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Quasi, quasi...mi ci butto

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con Koichi, Hoshiko, Mattyse

21:34 Mattyse:
  [Inizio del ponte] Come se fosse diverso dal solito, è la nebbia a dominare le strade, rendendo difficile riconoscere quei pochi passanti che hanno optato per una passeggiata piuttosto che rimanere al sicuro nelle loro case. E ovviamente lui non poteva essere che tra questi. Di camminare si era stancato già da un pezzo, così, giunto al ponte Naruto, ha deciso di sedersi sullo scorrimano in metallo, mantenendo l'attenzione su un libro che pare averlo colpito più del previsto. Gli occhi ambrati saltano di parola in parola, fissi su quel romanzo stretto nella mano destra: indice e medio reggono l'oggetto, mentre il pollice blocca le pagine per consentire al giovane una tranquilla lettura. Sulla copertina vi è presente il titolo, il paradiso della pomiciata. Mattyse lascia ricadere le gambe lungo lo scorrimano, queste indossano un paio di stivali alti, che stringono fino a metà dello stinco dei pantaloni neri, questi presentano diverse tasche: due esterne sulle cosce, le due consuete sui fianchi e le due schiacciate dal sedere; sono tutte e sei completamente vuote. E' una felpa bianca, munita di cerniera ben chiusa, che copre il busto, dall'addome fino alla base del collo. I capelli bianchi, ricadono verso il lato destro, meno che un ciuffo che va ad infastidire il viso, è la mano mancina che viene sollevata proprio nel tentativo di riportarlo all'ordine, ma ad ogni minimo movimento, quella ciocca torna a penzolare dinanzi agli occhi ambrati

21:54 Hoshiko:
 Le manca il sole in alto nel cielo azzurro, quel tepore d'aria primaverile respirata al Villaggio della Foglia, tramonti mozzafiato che fanno sognar l'anima tanto da alleviarne i dolori, i dispiaceri, tutte quelle preoccupazioni velenose scatenate dalla guerra imminente, eppure, per le strade non si respira la pesantezza di un'ascia sulla testa. Lento è l'incedere lungo il ponte, una passeggiata mirata a cercar gli astri nascosti tra la coltre di nebbia, quanto era bella la Luna attaccata al nero limpido di una nottata perfetta. Al suo fianco, e chissà per quanto ancora. Destino infame, la distoglie dagli obbiettivi prefissati con l'inconveniente dell'amore, seppur ancora però non si tratti di questo, ma di sentimenti sbocciati come pioggia nel deserto. Improvvisa. Refrigerante. Un canbiamento così repentino da scuotere il cuore e riempir un'involucro svuotato dai ricordi, dalle passate esperienze, da quelle gioie che temprano i caratteri affinchè possa essere forgiata la Donna del domani. S'avvicina il corpo al muretto che funge da limitazione tra Lei ed il mare sottostante, le chiare scivolano sulle increspature delle onde, non faranno da specchio fin quando il maltempo continuerà ad incombere, risultando opprimente <...> un silenzio interrotto solo dai rintocchi delle suole di passanti alle sue spalle, palmi adesso poggiati sulla nuda pietra per accusare l'intero peso corporeo, vuole accomodarsi su di esso abbandonando le gambe al vuoto di un'altezza da capogiro, eppure, non sembra destarle molto disagio. Un senso di libertà, gli uccelli sono responsabili di almeno tre grandi maledizioni che colpiscono gli esseri umani, ci hanno dato la voglia di arrampicarci sugli alberi, di volare e di cantare, ma la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli. Si presenta come una donna minuta dalla lunga e setosa chioma corvina, essa si estende fino a metà busto, una cascata pece che non riflette alcuna luce, neanche la più fioca. Dolci i lineamenti posseduti, una bambola di porcellana sul quale il tempo non è ancora riuscito a solcar dei segni, epidermide pallida e spezzata da un lieve rossore sulle gote e labbra carnose, iridi bianche come la neve d'una montagna, appartenenti ad un Clan del quale non conosce neanche l'esistenza, o meglio, non sa di farne parte, forse. Curve sinuose fasciate in un fine cheongsam nero in velluto privo di maniche e spalline, castigato ma che non riesce a nascondere certamente le forme femminili allettanti vantate, la gonna presenta due spacchi laterali che scoprono le cosce ad ogni falcata ed i bordi sono abbelliti da sottili fili dorati. Tentennano i bracciali ai polsi ad ogni movenza, accompagnati da anelli numerosi ad abbellir le dita curate

22:12 Mattyse:
  [Inizio del ponte] Il silenzio lo avvolge, lasciandolo concentrato e completamente immerso in una lettura bizzarra, che a tratti pare esser tutto meno che adatta ad esser considerata al di fuori dalle mura domestiche, tanto dall'essere la causa di alcuni rossori che catturano il viso del giovane. Ma non riusciva mai a dir di no ad un libro, a quella carta marchiata dall'inchiostro, contenenti parole che, insieme, concatenate vanno a formare frasi, dentro al cui vi è sempre qualche nozione, che si tratti di una scuola di pensiero, di un punto di vista o di un esperienza, qualcosa da poter aggiungere alla propria memoria per poter fare di meglio un giorno, senza esser necessariamente lui a dover sbagliare per impararlo. Attorno al ragazzo però, non vi è mai il completo silenzio, vuoi per il vento, l'acqua al di sotto del ponte, e i passanti, tutti sono causa di quei piccoli e sottili rumori che però non vanno a intaccare la sua concentrazione nella lettura. Pare impossibile distrarlo, almeno fin quando non giunge ad una cosa che non si trova così spesso. Un punto, la fine di una frase, posta alla fine della pagina. Solitamente, segno di un capitolo finito, o comunque di una volontà dello scrittore nel far prendere una pausa al suo lettore... ed era buona cosa rispettarla. Il pollice scivola via dalle pagine del romanzo poco prima che l'indice e il medio possano chiuderlo con forza, facendo disperdere nell'aria un rumore sordo, anche se non così forte. Il polso si piega, ponendo al propri sguardo la copertina del romanzo, che fa nascere un sottile sorriso sul volto del ragazzo. "E chi lo avrebbe mai detto." Dice fra se e se, alzando ora gli occhi verso quel poco che è visibile, posandoli sulle figure dei passanti, poi sui cancelli presidiati dai ninja. Poco oltre riesce a notare una figura, ma non a darle dei dettagli. La nebbia, ai suoi occhi, la rende semplicemente una sagoma nera. Piegato in avanti il busto, sposta così il baricentro, ricadendo sulle piante dei piedi, la mano destra, viene fatta ricadere lungo il fianco, mentre la sinistra va a cercare la tasca. Non è curiosità verso un soggetto in particolare, quanto la semplice voglia di sapere quali dettagli la nebbia gli stia nascondendo. E' il piede sinistro il primo a muoversi, sorpassando il gemello per iniziare a camminare nella direzione di quella che, man mano, andrà a prendere delle fattezze sempre più femminili

22:36 Koichi:
  [Ponte Naruto.] Una luna che incanta nel suo firmamento oscuro, la stessa che si nasconde dispettosa al di sotto di quel banco di nebbia che vela parzialmente la sua presenza e quei raggi argentati, che si riflettono sulla superficie d'acqua che circonda il Ponte Naruto, lo stesso che starebbe attraversando attentamente, passo dopo passo. Un susseguirsi di orme, in quel moto lento e semplice, mentre lo sguardo ambrato si dipingerebbe su ogni elemento, su ogni dettaglio, che rientra nella propria capacità visiva. Un silenzio che lo abbraccia e sembrerebbe accoglierlo, permettendo la possibilità di rendere un rifugio tale dai proprio pensieri. Lineamenti del volto rilassati e decisamente quieti, in quella scansione ritmica, alla quale si accompagna il moto oscillatorio delle braccia, lungo i corrispettivi fianchi. Semplicemente un paio di pantaloni neri a fasciare le leve inferiori, dal tessuto abbastanza ampio ed elasticizzato per permettere movimenti ampi ed improvvisi; mentre superiormente è una maglia grigio chiara a velare il torace, senza che questa si incastri perfettamente con la propria fisionomia, non risaltando quel corpo esile, senza un apparato muscolare sviluppato. Quasi inerme da quel profilo, con una prestazione fisica minore a quella di un semplice essere umano. Distante da quel concetto, quasi non per eventualità ma per decisione personale. Crine azzurro che incornicia intanto il volto, con quei ciuffi ribelli che ricadono adeguatamente lungo la schiena maschile, li sfiora e danza ad ogni sferzata d'aria fresca, ad ogni brezza che risale ed accarezza le goti. L'unico tepore che può accettare, inglobale, è quello dovuto al frutto delle energie fisiche e psichiche all'interno del plesso solare, in un composto che agisce e rende l'organismo intriso di una nuova linfa energetica. Ovviamente il proprio equipaggiamento è totalmente disposto su di lui: essenziale e potenzialmente spartano, concentrato in quelle due tasche nere legate in vita e posteriormente alla propria presenza; solo la placca metallica spiccherebbe dinanzi al collo, mediante una striscia di tessuto nera, per renderlo un esponente della carriera militare, a servizio di Kusagakure no Sato. Ignaro delle presenze che potrebbe incontrare da lì in avanti, man mano che le distanze verrebbero dimezzate, ridotte, ma in maniera graduale. [Chakra ON][Equip.Scheda]

22:50 Hoshiko:
 Lieve la brezza che ne accarezza la chioma, essa si muove come se volesse imitar le onde del mare sotto i suoi piedi, un solo squilibrio e la vita potrebbe scivolar dalle mani, eppure, è così meravigliosa quella sensazione palpabile di poter volare per raggiungere il cielo stellato tanto amato. Bastarda la Luna che neanche con la nebbia vuole nascondere il suo candore, illumina la fitta coltre di una luce fioca, troppo debole per fendere l'oscurità tetra della notte. Si solleva la gamba sinistra, lenta accarezza la pelle nuda della gemella fino ad accavallarla su di essa, una postura più comoda, assecondata da entrambe le mani che poggiano sulla pietra accusando il peso del busto indietreggiato. Come potrebbe accorgersi dell'arrivo di Mattyse alle sue spalle, al momento è ancora troppo lontano seppur i suoi passi echeggino a piccoli boati per la suola impattata sul pavimento, assolta nei suoi pensieri che si riducono probabilmente solo ad una persona, immagini nitide pronte a far nascere un leggero sorriso sulle labbra, ma qualcosa viene interrotto poichè l'uomo continua ad avanzare tanto da render noti gli interi connotati ad entrambi. Rotea il cranio, scivolano le iridi bianche su l'intera figura altrui per studiarne i dettagli, non li ricollega a nessuno dei precedenti incontri, ma è palese che la stia fissando con insistenza, inarca un sopracciglio <ci conosciamo, Signore?> leggera la voce, un canto melodico di una sirena per quanto è carezzevole all'udito, un'angelo in completezza se non fosse per l'atteggiamento stizzito e sfiducioso verso gli sconosciuti. Raddrizza il busto e, con l'aiuto degli arti inferiori, rotea le natiche per fronteggiarlo - premurandosi ovviamente di trattenere le ginocchia chiuse - l'ora è tarda, tanto da far sgusciare fuori non solo le crature dei boschi, ma anche chi, le tenebre, le possiede anche dentro. Inutile dire che l'attenzione, essendo proiettata su Mattyse, non riesce a coinvolgere anche Koichi, in fin dei conti al momento potrebbe essere solo uno dei tanti cittadini intenti ad attraversare il ponte

23:05 Mattyse:
 Non si aspettava certamente di doversi avvicinare tanto per poter dare dei dettagli a quella figura misteriosa che, per giunta, gli stava dando le spalle. Forse era meglio andarsene e non disturbare, evitare di creare problemi e rischiare di stuzzicare chissà quale animale. In fondo era periodo di guerra e nell'ora tarda sono soliti girare persone che normalmente si dovrebbero tenere lontane e già nelle giornate precedenti ne aveva avuto conferma... già, una persona sana di mente probabilmente se ne andrebbe, una persona a cui non le si addica il detto ti puzza la vita. Il ragazzo prende un profondo respiro avvicinandosi ancora a Fumie, bloccandosi di colpo quando questa si gira. Il suo sguardo lo congela, fa tremare qualcosa dentro di lui, ma quella voce ne va in contrasto. Il sorriso suo suo volto non tende a svanire, a contrario, pare ampliarsi e cedere ad una qualche risata, mista fra una divertita ed una nervosa. "N-no, non penso." Confessa sollevando lentamente le mani, portandole all'altezza delle proprie spalle, con i palmi rivolti verso di lei, quasi intento a tranquillizzarla, senza però mollare mai il libro. "E poi signore... Per favore, non sono certo un vecchietto." Cercherebbe di sdrammatizzare, scuotere un po' l'animo di quella donna per strapparle un qualche sorriso. "Chiedo scusa se ti ho disturbata. E' che... bhe come dire." Portati entrambi i piedi l'uno accanto all'altro, abbassa gli occhi ambrati verso il terreno, rivelandosi un poco imbarazzato, ma senza demordere. "Hai mai visto una figura a cui non riuscivi ad associare nulla? Neanche un dettaglio? E hai mai sentito quel irrefrenabile voglia di dargli tutti quei dettagli che ti sono nascosti? Bhe, ammetto che eri la mia figura senza dettagli" Le guance hanno acquisito un lieve colorito rosso, dovuto sempre all'imbarazzo, ma Mattyse continua in quello che, anche per lui, è un vano ed inutile tentativo di salvare la faccia. "Io sono Mattyse. E spero tu non mi voglia prendere a schiaffi!" Forse è a causa dei duecento pensieri che sfrecciano nel suo cervello in cerca di qualcosa definibile come soluzione che non riesce a notare la figura di Koichi

23:17 Koichi:
  [Ponte Naruto.] Labbra che si imprimono, una contro l'altra, smuovendosi appena verso il lato destro: una piccola smorfia che si dipinge improvvisamente e lascia un debole turbamento, in quel ciclone di pensieri che sembra attanagliarlo. Mugugna con un basso tono, come se stesse riflettendo a qualcosa di importante, talmente da attingere alle proprie braccia e farle intrecciare dinanzi al petto, conserte. <Che noia.> Sfiora appena dalle labbra, quando potrà trovarsi, talmente immerso nei propri pensieri, da non notare come nell'altro scorri mano, a circa [10 metri] alla propria [sinistra], si possa notare la presenza di un corpo femminile, quella di [FUMIE], intenta ad accostarsi su quel muretto, con quelle gambe a penzoloni e poco più distante dal corpo sinuoso un giovane mai conosciuto od intravisto. E' verso [MATTYSE] che dunque ripiegherebbe il proprio cranio, scrutando con maggior interesse, palpabile, mentre l'intercedere viene smorzato, in una decelerazione lenta e fluida, quasi elegante, per permettere alla propria altezza di farsi notare: centosettantotto centimetri, per essere precisi. <Non credo che sia propriamente consigliabile quella posizione, senza le dovute protezioni.> Ovviamente come si riferisca ovviamente alla ragazza, la quale non ne conosce neanche le potenzialità, oltre all'identità, ma sicuramente è un'altezza discreta e può non sapere se l'altra sia capace di attingere al flusso che tutti i Ninja accorrono, per sorreggersi all'esterno del livello d'acqua. <Fai attenzione.> Un unico monito, mentre compierebbe un quarto di rotazione, anti oraria, per porre la propria schiena sull'altra ringhiera, dove si trova lui, e far combaciare i gomiti col supporto alle proprie spalle, inarcando minimamente la schiena. Uno spettatore semplice, mentre continuerebbe a permettersi il lusso di guardare le vicende dei due sconosciuti; neanche invade ulteriormente quello spazio, rimanendo piuttosto accorto alla ragazza, per ovvi e già citati motivi. Le mani si chiudono e si aprono, rapidamente, a constatare la pressione, la vitalità del proprio organismo, pronto a qualsiasi reazione. [Chakra ON][Equip.Scheda]

23:41 Hoshiko:
 Attenzione momentaneamente riversata nella sua interezza verso Mattyse, lo scruta da capo a piedi con lo sguardo innevato che parrebbe vitreo, nessuna emozione lasciano trapelare se non la pura freddezza che solo il ghiaccio riuscirebbe a far provare sulla pelle <questo lo vedo> rimbecca prontamente riguardo l'età del giovane, ma nessun sorriso viene scaturito dalla sua ironia lasciando permanere le labbra carnose fisse, serrate ad ascoltar con attenzione ogni parola elargitale per imbastire un discorso. Come sono strani gli abitanti di questo Villaggio, riescono a irrompere nella vita distruggendo ogni muro eretto per la propria privacy, incurva il sopracciglio coadiuviando il capo ripiegato lateralmente, scivolano le ciocche lungo l'epidermide del viso, una carezza leggera che ne esalterebbe forse la bellezza perfetta di una ragazza semi spettrale <spero che la tua curiosità allora si sia dissipata adesso> solleva le spalle con sufficenza, non le interessa d'evitar l'imbarazzo, in realtà, non comprende neanche il motivo di quel rossore sulle gote dando quindi la colpa alla frescura serale, all'umidità intrisa nella coltre di nebbia che gli attanaglia ogni giorno passato sull'isola <Io sono Fumie Akemi, piacere di conoscerti> ed ecco che ascende lo sguardo per soffermarsi sul libro trattenuto sotto il suo braccio <amante dei libri? Nel luogo abitato so di un negozio abbastanza fornito, magari potrebbe interessarti> lo stesso dove, Itsuki, uscì con una busta colma d'acquisti dai generi più disparati. Collegamenti celebrali alla pari di una macchina, quel che basta insomma per elargir informazioni basilari affinchè il discorso risulti fluido, scorrevole, privo di qualsiasi impedimento di sorta. Un'altra, ora, è la voce che le smuove i timpani tanto da costringela a saettar verso Koichi, mancina sollevata per afferrar una ciocca corvina e trascinarla dietro l'orecchio <grazie per il consiglio, nel caso spero che recuperiate il mio cadavere> tono dipindo di un'ironia tutta sua, macabra per certi versi, ma accentuata finalmente da un leggero sorriso che malapena riesce a sollevar gli angoli della bocca. Lei, sola, due uomini su di un ponte, il tutto condito da un tempo atmosferico degno di un film Horror, eppure, nessuna preoccupazione trova sfogo nelle movenze attuate, tanto da accavallar le caviglie ed iniziar a dondolare nel vuoto <strano come da queste parti l'aria guerrigliera non s'avverta poi così tanto...anche voi siete stati invitati alla festa nuziale di qualche sera fa?> lasciamoci trasportare dalla chiacchierata, in fin dei conti, nessuno dei due par destare sospetti con atteggiamenti scontrosi.

23:55 Mattyse:
 Ci ha provato, ha cercato di entrare nella zona di confort della ragazza con le cose migliori che gli siano passate per la testa in quei pochi secondi. Le migliori, si, perché voltarsi e scappare come un ladro colto in fragrante era stata la prima idea, ma certamente non avrebbe rassicurato la ragazza e, cosa più importante, non gli avrebbe garantito la sopravvivenza. Un pensiero rapido va ad una ragazza dai capelli rossi, incontrata sulla spiaggia qualche giorno addietro, anche a lei non avrebbe dato l'aggettivo di pericolosa, ma quella subito aveva dimostrato il contrario. Abbassato lo sguardo, non può che deglutire della saliva, inumidendosi poi rapidamente le labbra passandovici sopra la lingua, una classica reazione nervosa. Forse è giunta l'ora di andare via e rinunciare, perché continuare ad umiliarsi dinanzi ad una ragazza che, giustamente, pare voler mantenere le distanze? La risposta non arriva a questa domanda, ben sì, giunge un altra domanda, sta volta proprio da quella ragazza che pare tanto distaccata. "Si" Risponde in maniera semplice a Fumie "Oh, in realtà a casa ne ho parecchi ancora da leggere, mi pare esagerato prenderne altri." Il piede sinistro sorpassa il destro, ma verso questo stesso lato, il ragazzo non è intenzionato ad avvicinarsi direttamente alla giovane, quanto a mantenere una distanza regolare con lei, in modo da avvicinarsi al parapetto in pietra, senza rischiare di farla sentire aggredita. Una voce diversa però lo obbliga a voltarsi, rendendolo così vittima del proprio sguardo. "Se cadessi saresti te a venirmi a riprendere?" Chiede a Koichi aprendo bene gli occhi e sollevando le sopracciglia, forse era un modo interessante per rendere la serata più vivace! "Si, sono stato invitato anche io, però alla fine non ci sono andato." Sbuffa posando il sedere contro il parapetto, palleggiando poi lo sguardo fra i due, in attesa di una risposta dal ragazzo. "Alla prima occasione me ne torno a casa. Sono stufo di questa nebbia."

00:04 Koichi:
 Lui, come una semplice vittima di uno scenario che neanche s'attendeva di rientrare, nell'attesa che qualcosa accadi, qualcosa si plasmi dinanzi a sé. Accoglie il nome della fanciulla nel frattempo che trova adeguata posizione, avendo il duo dinanzi al proprio sguardo, concentrato. <Sembra che questa sia la serata dei tuffi.> Dato che entrambi indirizzano nel genetista un ipotetico tentativo di aiuto. <Vorrei evitare che accadesse, ma se dovreste cadere, cercherei di recuperarvi prima che moriate.> Un respiro leggero, debole. <Altrimenti spero di rinvenire almeno i cadaveri e concedervi una degna sepoltura.> Macabro vero? Eppure lo scivola dalle proprie labbra con un modo placato, come se fosse davvero ironico che possa accadere, che fallisca nel proprio tentativo di recuperarli prima che sia troppo tardi. <Quale è il tuo nome?> Esprimerebbe verso il ragazzo ancora sconosciuto, che detta la volontà di voler tornare quanto prima nel proprio villaggio. <Il mio è Koichi ed appartengo alla squadra ospedaliera.> Un potenziale medico, dottore, ma totalmente affine ad un ramo diverso, distaccato da quello che potrebbe esser interpretato dalle proprie parole. I secondi dunque scorrono, impetuosi, quando è la domanda femminile ad erigersi: <Ci sono stato, ma non ho trovato nulla di interessante.> Per non affermare che sia inciampato e sia crollato nel sonno dentro un cespuglio. Qualche secondo ulteriormente, prima di ritrovarsi nella più totale noia, con uno sbadiglio che difficilmente viene stroncato, ma riparato dal palmo della mancina mano. <Mh.> Semplice, mentre si concederebbe una spinta di reni, per andare avanti e ridurre drasticamente le distanze, per arrivare a [3 metri] alla [sinistra] di [FUMIE], affiancandola quasi ed osservare dinanzi. <Inizio ad avvicinarmi per venirvi a prendere, nel caso.> Decanta, sensibile. [Chakra ON][Equip.Scheda]

00:20 Hoshiko:
 Inclina il busto affinchè, con una leggera rotazione del craneo, possa avere la possibilità di rimirar il mare sottostante, chissà quanti metri saranno a distanziarli, un pensiero fugace dettato dalla mera curiosità di un discorso aperto da Koichi <nel caso non dovrai far neanche l'autopsia...avrai assistito alla scena e sono sicura che ci sonerai giustizia attraverso parole d'addio> la morte è solo una dolce culla nel quale ricadere, a differenza della vita che dona solo sofferenza. Si spalancano impercettibilmente le palpebre in quel lampo dai capelli dorati, forse non è poi così male, ma il tutto sfuma nell'udire la conversazione in corso, difatti torna a posar le bianche su Mattyse, annuendo blandamente per lasciar intendere l'attenzione riguardo ai libri <qual'è lo stile che prediligi? Io adoro le poesie> un sospiro che tacito sgattaiola via dalle narici, inclina la nuca per rimirar la Volta opacizzata dalla nebbia <La luna venne alla fucina col suo sellino di nardi. Nell'aria commossa la luna muove le sue braccia, e mostra, lubrica e pura, i suoi seni di stano duro> recita la più facile da ricordare, un tono pacato come fosse una leggera ninna nanna pronta ad accarezzar gli animi perpetui. Schiocca la lingua contro il palato per poi inumidir l'arco di cupido con una passata fugace, alterna lo sguardo su entrambi, ma è al lettore che continua il dire <Non ti sei perso molto a dir la verità, bella musica certo..ma l'alcol sembrava acqua> o forse è lei che possiede una resistenza tale da non esser riuscita a beccarsi la sbronza. Sbuffa ancora seccata dal divertimento mancato, tornata nell'alloggio a bocca asciutta <da dove vieni?> una domanda lecita prima di passar sul Dottore ora avvicinatosi drasticamente, solleva la gamba per incrociarla nuovamente sulla gemella, scivola il il velluto della gonna sulla candida pelle per scoprir, grazie allo spacco, la coscia. Non vi è malizia, sembra un gesto naturale di chi, al momento, desidera solo mettersi più comoda <sta attento a non esser tu la causa della mia caduta> ammicca divertita per esaltar l'ironia di tale affermazione

00:31 Mattyse:
 Avere un dottore nei paraggi poteva essere d'aiuto, anche per come stava prendendo piega la serata. "Mattyse." Risponde rapido a Koichi, sollevando la mano destra per posare sul parapetto il libro. Entrambe le mani poi vanno a posare i palmi, sempre sul parapetto in pietra. Il ragazzo cercherebbe di issarsi su questo per potervici sedere, dando le spalle al vuoto. Un sorriso si porge al medico come ringraziamento. Non è un aspirante suicida, non desidera la morte e come gran parte dei mortali la teme... Ma qualcosa lo attrae, non nella morte stessa, quanto in quello che la precede molto spesso. "Dite che una caduta da qui uccida sul colpo? O posso aver la possibilità di agonizzare un poco?" Chiede con un lieve tono ironico,piegando il busto all'indietro e facendo lo stesso con il capo, lasciando cadere in quella direzione i capelli. Per quanto possa essere ironico, la tentazione è forte, anche per mettere alla prova il ragazzo. "Leggo di tutto. Sono cresciuto con l'idea che nei libri vi è conoscenza, che siano poesie, romanzi o racconti autobiografici." Risponde perdendo ogni tono giocoso a Fumie, alzando ora gli occhi ambrati in direzione del cielo, quasi speranzoso di poter vedere qualche stella, nonostante sappia già che la cosa è alquanto ardua vista la nebbia. "Vengo da Konoha. Bhe, non sarà stata una gran festa, ma mi sarebbe piaciuto andare dalla sposa e confessarle tradimenti immaginari del marito... magari sarei tornato a casa con qualche pedata!" Nel parlare acquista entusiasmo man mano che giunge verso la parte finale della frase, tanto da arrivare ad accennare ad una flebile risata. "E te Koichi? Ti piace leggere?"

00:35 Koichi:
  [Ponte Naruto] Lo sguardo si affonda nel mare sottostante, cercherebbe quasi di affondare le proprie pupille contro di esso, contro le varie increspature, notando come venga dolcemente sospinto dal vento presente. Lo segue, nota quella luna che compare e scompare, in molte fasi alternate, prima che la schiena maschile possa curvare in avanti, con quel busto che si espone miseramente in avanti, con i gomiti che si inchiodano nuovamente alla ringhiera, lasciando che ogni dito della mancina mano ritrovi il suo gemello della mano opposta. Quasi disperso in quella meraviglia, in quel suono della continua natura, come se le parole pronunciate dagli altri fossero un semplice accompagnamento di quello spartito musicale. Li ode, percepisce i loro fonemi, ma si infrangono dinanzi alla bellezza di quel posto. <Non sono un amante di Kiri, ma devo ammettere che detiene anch'essa quel velo che ti intriga.> Riguardo alla decisione di ritornare nel proprio domicilio, ripiegando appena il cranio in direzione di [MATTYSE], per osservarlo nuovamente e da una posizione più ravvicinata rispetto a dove prima sostava il Chuunin. <Nessuno dei due è capace di gestire il Chakra?> Una domanda cortese e di pura informazione, dato il loro enunciare a riguardo di un ipotetico salvataggio. Chiunque fosse adibito a tale capacità, potrebbe probabilmente sostenere con maggior facilità l'intento di riemergere, adeguatamente, da quel flusso d'acqua. Una domanda semplice e senza cattiveria alcuna, lasciando che sia l'accavallar delle gambe femminili, nivee, a prendere vigore nel proprio campo visivo; la nota, ma non sembra destare in lui un sintomo di malizia, per quanto possa risultare vicino alla controparte. <Non credo di esser così stupido da desiderare una morte innocente e neanche distante dall'idea di spingerti, solo per aver il titolo di salvatore.> Socchiude la voce, in una nenia che si evince come una carezza fonetica, verbale. <Credo...> Stimerebbe. <che dipende come il tuo corpo arrivi all'impatto con la superficie.> Valuterebbe, notando il movimento pericoloso altrui. <Ed io che avrei voluto una serata rilassante.> Borbotta, quasi indispettito. <Ho letto molto nel passato, ma per studi e non per passione.> Tomi medici, tomi medici senza una fine. [Chakra ON][Equip.Scheda]

00:49 Hoshiko:
 Discorsi sul suicidio che le farebbero spalancar impercettibilmente le palpebre, si diverte a sfociare in discorsi dove, certi individui, riescono ad esprimere le loro più recondite fantasie perverse, malate a tal punto di macchiar l'anima con azioni deplorevoli, accompagnati dal dolce sussurro della morte sempre in veglia, lì dietro l'angolo <nessuna agonia, a meno che tu non sia fortunato con qualche scoglio> solleva le spalle con sufficenza lanciando nuovamente un'occhiata in tralice verso l'acqua torbida. Mare così nero da non distinguersi con il cielo ed il paesaggio circostante, affascinante certo, ma l'umidità penetra nelle ossa e fose, per chi possiede qualche anno in più, potrebbe divenir un problema alle articolazioni. Crede. Ad ogni modo, l'unica reazione destata sul suo corpo è l'elettricità statica che solleva qualche ciuffo corvino e un pallido rossore a colora le gote ed il naso, solleva la mancina affinchè possa carezzar l'epidermide della coscia priva di veli, simula un rassettar ingiustificato, come se dovesse ammazzar il tempo tra quelle chiecchiere portate via dal vento <Koichi ha ragione, dipende anche dall'impatto...anche se a giudicare dall'altezza, credo che non potresti dormire più con il ventre rivolto verso il basso per un pò di tempo> bianche scivolate prima su Mattyse al quale dona un flebile sorriso, poi, successivamente torna sul Dottore captando il malumore che tali argomenti paiono suscitare. Impassibile l'espressione, spezzata da uno sfarfallar di ciglia che esprimerebbero un velo di disappunto <io sono capace di utilizzare quell'energia> informa, vaga, per rispondere al quesito affinchè le acque si calmino almeno tra loro <perciò potrai far a meno di ripescarmi come un merluzzo qualora dovessi scivolare seppur, ad essere onesta, non mi è mai capitato> acida, puntigliosa quanto basta per svelare un caratterino ben lontano dai lineamenti angelici <ad ogni modo, certo, Kiri ha il suo fascino, dipende molto dalla prospettiva con il quale si osservano le cose> ognuno di loro avverte il mondo esterno in modo diverso, lo percepisce in base alle esperienze vissute, ma cosa accadrebbe se avessimo pareri più oggettivi? <personalmente, credo che sia un peccato la continua presenza della nebbia. Sbiadisce i colori, rende poco nitido il contorno come fosse una matita sbavata sul disegno> lei preferisce i dettagli, quelli che riescono a rendere uniche le creature, la flora rigogliosa di una primavera in arrivo.

01:02 Mattyse:
 L'attenzione si rivolge ai due, ponendo in loro favore il proprio sguardo mentre le gambe iniziando a dondolare: la destra viene portata in avanti, sollevata lievemente e, mentre scende per picchiare con il tallone contro il parapetto, è la gemella a sollevarsi, alternandosi in questo continuo movimento. "Dovrei essere davvero fortunato quindi" commenta a bassa voce, quasi in un sussurro, come se si tratti di un pensiero a cui è stato donato appena un filo d'aria per uscire a perdersi col vento. "Ho iniziato da poco ad usarlo, non sono sicuro di riuscire effettivamente a farci qualcosa in questo contesto. Però l'adrenalina potrebbe aiutare no? Il pensiero di non poter sbagliare, il..." Il capo si volta repentino in direzione del mare. "...no, non saprei neanche cosa inventarmi." Sembra così rinunciare all'idea di apprendere qualcosa di nuovo con quella folle tecnica, tornando ora con gli occhi in direzione di Koichi. "A me non dispiace. La nebbia crea un sottile velo di mistero. Permette a tutti di scindere con chiarezza la forza fra la nostra curiosità e l'istinto di sopravvivenza. Sapere e rischiare, o ignorare ma stando al sicuro. Anche se non so se ci si può definire veramente al sicuro. Con i tempi che corrono..." Afferma in maniera più pensierosa. L'idea di buttarsi giù e vedere se Koichi sia in grado di salvarlo torna nella sua testa come una buona idea e non più come la folle di qualche istante fa.

01:11 Koichi:
  [Ponte Naruto] Rilassato solo parzialmente, in quanto il proprio occhio permane ancora decisamente vigile su entrambi, dato che le tematiche che sfiorano non risultano essere decisamente lieti ed accoglienti come un pasto caldo, dopo una lunga giornata lavorativa. Sono sfondi cupi e tragici, al quale è oramai abituato fin dagli albori del tempo, fin dalla propria nascita, seppur ne ricorda nessun aneddoto. E' in quel ritornare indietro di fotogrammi che una scena bianca si mostra dinanzi alla propria mente, come incapace di riavvolgersi indietro. Ne accoglie però almeno l'informazione che la fanciulla saprebbe controllare l'energia richiesta, dunque potrebbe almeno ambire ad un minor spreco di energia per recuperarla. <Credo di dovermi impegnare abbastanza, ugualmente, per assicurarmi che tu non faccia entrare troppa acqua nei polmoni.> Alzerebbe appena le spalle, incassando la nuca: <A meno che lo spaventa non ti faccia un infarto prima dello schianto, ma...> Un respiro poco più forte, quasi esasperato. <Cambiamo discorso.> Non è propriamente un consiglio quanto una richiesta essenziale e necessaria, verso il duo. Anche perché anche l'altro continua a sottolineare quegli intenti, dunque meglio smorzare decisamente la situazione. <A me la nebbia in realtà mi fa arricciare il naso, ma non perché non la accetti, ma è mio compito quello di salvaguardare il perimetro e la cosa rende difficile, sopratutto in vista di uno scontro col nemico.> Dunque è puro dettaglio dal punto di vista militare, in quanto non è propriamente qualcuno che sfrutterebbe quel velo per nascondersi. Ha altre risorse a riguardo. Dunque compierebbe qualche passo laterale, per avvicinarsi maggiormente a [FUMIE], per arrivare questa volta a circa [1 metro]. <Non osate buttarvi.> Sussurra, debolmente. [Chakra ON][Equip.Scheda]

01:35 Hoshiko:
 Ruota il canio quel che basta per spostar il viso in direzione di Mattyse <ci sono altri modi, in ogni caso, di morire, per ora gioisci di cosi tanta meravigliosa compagnia> mancina sollevata per esser passata tra i capelli, vanitosa in quel suo accentuare le forme con un colpo secco del busto che smuoverebbe i seni, il tutto accompagnato da un'espressione giocosa accentuata da un sorriso. Ascolta i pareri sulla nebbia, ma è su Kiocchi che si sofferma con lo sguardo bianco per svariati minuti <non potrà donare visibilità, tuttavia, entrambe le parti godono di un nascondiglio che non permetteno di percepire la presenza reciproca> anticipare le mosse affinchè nessuno riesca ad oltrepassare il Villaggio, spargere quel caos malato che vedrebbe la popolazione in un bagno di Sangue innocente versato per le vie, prevenire per contenere le perdite senza assorbir brutti colpi <se si piazzassero sentinelle lungo il perimetro con rispettive trappole, si avrebbe maggior controllo del territorio nonostante potrebbero esserci già infiltrati utilizzati come cellule dormienti> ragionamenti fini quelli della ragazza, come se volesse entrare nella mente del nemico, leggerlo voracemente per trovar la chiave della sua sconfitta <c'è troppa libertà a mio parere, non sembra una guerra, ma l'attesa per abbracciar la morte senza donar importanza alla gente indifesa> palmi ora che si racchiudono in stretti pugni, un'impeto di rabbia riversata anche sulla mascella stretta, per non parlare di fantomatiche missioni. Inviare Ninja altamente preparati in giro per i territori, a quale scopo? L'unione è cio che costituisce una forza portante, la divisione crea debolezza, rende vulnerabili ed infatti, or ora, vi sono troppi lati scoperti, un piatto allettante se sventolato dinanzi a bestie assetate di vendetta, di potere, e chissà quali altri lugubri ragioni che li spingono a compiere questi atti. Avverte l'avvicinarsi, ma quell'unico metro a distanziarli le sta stretto, gamba da prima accavallata viene sospinta in avanti quanto basta per tentare di poggiar la suola sulla sua spalla, non riesce a distenderla ed è per questo che il ginocchio risulta essere flesso <non mi butto, non ne ho l'intenzione, ma allontanati> seriosa, secca, caparbia a pretendere rispetto per gli spazi personali, inoltre, questo gesto porta a barcollare per lo spostamento repentino

01:48 Mattyse:
 E' la voce di Fumie che giunge per prima alle sue orecchie, probabilmente era un invito velato a mollare quel discorso, ma koichi lo richiede in maniera più esplicita e facile da comprendere. L'argomento della conversazione pare spostarsi alle tattiche di guerriglia con la nebbia come intralcio. In effetti, difendere un qualcosa in presenza della nebbia, è sicuramente un' ardua missione. "Con la nebbia, chi sta fermo è in svantaggio. Non sa chi lo colpirà, quando e da dove. Chi attacca, invece, ha solo il dubbio su chi sarà il suo avversario." E' un pensiero semplice il suo. Il ragazzo ci si immagina, immerso nella nebbia, con il compito di non far passare qualcuno da un cancello. Come fare? Non può vedere il nemico arrivare, ne sapere chi sia o quanti siano... Può solo aspettare come un topo in trappola. "Si necessiterebbe di un lavoro di gruppo. Saper usare la nebbia non tanto per nascondersi quanto per prendere alla sprovvista l'avversario, almeno secondo me." Ecco che ci riprova, si immagina nello stesso contesto precedente, ma accompagnato sta volta dai due. Lo schema teorico nella sua testa richiederebbe due elementi in difesa, per evitare che le due fazioni non si incontrino, e l'ultimo in attacco, che vada a prendere lui l'avversario, decidendo lui il luogo in cui affrontarlo, il tempo ed il modo. Decidere le condizioni di ingaggio è decidere di usare un importante vantaggio. "Penso che i vecchi libri sulla guerra non facciano poi così bene..." Commenta abbassando lo sguardo in direzione del romanzo che ha stretto nella mano destra fino a poco prima, accennando ad un lieve sorriso. La mano destra si avvicina all'oggetto per afferrarlo, successivamente, viene portato dinanzi al proprio volto, mentre con la mano mancina va a sfogliare le pagine in cerca dell'ultima che era stata letta.

02:25 Koichi:
 Il torace che si gonfia di ossigeno, si riempie per qualche secondo, per poi diminuire il suo volume lentamente, nell’atto di osservarsi attorno, brevemente, notando come il tempo giunga inesorabilmente, come sabbia. <Non credete che la nebbia possa limitarsi a questi impedimenti.> Sono solo i primi, ovviamente, quelli che si denotano con un semplice sguardo. Risulterebbe fin troppo facile parlare di nascondersi dietro quel banco opaco, soprattutto se non si è Kiriani e dunque abituati anche a quell'umiditá decisamente elevata. Poi durante il proprio lento e graduale avvicinamento, potrà avvertire un impedimento. <Uh?> Osserva vagamente quella suola, sulla propria spalla, con graduale barcollamento dell’intero corpo durante quel movimento. Si limiterebbe a fissare per alcuni secondi quella gamba, quella leva inferiore debolmente ripiegata su se stessa, che gli impedisce di avvicinarsi ulteriormente. La inquadra, slitta più volte dal viso di lei alla sua gamba. Alterna, per poi spostarsi minimamente indietro, non con rapidità, dato che non vuole darle un totale senso di vuoto, in modo tale da calibrarsi a quella ritirata maschile. <Presta attenzione.> Solo ciò esplicherebbe con un sussurro, senza vagliare l’essenza di quella frase, come se fosse un monito oltre alla potenziale caduta. La guarda, con un viso piuttosto serio e provo di ulteriori sfumature. Dunque compierebbe il passo indietro, cosciente che l’altra abbia ritrovato equilibrio. <Vi consiglio di ritornare nei vostri accampamenti.> Ad entrambi, accentuando il cranio in segno di saluto, di congedo, prima di scomparire totalmente dalla zona, immergendosi nell’oscurità totale. [Chakra On][Equip. Scheda][Exit]

02:42 Hoshiko:
 Sposta il piede una volta che egli s'è allontanato, la muscolatura si rilassa quanto basta per permetterle di abbandonar la seduta e tornar in posizione eretta <se non puoi usare la vista, devi far affidamento al resto dei senti> un ninja è anche questo, no? Ma non rimarrà li a dileguarsi oltre, piuttosto lancerebbe un'occhiataccia in tralice mirata a soppesar la figura di Koichi <grazie papà, accorrerò subito ai ripari> rotea le palpebre per aria, rotea l'intero corpo, donando le spalle ai due uomini, sinuose le anche ondeggiano in quell'avanzata mirata ad allontanarsi dal duo <ci si vede> com'è strana la vita e gli incontri casuali [exit]

02:50 Mattyse:
 L'impressione data da Koichi è quella di un ninja che si rifiuta di nascondersi, cosa che obbliga Mat a guardarlo con fare curioso quanto stupito. Che significa? Non saper sfruttare la nebbia e dimenticarsi che ogni impedimento è tale sia per se che per quello che è il proprio rivale. Scrollate le spalle, scuote appena il capo, tornando a posare i propri occhi ambrati sulle pagine del libro. "Non preoccuparti, se proprio andrà male, mi troverai la giù" Trovata la pagina, la blocca con il pollice della mano destra, indicando nel mentre con quello della mancina il mare alle sue spalle. "O forse è meglio dire se troverai qualcuno là, sarò io" Continua lui a parlare, anche se a bassa voce, vista la velocità con cui Koichi se ne è andato. Lo sguardo si scosta un attimo dal romanzo per tornare sulla figura femminile, a cui porge un piccolo sorriso. "Buona serata signorina Akemi." Il sorriso si amplia sul suo volto, accennando ad un lieve inchino con il capo prima di tornare sul libro. Non è intenzionato ad abbandonare il ponte tanto presto, a contrario, non avrebbe rischiato di abbandonare l'attenzione da quelle parole scritte su quelle pagine prima di aver concluso almeno un altro capitolo. [End]

Fumie, Koichi e Mattyse si incontrano su un ponte e scambiano due chiacchiere