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Cha no yu (茶の湯)

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Giocata di Corporazione

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con Kimi, Hanae, Itsuki

15:54 Kimi:
  [Centro (?)] La guerra imperversa in quel di Kiri, prosegue come se nulla fosse accaduto fin ora e lei però si è allontanata, se ne sta ora in un luogo normalmente frequentato ma ora deserto. Osserva casa sua da lontano, perché se c’è un posto dal quale tutto è iniziato si tratta proprio di Oto. Osserva l’orizzonte con i suoi occhi ormai bicolori, il destro azzurro come il ghiaccio ed il sinistro rosso come il fuoco. Ha scritto ad Itsuki la sera precedente, prima di raggiungere Hanae, a lui ha dato appuntamento in quel luogo lontano da portali con strani dei o anche solo ciò che possa aver considerato un tempo la famiglia. Il pacchetto di sigarette con su il sigillo di Yukio è rimasto nella tenda nell’accampamento per ora, deciderà poi dove nasconderlo o come disfarsene, non è una questione sulla quale abbia voluto riflettere. Il suo stile radicalmente cambiato, una lunga gonna nera con due generosi spacchi sui lati delle gambe le copre, se così si può dire, la parte inferiore del corpo, sandali da ninja ai piedi per garantire un buon appoggio. La posizione rilassata, con la mano destra poggiata al fianco corrispondente, la candida pelle si mostra nuda indossando solo un corpetto in cuoio scuro intorno al seno, scollo ampio e a v oggi, le spalle sono completamente nude vista l’assenza di spalline così come il ventre piatto. Si volta appena alla ricerca di Nemurimasen, un istante solo prima di dover abbassare appena il capo per direzionare lo sguardo verso di lui, ancora non è riuscita a farci l’abitudine <vedrai> sussurra solo lieve e dolce, non tanto fiduciosa ma innamorata come suo solito. Per quanto il volto sia una fredda maschera di morte, per quanto tutto il suo modo di fare comunichi una sicurezza ostile e decisa le sue parole lasciano anche trapelare quel sentimento, quel suo sentirsi trascinata dal rapporto che non avrà più modo di essere messo in dubbio, davanti a loro la possibilità di plasmare ciò che li circonda a seconda del loro volere e più si avvicinano a quell’obiettivo più la sicurezza di quel legame cresce. Cresce anche quella predestinazione interiore, quella che un tempo aveva sempre pensato come una maledizione ma che ora percepisce come semplice parte di sé, non è ne male ne bene essere una mietitrice è solo la sua condizione di partenza, una condizione grazie alla quale potrà splendere in mezzo a caos e sangue <sono perfetti per il nostro scopo> parla al plurale rivolgendosi sia ad Eiji che a Itsuki, dettaglio che comunque non ha avuto modo di sottolineare <quando arriveranno te ne renderai conto, in loro convivono entrambe le nostre visioni> spiega molto velocemente lei. Non sa chi si paleserà davanti a loro, chi li raggiungerà ma le interessa. I capelli si muovono appena sospinti dal secco vento che soffia sul luogo, neri e lunghi le danno un aspetto ancora più teatrale, una bambola di porcellana ora perfetta e così dannatamente lontana, fredda da apparire quasi falsa. Inavvicinabile al momento, nasconde tutto ciò che prova dietro all’atteggiamento, un fantasma che torna a muovere i passi sulla terra e a proposito di fantasmi: non si è ancora abituata a quello spiritello <mi spiegherai immagini> aggiunge mentre alterna gli occhi tra i due Hanae, insomma no ancora non ha ben capito e continua a dimenticarsi della sua presenza, certo finché non le cade lo sguardo. Tante le novità a cui deve abituarsi, tanti i piani da realizzare, finalmente potrà ricordare al mondo chi è Medusa

16:12 Hanae:
 Le alte cime del promontorio raggiungono strati di nebbia e nuvola, dando al panorama qua presente un'aria particolarmente onirica. Un sogno, si direbbe..l'ennesimo. La scelta non è mai casuale, ed ogni spostamento e incontro fa parte della grande orchestra guidata dal fato. La luce li raggiunge, diversamente dall'isola Nera, aumentando la malinconia del momento e incitando implicitamente alla sonnolenza. E' tutto così pacifico. Il percorso è stato abbastanza rapido, e ogni pausa è stata presa in quella stanza mostrata all'Isola Nera. Il chakra è attivo e scorre ordinato all'interno nel corpo, con densità rinnovata e diminuita rispetto alle capacità di Katsumi. Ma tutto è stato pensato in ogni minima sfumatura dall'Insonne, quello è il corpo migliore a cui avrebbe potuto ambire senza rendere rischiosi i propri piani. Con sè porta sigillato in uno dei fuuda più preziosi il rotolo su cui è inciso il metodo per utilizzare la tecnica dell'eterna giovinezza, e come suo solito ha diversi tonici coagulanti e chakra. Calpestando l'erba sottostante, il suono dei sandali in legno viene quasi completamente attutito. "Sono sicuro tu abbia ragione." Allunga le labbra e già pregusta l'incontro che sta per avvenire. Ed annega in pensieri di curiosità, provando a immaginare chi mai Kimi avrà eletto come potenziale alleato, come effettivo membro di una grande operazione che avverrà. Le braccia son lungo i fianchi, con il dorso delle mani quasi completamente nascosto dalla larga manica dello yukata scuro indossato, che fa da sopraveste ad una camicia bianca. Un Obi nero stringe all'altezza della vita il pantalone indossato, lasciando visibile come tratto caratteristico in lui soltanto il sigillo nero presente sulla guancia destra. Con estetica identica, differenziato solo dal sigillo bianco e non nero, c'è lo spirito che un tempo era legato al corpo di cui ha preso possesso. E' un po' un ostaggio, in questa situazione, e per gran parte dei ninja che han raggiunto quanto meno il livello di chakra d'un chunin apparirà appena trasparente, suggerendone la natura. "Lui è Hanako, trattalo bene." Sì insomma..Non che possa esattamente morire. E nello scandire queste ultime parole allunga la mano sinistra per poggiarla sulla sommità del capo dell'entità spiritica, carezzandolo appena. Sono identici, in tutto..se non nello sguardo. Gli occhi dell'insonne faticano a trattenere malizia e sentimento, son avvolti da una passione superiore. Hanako invece si rivela ancora nuovo alla situazione, oppresso da una forza superiore. Giunti al punto indicato andrebbe dunque ad arrestare il passo, guardandosi attorno per qualche istante e attendendo l'eventuale rilevare Itsuki, una figura che in effetti ha già incontrato. Tanto tanto tempo fa...si parla di oltre cinque anni. Quando ancora era sigillato nel subconscio del defunto Kankri. L'attesa è uno strazio, il desiderio di procedere gli lacera il cuore e continua a caricare il corpo. Alza gli occhi su Kimi. "Capirò subito se avremo affinità. In quel caso, procederemo alla nuova fase del piano." Il progresso verso la nascita del Crepuscolo, l'acquisizione del tassello fondamentale e definitivo di questo puzzle. { chakra on } { Hanako }

16:19 Itsuki:
  [boscaglia > centro promontorio] Non disdegna il trovarsi lì, il vede un posto nuovo, l'essersi mosso da Kiri sfuggendo a quell'umidità terribilmente fastidiosa, svolti i dovuti chilometri dalla Nebbia al Suono, diretto dunque verso il Promontorio, così come avrebbe letto nella missiva mandatagli dalla Doku < ... > Silente prosegue per il luogo aspro, non complesso quanto quella di Mangrovie, ma allo stesso modo relativamente ostico in quella sua flora per nulla amichevole, seppur il fascino di ogni centimetro che possa fregiarsi come territorio di Oto, è pura meraviglia, poesia per l'altro all'interno, che dopo il fumar del primo tiro di una sigaretta accesa pocanzi, sospira, greve in quel lasciarsi trasportare quanto basta, senza voler cedere al passato, ritrovando in ogni passo, ricordi che vengono a galla come un materiale impossibile da affogare, quasi come biglie di gomma che si rifiutano di svanire sotto un figurativo mare di memorie <{ Non smetterò mai di amare la mia cara Oto.. Per quanto doloroso possa essere per il sottoscritto.. }> e si frappone un lungo istante di silenzio nel quale solo i passi del Chunin sono le uniche note a disfarlo, un'incedere mai troppo lento, ne troppo afrettato, preciso, velato di un'eleganza di quel condividere dell'essere ogni giorno più intenso, ritrovando un chè di cupo ma allo stesso affascinante tutto intorno a sè, lì dove le rosse danzano a destra e a sinistra, riscoprendo più in là, non troppo distante, una radura che si erge parecchi metri al di sopra del mare, discostandosi dalla fitta boscaglia < Suppongo che casa propria, faccia sempre un particolare effetto.. > risponde mentre lo sguardo è piatto, assottigliato, ma privo oramai di quell'impossibiltà di tingersi di espressioni, di quel risultare amorfe ad ogni possibile stimolo sentimentale o espressivo che sia, ricordando con un lieve sogghignare il distruggere, l'annichilire di quella che fù la sua di casa, ritrovandosi oramai al limitare del tenebroso verdeggiare. Dovrebbe poter scorgere più in là le due figure, la figura della Mora velenosa che placidamente, seppur con rinnovata risolutezza, passeggia dal lato opposto verso di lui, al fianco di quello che a tutti gli effetti, potrebbe sembrare un bambino, breve nella sua immagine, distante ma allo stesso tempo vicino quanto basta per lasciar che il Goryo si fregi di un'espressione perplessa, una sola virgola di vaga perplessità, senza voler mettere in dubbio niente e nessuno, fidandosi della Doku, con una tremula ed evanescente figura al suo fianco, andando a soffermarsi lì nel centro della stessa radura, attendendo il loro prossimo avvinarsi, prima di porre solo il cenno di un'inchino, con il capo a chinarsi appena < Ben ritrovata, Kimi. > ricordandosi il non preferire il proprio cognome da parte di ella, andando quindi con quelle vermiglie prima su di lei e poi sul più piccolo, il quale appare come un normale bambino, se non fosse per lo spirito al seguito e per l'acuire dei sensi di Eiji stesso, che osservandolo dall'interno, andrebbe a farsi forte dell'intuito, di quello che si potrebbe definire un sesto senso, dall'alto della sua esperienza <{ Attento, ragazzo, la verità spesso si cela dietro a quello che appare... }> un sentore, un'avvertimento che non ha un che di minaccioso, ma semplicemente saggezza da parte sua, una sagezza che più volte è servita da monito ad Itsuki stesso, che appare con il suo solito completo nero, camicia bianca e guanti neri sulle mani, la sinistra in tasca e la destra che regge la sigaretta, con quell'angolo del braccio mutevole, tra un tiro e l'altro, seppur ora permane, vedendo di riflettere per un breve istante sul come rivolgersi quindi a quell'entità apparentemente innocua, distaccandosi al momento dalla figura trasparente, che già di suo basta per far dubitare della normalità di quello più basso e giovane < Lieto di conoscerti, seppur in minime e precise parole, ho sentito un denotare di grande fiducia, nei confronti del tuo essere.. Anche lui, vi rende omaggio. > riferendosi chiaramente alla missiva in sè ricevuta, al volersi incontrare in quel luogo preciso, per segnare così uno dei tanti piccoli punti di svolta che insieme, sconvolgeranno il mondo Ninja, mentre saluterebbe anche per Eiji, il quale di lì a poco, considerando il suo essere più diplomatico, verrà messo al posto dello stesso Itsuki. {ck on}

16:35 Kimi:
 Tutti e tre finalmente si incontrano, altri i membri dei loro piani futuri che sono già stata individuati eppure ha chiamato lì solo colui che per primo ha firmato quel patto, colui che ha deciso di fidarsi di una sconosciuta velenosa e stringerle la mano, per lei tutto è iniziato davvero con quell’incontro. Annuisce alle parole di Nemurimasen mentre camminano, provando semplicemente ad annotare le informazioni fornitole in quei frangenti. Le gambe si muovono e si scoprono, nuova forma persino per eli che inizia pian piano ad apprezzare e comprendere davvero cosa significhi essere una donna, non più solo Kunoichi, non più solo demone ma anche altro ora, una consapevolezza di sé più profonda e completa la sua. Un lieve sorriso nei confronti dello spirito, tirata l’espressione che le esce, dover trattare bene qualcuno che al momento percepisce solo come un intruso non facile ma almeno ci sta provando. China il capo lievemente in segno di saluto <Hanako> saluta e al contempo si presenta, un solo nome che assume un significato ben più profondo e differente, il tono usato è solenne come a volerglielo far capire che lei non se ne va, che anche lui dovrà imparare ad affrontare una nuova esistenza, sia con il nuovo possessore del corpo sia con lei. Al contempo lo sguardo è freddo, lascia trapelare quella sensazione quasi di possesso verso l’anima, lei che ha donato la sua agli inferi, lei che è in l’unica a poter portare in questo mondo le farfalle dell’Ade non avanza pretese nei suoi confronti ma al contempo si ritiene superiore, come a possedere anche lui per diritto acquisito. Ma eccoli finalmente giungere all’incontro, tutti e tre in quella silenziosa arena d’allenamento, affacciati ad Oto <Medusa> replica come a voler suggerire un nuovo modo di chiamarla, non che le crei problemi quel “tu”, motivo per il quale il tono è decisamente pacato, ma effettivamente si rende conto di quanto potrebbe essere problematico chiamarla in mezzo ad una eventuale folla, meglio portarsi avanti. Lo osserva dunque cercando di comprendere con chi ha a che fare <Itsuki> azzarda annuendo solo in segno di saluto. Lo sguardo ora si sposta, lenta passa verso il corpo del quasi adolescente <Hanae> un modo molto semplice di svolgere le presentazioni <sono loro> ed era anche ovvio <mettili pure alla prova, so che la supereranno> non teme problemi in quel frangente ha avuto modo di osservarli tutti e tre, chi con più cura e chi con meno e non è un caso che abbia scelto il Goryo, in lui ha rivisto tanto di sé stessa ma anche di Nemurimasen, un perfetto mix tra le loro due anime.

16:52 Hanae:
 E' particolare, quell'aria. Uno strano e alieno sentore d'allegria la caratterizza, irriflessiva e carica di proposito verso il futuro. Ogni piccolo gesto e movimento, ogni sguardo e azione non commessa va a suggerire atti e parole che inesorabilmente s'allacciano al futuro. Parole che, dette da chiunque, sarebbero definibili quasi folli, a stento difficili da non denigrare. Eppure, introspettivi nell'animo di ognuno e guardandone le capacità effettive, come non avvertire il brivido del sesto senso? Percepire la possibilità che effettivamente un cambiamento possa arrivare..Dal nulla. Così come cambia il vento. E' un percorso in salita, come tutto nel mondo ninja, ma dopo aver assistito più e più volte alla caduta e disfatta di frammenti del mondo, l'anima dell'insonne si solleva incitata dalla profonda conoscenza posseduta. In quel pomeriggio di gloria, il suo sguardo si posa per la prima volta su Itsuki. Lo sguardo dorato va analizzandolo e le palpebre superiori s'abbassano appena sottolineando interesse. Hanako, intanto, si porta di fianco a lui, appena due passi indietro, sottolineando una importante differenza di posizione, mettendosi anche al sicuro da Kimi, già che c'è. Le labbra dell'Immortale si schiudono appena in reazione all'antico retaggio di Kimi, a quel nome che in effetti non udiva da un po'. "Medusa?" Il tono è retorico, non necessita realmente di una risposta, più che altro acquisisce quell'informazione e ci riflette appena, pochi secondi prima di concentrarsi solo e unicamente sull'eletto della Doku, cui nome fa sbocciare ogni ricordo e memoria correlato. Collega il nome all'Asakusa, a quel ragazzo che si presentò attratto dal profumo caratteristico del caffè, ed immediatamente comprende perché Kimi si sia rivolta ad egli come più di un'entità. Analizza una volta ancora quel vestiario, e alza appena il mento osservandone le maniere da lui presentate. Un cenno del capo, quel minimo chinarsi per cui nessuno realmente presterebbe attenzione, al mondo d'oggi. E la risposta è teatrale, da parte dell'Insonne. Il braccio sinistro s'alza in linea con le spalle e viene completamente allargato, un movimento lento che porta infine il braccio ad essere allungato, col palmo rivolto al cielo. Il braccio destro vien piegato ed il palmo va poggiandosi sul petto, piegando contemporaneamente di pochi gradi il busto per rivolgere un inchino al Goryo. Il mento rimane però dritto, e gli occhi sollevati per cercare quelli altrui. "Benvenuto, Goryo Itsuki. " Si riporta lentamente dritto, muovendo qualche passo avanti per ridurre le distanze tra loro e portarsi a circa due metri dalla sua figura. Non troppo invasivo, per adesso, eppure vuol far sì che sia la loro conversazione a fare da vertice a questo incontro. Chiamandolo per cognome incita l'altro ad esser pervaso dalla perfidia del dubbio e dei sospetti. Lo invita in silenzio a richiamare ricordi torbidi per cui non troverà effettivamente nessuna correlazione. L'unica cosa che sembra collegarli è Kimi, ma c'è molto di più. "Cosa si cela, in te?" Chiede, lasciando che la curiosità prenda la meglio su qualsiasi convenevole nel quale avrebbe potuto dilungarsi a lungo. E' chiaro che la Doku non abbia visto in lui qualcosa semplicemente perché trascina alle sue spalle un nobile carattere. Non sono certamente quelli i criteri necessari per averlo condotto fin qui, al promontorio delle vibrazioni. "Ma più di ogni altra cosa, perché sei qui?" La risposta potrebbe essere ovvia. Insomma, è semplicemente stata richiesta la sua presenza. Ma lascia che siano sfumature non troppo profonde a guidare quel dire. { chakra on } { hanako }

17:17 Itsuki:
  [centro promontorio] Gli occhi quindi, distogliendosi dalla figura femminea dopo quel saluto e il breve e conciso presentarsi alla forma spirito, e poi l'introdurre di loro due, si soffermando sul ragazzino avrà si e no una dozzina d'anni alle sue spalle, o siamo lì, e per quanto non disdegna mai le parole in monito del Kagurakaza, rimane vagamente perplesso da quella figura, seppur allo stesso tempo affascinato, come quando un misterioso sottolineare il proprio cognome, il pronunciarlo in maniera differente da chiunque altro, andrebbe a far sollevare appena il mentro, assottigliando lo sguardo, non in un cenno di superiorità, ma nel tentativo di capire quello che si cela oltre alla misera presenza umana, a quello che potrebbe vedere con i propri occhi, notando quell'inchino, un qualcosa che di certo l'altro al suo interno non lascerebbe passare inosservato, anzi un semplice ma interessato < Oh.. > è quello che stuzzica un filo di meraviglia in un portamento così diligente, formale ed elegante, in quello che, per quanto ci si sforzi, sembra solo un ragazzino < Sarebbe sminuitivo descriverlo a parole, dunque, lascio a lui la parola. > dopotutto, lui è un'agente del Caos dedito a quello al suo interno, non che si ritenga inutile o incapace di esprimersi anche per lui, anzi, è che risulta sempre più comodo il mostrare ed il rivelarsi dello stesso Eiji, piuttosto che giocar a far l'enigmatico, per quanto ogni volta si divertano entrambi, in quel giocare ad un elargire informazioni in pillole, mentre ogni istante che passa li lega in vista di quello che sarà un futuro dalla nuova forma, dai nuovi colori, colori scuri ma mai privi di una caotica eleganza, di un'estetismo del quale entrambe quelle antiche entità, possono goderne appieno. Quindi, senza ulteriore indugi, il Chakra verrebbe smosso attraverso il sistema circolatorio solito, sospingendosi verso l'alto sotto il volere di Itsuki, non un sigillo, non un muscolo che si muove, tranne che l'avvicinare della sigaretta al viso, lì dove basta piegar il polso di qualche grado, e gli occhi si socchiudono, mentre i capelli sciolti lunghi sino alle ginocchia si tingono di un candore opposto all'ebano di prima, partendo dal centro dell'attaccatura, sfumando tutto di grigio per poi lasciar spazio solo al colore della neve, un bianco puro che si contrappone ironicamente a tutte le loro intenzioni, le loro volontà, mentre le palpebre si alzando levando il sipario da quelle che prima erano di rubino, ed ora hanno il colore dell'ametista, lo stesso colore che distingueva una delle casate più potenti dello stesso Suono, quella dei quali entrambi possono fregiarsi tramite il cognome, dichiarando la fine di quella trasformazione, con il soffiare fuori il fumo, verso l'alto. Ed immediatamente, non potrebbe far alto che rispondere a dovere a quella riverenza, portando il braccio destro a piegarsi e a ruotare verso l'interno, disponendosi parallelo al busto, la mano più o meno all'altezza della spalla sinistra, che regge il palliativo cilindrico, mentre la mancina si porta dietro all'altezza dei reni, formando un'angolo ben poco oltre a quello retto, e si inchinerebbe a sua volta di rimando, presentandosi con il proprio nome < E' un piacere, Hanae, sono Eiji Goryo Kagurakaza. > direbbe per poi ergersi nuovamente, senza utilizzare la serie di appellativi che di solito susseguono il suo presentarsi, presumendo che nella saggezza e nella conoscenza che traspare da quella minuta figura, quasi palpabile e tangibile, il suo nome potrebbe anche riecheggiare quanto basta per evitare un presentarsi relativamente prolisso, andando a rispondere alla domanda che gli ha posto succesivamente riguardo al suo celarsi all'interno < Di certo, non sono qui per la pace.. Vedi.. Ho un compito in sospeso con questo triste mondo e per quanto l'Odio di un tempo mi abbia corrotto e sopresso.. Il mio desiderio di veder tutti ridursi in cenere, non è svanito, tutt'altro direi. > lieto di quel sentirsi messo alla prova come detto da Kimi poc'anzi, visto che, se disposte ed usate saggiamente, le parole spesso possono essere anche ben peggio delle armi, e lui andrebbe traendo un'altro tiro dalla sigaretta, più nobile nelle movenze ed allo stesso tempo con un tono più incalzante, graffiante, ma mai in grado di sottrarsi a quella nota elegante di sottofondo < Tu invece.. Chi cerchi di nascondere, a questa ingiusta realtà? > domanderebbe a sua volta, curioso in quell'inclinare la testa di lato di qualche grado, con i bianchi lunghissimi che lo seguono così come nell'inchino di prima, giusto per cercare di inquadrarlo al meglio, in quello scambiarsi domande e risposte, come se fosse davanti ad un'enigma che se visto da una diversa prospettiva, potrebbe risultare risolvibile, solo se si ha intenzione di accogliere il fatto che al mondo, esistono ben cose più grandi di noi attendendo paziente. {Goryo on}

17:41 Hanae:
 Il tempo continua a scorrere rapido, tiranno su ogni cosa, assistendo con i suoi innumerevoli occhi all'inizio di un enorme effetto farfalla. E' difficile descrivere con parole quel che egli prova assistendo alla trasformazione, forse ciò che c'è di più riduttivo ma coerente è distacco. Un vago disinteresse nato dal fatto che anch'egli, l'Insonne, è stato prigioniero dentro una coscienza, fin troppo a lungo. E la domanda fatale viene trattenuta, non essendo in dovere di agire per gli interessi altrui; eppure...Kagurakaza, non desiderate anche voi la libertà? La scissione? Conscio del potere del sangue viola rimane per un momento immobile nello sguardo, concentrato a riflettere. E' comunque osservabile lo spazio formatosi tra le labbra, le parole si affollano sulla lingua, senza nesso ed improferibili, quando sente un nome che fa parte di un passato antico tanto quanto quello del Rikudo Sannin, di cui gode d'ogni ricordo. Eiji non è dunque uno sconosciuto, nè nell'aspetto nè in quanto personalità. Il mento s'abbassa e gira lentamente lo sguardo in direzione di Kimi, rivolgendole uno sguardo quasi sorpreso nel rendersi conto di quanto lei abbia appena inconsciamente fatto. Le azioni della Doku non sono troppo differenti dall'aver fortuitamente trovato una perla nell'ostrica, un tesoro perduto che sarebbe stato trascinato via dalla corrente e dal chaos. " ..ahah..Eiji..?" Ripete quel nome e arresta immediatamente una breve risata fanciullesca. La mano destra si porta alla fronte e si massaggia appena, rivolgendo poco dopo lo sguardo ad Hanako, uno sguardo rinnovato da gioia e coscienza. Ma lo spirito non può certamente capire la grandiosità dell'evento, e per questo torna a dedicarsi ad Itsuki. "Perdona i modi eh..Fatico a non credere nel destino ultimamente." Piega appena le ginocchia e ci poggia sopra entrambi i palmi, alzando intanto gli occhi al cielo, osservando la luce e scuotendo appena il capo. Anche l'estetica di quell'entità, che rappresenta il subconscio, è in tutto e per tutto fedele all'immagine che dai ricordi di Akendo possiede. L'innata Goryo non può essere manipolata, rivela a tutti gli effetti il proprio io profondo. "Lo sai, Goryo? Ho un lontano ricordo di una ragazza. Una jonin, un'Uchiha. Era completamente devastata dall'inevitabilità delle azioni commesse da un defunto." Se effettivamente egli comprenderà a chi si sta rivolgendo, diventerà immediatamente noto come quel corpo fanciullesco non sia altro che un grande guscio per l'entità che risiede nascosta all'interno. E quale modo migliore, se non citare una delle uniche pure esistenti al mondo ninja? Un cenno del capo a Kimi, di sfuggita, per poi muovere qualche passo verso Eiji, superandolo. Farebbe per avanzare un po', passeggiare, lasciando che sia il semplice corso di quell'azione a far intuire all'altro che desidera essere seguito. Le larghe maniche coprono adesso le mani, allineate lungo i fianchi. "Il mondo non è così male, non posso permetterti di ridurre tutto in cenere. Ma sarei mortalmente marchiato, se tentassi di sopprimerti adesso. " sposta lo sguardo su di lui, nel caso che effettivamente sia stato affiancato in questo percorso. "I nostri obiettivi si incrociano in più d'un punto. Se mi seguirai, ti mostrerò la bellezza del mondo ninja. Così, quando sarai in grado, sceglierai autonomamente di non incenerire ogni cosa." Lo invita a trovare un accordo con quelle parole, che nella loro completa calma non celano la brutalità dei gesti che è pronto a commettere. "La luce dell'Alba si sta consumando." Lasciando spazio a ciò che viene dopo. { chakra on }

18:18 Itsuki:
  [Promontorio] È indubbiamente un qualcosa di infinitamente interessante, un breve susseguirsi di momenti talmente importanti da sembrare la composizione di un'episodio fondamentale, di una pagina preziosa di quel racconto bizzarro che è la vita, ed entrambi non potrebbero far altro che ritrovarsi in sintonia in quell'essersi appunto trovati in maniera apparentemente casuale, mossi dai fili rossi del destino che grazie alla Doku si sono intrecciati ricreando ora in figurativo triangolo di individui pericolosamente meravigliosi, seppur se ne contano tre fisicamente parlando, mentre tra personalità alternate e spiriti, vi sono più menti a partecipare a quell'incontro. Osserva quel suo puntar lo sguardo su di Kimi, quel suo risultar estasiato e brevemente incredulo di quello che lei ha potuto creare, di quello che ne verrà fuori da quell'incontro, delle fondamenta che stanno gettando parola dopo parola, gesto dopo gesto, le fondamenta dell'erigersi di quel loro volere. Sente il ripetersi del prooprio nome, e quella breve risata che nulla ha di scherno, andando a scuotere lievemente il capo facendogli intendere dopo al suo dire direttamente successivo che non c'è problema a riguardo < Mi intriga sempre veder le reazioni di chi è degno di sapere che sono ancora qui, che il destino nel quale entrambi fatichiamo a credere, ha voluto concedermi il diritto della seconda possibiiltà che mi ero creato con questo stesso ragazzo. > e vedrebbe di posar la mancina sul proprio busto, andando solo con i polpastrelli di tutte e cinque le dita ad indicarsi, in quel contatto, tenendo il dorso sollevato quanto basta per non risultar mai rozzo e impreciso nel proprio fare, puntiglioso, riportandola poi nellla tasca, lasciando che un'altro tiro da quella stessa sigaretta, oramai verso la metà della sua lunghezza, aspirandoo quel fumo che, seppur dovrebbbe regolarmente uscire un'istante dopo, come di consuetudine, si blocca lì a metà del gesto, con gli occhi che si sgranano appena, in quel che si erano distolti da lui, concedendosi un'espressione di pura sorpresa, realizzando che quel definire il suo dire un lontano ricordo, potrebbe andargli a far intuire quel che basta per indurlo a pensare che no, non è certo lo specchio veritierio dell'entità al suo interno, quel corpo la fuori. Quindi, lo sguardo ritorna lento su di lui, mentre in quei secondi che paiono interminabili il fumo permane all'interno dellle labbra serrate, e di norma lui dovrebbe adirarsi come pochi, dovrebbe sbottare e perdere la sua nobile compostezza nel sentirla nominare all'improvviso, ma non è un citarla con leggerezza, non è un voler semplicemente andar a riferirsi a quella specifica figura con semplicità, anzi, è quasi un qualcosa che si merit,a delle parole che vanno quindi a fargli assumere un'espressione amara, un mutamento di quei lineamenti androgini che sfumano nel cupo, nell'infinito rammarico, in un dolore indicibile nel riportar alla mente gli infiniti ricordi di LEI, la sua amata che affiancata ad un che di devastato, lo fà sentire come se quello più piccolo stesse girando un coltello in una piaga mai rimarginatosi, seppur lui, sente di meritare ogni fibra, ogni stilla di quel dolore, una punizione diabolica, un'onta della quale forse mai si libererà < Lei.. O meglio quello che le ho fatto.. È l'unica cosa che non mi perdonerò mai.. > e se la prende con se stesso, non potrebbe far altro che quello perchè la colpa è sua e di nessun'altro, quella di essersi fatto soggiogare dall'Odio al punto da ferirla, rinchiudendosi per qualche istante in un vago risultar con gli occhi lucidi il capo che si china appena e le ciocche candide che potrebbero andar a celare quel vago cenno di cedimento, seppur la rabbia nei suoi stessi confronti è pari, se non maggiore, e si traspone su quella sigaretta, che vien spinta dal pollice e stritolata dalle due dita che la reggono, finendo per spezzarsi imancabilmente, rispotandolo in fretta alla realtà < Oh.. Che modi. > direbbe semplicemente in quel voler metter da parte il dolore, lasciando quindi cadere a terra quello che rimane di quella mezza sigaretta, pestandolo con la punta della scarpa destra, andando poi in quel lieve battere le mani un paio di volte, in maniera opposta, per levare quei paio di sottili filamenti di tabacco sui guanti, andando quindi con entrambe le mani dietro la schiena, la sinistra che regge la destra dal polso, quasi come a voler riottenere tutta la sua compostezza ed anche di più, incominaicando quindi a seguirlo, in quel suo muoversi, scuotendo apppena la testa in un cenno di diniego < Sono stato impreciso, il mio voler ridurre in cenere tutto e tutti è pari al desiderio di rinascita che deriverebbe da queste stesse ceneri, non voglio una distruzione insensata senza rovina, voglio privare questo mondo delle sue certezze e ridargli nuova forma, gettarlo in un Caos ordinato. > avendo avuto tempo per riflettere in quel suo permanere nel limbo, in quel suo ritrovarsi a tu per tu con la parte di se stesso che aveva perso, con la propria coscienza, così da modificare il suo bieco e cieco desiderio di distruzione senza remora, in un voler abbattere e ricreare sotto nuova forma, un'ideale ben diverso e privo del farsi sormontare dall'Odio < Suppongo saremo in grado di condividere delle visioni di bellezza diverse, seppur sulla stessa lunghezza d'onda. > facendogli intendere che sì, lo seguirà, sarà al suo fianco e lo seguira metaforicamente così come invece starebbe praticamente facendo, mantenendosi ritto in quel passo ben preciso, ben scandito, impettito e superbo in quel muoversi al suo fianco, mentre Kimi farebbe lo stesso, mentre per quanto riguarda Hanako, cercherà di comprendere meglio il suo essere un'altra volta < Ah.. Suppongo che la mia dipartita sia stata l'inizio dell'immancabile eclissi a venire.. > direbbe andando a cogliere il suo dire poetico riguardo all'Akatsuki stessa, ritenendosi sempre e comunque nel giusto, o meglio, meritevole del volersi esser posto capo delle nuvole rosse, seppur poi le cose gli sono tristemente sfuggite di mano. { Goryo on }

18:52 Hanae:
 Lo osserva. Come può non essere colpito al petto dal raggio violento della realizzazione altrui? Come può non soffermarsi per secondi che sembrano eterni su ogni dettagli, ogni movimento delle labbra e ogni singolo gesto e movimento di quel corpo..Come? Eccolo il Sogno che tanto lo insegue. Ecco che realizza di aver fatto la scelta giusta a non abbandonarsi a ciò che caratterizza il mondo ultraterreno. Questo è uno dei massimi momenti di realizzazione dello spirito, il momento nel quale si raggiunge un profondo connubio tra arte e realtà. Un'orchestra suona al proprio udito una melodia dolce, ed il pianoforte irrompe violentemente nel suono per elevarlo spiritualmente a qualcosa che può soltanto essere sfiorato, e mai preso in mano. Un po' come il passato. Un po' come i rimorsi, di cui l'Insonne non è avvolto ma che può osservare nei piccoli gesti altrui, nelle parole e nella mezza sigaretta spenta. L'espressione del mondo, ecco la sua ricerca. E tutto ciò che lo limita dev'essere in qualche modo eliminato. Ecco il motivo per cui non sarebbe stato così crudele dal far del male al guscio di Eiji, se anche egli avesse continuato a contestare una visione del mondo distruttiva. Perché quell'odio, cieco e coscienzioso, puro e caotico, è uno spettacolo da osservare. Lo sguardo dorato del Seimei s'illumina di rinnovata determinazione realizzando di aver effettivamente trovato qualcuno che soddisfa il requisito principale che desidera. "--La passione." Poco dopo le scuse per i modi mostrati, lo interrompe con queste parole. E in quello stesso attimo arresta il passo, cercando d'affondare per bene con il proprio malizioso oceano nel profondo sguardo posseduto dal Goryo. "L'amore e la morte sono i due grandi cardini attorno a cui ruota l'umanità. " Eccolo, uno dei grandi ideali di Nemurimasen. La completa verità a cui è giunto soltanto riuscendo a cambiare corpo, a spogliarsi delle sue carni per trovarne di nuove. Tutto ciò che porta avanti la bellezza e l'arte attorno a lui..è l'amore. L'amore e la morte. Due elementi spaventosi, terrorizzanti se combinati. Ed ecco il suo scopo. Far sì che entrambi questi elementi possano coesistere senza essere limitati da alcuna figura in questo mondo. "Apprezzo le persone come te." Che nel momento della necessità son pronte a perdere il controllo, che si lasciano travolgere da segnali superiori e s'abbandonano con falsa innocenza ad una natura contro la quale han scelto di non remare contro. Le sue parole suonano appassionate e dolci, svelando senza reale paura il suo amore per qualcosa che nella sua interezza può soltanto essere osservato: il mondo. S'affaccia con lo sguardo alle alte rupi presenti, guardando le nuvole e tornando di tanto in tanto a muoversi. "La tua dipartita ha avuto un ruolo. Ma lasciamo il passato dove appartiene, specialmente quando prendiamo in considerazione il futuro." E' una nota con cui si impone, così come ha fatto con Kimi poco più di sedici ore fa all'Isola Nera. Ogni attuale movimento, ogni attuale azione, è il prodotto di qualcosa che va oltre ogni barriera. Nemurimasen ha rifiutato Katsumi ed abbracciato sè stesso, rinascendo con ideali e azioni. " Il crepuscolo non è una conseguenza dell'Alba. Sarà una rivelazione, di qualcosa che prima non poteva essere visto. " La luna dietro le nuvole rosse. Con queste ultime parole inspira profondamente, gonfiando la cassa toracica e alzando il mento, per rivolgere gli occhi al cielo. Si lascia inebriare da quelle stesse parole e per qualche secondo rimane in quello stato di beatitudine. "Sei libero di andare, se pensi di essere nel luogo sbagliato. " Rispetta il fantasma dentro Itsuki, ancor più ciò che potrebbe fare. "Se resti, ti renderò colonna portante del cambiamento. Ed in quanto colonna, sii cosciente del sacrificio che stai facendo in nome del Mondo. Non potrai smettere." { chakra on }

19:27 Itsuki:
  [Promontorio] Sono minuzie, piccole accortezze reciproche che uno ripone nei confronti dell'altro e viceversa, a concdere ad entrambi di saggiare la personalità altrui, i loro ideali, il loro modo di vedere le cose simile quanto allo stesso tempo differente, unito dagli ideali ma espresso in maniere diverse solo per il fatto delle parole stesse, seppur il suon di quell'orchestra è l'andamento di un crescendo sintonizzato, è il voler suonare delle note sconosiute ad entrambi, seppur in quella mancanza di uno spartito, di precise note da seguire, tutto risulta chiaro e preciso, tutto si accorda e si amalgama allla perfezioni, unendo quei due esseri in un affascinarsi a vicenda con quei loro discorsi, un ritrovare qualcuno che possa comprendere l'altro, così da ritrovarsi a vicenda, rispondendo con un tono saggio e solenne < Soffrire ed amare sono due facce della stessa medaglia e la sofferenza spesso trova rifugio tra le crudeli braccia dell'amore, sino al giungere della morte che inevitabilmente ci separa. > e lo sguardo è levato alto verso il cielo, gli occhi del color delle ametiste sondano quello privo di nebbia e meraviglioso di Oto, che quasi per bizzarra coincidenza, per un'incessante scorrere del tempo, in quell'avvicinarsi ad un nome ben preciso in contrapposizione del sorgere del sole, si tinge dunque delle luci calde del crepuscolo, che inevitabimente andranno sempre di più scurendosi, sfumando verso il buio mesto che hanno intenzione di portare. Vedrebbe di soffermarsi a sua volta, seguendo il suo arrestarsi, osservandolo dall'alto dei suoi centimetri in quel corpo riguardo il quale potrebbe interrogarsi sul come possa contenere tutta quella conoscenza, quella saggezza, risultando quasi in contrasto con la figura di tenera età, che dovrebbe essere simbolo di spensieratezza ed innocenza, andando a dare un tocco ironico e truce a quel suo apparire, al suo modo di essere relegato volontariamente in quelle giovani carni < Sono in pochi ad aprezzare il nostro modo d'essere, ed io non posso che trovarmi d'accordo con te. > è un dire inevitabile, è un rigirar quell'apprezzamento verso l'alto, in quell'incrociarsi delle violacee con quelle ambrate sue, in quel risultar sulla stessa lunghezza d'onda, quella possibiltà di andar ad aggiungere eventuali mancate parole con il semplice sguardo, annuendo poco più avanti quando si tratterà di dover lasciar da parte il passato, concentrandosi piuttosto sul futuro a venire, su un'abbracciare di quello che verrà, senza volersi soffermare sulle debolezze o gli errorri del passato < Quel che è fatto è fatto, se avremo modo di rimediare ai nostri peccati, verrà da sè, cercarlo disperatamente sarebbe siocco e futile. > entrambi con l'intenzione di rimanere agrappati a quel mondo, chi morendo e riversandosi nell'essere di un ragazzo abusato, chi ringiovanendo per sempre, abbandonando il guscio che era per bruciarlo fisicamente e metaforicamente parlando, sepppur non è disperazione a tenerli ancora ancorati a quel mondo, quanto più un desiderio di dipingere nuove forme e colori, di voler definire con le proprie azioni la condivisione del proprio modo di essere, del loro saggio voler bramare una precisa distruzione, atta a rimodellare il mondo nel quale hanno deciso di restare, come se avessero un dovere al quale assolvere, prima di poter chiudere gli occhi una volta per tutte, abbandonandosi al beato oblio della morte < Un'inevitabilità, ordunque, portata da chi è degno di interpretarla nella miglior maniera. > riferendosi al fatto stesso del Crepuscolo, alle parole poetiche se sembrerebbero un vaneggiare all'attenzione di sconosciuti, ma che per loro sembrano un'interpretare e render tangibile il volere di entrambi, concedendosi poi quindi brevi istanti per riflettere sulla sua possibilità di tirarsi indietro, di tornare sui propri passi, per quanto la sua scelta è una ed una soltanto, e sarebbe infinitamente stupido volersi separare da una conoscenza simile, da un'assonanza dell'essere, se tanto il percorso che hanno intenzione di percorrere sarebbe lo stesso, due sentieri divisi ma meno distanti di quanto si possa immaginare, aventi come meta lo stesso scopo < Non penso potrei essere in un posto migliore, rimarrò, e sarò lieto di diventare un punto fondamentale nel reggere e riversare la corrente del cambiamento in questo mondo. > soffermandosi poi per qualche istante, andando con i propri occhi a guardare in maniera dannatamente determinata in direzione di Oto, del proprio Villaggio, non quello di Sasuke, non quello di Kenji e tantomeno quello di Kunimitsu, come a voler decretare un'ardente ed indomita determinazione in quello che potrebbe essere l'inizio dela propria rivalsa di una riconquista che si spanderà a come una macchia, sotto al loro volere, per tutte le terre Ninja, proferendo con infinita determinazione < Non vorrò mai smettere. > sottolineando quella parola che determina una negazione assoluta, alludendo al fatto che questa volta sarà in grado di gestire l'odio, di non lasciarsi corrompere, di dimostrarsi grato di quella seconda possibilità che si è rivelata un volerci veder lungo più che corretto, necessario, implicando il fatto che anche se dovessero mettersi i Kami stessi contro di loro, lui combatterà fino allo stremo, per la loro causa. { Goryo on }

19:59 Hanae:
 E' difficile valutare una persona semplicemente ascoltandone le parole, non potrebbe mai affrettarsi a dare un ruolo a chiunque capiti sotto mano. Non porterebbe ad altro che profonde delusioni e necessità di sistemare errori. Ma la somma di tutte le casualità del passato, del loro precedente incontro e dei ricordi che ha ottenuto tramite terzi..Beh, sommando tutti questi elementi trova le evidenze necessarie a procedere con non poca fretta. C'è ancora del lavoro da fare, nonostante abbia dimostrato all'altro di possedere le carte per cambiare qualcosa, manca ancora della certezza finale di poterne preservare la sicurezza fintanto che non sarà pronto a sbattere le ali per conto suo. Si sollecita da solo, assicurandosi d'essere morso dall'impazienza per spingere sè stesso a fare il grande passo verso il futuro. Il viaggio, visto dal punto in cui si trova adesso, sembra interminabile. Disteso di fronte al mondo, pensa agli eventi futuri, valica ogni possibilità mentre scruta l'ombra creata da Itsuki. Ed ascoltando le sue parole alza istintivamente la mano sinistra al viso, stringendo e tirando con indice e pollice il labbro inferiore. La sua assenza è stata lunghissima, il suo ritorno è stato invece lampante. Dall'Isola Nera al Lago Nero ha trascinato tutto ciò che restava del vecchio corpo per rinascere, ed immediatamente s'è messo al lavoro, come prescelto della propria coscienza. "I tuoi ideali saranno anche testimoni del tuo martirio per il mondo Ninja. Sii orgoglioso. " Lo sprona con quelle parole, come se si fosse sacrificato per un nobilissimo ideale. E agli occhi dell'Insonne è proprio questo, che sta facendo. Incanalare la sua passione e sfruttarla per creare qualcosa, ergersi dal fango e acquisire ogni virtù agli occhi del Divino. Non c'è niente per cui può esser più grato. Così come è grato a Kimi per aver abbracciato questa stessa essenza. Non può dar ordini a queste entità, può solo lasciare che sia la comune melodia ad accordare i loro movimenti, e prendendosi la responsabilità di seguirla Itsuki ha appena portato quel fanciullesco sorriso ad allargarsi appena. La mano sinistra si alza, viene ben tesa in direzione del cielo, con il palmo aperto. L'indice e il medio fanno lo sforzo d'allungarsi il più possibile, prima che tutto scemi nuovamente lungo i fianchi. "Per quel che conta, non sono stati commessi peccati ai miei occhi." Che si riferisca a ciò che sa del suo passato o del suo presente, non importa. Preferisce tenersi vago, sapendo che la propria considerazione di sè è un elemento alquanto individuale e difficile da modificare, se non con infidi e maliziosi genjutsu. ah. Le illusioni. Che complicato rapporto che ha con quest'arte ninja. Il potere di creare qualcosa di perfettamente falso, qualcosa di realmente finto. E' la controversia più grande, specialmente adesso che ogni realtà sta venendo esposta. Mentre la luce inizia inevitabilmente ad esser sopraffatta dal calare delle ombre, con il sole che va nascondendosi all'orizzonte, ascolta la conferma definitiva di Itsuki: il suo desiderio ardente di essere una colonna portante di qualcosa. Non è stato necessario spiegare davvero niente, si è limitato a sfiorarlo e farsi sfiorare da idee vaghe e pensieri cardine. E con quelle ultime parole l'Insonne si rassicura. Non smetterà. " Crea una rete di connessioni, presta e ricevi favori. Insegui il tuo sogno quanto desideri, mentre diventi forte. Ci riveleremo presto...Appena troveremo anche gli altri." Coloro che rappresenteranno con le loro caratteristiche il futuro, la sua grande aspirazione e sogno. E per proteggere questa idea, questo ideale, sarà necessario un potere superiore, che è il momento di raggiungere. Completato il punto focale del dialogo, si volta, iniziando a muovere passi per tornare da Kimi e Hanako. "Se hai domande.." è il momento migliore per chiedere. { chakra on }

20:59 Itsuki:
  [Promontorio] Ed in tutto ciò, chiaramente Itsuki da dentro non avrebbe fatto altro che osservare ed ascoltare, lasciandosi percorrere da brividi d'eccitazione e da quelle parole che sembrano promettere più di ogni altra cosa al male cui tanto agogna, al voler far soffrire il prossimo, quel suo essersi perso mentalmente macchiandosi di sangue, ritrovandosi allo stesso tempo nei confronti di una parte di se stesso repressa, un'impellente giungere di sentimenti che hanno detabilizzato la sua psiche, rendendolo bisognoso di quelle stesse sfumature del Caos, oltre che dedito all'ideale stesso di Eiji, condiviso dallo stesso Insonne, concedendosi quindi in quei lunghi istanti di silenzio un sentito complimento, che ha un che di timore di fondo misto ad ammirazione, intento un giorno a raggiungere una qualità d'essere simile <{ Siete.. Mostruosamente affascinanti assieme.. }> ed è un tono vagamente ebbro di eccitazione, tremulo, come se tutto il loro discorso fosse un promettergli delle possibilità di straziare, ferire, rovinare e quant'altro seppur dall'altro lato risponderebbe come al solito un saggio Eiji, lietamente colpito da quelle parole ed allo stesso tempo in un certo senso vagamente deluso da quel che era diventato, sentendo il bisogno di riscattarsi, rispondendo a lui all'interno, riferendosi più a se stesso che a lui e ad Hanae <{ Essere un mostro non è così meraviglioso come può sembrare. }> ma da dentro un più rilassato e preciso Itsuki, vedrebbe di rispondere con una comprensione che tenta di essere il più profonda possibile, avvicinandosi sempre di più a quell'altro che ora è al di fuori del corpo loro <{ Ogni cosa ha un prezzo. }> e poi si ritira in quel continuare ad osservare, a voler carpire ogni dettaglio, a volersi sforzare per cogliere anche quello che probabilmente nella sua inesperienza potrebbe risultare criptico, ispirandosi per poter trarre al meglio chi sarà in futuro, per poter dar miglior forma al proprio essere, mentre da fuori giungono le parole del Seimei, al quale andrebbe rispondendo tornando con gli occhi su di lui, distaccandosi dal Suono, lasciando che un'amaro ma sentito sorriso gli si dipinga sul volto < Ti ringrazio, ne sono lieto. > e lo osserverebbe in quel volersi protender verso il cielo, in quel gesto che p tutto un dire come allo stesso forse apparentemente inutile, lasciando che poi torni con il braccio lungo il fianco, sollevando appena le spalle in quel permanere con le mani dietro la schiena, condividendo sì il suo dire se la si vuole vedere in un modo ottimistico, seppur lui non potrebbe far a meno di rispondere < Il mio peccato è uno solo, se avrò modo di rimediare, allora benvenga. > ritornando con il pensiero verso di lei, pensando più e più volte ad un possibile incontro, ad un rivederla, magari egoistico ma necessario in quella sua nuova vita, pur non avendo idea di dove cercarla, ne tantomeno di dove trovarla, lasciando che un sospiro riempia l'aria pregna del silenzio di quel momento, osservando quindi le luci del tramonto che vanno estraneandosi sempre di più dal cielo che diventa scuro, lentamente < Sarà fatto, ogni mossa sarà saggiamente valutata, in favore del Caos.. Nel mentre, attenderemo il giungere altrui. > e poi niente, rimane ad osservare la direzione nella quale verte il Villaggio, desiderando quasi di cedere a quella pulsione di ritornarci, di mettervi piede oggi stesso e riappropriarsi di casa sua, in mano molto probabilmente ai suoi genitori, seppur non è ancora il momento, non oggi, non vuole cedere alla nostalgia, non ancora, cii si crogiolerà quando sarà per qualche lieto istante, potendosi concedere una brevissima pausa da tutto ciò, un breve abbanonarsi ai ricordi, continuanndo sempre pero a volgere al futuro, rimanendo dunque lì nel dare le spalle a lui che farebbe allontandosi, scuotendo appena il capo nel suo riferirsi riguardo eventuale domande, andando però in un'acceno di improvviso a volersi voltare, porgendogli poco meno del profilo, osservandolo con le violacee, in quell'ultimo quesito < Soltanto una: qual'è dunque il tuo vero nome? > curioso, intento a sapere veramente il definirsi di quell'entità, il come si potrebbe appellare veramente piuttosto che con quel semplice nome presentatosi prima, attendendo una risposta, paziente, sempre che lui vorrà effettivamente rivelarsi, convinto in un certo senso del fatto che ci sia di più che quel semplice nome. { Goryo on }

21:21 Hanae:
 Può anche essere che i loro ideali si incrocino soltanto in qualche punto; in punti cardine che rendono i loro spiriti abbastanza affini. Può essere che un giorno, a parità di potere, le cose cambino una volta ancora. Ma la prospettiva è tutt'altro che negativa. Trovato un punto comune hanno raggiunto un accordo comune, senza reale necessità da parte dell'Insonne di imporre condizioni ed obblighi. Tutto deve scorrere. Ed eccola la differenza da un semplice gruppo di shinobi che vuole intrattenersi..o causare semplicemente danni: il fine di tutta questa organizzazione è romantico ed impressionista. Nella ricerca della Vera bellezza del mondo ninja si effettua un percorso di ritorno ad un passato glorioso e dimenticato, che verrà poi amplificato per raggiungere il maggior estro artistico possibile. " In favore di questo mondo. " Non è un puntualizzare le parole altrui, ma bensì un'aggiunta. Sì, ci tiene l'Insonne alle apparenze. Nonostante non abbia più timore di spogliarsi per mostrare ciò che è diventato trova comunque necessario che nessuno fraintenda quel che faranno. E' ben conscio che il mondo ninja ha delle barriere naturali, delle figure dedite a proteggere a spada tratta le persone, imponendosi come tiranni di fronte alla pace. Un ossimoro, ma sommariamente..Vero. La pace ha un costo, l'alleanza ha un costo. Ed i vantaggi non sono in grado di bilanciare i danni creati alla bellezza del mondo. Dovrà verificare persino le azioni del nuovo capoclan, dargli ciò che gli ha promesso qualora egli si dimostri effettivamente meritevole dell'effige data. Tra tutto ciò che poteva esser chiesto: il suo nome. Continua a muoversi per tornare da Kimi e Hanako, ascoltando il proprio battito cardiaco per capire cosa fare. Nonostante nulla sia realmente dovuto, ed essendo conscio che Eiji non se ne curerebbe comunque troppo - di sapere o meno, prende una decisione. "Nemurimasen. Presto, sarà pubblico anche questo. " Decide di rivelare, di pagare pegno a lui, affidandogli un'informazione che se venisse rivelata prima del previsto rovinerebbe ogni aspettativa estetica creata. Lascerai che questa sincera offerta venga tradita? Certamente no. E con il calare delle tenebre, tutto torna a muoversi. Il tempo scorre e raggiungono il gruppo ad ora creatosi. L'assenza di luce fa parere quello sguardo cupo come le tenebre stesse. Pezzo dopo pezzo, sta prendendo forma l'ideale estetico. E favorito dagli dei, continua a muoversi. "Eccoci, possiamo andare." Si rivolge a Kimi, facendo contemporaneamente un cenno ad Hanako che immediatamente prenderà posizione al suo fianco. Forse tornerà a Kiri, per assistere al termine della guerra, ma nel percorso ci son individui di cui ha bisogno, persone da trovare e informazioni da far emergere. { Exit }

21:45 Itsuki:
  [Promontorio] Dunque le parole sono andate a solidificare l'origine di tutto, sono andate a rendere più forti e definite le fondamenta, facendogli quindi trovare sempre più in accordo, vedono qualche sfumatura divera ma i colori sono quelli, dopotutto per quanto ci si possa trovare in sintonia, è indubbio che sono esseri differenti, i quali si trovano praticamente alla perfezione, ma entità distinte, caraatterizzate proprio da quelle piccole diversità, dettate dal passo o comunque dalle esperienze trascorse. E le sue parole giungono a voler aggiungere un qualcosa di dovuto, azzeccato, ritrovando quindi un Eiji che annuisce, un mesto cenno d'assenso nei confronti di quello più piccolo, solo esteticamente, andando a posare gli occhi viola in quelli di lui giallastri, quasi tinti di un chè di arancione con quella luce scura come allo stesso modo sono diventati più saturi e scuri anche i suoi, andando a tingere entrambi di colori pià cupi, così come tutta l'aria del promontorio, sentendosi in dovere anche lui di dover aggiungere quelle ultime, prima della rivelazione del nome vero < Saremo il veleno che purificherà questo mondo. > ed è un dire che ha un chè di paradossale, che si contrappone a se stesso, ma che nel suo essere perfettamente sbagliato, è più che azzeccato per il momento, per il loro intento, per quel loro voler ricreare e definire i contorni delle figure della tela distopica del mondo tramite delle azioni volte al male, ai tumulti, alle diffide, agli scontri e chi più ne ha più ne metta. Giunge quindi la rivelazione di quel suo nome, che giunge dopo qualche attimo di dubbio, più che lecito, visto che nasconde dietro a quelle lettere aparentemente semplici delle precise intenzioni, un rischio nel rivelarsi troppo in fretta, seppur tra le loro mani, quel segreto è più che al sicuro, tanto che con un cenno del capo che vale come un saluto garbato ed allo stesso tempo un profondo asserire, accompagna le seguenti ultime parole < Nel frattempo, lo custodirò gelosamente. A presto, ordunque, Nemurimasen. > e fatto ciò, senza ulteriore indugio, tiene gli occhi su su di lui che nel suo esser minuto si allontana ridirigendosi verso Kimi ed Hanako, laddove solleverebbe una mano in direzione della Doku per andare a porgli un saluto lì dal limitare della boscaglia, voltandosi poi dunque per ripercorrere i propri passi al contrario, lanciando un'ultima occhiata al Suono, posticipando quel suo voler tornare impellente a casa, a quanto sarà il momento propizio, quando tutto incomincerà a muoversi e le questioni verranno orchestrate nella maniera piu consona e congeniale a loro, svanendo di lì a poco tra le fronde ed i tronchi ammantati nel buio, preparandosi ad avere a che fare di nuovo con quella dannata umidità ridirigendosi verso Kiri, sciogliendo l'innata per laciar di nuovo spazio a Itsuki, i capelli che tornano d'ebano e gli occhi di rubino, lì dove si ritroveranno lungo la strada di ritorno a discutere riguardo l'incontro e sul da farsi, sul loro prodigarsi riguardo il Caos. {end}



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