall’altro. Non vuole essere una minaccia offensiva verso il corpo dell’altro. L’intenzione è un avvertimento al comportamento tenuto da lui. <Non ho voglia di giocare e perdere tempo. Scienziato o cosa altro tu sia, penso di parlare in modo chiaro e l’offesa non era nei miei piani, ancora..> interrompe le sue parole spinte da un tono deciso quanto arrabbiato per quel che sta sentendo. <Vedi di prendere la questione più seriamente perché mi sto stancando di questo tuo atteggiamento> facilmente irascibile, si può dire. L’appunto al Kokketsu arriva prima del tempo previsto. Se già il fatto di dover inserire nella squadra un membro non appartenente al Villaggio del Suono lo faceva titubare, ora la situazione sta un po’ sfuggendo di mano. Kioshi fa un bel respiro e cerca di continuare quel discorso intrapreso. Il jonin riprende a spiegare la parte secondaria del suo piano cercando di essere più chiaro possibile, così da non essere mal capito. <È chiaro che di quella situazione si occuperanno i ninja di livello minore. Preparati ad affrontare Kunimitsu in persona, se non lo hai capito ancora> d’ora in poi il tono è più crudo nei confronti dell’altro. In questo modo non c’è pericolo che il Kokketsu possa fraintendere o sottovalutare la questione. Kioshi ascolta la proposta dell’uomo. I suoi occhi neri, avvolti in quell’espressione ancor più oscura, si soffermano su quelli dell’altro. Studia le parole di quell’accordo cercando di capirne il valore. <L’idea è quella, ma non è un mio desiderio. Il giorno in cui qualcuno all’altezza si mostrerà ai nostri occhi, quella carica sarà sua. Questo, io e Kouki, abbiamo stabilito> dice riguardo a chi prenderà il potere di Otogakure. Al momento, non c’è nessuno che può farlo al posto di Kioshi. Lui può attendere l’arrivo del prescelto e portare il Suono alla gloria di un tempo. Rasetsu vuole che l’Uchiha lo aiuti a far fuori un tizio. <La tua Famiglia?> domanda ora il jonin cercando di capire di più sulla situazione di cui parla l’altro. Kioshi non avrebbe motivo di entrare in questioni personali. <Tu sei spinto ad aiutare me in questo piano per Kouki. Lei potrebbe rimanerci male se tu non la seguissi. Ma io..> la sua espressione visiva diventa dubbiosa, cercando un valido motivo nelle parole dell’altro <.. quale motivo deve spingermi a fare questo? Un aiuto per un aiuto, chiaro. Ma cosa ci guadagno dopo?> deve esserci qualcosa che gli rimarrà dopo questo patto, oltre all’aiuto reciproco. La palla passa nuovamente a Rasetsu. Tocca a lui. [chk on]

01:21 Rasetsu:
 Oh, gli avvertimenti! Rasetsu non è abituato a darne, parte direttamente con le minacce per farsi ascoltare meglio. Kioshi, invece, ben più pragmatico, s'alza in piedi e gli s'avvicina con lunghi e celeri passi. Al contempo, è il Demone a scattare in piedi e a raddrizzar la colonna vertebrale. Son alti pure uguali. Lo può guardare direttamente negli occhi scuri, seppur sotto ai propri la mezzaluna sogghignante non scompaia neppur per errore. Non ha certamente paura di Kioshi. E' un uomo che non ha ancora avuto l'onore di meritarsi il rispetto del Rosso e, con l'atteggiamento avuto proprio ora nei di lui confronti, è ben lontano a prescindere. <Io non ho neanche iniziato, signor Tal dei Tali.> Ne sostiene lo sguardo, sia mai che si faccia veder impaurito da qualcun altro che non sia gente della quale si fida, la quale comunque non lo vedrebbe mai spaventato da qualcosa. I Kokketsu sono immortali, lui fa strenuo affidamento a questa particolarità del clan, conscio che può essere soltanto ucciso se vogliono davvero mettere fine alla sua vita. Che l'Uchiha ci provi se davvero ci tiene. Allarga persino le braccia verso l'esterno, magicamente teatrale. <Io stesso non sono qui per perdere tempo, pensi che faccia affari standomene seduto in una stenda a chiacchierare?> Anche al Rosso dà fastidio l'atteggiamento che gli viene rivolto, pur conscio che deve riuscire a ragionarci come una persona matura e non come il solito folle scienziato che è. <Affrontare Kunimitsu in persona.> L'idea non lo alletta neanche un po'. Lui vi parteciperebbe soltanto per Kouki, è assurdamente vero, ma vuole guadagnarci a sua volta. Non può non propendere per una richiesta effettiva come quella che gli ha rivolto, eppure il Jonin è a sua volta un osso duro. Non accetta in men che non si dica, bensì è chiaro che voglia delle garanzie a sua volta, dei motivi validi affinché vi si debba invischiare. <E quindi lascerai il trono vuoto in attesa di qualcun altro che sia più valido? Non comprendo la vostra scelta, io me ne sarei appropriato alla prima occasione.> Prendere ciò che gli serve e che è più utile, mera libertà che si concederebbe in qualsiasi caso e senza il minimo sforzo. <Perché Kouki stessa vuole la morte di quell'uomo, tanto quanto me.> Cerca di giocare sulla presenza della Yakushi, per quanto il mero fatto di metterla in mezzo e giostrarci attorno sia assolutamente infingardo da parte sua. Eppure stiamo parlando di Rasetsu, non ci si dovrebbe neppure sorprendere in merito. Usa ciò che ha a suo vantaggio, sfruttando chiunque gli sia attorno. <Chiedimi qualsiasi merce illegale e di contrabbando ed io te la farò avere. Non è una Famiglia qualunque la mia. In queste terre, avrai senza dubbio sentito parlare della Yakuza. Tu vuoi il tuo Villaggio, io voglio ciò che mi spetta di diritto. Posso servirti per combattere un Kage contro il quale potresti non sopravvivere ed io ho bisogno d'alleati per la mia battaglia.> Ecco cosa ci guadagnerebbe, un accordo con la mafia su qualsiasi merce sia reperibile, ammesso ciò gli interessi considerando che si tratta d'un uomo ben diverso rispetto a quelli con cui ha solitamente a che fare. [Chakra ON]

02:04 Kioshi:
 Non è possibile nella vita incontrare soltanto persone che stanno simpatiche a prima vista. Questa ne è una chiara dimostrazione. Quell’incontro sta mostrando il carattere di entrambi gli uomini. Faccia a faccia, seppur distanti, gli occhi di uno si riflettono in quelli dell’altro. Una conoscenza ravvicinata tra i due per capire effettivamente che nessuno dei due si piace più di tanto. Non c’è problema in questo, in quanto il loro patto deve essere puramente circonciso al lavoro da svolgere. Niente legami, niente emozioni, niente sentimenti. Kioshi lascia agli altri questi dettagli e vuole andare dritto e veloce al suo obiettivo per raggiungerlo il prima possibile. L’altro sostiene lo sguardo del Jonin, senza abbassare il viso di una virgola. Questo è il primo elemento che Kioshi apprezza nell’altro. Di certo non glielo farà notare al Kokketsu ma sarà un buon punto su cui fondare quella fiducia necessaria per una squadra. Kioshi evita di ragionar troppo su quelle parole e su quel gesto che porta le braccia altrui ad allargarsi. <Bene. Affronta seriamente i discorsi quando mi incontrerai ancora, allora> un’unica richiesta, neppur troppo complicata dir la verità. Se c’è una questione seria di cui parlare, il jonin non vuole perdersi in frasi ironiche atte per condire uno spettacolo puramente inutile. Ora però è tempo di entrare nel vivo del discorso, lasciando quegli attriti iniziali da parte. Rasetsu ripete le parole dell’Uchiha e quest’ultimo rimarca quel suo fare cercando di capirne i motivi. <Non era quello che volevi? Occuparti dell’atto pratico, no? Kunimitsu è l’atto pratico> questo non è da mettere in dubbio. Vuol vedere una reazione diversa in lui, però. Kioshi sottolinea nuovamente quel che c’è da fare per cercare di vedere in lui una risposta più decisa in modo di far capire all’Uchiha che il Kokketsu sarà pronto quando ci sarà da armarsi. Sulla questione di Otogakure, l’uomo sembra aver frainteso le parole di lui però. Kioshi glielo rispiega, senza alcun problema. <No, nessun vuoto. Io occuperò il potere nel Suono anche se, come ti ho detto in precedenza, non è un mio personale desiderio> dice verso l’altro sperando di essere stato più chiaro ora. Rasetsu spiega a Kioshi ciò che fa la sua famiglia e rivela a lui quale può essere il loro accordo. L’Uchiha ci ragione sopra riflettendo attentamente su quella richiesta. Questa non lo convince in pieno e infatti andrebbe a formulare una controproposta all’uomo. <Delle tue droghe me ne farei ben poco, ma..> lo osserva ancora più attentamente <.. sono sicuro che tu sappia bene come utilizzarle> essendo parte di questo lavoro, non può che essere così. <Se avessi una persona dalla quale mi servirebbero informazioni, sono sicuro che tu saresti in grado di ottenerle tramite i tuoi uomini. Sbaglio?> domanda verso di lui cercando di capire di più. <L’accordo è questo. Ti aiuterò se la tua Famiglia eseguirà dei lavori per me in futuro> non gli sta chiedendo di più di quel che possono fare. Soltanto un accordo formale che unisce l’Uchiha alla Yakuza. Se avrà bisogno di qualcosa, potrà chiedere a loro una mano sulle questioni di cui si occupano. <Cosa ne pensi, scienziato?> non lo chiamerà di certo per nome, non più. Dopo essere stato chiamato Tal dei Tali, è già tanto che non abbia attivato il Susano’o. [chk on]

02:26 Rasetsu:
 Non ci potrebbe esser coppia più mal'assortita di questa. Da un lato, abbiamo un uomo con dei sani principi e capace di rivoluzionare il mondo Ninja, in particolar modo mettendo in risalto la mancanza di Kunimitsu nei confronti del Villaggio che governa. Dall'altro, invece, vi è un uomo che definir tale è da folli, talmente restio alle regole che se n'è fatto di proprie. <Più serio di così, si muore.> Continua però a bazzicare sul bellissimo filo del rasoio, poiché incurante della reazione altrui soltanto perché non ne conosce il potenziale. A conti fatti, sarebbe meglio non avere contro un Uchiha, ma lui che ne può sapere? Ora come ora, ha di fronte soltanto un Ninja che vuole ucciderne un altro per soffiarne il posto. Lo stesso posto che vien fatto nuovamente oggetto di discussione per una mancata attenzione ai particolari. <Non ho certo obiettato. Se gli accordi sono questi, non ho altro da aggiungere.> Si stringe nelle spalle, poiché effettivamente si trova d'accordo soltanto adesso su quel che ci sarebbe da fare. Affrontare un Kage? S'è invischiato davvero in una bella roba, probabilmente più grande e più in là delle sue reali capacità. <Come pensi di aggirare le sue guardie o a farla fuori? Deduco tu abbia pensato ad un piano che vada ben più in là del semplice insorgere dei civili ed i Ninja di Oto.> Andare ad Oto, gli fa tornare alla mente vecchi ricordi di molti, molti anni prima quando incontrò una bambina di nome Bahaa che gli rivoluzionò il modo di vedere la vita. Chissà s'è ancora viva. Ma dovrebbe esserlo. La profezia sanciva che sarebbe stata proprio lei ad ucciderlo una volta divenuta abbastanza adulta da saperlo affrontare. Porta nuovamente gli arti superiori a piegarsi al petto, non osando neppur per un istante distogliere gli occhi e l'attenzione dal ragazzo col quale sta prendendo degli accordi. <Chiaro.> Aggiunge in risposta alla sua idea or chiaritasi del tutto. Gli accordi giungono ad un possibile accordo che lascia pensieroso il Rosso, il quale si concede degli attimi per ragionar bene su quel che gli è stato appena proposto di rimando. <Se non sapessi usare le mie droghe, deduco che non dovrei essere in grado neppure di produrle.> Ironizza a sua volta, poiché è naturale che sappia usarle come si deve specialmente se n'è un assiduo utilizzatore. Ahimé, l'arroganza del Demone non gli permette di vedere più in là del proprio desiderio. Sa bene che affrontare Jinto potrebbe addirittura costargli d'inimicarsi la sua stessa Famiglia se la situazione non va in porto come si deve. Quell'accordo gli serve. <Dimmi chi vuoi cercare e ti farò avere quelle informazioni quanto prima.> Pretende che Kioshi faccia accordi direttamente con lui, tra l'altro, imponendosi già in un certo senso come l'Heddo no Yakuza che, ovviamente, ancora non è. <Penso che abbiamo un accordo. Nyahahah!> Le vie verso il potere sono infinite, bisogna soltanto toccare quelle giuste, no? [Chakra ON]

03:02 Kioshi:
 Se Kioshi non avessi quel carattere troppo serio, potrebbe trovare il Kokketsu davvero simpatico. Non è questo il caso, purtroppo. L’Uchiha prosegue nei suoi discorsi tenendo sempre saldo il suo sguardo sull’altro. Cerca di catturare le sue reazioni alla parole di lui provando a comprendere quel che il suo corpo mostra. Kioshi ascolta ciò che l’altro dice non trovando in lui una risposta troppo convincente. Il jonin spera soltanto che lui non si tiri indietro quando sarà il momento di affrontare la Yakushi. Nutre fiducia nell’intera squadra ma il fatto che Rasetsu non sia di Otogakure, lascia all’interno della mente del jonin un piccolo dubbio. La presenza di Kouki garantisce per Kioshi, però. Se il Kokketsu vedrà in pericolo la vita della sua amata, si tirerà indietro? Pensa che nessuno farebbe una mossa del genere e questo lo rende più tranquillo. Il piano deve essere ancora completato e devono essere guardati i dettagli in maniera maniacale. Kioshi sta aspettando di aver tutta la squadra a disposizione per portare a termine il progetto di attacco. Per quanto sia lui ad ottenere quel potere, non vuole di certo farsi mancare l’intelligenza degli uomini che ha scelto. Il piano verrà deciso in una riunione successiva. <Parte del piano è già deciso. Riunirò te e gli altri due membri del Team, per poterne parlare più precisamente> spiega l’Uchiha rispondendo alla domanda curiosa dell’uomo. I due, dunque, giungono ad un patto che prevede l’accordo richiesto dallo stesso Kioshi. L’idea di avere la Mafia dalla sua parte può essere un affare comodo. Per questo non si è lasciato sfuggire l’occasione. Kioshi dovrà combattere per qualcosa che non gli interessa ma alla fine ci guadagnerà qualcosa. L’importante è questo. <Perfetto, allora. L’accordo è questo> sancisce con quelle parole, sussurrate all’altro come se fossero una stretta di mano. Un patto tra due uomini e romperlo significa soltanto una cosa. Entrambi lo possono intuire senza che ci sia il bisogno di parlare ancora una volta. <Per me è tutto. Presto ci incontreremo di nuovo. Avvisa Kouki da parte mia di ciò..> chiede questo piccolo favore, visto che sicuramente si incontreranno prima che il jonin lo faccia con la Yakushi. Dunque, attende l’uscita dell’altro per ruotare il corpo e tornare a sedere su quel trono. Kioshi ritorna nella posizione precedente. Il gomito poggia sul bracciale e le dita della mano sorreggono la sua testa annoiata. Vi è soltanto una differenza. Le labbra si distendono in un sorriso malefico. Il tempo è quasi giunto. La squadra è ora completa. Nell’aria, l’Uchiha può sentir la vibrazione del Suono. Eccolo che si avvicina, finalmente. Ora non è più tempo per gli scherzi. Da adesso in poi si farà sul serio. <Brucerai, Kunimitsu. Brucerai per l’eternità..> quelle parole vengono lasciate ardere al vento, in solitudine. Lo sguardo perso nel vuoto mentre immagina la donna avvolta nelle fiamme nere dell’Amaterasu. L’inizio della fine è arrivato. [end]

03:24 Rasetsu:
 Il metodo d'agire e di pensare di Rasetsu è complesso tanto quanto i suoi sbalzi d'umore. Potrebbe tirarsi indietro all'ultimo? Probabilissimo. Potrebbe continuare a lottare perché gli accordi presi gli interessano, così com'è interessato a mantenerli vivi? Certamente. Se Kouki rischierà la vita, non è neppur detto che abbandoni il campo di battaglia, bensì che faccia di tutto per difenderla e farla pagare ai diretti interessati. Tuttavia, è un dubbio che al momento non ha senso di sussistere, pertanto resterà soltanto un interrogativo. <Quindi, saremmo in quattro.> Kouki, Kioshi, Rasetsu e un quarto membro che, ovviamente, lui non ha conosciuto e non osa neppur pensare a chi possa essere. Deduce che, a tempo debito, scoprirà questo esattamente come le carte che verranno messe sulla tavola della decisione finale. Ambedue ci guadagneranno qualcosa da questo patto instauratosi, avente come tramite la Yakushi. Andrebbe ringraziata proprio lei. <Non mancherò d'avvisarla.> Sghignazza nuovamente, districando le braccia dal loro precedente intreccio e sistemandosi gli abiti scuri che ha indosso. Gira quindi sui tacchi con lo stesso ghigno di poc'anzi che va allargandosi da un orecchio all'altro, da bravo psicopatico. Anche il suo piano inizia a delinearsi, ma il punto saliente avverrà tra non molto tempo. Deve soltanto avvisare i due Doku ed il gioco sarà fatto. Sa bene che non rifiuteranno mai un pasto così lauto. E tra questi pensieri, lasciando gli Uchiha ai suoi, non farà altro che tornare alla tenda sghignazzando come un matto. [ END ]

Kioshi incontra Rasetsu per trovare un accordo che possa andare bene ad entrambi.
Il quarto membro si aggiunge alla schiera di Kioshi.

Il Team è completo. Sentite il Suono nell’aria?