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Il cuore del Comando

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con Furaya, Ryuka

14:28 Furaya:
 Come per il Monte dei Volti di Pietra dove solitamente si ferma a pensare o a meditare, ha avuto la presunzione di credere che la Foresta delle Mangrovie funzionasse allo stesso modo. Vi s'è diretta sfuggendo momentaneamente ai propri doveri, lasciandovi una copia che possa depistare chiunque ne abbia bisogno. Subisca ancora i postumi della sera precedente, con un cerchio alla testa che non è riuscita a lasciarla in pace. Ricorda d'essersi infervorata con un ragazzo, per quanto fosse durata poco. Rammenta del concerto e della canzone, eppure ha difficoltà a comprendere come diavolo sia tornata alla tenda senza inciampare e senza distruggersi un arto. In confronto alla missione di livello S che ha affrontato qualche giorno fa, il matrimonio dei Daymio s'è rivelata essere una doppia S. Tornata ai suoi consoni abiti, è possibile vederla indossare uno yukata corto di color nero con differenti fiori di ciliegio disseminati lungo tutto il tessuto - avanti e retro - partendo dal basso a sinistra e risalendo dall'altro lato. Le maniche sono lunghe a larghe, coprendo sia i vambracci metallici che qualunque cicatrice o tatuaggio abbia lungo gli arti superiore. Le cosce sono scoperte, mentre ai piedi calza un paio di sandali ninja neri che raggiungono l'altezza del ginocchio, poiché compresi di schinieri metallici. Al fianco sinistro, all'interno della fascia rosea addominale che tiene chiuso l'abito, v'è una coppia di katane. Non ha nient'altro: né tonici né tasca porta oggetti né nessun altro impedimento. Il coprifronte è posto tra i capelli rosei ancor arricciati, giungenti sin a metà della propria schiena. L'espressione sul di lei viso è pensierosa, infastidita dal mal di testa e gli occhi sembrano perdersi di tanto in tanto nella miriade di pensieri che le affollano la testa. Ancor non si renderebbe conto di Ryuka, proprio per via di questa sua momentanea assenza mentale, e la nebbia dovrebbe anche favorire l'impossibilità momentanea di vedere bene ciò che ha di fronte. Però, non fa caso ai rumori che compie e "Crack" rompe un ramoscello secco ch'era sul suo avanzare. Sarà abbastanza per farsi sentire? [ CHK ON ]

14:42 Ryuka:
  [Ramo] ~ La posizione soprelevata non è il massimo quando si tratta di percepire le minacce a terra, questo è vero, ma la sua concentrazione che gli scorre in ogni singolo poro della pelle in questo caso è dovuta principalmente al silenzio della zona circostante, silenzio che viene “violato” in qualche modo dall’Hokage nella sua camminata proprio nei pressi. < CHI E’ LÀ? > una domanda su tutte, istintiva, mentre l’animo di agita di un’ inquietudine niente male ma priva del terrore tipico dei bambini della sua età, sarebbe pronto a combattere eventualmente? A giudicare dal tono, si, e anche subito. E dunque le mani andrebbero velocemente a sciogliersi quando sporgerebbe appena il busto in avanti guardando verso il basso, un sospiro, lungo, lasciando che gli occhi vadano a osservare la figura dell’Hokage nella nebbia andando a notarne innanzitutto i capelli rosa. La prima impressione al momento non è dato saperla, gli occhi vanno appena a spalancarsi andando dunque a guardare verso il basso, le iridi cremisi Fisse su di lei quando < Ah .. > si rende conto, e la consapevolezza lo colpisce veramente duro mentre china il capo in avanti < Il Decimo Hokage .. > riflette quasi ad alta voce portando una mano a grattarsi silenziosamente la nuca mentre gli occhi tornano ad assumere un velo di tristezza oltre che di hangover già presente. Si gratta nervosamente la nuca andando dunque a continuare a osservarla < Chiedo scusa, io non volevo interromperla > evidentemente ancora scontatissimo dalla sera prima e forse timoroso di essere accusato di sabotaggio (?) andrebbe ritirarsi lentamente all’indietro, su quel grande ramo, ancora una volta con le gambe incrociate e con il busto che sarebbe spinto in direzione del tronco ad appoggiarvisi in silenzio senza per questo smettere di tener d’occhio il passaggio di Furaya da quelle parti. L’illusione secondo la quale avrebbe un qualche ruolo eventuale nel coprire le spalle alla ragazza là sotto non lo abbandona nemmeno dopo la disillusione che ha dovuto subire la prima sera. La sua armatura [crrr] si inclina contro il tronco aderendovi in silenzio mentre il suo signore e padrone tira un profondo sospiro lasciando per sè L’ esercitazione che aveva in mente di compere. Evidentemente soprappensieri adesso. [Chakra on][Inventario | Stesso].

15:02 Furaya:
 I passi s'arrestano nel momento stesso in cui si rende conto della presenza di qualcun altro. Sbatte le palpebre un paio di volte, riprendendosi dalla sensazione di torpore attorniata dalla miriade di pensieri. Si irrigidisce appena, compiendo un piccolo passo preventivo all'indietro. Potrebbe anche trattarsi d'un nemico. Invece, si rivela essere il Genin della sera precedente che pare ancora piuttosto offeso. Infatti, pare non sia neppure molto contento di vedere la donna in queste circostanze. <Oh, ciao Ryuka.> Si chiamava Ryuka, vero? Per un attimo, questo pensiero le balena nella testolina ancora circondata dai fumi dell'alcol che non ha smaltito adeguatamente. Colpa di Fumie, dannata ragazza. <Non hai interrotto niente, ero qui a fare due passi.> Nel bel mezzo della nebbia, in una foresta che potrebbe essere circondata dai ninja di Kiri e da chiunque altro, ad esempio beste feroci. Abbassa per un attimo lo sguardo, incrociando le braccia al petto e massaggiandosele con gesti lenti della mano. Si stringe nelle spalle, non sapendo bene come imbastire un nuovo discorso nei di lui confronti. Si sono lasciati decisamente in malo modo. <Senti.> Inizia col dire, cercando di posar le iridi azzurre sul viso del fanciullo. <Ieri sera, c'è stato un fraintendimento. Non volevo assolutamente accusarti di niente. Ero di cattivo umore, perdonami.> Ammette senza troppi fronzoli, scrutando con attenzione ciò che lui indossa per soffermarsi su taluni dettagli. <Come stai?> In fondo, ricorda - essendo stato all'incirca ad inizio serata - che ha bevuto parecchio. E' soltanto un ragazzino, del resto, è naturale che le venga persino da preoccuparsi. [ CHK ON ]

15:16 Ryuka:
  [Ramo] ~ Sè ne sta appoggiato al tronco in silenzio guardando verso il cielo, drammatico, certo, ma in qualche modo protagonista a suo vedere di uno spiacevolissimo inconveniente. Ryuka? Il suo nome richiama un’occhiata verso il Decimo mentre se ne sta a tratti più triste e guardarla, a tratti più riflessivo a guardare i dintorni come ad assicurarsi che non ci sia nessuno. L’armatura scricchiola appena alzando il mento verso l’alto e ascoltando quello che la giovane ha da dirgli, evidentemente per un momento colpito nel sentirle chiedere scusa. Scusa, l’Hokage, a lui? Sembra un film, una specie di scherzo riuscito male. Dunque le iridi piovono su di lei prima di subito, la mano destra andrebbe velocemente a staccarsi dal tronco tentando dunque di BALZARE giù dal ramo, proprio DI FRONTE a Furaya, ad una distanza di TRE metri da lei, svettando nel suo metro e venti scarso di altezza. Un bambino, uno di quelli che sono chiusi in accademia ancora almeno per un paio d’anni prima di uscire con quel coprifronte che lui già si è conquistato. Troppo piccolo per essere un guerriero, eppure determinato, come il legno dei Senju che alimenta in perpetuo il Fuoco che lei governa. < . . . > in un primo momento uno sguardo triste, modesto, decisamente, privo di rabbia o risentimento verso di lei, abbassa lo sguardo stesso dunque, cercando di aprirsi alla maniera dei bambini - vale a dire senza remore o vie di mezzo. < Da quando sono nato .. > la sua voce risulta appena incrinata, cupa, come se avesse ancora qualche segno dei postumi che è costretto a subire < .. tutto il mio Clan ripone le sue speranze su di me, mi è stato insegnato a rispettare ogni superiore come se fosse l’Hokage, a combattere per il Villaggio, a morire per il Villaggio > un ragazzino, a cuore completamente aperto di fronte alla massima autorità che abbia mai incontrato del paese che venera e per il quale è pronto a morire senza batter ciglio. Di fronte a lei, ora, per quanto sia solo alto un metro e venti, la ragazza potrà percepire distintamente il fuoco che arde nei Ninja più determinati della Foglia. Gli occhi rossi di lui risalgono lentamente in direzione di quelli di lei < A morire per te, Furaya > punto, e per nessun altro, se non scendendo la catena di comando che parla direttamente da lei < Forse sarò ancora un bambino > cosa che lui ODIA, se detta da altri, mai dirgli che è PICCOLO < Una tua parola incendia o seppellisce il cuore di un soldato che morirebbe per te > spiega, perchè lei si renda conto di cosa rappresenta per uno come lui, cresciuto nel culto degli antenati e del Villaggio. < Mi riprendo, in fondo, non c’era veleno in quella bottiglia .. sembra > il tono di voce ancora basso, determinato, molto meno bambino di come lo conoscono in molti. Avvolto nella sua armatura e nei simboli del suo Clan, con il suo coprifronte in testa, si presenta determinato e pronto a dire la sua come se avesse più del triplo dei suoi anni. Risentito, ferito forse. [Chakra ON][Inventario | Stesso]

15:34 Furaya:
 Permane con le braccia piegate ed incrociate sotto al seno. Lo vede saltar giù dal ramo dov'era appollaiato, mentre la donna ne segue semplicemente i movimenti con facilità. Volge la sua più completa attenzione alle parole e alle espressioni del Senjuu che, per quanto esteticamente appaia soltanto un ragazzino, internamente ha il fuoco che arde già bello alto. Una volontà ferrea che gli hanno insegnato da bambino e che lui ha continuato a coltivare anche da solo. <Il tuo Clan è uno dei più antichi e fieri del Villaggio della Foglia. E' grazie ai vostri discendenti se possiamo credere in qualcosa. Nutro - come tutti - un profondo rispetto verso questi eroi.> Seria nel dirlo, compie appena un singolo passo verso la sua direzione. Non si muove eccessivamente, vuole che ambedue mantengano liberamente i propri spazi. Non le sembra il caso, ecco. <Tuttavia, io voglio che nessuno muoia per me o per Konoha. Sono io a dover morire per proteggere voi e il Villaggio.> Espressione che or si farebbe più dura, orgogliosa non tanto per le parole ad effetto pronunciate, ma perché lei ci crede davvero. Ha scalato la vetta, ora vi è sopra e non intende scendere da lì senza combattere o morire. <I Ninja nascono per difendere il Villaggio d'appartenenza ed anche l'Alleanza.> Attualmente, ci si aiuta vicendevolmente com'è giusto che sia. Anche se inizia a vacillare persino l'ideologia di Alleanza che s'era costruita sino a questo momento, tutto a causa di Hotsuma. Non reputa però corretto porre altri dubbi al ragazzino, è ancora così giovane. <Non per questo devono essere usati come vittime sacrificali. L'Hokage nasce per difendere il Villaggio e chi vi abita.> Punto e basta, non transige. Sospira, cercando di sciogliere i nervi e rilassare oltremodo le spalle e l'intero corpo. <Ascolta...> Lo comprende fin troppo bene. E tenta d'avvicinarglisi abbastanza per poggiargli una mano sulla spalla, ammesso esso non si ritragga. <Ero appena tornata da una brutta missione. Ho scoperto delle cose che hanno sconvolto persino me.> E' una persona come le altre prima di essere a capo del Villaggio, vuol ricordarglielo ma senza appesantire troppo il senso di disagio che lui starebbe provando adesso. <Ero davvero di pessimo umore e l'alcol ha incentivato il pessimo lato del mio carattere.> Quello che sicuramente ha preso dal padre, il Traditore della Foglia. Cerca di mostrargli un piccolo sorrisetto, per quanto appaia un poco forzato. Non è dell'umore neppur oggi. <Come posso farmi perdonare?> Non vuole trattarlo come un bambino, sia chiaro, ma comprende d'aver dato davvero fondo al pessimo carattere che solitamente non mostra mai. Vuole fare ammenda. Si sente in colpa.

15:50 Ryuka:
  [Foresta] ~ Fermo di fronte a lei, evidentemente un soldato di bassa statura che nonostante la giovane età non prova paura nemmeno di fronte alla massima autorità che gli hanno insegnato a venerare come se fosse un Dio. Il Villaggio e la sua sopravvivenza derivano da lei, e lui lo sa, eppure ha fatto presente ciò che doveva senza batter ciglio, come se non gli tremassero le gambe nell’andare a riferire quelle parole all’Hokage o nel sentire la risposta. Assolutamente adulto, del tutto cresciuto in meno di un secondo già rispetto alla sera prima. < Il Legno dei Senju proteggerà il Villaggio, il Paese e l’Hokage fintanto che anche solo uno di noi sarà in vita > le risponde serenamente alla sua affermazione < .. un Senju porta sulle spalle l’eredità di Hashirama-Sama, e tu insieme a noi > lo dice con il massimo onore e il massimo rispetto, alzando il mento verso di lei. < Nessuno vuole morire senza motivo, Furaya .. > una lacrima, lieve, scende dal suo occhio sinistro, la fortissima emozione di un bambino che anche se soldato ESISTE, e viene testimoniata da quell’occhio che lacrima una singola e solitaria goccia che si perde verso il terreno, glielo dice con tutto il cuore < Ma non potrei mai tornare alla Casa dei miei Antenati > morire, tradotto < .. se non avessi speso ogni secondo della mia vita pronto a dare ogni cosa, per te > per il Fuoco, è questa la sua dedizione, è questa la sua infinita volontà, e si basa sul Villaggio, e si basa su di lei. < Tu sei .. la mia speranza, la nostra speranza e noi .. noi faremmo qualsiasi cosa se tu ce la chiedessi, se il Fuoco ce la chiedesse > lo dice con fermezza, ma con una nota stonata di dolcezza nella voce, come a volerle far capire l’importanza che lei ha per decine, centinaia, forse migliaia di persone che darebbero la vita a un suo cenno, qualcosa che si dimentica talvolta quando si ha una certa carica. < Tu .. > sente la mano di lei sulla spalla rimanendo pietrificato e lasciando che la mano destra risalga dolcemente a cingere il polso di lei per accarezzarlo stringendolo dolcemente a sua volta mentre continua a guardare negli occhi il Ninja più importante e forte del Villaggio della Foglia < Tu non dimenticare mai .. > questo le chiede, andando dunque lentamente a tentare di inclinare la mano di lei verso la sua bocca se riuscisse, per baciarvi il dorso fissandola negli occhi, in un atto simbolico. < Tu non dimenticare mai che io sono con te qualsiasi cosa succeda > e deglutisce, prima di muovere un passo, e poi due, tentando semplicemente di ABBRACCIARLA, all’altezza dei fianchi - perchè è un soldo di cacio - lasciando che la sua armatura cigoli tra i tasselli di legno che si sovrappongono in quel momento di estrema vicinanza tra i due. < Non ti dimenticare mai chi sei e cosa rappresenti > fondamentale, tra tutte le cose, la volontà del Fuoco che parla attraverso di lui, sussurrando all’orecchio di Furaya quella evidente raccomandazione. [Chakra On] [Inventario | Stesso]

16:11 Furaya:
 Apprezza chi ha il coraggio di dire la propria, chi è disposto a prendersi le conseguenze delle proprie azioni purché esse vengano compiute. <Io sono disposta a portarmi sulle spalle qualsiasi onere, Ryuka. Quando ho accettato, quando sono diventata il Decimo Hokage, ero già consapevole di ciò che mi aspettava.> E mai una volta ha osato vacillare. Mai una volta ha sol pensato di fermarsi e tirarsi indietro. No, questo mai. Solleva la mandritta, spostandola dalla spalla al viso del fanciullo. Lo ripulisce dalla lacrima che versa, la caccia via affinché non sia proprio mai apparsa. <Capisco il tuo sentimento, comprendo le tue parole.> Gli sorride più dolcemente, così come addolcisce anche il tono utilizzato per parlargli. Ryuka è uno dei Ninja della nuova generazione che, così similmente alla vecchia, sarà comunque costretto a crescere in fretta per far fronte al nemico del Villaggio, qualsiasi nemico si pari loro di fronte. Tutto quel che lei avrebbe voluto espressamente evitare ha fatto sì che venisse ancora alla luce. Non è possibile fermare la guerra, non è possibile arrestare totalmente la volontà ferrea di chi lotta per la conquista e non per la pace. Tiranna della pace, così l'ha chiamata Hotsuma. <Tuttavia, cosa c'è di male nella pace?> Un pensiero pronunciato ad alta voce, persa nuovamente in quei pensieri che ultimamente non la lasciano in pace. Perché Furaya è così. Quando c'è qualcosa che la tormenta, continuerà a lasciarsi infastidire finché non avrà una risposta certa alla quale appellarsi. Verrebbe esposta al pari d'una domanda, però, nei confronti del ragazzino. <Così come io non potrei mostrarmi e non oserei tornare finché non abbia adempiuto al mio incarico. Io sono disposta a dare la vita per il Villaggio, per te, per i Ninja, per il mio Clan e quello degli altri. E' così insensato pretendere, però, che non vi siano altre guerre?> La mano, gentile, resta sulla guancia del fanciullo e l'accarezza, delicata. <...> Lascia che le prenda la mano. Un piccolo uomo. Un eroe futuro nel corpo d'un infante. Un bambino costretto a crescere e apparire adulto fin dalla giovane età. <Ero proprio come te.> Si lascia andare ai ricordi, con lo sguardo or illuminatosi e appannatosi da lacrime trattenute. Ryota voleva questo da lei: che diventasse ciò che lui non poteva diventare, ciò che lui voleva raggiungere col male e lei, invece, con l'opposto. Gli promise di raggiungere la vetta alla quale lui, in quanto Traditore, non avrebbe mai potuto auspicare. Neppur nei sogni più reconditi. Da bambina, la costrinse ad allenamenti intensivi. Da adulta, a sottoporsi contro la sua volontà ad un esperimento genetico. In confronto, Ryuka è cresciuta piuttosto bene e non ha subìto altro se non la profonda consapevolezza di dover essere adulto... ma nel corpo d'un bambino. Lascia che lui, sorpresa dell'atto, possa abbracciarla. <...> Il cuore accelera, il petto viene sconquassato dalle forti emozioni che sente ribollire in esso. Lo accoglie, la mandritta sfila dietro il suo capo e le dita si insinuano nei cremisi ciuffi. Lo vorrebbe tener lì, dunque, mero appoggio per la mano. Non pressa, non stringe, lascia che lui l'abbracci e che il proprio corpo e l'arto in questione l'accolga. Come una madre, se vogliamo. La mancina, invece, risale ad altezza del viso della donna. Copre la bocca e parte degli occhi, dai quali - silenziose - una coppia di lacrime scendono lungo le gote. Potrà sentir sol un lieve sussulto provenire dal petto, un respiro profondo interrotto da un mezzo singhiozzo. Vuole farle sparire nel minor tempo possibile, mordendosi il labbro inferiore con forza. Lascerebbe fluire dalle stesse, schiuse, solo un sentito: <Grazie.>

16:34 Ryuka:
  [Foresta] ~ La pressione che evidentemente evita di esercitare in maniera eccessiva non sembra pesare sulla figura della ragazza, evidentemente memore delle sue radici nel mondo Ninja. < Non sei da sola > solo questo, in merito a tutta la prima parte del discorso lasciando che una lacrima vada dolcemente ad occupare anche la guancia destra del volto del Genin che dunque si distacca con un passo all’indietro, lentamente, sciogliendo quell’abbraccio. < Non puoi proteggerci dalla guerra solo con la pace > le sussurra tranquillamente < .. Perchè per la pace bisogna che tutti siano d’accordo, per la guerra basta uno solo > e questo ovviamente non è sua responsabilità, vivessero in un mondo ideale le cose sarebbero diverse, ma nel mondo reale il desiderio di pace da solo non serve sostanzialmente a fermare la guerra. La mano destra va dunque lentamente ad asciugare il volto, lasciando che il dorso passi sotto lo zigomo del ragazzino mentre alza di nuovo il mento annuendo in risposta al ringraziamento di lei con una certa determinazione. Sembra che i due abbiano reciprocamente fatto breccia nel cuore dell’altro. < Hashirama-sama sarebbe fiero di te > afferma con sicurezza guardandola in volto e sorridendole adesso a trentadue denti a poco a poco < E lo sarà anche di me > sicuro, non un punto di domanda, non un solo punto di domanda in tutto questo. < Io diventerò il Prodigio che era stato Promesso al Legno, come dice la profezia > baatte un pugno nel petto, serio, lasciando che quella determinazione d’acciaio fluisca fuori dalle sue parole, sa benissimo che cosa sta dicendo. < E sarò al tuo fianco sempre > le giura solennemente dando la sua parola promettendo di accrescere le sue capacità il prima possibile, lavorando sodo a tutto ciò che serve per diventare il Tessai Bambino, il cuore della profezia. < Tu non sei mai da sola > no, non lo è mai, tantomeno con Ryuka al suo fianco che darebbe fino all’ultimo respiro se fosse necessario ad aiutarla o a salvare il suo estremo superiore. Chi più di lei? < Un giorno io sarò abbastanza forte da coprirti le spalle, mi impegnerò ogni singolo giorno .. > ogni singolo giorno < .. per dimostrarti la Volontà del Legno > il messaggio che Hashirama le manda tra le righe, il più piccolo tra i suoi, il più apparentemente insignificante, eppure con il cuore di un guerriero, il vero cuore di un Senju. [Chakra ON] [Inventario | Stesso]

17:08 Furaya:
 Come puoi dire ad un ragazzino d'appena dieci anni che dovrà sporcarsi le mani di sangue? Come fai a fargli capire che potrebbe venire ucciso prima che raggiunga la maggiore età? Non può. Per quanto forte e coraggiosa sia, non riuscirebbe mai a dirgli la nuda e cruda verità. Nonostante la sincerità che sempre ostenta, ammettere il fallimento delle proprie intenzioni è un grosso passo. <Non voglio essere ricordata come la figlia d'un Traditore.> Singhiozza appena, asciugandosi in fretta le lacrime che scendono e compiendo un profondo respiro. Gonfia la cassa toracica, mentre lo lascia andare e lo libera dall'abbraccio. <Voglio essere ricordata per ciò che sono davvero, per quel che ho fatto. Voglio che Konoha viva in pace: ha subìto troppe guerre; tra le sue strade ed in nome d'essa, è caduto troppo sangue.> Ed è questo il motivo - o una larga parte di essi - che la spinge a desiderare la pace più d'ogni altra cosa. Eppure, a viso aperto contro Hotsuma, non poteva rifiutare l'assalto. Le parole non sarebbero servite, com'è stato per altro dimostrato. La battaglia è la via più semplice per affermarsi e per ottenere quel che si vuole. Tuttavia, v'è da ricordare le vittime che ci saranno a causa d'esse. C'è chi non se ne interessa pur di raggiungere lo scopo, ma lei ha il pensiero fermo e fisso su quell'obiettivo: non far morire più nessuno a causa delle guerre. <Oh?> Hashirama potrebbe davvero essere fiera di lei? E come? Non ha ancora fatto nulla, per quanto abbia protetto il Villaggio per anni dalle molteplici minacce affrontate e perpetrate ai suoi danni. <Saremo tutti orgogliosi di te: Hashirama-sama, il tuo Clan ed io.> Ripulite anche le proprie guance con la dritta e la manca, or resterebbe nuovamente frontale al fanciullo che s'è discostato poc'anzi. Lo guarda con un sorrisetto incerto, ma comunque migliore dei precedenti. Stende l'arto destrorso, mostrando il palmo della dritta ben aperto e le dita lievemente discostate tra di loro. <Promesso?> Ufficialmente, vuole che le venga stretta la mano e possa quindi ufficializzare quella promessa. <Ricorda che neanche tu sarai ma da solo. Dimentichiamo ciò che è successo ieri sera.> Conclude con un altro sorriso, or più esteso, più dolce e carico. In fondo, anche i bambini nella loro semplicità, per quanto non conoscano ancora tutta la vita che attende loro, sono proprio quelli che ti fanno capire la lezione più grande della tua vita. [ CHK ON ]

19:59 Ryuka:
  [Foresta] ~ Sè ne sta a guardare la ragazza, non l’Hokage, ma soltanto la ragazza, percependone forse in maniera molto più istintiva le sue paure, le sue sensazioni, proprio come fanno i bambini. Riesce facilmente ad andare oltre il grado, oltre quelle apparenze, a cercare solo gli occhi di lei entrandovi dentro con i suoi e rimanendo là a considerare la sofferenza della giovane, solo questo. < Nessuno pensa a te come la figlia di un Traditore > si limita a considerare in prima battuta < .. e semmai dovesse succedere il peggio, nessuno ti ricorderà così > glielo assicura, dando per scontata la morte di chiunque sul campo di battaglia ma senza che il suo tono sia attraversato da una vena di tristezza. E’ strano, la morte non lo infastidisce nè lo scuote emotivamente. Sa bene che la dovrà affrontare e sembra .. PRONTO, per qualche verso. < Non ci lasceranno mai in pace > la stoppa, guardandola negli occhi < .. ma non è colpa tua > alza le spalle, condividendo con lei la sua profonda convinzione guerriera, la guerra purtroppo non può finire. < E’ stato sempre così, dai tempi di Madara e Hashirama-sama > lo riconosce con una certa rassegnazione. < Il Villaggio rappresenta l’esempio più splendido di vita armoniosa e pacifica del Mondo Ninja > crede a ogni singola parola come se fosse letteratura sacra < .. chi vuole distruggere tutto il bello che c’è al mondo, non può non insediare Konoha. Per questo ci siamo noi, per questo ci sei tu > a difendere chi non può farlo, con la somma missione di condurre una vita intera < .. una vita intera a combattere per difendere la pace dei Ninja, non è un sogno, è dietro i nostri cancelli > sorride verso di lei andando dunque ad allungare la mano alla domanda di lei, annuisce seriamente. < Promesso > e STRINGE quella mano andando dunque a sancire quella promessa ferrea che la ragazza potrà sentire nella salda stretta che avverte alla mano. < Non ce l’ho con te > non ce l’aveva con lei < .. è una vita che cerco di dimostrare qualcosa nonostante sia PICCOLO, io detesto essere sottovalutato > forse la cosa che lo manda più in bestia, essere trattato come una mosca fastidiosa. < Io sono un Prodigio, non un bambinetto qualsiasi > orgoglioso dei risultati ottenuti e quelli ancora da ottenere. [CHK ON] [Inventario | Stesso]

20:48 Furaya:
 Ed è questo il vero. Nessuno vede in lei suo padre, ma è lei stessa che lo rivede in sé. Negli occhi azzurri così identici, nei lineamenti del viso, nelle innate che condividono. O i sogni. O le cicatrici che ha sul corpo. Tutto, purtroppo, le fa ricordare che è legata al padre più d'ogni altra cosa e che la sua oscura presenza non potrà mai rimuoverla totalmente. Vi convive come fa con lo Yoton. E' questa l'unica soluzione alla quale è giunta nel corso di questi anni. Stende la dritta, poggiandola di nuovo sulla guancia del ragazzo. Sul capo, apparirebbe come se lo stesse trattando da infante o comunque come se lo reputasse più basso di lei, sia metaforicamente che non. Per quel poco che vi ha avuto a che fare sino ad ora, ha capito parecchie cose del suo caratterino. E le vien da sorridere al sol pensiero. Ne accarezza la candida pelle, mostrandogli un sorriso ben più ampio che scopre i denti bianchi e ben allineati. <Ho creduto - ingenuamente - che potessi portare la pace soltanto con la mia presenza.> Ha peccato d'orgoglio. Come Ryota. Il Traditore, convinto che potesse volgere tutto a suo favore, persosi e annegato nel proprio orgoglio, non ha tenuto conto della potenza accumulata da Konoha durante la sua lunga assenza. Lei, seppur al contrario, analogamente parallela, ha pensato che, proprio grazie alla potenza conquistata e al continuo rialzarsi, nessuno avrebbe osato toccare più il Villaggio della Foglia. Si sbagliava, ma ha salvato tutto in calcio d'angolo. E' un ottimo incentivo? <Ma, finché ci sarà gente che vorrà conquistare e combattere, finché ci saranno gli stessi Ninja, dovremo continuare a combattere anche noi dal versante opposto e pretendere la pace.> La via diplomatica non l'abbandonerà mai, sia chiaro. Qualsiasi patto e lotta che possa esser fermata con le parole, ovviamente, sarà messa avanti rispetto a tutto. <Forse, hai proprio ragione tu.> Nessuno si fermerà proprio perché Konoha è il baluardo della pace che i malvagi di cuore vogliono abbattere. Ecco perché Hotsuma era così contrariato con lei. Tiranna della pace perché la ricerca a tutti i costi, la pretende e lotta con le unghie e coi denti s'è necessario. Stringe saldamente la mano del ragazzino, chiaritisi finalmente dopo la serata che li ha visti partecipi al matrimonio dei Daymio. <Sei intelligente e sei un Ninja di Konoha. Davanti ai miei occhi, avrai sempre la valenza che meriti.> Per gli altri, può farvi ben poco. Però, può giurargli per quanto riguarda se stessa. Nella maniera più assoluta. [ CHK ON ]

21:30 Ryuka:
  [Foresta] ~ Quante possibilità ci sono che un bambinetto come lui muova il cuore di un Hokage? E’ vero dunque ciò che dice il Legno? Nessuno è solo, non quando c’è lui. < La tua presenza non fermerà il male, così come i Ninja leggendari prima di te non hanno potuto fare a meno di combattere tu .. > un sussurro dolce, lasciando che la mano di lei vada a segno senza muoversi, si lascia accarezzare, rapito dalla figura dell’Hokage, più alta di lui, più esperta di lui, eppure pronta a starlo ad ascoltare nelle sue poche ma ferree convinzioni. Adulto, fin troppo adulto quando parla di queste cose. < .. tu dovrai difendere la pace, per noi, e noi la difenderemo per te. > e loro moriranno per lei almeno quanto lei morirà per loro, per difendere chi non può farlo. Gonfia il petto con un profondo sospiro chinando appena il capo in avanti annuendo silenziosamente alla sua affermazione, Konoha è un faro. < Konoha non cadrà mai fintanto che ci saremo noi > promette all’Hokage guardandola negli occhi, nel momento di maggiore scoramento la fiamma dei Senju riaccende forse quella dell’Hokage attraverso quel contatto. < Ho intenzione di entrare nelle forze speciali > le annuncia tranquillo, a quell’età, forse uno dei più giovani, più giovane anche di Itachi ai tempi, ma decisamente con uno scopo diverso. < E quando sarò in grado di farlo, di fare richiesta per diventare una delle guardie dell’Hokage > in persona. Intende migliorarsi fino a quel punto? Oltre, ben oltre. < Io sarò il primo Ninja Leggendario del mio Clan, vedrai > le sussurra dolcemente, chinando il capo di fronte a lei con un mezzo sorriso che va dunque a perdersi nell’andare a flettersi educatamente di fronte alla figura della giovane, come a promettere solennemente quello che ha appena detto. E niente, niente per nessun motivo potrà mai distrarlo da quella strada che il destino gli ha tracciato davanti. < Combattiamo la stessa guerra, e se tu moriresti per me, io morirei per te > senza pensarci, senza un attimo di esitazione se servisse anche solo a qualcosa si getterebbe nel buio e nella morte per lei. < .. Furaya > la chiama per nome ancora guardandola negli occhi col fuoco di lui che incontra le azzurre di lei in un rapporto tra adulti, per quanto uno dei due sia veramente un moccioso anagraficamente parlando. < Hokage-sama > appellativo onorifico tipico degli dèi, riconoscendo a lei la natura umana e quella “divina” di capo del Villaggio allo stesso tempo e rivolgendole un dolce sorriso disteso. [Chakra ON] [Inventario | Stesso]

21:55 Furaya:
 Ci sono tante possibilità in questo mondo. Tante quanto esso è vasto. <Sarà una lotta reciproca, un mantenimento della pace congiunto.> Ha preso una decisione. Ma, in quanto Hokage, non deve scegliere per se stessa bensì per tutti gli altri. <Konoha NON DEVE cadere mai. E' il nostro baluardo e non può permettersi di affondare. Faremo di tutto per renderla quella che è.> Sancisce con ferrea convinzione, riportando or la mano lungo il proprio fianco. Gli resta frontale, lasciando che ancor esponga tutto quel che ha da dire. E sbarra gli occhi nel sentire la semplicità del bambino, dell'adulto - anzi - nel corpo d'infante, che le rivela cosa vuol diventare. <Forze Speciali?> Negli ANBU? In quei ANBU? Le prude il braccio dove il tatuaggio d'un fiore di loto ne copre il marchio distintivo, poiché una volta Generale proprio delle Forze Speciali. <Devi esserne davvero sicuro. Non è un ruolo che tutti possono permettersi. Non potrai vacillare, la missione sarà la tua unica amica.> Nessun aiuto se non dai compagni, la missione non si può fallire e va portata a termine, a prescindere da chi rischia di venir ucciso e chi, invece, lo sarà al termine d'essa. <Non vedo l'ora che tu possa farne parte.> Delle guardie dell'Hokage. <Sarò sicuramente protetta.> Ha visto in lui la forza di volontà che vi mette in quel che fa, pertanto le sue non sono parole al vento. Anzi, sono sincere. Non sono sol dette perché chi ha davanti è solo un bambino. Non si permetterebbe mai di prender in giro la ferrea volontà di qualcuno. <La tua - e vostra - fiducia è ciò che mi ha resa quella che sono oggi.> Un capo trae forza dal popolo, mai da solo e mai singolarmente. <Rendi orgoglioso il tuo Clan.> Per quanto stia crescendo in fretta, per quanto sia costretto a farlo, non perde di vista gli obiettivi. Non lo si può catalogare più come un bambino, se non in certi atteggiamenti che esulano dal contesto odierno. <E rendi orgoglioso prima te stesso.> Deve pensare anche al proprio io interiore, non deve mai smettere d'alimentarlo. [ CHK ON ]

22:18 Ryuka:
  [??] ~ Sè ne sta di fronte a lei in silenzio annuendo alla sua affermazione che sarebbe la base assoluta di tutta la sua vita < Konoha non cadrà mai > la rassicura quasi, la mano destra che va dunque silenziosamente a indicare la sua armatura in legno, perfettamente identica a quella del primo Hokage in persona. < Questa è ancora qui, lui è ancora qui > in forma divers forse, ma non ha mai lasciato il villaggio. La rassicura in quei termini. < Non abbiamo mai spezzato il legame con gli antichi, che ci guidano e ci danno sostegno nei momenti peggiori > sorride convintissimo di quelle parole prima di ANNUIRE chiaramente alla domanda di lei, quelle forze speciali, a dieci anni, il che fa capire tutto. < La mia missione è la mia unica amica da tutta la vita > le fa notare, ed effettivamente la forza negli occhi di lui conferma quel discorso che sta portando avanti. La sua missione di fatto E’ già tutto per lui. < Al sicuro a qualsiasi costo > con lui nella sua scorta, senza ombra di dubbio, e fintanto che i due si conoscono, possono già cominciare a coltivare il prezioso fiore della fiducia reciproca. Alla sua affermazione successiva sorride apertamente annuendo verso di lei e forzandosi a spingersi appena in avanti per cercare di ABBRACCIARLA di nuovo, all’altezza dei fianchi come poco prima, senza nessuna implicazione sentimentale o sessuale, L’ abbracciare candido di un bambino che crede ciecamente in un ideale fino alla morte. < Tu non devi mai sentirti abbattuta o sconfitta finchè io sono qui > infantile, nel credere di poter risolvere da solo tutti i problemi di una persona, le sorride guardando verso l’alto e scivolando con la fronte sull’addome di lei per qualche secondo, prima di appoggiarci la guancia. Unico piccolo gesto infantile di una conversazione altrimenti tra due adulti. < Lo farò > annuncia alla ragazza arretrando di un passo < Farò vedere al mondo che NESSUNO è abbastanza piccolo da non poter fare la differenza ! > lo dice con forza, una forza mai vista < .. Hashirama-Sama sarà fiero di me quando tornerò alla casa dei miei antenati ! > ancora un passo indietro, un profondo inchino verso di lei < .. Ci rivedremo presto! > certamente, e con uno spirito diverso, la venerazione che ha verso di lei non è andata affatto a scemare < Hokage-sama > la saluta < .. Mio nonno mi aspetta, il mio addestramento deve continuare > il Muro di Legno tra la Foglia e i suoi nemici dunque si ritira dopo aver alzato un braccio verso di lei < .. A presto Furaya! > usando sempre questo doppio appellativo, a sottolineare la natura divina della sua carica e il legame che ormai unisce le due persone, il più piccolo tra i suoi soldati e lei, il Kage, in persona. Nessuno in fondo è così piccolo da fare la differenza nel cuore del comando. [END]

22:44 Furaya:
 Annuisce, convinta a sua volta. <Mai.> Una promessa solenne che viene instaurata tra i due. <Lui non ha mai abbandonato il vostro Clan.> Così come loro non hanno mai smesso di venerare il Primo. <Non bisogna spezzarlo in nessun modo né permettere che si affievolisca. Gli antichi ci hanno permesso di essere quello che siamo.> E anch'essa, seppur non nello stesso modo altrui, ne va fiera e n'è orgogliosa. <A tempo debito, a tempo debito.> Aggiunge in risposta a ciò che sarà la sua vita d'ora in avanti. Ha scelto di seguire la via delle Forze Speciali e lì verrà addestrato come si deve. Ryuka le s'avvicina ancora una volta, con le braccia protese. La Nara le apre a sua volta, pronta ad accoglierlo nuovamente tra le proprie. Questa volta, però, non v'è ombra di lacrime né dall'uno né dall'altra. Hanno trovato un ottimo punto d'incontro ed il ragazzino ha fatto altresì comprendere molti aspetti della vita della nuova generazione che, probabilmente, non aveva tenuto in considerazione. Loro stessi sono tutt'ora pronti a combattere per lei. Un candido e felice sorriso si mostra sotto il naso della fanciulla, rendendo luminosi persino gli occhi azzurri che, prima del loro incontro, erano tristi e languidi. Quando il Senjuu si prende quel minimo di libertà, non lo ferma e, anzi, poggia la sua mano sulla sua delicata testolina dai ciuffi cremisi. <Non mi sentirò mai tale se la mia futura guardia del corpo sarà sempre con me.> Sorride, scherzando sul suo futuro ma pur sempre in maniera bonaria e mai per prenderlo in giro. Comprende quanto male possa fare se qualcuno non crede in te stesso e lei, invece, non ha bisogno d'un aiuto esterno per fidarsi del Senjuu. Quando si stacca e le rivela che deve andar via, l'Hokage pare quasi dispiaciuta. Sì, lo ammette, si stava divertendo con Ryuka. I discorsi che hanno affrontato le hanno tolto dalle spalle i molteplici pesi che negli anni ha accumulato su di esse. Per quel pomeriggio, s'è sentita una persona normale, compresa anche da chi s'è affacciato alla vita del Ninja da ben poco tempo. <Grazie, Ryuka.> A sua volta, si inchina per salutarlo e, al tempo stesso, per ringraziarlo. Lo guarderà andar via con un sorriso, scegliendo poi di dirigersi in tutt'altra direzione. Una giornata... strepitosa. [ END ]

Furaya e Ryuka si incontrano dopo che un fraintendimento li aveva “divisi” la sera prima. Parlando, non solo appianano le iniziali divergenze, ma sembrano maturare una certa fiducia reciproca fondata sul darsi forza a vicenda.