Hiyashi-bachi 冷し鉢
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Giocata di Corporazione
Giocata del 27/04/2020 dalle 19:58 alle 23:43 nella chat "Foresta di Mangrovie"
[Accampamento - Tenda] Un bianco kimono ricopre la minuta figura della giovane Yakushi, è un vestiario dalle morbide, larghe e lunghe maniche che arrivano a coprirle interamente le delicate e piccole mani. E’ corto e le arriva a circa metà delle cosce e il tessuto è ornato da motivi floreali che vanno dal blu all’azzurro in una scala di sfumature piacevole alla vista. In vita il kimono è stretto da una fascia azzurra, un obi privo di fiocchi e molto semplice sul quale è legato il coprifronte di Kusa con la placca in metallo recante il simbolo bene in vista. Ad altezza cuore e dietro la schiena tra le scapole è cucito il simbolo del clan Yakushi che porta con orgoglio, e sotto al kimono indossa un paio di pantaloncini corti e neri che spuntano appena al di sotto dell’abito, questi ultimi sono attillati ma elasticizzati per non impedirle i movimenti. Alla coscia destra, al di sopra di una bianca fasciatura, è presente il porta kunai e shuriken mentre in vita, dietro la schiena, il porta oggetti. Infine a concludere tutto vi sono i neri sandali ninja. Quest’oggi la Yakushi ha raccolto i neri e lunghi capelli in un alto chignon che lascia libere solamente due lunghe ciocche ai lati del viso che le ricadono in avanti sulle spalle ed esse, insieme alla frangia, incorniciano il suo viso fanciullesco e candido. Di fatti la pelle della ragazza risulta così bianca da sembrare quasi trasparente, come se ci si potesse vedere al di sotto tutto il ricamo intricato delle vene. Incastonati in quel viso vi sono gli occhi profondi e magnetici della ragazza, di un colore giallo come l’ambra più preziosa e antica, esprimono serietà e concentrazione, come suo solito, accompagnati da delle pallide labbra distese in modo neutrale. Il suo corpo dal collo in giù è completamente segnato da orribili cicatrici di diverse forme e dimensioni, che occupano ogni centimetro della sua pelle e sono visibili solo laddove i vestiti lasciano a nudo la pelle: sulle gambe, sul collo e parte del petto lasciato in vista per via della scollatura del kimono. Dietro al collo in particolare si nota la scritta incisa nella carne col ferro e col fuoco che recita: “E-001”. Il suo solito marchio che mai potrà cancellare. Solo il viso è stato lasciato intonso e perfetto, ed ella gode comunque di eleganza e femminilità nonostante la bassa statura di appena un metro e mezzo, e un corpo senza forme troppo accentuate. E’ una serata piuttosto normale, quasi piatta, che sta trascorrendo all’interno della sua tenda, seduta ad una scrivania improvvisata sulla quale si trovano diverse carte e documenti, per lo più cose che riguardano il suo clan e che ha appena finito di sistemare e gestire. Dall’altro lato invece sono presenti degli altri documenti e qualche tomo, tutto inerente al suo lavoro da ricercatrice dato che ha scelto di perseguire quel ramo. Non si smette mai di imparare e di ampliare le proprie conoscenze, per questo la ragazza, nonostante l’espressione neutra e assorta, è decisamente felice di passare così le sue serate. E’ seduta in maniera comoda ed elegante, la tenda non è molto grande ma le dona abbastanza spazio per tutto quello che le serve. L’entrata è ovviamente chiusa da un pezzo di tela che può comunque essere benissimo scostato, ma non se ne cura più di tanto al momento, i suoi sensi sono comunque in allerta, e in ogni caso sta aspettando qualcuno. Appoggia il gomito sinistro sulla superficie e sul palmo della mano vi appoggia la testa che si piega così leggermente verso sinistra… spunta un piccolo sorriso mentre lo sguardo scorre fra quelle parole e quelle pagine. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] Il tempo fa da tiranno ai suoi movimenti; dopo incessanti di giorni spostamento tra le terre Ninja si trova adesso ad aver trovato la prima vera ed utile traccia per completare la fase tre del piano proposto. Sotto gli occhi è marchiato dall'assenza effettiva di riposo, quelle occhiaie che prendono un intenso colore rossastro che tanto può ricordare il fondo di un bicchiere di vino. Si muove per l'accampamento allo scopo di raggiungere una precisa ed importante tenda, un appuntamento il suo, richiesto con una persona molto speciale. Nonostante di medici ne esistano tanti, così come sian presenti altrettanti ricercatori, sono poche le figure che riconosce nell'organizzazione mondiale medica, e nessuna di queste è abbastanza utile per raggiungere i propri fini. "Pensi che ti aiuterà?" La voce risuona al proprio fianco, appartenente allo spirito Seimei che costantemente lo deve seguire. Appaiono entrambi identici, due ragazzi alti un metro e mezzo, con addosso uno yukata violetto dalle maniche tanto larghe dal nascondere i dorsi delle mani. Non è stretto al petto, lasciando ben esposta una sottoveste bianca che ne cela le carni, lasciando ben visibile soltanto il viso, caratteristicamente pallido. I grandi occhi giallastri son ciò che cattura di più, e per l'Insonne - Nemurimasen - c'è da considerare anche lo sguardo. Le palpebre superiori son appena abbassate ed è dipinto un sorriso tra le labbra, dandogli un'aria terribilmente dolce. Non è neanche una maschera, in effetti se gli venisse posta la domanda lui si riterrebbe gentile. Un obi alla vita stringe e tiene il vestiario, che va concludendo in un paio di sandali da ninja su cui poggiano i piedi, coperti da una calzatura bianca. L'unica cosa che differenzia le due figure, è un fuuda presente sulla guancia, che per L'insonne si presenta nero e per lo spirito bianco, entrambi riportanti il kanji del giglio rosso. "Uno Yakushi farebbe tutto, per ottenere nuovi spunti di ricerca-- o per avvicinarsi ai suoi obiettivi." Ecco la risposta di Nemurimasen ad Hanako - lo spirito. Gli volge lo sguardo e sorride come a prendere in giro l'esser fanciullesco altrui. Gli Yakushi son rinomati..in ogni loro caratteristica. Il loro nome è sempre stato un urlo nel mondo ninja e con la guerra civile di Oto si sono affermati come effettive serpi. E' una jonin, la figura che incontrerà, la rinomata Kouki Yakushi. E passo dopo passo raggiunge i pressi di quella tenda, pressi nei quali inizierebbe ad appesantire il passo. Il perché, è ovvio. Vuole essere sentito, udito con lo scopo di far un'entrata non solo più teatrale, ma aspettata. Il chakra è attivo, un'abitudine nonché un elemento fondamentale per velocizzare ogni spostamento effettuato. E' alla ricerca di una cosa, e potrebbe raggiungerla molto più facilmente se oggi raggiungesse un accordo con la capoclan delle serpi. E' visibile una sacca legata all'Obi, all'altezza della vita, un portaoggetti con qualche tonico ed utilità varie. "Sei troppo in guardia con me, Hanako; ho solo buone intenzioni.." chiude ogni discorso con quelle vaghe e potenzialmente false parole, udibili persino dalla ricercatrice qualora il suo udito sia sull'attenti verso l'arrivo dell'ospite. E di fronte alla tenda, la mano sinistra verrebbe alzata per scostare lentamente il tessuto che nasconde l'entrata. "Perdoni il disturbo.." un modo d'introdursi, eventualmente scavalcando la soglia e lasciando lì i sandali ninja. { chakra on } { Hanako - Png Seimei } [Accampamento - Tenda] Di preciso non sa chi aspettarsi ne tanto meno il motivo di quella richiesta, ma la curiosità è il motore che sembra spingere la Yakushi e quindi lungi da lei rifiutare una tale richiesta. Probabilmente è anche per questo che stasera si sente particolarmente felice, nonostante il piattume, e per questo il sorriso permane sincero e ammorbidito. Lo sguardo per il momento rimane attento a ciò che sta leggendo, e solo di tanto in tanto lo solleva per osservare l’ingresso nella tenda nella speranza di vedere il prima possibile il suo ospite. È la prima volta che le capita una cosa simile e di recente sta solo facendo esperienze nuove che servono ad ampliare le sue conoscenze. Nella sua testa rimane ben vigile e udibile la Voce di Mirako, solo a se stessa ovviamente, se ne sta lì, nascosta dentro di lei, ad osservare attraverso gli occhi della Yakushi. <Non saprei dirti.> sibila in un basso sussurro, lento ed elegante che rivolte unicamente a Lei, una sorta di risposta a chissà quale tipo di domanda. La mano destra non impegnata a sorreggersi il capo, volta le pagine man mano che conclude di leggerle. Se la prende comoda, senza fretta, padrona del suo stesso tempo. Ci sono tante cose da fare, è vero, ed è presente in lei anche una certa foga e desiderio di arrivare a concluderle il prima possibile, tuttavia il suo corpo non tradisce questa fretta, mostrandosi calma, placida, elegantemente controllata. Il sorriso ora si assottiglia sempre di più e va a coinvolgere lo sguardo, il quale si affila leggermente… ora sembra che stia sogghignando, avvolta dal piacere e dalla curiosità. Non deve attendere molto per fortuna prima di sentire dei passi in avvicinamento… forse forzati, ma almeno capta qualcosa, e questo la spinge a sollevare la testa e a rimettersi diritta con la schiena, mentre entrambe le braccia si posano delicatamente sulla scrivania… la mano destra sulla sinistra. Gli occhi vengono puntati ferali verso l’ingresso, il sorriso presente e lì la Serpe attende, come farebbe un predatore con la preda che si avventura nella tana dei serpenti. Il tessuto dell’ingresso viene scostato e a fare il suo ingresso sembra essere un ragazzino… alto quanto lei, capelli corvini, occhi grandi e gialli, pelle candida… le somiglia. Persino quelle occhiaie fin troppo marcate trovano un riflesso sul volto della Yakushi, la quale è incline a soffrire di insonnia. Non si aspettava una persona del genere e sicuramente ora inizia a ad analizzarlo in ogni suo minimo dettaglio soffermandosi sulla guancia marchiata e i vestiti, e poi… l’altro. Sembra quasi un gemello ma traslucido e questo attira ancor di più la sua attenzione e soprattutto la sua curiosità. La Yakushi si alza così dalla sua posizione, delicata e lentamente, ergendosi in tutta la sua minuta altezza, uguale a quella del suo ospite. <Prego.> lo invita ad entrare, cortese ed educata, con un sibilo basso e melodioso ma perfettamente udibile. Il respiro è lento e controllato, deve cercare di capire con chi ha a che fare. <Con chi ho il piacere di parlare?> innanzitutto è bene comprendere questo piccolo e primo passo fondamentale anche se fosse solo per essere sicura di chi è appena entrato nella sua tenda. Silente aspetta, senza fretta, lasciando a lui il dono della parola per poter rispondere. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] La prima ed immediata reazione è l'aprirsi improvviso degli occhi, nella realizzazione fulminea di trovarsi di fronte ad una figura che...Davvero condivide fin troppi tratti estetici con lui. China il capo di lato e la mano sinistra va alzandosi per carezzarsi dietro il collo, osservandola bene quasi come si aspettasse che replicasse i movimenti effettuati. Ma non si tratta di uno specchio, non che la cosa gli causi disappunto- Anzi. Gli angoli delle labbra s'alzano appena, impavido e coraggioso nella tana della bestia. C'è qualcosa di estremamente positivo, nel suo sguardo che ad un civile parrebbe semplicemente fanciullesco: quella profonda ed estrema convinzione che ogni cosa stia scorrendo dove dovrebbe essere. Nel riconoscersi, in quell'orridezza innaturale v'è un baleno di somiglianza, l'impronta della discendenza che in realtà non esiste. Hanako s'allinea una decina di centimetri dietro l'Insonne, ponendo agli occhi altrui l'ovvia differenza di posizione, chi domina e chi viene dominato. A seguito della conferma della Yakushi, avanzano contemporaneamente, facendo scivolare dalle spalle il tessuto poc'anzi spostato per accedere alla tenda e riportandolo dove appartiene. Nonostante le voci ed ogni conoscenza legata alla fama di lei, non s'aspettava davvero di vedere una ragazzina. E conoscendone la posizione di capoclan non è che naturale il balenare negli occhi dell'attenzione, immediatamente la etichetta come figura rilevante. E le labbra, infine, si schiudono, ma non esce altro che un soffio freddo. Il dubbio lo assale. Presentarsi come Hanae? Eppure, gli sembra un tale spreco. Una possibilità di dare all'altra un indizio in più, un gioco che un giorno, quando il crepuscolo si rivelerà a tutti, diverrà ovvio. "Il mio nome è Nemurimasen. " Alle ultime sillabe del proprio nome procede a flettere il busto, portando una mano al petto ed allargando all'altra, in un teatrale e drammatico inchino che dura pochi secondi. Lo spirito al suo fianco, Hanako, chiude entrambi gli occhi e si limita ad abbassare il capo in direzione della Yakushi, distaccandosi dai modi di lui. "Volevo ringraziarti per avermi accolto tempestivamente." La missiva è giunta da poco, e la risposta è stata altrettanto celere. Il viaggio è avvenuto rapidamente ed ha dovuto prendere un battello a vapore nel cuore della notte per raggiungere Kiri entro le prime luci dell'Alba. Gli occhi andrebbero finalmente a spostarsi senza troppo interesse per ogni angolo di quella tenda, analizzandone gli strumenti e oggetti presenti come se stesse verificando di essere nel posto giusto. E la mano sinistra s'infila nella larga manica della gemella, mostrando lentamente un fuuda e infondendovi immediatamente una quantità di chakra tale dal far uscire una vecchia pergamena presa da poco ad uno dei grandi templi buddhisti di Kusa. La apre, rivelando solo a sè stesso il contenuto a causa della prospettiva e nascondendo il suo viso alla Yakushi. " Ecco...considerata la sua fama da ricercatrice, speravo in un accordo che mi portasse a ricevere la cartella clinica di un uomo- Ecco.." rileggendo quella lista di nomi, chiude alla fine la pergamena, incastrandola tra l'obi e lo yukata. "Affari." Insomma, inutile perdersi in chiacchiere. { chakra on } {hanako } [Accampamento - Tenda] Non è un ragazzino normale ma qualcuno degno del suo interesse… per via dell’aura che emana, dalle sensazioni che le trasmette e da quella presenza dietro di lui. Il viso fanciullesco, il sorriso e lo sguardo di chi potrebbe ingannare o forse raggirare, ma sono solo sensazioni le sue e niente di fondato. Bhe, per lo meno non è un Uchiha. Effettivamente sembra di trovarsi di fronte a uno specchio o a una sua versione maschile… si illude solo per qualche secondo che possa essere qualcuno di appartenente al suo clan, ma è solo un momento, un lampo di luce che così come arriva svanisce. Non riesce a definire quel ragazzino, e come potrebbe se lo ha appena visto? Quel sorriso mellifluo permane sulle sue pallide labbra che si dischiudono appena per permettere alla lingua di leccarsi le labbra, la punta passa sul labbro superiore e poi inferiore. Quello sguardo ferale e attento, magnetico, rimane fisso su quegli occhi provati e dorati quanto i suoi. Un lungo silenzio da parte sua mentre egli avanza portandosi dietro quella specie di fantasma. Lo segue, come farebbe un servo. <Nemurimasen.> lo scandisce lentamente, lo assapora, lo accarezza quel nome… ha un qualcosa di melodico sebbene un po’ complicato da pronunciare. Non associa quel nome a nessuno che ella possa conoscere o aver sentito dire… forse? Chissà, al momento non direbbe. <Bhe, tu conosci bene il mio nome, quindi non mi dilungo nelle presentazioni.> convenzioni sociali, che noia, quando può le evita soprattutto se superflue, ma con un cenno delicato del capo accoglie quella cortesia da parte del ragazzino. <Mentre il tuo amico?> si riferisce al gemello translucido ovviamente… fa scattare la lingua sul palato e incrocia le braccia al petto sollevando appena il mento, mostra tutta la sua curiosità in merito, il suo interesse. Non sembra una persona, lei, che accetta rifiuti alle sue domande… deve conoscere, vuole sapere tutto. Ad ogni modo in quella tenda c’è anche un tavolino basso, a lato, sul quale sono presenti una teiera e tre tazzine, tutto in porcellana. Il thè è ancora caldo e fumante se lo prepara sempre la sera, per se stessa ovviamente, ma forse dovrebbe offrirlo? Non lo sa in realtà, ma tanto vale provare… alla peggio rifiuta e sarebbe solo meglio per lei che se lo potrà gustare tutto da sola. <Desideri del thè?> accenna con la mano destra al tavolino e attende una sua risposta nell’attesa anche di sapere il motivo della sua visita. <Figurati, trovo sempre del tempo per chi mi chiede un incontro.> si destreggia in quella situazione come se ci fosse abituata, quando invece è la prima volta che le capita una cosa simile… ebbene non sembra cavarsela poi tanto male, anche se si è dimenticata di offrire un punto di appoggio al sedere altrui. <Mh.> un piccolo mugugno mentre lo osserva tirar fuori la pergamena, la apre ma lei non vede nulla… assottiglia dunque lo sguardo come se potesse vederci attraverso e a lungo rimane in silenzio lasciando parlare l’ospite. Sa usare bene le parole lui… inclina appena la testa da un lato per osservarlo da un’altra angolazione, lo fissa come se volesse entrare nella sua mente, insinuarsi nel suo profondo. Le spire della Serpe si allungano verso di lui e lo circondano… solo prevenzione il suo atteggiamento, non si sa mai. <Quella pergamena a cosa ti serve?> sembra abbia ignorato la richiesta dell’altro per concentrarsi solo su quello che interessa a lei al momento, tuttavia dopo qualche attimo di silenzio che dona all’altro per rispondere in qualsiasi modo egli voglia, si collegherebbe alla richiesta, agli affari, che lui le ha posto. Si muove sinuosa da dietro la scrivania per aggirarla e porsi con passo elegante di fronte a lui… un sorriso, lo sguardo, il cuore che si anima dall’emozione all’idea che potrebbe ottenere qualcosa. <Dunque vuoi un accordo per ottenere qualcosa che ti interessa. Allora… inizia col dirmi cosa mi offri in cambio.> lui è venuto da lei, lui ha richiesto un colloquio con lei… dunque cosa mette sul piatto? [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] Percepisce già che tra lui e la Yakushi s'è formato il legame caratterizzante di una relazione artificiale, adornata da una quantità smodata di forme cerimoniose che mirano a dissimulare con non poca efficacia le loro effettive intenzioni..Che in ogni caso verranno presto esposte. La sua volontà si fa meno di fronte all'interesse verso sguardi curiosi, verso ogni movimento altrui, per qualche momento s'impaccia nella mente e rimane immobile, conscio che potrebbe impiegare un po' a raggiungere un accordo- Non per difficoltà nel comunicare, ma proprio per l'affinità nel farlo. Osservando la lingua della serpe mentre questa si inumidisce le labbra lo porta istintivamente ad alzare lo sguardo, a seguire uqei movimenti, ma immediatamente torna sulla pergamena, con un intoccabile desiderio di mostrare all'altra che s'è impegnato artificiosamente a non prestare attenzione. Il capo s'abbassa in un cenno di conferma quando l'altra parla della non necessità di presentarsi, e quando l'attenzione si sposta su Hanako gli è istintivo rivolgergli lo sguardo. Lo sguardo s'affila in maniera minimamente percettibile, un dettaglio fugace per le menti più acute. Diventa per un momento inquisitore, come se stesse tenendo d'occhio quell'entità che tanto gli assomiglia, come se...sì, insomma, volesse mettergli pressione a rispondere nel modo giusto. "E' un po' timido. Forza, non essere maleducato.." Sorride alla ricercatrice, allungando la mancina per afferrare dolcemente il polso dello spirito, tirandolo al proprio fianco per allinearli. E finalmente, egli parla. "Mi chiamo Hanako.." Lo sguardo s'abbassa, come in preda ad una timidezza superiore, alla soggezione. Le pupille sono impercettibilmente dilatate. E dopo quel dire, immediatamente Nemurimasen riprende controllo della situazione, muovendo qualche passo per avvicinarsi al tavolino indicato ed attendendo. "Mi farebbe molto piacere." Dopo aver viaggiato in lungo e in largo negli ultimi giorni, con i muscoli effettivamente stanchi dal continuo utilizzo, un momento di pausa potrebbe apprezzarlo persino lui. E quale modo migliore, se non un thè? Sarebbe stata diversa la situazione se l'offertà della Yakushi fosse stata del cibo. Attendendo che sia la padrona della tenda a muoversi, la seguirà al basso tavolino presente per prendere posizione. Ma prima..Affari, e realtà. Le parole altrui interrompono il ritmo della conversazione, con una certa veemenza. Una curiosità che necessita d'essere soddisfatta. Non è forse questa, la leggendaria volontà di Orochimaru? I loro volti, simili, non esprimono alcuna pietà e tristezza; l'immobilità degli sguardi mette in quegli oceani d'oro una stupefazione ferale..per i meno coraggiosi, persino terrorizzante. Gli occhi s'abbassano sulla pergamena, e nuovamente su di lei. "Dicono che la smania per la ricerca di uno Yakushi sia implacabile. Personalmente, ho conosciuto solo una ragazza di quel clan. " La mano destra s'alza sotto il mento e passa davanti alle labbra, coprendole; ed intanto riflette. Pochi istanti, richiamando il passato con un che di affaticato. "..kuriya? No..boh..forse Kuricha.Ah ma che importa" passa la mano di fronte al viso per scacciare pensieri che al proprio io si rivelano essere effettivamente inutili. A questo punto, dovrebbe aver avuto l'occasione di prender posto al tavolino, con Hanako che in rimarrà immobile in piedi a muovere gli occhi ovunque non ci siano sguardi. E il discorso procede. "La società in cui esistiamo ritiene tabù togliere la vita alle persone. Mettono sullo stesso livello un po' chiunque." Divaga, staccandosi apparentemente dalla discussione principale. "Non penso di essere d'accordo. Tu che ne pensi, Yakushi?" domanda, annegando ad ogni occasione ricercata anche dall'altra nell'oro e provando a comprenderlo un po' meglio. Lasciando che sia la gentilezza del tono a confondersi con la brutalità delle parole per permettere a lei di sfiorare la sua essenza. "Voglio capirti meglio, così saprò che offrire." si spiega, infine. { chakra on } [Accampamento - Tenda] Ha scoperto che le piacciono queste situazioni, perché mettono alla prova la sua mente e tutta la logica di cui dispone. Ottiene qualcosa in cambio di altro, questo le dona una sorta di euforia, eccitazione, che la fa sentire estremamente viva. La sua vita si sta riempiendo di accordi, patti, scambi… qualcosa di sublime per lei, l’aiuta a capire le persone, cercare di comprendere se la pugnaleranno alle spalle, e se si, quando. Quel ragazzino… è una minaccia? A prima vista non si direbbe dati i suoi modi gentili e accorti, ma quegli occhi e quell’aura che emana la fanno stare sull’attenti. Deve riuscire a capire come muoversi… e capire come si muove lui. E’ gioco, tutto è un gioco per lei. Veloci gli occhi si spostano sulla figura translucida, nota come i due interagiscono tra loro e cerca di capire… ma non può. Non ha le conoscenze adatte. <Hanako.> pronuncia quel nome assaporandolo e segue i suoi gesti e i modi di fare totalmente differenti dal gemello fisico. <Perdona la domanda forse indelicata… ma cosa siete?> alla fine lo avrebbe chiesto comunque, in un modo o nell’altro, non può che mantenere il tono cortese ed elegante nonostante forse le parole usate potrebbero offendere. Cosa, non chi. Nemmeno fossero oggetti… ma forse è così che in realtà lei vede gli altri? E alla fine lui accetta il thè. Ah, non era pronta a una risposta affermativa. <Bene.> no, non è vero. <Accomodati.> dunque lei stessa si avvicinerebbe al tavolino e si inginocchierebbe ad un lato posandosi coi glutei sui talloni, schiena dritta, movimenti lenti ed raffinati, sembra uno spettro che con cura si muove in un mondo lontano da lei. Attenderebbe anche l’altro si sieda come meglio crede, quindi andrebbe a prendere una tazzina, glie la mette davanti e poi si tirerebbe giusto appena su le maniche. In questo modo rivela i polsi e parte degli avambracci segnati dalle cicatrici, sui polsi sono presenti segni cicatrizzati che li circondano come bracciali, segno che sia stata tenuta legata a lungo. Piccoli e inutili dettagli. Prenderebbe la teiera e verserebbe del thè a se stessa, infine appoggia tutto. <Serviti pure.> forse non sa che sia educazione versare all’ospite prima, ma lei non è mai stata servile e certe cose non le conosce, quindi che ognuno pensi a sé. Rimane assorta ad osservare il ragazzino mentre lo ascolta. <E’ vero. Per gli Yakushi la conoscenza, il sapere e il potere sono tutto. Ad alcuni interessa più di altri.> tono basso e lento come se stesse scegliendo con cura ogni singola parola e ogni pausa del suo dire. <Kuricha?> e qui un grande dubbio viene… la ragazza dovrebbe essere vissuta molto tempo dietro… troppo forse perché un ragazzino della sua età possa averla conosciuta? <Quanti anni hai?> ed infine pone la domanda mentre gli occhi si assottigliano come se volesse leggere le primavere dei suoi anni. Comprendere, analizzare… chi è. Ad ogni modo lei afferra la tazza con entrambe le mani e se la porta alla bocca, soffia leggermente per mandare via il vapore e infine beve un sorso… piccolo, delicato, come il sapore di quel thè… forse lo avrebbe preferito più intenso dalla mini smorfia che va a fare. <Ci sono persone che meritano di vivere e altre che invece non meritano questo dono.> si limita a rispondere in maniera molto semplice e veloce. <Sarei veramente ipocrita se mi proclamassi d’accordo con questo tabù. La società in generale non è che l’apprezzi molto… ci sono parecchie regole, divieti, tabù che io non condivido e fatico ad accettare e comprendere.> beve un altro sorso e poi posa la tazza sul tavolo. <Ma questo è un tabù che in realtà non esiste.> sorride. <Il mondo ninja è pieno di gente che uccide e viene uccisa. Coloro che vengono ritenuti nemici vengono eliminati… e coloro che servono vengono tenuti in vita.> è così che funziona, così sono le guerre, le missioni. <Un ninja in quanto tale mette già su differenti piani le persone che ha davanti, scegliendo per loro la vita o la morte… in base a un capriccio.> ha espresso il suo pensiero con calma sperando di essere stata compresa e rimane un attimo in silenzio mentre ascolta le sue ultime parole. <Comprendermi?> il sorriso si allarga, sembra divertita. <E pensi di farlo in così poco tempo? In un incontro?> sembra molto sicuro di sé per essere un ragazzino, come se avesse un’esperienza molto matura per la sua età. <Ti avviso… sono una persona parecchio esigente.> è giusto mettere le cose in chiaro fin da subito. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] Che gioia, questi piccoli giochi. Sfiorarsi e ritrarre immediatamente la mano per poter osservare chiaramente ciò che il proprio movimento ha prodotto. Un effetto farfalla continuo, il loro. Valutare ed essere valutati, continuamente. La parte più divertente di quel gioco, è osservare il lavoro altrui quando terminato. Le voci, chiuse in quella tenda, son dotate d'un rimbombo singolare; tanto che tra una frase e l'altra s'assicura pochi istanti di silenzio. Oltrepassata la soglia e la tragicità di introduzioni che sarebbero state saltate volentieri, persistono tanti pensieri nella mente dell'Insonne. Il pensiero della vita e della morte, il pensiero del presente e del futuro, di ambizioni e persone.. Tutti questi elementi nei quali s'affoga da solo per cercare di raggiungere la massima fioritura in vista dell'Estate. Eppure, dal nulla, sorge qualcosa di nuovo nell'oceano della coscienza. Un gioco che è sempre destinato a finire in tragedia: toccare la tela altrui. Provare ad allungare l'indice ed il medio verso l'anima nuda per osservarne la reazione. Cadrebbe a pezzi? Sarebbe capace di ricomporsi? Incomincia così l'agonia, interrotta dall'improvviso domandare altrui sulla natura di Hanako. Improvvisamente, è come se si fosse destato da un lunghissimo sonno. E Kouki potrà notare quel lieve sussulto, seguito dall'alzarsi di entrambi gli occhi. Temendo d'essersi perso qualcosa: sorride, come se quel gesto bastasse a dar segno che è lì. "Dialogare con te è difficile, Yakushi. Sento di non doverti dare nulla gratuitamente, neanche un saluto." Neanche una spiegazione. Tutto ciò che possiede, tutte quelle ovvietà che normalmente non si curerebbe neanche di esprimere diventano improvvisamente armi dirette a ledere la coscienza altrui. Ah, somma fatica. Prendendo posizione al tavolo, dopo di lei, s'accorge con lo sguardo dei segni e delle cicatrici, se ne avesse avuto l'occasione per prospettiva..persino del numero marchiato nella pelle. Il naso s'arriccia appena, in quei pochi istanti d'attenzione. Un corpo tanto bello e completamente rovinato. Una rosa privata dei suoi petali ma non delle spine. Alla fine, si siede, assumendo la stessa posizione di lei e servendosi il tè. E' educata, contemporaneamente...manca di modi. Ma se proviene da Oto, può capirla. Quale clone Uchiha si sarebbe mai curato di versare il thè per primo ad un ospite? E poi, l'età. Vorrebbe non rispondere, ma ancor più vuole osservarla. Cercare conoscenza è a modo suo esser avvolti da fiamme di passione, ed è per osservare la passione che si muove per le terre ninja. Entrambi i palmi si sollevano per reggere il mento, lo sguardo s'impunta alla sommità della tenda per pochi istanti "..Ho perso il conto." Un'informazione che avrebbe dovuto far pagare cara, più di qualsiasi altra cosa. Ma perché privarla? Alla fine, il fato è dalla loro parte. Ascolta la sua risposta con interessa, portando di tanto in tanto la tazza alle labbra per bere il tè. Piccoli sorsi, senza mai mostrare alcuna reazione. "Un tabù che in realtà non esiste, già.." Ed espandendo la domanda a tutti gli altri diritti naturali, cosa rimane di certo? Di reale? Tutte le costruzioni perdono forma dinnanzi al potere. "Io, al contrario, non sono molto esigente. Mi accontento di conoscere la tua forma più esterna, ma sarebbe davvero un peccato...Non essere sinceri." Chiude gli occhi, inspirando e gonfiando appena la piccola cassa toracica. Riaprendo gli occhi, cerca lo sguardo di lei, riposando le mani sul tavolo. "Io, oggi, voglio essere sincero. Tu mi piaci." sposta lo sguardo verso Hanako, ruotando appena il busto e poi la testa. Gli da giusto un'occhiata, e la reazione dello spirito è completamente neutra. Rimane lì, di sfondo. Torna dunque su Kouki, sorridendole. "Per questo.." alza la mano sinistra, mostrando indice, pollice e medio. "Risponderò a tre domande, qualsiasi esse siano. Ecco la mia offerta. " [Accampamento - Tenda] E’ un gioco difficile ma bello per la Yakushi. E’ una danza pericolosa e dolce allo stesso tempo, fatta di sguardi e intenzioni, ci si sfiora a vicenda e si cerca di capirsi a vicenda. Lei rimane attenta e concentrata su ogni minimo gesto e reazione di lui… sembra perdersi in qualche pensiero, cullato da qualcosa che solo lui può comprendere. Non sa come interpretare quei quelle reazioni e quei gesti, ma di sicuro il suo silente sguardo non si sposta da lui. Chi è… c’è qualcosa che stona in lui nonostante sembri così ben equilibrato. Vogliono giocare a toccarsi l’anima? Quella della Serpe si è già spezzata molte volte e ogni volta si è ricomposta e ne è uscita. È pronta per un gioco simile. Ad ogni modo lui sussulta e sorride, sembra che l’abbia attirato a sé, e lei, una volta sentita la risposta, gli sorride in maniera dolce e velenosa. <E così eviti elegantemente le mie domande.> è furbo, altrochè. Lei che vorrebbe solo conoscere e lui che le impedisce di farlo. Dovrebbe rimettere le cose in ordine. Mantiene comunque quel suo atteggiamento cordiale, il sorriso e lo sguardo per niente freddo, maschera egregiamente quel lieve torto che sente che le è stato fatto. Non è andato tanto lontano con quelle parole però, certo che lei chiede sempre qualcosa in cambio, è lo stesso patto che ci fu alla base della relazione tra lei e il suo Demone. Dunque si versa il thè, e lascia che l’altro faccia per conto suo, forse vista come una mancanza di rispetto, per lei forse gira tutto intorno all’orgoglio. Mantiene la posizione, lo guarda. Sgrana appena gli occhi nel sentire quelle precise parole… ha perso il conto della sua età? Come mai? In che senso? Ha davvero così tanti anni, più di quelli che dimostra? Ah, questa cosa inizia ad arrovellarle il cervello. Assottiglia lo sguardo. Lui è un bambino, lo si vede dai tratti fanciulleschi… certo anche lei potrebbe sembrare più giovane di quello che sia in realtà, ma non così tanto. Almeno spera. Ha perso il conto, sono tanti. Il non sapere le dona un immenso fastidio. <Che cosa vuol dire che hai perso il conto?> si affretta a domandare in seguito a quell’affermazione, ma per come ha deviato alcune delle sue domande, non pensa di ottenere risposta. Si morde appena il labbro inferiore, non riesce proprio a inquadrare quel ragazzino, e di conseguenza non riesce a sbilanciarsi e a capire come muoversi. <Esatto, non esiste. Chi afferma il contrario è solo un ipocrita.> chiunque a questo mondo ha ucciso o ucciderà, mettere quel tabù sarebbe pressochè stupido. <Mai accontentarsi.> sibila con un sorriso verso di lui. <Se tu ti accontentassi alla forma più esterna, non potresti comprendere la persona che hai davanti… e quindi non potresti capire cosa offrirmi.> di fatti quello che infine lui le offre non sono altro che tre domande. Solleva un sopracciglio in silenzio, ponderando. Tre domande… per una cartella clinica. Sperava in qualcosa di più… o forse lui detiene una conoscenza superiore dalla quale lei potrebbe attingere? Lo fissa, cerca di comprendere dove sta la fregatura. Certo lei gli piace, ma non sa quanto sia vero, non ha certezza che ciò che le direbbe sia la verità. <Non avrò alcuna certezza che tu risponda con sincerità alle mie domande, garantiscimelo in qualche modo.> glie lo dice chiaro e tondo, per sicurezza evita di fare altre domande prima che egli si riveli essere un piccolo infame e vada a scalare le tre domande. <Tre domande per una cartella clinica.> è davvero tutto quello che lui può offrire? Potrebbe fare domande sulla questione dell’età. Chiude gli occhi, ha bisogno di concentrarsi. <Non mi sembra equo, ti reputi davvero molto speciale.> parla, non pone domande e cerca di capire le sue reazioni e di ottenere qualche altra parola da lui prima di decidere. <Non voglio ritrovarmi con un pugno di mosche in questo scambio.> dunque cede nuovamente a lui la parola, ora le sembra di star giocando una partita a scacchi. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)]
Giocata del 28/04/2020 dalle 16:12 alle 19:46 nella chat "Luogo Sconosciuto"
Entrambi troppo vogliono e troppo capiscono. C'è un livello di coscienza tale per il quale è ben noto che se mostrassero più del necessario, allungando un pezzo della propria anima, si rischierebbe di vederne un pezzo ben più grande strappato via. O forse..il completo opposto. Immovibili e statuari, incapaci di strappare anche se si spogliassero del tutto. E si guardano così, oro nell'oro, comunicandosi la loro commozione, condividendo spazio e tempo e tornando poi a tacere. L'Insonne percepisce un vago senso di benessere da questo momento, che sembra capace di spezzare e posizionarsi tra le crepe del tempo. Il profumo della novità, di qualcosa di nuovo- come quel tè, rallentano l'inevitabile divenir carnefice donandogli tuttavia uno spunto riflessivo. Una piccola pausa nella tempesta. Quello che entrambi realizzano, che rende tanto importante ogni gesto e suono, è il valore delle parole. Sono vive, le parole. Possiedono personalità, hanno punti di vista e persino scopi. "Non voglio evitarle, dico davvero. Eppure.." La guarda bene, lascia passare qualche secondo, per aumentare il peso delle proprie parole. Ed intanto le mani si alzano, sollevando la tazza e sorseggiando con più voracità quel tè. Si pente di non aver chisuo quella parentesi nella frase appena espressa, in parte ha la sensazione di star remando contro quanto sta per pronunciare. Eppure, non può non cedere alla tentazione. Si limiterà a sfiorarla. Non è qua per nient'altro. Ripete queste due frasi come un mantra, schiudendo infine le labbra. "--Niente. Sarebbe compromettente, per entrambi." La curiosità uccide, così si dice. E anche se nell'effettivo non fosse capace di farlo, sarebbe comunque in grado di mutare ciò a cui si rivela. Lascia che sia possibile intravedere appena tra le cuciture del suo vestito da essere umano; e allo stesso modo tenta d'affacciarsi nell'abisso altrui, senza mai caderci dentro. "Per questo, chiedo la tua sincerità. Sarebbe spiacevole accontentarsi, per entrambi." Insomma, aiutami ad aiutarti. Le sue parole possono suonare fuorvianti e maliziose, ed effettivamente è stato compreso dall'altra che mirano ad evitare le domande poste intavolando qualcosa di nuovo. La novità. Ecco cosa li attrae, più di ogni altra cosa. L'inevitabile espandersi del chaos in un sistema che ad ogni istante che passa si fa sempre più incontrollabile, come la loro conversazione. I piani di dialogo inizialmente previsti sfumano, lasciando spazio all'imprevedibilità delle prossime parole che lei deciderà di pronunciare. "Tre domande." Ripete quell'offerta, abbassando la mano precedentemente alzata e riportando entrambi i palmi attorno alla tazza da tè, scaldandosi col calore residuo. Lei chiede una conferma. E inizialmente il naso di lui s'arriccia, come se non facesse parte del piano dover pensare anche a questo. La mano sinistra s'infila nello yukata, muovendosi da una tasca all'altra alla ricerca di qualcosa. "..vediamo.." scende al pantalone e si rialza, tastando il tessuto fino all'incontrare un piccolo rigido rigonfiamento. Afferra qualcosa e la stringe nel pugno, portando poi questo sul tavolo. "La migliore qualità di un'amicizia è comprendere ed essere compreso. E' una cosa su cui rifletto sempre; ma la mancanza di fiducia negli altri aumenta il mio bisogno di religione. " Cerca lo sguardo altrui, sorridendo con malizia, prima di proseguire. "..Religiosamente parlando, mi sento molto davvero molto speciale. " Ripete quelle parole, abbassando gli occhi sul pugno chiuso e aprendolo lentamente, rivelando sul palmo della mano un anello bianco su cui è inciso il kanji della tigre bianca. L'anello appartenuto al membro fondatore dell'Akatsuki: Konan, la tigre bianca. "Sto riponendo fiducia in te, con questo gesto. Tento di farmi comprendere." Lascerai che la lettera di dichiarazione di questo assassino vada sprecata? { chakra on } [Tenda] Ognuno fa le sue mosse e agisce come crede necessario a se stesso. Fino ad oggi ha incontrato un solo uomo che sembrasse agire non per se stesso ma per qualcun altro, e questo le ha dato modo di iniziare a rivalutarlo. Lei invece agisce per se stessa, come il ragazzino di fronte a sé e come la maggior parte degli uomini e delle donna. Si studiano, si analizzano, cercano di capire come sia meglio esprimersi… quali gesti fare, cosa dire, quali mosse eseguire. È faticoso ma anche molto stimolante, almeno per la Yakushi. Ci sta mettendo parecchie energie per tenere il controllo in questo incontro, per cercare di trovare la via giusta per se stessa… lo osserva, e pone le mani sulla propria tazzina calda assorbendone il calore con le dita. Si scalda, è un piacere. Presta attenzione alle parole che vengono pronunciate e lasciate a metà… eppure? Segue ogni suo minimo movimento, con cura, mentre lei accarezza la propria tazza, attende pazientemente che beva senza interromperlo o provarlo a continuare la frase, e poi? Niente? L’espressione non muta di una virgola, ma le mani si stringono impercettibilmente attorno a quella tazza. Potrebbe spezzarla ma ha un minimo di autocontrollo per non gettare il thè bollente in faccia a quel ragazzino che sembra prendersi gioco di lei. Sorride e chiude gli occhi, padrona del proprio controllo, anche lei solleva la tazza e lentamente si concede un paio di sorsi prima di riposarla sul tavolino. Riapre gli occhi e riprende a fissarlo. <Tu giochi troppo con la mia curiosità, Nemurimasen.> tira un po’ troppo la corda, ma non sa effettivamente se le da’ fastidio o se la diverte. Il tuo tono è comunque sempre calmo e composto, il sottile ghigno che gli dona non lo nasconde. <Cerchi di avere le redini di questo incontro, il controllo, facendomi sentire dipendente dal mistero che crei intorno alla tua figura.> lo guarda. <Dal sapere.> sospira dischiudendo appena le pallide labbra. Dunque smette di fare domande, ma non smette certo di interessarsi a lui. <Ti parlerei volentieri sinceramente, ma se non so cosa hai da offrire, mi viene difficile poterti parlare affinchè entrambi raggiungiamo la piena soddisfazione.> ora appare un po’ più divertita, come se la volesse mettere sull’ironia. <Devo farti un elenco di ciò che vorrei?> perché se così stanno le cose allora non ha problemi a porre alle sue orecchie un dettagliato elenco di quello che vuole, per vedere se lui, così come in un negozio, ha qualcosa di interessante da offrirle. Lui cerca di condurre il gioco, ma la Yakushi non intende cedere. <Tu sei venuto da me, tu hai chiesto il mio aiuto, sei tu che vuoi che io prenda qualcosa… dunque non giocare con me.> oh, ma sorride, le sta piacendo molto parlare con lui, adora interagire in questo modo con le persone… giocare a scacchi, si perché solo a lei è concesso giocare, ma nessuno può farlo con lei. Ancora in silenzio lo osserva, cerca qualcosa e intanto parla… sono parole criptiche, molto, che non riesce a comprendere come vorrebbe. Amicizia? Lei ne sa davvero poco di amicizia. I pochi amici che ha avuto o sono morti o sono spariti, questo procura in lei davvero una grande mancanza di fiducia nel prossimo. <L’amicizia è qualcosa che non ritengo mi appartenga. Penso che un rapporto fondato sullo scambio di favori sia il più sicuro.> patti. <La fiducia è qualcosa che mai avrò.> conclude il suo dire e solleva un sopracciglio nel continuare ad ascoltare il ragazzino. <Riempi il vuoto con la religione, un Dio, per sentirti speciale… chissà che razza di religione è poi…> non pone nemmeno una domanda anche se la sua vorrebbe esserlo, vorrebbe chiedere a quale religione si riferisce… ma teme troppo che chi ha di fronte a sé la calcoli come una delle tre domande, anche se lei ancora non ha accettato tale offerta. E’ costretta dunque a parlare come non vorrebbe, ad esprimersi come non le conviene, non si sente a suo agio a proferir parole in quel modo, dando per scontato. Eppure tutti quei pensieri e quelle congetture vengono improvvisamente meno quando osserva quell’anello. L’anello. Konan, la Tigre Bianca, membro dell’Akatsuki. Quell’anello dei membri dell’Akatsuki. Quell’anello appartenente a Katsumi Uchiha. Il cuore smette di battere, poi accelera e lo sguardo si alterna troppo velocemente tra l’anello e il ragazzino, il ragazzino e l’anello. La mente invece si collega alle sue frasi precedenti. Ha perso il conto di quanti anni ha. Si dischiudono le labbra e inspira gonfiando il petto, sollevando le spalle. Che maledizione la sua. La mano destra si solleva, aperta, e va a coprirsi il viso, si copre gli occhi i quali vengono chiusi e il sorriso si amplia snudando persino i bianchi denti. Ma in realtà… abbassa la mano e torna seria di colpo. Una linea sottile la bocca e lo sguardo serio e tagliente su di lui, occhi negli occhi. Potrebbe averlo rubato, anche se dubita che qualcuno possa rubare una cosa simile. Allora si trova davanti davvero a Katsumi Uchiha… dunque come si spiega ciò che vede? Tecnica della trasformazione? E perché mai dovrebbe, a meno che non stia macchinando qualcosa di losco. <Questo è il tuo vero aspetto?> domanda infine come se fosse riuscita a sbloccare i propri pensieri e il proprio respiro, dopo un grande sforzo di concentrazione fatto per isolare la Voce di Mirako nella sua testa, che urla e grida e ride. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] Alla fine ha parlato. Ha mostrato quell'anello con la noncuranza di un bimbo che offre ad un'amica un fiore raccolto da terra. Bello o brutto che sia, l'importante è condividere qualcosa; la stessa cosa vale per lui. L'importante è esser stato capace di condividere qualcosa, per placare quell'immenso prurito e desiderio di fondo. Maschera l'istinto offrendo fiducia, creandosi una fortezza impenetrabile che alla fine di tutto rischia di distruggere rivelando troppo. La luce nei suoi occhi è tutt'altro che modesta. E' una fiamma che s'eleva incurante di poter essere vista anche da chi si trova troppo lontano, ed è per questo che si genera alle spalle una penombra mistica, creata da storie e leggende. L'ombra di Katsumi si proietta alle sue spalle, con una forma ben più grande di ciò che merita, ben più pericolosa, ben più conosciuta. Sa che i dubbi sorgono con naturalezza, una fontana implacabile che per uno Yakushi è come miraggio del deserto. E sà di quell'arsura. Perfettamente conscio che la sete potrebbe consumare le viscere altrui, renderla impaziente e portarla persino a muovere il pezzo sbagliato nella scacchiera. Lui vuole vincere? No. Non necessariamente, almeno. Ma sa di non poter perdere, non più. E poiché nel sogno decise di non toccare il divino, di non abbeverarsi, adesso sente anche lui la sete. Eccola, la condivisione di cui parlava. Condividere sensazioni e sentimenti in uno stato di rara delicatezza. "Ah. Forse hai ragione." Sembra quasi rimproverarsi, portando le labbra a diventare una sottile linea neutra ed abbassando contemporaneamente il mento, immergendosi in chissà quale riflessione. E' un momento, come mille altri. E mantenendo il mento basso torna ad alzare gli occhi, con quel sorriso che a tanti potrebbe parere oscuro e irritante, una provocazione. "Spero la cosa non ti dia fastidio. Ma a giudicare dal sorriso..Devo aver frainteso, no?" alza lentamente le spalle, suadente nei movimenti, guardandosi intanto attorno. Ed è guardandosi attorno, che si rende conto nuovamente di Hanako, che sembra tanto il familiare imbarazzato di fronte a parenti più grandi. Completamente nel suo piccolo e prigioniero mondo. " ..vai pure in giro per l'accampamento, eh." Sì insomma, averlo lì come presenza spirituale non è esattamente d'aiuto nella discussione. E con quelle parole lo spirito s'allontana, esce dalla tenda rimettendosi i suoi sandali ai piedi e sparendo rapidamente, come se stesse aspettando quel segnale da chissà quanto tempo. Torna finalmente a lei, dando un ultimo sorso al tè e arricciando il naso, come se si fosse stancato del sapore, lasciandone appena più d'un quarto di bicchiere. "Fare patti nel mondo degli Shinobi è difficile. Viviamo in una società dove privare è più facile che contrattare. Personalmente, è più divertente la seconda. " Lo dimostra il fatto che sia qui, in questa tenda, a parlare con una figura di spicco per sfiorarne la personalità e farne tesoro nella memoria. Poteva passare per Kusa, magari infiltrarsi nell'ospedale, o chissà quale manovra terribile....Ma va contro l'estetica. L'Arte di questo momento vale molto più dell'efficienza. " Il tuo occhio sta già vedendo il riflesso di un Kami. E lui sta vedendo te. Se un Dio ti sta guardando, non vuoi ricambiare il suo sguardo? " Glielo chiede come se fosse la cosa moralmente più corretta da fare, gettando contemporaneamente luce su quanto ha precedentemente detto. Rendendo sempre più malate e perverse quelle frasi, sempre più reali, sempre più oneste. Hanno fatto grandi progressi da che erano immobili alle formalità. E con quell'ultima rivelazione, si sorprende egli stesso. Si sorprende di aver deviato dal piano originale, di aver mostrato quell'anello e lasciato una scia. E la domanda sorge naturale: perché voleva nasconderlo, alla fine? Un'entrata più scenica, forse. Ma non importa, rivelarsi ad una Yakushi non rovinerà di certo ogni cosa. "Questo è il mio vero aspetto." Da una conferma, alzandosi bruscamente in piedi e inspirando, muovendo lenti passi nella tenda, senza una direzione precisa. "Sembra che abbiamo un accordo. Mi spiace averti caricata di dubbi e segreti, nel processo. Per compensarti, non sentirti obbligata a porre ogni domanda ora. " Li definisce segreti, sottintendendo con malizia che debbano rimanere tra loro. Non intima, non chiede, lascia che sia soltanto l'astuzia a definire cosa sia meglio fare, aiutata dall'istinto. "Ti lascio un foglio con le informazioni sull'uomo, ed un luogo dove lasciare la cartella clinica." Dovrebbe andar bene. { chakra on} [Tenda] Dunque in realtà sta parlando con Katsumi Uchiha. La sua ombra si staglia grande e potente dietro quel piccolo ragazzino e ora le frasi, gli sguardi, i sorrisi… assumono tutto un altro valore. Un altro significato. Ma quel che più conta è una cosa… un altro dannato Uchiha nella sua tenda. Il fato ride di lei? Ci tiene a farle stringere patti solo con persone appartenenti, ora o prima, a un clan che tanto detesta? Ma no. Si è ripromessa di rivalutare quel clan, si è ripromessa di non fare di tutta l’erba un fascio. Però c’è un altro Uchiha nella sua tenda. Non risponde a nessuna di quelle prime parole, ma rimane imperterrita a fissare lui e nessun altro, nemmeno si ricorda più di quella presenza translucida. Forse ha ragione, forse no, ma ha davvero importanza ora? Lei si sente assetata. Sperduta in un deserto e davanti a lei c’è l’unico detentore della fonte d’acqua. <Chissà.> risponde solo questo alle sue parole, sul fatto che abbia frainteso o meno, non ha intenzione di rispondere e ora sta pensando, si sta facendo domande, sta anelando tutt’altro. Osserva solo d sfuggita l’altro che esce dalla tenda, assicurandosi solo che lo faccia. Osserva la sua tazza… a lei quel thè l’ha già stufata dal primo sorso, non era come se lo aspettava. Un po’ come questo incontro ma i risvolti sono stati più che interessanti e promettenti. Tiene la tazza con la mano sinistra mentre con l’incide destro percorre il profilo del bordo dell’oggetto continuando ad osservare il ragazzino. <Mi trovi d’accordo con te. È molto più interessante fare patti e contrattare, ma è anche la via più lenta e pericolosa.> a suo avviso è così che stanno le cose. Una voce pacata, calda, un sibilo che continua a donare a lui. Non sa come la pensa su quanto sta accadendo, ma per la Yakushi è parecchio stimolante e importante… effettivamente solo ora si rende conto quanto tre domande siano poche. Troppo poche. Quella frase che le viene detta… lo guarda dritto negli occhi. Un Kami dunque? Non distoglie lo sguardo e cerca di capire. <Ti reputi tanto grande.> o ha frainteso, o lui davvero ha la sicurezza di definirsi tale. Perché? Cosa gli da’ tanta sicurezza? E’ frustrata… sente su di sé solo l’amarezza di aver avere abbastanza domande a disposizione per sapere, conoscere, tutto in modo sincero. <Ricambio lo sguardo di un Kami, non ho motivo di distoglierlo.> sicura di sé, risposta decisa. Non sa come comportarsi ma quello che ostenta è sicurezza, anche quando lui si alza così bruscamente dandole conferma di quello che sia il suo aspetto. Dunque non è la tecnica della trasformazione, non è un inganno… ah, Uchiha, e se fosse sotto l’influsso di una illusione? Infami. Si alza anche lei, ma più lentamente e ostenta un sorriso quasi mesto, dispiaciuta. <Se questa non è un’illusione allora temo che tre domande non mi basteranno.> a lei non basterebbe nemmeno un’intera fonte di conoscenza, tuttavia è evidente che l’accordo è stato fatto non appena lui ha fatto vedere l’anello. Lo riconosce, le piace ed è bravo con le parole, sa muoversi, ma questo è ovvio con una esperienza di gran lunga importante alle spalle, rispetto a lei. Annuisce alle sue ultime parole, sul foglio che le lascerà con tutte le istruzioni, ma c’è una domanda che presto o tardi gli farà e ha necessità che sia sincera la risposta. <Una delle tre domande, però, te la faccio ora.> lo guarda negli occhi, pondera, si lecca le labbra e si morde il labbro. Piccoli tic, piccoli movimenti. Assottiglia ferale lo sguardo. <Spiegami: come hai ottenuto questo aspetto?> non è cosa da poco quello che vede, ha molte implicazioni, molte motivazioni e lei deve sapere ogni cosa, si sa. [Chakra: On][Equipaggiamento: guanti ninja - Armi: 6 kunai con veleno tossico C sulle lame – 3 shuriken – 10 spiedi – 28 fukumibari – 1 manriki-gusari – 4 bombe luce – un set da 4 fumogeni – 5 fuda con tronchi e 5 fuda liberi – 5 tonici curativi e 5 tonici curativi speciali – 5 tonici recupero chakra e 5 tonici recupero chakra speciale – 6 veleni composto speciale – 6 veleni inibenti – 2 veleni tossici C – 2 veleni stordenti C – Sigilli: un sigillo potenziante Taijutsu speciale (1 di 3) – un sigillo potenziante Ninjutsu speciale (1 di 3)] Si oscura e chiude le porte dei convenevoli, corrugando i sopraccigli e serrando la bocca. Ne ha scambiate tante, di espressione, e alla fine ciò che andava raggiunto è stato raggiunto. Nonostante affermerebbe di tollerarla e basta, in realtà gode dell'inquietudine e impazienza vaga mossa nell'animo altrui, quella sensazione in soffocabile di cui sa essere responsabile. Stando vicini, anche se per così poco tempo, desta dalle profondità di quell'animo una ripugnanza istintiva. La rende taciturna e fa morire gran parte del loro gioco, non si tratta più di scacchi. Alzati entrambi dal tavolo da gioco, aprono gli occhi nella realtà. Tutti i sofismi vengono gettati e calpestati, ogni tentativo di sfiorarsi appena va in fiamme sostituendosi al desiderio ardente d'infilare le mani nelle viscere altrui, per afferrarne a pieno l'essenza. Ma è impossibile, o semplicemente troppo complesso. E quando il crepuscolo avrà preso vita lui potrà tornare e fissarla nello sguardo, ricordandole di averle mostrato la bestia selvaggia in lui esser svezzata per prepararsi al debutto nel mondo. Che sfortuna, questo mondo. Continua a ripeterlo, a rimproverare i Kami d'accidia nei propri confronti, perché han deciso di continuare a elevare la bellezza alla sofferenza, permettendogli così d'avanzare nei suoi scopi. "Sì. Sappiamo entrambi che anche un ubriaco nei vicoli del Tanzaku Gai può convincersi di essere Dio. " Non può provarle di avere ragione adesso, ed anche imponendosi con la semplice forza non farebbe niente di diverso da ciò che potrebbe realizzare qualsiasi altro shinobi con il proprio grado. Non farebbe altro che cadere semplicemente giù, allontanandosi dal suo ideale di divino. Però la vede reggere lo sguardo, definirsi sicura. Ed il proprio battito per un attimo accelera, in preda a istinti superiori che nel tempo ha imparato a domare. La vede come un vaso cui pezzi non son ancora rotti. La lingua s'espone e inumidisce le labbra, lo sguardo si fa sottile e affilato, per un momento predatore. "Se questa non è un'illusione avrai anche capito che tre domande sono una gran concessione." Almeno per quello che sta cercando, per una cartella clinica che gli dia della preparazione aggiuntiva quando andrà a cercare quell'uomo. Kouki inevitabilmente vedrà chi è che l'Immortale cerca: La mente dietro i custodi del fuuinjutsu, un uomo cui vita - a causa dell'età - va inevitabilmente sfiorendo. La supposizione più ovvia, è che cerchi un maestro dei sigilli. Alzatosi in piedi, muovendo casualmente qualche passo per liberare il proprio spirito dai suoi continui fremiti, osserva il labbro altrui esser morso. L'impazienza. Il desiderio. E la domanda che gli vien posta...ah, sì. E' decisamente proibita. Perché spingersi tanto nel soddisfarla? La sta solo mettendo in una posizione più compromettente. Si avvicina all'entrata della tenda, rimettendo ai piedi i sandali e lasciando alla soglia un fuuda con le informazioni sulla figura cercata. Per quei secondi sembra ignorarla. "Alla fine, suppongo che la massima ambizione di un erede di Orochimaru sia questa. Ma dovrai essere ben più che te stessa, per realizzarla. " riflette tra se e se, senza neanche rivolgerle lo sguardo. Batte i sandali al terreno, assicurandosi siano saldamente stati infilati. "Fanno male, le cicatrici? I marchi? I ricordi? " Domanda retorica la sua, proseguendo subito col parlato. " In quel caso, lascia che ti dia la conferma che cerchi.." La mano sinistra scosta l'entrata della tenda, preparandosi effettivamente ad andarsene. Ma lo sguardo si fissa un'ultima volta su di lei. Le labbra si schiudono, lento e carico di intenzione. "Essere Immortali cambia tutto." Dove collocheresti la differenza tra passato e futuro? { end } [Tenda] La sua mente si sta già riorganizzando, gli eventi sono andati come dovevano andare, senza che nessuno dei due abbia potuto prevederli. Ma ora sta riorganizzando le sue mosse, le sue parole e decisioni, tutto pur di ottenere ciò che vuole. O almeno ottenere qualcosa che l’aggradi. Un uomo come lui, perché di uomo stiamo parlando ormai, ha sicuramente molti assi nella manica e un’esperienza invidiabile. Questo sprona la sua mente e la sua voglia di mettersi in gioco, osare… ma non troppo. Osserva il ragazzino, i suoi movimenti e le espressioni, attende in silenzio, e studia. Non è che non ha altro da dire, non vuol dire che ha smesso di giocare, si sta solo riorganizzando. <Ma tu non sei un ubriaco qualsiasi.> ci tiene a precisare cercando di leggerci qualcosa in quelle parole e in quell’atteggiamento… non sa cosa ci sia in futuro, non sa cosa ha in mente di fare, ma qualcosa c’è. Sogghigna con quelle parole e inclina la testa da un lato ancora una volta, le braccia vengono nuovamente conserte al petto e lì permane a guardarlo. Qualsiasi cosa lui veda chissà se ha realmente ragione o meno… lei si è rotta molte volte, e molte volte si è ricomposta… ogni tanto bene e ogni tanto male, ma ora è ancora intera con un flebile e inutile equilibrio a reggere sia lei che Mirako. Lui le dona un altro modo di vedere quella offerta… tre domande per lei sono poche, ma a conti fatti per lui sono anche troppe. Affila quel sorriso nell’osservarlo, conscia della fortuna che in parte le è stata concessa. Lo osserva andare verso l’ingresso della tenda, o l’uscita a seconda dei punti di vista, mettersi i sandali e vederlo mettere a terra un fuda con dentro le informazioni promesse. Lo leggerà dopo, con calma e senza fretta, ora quello che la preme e avere la sua risposta. Una risposta che sembra non arrivare ma nutre… la sicurezza che egli risponderà se vuole mantenere fede ai patti. Impaziente lei lo è di sicuro, eppure ha saputo pazientare molto da quando era solamente… nessuno. Una bambina che viveva per strada dopo essere fuggita alle torture. Lui inizia a parlare e la Yakushi, la Serpe, sente qualcosa farsi strada dentro di lei… qualcosa che si fa largo, ride… è lontana nella sua mente e nel suo corpo è piccola ma si sta ingrandendo. <Non sono solo un erede.> è molto di più lei, ma non vuole dire altro nei suoi confronti, ci teneva solo a puntualizzarlo perché poi il respiro sembra mancare. Quello a cui aspirano, quello che lei brama dunque. Quello per cui è nata. Una parte di sé non ci sta credendo, dall’altra parte invece sta cercando di trattenere con incredibile forza di concentrazione l’Altra. Ben più? Assottiglia lo sguardo, il sangue pulsa nelle sue tempie. Non riesce nemmeno a comprendere cosa c’entrano le sue cicatrici, i ricordi soprattutto… e poi, è come se lei non stesse aspettando altro, pendendo dalle labbra altrui. Immortalità. Sgrana gli occhi e dischiude la bocca mentre lui invece sparisce alla sua vista come se nulla fosse… come se avesse detto qualcosa privo di valore per lei, e il tempo scorre lento. Le braccia ricadono molli lungo i fianchi, la mente è in tilt. Ha appena conosciuto qualcuno che è riuscito, un immortale… qualcuno che ha usufruito del più grande sogno di Orochimaru. Non sa nemmeno come sentirsi. Grata per aver conosciuto qualcuno al quale chiedere quella conoscenza? Adirata perché si è trattato di un Uchiha? Frustrata per rendersi conto di sentirsi ed essere ancora… piccola. Si inginocchia nuovamente a terra, di fronte a quel tavolino… sente molta rabbia per non riuscire a comprendere ed esternare. Rimane immobile a osservare una tenda vuota e abbassa solo per un attimo tutte le sue difese, ma è un attimo che le costa caro, perché Lei non aspetta altro che quello. Sobbalza di colpo e le mani vengono portate in maniera sconclusionata alla testa, il dolore che l’assale è improvviso e le dita si stringono, vagano, tirano, mentre lei si piega in avanti e il viso viene abbassato. Nella testa irrompono solo frasi e parole che non sono sue, dove rabbia, dolore e euforia prendono il sopravvento in un chaos assoluto. Non sa nemmeno lei cosa sta provando, è in balia di chi lei stessa considera una mina vagante. L’Altra. Di scatto le mani vengono tirate, capelli vengono strappati e con quella mossa il braccio destro viene mosso di scatto atto a colpire quella porcellana: teiere e tazzine. Tutto va in frantumi e lei appoggia quella stessa mano sul tavolino… poi tutto tace e si ferma. Respira, ha evitato il peggio. <Posso andare avanti.> sibila verso la Voce nella sua testa, l’Altra tace. [END]